Corriere e New York Times insieme per seguire le elezioni USA

Elezioni Usa 2024

Mancano due settimane all’evento politico che avrà il maggiore impatto non solo sugli Stati Uniti, ma sull’intero scenario geopolitico mondiale. Il 5 novembre, milioni di cittadini americani saranno chiamati a scegliere il nuovo o la nuova presidente degli Stati Uniti in una sfida che vede protagonisti Kamala Harris, candidata democratica, e Donald Trump, candidato repubblicano. Questa scelta determinerà non solo il futuro degli Stati Uniti, ma anche le dinamiche politiche globali, dato il ruolo chiave che il paese ricopre in ambiti come la sicurezza internazionale, l’economia globale e la lotta ai cambiamenti climatici. In questo contesto, il Corriere della Sera lancia un’iniziativa che arricchisce la sua offerta informativa: da oggi e fino all’11 novembre, chi si abbona al quotidiano di via Solferino riceverà anche un abbonamento al New York Times, considerato il giornale più prestigioso degli Stati Uniti. Questa collaborazione tra due testate di altissimo livello nasce con l’obiettivo di offrire una copertura completa, equilibrata e autorevole sulle elezioni americane e le conseguenze internazionali che ne deriveranno. Gli abbonati avranno accesso a contenuti esclusivi, per navigare attraverso i complicati labirinti della campagna elettorale statunitense, dove fake news e disinformazione hanno trovato ampio spazio, distorcendo fatti e narrazioni. La partnership tra Corriere e New York Times offrirà una guida affidabile per orientarsi tra notizie verificate e analisi approfondite, con una particolare attenzione agli scenari futuri. In un periodo di grandi crisi geopolitiche, rese più drammatiche dalle guerre in corso, dall’instabilità economica e dalle gravi conseguenze del cambiamento climatico, avere accesso a un’informazione di qualità diventa essenziale. Il ruolo dell’informazione oggi non si limita solo a raccontare i fatti, ma è cruciale per discernere la verità dalla disinformazione, aiutando i lettori a interpretare il presente e a comprendere le dinamiche future. Con l’abbonamento al New York Times, sarà possibile seguire da vicino la corsa elettorale tra Trump e Harris attraverso articoli, newsletter dedicate (come On Politics), grandi interviste, podcast tematici, sondaggi in tempo reale e infografiche che permetteranno di avere un quadro chiaro e immediato dell’andamento del voto. Gli abbonati al Corriere della Sera, invece, potranno contare su una copertura giornalistica dedicata, con approfondimenti, storie, video e dirette quotidiane, oltre a speciali curati dagli inviati del giornale sul territorio e dalla corrispondente in America. Inoltre, il Corriere della Sera offrirà accesso alle sue rubriche più seguite, come le newsletter tematiche (ad esempio America-Cina, PrimaOra e Rassegna Stampa), i podcast, e una serie di Conversazioni con esperti. Anche il Club Corriere garantirà vantaggi esclusivi per gli abbonati, con contenuti extra come eBook e guide. L’offerta è estremamente vantaggiosa: il pacchetto completo, che include l’abbonamento al Corriere e al New York Times, sarà disponibile a 5 euro per i primi sei mesi, un prezzo simbolico che rende l’accesso all’informazione di qualità ancora più accessibile. Successivamente, il costo sarà di 14,99 euro al mese per i successivi tre mesi, per poi stabilizzarsi a 24,99 euro mensili. L’abbonamento può essere sottoscritto direttamente dal sito o dall’app Digital Edition del Corriere. Per attivare l’offerta, basterà visitare la pagina dedicata del Corriere all’indirizzo www.corriere.it/sapere e seguire le istruzioni per l’attivazione. Una volta sottoscritto l’abbonamento al Corriere, si riceverà un codice speciale che consentirà l’accesso ai contenuti esclusivi del New York Times.

Fan e giornalisti condannano le immagini di Liam Payne

Liam Payne

A pochi giorni dalla tragica scomparsa di Liam Payne – caduto dal terzo piano dell’hotel Casa Sur nel quartiere di Palermo, a Buenos Aires -, la pubblicazione delle foto del suo corpo ha sollevato un’ondata di indignazione tra fan, artisti e giornalisti. Le immagini sono state condivise da diversi account sui social network, tra cui X e Telegram. Anche TMZ ha diffuso una foto, ma successivamente ha deciso di rimuoverla, scatenando polemiche e discussioni su un tema tanto delicato quanto controverso. L’indignazione è palpabile. I fan di Payne hanno espresso il loro sconcerto, lamentando che la diffusione di tali immagini sia “disgustosa” e una chiara mancanza di rispetto per la memoria dell’artista. Sui social, decine di commenti simili a “Cancellatela subito, è una mancanza di rispetto!” si ripetono sotto i post di chi ha scelto di pubblicare la foto del cadavere di Liam Payne. TMZ ha mantenuto la foto online per circa due ore prima di rimuoverla, ma senza aggiungere alcuna nota dell’editore. L’unico aggiornamento apparso dopo la rimozione è stato: “TMZ ha visto una foto”, il che ha portato a una pioggia di critiche nei loro confronti. Le proteste si sono amplificate anche contro gli account che continuano a mantenere online l’immagine dolorosa del corpo senza vita di Payne. Il dibattito ha coinvolto anche cantanti e artisti che conoscevano Liam. Alessia Cara ha commentato la situazione affermando: “Siete disgustosi”, evidenziando l’ampiezza della condanna. Anche i giornalisti non sono rimasti in silenzio: Elizabeth Wegmeister della CNN ha descritto la pubblicazione della foto come “semplicemente disgustosa”, mentre Shayan Sardarizadeh della BBC ha attaccato apertamente TMZ, affermando che l’agenzia stava cercando di ottenere clic e guadagni pubblicitari sfruttando il corpo di un giovane uomo morto, sottolineando quanto sia doloroso per i membri della famiglia di Liam Payne vedere tali immagini circolare. Liam James Payne, nato il 29 agosto 1993 a Wolverhampton, nel Regno Unito, è stato un cantante e cantautore britannico noto per essere stato un membro della boyband One Direction, formata nel 2010 durante il talent show X Factor. Con il gruppo, ha raggiunto il successo globale con album come Up All Night, Take Me Home e Midnight Memories. Dopo lo scioglimento della band, Payne ha intrapreso una carriera da solista, pubblicando successi come “Strip That Down” e lanciando il suo primo tour mondiale nel 2020. Ha affrontato problemi di salute durante l’infanzia, ma è guarito completamente nel 2012. La sua vita personale è stata segnata da relazioni con celebrità come Cheryl Cole e Maya Henry, con cui ha avuto alti e bassi. Purtroppo, è morto all’età di 31 anni dopo essere caduto dal terzo piano dell’hotel Casa Sur a Buenos Aires.

Prime Video annuncia Election Night Live con Brian Williams

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Prime Video e White Cherry Entertainment hanno svelato oggi un evento speciale per il 5 novembre 2024: Election Night Live con Brian Williams, uno speciale di una notte che trasmetterà i risultati elettorali e offrirà analisi in tempo reale. Il programma sarà disponibile per tutti i clienti Amazon a partire dalle 17:00 ET (le 23:00 in Italia). Lo speciale sarà prodotto da Glenn Weiss e Ricky Kirshner, con Jonathan Wald come produttore esecutivo e showrunner, e vedrà Weiss anche alla regia. Brian Williams, storico volto del giornalismo televisivo, sarà affiancato da ospiti provenienti dai principali media tradizionali e da una vasta gamma di esperti, che commenteranno i risultati dei sondaggi e gli sviluppi della notte, attingendo a fonti di notizie indipendenti e di tutte le affiliazioni politiche. L’evento offrirà un’esperienza unica e imparziale per seguire la notte delle elezioni americane in modo accessibile e globale. “Dopo 41 anni nel settore, dalle notizie locali ai programmi televisivi ai notiziari via cavo, questa sembra la prossima grande novità. E il mercato globale di Amazon è la sede naturale per questa iniziativa unica nel suo genere”, ha affermato Brian Williams. “Insieme seguiremo la trama della notte delle elezioni, ovunque ci conduca”. Albert Cheng, VP di Prime Video, ha aggiunto: “Prime Video è entusiasta di ospitare Brian Williams per un evento speciale di una sola notte, la notte delle elezioni. Prime Video offre ai clienti l’accesso a una programmazione che delizia, informa e coinvolge, comodamente offerta in un’unica app centralizzata. Questo speciale live imparziale attingerà dalle principali fonti di notizie e completerà i vari canali di notizie partner disponibili su Prime Video. La nostra offerta completa è progettata per offrire allo spettatore di oggi un modo diretto e fluido per tenersi aggiornato sui risultati delle elezioni”. Il programma durerà almeno otto ore e gli spettatori potranno seguirlo gratuitamente, senza la necessità di un abbonamento. L’evento si inserisce nell’ambiziosa programmazione live di Amazon, che include già eventi sportivi come le partite della NFL e, dal 2025, della NBA.

Dieci anni di abusi denunciati nelle scuole di giornalismo

Molestie - Pixabay

“Voi con queste gonnelline mi provocate”. Questa è la frase con cui un formatore della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia si rivolgeva alle sue alunne durante le lezioni. A seguito di queste parole e delle accuse di comportamenti inappropriati, il formatore è stato allontanato dall’incarico. L’inchiesta, condotta dalle giornaliste Francesca Candioli, Roberta Cavaglià e Stefania Prandi e pubblicata il 16 ottobre 2024 su IrpiMedia, ha fatto luce su dieci anni di molestie e discriminazioni sessuali subite da studenti e studentesse. La ricerca ha raccolto 239 testimonianze, e un terzo delle studentesse ha raccontato di aver subito molestie verbali e sessuali o discriminazioni in classe o durante gli stage. L’inchiesta, accessibile sul sito di IrpiMedia, include prove concrete come screenshot di chat e registrazioni video. Tra le testimonianze emergono fatti gravi: mani sulle cosce, messaggi notturni, apprezzamenti inappropriati, e addirittura promesse di avanzamenti di carriera in cambio di attenzioni sessuali. Una delle testimonianze più emblematiche riguarda un giornalista che, durante una lezione, ha detto alle studentesse che con le loro “gonnelline corte” lo provocavano. In un’altra testimonianza, una stagista ha raccontato di aver ricevuto continui commenti sul suo abbigliamento da parte di un redattore, che la definiva “bella vestita da gitana”. Anche il Master Walter Tobagi di Milano è stato al centro delle denunce. Tre studentesse hanno riferito di essere state invitate a collaborare con una redazione, per poi subire avances da parte di un formatore. La studentessa che ha rifiutato le sue attenzioni è stata esclusa dalle attività redazionali. Ida, una studentessa della Luiss di Roma, ha raccontato di come un giornalista le abbia chiesto di andare a casa sua, insistendo nonostante il suo rifiuto, e descrivendo le sue sensazioni fisiche nel sentirla parlare. Molte altre storie provengono da redazioni in tutta Italia, dove studentesse e giovani giornaliste hanno subito molestie sia verbali che fisiche. Nella redazione di una televisione nazionale a Roma, una collaboratrice ha riferito di essere stata pubblicamente oggetto di apprezzamenti sul suo aspetto fisico da parte di un caporedattore, e dopo il suo rifiuto è stata privata di ulteriori incarichi. Nonostante queste testimonianze, poche denunce formali sono state fatte. Gianni Riotta, direttore del Master di Giornalismo e Comunicazione Multimediale della Luiss, ha confermato di non aver rinnovato il contratto al formatore accusato di molestie, sottolineando però che il fatto che l’alunna si sia confidata con loro dimostra un clima di fiducia. Carlo Bartoli, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, ha dichiarato che non ci sono state segnalazioni ufficiali, ma ha ribadito l’importanza di denunciare subito. La Cpo Fnsi, con un comunicato diffuso il 17 ottobre 2024, ha ripreso questi temi, sottolineando la necessità di combattere il sessismo e di creare un ambiente sicuro in cui le vittime possano sentirsi supportate nel denunciare le violenze. (Immagine da Pixabay)

BBC: tagli a 155 posti di lavoro e addio a HARDtalk

BBC sede

La BBC ha annunciato l’ennesimo round di tagli al personale, con la soppressione di 155 posti di lavoro, tra cui 130 giornalisti e 25 ruoli tecnici, per un risparmio complessivo di 24 milioni di sterline. L’emittente britannica, impegnata in un progetto di riduzione dei costi pari a 700 milioni di sterline l’anno, ha inoltre deciso di cancellare HARDtalk, uno dei suoi programmi di punta, noto per le interviste incisive a figure di rilievo della politica e dell’economia internazionale. Un trend preoccupante. Questi tagli si sommano a quelli già effettuati negli ultimi anni, che hanno visto migliaia di dipendenti perdere il lavoro, su un organico complessivo di oltre 40.000 persone. Tra i programmi colpiti c’è anche Newsnight, ridotto a soli 30 minuti di programmazione, nonostante fosse considerato un pilastro dell’approfondimento serale. Philippa Childes, leader del sindacato Bectu, ha espresso preoccupazione per questa tendenza, definendola “grave”. Se da una parte riconosce la necessità di risparmi, dall’altra sottolinea come questi tagli minaccino il giornalismo critico e d’inchiesta, un tratto distintivo della BBC a livello mondiale. Risorse limitate e geopolitica dell’informazione. Nonostante l’aumento del canone a 169,50 sterline annue deciso dal governo conservatore ad aprile, il direttore generale della BBC, Tim Davie, ha avvertito che il ridimensionamento delle risorse, in particolare per il World Service, potrebbe aprire la strada all’influenza mediatica di Cina e Russia. Una prospettiva che rischia di indebolire la posizione della BBC come fonte di informazione globale, soprattutto in un momento storico in cui la fiducia nel giornalismo è in crisi. Una questione politica. Il governo laburista di Keir Starmer, pur meno critico della BBC rispetto ai conservatori, non sembra intenzionato a destinare nuovi fondi all’emittente nel breve periodo, aggravando ulteriormente la situazione finanziaria dell’azienda.

Pirateria PDF dei quotidiani: 350 milioni di euro di danni ogni anno

Pirateria digitale

L’editoria italiana si trova ad affrontare un problema cronico e devastante: la pirateria digitale che coinvolge la distribuzione illecita dei quotidiani in formato PDF. Questo fenomeno, diffuso in maniera capillare e ripetitiva, coinvolge molte figure istituzionali e professionali, partendo dai parlamentari fino ai liberi professionisti, che ogni giorno ottengono e condividono copie integrali di giornali, senza che venga pagato alcun compenso agli editori. Questo “furto” sistematico rischia di far collassare un settore già duramente colpito dalla crisi economica e dall’evoluzione digitale. Ogni mattina, le copie dei maggiori quotidiani italiani, regionali e nazionali, di qualsiasi tendenza politica, vengono sottratte in massa dalle edicole o dalle piattaforme digitali e distribuite in maniera illecita. Si tratta di un fenomeno che avviene alla luce del sole, ma che viene raramente contrastato o punito, nonostante la sua ampia diffusione e il danno che provoca. I primi responsabili di questo furto di massa sono gli stessi membri delle istituzioni, come onorevoli e senatori, che utilizzano le credenziali per accedere ai servizi di rassegne stampa digitali riservate, offerte da Camera e Senato, per condividere i giornali con un numero sempre crescente di persone. Secondo quanto riportato su Il Giornale, il sistema funziona in maniera piuttosto semplice: le password per accedere alla “mazzetta digitale” parlamentare, che consente la lettura di giornali riservati, vengono condivise all’interno di reti private tra parlamentari, portaborse, manager, avvocati, e persino giornalisti. Da lì, i PDF dei quotidiani finiscono in gruppi di messaggistica come WhatsApp o, peggio ancora, su Telegram, dove esistono canali dedicati alla condivisione massiva di giornali e riviste. Uno dei gruppi più noti su Telegram, chiamato “Il Santo è in Chiesa”, conta più di 30.700 iscritti, tutti potenzialmente in grado di accedere a quotidiani e altre pubblicazioni senza pagare un centesimo. Un altro gruppo, “Edicola Download”, arriva a 56.000 membri, rendendo la diffusione di questi file completamente fuori controllo. Il danno causato da questa pirateria è enorme. Già nel 2022, un’indagine condotta dal Nucleo Frodi della Guardia di Finanza di Roma ha stimato che ben 430.000 utenti di smartphone e tablet scaricavano quotidiani in formato PDF ogni giorno, senza versare alcun contributo economico agli editori. Facendo una proiezione su scala nazionale, il danno complessivo subito dalle case editrici è stato calcolato in circa 350 milioni di euro all’anno, una cifra che mette seriamente a rischio la sopravvivenza di molte testate. Il fenomeno delle rassegne stampa illegali, che circolano all’interno delle istituzioni e delle professioni, aggiunge un ulteriore livello di complessità. In teoria, le rassegne stampa dovrebbero essere strumenti utili e limitati alla lettura di singoli articoli di interesse pubblico. Tuttavia, la realtà è ben diversa: spesso non solo i singoli articoli, ma anche intere edizioni di quotidiani vengono diffuse senza alcun controllo, con conseguenze devastanti per il settore editoriale. Le rassegne prodotte da ministeri, forze dell’ordine, e altri enti pubblici finiscono rapidamente in circolazione all’interno di reti private, raggiungendo un pubblico vasto e non autorizzato. Una singola rassegna può arrivare a coinvolgere migliaia di lettori, amplificando il danno economico subito dagli editori. Le case editrici si trovano così intrappolate in un circolo vizioso: da un lato, devono far fronte alla crescente domanda di contenuti digitali, ma dall’altro, vedono il loro lavoro sistematicamente depredato da una pirateria ormai fuori controllo. L’informazione di qualità, sostenuta dal lavoro di giornalisti e redazioni, perde valore ogni giorno che passa, mentre i PDF pirata si moltiplicano su canali e piattaforme digitali. Un tentativo di arginare il fenomeno è stato fatto dalla FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali), che nel 2020 ha richiesto la chiusura di numerosi canali Telegram che diffondevano illegalmente giornali e riviste. Tuttavia, la battaglia è ancora lontana dall’essere vinta. Il ricircolo continuo di gruppi chiusi e riaperti con nomi differenti rende complicato bloccare definitivamente la diffusione di contenuti pirata. Inoltre, l’uso di VPN (reti private virtuali) e di siti specializzati per il download di materiale editoriale ha ulteriormente ampliato le possibilità di accedere ai quotidiani senza passare dall’acquisto legale.

Lavoro e attualità: il Corriere lancia rubrica e podcast esclusivi

Ferruccio de Bortoli

Il Corriere della Sera arricchisce la sua offerta digitale con due nuovi appuntamenti esclusivi, pensati per offrire uno sguardo approfondito sui temi dell’attualità, del lavoro e della parità di genere. Queste iniziative sono rivolte sia agli abbonati che al pubblico più ampio di lettrici e lettori del quotidiano. La prima novità è la rubrica quotidiana “Frammenti”, curata da Ferruccio de Bortoli, rinomato editorialista del Corriere e già direttore del quotidiano in due occasioni. La rubrica, disponibile dal lunedì al venerdì sul sito corriere.it alle 12, offre uno spunto critico per decifrare il mondo e i suoi avvenimenti. Secondo de Bortoli, l’attualità è composta da frammenti di fatti che spesso sfuggono all’attenzione ma che, in realtà, sono indizi di fenomeni più complessi. Questi dettagli, anche se all’apparenza insignificanti, sono in grado di riportare alla mente eventi passati che, troppo velocemente, sono stati dimenticati, ma che possono aiutare a formare un’opinione consapevole su ciò che accade nel presente. Il titolo della rubrica, “Frammenti”, riflette proprio questa capacità di cogliere connessioni nascoste tra fatti diversi e apparentemente scollegati. L’obiettivo è di aiutare i lettori a orientarsi in un mondo sempre più complesso e rapido, dove gli eventi globali si intrecciano in maniera spesso difficile da decifrare. De Bortoli invita così a riflettere con spirito critico e a mantenere vivo il beneficio del dubbio, essenziale per una comprensione profonda dei fenomeni contemporanei. Sempre lunedì, il giornalista sarà coinvolto in un altro contenuto esclusivo per gli abbonati del Corriere: alle 16.30, in diretta video, parteciperà a una conversazione dal titolo “Lavoro debole: record di occupazione ma a quale prezzo?”, moderata da Maria Serena Natale. L’incontro affronterà un tema cruciale per il mercato del lavoro italiano. Nonostante i dati Istat mostrino una crescita dell’occupazione, con un aumento anche dei contratti a tempo indeterminato, la produttività e i salari non seguono lo stesso trend, restando ben al di sotto della media europea. Questo squilibrio porta a interrogarsi su quali siano i problemi strutturali del nostro sistema economico che impediscono al lavoro di rappresentare un vero motore di benessere per le famiglie italiane. Il lavoro è anche il tema centrale di un’altra importante novità che amplia ulteriormente l’offerta del Corriere: il podcast “Il Tempo delle Donne reloaded”, che riprende i temi principali della recente edizione dell’evento “Il Tempo delle Donne”, svoltosi a Milano dal 12 al 15 settembre 2024. Le sette puntate del podcast, pubblicate ogni lunedì, approfondiranno il tema del lavoro e della parità di genere in Italia, con interviste esclusive e contenuti audio dedicati. Il podcast si concentrerà su tre grandi divari che continuano a caratterizzare il mondo del lavoro italiano. Il primo è la partecipazione femminile: in Italia lavora solo la metà delle donne. Il secondo riguarda la disparità salariale, con retribuzioni nel settore privato inferiori rispetto a quelle degli uomini. Infine, solo un dirigente su cinque in Italia è donna, un dato che dimostra quanto ancora ci sia da fare per raggiungere una vera parità di genere nelle posizioni di leadership. Il podcast offrirà approfondimenti, storie e testimonianze che aiuteranno a capire meglio i meccanismi alla base di questi squilibri e a riflettere su possibili soluzioni. Questi nuovi contenuti arricchiscono ulteriormente l’offerta del Corriere, che già può contare su una base di 640mila abbonati e, secondo i dati Audicom, ha raggiunto 28,7 milioni di utenti sul proprio sito nel mese di agosto 2024.

Arresto in contumacia per i giornalisti Rai Battistini e Traini

Battistini-Traini

La Russia ha emesso un ordine di arresto in contumacia nei confronti dei giornalisti Rai Stefania Battistini e Simone Traini, accusati di “attraversamento illegale del confine” dall’Ucraina. I due reporter, che sono rientrati in Italia lo scorso agosto, avevano documentato l’incursione delle forze ucraine nella regione russa di Kursk durante l’estate. Secondo i media russi, un tribunale della regione di Kursk ha chiesto la loro estradizione, disponendo la “custodia cautelare” sul territorio russo o “dal momento dell’estradizione”. Il tribunale distrettuale Leninsky di Kursk ha accolto la mozione dell’ufficio regionale del servizio di frontiera russo, che accusa Battistini e Traini di essere entrati illegalmente in Russia per girare un servizio televisivo sulla situazione ucraina. Il servizio stampa della magistratura della regione ha confermato la notizia tramite l’agenzia Interfax: “Simone Traini e Stefania Battistini entrati illegalmente in Russia dall’Ucraina per girare un servizio televisivo sulla situazione ucraina”, si legge nella dichiarazione ufficiale. Battistini è la prima giornalista italiana a essere finita nella lista dei ricercati russi in seguito a queste accuse. Il suo operatore, Simone Traini, è stato inserito nello stesso elenco. Entrambi sono stati coinvolti in un’indagine avviata dall’FSB russo, che ha aperto un procedimento penale a loro carico dopo aver documentato le riprese effettuate nella zona di Sudzha, al confine tra Ucraina e Russia. Quest’area, a inizio agosto, è stata teatro di un’incursione delle forze ucraine, e le autorità russe sostengono che i giornalisti abbiano violato il confine senza autorizzazione. L’episodio ha avuto rilevanza internazionale, con altri giornalisti stranieri inseriti nella lista dei ricercati dalla Russia. Tra questi, il corrispondente della CNN Nick Walsh, Nicholas Simon Connolly di Deutsche Welle, e due giornaliste ucraine, Diana Butsko e Olesya Borovik. L’inclusione di Battistini e Traini in questo elenco ha suscitato una reazione forte da parte del governo italiano. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aveva già manifestato preoccupazione lo scorso settembre, dichiarando: “Ho fatto convocare alla Farnesina l’ambasciatore della Federazione russa in Italia per manifestare la nostra sorpresa a causa della singolare decisione di Mosca di inserire la giornalista Battistini nella lista dei ricercati diramata dal ministero dell’Interno russo“. La Rai ha denunciato l’inserimento della giornalista Stefania Battistini e dell’operatore Simone Traini nella lista dei ricercati russi, definendo tale decisione una violazione della libertà d’informazione. L’emittente ha elogiato il lavoro esemplare e obiettivo dei due reporter e ha dichiarato che difenderà la libertà di stampa e tutelerà i propri giornalisti in ogni sede.

Russia, attacco hacker sulla tv pubblica Vgtrk

Attacco hacker tv pubblica russa Vgtrk

Un attacco informatico massiccio ha colpito nelle prime ore di lunedì 7 ottobre la Vgtrk, la principale società radiotelevisiva statale della Russia, mandando in tilt le trasmissioni online e broadcast di oltre 20 canali tv, tra cui Rossiya 1 e Rossiya 24. L’attacco, definito “senza precedenti” dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, è stato rivendicato dal gruppo di hacker filo-ucraini Sudo rm-RF, che avrebbe agito proprio nel giorno del 72esimo compleanno del presidente Putin. Come negli anni precedenti, scrive la Tass, il capo dello Stato festeggerà il suo compleanno al lavoro. Di norma, Putin inizia a ricevere congratulazioni dai leader stranieri sotto forma di telegrammi e telefonate al mattino. Nella prima metà della giornata sono programmati diversi incontri di lavoro privati. In serata, Putin incontrerà i capi di Stato della Csi, che si riuniranno a Mosca in vista del vertice di domani. Putin non parla mai pubblicamente del suo compleanno – sottolinea l’agenzia russa – e cerca di evitare di attirare inutilmente l’attenzione sull’argomento. “È il mio compleanno, non è una festa nazionale. Mi sembra immodesto esagerare l’importanza di questo evento”, ha sottolineato. Secondo il sito di notizie Gazeta.ru, citando una fonte anonima, “tutte le informazioni sui server, anche le copie di backup, sono state distrutte, le trasmissioni online e i servizi interni non funzionano, non c’è internet né telefono”. Tuttavia, la Vgtrk ha minimizzato i danni, sostenendo che “non è stato causato alcun danno significativo al lavoro della holding mediatica” e che “tutto sta operando di nuovo normalmente”. Peskov ha espresso il suo sostegno alle emittenti colpite, definendo la Vgtrk come “un’infrastruttura critica” e ha annunciato che gli specialisti stanno lavorando per determinare i responsabili. “Il nostro patrimonio informativo statale, uno dei più grandi, ha dovuto affrontare un attacco hacker senza precedenti alla sua infrastruttura digitale”, ha dichiarato Peskov. Il gruppo di hacker filo-ucraini Sudo rm-RF ha già rivendicato la paternità dell’azione. Il loro nome fa riferimento a un comando utilizzato nei sistemi Unix e Linux per eliminare file e directory in modo irreversibile. Rm significa “remove”, mentre RF sta per “recursive force”. Questo gruppo non è nuovo a questi attacchi, ma l’azione di lunedì ha avuto un forte valore simbolico, essendo avvenuta proprio nel giorno del compleanno di Vladimir Putin.

Radio Rai, 100 anni di storia

Francobollo Rai

Il 6 ottobre del 1924, dalla stazione di Roma dell’Unione Radiofonica Italiana, si diffuse nell’etere il primo programma quotidiano di trasmissioni radiofoniche in Italia. Da quell’evento pionieristico, sono trascorsi cento anni segnati da imponenti trasformazioni politiche, sociali e tecnologiche. In occasione del 100° anniversario della Radio Rai, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto celebrare questo traguardo con un messaggio che sottolinea l’importanza storica e culturale di questa istituzione. Con la nascita della Repubblica la radio e, successivamente, la televisione, divennero un pilastro della costruzione civile e democratica del nostro Paese, diffondendo il pluralismo, promuovendo il dialogo e la partecipazione, trasmettendo alfabetizzazione e cultura”, ha dichiarato Mattarella, evidenziando il ruolo fondamentale della radio nella crescita civile del Paese. La radio, e in seguito la televisione, hanno svolto un ruolo centrale nella promozione di valori come pluralismo e partecipazione, contribuendo all’alfabetizzazione e alla diffusione della cultura tra i cittadini italiani. Mattarella ha inoltre ricordato l’importanza del contributo della televisione alla formazione della lingua italiana moderna:” Il lessico della televisione contribuì alla nascita della lingua italiana moderna, agevolando la formazione di una comunità linguistica e di valori condivisi, in cui tutti gli italiani potevano riconoscersi”. Questo processo ha aiutato a creare una comunità nazionale coesa, favorendo la condivisione di valori comuni. Guardando al futuro, il presidente ha sottolineato le sfide che la Rai deve affrontare in un contesto dominato dal pluralismo delle emittenti, dalle piattaforme digitali e dai social media. Tuttavia, Mattarella ha ribadito che la missione della Rai rimane invariata: “Oggi, la Rai, erede di una storia di così grande rilievo, si misura con altre sfide, in un contesto caratterizzato dal pluralismo delle emittenti televisive, dalle piattaforme digitali e dai social, in cui la Rai continua ad avere come missione quella di operare per la promozione della libera informazione e della cultura”. Il presidente ha concluso il suo messaggio elogiando le doti che hanno permesso alla Rai di ottenere prestigiosi risultati: indipendenza, autorevolezza, pluralità delle opinioni, originalità, professionalità e innovazione. Questi valori hanno reso la Rai una voce autorevole e affidabile nel panorama dell’informazione italiana, nonché uno dei maggiori centri di produzione e diffusione culturale. “L’augurio che rivolgo alla Rai, ai suoi dirigenti, ai tanti che vi lavorano è di continuare a essere specchio fedele della ricchezza inestimabile della società italiana e, insieme, impulso di progresso nel solco dei valori di libertà, democrazia, giustizia, solidarietà e pace sanciti dalla Costituzione repubblicana”, conclude il capo dello Stato. (in in foto, il francobollo celebrativo dei 100 anni della Radio)