Giubileo 2025: l’apertura della Porta Santa in diretta tv e radio

Il 24 dicembre 2024, alle ore 19, si aprirà ufficialmente il Giubileo dedicato alla speranza, un evento simbolico e spirituale che accompagnerà i fedeli fino al 6 gennaio 2026. L’atto inaugurale dell’anno giubilare sarà l’apertura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro. Questo rito, denso di significato, rappresenta un invito universale alla riflessione, alla pace e alla riconciliazione. La cerimonia di apertura sarà seguita e trasmessa da diversi media italiani, con una copertura completa per permettere a tutti di partecipare, anche a distanza. Rai1 trasmetterà l’evento in diretta a partire dalle 18.40, con la possibilità di seguirlo anche in streaming su RaiPlay. Dopo la cerimonia e la Santa Messa, verrà mandato in onda uno speciale del programma “A sua Immagine”. Tv2000 includerà la diretta nello speciale del programma “Il diario di Papa Francesco”, a partire dalle 17.30. SkyTg24 offrirà una copertura in diretta dell’evento. Anche i media vaticani svolgeranno un ruolo chiave nella diffusione del Giubileo. Vatican News trasmetterà la cerimonia sul proprio canale YouTube, arricchendo la programmazione con interviste, approfondimenti, podcast e vodcast dedicati agli eventi giubilari. La copertura dell’evento non si limiterà alla televisione e al web. RTL 102.5 garantirà la diretta radiofonica, disponibile anche sul canale 36 del digitale terrestre e sulla piattaforma RTL 102.5 Play.
Rai: Pacchetti alla TgR, Mascolo a Rai Sport e Terzulli al Tg3

Il Consiglio di Amministrazione della Rai ha preso decisioni rilevanti in materia di nomine ad interim e di gestione del personale. La seduta ha riguardato la ratifica di nuovi incarichi temporanei nelle principali testate giornalistiche e l’approvazione di un piano di uscite incentivate su base volontaria, suscitando forti reazioni da parte del sindacato Usigrai. Dopo le dimissioni del direttore della Testata Giornalistica Regionale (TgR), Alessandro Casarin, avvenute lo scorso 11 dicembre, il Cda ha affidato l’incarico ad interim al condirettore Roberto Pacchetti. Pacchetti assume temporaneamente la guida della testata, che rappresenta una delle realtà più rilevanti dell’informazione locale italiana, sia televisiva che radiofonica. Per quanto riguarda Rai Sport, il vicedirettore Massimiliano Mascolo subentra temporaneamente alla guida della testata, in vista della conclusione del mandato di Jacopo Volpi, prevista per il 31 dicembre. Questo passaggio assicura continuità in un momento cruciale per il comparto sportivo Rai, alla vigilia di un 2024 denso di appuntamenti, tra cui le Olimpiadi. Sul fronte del Tg3, il consiglio ha confermato il vicedirettore Pierluca Terzulli come responsabile ad interim. La continuità nella gestione del Tg3 punta a garantire stabilità editoriale in un contesto caratterizzato da trasformazioni organizzative all’interno del servizio pubblico. Parallelamente alle nomine, il Cda Rai ha deliberato un piano di incentivazione all’esodo volontario per il personale aziendale. La misura rientra nell’attuazione del piano industriale e mira a ottimizzare i costi di gestione attraverso la riduzione del personale su base volontaria. Tuttavia, la decisione ha immediatamente provocato un forte dissenso da parte di Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai. In una nota ufficiale, il segretario Daniele Macheda ha espresso preoccupazione per l’approvazione del piano senza un adeguato confronto con le rappresentanze sindacali. “Prevedere uscite di personale dall’azienda senza un accordo sulle modalità di reintegro della forza lavoro espone Testate e Generi a un aumento dei carichi di lavoro che avranno come ricaduta un impoverimento complessivo dell’offerta giornalistica della Rai”, ha dichiarato Macheda. Usigrai ha quindi chiesto un incontro urgente con l’amministratore delegato Giampaolo Rossi, sottolineando che la mancanza di dialogo non è più accettabile. Il timore principale è che la riduzione della forza lavoro si traduca in una perdita di qualità dei contenuti editoriali e un aggravio delle condizioni lavorative dei dipendenti rimasti.
TV7 Triveneta: giornalisti fermano l’informazione per 3 giorni

Per la prima volta nella storia dell’emittente, i giornalisti della redazione di TV7 Triveneta hanno proclamato uno sciopero di tre giorni. La decisione arriva dopo una lunga trattativa con l’azienda che non ha portato a risultati concreti, lasciando i lavoratori senza risposte e in un clima di tensione crescente. Nel comunicato letto durante il telegiornale, la redazione ha denunciato una situazione definita insostenibile. Tra i motivi principali della protesta emergono: La totale mancanza di dialogo con la Direzione aziendale, che da mesi ignora le richieste dei giornalisti. Scelte editoriali e organizzative discutibili, che non tengono conto delle esigenze lavorative della redazione. La modifica improvvisa e ingiustificata del piano delle ferie natalizie, già richiesto con largo anticipo, nel pieno rispetto delle prassi aziendali. I giornalisti sottolineano che tali decisioni non sono state accompagnate da spiegazioni chiare, creando un contesto professionale insicuro e poco rispettoso del loro ruolo. Protestano per decisioni aziendali non motivate, difendendo diritti e dignità dopo mesi senza dialogo. Lo sciopero ha immediatamente ricevuto la solidarietà di numerosi organi di stampa e rappresentanze sindacali regionali. Il Sindacato giornalisti Veneto ha espresso piena vicinanza alla redazione di TV7 Triveneta, sostenendo la necessità di un confronto costruttivo per superare le tensioni. Il Comitato di redazione della Rai TGR Veneto ha manifestato supporto ai colleghi in vertenza, sottolineando il coraggio di una protesta che mette in luce problemi profondi e ormai non più ignorabili. Anche i Cdr dei giornali Nem Veneto (tra cui il Mattino di Padova, la Tribuna di Treviso e la Nuova Venezia) esprime solidarietà ai giornalisti di TV7 Triveneta, in sciopero per scelte editoriali e organizzative ritenute insostenibili. La protesta nasce dalla totale assenza di dialogo con la Direzione e dal mancato ascolto delle proposte dei lavoratori. Il Cdr auspica un ritorno al confronto costruttivo tra azienda e redazione, fondamentale per garantire informazione di qualità. Telepace, con il fiduciario Giacomo Biancardi, ha ribadito l’urgenza di un ritorno al dialogo costruttivo, ponendo fine al clima di tensione. Tva Vicenza e Tele Chiara, così come la fiduciaria di Telearena-Radio Verona, hanno sottolineato l’importanza del confronto per tutelare il lavoro giornalistico e garantire un’informazione di qualità.
Casarin saluta la TgR. Sindacati chiedono rilancio editoriale

Alessandro Casarin, direttore della testata giornalistica regionale Rai (TgR), ha rassegnato le dimissioni per raggiunti limiti d’età. Dal 12 dicembre, l’interim della direzione passa al condirettore Roberto Pacchetti, in attesa della nomina definitiva di un successore. Casarin ha salutato la TgR con un messaggio pubblicato sul sito di RaiNews: “Care telespettatrici, cari telespettatori, oggi è il mio ultimo giorno alla direzione della Tgr, sei anni che hanno portato la testata a diventare il secondo Tg Rai per numero di telespettatori, il terzo se confrontato con la concorrenza privata. Dunque, TgR sul podio nazionale. Abbiamo anche portato in rete tutte le redazioni regionali con centinaia di miglia di visitatori quotidiani. E se come si usa dire, il futuro è l’online, auspico nuovi investimenti e nuove risorse. Grazie alla quotidiana professionalità dei giornalisti, dei colleghi amministrativi e tecnici perché – ogni giorno – per realizzare il famoso “goal” come urlava Bruno Pizzul, la “squadra TgR” deve sempre giocare con uno schema dove tutti portano il proprio, indispensabile, contributo”. Il saluto di Casarin non ha placato le critiche. In una nota ufficiale, il coordinamento dei CDR della TgR UsigRai ha commentato con toni aspri, denunciando anni di scelte discutibili e di relazioni sindacali difficoltose. Secondo il sindacato, Casarin ha lasciato redazioni “stanche e sfiduciate”, richiamando episodi controversi della sua gestione: dalla chiusura della terza edizione del Tg, alle imposizioni sull’abbigliamento dei giornalisti. “Se il web è partito in tutte le redazioni, è stato grazie a un doppio accordo sindacale firmato dall’Usigrai che ha permesso l’aumento degli organici e dei caposervizio”, hanno precisato i CdR, contestando le rivendicazioni del direttore uscente. Ulteriori critiche riguardano l’assenza di un piano editoriale per i social e la riduzione delle risorse destinate alle troupe, con carenze di personale e problemi logistici non risolti. Diverso il tono di Unirai, il sindacato dei giornalisti Rai, che ha preferito una linea più conciliante. Francesco Palese, segretario di Unirai, ha sottolineato come la TgR, nonostante le difficoltà, abbia consolidato il gradimento del pubblico: “È necessario tutelare questo primato e assicurare alla TgR in tempi rapidi un direttore nel pieno delle funzioni”. Le dimissioni di Casarin aprono una fase di transizione delicata. Le redazioni regionali chiedono una svolta concreta per rilanciare l’informazione locale, soprattutto sul fronte digitale e delle risorse umane. Secondo i CdR, servono nuovi investimenti, regole chiare per il web e selezioni pubbliche che colmino le gravi carenze di organico. (In foto, Alessandro Casarin)
Menzioni di guerra nei TG: TgCom24 in testa con 990

Mentre il Natale si avvicina, la pace sembra lontana dal panorama globale. Secondo il monitoraggio di Mediamonitor.it, piattaforma basata sulle tecnologie di Cedat 85, negli ultimi 30 giorni il termine “guerra” è stato citato 13.839 volte su radio e tv italiane, una media di una citazione ogni 3 minuti. L’analisi copre il periodo tra il 9 novembre e il 9 dicembre. Israele-Palestina e Ucraina dominano l’informazione I conflitti principali che catturano l’attenzione dei media italiani restano la guerra tra Russia e Ucraina e il conflitto in Palestina. La guerra in Ucraina, scoppiata quasi tre anni fa, ha ottenuto 4.374 citazioni, superando di poco il conflitto israelo-palestinese con 4.028 menzioni. Nonostante l’impegno di Joe Biden nel sostenere la difesa di Kiev, autorizzando anche la fornitura di mine antiuomo, il presidente americano ha totalizzato solo 563 citazioni. Molto più presente sui media è il rivale Donald Trump: con 1.521 menzioni, il tycoon supera non solo Biden, ma anche Volodymyr Zelensky (713) e il leader israeliano Benjamin Netanyahu (934). Al centro del dibattito c’è anche Vladimir Putin, citato 1.303 volte. Focus sulla Siria: 3.085 citazioni dopo Aleppo Dal 27 novembre, giorno in cui il gruppo islamista al-Sham ha preso il controllo di Aleppo, il conflitto siriano ha attirato maggiore attenzione. Mediamonitor.it ha registrato 3.085 citazioni per la guerra civile in Siria, contro le 1.717 relative alla guerra in Ucraina nello stesso periodo. I media italiani si sono concentrati su Bashar al-Assad (2.332 menzioni), sulla caduta di Damasco in mano ai jihadisti tra il 7 e l’8 dicembre (2.202 citazioni) e sulla città di Aleppo, epicentro della nuova offensiva ribelle (1.708 menzioni). Allnews: TgCom24 al primo posto per copertura Analizzando i canali allnews come TgCom24, RaiNews24 e SkyTg24, emerge una copertura intensa dei conflitti. TgCom24 è il più attivo con 990 citazioni, seguito da RaiNews24 (947) e SkyTg24 (936). Tuttavia, RaiNews24 si distingue per aver dedicato maggiore spazio a: Israele-Palestina: 653 citazioni (contro 509 di SkyTg24 e 442 di TgCom24). Russia-Ucraina: 591 menzioni (contro 553 e 477). Siria: 304 citazioni (contro 296 e 285).
Chiudono le TV universitarie Cusano Italia TV e Cusano News 7

Cusano Italia TV e Cusano News 7, le emittenti televisive dell’Università Niccolò Cusano, chiuderanno i battenti. Il palinsesto delle due reti “sarà completamente interrotto dopo 5 anni dalla prima messa in onda”. A dare l’annuncio è stata la stessa Università, specificando che oltre 250 professionalità impiegate nel progetto saranno messe in mobilità e resteranno “inesorabilmente senza lavoro”. Un commento amaro arriva dall’amministratore delegato, Stefano Bandecchi: “Vanno a fare gli agricoltori”. La decisione è stata presa a seguito delle vicende che hanno coinvolto l’Ateneo e che hanno portato la magistratura a considerare le attività televisive come non attinenti allo scopo istituzionale della Terza Missione universitaria. Le reti televisive di Unicusano rappresentavano un modello unico nel panorama nazionale ed europeo, configurandosi come un importante spin off universitario. La chiusura pone fine all’unica opportunità di formazione professionale nell’ambito della comunicazione televisiva offerta agli studenti delle facoltà di Lettere, Scienze della Comunicazione e Filosofia. In un’intervista all’Ansa, Bandecchi ha spiegato la situazione finanziaria alla base della decisione: “Dopo otto mesi avevamo trovato un accordo con l’Agenzia delle Entrate del Lazio per 12,5 milioni di euro. Tuttavia, la magistratura e la Guardia di Finanza hanno avuto un’opinione diversa, bloccando l’accordo”. Bandecchi ha chiarito che, secondo le indicazioni giudiziarie, sarebbe stato necessario separare le attività televisive da quelle universitarie. Il risultato? “Intanto 250 persone vanno a fare gli agricoltori”, ha aggiunto con ironia Bandecchi, facendo riferimento alla gravità della situazione occupazionale. “Quando l’operazione sarà conclusa, spariranno parecchie professionalità”. Un’analoga controversia giudiziaria, risalente al 2009, è stata risolta solo la scorsa settimana, a distanza di 15 anni. Concludendo, l’amministratore delegato ha criticato la lentezza e le dinamiche del sistema: “Se questo è il modo in cui vanno le cose in questo Paese… siamo messi bene”. (in copertina, l’AD Stefano Bandecchi)
Tgr Rai, i Cdr: “Buongiorno Regione va sostenuto”

Tgr Rai, i Comitati di Redazione difendono “Buongiorno Regione” dalle voci infondate sulla sua presunta chiusura. In un comunicato ufficiale, i rappresentanti sindacali sottolineano come il programma del mattino continui a registrare ascolti eccellenti e a confermarsi un punto di riferimento per l’informazione locale. Solo nella giornata del 4 dicembre, il programma ha toccato il 13,8% di share, posizionandosi, per alcuni minuti, come il più seguito tra tutte le reti televisive nazionali. La media costante di 11% di share dimostra un gradimento che smentisce qualsiasi fake news. “Il successo di ‘Buongiorno Regione’ – affermano i Cdr – si conferma il punto di riferimento per l’informazione del mattino dai territori, esclusivamente grazie al lavoro e all’impegno delle colleghe e dei colleghi della Tgr, nonostante i tentativi di concorrenza e i mezzi economici sempre più limitati”. I comitati denunciano, infatti, che il programma viene realizzato con mezzi sempre più limitati: il budget si riduce ogni anno, i telecineoperatori non vengono sostituiti e non esistono risorse aggiuntive per le troupe esterne. Nella nota, i Cdr criticano l’Azienda per aver richiesto alle redazioni di ridurre i costi delle riprese e aumentare la produzione giornalistica senza un adeguato supporto economico. In molte sedi, inoltre, mancano sia risorse umane che strumenti per garantire un lavoro sostenibile. I Cdr chiedono alla Rai di: investire in “Buongiorno Regione”; riportare la produzione delle immagini all’interno; rafforzare social e web con personale tecnico dedicato; avviare selezioni pubbliche per colmare i vuoti di organico; garantire la mobilità interna del personale nel rispetto degli accordi sindacali.
Tg1, giornalista aggredito ad Amsterdam. Telefonino sequestrato

Marco Bariletti, giornalista del Tg1, è stato aggredito a Amsterdam da un gruppo di persone filopalestinesi. Il direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, ha denunciato l’episodio in audizione alla Commissione Segre al Senato martedì 12 novembre 2024. Durante l’aggressione, il cronista è stato circondato, spintonato, e gli è stato sequestrato il telefono. Mentre veniva filmato dai suoi aggressori, gli è stato chiesto di urlare “free Palestine”, un atto che ha scatenato in lui momenti di grande terrore. La Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha espresso la propria solidarietà al giornalista, condannando ogni tipo di violenza nei confronti dei colleghi.
Minacce a Report, richiamato l’incubo Charlie Hebdo

Minacce inquietanti sono state recapitate alla redazione di Report e al conduttore Sigfrido Ranucci in seguito alla trasmissione di un servizio sul conflitto tra Israele e Palestina, realizzato dal giornalista Giorgio Mottola. Ranucci ha denunciato il messaggio intimidatorio tramite un post su Facebook, dove ha riportato il testo della minaccia: “Vi dovreste vergognare per l’ignobile servizio anti Israele della scorsa settimana. Pulizia etnica da parte dell’esercito israeliano a Gaza!? La meritereste Voi, stile redazione di Charlie Hebdo”. Il conduttore ha concluso il post comunicando che “l’episodio è stato segnalato ai poliziotti della mia scorta”. Secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa, la questura di Roma ha acquisito la mail contenente le minacce per avviare ulteriori verifiche e approfondimenti. Ranucci ha inoltre richiamato alla memoria l’attentato del 7 gennaio 2015 presso la sede di Charlie Hebdo a Parigi, dove “un commando di due uomini armati con fucili d’assalto Kalashnikov fece irruzione durante la riunione settimanale di redazione, sparando sui presenti”. L’attacco causò la morte di dodici persone, tra cui il direttore Stéphane Charbonnier (Charb) e altri storici collaboratori come Cabu, Tignous, Georges Wolinski, Honoré, oltre a due poliziotti. Il caso ha suscitato una forte reazione da parte di diversi esponenti istituzionali. Il Movimento 5 Stelle, tramite i rappresentanti in Commissione di Vigilanza Rai Dario Carotenuto, Dolores Bevilacqua e Anna Laura Orrico, ha espresso solidarietà a Ranucci e a Report, definendo le minacce “gravissime” e “meritevoli della massima attenzione”. “Sigfrido Ranucci è già costretto a vivere sotto scorta e ricevere simili minacce rappresenta l’ennesimo vile attacco alla stampa indipendente nel nostro Paese”, hanno affermato, aggiungendo che “tutte le forze politiche condividano il nostro sdegno e sapranno esprimere vicinanza nei confronti suoi e della sua redazione”. Anche Vittorio Di Trapani, presidente della Fnsi, è intervenuto sull’accaduto, scrivendo su X (ex Twitter): “Gravissime e inquietanti le minacce alla redazione di @reportrai3. Bisogna fermare questo clima di odio. I giornalisti non fanno altro che il proprio lavoro: il diritto e il dovere di raccontare, nell’interesse esclusivo dei cittadini”.
Segre elogia i Tg Rai: “Impegno contro l’indifferenza”

Liliana Segre esprime gratitudine per l’impegno della Rai contro l’indifferenza. La presidente della Commissione Anti-discriminazioni del Senato ha accolto positivamente le parole dei direttori di Tg1, Tg2 e Tg3 – rispettivamente Gian Marco Chiocci, Antonio Preziosi e Pierluca Terzulli – ascoltati oggi in audizione sull’impatto dell’intelligenza artificiale nella diffusione dei discorsi d’odio. “Sono molto contenta che la parola “indifferenza” non solo non sia stata mai nominata, ma che i programmi delle tre reti siano il contrario di quell’indifferenza che ho vissuto e che temo enormemente”, ha dichiarato Segre. La senatrice, riportata da Adnkronos, ha ribadito come la posizione della Rai infonda speranza, contribuendo ad evitare quel “buio” rappresentato dall’indifferenza. Secondo Segre, questo atteggiamento delle reti Rai rappresenta un forte segnale di sensibilità e responsabilità sociale. “Questo mi fa vedere l’importanza di questa commissione, da me fortemente voluta, prendere un nuovo andamento”. La sua dichiarazione sottolinea la necessità di un ruolo attivo della televisione pubblica nella lotta contro l’odio e nella promozione di un’informazione capace di sensibilizzare e coinvolgere diversi strati sociali. Segre ha inoltre osservato come le tre reti non solo ignorino l’indifferenza, ma mostrino un impegno concreto nel contrasto alla discriminazione, fattore essenziale per un’informazione di qualità.