Stop a “Chesarà…”: la Rai taglia il programma di Serena Bortone

Il programma d’informazione “Chesarà…”, condotto da Serena Bortone e in onda il sabato e la domenica sera su Rai3, è stato cancellato e non verrà riproposto nella prossima stagione. La decisione arriva dopo le polemiche sollevate dalla conduttrice sulla censura ai danni dello scrittore Antonio Scurati, autore del romanzo “M”. La prospettiva di una punizione per Bortone era emersa nelle scorse settimane, quando l’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, aveva dichiarato: “Bortone andrebbe licenziata”. La cancellazione del programma è stata confermata, mettendo fine alle speculazioni su un possibile ridimensionamento a una sola serata settimanale. La decisione è stata presa dalla dirigenza Rai, fedele al governo di Giorgia Meloni. Le serate del sabato e della domenica saranno ora occupate da due nuovi format. Paolo Corsini, direttore dell’Approfondimento e frequentatore della festa meloniana Atreju, ha avuto un ruolo chiave nella decisione: egli aveva inizialmente negato la censura a Scurati, attribuendo l’assenza dello scrittore a un mancato accordo sul compenso, versione smentita dallo stesso scrittore. Al posto di Bortone, il sabato sera potrebbe arrivare Maria Latella, giornalista nota per un’intervista alla presidente del Consiglio Meloni al Festival dell’Economia 2024 a Trento. La domenica sera continuerà ad essere occupata da “Report“, anche se l’inizio del programma sarà posticipato a fine ottobre e il numero di puntate sarà ridotto. Questo ridimensionamento è percepito come una punizione per le inchieste scomode condotte dal team di Sigfrido Ranucci su esponenti della maggioranza. La cancellazione di “Chesarà…” ha suscitato numerose reazioni politiche. L’opposizione ha chiesto l’immediata convocazione della Vigilanza Rai. Angelo Bonelli, leader dei Verdi, ha dichiarato: “Siamo all’epurazione, Bortone fuori dalla Rai. E dire che la premier e tutti i suoi fan continuano a sostenere che non esista TeleMeloni”. Anche il senatore del Pd Antonio Nicita ha espresso preoccupazione: “Per aver difeso la libertà editoriale e posto un tema di censura allo scrittore Scurati, ‘Chesarà…’ sarà fuori dai palinsesti Rai. Una decisione allarmante, si è passato il limite”. L’europarlamentare dem Alessandra Moretti ha definito la cancellazione del programma come una rappresaglia contro i giornalisti liberi e indipendenti. Pina Picierno ha rincarato la dose, evidenziando che la decisione arriva nei giorni in cui il Comitato di redazione di Rainews24 ha denunciato di non aver potuto raccontare l’inchiesta di Fanpage sulla Gioventù nazionale del partito di Meloni.
“Insider” di Saviano torna su Rai 3 a settembre, in prima serata
“Insider – Faccia a Faccia con il Crimine” torna in onda. Dopo essere stata cancellata dai palinsesti nella stagione 2023/2024, la rinomata trasmissione condotta da Roberto Saviano si appresta a fare il suo ritorno sui teleschermi nazionali, grazie alla determinazione dell’amministratore delegato del gruppo Rai, Roberto Sergio. È stato durante un acceso dibattito in Commissione di Vigilanza che Sergio ha dichiarato con fermezza la sua volontà di riportare “Insider” in onda, esortando il direttore Stefano Coletta a inserirla nei prossimi palinsesti estivi o invernali. Una richiesta che non è rimasta inascoltata, poiché la trasmissione è stata prontamente inserita nella programmazione estiva di Rai3. Le date dell’8, 15, 22 e 29 settembre sono state fissate per il ritorno di “Insider” in prima serata, promettendo agli spettatori un’affascinante incursione nel mondo oscuro del crimine organizzato e delle sue connessioni con il potere politico ed economico. La conferma di questa attesa notizia è giunta direttamente dalle parole del giornalista e scrittore napoletano Roberto Saviano, ospite di ‘Piazza Pulita’ su La7, condotto da Corrado Formigli. Saviano ha ringraziato il sostegno ricevuto da Articolo 21 e dalle associazioni antimafia, oltre a sottolineare l’importante contributo offerto da Vincenzo Agostino.
Tv Talk: Bernardini si congeda dopo una lunga storia di successi

Dopo oltre due decenni di riflessioni e analisi televisive, Massimo Bernardini, volto storico di “Tv Talk“, si prepara a salutare il programma che ha contribuito a plasmare e che lo ha visto protagonista per così tanto tempo. La notizia, sebbene non ancora ufficiale, sta già circolando, e il 25 maggio segnerà la fine di un’era per il sabato pomeriggio di Rai3. L’esperienza di Bernardini con il programma è iniziata nel lontano 2001 con “Il Grande Talk”, trasmesso inizialmente su Sat 2000. Successivamente, grazie all’alleanza con Rai Educational di Giovanni Minoli, il programma è stato portato in prima visione su Raitre, dove ha poi assunto la denominazione di “Tv Talk”, accompagnando i telespettatori attraverso 22 stagioni ininterrotte. Bernardini, nel ripercorrere questa lunga strada, non esita a ribadire la sua gratitudine nei confronti di coloro che hanno contribuito a rendere possibile questo viaggio. La decisione di Bernardini di lasciare il programma in un momento di massimo successo non è casuale. A quasi 69 anni e da pensionato, sente che è giunto il momento di passare il testimone alle generazioni più giovani. Tuttavia, non si tratta di un addio definitivo al mondo dell’editoria e dell’audiovisivo, ma piuttosto di una pausa che potrebbe aprirsi a nuovi progetti, se il mercato o la Rai lo vorranno. “Tv Talk” ha rappresentato un’esperienza unica nel panorama televisivo italiano. Ideato da Paolo Taggi, il programma si è distinto per essere un’arena di riflessione critica sulla televisione, coinvolgendo attivamente i suoi protagonisti. Sebbene questa scelta abbia attenuato in parte il confronto polemico, ha aperto la porta a un dialogo più costruttivo e approfondito sul mondo televisivo. Il giornalista non manca di evidenziare l’importanza di mantenere un approccio equilibrato nel giudicare i programmi televisivi, riconoscendo che dietro ogni produzione vi è un lavoro appassionato, indipendentemente dalla sua qualità. La televisione che riesce a mantenere un rapporto onesto con il pubblico, senza cadere né nell’eccesso di volgarità né nell’elitismo, è quella destinata a durare nel tempo. Bernardini ringrazia calorosamente tutti coloro che hanno contribuito al successo di “Tv Talk”, dal suo team di collaboratori ai dirigenti Rai e al pubblico stesso, e si prepara ad affrontare nuove sfide, lasciando dietro di sé un’eredità di critica televisiva illuminante e unica nel suo genere.
Serena Bortone: ascolti record, ma rischio provvedimenti Rai

La giornata di sabato è stata un vortice di eventi per Serena Bortone, che si è trovata al centro di un turbinio mediatico dopo l’inaspettata censura dell’intervento di Antonio Scurati nel suo programma “Che sarà…”. Ciò che sembrava essere un’operazione televisiva intelligente si è trasformato in un caso nazionale, catalizzando l’attenzione non solo degli spettatori, ma anche dei principali esponenti politici del Paese. La lettura del testo censurato da parte della conduttrice ha dato il via a una serie di reazioni a catena, portando a un significativo aumento degli ascolti del programma su Rai3. Da 582.000 spettatori e uno share del 3.4% del 13 aprile, “Che sarà…” ha registrato un balzo agli 899.000 spettatori con il 4.9% di share. Tuttavia, la situazione è andata ben oltre il mero ambito televisivo, trasformandosi in un caso politico che ha scosso la maggioranza e generato agitazione a Viale Mazzini. “CHI HA SBAGLIATO PAGHI” Le recenti vicende che hanno coinvolto la Rai, in particolare la cancellazione del monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile, hanno scatenato una tempesta di polemiche e critiche. In questo contesto, le parole dell’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, assumono un ruolo centrale. Sergio ha dichiarato con fermezza che la Rai è vittima di una “guerra politica quotidiana con l’obiettivo di distruggerla“. Questa affermazione evidenzia una situazione di grande tensione all’interno dell’azienda pubblica, che si trova al centro di una contesa politica dai contorni ancora poco chiari. L’ad ha espresso la propria indignazione per non essere stato informato tempestivamente sugli eventi legati alla cancellazione del monologo di Scurati. Ha annunciato che richiederà una relazione dettagliata sulla vicenda e ha promesso “provvedimenti drastici”. Sergio ha sottolineato la necessità di individuare chi ha commesso errori e ha ribadito che “chi ha sbagliato paghi“. Le parole di Sergio gettano luce su una serie di dubbi e perplessità riguardo alla gestione interna della Rai e alle possibili interferenze esterne. La questione economica legata alla richiesta di 1800 euro per un minuto di trasmissione è stata al centro del dibattito, ma Sergio ha chiarito che non avrebbe censurato il monologo di Scurati per motivi economici. L’ad ha anche sottolineato di non aver ricevuto pressioni politiche dirette dal governo per influenzare le decisioni riguardanti i programmi o i conduttori. Tuttavia, resta il dubbio su chi possa essere interessato a danneggiare la Rai e quali siano le motivazioni dietro a questa presunta guerra politica. I PROVVEDIMENTI Le tensioni sono aumentate ulteriormente con la polemica tra Sergio e UsigRai, culminata con la richiesta da parte del sindacato di difendere l’azienda dalle presunte minacce di distruzione. Tuttavia, la questione principale rimane la possibile azione disciplinare nei confronti di Serena Bortone. Secondo fonti riportate da Repubblica, potrebbe essere imminente un provvedimento disciplinare e la chiusura della trasmissione “Che sarà…” entro giugno. Questa prospettiva, tuttavia, sembra non intimorire Bortone, anzi potrebbe rappresentare un’opportunità per consolidare ulteriormente la sua posizione mediatica. La sua lettura del testo censurato ha suscitato ampio sostegno da parte del pubblico e potrebbe trasformarsi in un simbolo di resistenza contro la presunta interferenza politica nei media.
Rai 3, cancellato monologo di Scurati

La giornalista televisiva Serena Bortone ha sollevato un polverone di polemiche attraverso i suoi canali social, svelando un episodio che ha scosso il mondo dell’informazione e della cultura italiana. È stata la cancellazione “improvvisa e inspiegabile” del monologo dello stimato scrittore Antonio Scurati, in programma per la trasmissione Rai 3, “Che sarà“, prevista per sabato 20 aprile. Il tema centrale del monologo doveva essere la Liberazione dal nazifascismo, un argomento storico e culturale di estrema rilevanza per il tessuto sociale italiano. Tuttavia, sembra che non solo il tema, ma anche il tono critico di Scurati nei confronti del governo attuale abbia sollevato sospetti di censura. In particolare, il suo profilo critico nei confronti della presidente del Consiglio Giorgia Meloni sembra aver innescato una serie di reazioni che hanno portato alla decisione di annullare il suo intervento. La reazione di Meloni non si è fatta attendere, pubblicando l’intervento di Scurati sui suoi canali social, forse per dimostrare trasparenza o per distanziarsi da eventuali accuse di censura. La situazione è diventata ancor più intricata quando Bortone ha rivelato di non essere stata informata della cancellazione del contratto di Scurati fino all’ultimo momento e di non aver ricevuto spiegazioni soddisfacenti in merito. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, sembra che la dirigenza Rai abbia richiesto a Scurati di partecipare alla trasmissione gratuitamente, in seguito alla valutazione del contenuto del suo monologo come troppo schierato, soprattutto in un momento politicamente delicato. Tuttavia, l’autore avrebbe rifiutato questa richiesta, portando così alla cancellazione del suo intervento. Le reazioni interne alla Rai non si sono fatte attendere: il direttore degli Approfondimenti Rai, Paolo Corsini, ha respinto categoricamente qualsiasi accusa di censura, sottolineando la libertà editoriale della rete pubblica. Tuttavia, Francesca Bria, consigliera di amministrazione, ha dichiarato che il contratto di Scurati è stato annullato per motivi editoriali, citando un presunto scambio di comunicazioni interne che avvalorerebbe questa tesi. IL TESTO DEL MONOLOGO La Repubblica ha pubblicato in versione integrale l’intervento dello scrittore che avrebbe dovuto leggere durante la trasmissione. Il testo ricorda il tragico assassinio di Giacomo Matteotti nel 1924, segretario del Partito Socialista Unitario, da parte di sicari fascisti, e le stragi nazifasciste del 1944, come quelle delle Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema e Marzabotto, che hanno provocato la morte di migliaia di civili italiani. Si sottolinea come il fascismo sia stato costantemente caratterizzato dalla violenza politica omicida e stragista. Si esprime la preoccupazione che il gruppo dirigente post-fascista, nonostante le elezioni del 2022, abbia scelto di non ripudiare il passato neo-fascista, ma di tentare di riscrivere la storia. Si critica la Presidente del Consiglio per non aver mai pronunciato la parola “antifascismo” e per non aver riconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana. Si conclude sottolineando che finché la parola “antifascismo” non sarà pronunciata dai governanti, il fascismo continuerà a minacciare la democrazia italiana. LE REAZIONI La controversia legata alla presunta censura del monologo di Antonio Scurati ha scatenato una serie di reazioni sia dal mondo politico che da quello intellettuale. Nicola Lagioia (scrittore) esorta gli intellettuali a non tacere di fronte a presunte censure o intimidazioni, sottolineando l’importanza di alzare la voce in difesa della libertà di espressione. Francesco Verducci (membro della Commissione di Vigilanza Rai) condanna fermamente l’episodio definendolo una censura inaccettabile, chiedendo chiarimenti immediati sui motivi della cancellazione. Carlo Calenda (segretario di Azione) equipara l’accaduto a pratiche antidemocratiche proprie di regimi autoritari, sottolineando la gravità dell’episodio e chiedendo scuse e il ripristino immediato del monologo cancellato. Barbara Floridia (presidente della Vigilanza, Movimento 5 Stelle) esorta l’azienda pubblica a fornire spiegazioni dettagliate sulla decisione presa, evidenziando il rischio di compromettere la credibilità del servizio pubblico e la sua indipendenza. Giorgio Gori (sindaco di Bergamo) propone ai suoi colleghi sindaci di leggere il monologo di Scurati durante le celebrazioni del 25 aprile nelle rispettive città, come forma di protesta e di solidarietà nei confronti dello scrittore. Usigrai (sindacato dei lavoratori della Rai) denuncia l’assenza di chiarimenti sulla cancellazione del monologo dello scrittore in trasmissione, sottolineando che nemmeno la conduttrice del programma ha ottenuto spiegazioni. Questo episodio è visto come un ulteriore segnale di interferenze politiche nella Rai, dove sembra essere contrastata ogni espressione culturale sgradita al governo. Il sindacato ribadisce l’allarme sul controllo esercitato dai partiti sul servizio pubblico radiotelevisivo, sottolineando l’importanza di difenderlo come un bene di tutti i cittadini, indipendentemente da chi detiene il potere politico. Associazione Nazionale Partigiani Italiani (ANPI) denuncia l’accaduto come un gesto grave e preoccupante, evidenziando una deriva autoritaria e una presunta strumentalizzazione politica della Rai. Andrea Salerno (direttore di La7) propone di diffondere il monologo di Scurati come atto di resistenza e di diffusione della libertà di espressione, dimostrando solidarietà nei confronti dello scrittore.
Crisi al Tg3: l’assemblea dei giornalisti lancia un grido d’allarme

L’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti del Tg3 esprime profonda preoccupazione per lo stato attuale della rete Rai 3. In una nota diffusa, si evidenziano le conseguenze delle scelte aziendali che hanno penalizzato la rete, privandola di volti storici e lasciando spazio a programmi che non hanno attirato nuovi spettatori, portando a risultati al di sotto delle aspettative. Il Cdr del Tg3 lamenta inoltre le difficoltà quotidiane che il telegiornale affronta, dovute alla scarsità di risorse, incluse troupe, mezzi e redattori, causata dal blocco del turn over. Il calo di ascolti su Rai 3 ha avuto un impatto negativo anche sulle edizioni del Tg3, con programmi precedenti che registrano audience molto bassa. La situazione viene definita allarmante, con il Cdr che aveva già sollevato queste problematiche in un precedente comunicato a novembre. Si denuncia l’insistenza dell’azienda su una linea fallimentare, con l’introduzione di nuovi programmi esterni al palinsesto, graditi solo alla politica e che hanno snaturato l’identità di Rai 3, allontanando il pubblico storico. Il Cdr sottolinea che la situazione non penalizza solo la redazione, ma mina il pluralismo informativo e culturale. Si ribadisce l’importanza di garantire ai cittadini un’informazione pubblica ampia e completa. Per l’assemblea del Tg3, l’appiattimento su un’unica visione del mondo rappresenta un grave danno alla democrazia, poiché esistono pezzi di realtà che non vengono raccontati come meriterebbero. Si promette un impegno per rafforzare la voce del Tg3 e si chiede un cambio di rotta urgente, che includa anche una riforma della governance aziendale, vista l’inefficacia delle direzioni di genere attuali.
Comin & Partners su Agorá: analisi del dibattito online
La trasmissione Agorá su Rai 3 accoglierà un ospite fisso ogni giovedì: Gianluca Giansante, Partner di Comin & Partners, per esplorare l’opinione degli italiani sui temi di attualità tramite l’analisi delle conversazioni online. Giansante offrirà una lettura settimanale dei dati di Blogmeter, esaminando il sentiment degli utenti e anticipando la direzione del dibattito pubblico sui social media.