Tg2 Post cambia volto: arriva Monica Giandotti (dal Tg3)

Monica Giandotti a Tg2 Post

Monica Giandotti sarà da lunedì 14 aprile il nuovo volto di Tg2 Post, il programma di approfondimento in onda su Rai2 alle 21. Prende il posto di Manuela Moreno, che è passata alla direzione Approfondimenti, dove conduce una rubrica nel nuovo programma di Peter Gomez nell’access prime time di Rai3, “Un alieno in patria”. Come anticipato da LaPresse, infatti, Monica Giandotti è stata assegnata alla redazione Esteri del Tg2 e condurrà tutti gli appuntamenti del Tg2 Post dal lunedì al venerdì alle 21 al termine dell’edizione delle 20:30 del TG2 della sera.  La giornalista, già alla guida di Linea Notte su Rai3, si prepara quindi a debuttare in una delle fasce più competitive dell’informazione televisiva, con l’obiettivo di rilanciare il programma che, negli ultimi mesi, ha registrato uno share intorno al 2%. “Sono molto contenta, affronto questa sfida con grande spirito di servizio nei confronti della Rai che mi ha proposto questo incarico”, ha dichiarato all’Adnkronos. Il format resterà invariato: “È quello dato da Manuela Moreno e dalla redazione del Tg2, non cambia e resterà quello che gli spettatori conoscono. Io porterò me stessa, non sarò diversa da quello che sono”. La trasmissione manterrà i suoi contenuti principali, spaziando tra politica, economia, cronaca, attualità e questioni sociali, con l’obiettivo di garantire “grande rigore per le notizie” e “attenzione alla qualità delle opinioni e dei protagonisti della vita pubblica”. Tra i primi ospiti della nuova edizione ci saranno Antonio Polito ed Emma Marcegaglia, mentre tra le novità è atteso il ritorno di Alessandro Poggi, che curerà le copertine. Giandotti ha espresso anche il desiderio di ospitare personalità internazionali, in particolare legate a temi di politica estera e affari europei. Sul piano personale, la conduttrice ha escluso la possibilità di invitare in trasmissione il marito, Stefano Cappellini, vicedirettore di Repubblica, per evitare conflitti d’interesse. A proposito di alcuni presunti malumori per la sua nomina, Giandotti ha sottolineato: “La Rai mi ha offerto questa possibilità, è un’azienda che valorizza i suoi interni e io sono felice di poterlo riconoscere”. Dopo una lunga esperienza tra Unomattina, Agorà e il Tg3, Giandotti ha voluto ringraziare le redazioni che l’hanno accompagnata nel suo percorso, in particolare quella di Linea Notte. Infine, ha rivolto un ringraziamento anche alla redazione del Tg2, che “mi ha accolta con grande affetto e con generosità”.

Newsroom torna su Rai 3 con Monica Maggioni dal 21 marzo

Newsroom Rai 3

Riparte oggi, venerdì 21 marzo, Newsroom, il programma crossmediale ideato e condotto da Monica Maggioni, che torna in prima serata su Rai 3 alle 21.20 per una nuova stagione fatta di domande, inchieste e racconti dal mondo. Fino al 18 aprile, ogni venerdì, la redazione di Newsroom diventa il punto di partenza di un viaggio che intreccia reportage, data analysis, testimonianze dirette e approfondimenti giornalistici per affrontare le grandi questioni globali con lo sguardo lucido di chi prova a fare chiarezza nel caos dell’attualità. La trasmissione sarà disponibile anche su RaiPlay, in un formato docuseries composto da quattro episodi da mezz’ora per ciascun tema trattato. Al centro del progetto c’è una sfida: fondere il linguaggio della serialità digitale con l’accuratezza dell’approfondimento giornalistico, per costruire un ponte tra il pubblico televisivo tradizionale e quello che si muove tra piattaforme e streaming. Nella prima puntata, i riflettori sono puntati su uno dei grandi nodi del nostro tempo: l’alimentazione. Un racconto che parte dall’obesità e si allarga ai processi industriali che governano il cibo che consumiamo ogni giorno. L’Occidente si confronta con una crisi alimentare fatta non di scarsità, ma di eccesso: cibo iper-processato, prodotti a basso costo, conseguenze sulla salute pubblica. Negli Stati Uniti, il Segretario alla Salute Robert Kennedy Jr. ha lanciato una vera e propria crociata contro un sistema che ha trasformato il cibo in una minaccia sanitaria, con impatti devastanti su individui e sistemi sanitari nazionali. La redazione di Newsroom raccoglie dati, testimonianze e immagini dagli inviati sul campo per mettere in fila le domande che contano, nella convinzione che solo un’informazione solida, costruita collettivamente, possa contribuire a leggere una realtà sempre più complessa e contraddittoria. L’appuntamento è stasera, in diretta su Rai 3 e, subito dopo, anche in streaming su RaiPlay. (In copertina, il logo del programma. Sotto, un post pubblicato sulla pagina Instagram)

Mediaset riorganizza i telegiornali: nuovi conduttori, spostamenti interni e assunzioni

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Mediaset cambia i volti e le conduzioni nei suoi telegiornali. Luca Rigoni torna al Tg5 come caporedattore esteri, sostituendo Gabriella Simoni. Dopo aver lasciato il notiziario nel 2011 per fondare Tgcom24 con Mario Giordano, Rigoni ha condotto il Tg4 negli ultimi anni. Alla redazione economia del Tg5, Giuseppe De Filippi lascia la gestione dopo 25 anni e passa al coordinamento delle edizioni del giornale con Cesara Buonamici, Fabio Tamburini, Alfredo Vaccarella, Claudio Fico, Enrico Rondoni e Carlo Pilieci. Il nuovo capo della redazione è Manuela Riva, finora vicecaporedattrice. Il direttore Clemente J. Mimun annuncia l’assunzione a tempo indeterminato di Elena La Stella, Lorenzo Ottaviani, Federica Pascale e Jessica Balestra. Al Tg4, Laura Gioia prende il posto di Rigoni alla conduzione dell’edizione delle 12. A Studio Aperto torna un conduttore uomo: il direttore Andrea Pucci affida l’edizione delle 12.25 a Alan Patarga, già noto per le rubriche finanziarie di Tg5 e Tgcom24. Entra all’ufficio centrale anche Claudia Vanni, esperta di esteri e conduttrice di Tgcom24. Dietro le quinte, Fabrizio Filippone lascia il sito di Tgcom24 per coordinare la regia di Studio Aperto. Giuliana Grimaldi passa alla gestione web. Cambi anche a Diario del giorno, la striscia pomeridiana del Tg4: esce Eliano Rossi, che entra tra i coordinatori della redazione esteri di Tgcom24.

RaiNews24: l’83% sfiducia il direttore Petrecca

Paolo Petrecca

La crisi all’interno di Rainews24 ha raggiunto un punto di rottura. La redazione del canale all news ha votato la sfiducia al direttore Paolo Petrecca, accusandolo di aver piegato l’informazione pubblica alla propaganda del governo Meloni e della maggioranza. La partecipazione al voto ha superato il 75%, con un risultato netto: l’83% degli interni ha espresso il proprio dissenso. Anche molti iscritti al sindacato di destra Unirai hanno contribuito a questa decisione. Il messaggio è stato inviato ai vertici di Viale Mazzini, mentre il Cda si prepara a discutere le nuove nomine. Tuttavia, il confronto politico all’interno del centrodestra sta rallentando il processo decisionale, con continui rinvii a causa di contrasti interni. A scatenare la protesta è stato un titolo errato riguardante l’assoluzione di Andrea Delmastro, che per tre edizioni è stato trasmesso in modo fuorviante prima di essere corretto con la notizia della condanna del sottosegretario alla Giustizia. Questo episodio ha portato Rainews24 al centro delle critiche. La redazione accusa Petrecca di aver assunto il controllo della titolazione, mettendo a rischio l’etica giornalistica e la deontologia professionale. L’assemblea dei giornalisti denuncia una lunga serie di forzature editoriali: la modifica arbitraria di articoli, l’eliminazione di firme per evitare contenuti sgraditi, l’inserimento di parolacce nelle “Pillole di poesia”, e l’uso di titoli tendenziosi come l’accostamento tra “Criminalità e Migranti”. Viene inoltre criticata la copertura politica, accusata di essere eccessivamente favorevole al governo, con video integrali della premier anche in assenza di notizie rilevanti. Secondo la redazione, la gestione di Petrecca avrebbe avuto un impatto sulle condizioni di lavoro e sull’efficacia produttiva della testata. Il mandato del direttore è scaduto a novembre, e la richiesta della redazione è di un cambio alla guida del canale.

La Zanzara premiata da Spotify per 50 milioni di ascolti

Radio24 La Zanzara

La Zanzara, storico programma di Radio 24 condotto da Giuseppe Cruciani e David Parenzo, ha ottenuto il prestigioso Spotify Milestone Creator Award, diventando il primo podcast italiano a superare i 50 milioni di ascolti su Spotify. Il riconoscimento, parte di un’iniziativa globale della piattaforma, premia i creator che raggiungono traguardi significativi in termini di engagement e fidelizzazione del pubblico. La consegna del premio è avvenuta durante la diretta del 26 febbraio, con la partecipazione del pubblico e dei vertici di Spotify Italia, che hanno confermato il primato assoluto di La Zanzara tra i podcast italiani. L’evento ha sottolineato l’eccezionale capacità del programma di attrarre ascoltatori, consolidando il suo status di riferimento nel panorama dell’intrattenimento radiofonico e digitale. Il successo del format è dovuto a una strategia digitale e multipiattaforma efficace, che ha permesso al programma di conquistare sia la storica fanbase sia le nuove generazioni di utenti digitali. Con oltre 1,35 milioni di follower sui principali social network, La Zanzara continua a crescere, sfruttando al meglio le dinamiche della comunicazione contemporanea. Fabio Tamburini, Direttore di Radio 24, ha commentato il riconoscimento con parole di apprezzamento: “La Zanzara per il direttore di Radio 24 – commenta Fabio Tamburini, Direttore dell’emittente del Gruppo 24 ORE – è croce e delizia. In questo caso, come in tanti altri, più delizia che croce. Complimenti a Cruciani e Parenzo”. Anche Federico Silvestri, Direttore Generale Media & Business de Il Sole 24 ORE, ha sottolineato l’importanza del premio, evidenziando come il format sia da anni ai vertici delle classifiche di ascolto e abbia saputo rinnovarsi mantenendo un seguito solido e appassionato. (In copertina il logo del programma. Sotto, Cruciani e Parenzo)  

Report a rischio: la squadra di Ranucci perde la sua libertà

Sigfrido Ranucci (Report)

La trasmissione d’inchiesta Report rischia di perdere la propria autonomia, a causa di una recente circolare che stabilisce nuovi criteri di controllo editoriale per i programmi Rai. La decisione è stata presa dall’amministratore delegato Gianpaolo Rossi, espressione dell’attuale governo, che ha richiesto una verifica sulla cosiddetta “segregazione dei poteri” per garantire che ogni programma sia supervisionato da una figura esterna alla produzione. Tale misura è stata giustificata con l’esigenza di rispettare i principi del servizio pubblico, ma l’intervento colpisce direttamente il conduttore Sigfrido Ranucci, che ricopre anche il ruolo di vicedirettore degli Approfondimenti, creando un apparente conflitto d’interessi secondo l’Internal Audit. La circolare prevede che ogni programma venga gestito da una struttura editoriale distinta, eliminando la possibilità che un conduttore ne detenga la gestione editoriale. La misura è stata interpretata da molti come un attacco diretto a Report, uno dei pochi spazi di giornalismo investigativo rimasti in Rai, e ha sollevato forti critiche. L’Usigrai, sindacato interno della Rai, ha denunciato l’iniziativa come un tentativo di mettere sotto controllo l’informazione pubblica, minando la libertà giornalistica. Anche esponenti politici come Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli hanno espresso preoccupazione, sottolineando come Report abbia recentemente portato alla luce importanti questioni di interesse pubblico, come l’inchiesta sulla società Visibilia legata alla ministra Santanchè. Per loro, questa riorganizzazione appare come un chiaro attacco all’autonomia della trasmissione e alla libertà d’informazione, chiedendo chiarimenti in Commissione di Vigilanza. (In foto, il giornalista Sigfrido Ranucci nello studio della trasmissione di Rai3 Report)

Il Foglio augura la morte a Sigfrido Ranucci

Sigfrido Ranucci

Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, è finito al centro di una polemica dopo un articolo pubblicato su Il Foglio nella rubrica “Andrea’s Version”. L’articolo, firmato da Andrea Marcenaro, ha suscitato scalpore per le frasi offensive rivolte al giornalista. Tra queste, un riferimento al suo lavoro da inviato durante lo tsunami del 2005 in Sumatra, che causò oltre 250 mila morti: “Era il 2005, per Ranucci purtroppo sembrava fatta. È riuscito a tornare”. Ranucci ha commentato l’accaduto sui suoi profili social, denunciando l’attacco personale: Il Foglio “si mostra dispiaciuto che io non sia morto. Tra tutti gli attacchi di questi giorni dopo la puntata sulla Mafia e ciò che sta accadendo in Palestina, spunta questa perla”. La puntata di Report citata, andata in onda su Rai 3, trattava delle stragi del 1993. Questo ha attirato critiche feroci, tra cui quelle di Marina Berlusconi, che ha definito il programma “il peggior pattume mediatico-giudiziario”. A questa ondata di attacchi si è aggiunto il controverso articolo de Il Foglio, che ha portato il dibattito su un livello personale. L’articolo è stato duramente condannato dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, che ha espresso solidarietà a Ranucci: “La libertà di critica, anche aspra, è sempre ammessa, anche fra giornalisti; ma quanto scritto nella rubrica Andrea’s version è spregevole e non fa onore ad una testata come Il Foglio”, si legge nella nota: “Non si può augurare la morte di nessuno, men che meno di un collega; nel caso specifico Sigfrido Ranucci a cui va la nostra solidarietà. Questo è un esempio di quello che potremmo definire pessimo giornalismo”. Anche il figlio del giornalista, Emanuele Ranucci, ha reagito pubblicamente, rivolgendosi direttamente all’autore dell’articolo. Su Facebook ha scritto: “Caro Andrea, sono il figlio di Sigfrido Ranucci e, nonostante alcune volte me ne sorprenda anche io, non sono ancora orfano di padre”. Egli denuncia le difficoltà vissute dalla famiglia a causa delle minacce e del lavoro del padre. Racconta episodi dolorosi, come la scorta costante, i proiettili nella posta e le minacce quotidiane, sottolineando la forza e la dedizione del genitore. Conclude: “Il morto del giorno è il giornalismo italiano”.

Crollano gli ascolti dei Tg: calano tutti, tranne TgLa7

TgLa7

Un tempo indiscusso punto di riferimento per l’informazione, i telegiornali italiani stanno vivendo una stagione nera. Il pubblico fugge, gli ascolti crollano e la centralità che i notiziari occupavano nell’agenda mediatica sembra svanire. Secondo i dati Auditel analizzati dallo Studio Frasi, nel 2024 quasi tutte le principali testate registrano perdite significative. È una crisi trasversale, che colpisce sia la Rai sia Mediaset, con un’unica eccezione: il Tg La7 di Enrico Mentana, che continua a crescere. In casa Rai, il Tg1 conserva la leadership con uno share medio del 23,56%, ma perde 163.414 spettatori rispetto al 2023 (-3,79%). La gestione editoriale, voluta ai piani alti, non sembra pagare: la narrazione monocorde e una scaletta incentrata su cronaca nera e spettacolo allontanano il pubblico. Peggio fa il Tg2, diretto da Antonio Preziosi, che subisce un tracollo del 8,88% (-96.782 spettatori), consolidando la propria crisi. Il Tg3, pur risentendo del calo complessivo della terza rete, si difende con una perdita minima dello 0,44%, pari a soli 7.522 spettatori. A differenza delle altre testate, la Testata Regionale registra un segno positivo, crescendo dello 0,78%. Nemmeno Mediaset può dirsi immune. Il Tg5, al secondo posto con uno share del 19,54%, perde 86.099 spettatori (-2,42%), mentre il Tg4 lascia sul campo il 4,44% (-24.756 spettatori) e Studio Aperto il 3,52% (-18.014 spettatori). In questo scenario di crisi, spicca il successo del Tg La7, che con l’edizione serale diretta da Mentana cresce del 18,64%, guadagnando 191.810 spettatori. “Una crescita che tuttavia va inserita nell’ottima performance della rete: se La7 aumenta il pubblico, ne beneficia anche il suo telegiornale”, spiega Massimo Scaglioni, docente di Economia dei Media all’Università Cattolica di Milano. La crescita, tuttavia, non basta a nascondere un problema più ampio: l’erosione dell’audience televisiva, causata dallo spostamento delle nuove generazioni verso piattaforme digitali. Smartphone, tablet e pc sono ormai i dispositivi preferiti per informarsi, a discapito della TV tradizionale. Dal 30 dicembre, per adattarsi a questo cambiamento, Auditel introdurrà un nuovo sistema di rilevazione chiamato “total audience”. Questa metodologia misurerà non solo i programmi trasmessi in TV, ma anche quelli disponibili sui dispositivi connessi a Internet, offrendo un quadro più completo delle abitudini del pubblico. Francesco Siliato, analista dello Studio Frasi, individua nelle scelte editoriali uno dei fattori chiave del calo dei Tg Rai. Ritiene che il racconto monotematico delle guerre, poco pluralista e carente di approfondimenti, unito alla presenza eccessiva di cronaca nera, allontani gli spettatori. Questo trend negativo non risparmia nemmeno i canali all news. Rainews24 si ferma allo 0,52% di share (-17,9%), mentre Tgcom24 e SkyTg24 si attestano rispettivamente allo 0,5% e allo 0,33%.    

Giubileo 2025: l’apertura della Porta Santa in diretta tv e radio

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Il 24 dicembre 2024, alle ore 19, si aprirà ufficialmente il Giubileo dedicato alla speranza, un evento simbolico e spirituale che accompagnerà i fedeli fino al 6 gennaio 2026. L’atto inaugurale dell’anno giubilare sarà l’apertura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro. Questo rito, denso di significato, rappresenta un invito universale alla riflessione, alla pace e alla riconciliazione. La cerimonia di apertura sarà seguita e trasmessa da diversi media italiani, con una copertura completa per permettere a tutti di partecipare, anche a distanza. Rai1 trasmetterà l’evento in diretta a partire dalle 18.40, con la possibilità di seguirlo anche in streaming su RaiPlay. Dopo la cerimonia e la Santa Messa, verrà mandato in onda uno speciale del programma “A sua Immagine”. Tv2000 includerà la diretta nello speciale del programma “Il diario di Papa Francesco”, a partire dalle 17.30. SkyTg24 offrirà una copertura in diretta dell’evento. Anche i media vaticani svolgeranno un ruolo chiave nella diffusione del Giubileo. Vatican News trasmetterà la cerimonia sul proprio canale YouTube, arricchendo la programmazione con interviste, approfondimenti, podcast e vodcast dedicati agli eventi giubilari. La copertura dell’evento non si limiterà alla televisione e al web. RTL 102.5 garantirà la diretta radiofonica, disponibile anche sul canale 36 del digitale terrestre e sulla piattaforma RTL 102.5 Play.  

Rai: Pacchetti alla TgR, Mascolo a Rai Sport e Terzulli al Tg3

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Il Consiglio di Amministrazione della Rai ha preso decisioni rilevanti in materia di nomine ad interim e di gestione del personale. La seduta ha riguardato la ratifica di nuovi incarichi temporanei nelle principali testate giornalistiche e l’approvazione di un piano di uscite incentivate su base volontaria, suscitando forti reazioni da parte del sindacato Usigrai. Dopo le dimissioni del direttore della Testata Giornalistica Regionale (TgR), Alessandro Casarin, avvenute lo scorso 11 dicembre, il Cda ha affidato l’incarico ad interim al condirettore Roberto Pacchetti. Pacchetti assume temporaneamente la guida della testata, che rappresenta una delle realtà più rilevanti dell’informazione locale italiana, sia televisiva che radiofonica. Per quanto riguarda Rai Sport, il vicedirettore Massimiliano Mascolo subentra temporaneamente alla guida della testata, in vista della conclusione del mandato di Jacopo Volpi, prevista per il 31 dicembre. Questo passaggio assicura continuità in un momento cruciale per il comparto sportivo Rai, alla vigilia di un 2024 denso di appuntamenti, tra cui le Olimpiadi. Sul fronte del Tg3, il consiglio ha confermato il vicedirettore Pierluca Terzulli come responsabile ad interim. La continuità nella gestione del Tg3 punta a garantire stabilità editoriale in un contesto caratterizzato da trasformazioni organizzative all’interno del servizio pubblico. Parallelamente alle nomine, il Cda Rai ha deliberato un piano di incentivazione all’esodo volontario per il personale aziendale. La misura rientra nell’attuazione del piano industriale e mira a ottimizzare i costi di gestione attraverso la riduzione del personale su base volontaria. Tuttavia, la decisione ha immediatamente provocato un forte dissenso da parte di Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai. In una nota ufficiale, il segretario Daniele Macheda ha espresso preoccupazione per l’approvazione del piano senza un adeguato confronto con le rappresentanze sindacali. “Prevedere uscite di personale dall’azienda senza un accordo sulle modalità di reintegro della forza lavoro espone Testate e Generi a un aumento dei carichi di lavoro che avranno come ricaduta un impoverimento complessivo dell’offerta giornalistica della Rai”, ha dichiarato Macheda. Usigrai ha quindi chiesto un incontro urgente con l’amministratore delegato Giampaolo Rossi, sottolineando che la mancanza di dialogo non è più accettabile. Il timore principale è che la riduzione della forza lavoro si traduca in una perdita di qualità dei contenuti editoriali e un aggravio delle condizioni lavorative dei dipendenti rimasti.