Il Secolo XIX: nuova proprietà dal 29 settembre

Il Secolo XIX giornale

A partire dal 29 settembre, il giornale genovese “Il Secolo XIX” avrà un nuovo proprietario: Blue Media, una società che è stata creata da poco ed è parte del grande Gruppo MSC, che opera in tutto il mondo in vari settori, come quello delle navi e del trasporto. Questo passaggio è stato deciso durante un incontro molto importante a Roma, che si è tenuto presso la sede della FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali). All’incontro erano presenti molte persone, tra cui Simone Gardella e Maurizio Introna, rispettivamente Amministratore e Direttore Generale di Blue Media. Con loro c’era anche Michele Brambilla, che dal 29 settembre diventerà il nuovo direttore del giornale “Il Secolo XIX”, prendendo il posto di Stefania Aloia, che continuerà a lavorare per il gruppo GEDI, l’attuale proprietario del giornale, che ha ringraziato tutti i giornalisti de “Il Secolo XIX” per il loro impegno e il lavoro svolto negli anni. Durante l’incontro, c’erano anche la Segretaria Nazionale della FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana), Alessandra Costante, e i rappresentanti dei giornalisti che lavorano per “Il Secolo XIX” e per altre associazioni di giornalisti della Liguria. Oltre a “Il Secolo XIX”, Blue Media ha comprato anche altri giornali legati a questo quotidiano, come “Il Secolo XIX del Lunedì”, “The MediTelegraph”, “L’Avvisatore Marittimo”, “Giornale del Ponente Ligure” e “l’Automazione Navale Tecnologie per il Mare & Trasporti”. Questa acquisizione è un grande passo per Blue Media, che vuole diventare più forte nel settore dell’informazione e della comunicazione. Michele Brambilla inizierà il suo lavoro come nuovo direttore proprio il 29 settembre, la stessa data in cui ci sarà il passaggio ufficiale di proprietà da GEDI a Blue Media.

Vendita storica: Il Secolo XIX in mano a Msc Crociere

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Il panorama dei media italiani si prepara a un’altra svolta significativa con l’annuncio dell’intesa preliminare per la cessione de “Il Secolo XIX” a Msc Crociere. L’atto segna un ulteriore passo nel processo di smembramento del Gruppo Gedi, guidato da John Elkann, già testimoniato dalle precedenti cessioni de “L’Espresso” e di numerose testate regionali. Ma cosa spinge un gigante dei mari a entrare nel mondo della stampa? Msc Crociere, con sede a Ginevra e una presenza operativa a Genova, Napoli e Venezia, è nota come la principale compagnia crocieristica privata al mondo. Il suo proprietario, il miliardario Gianluigi Aponte, figura come il secondo uomo più ricco della Svizzera. Con una flotta in continua espansione, che punta a raggiungere 29 unità entro il 2027, Msc Crociere investe pesantemente nel settore, dimostrando un impegno di quasi 14 miliardi di euro. L’annuncio della possibile vendita ha scosso la redazione de “Il Secolo XIX”, che ha reagito con uno sciopero e l’oscuramento del sito web, denunciando l’assenza di chiarezza da parte di Gedi. Il quotidiano genovese, fondato nel lontano 1886 e protagonista di una lunga storia giornalistica, è stato un pilastro dell’informazione locale. Ma cosa cambierà ora che il suo destino sembra essere legato a quello di una compagnia di navigazione? Le preoccupazioni sulla libertà e l’indipendenza dell’informazione non tardano ad emergere. Ferruccio Sansa, consigliere d’opposizione in Regione Liguria, paragona l’acquisizione da parte di Msc Crociere alla vendita di “Playboy” a Rocco Siffredi. Si solleva il timore che l’interesse economico della compagnia possa influenzare la linea editoriale del giornale, specialmente quando si tratta di questioni sensibili legate al porto e alle autorità locali. Maurizio Scanavino, amministratore delegato di Gedi, commenta l’operazione come un passo per garantire un futuro solido al giornale. Si parla di affinità e valori condivisi tra le due realtà imprenditoriali italiane. Tuttavia, resta il dubbio su come questa nuova partnership influenzerà l’identità e l’indipendenza editoriale de “Il Secolo XIX”. Parallelamente, Gedi prosegue il proprio percorso concentrando l’attenzione sui quotidiani nazionali e sulla transizione digitale in corso. L’obiettivo è chiaro: sviluppare una media company digitale forte e innovativa, rispettando al contempo l’identità delle sue testate principali, “La Repubblica” e “La Stampa”.  

Secolo XIX in agitazione: la redazione non accetta compromessi

La redazione genovese del Secolo XIX

Una decisione senza precedenti scuote il mondo dell’informazione locale e nazionale: i giornalisti del Secolo XIX, storico quotidiano genovese, hanno proclamato uno sciopero che vedrà il giornale assente dalle edicole sabato 23 marzo e il sito web non aggiornato il giorno precedente. Questo gesto di protesta è stato votato all’unanimità durante un’assemblea dei redattori, dopo che la redazione aveva già manifestato uno stato di agitazione e affidato al Comitato di Redazione (Cdr) un pacchetto di cinque giorni di sciopero. La causa di questa rivolta è l’assenza di chiarezza da parte dell’azienda editoriale, il gruppo Gedi, riguardo alle voci sempre più insistenti di una possibile vendita del Decimonono, nome con cui è affettuosamente conosciuto il Secolo XIX. Nonostante le richieste formali e reiterate della rappresentanza sindacale, l’azienda non ha fornito alcuna risposta in merito, lasciando i giornalisti nell’incertezza più totale sul futuro del giornale. Ma non è tutto: il gruppo Gedi non ha presentato alcun piano di investimenti per il Secolo XIX, sia nella sua versione cartacea che digitale, nonostante i ripetuti solleciti da parte della redazione. Questo silenzio da parte dell’editore è stato definito “inaccettabile” dalla redazione del giornale, che ha sottolineato come tale atteggiamento rappresenti una mancanza di rispetto nei confronti dei giornalisti, dei lettori e della lunga storia del quotidiano, consolidato nel tempo come punto di riferimento nell’informazione regionale e nazionale. I giornalisti del Secolo XIX hanno ribadito la loro determinazione nel difendere l’indipendenza e l’autonomia della testata, dichiarando che continueranno a lottare per ottenere risposte concrete alle loro richieste. Hanno inoltre messo in guardia l’editore, sottolineando che qualora il gruppo Gedi decidesse di cedere la proprietà del giornale, la redazione non accetterà soluzioni che vadano a compromettere l’integrità e la storia del Secolo XIX. Il messaggio è chiaro: il quotidiano non è in vendita e non sarà sacrificato a interessi di basso cabotaggio. La segretaria generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI), Alessandra Costante, ha sottolineato l’importanza di ascoltare le richieste di investimento provenienti dalla redazione del Secolo XIX, che ha manifestato la volontà di rilanciare la testata. Costante ha espresso preoccupazione riguardo alle voci di possibili acquirenti, ribadendo che il giornale merita di essere gestito da editori capaci di garantire il pluralismo e la solidità economica di Gedi. Anche l’Associazione Ligure dei Giornalisti, il Gruppo Cronisti Liguri e l’Ordine dei Giornalisti della Liguria hanno espresso pieno sostegno e massima vicinanza alla protesta dei colleghi del Secolo XIX. In una nota congiunta, queste organizzazioni hanno unito le proprie voci alle istanze del Cdr, chiedendo chiarezza all’azienda sul futuro del giornale e confermando il loro impegno a sostenere i lavoratori del giornale in ogni azione intrapresa per la salvaguardia della testata.

Secolo XIX in bilico: i lavoratori chiedono garanzie da Gedi

Il Secolo XIX redazione

Nell’epoca dell’informazione in continua evoluzione, la stabilità e l’autonomia dei giornali locali rappresentano pilastri fondamentali per la democrazia e la libertà di stampa. Tuttavia, nel cuore della storica città di Genova, il quotidiano Secolo XIX si trova al centro di una tempesta mediatica che minaccia la sua integrità. Il Comitato di Redazione (Cdr) del Secolo XIX ha emesso un comunicato, in cui si richiede con fermezza chiarezza da parte del gruppo editoriale Gedi riguardo alle voci che circolano insistentemente sulla possibile vendita del giornale. Queste speculazioni, che l’editore ha sempre respinto come “voci destituite di ogni fondamento“, hanno gettato nell’incertezza non solo i dipendenti del quotidiano, ma anche l’intera comunità genovese e ligure che da oltre 130 anni ha trovato nel Secolo XIX una voce autorevole e un punto di riferimento. Il comunicato del Cdr sottolinea l’assenza di un piano industriale chiaro da parte dell’azienda, una lacuna che si protrae da anni e che ha contribuito ad alimentare le preoccupazioni dei giornalisti e dei lavoratori del giornale. Con decurtazioni salariali dovute a contratti di solidarietà e cassa integrazione che si protraggono da oltre dieci anni, la redazione del Secolo XIX non è disposta ad accettare compromessi che minino l’autonomia e la qualità del giornale, il cui valore è stato difeso strenuamente nel corso degli anni. I rappresentanti sindacali del quotidiano esprimono un appello per il rispetto dei lavoratori e per la salvaguardia di un giornale che, nonostante le sfide economiche e le crisi occupazionali, continua a fornire contributi di qualità e a essere la voce autorevole di Genova e della Liguria. In un momento in cui la stampa locale è più preziosa che mai, il destino del Secolo XIX non riguarda solo gli addetti ai lavori, ma interessa l’intera comunità. È pertanto essenziale che l’azienda fornisca tempestivamente la chiarezza richiesta, dimostrando il proprio impegno per la continuità e l’integrità di questo pilastro dell’informazione regionale.

Solidarietà alla libertà di stampa: attacco alla sede del Secolo XIX

Il Secolo XIX, sede

L’Associazione Ligure dei Giornalisti e Ussi Liguria si uniscono nel condannare fermamente l’atto di intimidazione perpetrato ai danni dei colleghi del Secolo XIX, noto quotidiano genovese, da parte di individui autodefinitisi tifosi della Sampdoria. Nella notte tra l’8 e il 9 febbraio 2024, una banda di sedicenti sostenitori della squadra blucerchiata ha compiuto un gesto vandalico nei confronti della sede del giornale, situata in Piazza Piccapietra a Genova, appendendo uno striscione accusatorio contro i giornalisti. Questo ignobile atto è stato motivato dall’erronea convinzione che i giornalisti del Secolo XIX abbiano fornito un’informazione distorta e non veritiera. I giornalisti del Secolo XIX hanno sempre agito nel rispetto dei principi etici e professionali, fornendo un’informazione corretta e accurata alla propria comunità. Non solo non si sono lasciati intimidire da questo vile gesto, ma hanno continuato il loro lavoro con impegno e dedizione, dimostrando che la libertà di stampa non può essere minacciata da atti violenti e intimidatori. È fondamentale riconoscere che tali azioni non rappresentano in alcun modo il vero spirito del tifo sportivo, che dovrebbe essere basato sulla passione e sul rispetto reciproco. Gli autori di questo gesto vergognoso non possono essere considerati veri sostenitori della Sampdoria, ma individui che agiscono al di fuori dei valori dello sport e della civiltà. L’Associazione Ligure dei Giornalisti e Ussi Liguria esprimono piena solidarietà ai colleghi del Secolo XIX e ribadiscono il loro impegno nella difesa della libertà di stampa e dell’integrità professionale dei giornalisti. È necessario che la società nel suo complesso condanni fermamente queste azioni, affinché la libertà di espressione e il diritto all’informazione rimangano pilastri fondamentali della nostra democrazia. Gli attacchi contro la stampa libera non possono e non devono essere tollerati. È compito di tutti difendere e preservare questi valori, garantendo che giornalisti e media possano continuare a svolgere il loro importante ruolo di informatori e guardiani della società.