IA e giornalismo, il 7 maggio corso Fnsi a Roma

Si terrà mercoledì 7 maggio 2025, dalle 15 alle 19, nella sala Walter Tobagi della Fnsi a Roma, il corso di formazione “Intelligenza artificiale, dalla teoria alla pratica: conoscerla, gestirla e come difendersi”. Organizzato in collaborazione con l’Associazione Stampa Romana, l’appuntamento vedrà la partecipazione del professor Massimiliano Nicolini, esperto di applicazioni dell’intelligenza artificiale e cybersecurity. Il programma prevede una parte teorica, dedicata al funzionamento delle IA, in particolare delle generative, e una sessione pratica su strumenti utili alle attività giornalistiche. Per partecipare sarà necessario dotarsi di laptop con browser Chrome o Edge e editor di testo. Le iscrizioni sono aperte sulla piattaforma formazionegiornalisti.it fino al 4 maggio e daranno diritto a quattro crediti formativi. Tra i relatori anche la segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante, e il segretario di Stampa Romana, Stefano Ferrante.
Riforma Ordine dei Giornalisti: più pubblicisti nei Consigli. Costante (Fnsi): “è un gioco di potere”

La Commissione Cultura della Camera dei deputati ha adottato mercoledì 9 aprile 2025 come testo base per la riforma dell’Ordine dei giornalisti una proposta di legge presentata da Fratelli d’Italia, con Andrea Mascaretti come primo firmatario. La proposta, selezionata tra diversi disegni di legge che miravano alla semplificazione del sistema elettorale, introduce modifiche anche alla composizione del Consiglio nazionale dell’Ordine e dei Consigli regionali. Attualmente il Consiglio nazionale è composto da 40 giornalisti professionisti e 20 pubblicisti; la nuova composizione prevista dal testo base porterebbe i professionisti a 36 e i pubblicisti a 26. Cambia anche la composizione dei Consigli regionali: oggi formati da sei professionisti e tre pubblicisti, passerebbero a cinque professionisti e quattro pubblicisti. Il testo stabilisce inoltre che la durata del mandato per i consiglieri regionali e nazionali, così come per i revisori dei conti, venga estesa da tre a quattro anni. Viene introdotto un limite al numero di mandati consecutivi per i membri dei Consigli e un massimo di due mandati non consecutivi per i revisori. Per quanto riguarda le elezioni, la proposta prevede un sistema riformato con una sola tornata elettorale e l’introduzione della doppia preferenza di genere, sostituendo l’attuale sistema articolato in tre turni. La proposta di Fdi, che ora passerà alla fase di esame degli emendamenti, è l’unica tra quelle finora discusse in Commissione ad affrontare sia la riforma del sistema elettorale sia la rappresentanza dei pubblicisti negli organi dell’Ordine. A margine dell’adozione del testo base, è intervenuta la segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante, attraverso una nota ufficiale. Costante ha ricordato come, secondo la legge n. 69 del 1963, i giornalisti pubblicisti sono tali pur esercitando un’altra professione prevalente e ha osservato che l’Ordine non è composto esclusivamente da giornalisti professionisti, ma anche da soggetti con altri impieghi, quali insegnanti, avvocati, ferrovieri, ingegneri e altre categorie. Nella nota si evidenzia che i principali problemi dell’informazione in Italia non risiederebbero nella proporzione tra pubblicisti e professionisti, ma in fattori quali l’elevato numero di iscritti all’Albo, con oltre 100mila membri, di cui meno del 40% attivi come giornalisti con posizione previdenziale aperta. La segretaria della Fnsi ha inoltre fatto riferimento alla mancanza di norme sull’intelligenza artificiale, al sottofinanziamento del settore, alla sottoccupazione e al ruolo dominante delle grandi piattaforme digitali. Costante ha infine definito la proposta un tentativo di redistribuzione interna del potere all’interno dell’Ordine. (in foto, Alessandra Costante, segretaria generale Fnsi)
Russia contro Domani: “Cronista italiano a Kursk, atto inaccettabile”

La Russia ha espresso una protesta formale contro il giornalista italiano Davide Maria De Luca, reporter per Domani, per aver pubblicato reportage dalla regione di Kursk, entrata in territorio russo accompagnato da militari ucraini. Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha lanciato un monito ai diplomatici italiani, sottolineando che le autorità russe non accettano la presenza di giornalisti stranieri nella zona di conflitto. De Luca ha condiviso su X (ex Twitter) il suo viaggio nella regione di Kursk a bordo di un veicolo blindato delle forze armate ucraine, raccontando di aver avuto l’opportunità di parlare con civili russi. In risposta, Zakharova ha criticato il lavoro del cronista, affermando che gli avvertimenti non vengono presi sul serio, un chiaro riferimento agli episodi precedenti che hanno coinvolto altri giornalisti italiani. Il direttore di Domani, Emiliano Fittipaldi, ha dichiarato che questa protesta rappresenta un grave attacco alla libertà di informazione e ha espresso piena solidarietà a De Luca. Fittipaldi ha inoltre sottolineato come diversi giornalisti stranieri, inclusi Stefania Battistini e Simone Traini della Rai, siano stati presi di mira dalle autorità russe per aver attraversato illegalmente il confine, solo per aver svolto il proprio lavoro di cronisti sul campo. L’FSB, i servizi di sicurezza russi, ha aperto indagini penali contro altri tre giornalisti stranieri, tra cui due americani e un rumeno, accusati di essere entrati illegalmente in Russia. Secondo l’FSB, dal 17 agosto sono stati avviati procedimenti contro 12 giornalisti stranieri, tra cui anche italiani. Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, ha condannato il comportamento russo, affermando che la Russia di Putin “perseguita il diritto di cronaca e cerca di intimidire l’Italia attraverso la caccia ai suoi giornalisti”. Ha definito tale condotta “inaccettabile” e ha ribadito l’importanza della libertà di stampa.
Repubblica aggira lo sciopero: solidarietà da Fnsi e Usigrai

Il Comitato di redazione (Cdr) di Repubblica ha denunciato pubblicamente il tentativo dei vertici della testata di aggirare lo sciopero in corso delle giornaliste e dei giornalisti. La protesta, iniziata il 25 settembre 2024, nasce dal rifiuto della redazione di piegarsi alle ingerenze dell’editore e a pratiche che minano la deontologia professionale. Secondo il comunicato del Cdr, le azioni dell’azienda sono “gravemente estranee alla cultura del giornale” e rappresentano un attacco diretto ai valori storici di Repubblica. Il Cdr ha informato le associazioni di categoria, chiedendo l’apertura di un procedimento antisindacale per tutelare i diritti dei lavoratori. In prima linea a sostegno dei giornalisti in sciopero c’è Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi (Federazione Nazionale della Stampa Italiana), che ha ribadito la solidarietà del sindacato. Costante ha criticato la commistione tra pubblicità e informazione, definendola una prassi dannosa non solo per la fiducia del pubblico, ma anche per l’economia del giornale. Secondo la Fnsi, infatti, i contratti pubblicitari borderline rischiano di creare un danno economico maggiore rispetto agli eventuali benefici immediati. Anche l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, si è schierato al fianco dei colleghi di Repubblica. In una nota, l’Usigrai ha lodato la “consapevolezza” della redazione, che con larghissima maggioranza ha votato per due giorni di sciopero. I rappresentanti sindacali hanno sottolineato l’importanza di difendere la trasparenza dell’informazione e contrastare ogni forma di confusione tra pubblicità e giornalismo, a tutela dei lettori e dell’autorevolezza del giornale. Anche l’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Gedi Visual, la divisione che si occupa di contenuti multimediali per il gruppo Gedi, ha espresso piena solidarietà alla redazione di Repubblica, denunciando le gravi ingerenze durante l’evento Italian Tech Week. Il Cdr di Gedi Visual ha chiesto che venga garantita l’indipendenza giornalistica, affinché non si verifichino ulteriori compromessi tra editorialità e interessi commerciali. Infine, la Stampa Romana ha dichiarato la propria disponibilità a difendere con ogni mezzo il diritto di sciopero, condannando il tentativo dell’azienda di trasmettere l’evento aggirando la mobilitazione dei giornalisti. Secondo il sindacato regionale, questa decisione è una grave violazione delle norme deontologiche e contraddice l’identità storica di Repubblica, minando la fiducia dei lettori.
Coordinamento sindacale: agenzie di stampa in dialogo a Roma

Nella sede della Federazione Nazionale della Stampa Italiana a Roma ha preso vita un importante momento di unione e confronto tra le redazioni delle principali agenzie di stampa nazionali. Si è infatti costituito il Coordinamento Sindacale dei Comitati di Redazione (Cdr) delle agenzie di stampa, un’iniziativa che mira a consolidare la collaborazione e a affrontare le sfide comuni che le redazioni giornalistiche affrontano quotidianamente. All’incontro hanno partecipato rappresentanti di alcune tra le più autorevoli agenzie di stampa italiane, tra cui Adnkronos, Agi, Ansa, Askanews, Dire, LaPresse e Radiocor. La presenza dei dirigenti sindacali, tra cui il segretario generale aggiunto vicario della Fnsi Domenico Affinito, il segretario generale aggiunto Matteo Naccari e il segretario dell’Associazione Stampa Romana Stefano Ferrante, ha conferito ancora maggiore rilevanza all’evento. Durante l’incontro, i rappresentanti dei Cdr hanno affrontato diverse questioni di interesse comune. Si è parlato dei bandi e dei finanziamenti del Dipartimento dell’Editoria, dell’applicazione degli accordi aziendali sullo smart working e del sempre più rilevante impatto degli strumenti tecnologici basati sull’intelligenza artificiale nel lavoro giornalistico quotidiano. Inoltre, è emersa la necessità di approfondire il rapporto tra il marketing e l’informazione primaria, sottolineando l’importanza di mantenere l’indipendenza delle agenzie di stampa come baluardo contro le fake news. Uno dei punti salienti dell’incontro è stata la richiesta avanzata al segretario generale della Fnsi, Alessandra Costante, di organizzare un incontro con il sottosegretario all’Editoria, Alberto Barachini. L’obiettivo di tale incontro sarà quello di presentare il nuovo Coordinamento Sindacale e discutere delle prospettive del settore dell’informazione primaria, fondamentale per il sistema informativo nazionale. Inoltre, i Cdr delle agenzie di stampa italiane hanno voluto esprimere la propria solidarietà ai colleghi della Rai, ribadendo l’importanza del libero esercizio della professione giornalistica come pilastro fondamentale della democrazia.
Secolo XIX in agitazione: la redazione non accetta compromessi

Una decisione senza precedenti scuote il mondo dell’informazione locale e nazionale: i giornalisti del Secolo XIX, storico quotidiano genovese, hanno proclamato uno sciopero che vedrà il giornale assente dalle edicole sabato 23 marzo e il sito web non aggiornato il giorno precedente. Questo gesto di protesta è stato votato all’unanimità durante un’assemblea dei redattori, dopo che la redazione aveva già manifestato uno stato di agitazione e affidato al Comitato di Redazione (Cdr) un pacchetto di cinque giorni di sciopero. La causa di questa rivolta è l’assenza di chiarezza da parte dell’azienda editoriale, il gruppo Gedi, riguardo alle voci sempre più insistenti di una possibile vendita del Decimonono, nome con cui è affettuosamente conosciuto il Secolo XIX. Nonostante le richieste formali e reiterate della rappresentanza sindacale, l’azienda non ha fornito alcuna risposta in merito, lasciando i giornalisti nell’incertezza più totale sul futuro del giornale. Ma non è tutto: il gruppo Gedi non ha presentato alcun piano di investimenti per il Secolo XIX, sia nella sua versione cartacea che digitale, nonostante i ripetuti solleciti da parte della redazione. Questo silenzio da parte dell’editore è stato definito “inaccettabile” dalla redazione del giornale, che ha sottolineato come tale atteggiamento rappresenti una mancanza di rispetto nei confronti dei giornalisti, dei lettori e della lunga storia del quotidiano, consolidato nel tempo come punto di riferimento nell’informazione regionale e nazionale. I giornalisti del Secolo XIX hanno ribadito la loro determinazione nel difendere l’indipendenza e l’autonomia della testata, dichiarando che continueranno a lottare per ottenere risposte concrete alle loro richieste. Hanno inoltre messo in guardia l’editore, sottolineando che qualora il gruppo Gedi decidesse di cedere la proprietà del giornale, la redazione non accetterà soluzioni che vadano a compromettere l’integrità e la storia del Secolo XIX. Il messaggio è chiaro: il quotidiano non è in vendita e non sarà sacrificato a interessi di basso cabotaggio. La segretaria generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI), Alessandra Costante, ha sottolineato l’importanza di ascoltare le richieste di investimento provenienti dalla redazione del Secolo XIX, che ha manifestato la volontà di rilanciare la testata. Costante ha espresso preoccupazione riguardo alle voci di possibili acquirenti, ribadendo che il giornale merita di essere gestito da editori capaci di garantire il pluralismo e la solidità economica di Gedi. Anche l’Associazione Ligure dei Giornalisti, il Gruppo Cronisti Liguri e l’Ordine dei Giornalisti della Liguria hanno espresso pieno sostegno e massima vicinanza alla protesta dei colleghi del Secolo XIX. In una nota congiunta, queste organizzazioni hanno unito le proprie voci alle istanze del Cdr, chiedendo chiarezza all’azienda sul futuro del giornale e confermando il loro impegno a sostenere i lavoratori del giornale in ogni azione intrapresa per la salvaguardia della testata.
Sciopero all’Agi: il futuro dell’agenzia di stampa italiana in bilico

Il Comitato di redazione dell’Agenzia Giornalistica Italia (Agi) ha dichiarato due giorni di sciopero – proclama due giorni di sciopero a partire dalla mezzanotte del 20 marzo fino alle 23.59 del 22 marzo – in seguito alla mancata risposta dell’azienda sul futuro assetto proprietario dell’agenzia. Questa decisione è stata presa dopo che l’azienda ha evitato di confrontarsi con l’organismo sindacale interno, nonostante le richieste formali di chiarimento avanzate dal Comitato di redazione. Le voci riguardanti una possibile vendita dell’agenzia sono emerse poco dopo la firma di un accordo avvenuta il 2 febbraio, che prevedeva una riduzione dell’organico entro l’anno attraverso la procedura di isopensione. Tuttavia, il Comitato di redazione aveva approvato tale accordo con fiducia, basandosi sulle rassicurazioni verbali fornite dai vertici aziendali, che avevano assicurato l’assenza di trattative in corso per una vendita. Inoltre, la presenza di un piano strategico 2024-2027 volto a implementare la trasformazione dell’agenzia in una “news company” aveva ulteriormente rafforzato la fiducia dei redattori. L’Agi, un punto di riferimento nell’informazione italiana da oltre 70 anni, ha sempre garantito un notiziario di qualità e pluralista. Tuttavia, l’eventuale vendita all’interno del Gruppo editoriale Angelucci metterebbe a rischio non solo la stabilità occupazionale, ma anche l’indipendenza e l’autonomia dei giornalisti. Questo scenario potrebbe minare il pluralismo dell’informazione nel Paese, considerando che un’agenzia di stampa è per sua natura imparziale e pluralista. La Federazione nazionale della Stampa italiana (Fnsi) ha espresso solidarietà alla redazione dell’Agi, sottolineando l’importanza della chiarezza e della trasparenza nell’ambito dell’informazione. Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, ha evidenziato che l’informazione deve rimanere indipendente e libera da conflitti di interesse per mantenersi forte. Pertanto, la richiesta di chiarezza avanzata dai colleghi dell’Agi è considerata una condizione necessaria per qualsiasi confronto sindacale futuro.
Costante, FNSI: cercare la verità senza coinvolgersi nei reati altrui

Nel mezzo di un’inchiesta condotta dalla procura di Perugia, tre giornalisti del quotidiano Domani si trovano sotto i riflettori della giustizia. L’accusa? Accesso abusivo e divulgazione di segreti. Tuttavia, la segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante, solleva un punto cruciale: i giornalisti non commettono reati nel pubblicare notizie, anche se queste sono frutto di attività criminali altrui. Il loro compito primario è quello di cercare e verificare i fatti, pubblicando solo notizie autentiche. Costante difende il principio del segreto professionale come fondamentale per la protezione delle fonti giornalistiche. L’inchiesta non dovrebbe compromettere la libertà di stampa né minare la fiducia pubblica nelle istituzioni. I tre giornalisti indagati – Giovanni Tizian, Nello Trocchia e Stefano Vergine – sono accusati di aver svolto il loro lavoro diligentemente, raccogliendo informazioni di interesse pubblico e divulgendole in modo trasparente. Il direttore del Domani, Emiliano Fittipaldi, denuncia un attacco alla libertà di stampa, evidenziando che le indagini sono state avviate dopo un esposto del ministro della Difesa, Guido Crosetto, in risposta a articoli critici sul suo operato. L’inchiesta verte sull’accesso abusivo a dati sensibili relativi alle segnalazioni di operazioni sospette. Mentre diversi individui sono sotto inchiesta, inclusi membri delle forze dell’ordine, i giornalisti sono ora al centro di un dibattito sull’importanza della libertà di stampa e della tutela delle fonti giornalistiche. L’Associazione Stampa Romana e l’Usigrai manifestano solidarietà ai colleghi del Domani, sottolineando che ciò che viene contestato non è la veridicità delle informazioni pubblicate, bensì il modo etico con cui sono state ottenute. L’episodio solleva interrogativi critici sulla situazione della libertà di stampa in Italia e sull’uso della giustizia per limitare il lavoro giornalistico d’inchiesta.