Monica Maggioni lascia la direzione Rai, ma resta collaboratrice e conduttrice

Monica Maggioni ha deciso di lasciare la Direzione Editoriale per l’Offerta Informativa della Rai, pur rimanendo in azienda come conduttrice e con un nuovo contratto di collaborazione. La notizia è stata riportata dal Corriere della Sera e confermata da fonti interne di viale Mazzini. La giornalista continuerà a condurre “In Mezz’ora” su Rai3, programma di approfondimento che ha preso in mano nel 2023 dopo l’uscita di Lucia Annunziata, e “NewsRoom” su RaiPlay, che guida dal 2024. Secondo quanto emerso, Monica Maggioni non lascerà la Rai ma rinuncerà al suo incarico dirigenziale, con un compenso inferiore rispetto a quello percepito nel ruolo di direttrice. L’accordo di collaborazione, simile a quello già adottato da Bruno Vespa, dovrà essere ratificato dal Consiglio di Amministrazione Rai nelle prossime settimane. La decisione, definita “volontaria” da fonti vicine alla giornalista, le consentirà di dedicarsi alla scrittura e alla conduzione dei suoi programmi di approfondimento. Fonti del Corriere precisano che l’uscita di Maggioni dalla direzione non è collegata al tema del tetto degli stipendi Rai, eliminato di recente da una sentenza della Corte Costituzionale che riguarda l’intero settore pubblico, compresa la tv di Stato. La gestione dell’offerta informativa Rai passerà ora a un nuovo dirigente, che verrà nominato a breve dal Cda. Monica Maggioni, 59 anni, lascia l’incarico dopo 33 anni di servizio nella tv pubblica. Entrata in Rai tramite concorso, ha ricoperto ruoli di grande responsabilità: è stata direttrice di RaiNews, prima direttrice donna del Tg1, presidente della Rai dal 2015 al 2018 e, dal 2023, responsabile della Direzione Editoriale per l’Offerta Informativa. Il caso di Maggioni non è unico all’interno della Rai. Anche Bruno Vespa, ad esempio, non è più dipendente diretto della tv pubblica, ma conduce due programmi storici, “Porta a Porta” e “Cinque Minuti”, grazie a un contratto di collaborazione esterno.
MSNBC cambia nome in “My Source News Opinion World”

La rete televisiva MSNBC cambierà nome entro la fine dell’anno e si chiamerà My Source News Opinion World, abbreviato in MS NOW. La decisione arriva dopo la separazione aziendale da NBC Universal, che ha avviato lo scorso novembre lo scorporo delle sue reti via cavo in una nuova società chiamata Versant. Nel nuovo logo del canale non comparirà più il tradizionale simbolo del pavone, da sempre associato al marchio NBC. La trasformazione riguarda solo MSNBC, mentre le altre reti scorporate come CNBC, USA Network, E! Entertainment, Oxygen e Golf Channel manterranno i loro attuali nomi. MSNBC era stata fondata nel 1996 come collaborazione tra Microsoft e NBC, da cui deriva il suo storico nome. Il cambiamento è stato comunicato ai dipendenti dalla presidente Rebecca Kutler, che ha spiegato: “Questa non è stata una decisione presa in fretta o senza un dibattito approfondito”. Kutler ha aggiunto che il nuovo marchio “consente ora di tracciare la nostra rotta e affermare la nostra indipendenza, mentre continuiamo a costruire la nostra moderna organizzazione di raccolta di notizie”. La rete, conosciuta per il suo orientamento progressista, ospita figure di rilievo come Rachel Maddow, Ari Melber e Nicole Wallace. Alcuni giornalisti di NBC News si sono trasferiti a MSNBC, tra cui Jacob Soboroff, Vaughn Hillyard, Brandy Zadrozny e Antonia Hylton, mentre sono stati assunti anche professionisti esterni come Carol Leoning, Catherine Rampell, Jackie Alemany e Eugene Daniels. La separazione arriva dopo anni di tensioni tra la divisione di NBC News, tradizionalmente più prudente, e MSNBC, nota per le sue posizioni politiche dichiarate. L’ex presidente Donald Trump aveva soprannominato la rete “MSDNC”, alludendo al Democratic National Committee. In questo contesto, Rachel Maddow ha sottolineato i vantaggi della nuova identità, spiegando che la rete non dovrà più competere con NBC News per la copertura delle notizie sul campo: “In questo caso, possiamo applicare il nostro istinto, le nostre domande, le nostre priorità, per ottenere le informazioni di cui abbiamo bisogno da giornalisti e corrispondenti. E quindi andrà meglio”.
Lucia Goracci minacciata da colono armato in diretta

Il 29 luglio, in Cisgiordania, l’inviata del Tg3 Lucia Goracci e il suo operatore Ivo Bonato sono stati minacciati da un colono armato mentre stavano realizzando un servizio nei pressi dell’insediamento di Carmel, a sud di Hebron. I due giornalisti stavano documentando l’uccisione di Awdah Athaleen nel villaggio palestinese di Umm al Khair, attribuita a un colono di nome Ynon Levi. Durante una diretta, un uomo si è avvicinato con il suo pick-up, ha bloccato la via d’uscita, ha iniziato a sgommare e ha mostrato di avere una pistola alla fondina. Secondo quanto riportato dalla giornalista, il colono ha scattato delle foto, ha chiesto chi fossero, e ha ripetuto le frasi “tu sei appena stata nel villaggio palestinese” e “liar, friend of filastin”, che significa “bugiardi e amici dei palestinesi”. L’episodio non è stato inizialmente segnalato all’azienda. In un video trasmesso dalla Rai, Goracci ha spiegato: “Ci sono dei coloni che stanno cercando di impedirci di fare questa diretta, per ora solo usando i clacson”. Successivamente, ha descritto sui social quanto accaduto, riferendo che il clima si è fatto via via più teso fino al momento del blocco stradale da parte del colono. La Rai, attraverso una nota ufficiale, ha espresso “il pieno sostegno e l’apprezzamento per il lavoro svolto” da Goracci e Bonato, sottolineando l’impegno dell’azienda “affinché gli inviati possano continuare a raccontare il conflitto in Medio Oriente in condizioni di maggior sicurezza possibile”. Solidarietà è arrivata da numerose voci istituzionali e sindacali. La presidente della commissione di vigilanza Rai, Barbara Floridia, ha dichiarato che si tratta di un episodio “tanto grave quanto sintomatico del clima in cui sono costretti a lavorare i reporter nei territori occupati”, richiamando l’attenzione sui limiti imposti dall’autorità israeliana all’accesso dei giornalisti nella Striscia di Gaza. Anche la Fnsi, Federazione nazionale della stampa italiana, è intervenuta, evidenziando come “una parte di Israele stia consapevolmente tagliando le radici democratiche del Paese” e denunciando “l’intolleranza e la violenza” nei confronti dei reporter. La segretaria generale Alessandra Costante ha affermato che “non è più tempo di tattiche: come tutte le grandi potenze europee, l’Italia deve riconoscere lo Stato di Palestina”. L’Usigrai ha espresso vicinanza ai due giornalisti e ha sottolineato l’importanza di tutelare l’incolumità degli inviati, soprattutto in aree di crisi. Nella nota si denuncia anche la difficoltà, per i giornalisti stranieri, di entrare a Gaza, e si segnala l’iniziativa “Alziamo la voce per Gaza”, promossa per sostenere i giornalisti colpiti dal conflitto.
Mediaset lancia campagna contro le fake news: “conta fino a 10” prima di postare

Dal 6 al 12 luglio 2025, Mediaset promuove una campagna nazionale contro la disinformazione, con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico sull’importanza di un uso consapevole delle notizie. L’iniziativa, dal titolo “La verità conta, conta fino a 10!”, si inserisce nel progetto “Mediaset ha a cuore il futuro” e verrà trasmessa in televisione, sui canali social del gruppo, in radio e attraverso il sito dedicato www.mediasetperilfuturo.it. La campagna si presenta come crossmediale, con contenuti pensati per raggiungere un pubblico ampio e trasversale. In un contesto in cui le notizie si diffondono con estrema velocità e spesso senza adeguata verifica, l’iniziativa vuole ricordare che bastano pochi secondi per riflettere, verificare la fonte, controllare la data, leggere oltre il titolo e valutare l’attendibilità di chi pubblica. “Condividere responsabilmente è un gesto di rispetto verso gli altri e verso la verità”, si legge nei materiali diffusi da Mediaset. Secondo il Digital News Report 2025 dell’Istituto Reuters, Mediaset risulta essere la fonte di informazione più affidabile in Italia, un dato che rafforza il valore della campagna e il suo messaggio di responsabilità civica. Le fake news, si legge nel comunicato ufficiale, “coinvolgono tutti, anche in buona fede”, e possono generare conseguenze negative sul dibattito pubblico e sulla coesione sociale. Attraverso questa azione, Mediaset ribadisce il proprio impegno per un’informazione professionale, trasparente e autorevole, sostenendo il ruolo dei media nella promozione di una cittadinanza più consapevole. L’iniziativa si rivolge in particolare agli utenti digitali, che ogni giorno si trovano a scegliere quali contenuti condividere. Con il messaggio chiave “Conta fino a 10”, l’invito è a prendersi una breve pausa prima di contribuire alla circolazione di potenziali falsità.
Cairo presenta i palinsesti La7: entrano Gratteri e Saviano, Mentana resta al telegiornale

Urbano Cairo ha presentato a Milano i palinsesti autunnali 2024 di La7, nel corso di un incontro con la stampa svoltosi al Four Seasons, luogo che lo stesso editore ha definito “un posto speciale”, ricordando le prime riunioni della sua concessionaria pubblicitaria. A distanza di un anno dall’ultima edizione in una location diversa, Cairo è tornato qui per illustrare le conferme e le novità della rete, affiancato dal direttore di La7 Andrea Salerno e dal responsabile della concessionaria Uberto Fornara. Il prossimo autunno di La7 sarà improntato sulla continuità editoriale, con il ritorno di tutti i programmi principali e la conferma pluriennale di molte delle sue figure di punta. Aldo Cazzullo ha firmato un accordo biennale per “Una giornata particolare”, mentre Diego Bianchi e il team di “Propaganda Live” hanno siglato un’intesa triennale. Più lunghi i rinnovi per Giovanni Floris, Massimo Gramellini, Lilli Gruber e Corrado Formigli, impegnati fino al 2028. Quanto a Enrico Mentana, il cui contratto scadrà nel 2026, Cairo ha dichiarato: “Se vuole prolungare, sono pronto anche domani. Lo stimo enormemente”. L’editore ha ricordato che Mentana, durante un incontro con la redazione per i 15 anni del Tg La7, ha confermato di non aver mai annunciato un addio. “Quelli apparsi sui suoi profili social erano dei post nei quali si è espresso secondo il suo modo di comunicare con tanta gente che lo stima e che lo apprezza. Ma -ribadisce- è assolutamente felice di stare a La7”. Tra le novità dell’autunno, spiccano le quattro puntate di “Lezioni di mafie” con il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, in versione docente davanti a una platea di studenti, e le sei puntate de “La giusta distanza” di Roberto Saviano, girate per la prima volta all’esterno degli studi televisivi. In programmazione anche uno speciale sulla P2 realizzato da Fabrizio Gifuni e Gherardo Colombo, e un approfondimento di Ezio Mauro su Papa Francesco e Vladimir Putin. Sul fronte culturale, Corrado Augias e gli interventi di Alessandro Barbero – che, secondo Salerno, “di base non vuole fare tv” – saranno integrati nella programmazione pomeridiana con “Babele doc”, mentre la serie “Grantchester” prenderà il posto del programma di Flavio Insinna, “Famiglie d’Italia”. Importanti anche i dati legati alla pubblicità, in crescita del +5% nel primo semestre rispetto allo stesso periodo del 2023. Cairo ha riferito un aumento del +9% di ascolti in prima serata e del +14% sull’intera giornata. Fornara ha sottolineato la leadership di La7 nei target laureati e famiglie alto spendenti, e Cairo ha citato i dati Ipsos sul valore strategico del pubblico 65-74 anni. In merito alle tensioni sindacali legate al contratto dei giornalisti, l’editore ha dichiarato: “Ho grande rispetto e stima per i giornalisti di La7 […]. Quando ho comprato la rete, c’erano 100 giornalisti e l’azienda era in rosso […]. Oggi sono 125, con 9 assunti negli ultimi due anni”. Ha aggiunto: “Non voglio entrare nelle dinamiche sindacali, ma qui, oltre alla garanzia del posto, c’è anche quella della libertà”. Cairo ha infine respinto l’etichetta di rete schierata all’opposizione, definendola “libera e indipendente”, aperta a tutti gli schieramenti politici. Ha sottolineato la qualità professionale dei giornalisti e l’invito costante anche a rappresentanti dell’area governativa, che però – ha osservato – partecipano meno spesso. La7, ha ribadito, non ha un punto di vista, ma offre spazio a opinioni e idee differenti.
TgLa7, Mentana celebra i 15 anni da direttore: “Non lascio il telegiornale”

Il 2 luglio 2025, Enrico Mentana ha celebrato a Roma i quindici anni alla guida del TgLa7, esattamente dalla data in cui, nel 2010, ne assunse la direzione. La ricorrenza è stata festeggiata con la redazione nella sede del telegiornale, alla vigilia della conferenza stampa milanese in cui l’editore Urbano Cairo presenterà i palinsesti autunnali di La7 al Four Seasons. Secondo quanto riferito, Mentana potrebbe essere presente anche alla serata organizzata a Milano per i pubblicitari. Intanto ha voluto brindare con il suo gruppo di lavoro al traguardo professionale, sottolineando il significato di un impegno continuativo in un progetto giornalistico che ha contribuito a costruire. Durante l’incontro, il direttore ha chiarito le recenti speculazioni sulla possibilità di un suo addio, affermando: “Non ho mai detto che andavo da qualche altra parte”. Dall’appuntamento quotidiano delle ore 20.00 alle sue Maratone elettorali, passando per le coperture in diretta degli sviluppi istituzionali e parlamentari, Mentana ha accompagnato il pubblico nella lettura delle principali fasi della politica italiana, dalle esperienze dei governi Conte, Draghi e Meloni fino ai cicli elettorali più recenti. Sotto la sua guida, il TgLa7 si è consolidato come riferimento informativo, anche attraverso un approccio che ha incluso format speciali e presidi in diretta di lunga durata. Negli ultimi anni, il direttore ha esteso la propria attività anche alle piattaforme digitali, diventando attivo su Instagram e Facebook, dove ha scelto di interagire direttamente con il pubblico, commentando in prima persona l’attualità. In questo contesto, alcune sue espressioni online sono state interpretate come segnali di un possibile cambiamento, ma Mentana ha confermato alla redazione che non è mai stato nelle sue intenzioni lasciare La7. La conferma arriva in una fase in cui l’editore Cairo ha più volte ribadito l’importanza del rapporto con il direttore, sottolineando la volontà di proseguire la collaborazione anche oltre la scadenza contrattuale prevista per il 2026.
Federico Rampini lascia La7 e approda a Mediaset

Federico Rampini ha deciso di accettare l’offerta di Mediaset. La notizia è emersa il 17 giugno, in coincidenza con la messa in onda su La7 della prima puntata della nuova serie documentaria “L’America di Trump”, girata a New York. A confermare il passaggio, fonti interne a Mediaset che parlano della volontà di arricchire la propria offerta editoriale con una firma considerata di grande esperienza nel racconto dell’attualità internazionale. Secondo quanto si apprende da ambienti vicini a La7, la decisione sarebbe già stata comunicata dall’interessato, che avrebbe quindi ufficializzato il suo addio all’emittente guidata da Urbano Cairo. Il secondo episodio del ciclo previsto, dedicato a San Francisco, è attualmente confermato e potrebbe essere l’ultima collaborazione di Rampini con La7, salvo diverse comunicazioni nelle prossime settimane. Rampini, classe 1956, è anche editorialista del Corriere della Sera, dove è arrivato nel 2021 dopo l’uscita da Repubblica, quotidiano con cui aveva avuto un lungo rapporto professionale iniziato nel 1995.
Al via il 24 giugno la TV del Sole 24 Ore, canale 246

Il 24 giugno 2025 il Gruppo 24 ORE lancia ufficialmente il canale Radio24-IlSole24OreTV, disponibile sul canale 246 del digitale terrestre, aggiungendo la televisione alla propria offerta informativa e diventando il primo polo editoriale italiano a presidiare tutti i principali mezzi di comunicazione: quotidiano, periodici, piattaforme digitali, agenzia di stampa, radio, eventi e ora anche TV. Il progetto nasce in occasione del 160° anniversario de Il Sole 24 Ore, con l’obiettivo di rafforzare il ruolo del Gruppo come punto di riferimento nell’informazione di approfondimento e nella divulgazione economico-finanziaria. Il canale sarà accessibile anche attraverso i principali touch point digitali del gruppo: dai siti web di Radio 24 e Il Sole 24 Ore, alle rispettive app mobili e app per connected TV, oltre alla visione lineare sul digitale terrestre. Il numero di canale, 246, è stato scelto per la sua facile memorizzazione e per richiamare il brand attraverso il numero “24”. La programmazione unirà i contenuti giornalistici delle testate del Gruppo con l’informazione di Radiocor, i programmi di Radio 24 e gli aggiornamenti economici e finanziari in tempo reale. Per la realizzazione tecnica, il Gruppo 24 ORE ha coinvolto Sky Italia, che fornirà l’infrastruttura tecnologica e il presidio tecnico per la messa in onda, e Persidera, operatore di rete per la trasmissione del canale sul digitale terrestre. Le produzioni video saranno realizzate negli studi del Gruppo a Milano e Roma. L’identità visiva del canale seguirà lo stile delle principali all news internazionali, con ticker informativi, feed dinamici, aggiornamenti in tempo reale a cura di Il Sole 24 Ore, dati di borsa elaborati da Radiocor, notizie sportive in collaborazione con Tuttomercatoweb.com e previsioni meteo fornite da iLMeteo.it. Il palinsesto iniziale prevede l’integrazione dei format di Radio 24, delle edizioni e rubriche del quotidiano economico e dei contenuti dell’agenzia di stampa Radiocor. A partire dall’autunno 2025 sarà introdotta una seconda fase con nuove produzioni, come i video podcast di maggiore successo, contenuti tratti dal magazine HTSI, rubriche professionali come “L’Esperto Risponde”, appuntamenti culturali con il contributo di 24 ORE Cultura e copertura degli eventi promossi da 24 ORE Eventi, inclusi il Festival dell’Economia di Trento e oltre 120 iniziative annuali. La nuova rete televisiva nasce come aggregatore dei contenuti video delle testate del gruppo, con l’ambizione di offrire un’esperienza integrata tra informazione lineare e digitale. “Radio24-IlSole24OreTV conferma e rafforza la leadership e la strategia di crescita del Gruppo”, dichiara Federico Silvestri, amministratore delegato del Gruppo 24 ORE, “e rappresenta l’ultima tessera di un prezioso mosaico multimediale”. Silvestri precisa che la TV sarà accessibile anche on demand, valorizzando il contributo di tutti i prodotti editoriali del gruppo, dai podcast ai video news, e garantendo la presenza su ogni mezzo disponibile. Il direttore editoriale del Gruppo, Fabio Tamburini, definisce il nuovo canale come “un salto di qualità” e una risposta all’evoluzione del giornalismo multimediale. “In passato il mestiere di giornalista era organizzato per verticalità: agenzie di stampa, quotidiani, settimanali, radio, televisioni. Oggi il mondo è cambiato e il giornalismo è diventato multimediale. Rimangono le specializzazioni ma ognuno, nei limiti delle proprie attitudini, dev’essere capace di suonare tutti gli strumenti disponibili”. Sul fronte tecnico, anche Persidera, partner nella diffusione su digitale terrestre, conferma l’impegno nel progetto. “Siamo onorati e orgogliosi di essere stati scelti dal Gruppo 24 ORE per il play-out e la diffusione”, dichiara l’amministratore delegato Paolo Ballerani, che sottolinea il ruolo dell’azienda come operatore indipendente e la volontà di sviluppare nuove opportunità con il canale.
Tg1 primo sui social. Dominano femminicidi e cronaca nera ma non la morte del Papa

Il Tg1 si conferma al vertice della classifica dei programmi tv d’informazione più performanti sui social media per il mese di aprile 2025, secondo l’analisi condotta da Sensemakers per Primaonline. Il telegiornale diretto da Gianmarco Chiocci ha ottenuto 71,5 milioni di video views e 2,8 milioni di interazioni, segnando un incremento rispettivamente del 18% e del 33% rispetto al mese precedente. La pubblicazione su TikTok ha garantito circa 19mila interazioni medie per contenuto, a fronte di una leggera flessione nella frequenza dei post (-12%). La seconda posizione spetta a Pomeriggio Cinque, condotto da Myrta Merlino, con 60,5 milioni di video views e 2,4 milioni di interazioni. Il programma ha modificato la propria strategia visiva su TikTok, rendendo più riconoscibili i contenuti grazie a elementi grafici uniformi, una scelta che ha portato a un miglioramento delle performance sulla piattaforma. Al terzo posto si colloca il TgLa7 di Enrico Mentana, che registra 43,1 milioni di video views e 1,7 milioni di interazioni. Il telegiornale ha beneficiato dell’attenzione generata da eventi di forte impatto mediatico, consolidando la sua posizione come punto di riferimento nelle fasi di emergenza. Nel mese segnato dalla morte di Papa Francesco, avvenuta il 21 aprile, e dal suo funerale mediaticamente rilevante del 26, non sono stati questi eventi a dominare i contenuti più visti online. A ottenere maggiore attenzione sui social è stata la cronaca nera, in particolare i casi di femminicidio. Tra i contenuti più performanti figura, su TikTok, l’intervista ai genitori di Ilaria Sula, che ha raggiunto oltre 2 milioni di interazioni. “Fuori dal coro” di Mario Giordano, sebbene in lieve calo, si posiziona al quarto posto nelle due principali metriche e precede il Tg3 e Quarto Grado. Quest’ultimo ha guadagnato rilevanza con la riapertura del caso di Garlasco, confermandosi uno dei programmi più visti di Rete4, anche grazie alla competenza del suo conduttore Gianluigi Nuzzi su temi vaticani. In classifica compaiono anche nuovi ingressi: “In mezz’ora” di Rai3 occupa la decima e undicesima posizione, mentre “Mi manda Rai Tre”, grazie alla distribuzione su Facebook, raggiunge la tredicesima posizione per video views. A livello di gruppi editoriali, Mediaset domina per numero di programmi presenti nel ranking (8 su 15), seguita da Rai (5) e La7 (2). Mediaset è anche in testa per interazioni con 6 programmi in classifica, contro i 5 della Rai e i 4 di La7. Nel ranking dei Best Performing Post, i formati si diversificano: oltre ai video, emergono contenuti fotografici e altri formati. Tra i più visti su TikTok anche i contenuti su Aurora, tredicenne protagonista di un caso di cronaca trattato da Pomeriggio 5, e su Facebook la storia di Sara Campanella, sempre legata alla cronaca nera. “Fuori dal coro” riscuote interesse con video dedicati al tema dell’autodifesa domestica. Il mese di aprile, denso di eventi politici e istituzionali come la visita di Giorgia Meloni alla Casa Bianca, il faccia a faccia tra Trump e Zelensky, e le celebrazioni del 25 aprile, ha visto una crescita generale dei numeri: +19% di video views e +27% di interazioni totali rispetto a marzo, confermando il buon momento dei brand televisivi d’informazione sulla scena social. (In foto, Gianmarco Chiocci, direttore del Tg1)
Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni di carriera

Andrea Vianello ha annunciato il 25 aprile, giorno del suo 64° compleanno, la decisione di lasciare la Rai dopo 35 anni di attività. Il giornalista ha comunicato l’uscita con un post su X, precisando che si tratta di un “accordo consensuale” con l’azienda. Vianello ha ringraziato colleghi e amici, dichiarando di voler portare con sé il senso del servizio pubblico maturato negli anni di carriera. Attualmente, non risultano trattative con La7, Discovery, Mediaset o Sky, reti che, interpellate, negano contatti in corso. La possibilità di nuovi incarichi resta aperta con l’avvio dei prossimi palinsesti.L’uscita di Vianello non è collegata a limiti anagrafici ma conclude un percorso che, nel 2023, lo aveva visto trasferito alla direzione generale di San Marino RTV, incarico lasciato con dimissioni nel marzo 2024.In passato era stata ipotizzata una sua nomina alla direzione di Rai Radio 3, mai ufficializzata. Il consigliere di amministrazione Rai Roberto Natale ha definito l’uscita di Vianello “amara” per il servizio pubblico, sottolineando il suo lungo contributo al giornalismo aziendale. Anche il Cdr del Tg3 ha espresso rammarico, collegando l’addio a un presunto svuotamento dell’identità editoriale della Rai. Entrato in Rai nel 1990 tramite concorso, Vianello ha lavorato come cronista al GR1 e al Giornale Radio Unificato, seguendo eventi come le stragi di Capaci e via D’Amelio. È stato autore e conduttore di programmi radiofonici e televisivi come Radio anch’io, Tele anch’io, Enigma, Mi manda Rai3 e Agorà, prima di diventare direttore di Rai3 nel 2012.Nel 2020 ha pubblicato il libro Ogni parola che sapevo, racconto del suo recupero dopo un’ischemia cerebrale. In seguito ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. La Rai ha confermato che l’accordo di uscita è stato sottoscritto in un clima definito “sereno” e senza vincoli sui futuri incarichi del giornalista.