Guerra, droga, attentati e diritti. Pulitzer 2025: trionfo per New York Times e Washington Post

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Lunedì 5 maggio 2025, la Columbia University ha annunciato i vincitori dei Premi Pulitzer: 4 RICONOSCIMENTI AL NEW YORK TIMES Il New York Times è stato premiato, con quattro riconoscimenti, per le sue inchieste sulla guerra civile in Sudan, sul ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan, sulla crisi degli oppioidi in collaborazione con il Baltimore Banner e per le fotografie scattate durante il tentato assassinio di Donald Trump in Pennsylvania. Il premio per il giornalismo internazionale è stato attribuito a Declan Walsh e allo staff del Times per la copertura del conflitto sudanese, che ha documentato il coinvolgimento degli Emirati Arabi Uniti e il bilancio crescente delle vittime. Nella categoria giornalismo esplicativo, Azam Ahmed, Christina Goldbaum e Matthieu Aikins sono stati premiati per un’inchiesta sulle sparizioni forzate da parte di un generale afghano sostenuto dalle forze statunitensi durante la ritirata americana. Il premio per il giornalismo locale è andato al team formato da Alissa Zhu, Nick Thieme e Jessica Gallagher, insieme alla redazione del Baltimore Banner, per un’indagine che ha evidenziato l’ampiezza della crisi del fentanyl a Baltimora, città diventata epicentro delle overdose negli Stati Uniti. Nella categoria fotografia dell’ultima ora, Doug Mills del New York Times ha ricevuto il riconoscimento per le immagini scattate al comizio di Butler, in Pennsylvania, durante l’attentato fallito a Trump, tra cui una fotografia che mostra il passaggio di un proiettile WASHINGTON POST: CRONACA IN DIRETTA Il Washington Post si è aggiudicato il Premio Pulitzer 2025 per il giornalismo d’informazione grazie alla sua copertura tempestiva e approfondita del tentativo di assassinare Donald Trump, avvenuto il 13 luglio 2024 durante un comizio elettorale a Butler, Pennsylvania. L’attacco si è consumato in pochi secondi, mentre l’ex presidente parlava sul palco: colpi di arma da fuoco hanno ferito Trump all’orecchio, scatenando il panico tra la folla. Gli agenti dei Servizi Segreti lo hanno subito portato al riparo, mentre le prime notizie cominciavano a rimbalzare online. Alle 18:21, il Post ha pubblicato il primo aggiornamento in tempo reale, seguito da un avviso push mobile, un banner in homepage, e alle 18:44 le prime immagini scioccanti del fotoreporter Jabin Botsford, che ritraevano Trump col volto insanguinato. Alle 18:51, il giornale ha riferito che Trump era in salvo, secondo fonti ufficiali. Il lavoro del team del Post è stato fulmineo ma anche meticoloso. Botsford, presente a pochi metri dal palco, ha continuato a scattare foto e a filmare la scena con occhiali Ray-Ban Meta. Contemporaneamente, il giornalista Isaac Arnsdorf inviava aggiornamenti dalla postazione stampa, arricchendo la copertura live. Alle 21:18, appena tre ore dopo l’attacco, il Post ha pubblicato un dettagliato resoconto firmato Arnsdorf e Botsford, che ha superato per vividezza e precisione quello di molte testate concorrenti. Nei giorni successivi, il Post ha approfondito l’evento con un’inchiesta visiva e forense. Tre giorni dopo, ha rivelato che Thomas Matthew Crooks, l’attentatore, era riuscito a eludere i cecchini salendo su un tetto la cui inclinazione e vegetazione circostante ne avevano nascosto la visuale. Il team del Post ha ricostruito digitalmente la scena in 3D, utilizzando immagini satellitari e dati lidar dell’US Geological Survey per ottenere misure precise di edifici e pendenze. In un’altra inchiesta, il Post ha analizzato l’audio della sparatoria, identificando dieci colpi in 16 secondi. Gli otto colpi iniziali sono stati attribuiti a Crooks. Gli ultimi due, distinti per firma acustica, provenivano da fonti diverse: il decimo da un cecchino dei Servizi Segreti, il nono da un agente delle forze dell’ordine locali, che ha probabilmente interrotto l’azione dell’attentatore prima che questi venisse ucciso. Un altro riconoscimento è andato a Ann Telnaes, ex vignettista del Washington Post, è stata premiata per il giornalismo illustrato, dopo essersi dimessa dal giornale in seguito alla censura di una vignetta sul proprietario Jeff Bezos. GLI ALTRI VINCITORI ProPublica ha ricevuto il premio per il servizio pubblico, il più prestigioso dei Pulitzer, per l’inchiesta sulle morti evitabili causate dai divieti sull’aborto, con l’uso di dati ufficiali e testimonianze raccolte da Kavitha Surana, Lizzie Presser, Cassandra Jaramillo e la fotografa Stacy Kranitz. Nella categoria giornalismo investigativo, il premio è stato assegnato a Reuters per “Fentanyl Express”, un’inchiesta sul traffico di sostanze dalla Cina agli Stati Uniti via Messico, illustrando le falle nei controlli doganali. Il Wall Street Journal è stato premiato per il miglior giornalismo nazionale con un’inchiesta su Elon Musk, che ha rivelato aspetti della sua influenza politica, dell’uso di droghe illegali e dei rapporti con Vladimir Putin. Il New Yorker ha ottenuto tre premi: per il commento, per la fotografia di servizio e per il reportage audio con il podcast “In the Dark”, che ha indagato sull’omicidio di civili iracheni da parte dei Marines. Il collaboratore Mosab Abu Toha ha vinto per i suoi saggi sulla vita nella Striscia di Gaza, mentre Moises Saman ha ricevuto il premio per la fotografia con immagini dalla Siria. Il premio per la miglior scrittura è stato assegnato a Mark Warren per un articolo su un pastore suicida in Alabama pubblicato da Esquire. Il riconoscimento per la critica è andato ad Alexandra Lange di Bloomberg CityLab, per i suoi articoli su spazi pubblici e architettura. Il Houston Chronicle ha ricevuto il premio per la scrittura editoriale per un’inchiesta sui passaggi ferroviari pericolosi. Nelle categorie arti e lettere, “James” di Percival Everett ha vinto per la narrativa, mentre “Purpose” di Branden Jacobs-Jenkins è stato premiato nella drammaturgia. I premi per la storia sono andati a Kathleen DuVal e a Edda L. Fields-Black, la biografia è stata vinta da Jason Roberts, l’autobiografia da Tessa Hulls e la saggistica generale da Benjamin Nathans. Marie Howe ha vinto per la poesia con “New and Selected Poems”, e Susie Ibarra per la musica con “Sky Islands”. Una menzione speciale è stata conferita a Chuck Stone, pioniere del giornalismo afroamericano, per il suo contributo al movimento per i diritti civili e la co-fondazione della National Association of Black Journalists. (In copertina, l’immagine di Doug Mills/NYTimes che ha vinto il Pulitzer)

Nasce “Il Foglio AI”, il primo quotidiano scritto dall’AI

Claudio Cerasa

Il quotidiano “Il Foglio” lancia una sfida innovativa: dal 18 marzo, per un mese, in edicola arriverà un’edizione interamente realizzata con intelligenza artificiale. Come riportato da Primaonline, l’iniziativa, annunciata dal direttore Claudio Cerasa, segna un primato globale: nessun altro giornale ha mai sperimentato un’AI in grado di scrivere articoli, titoli, catenacci e persino ironizzare sui fatti del giorno. Un progetto ambizioso che metterà alla prova il ruolo della tecnologia nel giornalismo e la capacità dell’AI di trasformare la teoria in pratica concreta. “Un altro Foglio, un nuovo Foglio, fatto con un’intelligenza diversa”, spiega Cerasa, sottolineando come il giornale affronterà un mese di sperimentazione in cui i giornalisti porranno le domande e il Foglio AI fornirà le risposte. L’obiettivo è testare l’impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro redazionale e sulle dinamiche quotidiane della redazione. Il quotidiano, composto da quattro pagine, conterrà ventidue articoli e tre editoriali e, secondo il direttore, sarà ancora più ottimista dell’edizione tradizionale, capace anche di entrare in polemica con la linea del giornale stesso. L’esperimento non si limiterà a verificare la funzionalità della tecnologia, ma porrà anche domande più profonde sulla natura del giornalismo e sul futuro della scrittura. Cosa significa affidare l’informazione a un’intelligenza non umana? Può l’AI garantire lo stesso livello di analisi critica e profondità di pensiero dei giornalisti in carne e ossa? Alla fine del mese, il team del Foglio tirerà le somme e analizzerà l’impatto dell’AI sulla produzione giornalistica e sul rapporto con i lettori. Il Foglio AI uscirà ogni giorno dal martedì al venerdì, dando vita a un’inedita collaborazione tra uomo e macchina. Un esperimento che promette di sollevare riflessioni su un futuro in cui l’intelligenza artificiale non sarà più solo un’ipotesi teorica, ma una realtà tangibile nell’ecosistema mediatico. Se l’iniziativa suscita curiosità o perplessità, i lettori potranno esprimere opinioni e suggerimenti scrivendo a lettere@ilfoglio.it. (In copertina, Claudio Cerasa)

Premio Cronista 2024 a Michele Varì per il progetto Miché

Premio giornalisti

Il Consiglio Direttivo del Gruppo Cronisti Liguri ha assegnato i prestigiosi premi per l’attività giornalistica dell’anno, celebrando tre professionisti che si sono distinti per dedizione, capacità narrativa e innovazione. Michele Varì, storico cronista del Corriere Mercantile, ha conquistato il Premio Cronista 2024. Varì è stato premiato per la sua serie televisiva Miché, un progetto che dà voce a persone emarginate, spesso coinvolte in vicende di cronaca o situazioni di disagio sociale. Miché è oggi una delle trasmissioni più seguite dell’emittente ligure Primocanale. L’Associazione Ligure dei Giornalisti, nel riconoscere il suo impegno, lo ha descritto come “sempre sul pezzo”, elogiando la sua sensibilità nel trattare storie umane complesse. Accanto a lui, Erica Manna, cronista de La Repubblica, ha ricevuto il secondo riconoscimento per la sua capacità di raccontare, con precisione e umanità, storie che parlano di ultimi, migranti e disagiati. Già vincitrice del premio nazionale Scarlata di Palermo per i suoi reportage sul crollo del Ponte Morandi, Manna continua a distinguersi come una voce autorevole nel panorama giornalistico nazionale. Il terzo premiato è Fabio Canessa, giovane reporter del quotidiano online Genova24. Canessa si è fatto notare per il suo approccio innovativo, utilizzando nuove tecnologie e linguaggi per raccontare la cronaca, sia nera che bianca, con uno stile fresco e diretto. Infine, il premio “Rapporti con la stampa” è stato assegnato a Paola Zappavigna, dirigente della Polizia Stradale. Zappavigna è stata lodata per la sua comunicazione tempestiva e puntuale nei confronti dei cronisti liguri, un elemento essenziale per garantire un’informazione trasparente e accurata. I riconoscimenti saranno consegnati oggi, giovedì 12 dicembre, alle 11.30, nella suggestiva sala dell’area archeologica dei Giardini Luzzati, durante un evento che prevede anche la proiezione del video-documentario Cronaca di un anno di Cronaca 2024, un racconto dei fatti più significativi dell’anno appena trascorso.  

UniSR e Havas PR formano i giovani contro le fake news

Fake news

In un’epoca in cui il confine tra informazione e disinformazione è sempre più sottile, l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano lancia un’iniziativa innovativa: l’Osservatorio Permanente sulla Disinformazione Digitale. Il progetto, annunciato durante il 20° anniversario di Havas PR, nasce per studiare e contrastare la diffusione delle fake news, coinvolgendo attivamente studenti delle scuole superiori italiane e promuovendo percorsi formativi dedicati. Secondo il report “Disinformazione a Scuola”, curato dal professor Carlo Martini dell’Università Vita-Salute San Raffaele, un giovane su tre in Italia fatica a distinguere se un’informazione trovata online sia affidabile. Il dato, raccolto su un campione di oltre 2.200 studenti di Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna, rivela difficoltà nell’identificazione sia delle notizie attendibili (32,8% per il tema ambiente, 36,9% per il tema salute) sia di quelle inaffidabili (41,3% per l’ambiente, 35,2% per la salute). Le sfide si aggravano di fronte all’uso intensivo dello smartphone, dispositivo attraverso il quale i giovani passano in media quasi sei ore al giorno. L’impegno nella valutazione delle informazioni è significativamente inferiore rispetto all’uso del computer, evidenziando una fragilità critica nel contesto digitale. L’Osservatorio, sostenuto da Havas PR, vuole essere un punto di riferimento per comprendere i meccanismi della disinformazione e fornire strumenti concreti ai giovani. Il professor Martini ha sottolineato che “Per combattere la disinformazione è fondamentale la collaborazione tra tutte le parti sociali, comprese le aziende. Viviamo in un mondo in cui informazione e disinformazione coesistono e, per chi non è esperto, possono risultare indistinguibili. Questo crea confusione e mina la reputazione di chi si impegna per un’informazione affidabile. Il nostro progetto, attraverso un osservatorio permanente sulla disinformazione digitale, vuole creare una popolazione giovane resiliente alla disinformazione, utilizzando metodologie scientifiche rigorose per studiare l’efficacia di interventi mirati a rafforzare il pensiero critico e la capacità di analisi nel complesso ambiente digitale. L’obiettivo è avere una generazione in grado di esercitare il proprio senso critico in un contesto informativo spesso caotico come il web”. Caterina Tonini, CEO di Havas Creative Network Italy e co-fondatrice di Havas PR, sottolinea l’urgenza di un impegno condiviso: “L’uso improprio o distorto del digitale e dell’intelligenza artificiale rappresenta oggi una minaccia significativa, soprattutto per i giovani, sempre più connessi alle piattaforme digitali e ai social media. Le imprese devono assumere un ruolo nuovo: non solo custodi dei propri valori e della qualità della comunicazione, ma anche garanti di un contesto informativo inclusivo e responsabile, in particolare per le giovani generazioni che rappresentano il futuro del nostro Paese”. Entro il 2025, l’Osservatorio svilupperà un programma educativo rivolto agli studenti delle scuole superiori italiane. I corsi, realizzati in collaborazione con i professionisti di Havas PR, si concentreranno sull’alfabetizzazione digitale e sull’acquisizione di competenze per distinguere le informazioni veritiere da quelle manipolate.

Annahar vince il premio “Brave Brand” per il 2024

Annahar quotidiano libanese

Il quotidiano libanese Annahar ha ricevuto per il secondo anno consecutivo il premio “Brave Brand” conferito dall’Advertising Club di New York. Il principale quotidiano di Beirut è stato premiato per la sua campagna Newspapers Inside The Newspaper, un’iniziativa che ha fatto rivivere per un giorno sei giornali libanesi chiusi, per riportare in auge le voci che un tempo si battevano per la libertà di stampa. La campagna mirava a mettere in luce il deterioramento della libertà di stampa nel Paese, alle prese con difficoltà economiche e instabilità politica. “In un mondo in cui la verità può essere sfuggente, crediamo che sia nostro dovere cercarla, raccontare le storie che contano e restare fermi di fronte alle difficoltà”, ha affermato Nayla Tueni, CEO e caporedattrice di Annahar, in un video pubblicato sui canali social del quotidiano. Ogni pagina dei nuovi giornali ospitava i giornalisti originali e consentiva loro di scrivere senza timore di persecuzioni, a simboleggiare una posizione a favore della libera espressione. Tueni, che ha assunto la direzione di Annahar dopo che suo padre, Gebran Tueni, è stato assassinato nel 2005, ha affermato che la campagna è avvenuta in un periodo particolarmente difficile per il Libano. In mezzo alla crisi economica in corso e al crescente conflitto tra Israele e Hezbollah, ha affermato, l’impegno del giornale per la libera stampa è rimasto incrollabile. La campagna premiata, lanciata il 12 dicembre 2022, è stata anche un omaggio all’eredità di suo padre, fervente sostenitore della libertà di stampa in Libano. Tueni ha affermato che “celebra l’audacia di aprire nuove strade” e funge da “testimonianza della nostra resilienza e del nostro impegno incrollabile nei confronti della nostra missione”. Annahar ha annunciato di recente un passaggio verso una strategia “digital first”, trasformandosi in quello che Tueni ha definito un “giornale di opinione” incentrato sulla modernizzazione del suo approccio, continuando a sostenere i principi del giornalismo libero.

La passione di Vincenzo Mollica per l’arte di raccontare

Vincenzo Mollica Tg1

Vincenzo Mollica, storico volto del Tg1, è un maestro del giornalismo italiano che ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo della cronaca culturale. Ospite dell’ultima edizione de Il Tempo delle Donne, organizzata dal Corriere della Sera alla Triennale di Milano, e intervistato da Elvira Serra, ha condiviso la sua visione del mestiere, rivelando preziose lezioni e aneddoti raccolti in una carriera lunga decenni. Mollica, che ha deciso di diventare giornalista ispirandosi a Clark Kent e Clark Gable, ha fatto del Tg1 la sua casa professionale, trasformando ogni intervista in una storia unica e irripetibile. CHI È VINCENZO MOLLICA Nato nel 1953 a Formigine, Mollica ha dedicato la sua vita al giornalismo, con una particolare passione per il cinema, la musica, e le arti visive. Ha lavorato al Tg1 per decenni, diventando una figura di riferimento nella narrazione culturale italiana, grazie alla sua capacità di creare un dialogo diretto e profondo con le personalità più significative dello spettacolo. Con più di 10.000 interviste all’attivo, ha raccontato al grande pubblico artisti come Federico Fellini, Alda Merini, Mina, e Bob Dylan, coltivando non solo rapporti professionali, ma spesso anche amicizie. IL TG1 COME CASA Il rapporto di Mollica con il Tg1 è stato molto più di un semplice legame lavorativo. Come ha detto durante l’intervista a Il Tempo delle Donne: “Ho avuto due case: quella della mia famiglia e quella del mio lavoro. Quando sono andato in pensione mi hanno fatto una festa. E io ho ringraziato quelli che mi avevano voluto bene e anche quelli che mi avevano voluto male. Questi ultimi sono stati preziosissimi con i consigli: bastava fare il contrario e trovavo la strada giusta”. Il Tg1 ha rappresentato per lui un luogo di crescita e di scoperta, in cui ha potuto esplorare il mondo dello spettacolo con umiltà e rispetto. Il suo approccio al giornalismo è stato sempre mosso da una grande passione, curiosità e, come afferma lui stesso, fatica: “È un mestiere bellissimo che ha bisogno di umiltà, curiosità, passione e fatica. Fatica fa rima con Mollica“. L’ARTE DELL’INTERVISTA Mollica ha saputo trasformare l’intervista in una vera e propria forma d’arte. Molte delle sue interviste sono diventate momenti indimenticabili nella storia del giornalismo italiano, spesso evolvendo in rapporti di amicizia. Tra i suoi legami più intensi, quello con Federico Fellini e Giulietta Masina. Mollica racconta come Fellini lasciasse lettere per la moglie Giulietta sul tavolo della sala da pranzo, invece di proporle ruoli verbalmente: “Federico non le proponeva mai un film a voce: scriveva una lettera, gliela lasciava la mattina sul tavolo della sala da pranzo, e lei la sera gli faceva trovare la risposta sul comodino”. Non meno importante è stato il suo legame con Alda Merini, che gli dettava le poesie al telefono e una volta regalò tutti i soldi che aveva con sé a una zingarella incontrata per strada: “Una volta diede a una zingarella che le aveva bussato al finestrino del taxi tutti i soldi che le avevano appena dato in Rai e che teneva nel reggiseno. Poi però non li aveva per pagare il tassista. Ma lui non li volle e le disse che avrebbe ricordato per la vita il suo gesto”. MAESTRO D’IRONIA Nonostante la profondità dei suoi incontri, Mollica ha sempre saputo dosare l’ironia, come nel caso dell’intervista più veloce della sua carriera, quella con Claudia Schiffer: “Mi concessero un minuto e 45 secondi. Dissi how are you? e arrivederci”. La sua ironia emerge anche nei ricordi di personaggi come Alberto Sordi, che salutò mille operai con un gesto esilarante, o nelle conversazioni con Andrea Camilleri, con cui condivideva il glaucoma che li aveva privati della vista. Camilleri scherzava persino sui colori che si immaginava nei quadri prima di addormentarsi. IL RITORNO ALLA MUSICA La musica ha sempre avuto un ruolo centrale nella carriera di Mollica. Parlando di Mina e Bob Dylan, ha sostenuto che Mina meriterebbe il Nobel per la “letteratura cantata”. IMPARARE DALLE CRITICHE Mollica ha voluto sottolineare, infine, l’importanza di imparare anche dalle critiche. Non ha mai ignorato chi lo ha criticato, anzi, ha trovato nelle critiche un punto di forza, seguendo spesso il principio di fare esattamente l’opposto di quanto consigliato dai detrattori.  

Premio Luchetta 2024: ecco i finalisti della XXI edizione

Premio Luchetta 2024

Il Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta, giunto alla sua ventunesima edizione, ha selezionato i finalisti che concorreranno per il prestigioso riconoscimento. Il concorso, suddiviso in sette sezioni – Rotta Balcanica, Reportage, Stampa italiana, TV news, Radiofonia, Stampa internazionale e Fotografia – vede protagonisti 24 autori e autrici le cui opere sono state scelte tra più di cento candidature provenienti dall’Italia e dall’estero. I vincitori verranno premiati il prossimo 17 novembre a Trieste. Il Premio Luchetta nasce in memoria dei giornalisti Marco Luchetta, Alessandro Sasa Ota, Dario D’Angelo e Miran Hrovatin, tutti caduti tragicamente in zone di conflitto. I temi affrontati dai finalisti di quest’anno includono territori devastati da guerre, carestie, la difficile realtà dei minori costretti a crescere in carcere con le madri detenute, orfani di femminicidio e la drammatica rotta balcanica. I finalisti per le sette sezioni La sezione Rotta Balcanica vede tra i finalisti: Annalisa Camilli con “Nuovi respingimenti in Italia dopo la sospensione Schengen” per Internazionale. Nicolò Giraldi con “Potevo essere un terrorista e nessuno mi ha fermato” per Today.it. Federica Sgorbissa con “La psiche di chi arriva” per Il Post. Nella sezione Reportage, la giuria deciderà tra: Francesca Mannocchi con “Viaggio nei territori delle colline a sud di Hebron” per La7 Attualità. Giulia Sabella e Marzia Amico con “Bambini invisibili” per Report su Rai 3. Nadia Zicoschi e Gianluca Della Valle con “In fuga per vivere” per TG1 – TV7. Per la sezione Stampa Italiana, si sfidano tre reportage interamente al femminile: Alice Facchini e Iris Biasio con “Crescere in carcere” per La Revue Dessinée Italia. Maddalena Oliva e Natascia Ronchetti con “Uomo-Ragno, Barbie e l’unicorno: il viaggio dei bambini trans” per Il Fatto Quotidiano. Stefania Prandi con “Le madri lontane” per IrpiMedia. I finalisti per la sezione TV News sono: Raffaella Cosentino e Maurizio Calaiò con “Il prezzo pagato dai bambini in guerra” per RaiNews. Olga Guerin e Goktay Koralton con “How one blind boy helped rebuild his school in Yemen” per BBC News. Livia Liberatore con “Infanzia a Belgrado” per Estovest. La nuova sezione Radiofonia vede in finale: Giovanni D’Ambrosio con “Radio Mare Lampedusa” per Tre Soldi – Rai Radio 3. Azzurra Meringolo Scarfoglio con “Inviato speciale” per Giornale Radio Rai 1. Per la sezione Stampa Internazionale, la giuria si concentrerà su: Gabriella Jozwiak con “Desperate hunger in Tigray pushes thousands into the hands of kidnappers and people smugglers” per The Telegraph. Tom Parry con “Vaccination would have kept my child alive – that is something I will always regret” per The Daily Telegraph. Infine, per la sezione Fotografia, i finalisti sono: Yakiv Liashenko con “Russia targets Ukraine’s civilian infrastructure in overnight attacks” per RFE. Imad Haitam con “Netanyahu condemns daily ‘military pause’ by Israeli army to allow aid into Gaza” per The Telegraph. Mohamed Saber con “Le vertigineux bilan des morts” per Le Temps. La giuria, presieduta dal giornalista e autore televisivo Riccardo Iacona, conduttore di Presa Diretta su Rai 3, è composta da numerosi esperti del settore, tra cui Fabiana Martini, segretaria di giuria, Paola Barretta dell’associazione Carta di Roma, e Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei giornalisti.

Premio “Antonio Maglio”: le star del giornalismo 2024

Premio Antonio Maglio 2024

Si è conclusa la XIII edizione del Premio Nazionale di Giornalismo “Antonio Maglio”, un’importante celebrazione dell’eccellenza giornalistica in Italia. La cerimonia di premiazione si svolgerà il 7 settembre 2024 ad Alezio, in provincia di Lecce, nella suggestiva piazza antistante il Museo Messapico, intitolata ad Antonio Maglio. Il riconoscimento più prestigioso, la medaglia d’oro, è stato assegnato a Simone Giancristofaro per l’inchiesta multimediale intitolata “L’estate più calda della tua vita, finora: guida per chi nega il cambiamento climatico”. Pubblicata su Fanpage.it il 30 settembre 2023, l’inchiesta ha suscitato grande interesse per il suo approfondimento sulle conseguenze del cambiamento climatico, un tema di rilevanza globale e attualità. Il secondo premio è andato ex aequo a Paola Ancora e Valentina Murrieri. Ancora è stata premiata per il suo articolo “Detenuta in Kazakistan una 18enne salentina. Innocente, Tajani l’aiuti”, pubblicato sul Nuovo Quotidiano di Puglia il 29 ottobre 2023. L’articolo ha messo in luce il caso di una giovane detenuta in Kazakistan, chiamando all’azione le autorità italiane. Murrieri ha ricevuto lo stesso riconoscimento per il suo reportage “Ho scoperto perché i treni del Salento vanno sempre più piano”, pubblicato su LeccePrima.it il 20 marzo 2024. Il reportage ha offerto uno sguardo critico e dettagliato sulle problematiche del trasporto ferroviario nella regione salentina. Il premio alla carriera è stato conferito a Vincenzo Magistà, giornalista professionista dal 1976 e storico direttore e conduttore di Telenorba. Il riconoscimento celebra una carriera dedicata al giornalismo di qualità e all’informazione televisiva e radiofonica. Antonio Della Rocca, giornalista del Corriere del Mezzogiorno, ha ricevuto una menzione speciale, attribuita in segno di solidarietà per le difficoltà legali affrontate a causa di una pretestuosa richiesta risarcitoria, che il premio definisce un tentativo di intimidire e condizionare la stampa libera. Questo gesto di riconoscimento sottolinea il sostegno alla libertà di stampa e alla professione giornalistica. Sono stati assegnati anche riconoscimenti speciali a personalità e istituzioni che si sono distinte nel loro campo. Tra i premiati ci sono l’imprenditore Salvatore De Riccardis, il giornalista e scrittore Lino De Matteis e l’Istituto Comprensivo di Alezio, tutti per il loro contributo significativo alla cultura e alla comunità. La cerimonia di premiazione, che si terrà ad Alezio, sarà un’occasione per celebrare il talento giornalistico e riaffermare l’importanza della libertà di stampa in Italia.

Claudio Cerasa riceve il Premio “Dodici Giornali Sottobraccio”

Claudio Cerasa

Claudio Cerasa, 42 anni e direttore del quotidiano Il Foglio, riceverà il premio giornalistico nazionale “Dodici giornali sottobraccio alla memoria dell’avvocato Ariodante Picuti” il prossimo 4 settembre. La cerimonia di premiazione si svolgerà alle 18 presso il Palazzo Candiotti di Foligno, come annunciato dall’agenzia Ansa martedì 6 agosto 2024. Il riconoscimento, che giunge alla sua quinta edizione, celebra i giornalisti che si sono distinti per la loro autorevolezza e integrità. Cerasa è stato scelto dalla giuria, presieduta dal giornalista Roberto Conticelli e composta da Fabio Luccioli, Manuela Marinangeli, Domenico Metelli dell’Ente Giostra della Quintana di Foligno, e Giovanni Picuti in rappresentanza della famiglia, per il suo contributo alla direzione de Il Foglio. La motivazione del premio sottolinea come Cerasa abbia mantenuto una linea editoriale coraggiosa e completa, affrontando anche le sfide degli attuali conformismi nel panorama giornalistico italiano. “Con Cerasa siamo giunti alla quinta edizione del premio istituito nell’ambito degli eventi della Giostra della Quintana di Foligno – afferma Conticelli in una nota – e riteniamo di aver dato vita a una manifestazione ormai riconosciuta tra le più importanti dell’ambiente giornalistico italiano”. Il premio di quest’anno segue i nomi di prestigiosi giornalisti come Antonio Lubrano, Agnese Pini, Alessio Falconio, Ruben Della Rocca e Maurizio Molinari, testimoniando l’alto livello qualitativo dei premiati e l’interesse per la professione giornalistica che caratterizzava l’avvocato Ariodante Picuti, il cui impegno per il giornalismo e la comunità di Foligno viene ricordato con affetto e rispetto. Durante la cerimonia, sarà anche ricordato l’impatto dell’avvocato Picuti sulla città di Foligno e sulla professione giornalistica, riflettendo sul suo contributo alla crescita e allo sviluppo della comunità locale.