Ordigno esplode sotto l’auto di Sigfrido Ranucci: paura per la figlia, potevano ucciderla

Questa notte, intorno alle 22, a Campo Ascolano, frazione tra Roma e Pomezia, un ordigno esplosivo è stato piazzato sotto l’auto del giornalista e conduttore di Report, Sigfrido Ranucci. L’esplosione ha distrutto il veicolo e danneggiato gravemente anche l’altra macchina di famiglia e la facciata dell’abitazione vicina. Sul posto sono intervenuti carabinieri, Digos, vigili del fuoco e polizia scientifica per i rilievi e la messa in sicurezza dell’area. La Procura competente è stata immediatamente informata e ha avviato le indagini. Nel post pubblicato sul profilo social della trasmissione Report si legge: “L’auto è saltata in aria, danneggiando anche l’altra auto di famiglia e la casa accanto. La potenza dell’esplosione è stata tale per cui avrebbe potuto uccidere chi fosse passato in quel momento”. Secondo quanto riferito dal giornalista, “è stato utilizzato almeno un chilo di esplosivo”. Nessuno è rimasto ferito, ma i danni materiali sono ingenti. La seconda auto coinvolta, usata abitualmente dalla figlia di Ranucci, era stata parcheggiata pochi minuti prima, intorno alle 21.40. In un’intervista rilasciata al Corriere, Ranucci ha raccontato: “Mia figlia è passata davanti alla mia auto pochi minuti prima dell’esplosione, potevano ammazzarla”. Il giornalista ha aggiunto che “potrebbe non essere una coincidenza” il fatto che, pochi giorni prima, avesse annunciato i temi delle nuove inchieste di Report. Le indagini puntano ora a chiarire se ci sia un legame tra l’attentato e l’attività professionale del conduttore. Gli investigatori stanno esaminando le telecamere di sorveglianza della zona e raccogliendo testimonianze per ricostruire le fasi dell’attentato. Le fiamme, divampate subito dopo la deflagrazione, sono state domate dai vigili del fuoco, che hanno lavorato a lungo per impedire che l’incendio si estendesse ad altre abitazioni. Gli artificieri e la scientifica hanno rinvenuto diversi frammenti riconducibili a due distinti ordigni artigianali. (Credits foto di copertina: www.corriere.it)
Nasce la Fondazione Editoriale Domani di De Benedetti

A Roma è ufficialmente nata la Fondazione Editoriale Domani, che diventa l’unico azionista di Editoriale Domani S.p.A., casa editrice del quotidiano Domani. La fondazione, voluta da Carlo De Benedetti, è stata istituita per garantire al giornale un futuro autonomo e indipendente, realizzando così la promessa fatta dall’imprenditore fin dalla nascita della testata nel 2020. L’operazione, gestita dallo studio legale Morri Rossetti & Franzosi, ha consentito alla nuova fondazione di acquisire l’intero capitale sociale di Editoriale Domani. Il team composto dal dottor Davide Rizzo, partner, e dall’avvocata Valentina Bianchin, senior associate, ha curato gli aspetti finanziari e legali dell’accordo. Secondo quanto si legge nella nota diffusa dallo studio, la Fondazione Editoriale Domani diventa così socio unico della società editrice, completando un riassetto pensato per assicurare stabilità e indipendenza alla testata. L’ingegnere De Benedetti, che oggi ha 90 anni, aveva annunciato l’intenzione di creare una fondazione già durante il quinto anniversario del quotidiano, celebrato il 15 settembre. “La mia idea da sempre era che, quando il giornale fosse stato in equilibrio economico, l’avrei passato a una fondazione. E oggi, cogliendo l’occasione del compleanno dei cinque anni, rispetto quella promessa”, ha dichiarato. L’imprenditore ha sottolineato di voler restare vicino al progetto editoriale: “Continuerò a seguire con passione il giornale, anche se non sarà più mio ma della fondazione”. La Fondazione Editoriale Domani sarà dotata di una dote iniziale di 4 milioni di euro e avrà il compito di proseguire la linea editoriale fondata sui principi di progressismo, indipendenza e riformismo. De Benedetti ha spiegato che, insieme ad Antonio Campo Dall’Orto, verranno individuate “persone di alto profilo, in sintonia con la vocazione editoriale del giornale”, per garantire una direzione culturale forte e coerente. Dal punto di vista economico, il quotidiano Domani non ha ancora raggiunto il pareggio di bilancio, ma le perdite, oggi vicine al milione di euro, dovrebbero azzerarsi entro un anno grazie alla crescita del digitale e a una strategia di abbonamenti mirati attraverso le newsletter. Il giornale, diretto da Emiliano Fittipaldi, punta a rafforzare il rapporto con i lettori e a consolidare la propria presenza online. La decisione di De Benedetti rappresenta un passaggio importante nella storia recente dell’editoria italiana. L’imprenditore, dopo aver lasciato il gruppo Gedi e la guida di Repubblica, aveva fondato Domani nel pieno della pandemia, con l’obiettivo di creare un giornale libero da partiti e interessi economici. “Ho coltivato la mia indipendenza e le mie idee di libertà. Così è nato Domani, per non lasciare morire quel filone di indipendenza, internazionalismo e cultura”, ha ricordato. Con la nascita della Fondazione, De Benedetti consegna così la sua creatura editoriale a un organismo senza fini di lucro, pensato per tutelare nel tempo l’autonomia del giornalismo e la libertà dell’informazione.
ChatGPT apre ai contenuti erotici per adulti verificati

Da dicembre 2025, gli utenti adulti di ChatGPT potranno accedere a conversazioni con contenuti erotici, ma solo dopo una verifica dell’età. Lo ha annunciato Sam Altman, amministratore delegato di OpenAI, in un post pubblicato sulla piattaforma X, spiegando che “gli utenti adulti saranno trattati come adulti” quando la società avrà completato l’implementazione dei nuovi limiti di età. Si tratta di un cambio importante nella politica di OpenAI, che finora ha vietato ogni tipo di contenuto per adulti all’interno delle conversazioni di ChatGPT. Altman ha precisato che le versioni precedenti del chatbot erano state rese “piuttosto restrittive” per proteggere gli utenti da rischi legati alla salute mentale, ma questo ha finito per rendere l’intelligenza artificiale “meno utile per molti”. Secondo l’amministratore delegato, la nuova impostazione permetterà agli utenti di scegliere anche diverse personalità del chatbot, con comportamenti e stili comunicativi personalizzati. Queste funzioni saranno basate sull’ultimo aggiornamento di GPT-4o, la versione più recente del sistema di linguaggio di OpenAI. “Tra qualche settimana – ha scritto Altman – pubblicheremo una nuova versione di ChatGPT. Se vuoi che risponda in modo molto umano o usi un sacco di emoji, o si comporti come un amico, dovrebbe farlo ma solo se lo desideri tu”. Per la gestione dei contenuti per adulti, la piattaforma utilizzerà un sistema di verifica dell’età, necessario per accedere alle nuove funzioni. Nelle ultime settimane OpenAI ha già introdotto un’esperienza dedicata ai minorenni, che blocca automaticamente materiale esplicito e adatta le risposte all’età dell’utente. La società sta inoltre sperimentando una tecnologia predittiva in grado di stimare se un utente ha più o meno di 18 anni, analizzando il suo comportamento durante l’interazione. L’annuncio ha attirato l’attenzione anche delle autorità europee, impegnate a rafforzare le regole sulla protezione dei minori online. L’Unione Europea, attraverso la legge sui servizi digitali (DSA), ha chiesto ai principali operatori tecnologici di spiegare come intendano garantire la sicurezza dei più giovani. In parallelo, negli Stati Uniti, la Federal Trade Commission ha richiesto informazioni a varie aziende, tra cui OpenAI e xAI di Elon Musk, per valutare l’impatto dei chatbot sui minori. Il tema dei comportamenti dannosi e della dipendenza emotiva legata all’uso dell’intelligenza artificiale è oggetto di crescente attenzione. Di recente, alcune segnalazioni hanno evidenziato casi di utenti che sviluppano legami affettivi con i chatbot. Un sondaggio del Centre for Democracy and Technology, un’organizzazione no-profit statunitense, ha indicato che uno studente su cinque ha tentato di instaurare una relazione sentimentale con un’IA. La decisione di OpenAI arriva in un contesto competitivo in cui diverse aziende stanno esplorando forme di interazione più umane tra utenti e intelligenze artificiali. Tra i rivali di ChatGPT, la piattaforma Grok, di proprietà di Elon Musk, ha recentemente introdotto i cosiddetti “compagni animati”, tra cui personaggi digitali ispirati al mondo dei cartoni orientali. (In foto, Sam Altman)
Fieg denuncia Google all’Agcom: “AI Overviews minaccia i media”

Gli editori italiani associati alla Fieg hanno presentato oggi, a Roma, un reclamo formale all’Agcom contro il servizio “AI Overviews” di Google, chiedendo che venga verificata la sua conformità al Digital Services Act (DSA). Il reclamo arriva dopo l’introduzione in Italia di questa funzione, che utilizza l’intelligenza artificiale per fornire risposte dirette agli utenti all’interno dei risultati di ricerca, senza che sia necessario visitare i siti delle fonti originali. Secondo la Fieg, questa modalità di ricerca sta riducendo in modo significativo la visibilità dei contenuti editoriali, con conseguenze negative per il settore dell’informazione e per l’equilibrio economico degli editori. L’associazione spiega che “Google sta diventando un ‘traffic killer’”, perché le risposte generate dall’AI vengono mostrate prima dei link ai siti dei giornali, scoraggiando gli utenti dal cliccarci sopra. Nella nota tecnica inviata all’Agcom, la federazione sottolinea che questa pratica si traduce in una diminuzione degli accessi alle pagine web delle testate giornalistiche, con un impatto diretto sui ricavi pubblicitari e quindi sulla sostenibilità economica del settore. L’effetto, secondo gli editori, è quello di limitare la diversità dei media e la pluralità dell’informazione, elementi fondamentali per la democrazia e la corretta informazione dei cittadini. La segnalazione all’Agcom, che in Italia ricopre il ruolo di Coordinatore nazionale dei Servizi Digitali, è parte di un’azione coordinata a livello europeo. Anche ENPA, l’associazione europea degli editori, ha promosso una iniziativa analoga presso i Coordinatori dei Servizi Digitali di altri Paesi dell’Unione Europea, con l’obiettivo comune di ottenere dalla Commissione Europea l’apertura di un procedimento formale ai sensi del DSA. Il Digital Services Act, entrato in vigore nel 2024, stabilisce regole precise per i grandi operatori digitali, imponendo obblighi di trasparenza, responsabilità e equità nei confronti dei contenuti e dei servizi offerti. Secondo la Fieg, le funzioni AI Overviews e AI Mode introdotte da Google violerebbero alcune di queste disposizioni, creando una concorrenza diretta ai contenuti editoriali e alterando l’ecosistema informativo online. La federazione degli editori italiani ha quindi chiesto che l’Agcom valuti l’operato di Google e verifichi se le sue nuove funzionalità rispettino gli obblighi previsti dalla legge europea. La richiesta è ora al vaglio delle autorità competenti, mentre gli editori ribadiscono la necessità di tutelare la sostenibilità del giornalismo e la libertà d’informazione in un contesto digitale in rapida trasformazione.
AI, cioè Assenza di Intelligenza (umana): ChatGPT firma un articolo a La Provincia

Il problema non è ChatGPT. Il problema è un giornalismo che si è spento da solo. Redazioni allo stremo, controlli saltati, tempo zero e salari da fame. I giornalisti spremuti come limoni devono sfornare pezzi in serie, come bulloni in una fabbrica di parole. E quando serve chiudere entro le 19, l’intelligenza artificiale diventa la scorciatoia perfetta. Finché non esplode in faccia. È successo a La Provincia: un articolo di cronaca sui traffici di droga a Civitavecchia è finito con una frase che non lascia scampo. “Vuoi che lo trasformi in un articolo da pubblicare su un quotidiano (con titolo, occhiello e impaginazione giornalistica) o in una versione più narrativa da magazine d’inchiesta?” Chiunque abbia mai aperto ChatGPT l’ha riconosciuta subito. Non serviva un’inchiesta: bastava leggere. Eppure nessuno lo ha fatto. Il testo è andato in stampa così, con dentro un pezzo di conversazione tra giornalista e chatbot. Non un refuso, ma una firma involontaria dell’epoca che stiamo vivendo. A segnalare la svista è stato News9, che ha diffuso la foto sui social. Da lì il caso è diventato virale: risate, ironie, meme, e il solito dibattito sull’AI che “minaccia il giornalismo”. Ma la verità è un’altra: il giornalismo si sta distruggendo da solo, e l’intelligenza artificiale sta solo tenendo lo specchio. C’è poi un piccolo paradosso: lo stesso News9 che denuncia l’uso dell’AI pubblica sul proprio profilo Instagram immagini evidentemente generate da software come Midjourney o Firefly. Segno dei tempi: tutti accusano la macchina, nessuno rinuncia a usarla. È ipocrisia 2.0. E se le parole possono inciampare, le immagini mentono ancora meglio. Un’illustrazione ben fatta può falsare la realtà più di un titolo, come si è visto con alcune ricostruzioni grafiche sulla Global Sumud Flotilla intercettata da Israele. Ma anche questo passa in secondo piano, travolto dalla fretta del prossimo post. In tanti hanno riso dell’errore di La Provincia. Pochi hanno guardato oltre. Perché il punto non è la gaffe, ma il sistema che la rende possibile: redazioni ridotte all’osso, caporedattori che devono chiudere venti pagine con quattro persone e nessuno che abbia il tempo di leggere fino in fondo un pezzo prima di mandarlo in stampa. ChatGPT non ha rovinato il giornalismo: lo ha solo smascherato. Ha mostrato quanto sia fragile, improvvisato, in balia della fretta. E quanto serva disperatamente una cosa che non si può automatizzare: la responsabilità. Perché senza un cervello umano che controlla, corregge, decide, anche il miglior strumento diventa un’arma contro chi lo usa. La macchina non è il problema. Il problema è che, in redazione, non c’è più nessuno a tenerla d’occhio. E se continuiamo così, tra poco non ci sarà più neppure nessuno a scrivere.
Dal 1945 al 2025, il Giornale di Brescia festeggia 80 anni con una mostra nel centro storico

Il Giornale di Brescia compie ottant’anni e celebra il suo anniversario con una mostra che ripercorre la storia della città e della sua comunità. Fondato il 27 aprile 1945, all’indomani della fine della guerra, il quotidiano ha accompagnato la ricostruzione di Brescia dalle macerie del conflitto fino alla crescita economica e sociale di oggi. I festeggiamenti si sono aperti con la visita dei lettori alla sede del giornale in via Solferino e proseguono ora con l’esposizione “Il Giornale di Brescia nella storia. 1945-2025. Sguardi su Brescia e sull’Italia”, inaugurata a Palazzo Negroboni in piazza Paolo VI e visitabile gratuitamente fino al 16 novembre. Il percorso, curato dallo storico Roberto Chiarini e dalla professoressa Elena Pala, non vuole essere una celebrazione autoreferenziale, ma un racconto corale che unisce il giornale e i suoi lettori. “Abbiamo voluto raccontare il Giornale di Brescia, che è fatto dei suoi giornalisti, dei suoi tipografi e degli amministratori”, ha spiegato Pala. “E al tempo stesso abbiamo voluto raccontare la comunità dei lettori. Queste due anime diventano un’unica voce”. Il presidente di Editoriale Bresciana, Pierpaolo Camadini, ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa: “Con questa esposizione apriamo le porte di casa su ottant’anni di memoria, quella memoria che è di tutti noi: del Giornale di Brescia e dei suoi lettori”. Il progetto si articola in tre parole chiave: Leggere, Scrivere e Aiutare. Durante la serata inaugurale, numerosi interventi hanno evidenziato il valore del giornale come punto di riferimento in un’epoca di fake news e comunicazione frammentata. “Questa mostra è l’antitesi di ciò che sta accadendo nel mondo: siamo travolti da un’informazione invasiva, il ruolo di testate autorevoli come il GdB diventa dunque fondamentale”, ha dichiarato Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A. Le immagini esposte provengono dall’archivio storico del quotidiano, un patrimonio di copie cartacee e fotografie che documentano la trasformazione della provincia bresciana. Gabriele Colleoni, già vicedirettore del GdB, ha selezionato gli scatti che meglio raccontano l’evoluzione di una terra passata da agricola a industriale e oggi inserita in un contesto cosmopolita. “In ottant’anni siamo cresciuti più che negli otto secoli precedenti”, ha osservato lo storico Roberto Chiarini, sottolineando il salto demografico, urbanistico e sociale vissuto dal territorio. La rassegna resterà aperta dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 18, con apertura straordinaria fino alle 23 in occasione della Notte della Cultura di sabato 4 ottobre. (Credits foto: www.giornaledibrescia.it)
BBC, AFP, AP e Reuters presentano un corto per chiedere ingresso ai media a Gaza

La BBC, insieme ad Agence France-Presse, Associated Press e Reuters, ha lanciato un cortometraggio per chiedere alle autorità israeliane di consentire l’ingresso ai giornalisti internazionali nella Striscia di Gaza. Il film è stato narrato dal giornalista della BBC David Dimbleby e raccoglie immagini di cronaca che mostrano come il giornalismo indipendente sia stato fondamentale nei momenti chiave della storia recente. La richiesta arriva a quasi due anni dal 7 ottobre, data in cui il mondo ha visto le atrocità di Hamas e da cui è iniziata una guerra che continua ancora oggi. Dalla metà del 2021, infatti, ai giornalisti stranieri indipendenti non è permesso entrare a Gaza, dove il racconto del conflitto è affidato quasi interamente ai cronisti palestinesi che operano in condizioni difficili e rischiose. Nel cortometraggio è presente anche l’intervento della CEO di BBC News, Deborah Turness, che ha affermato: “Come giornalisti, registriamo la prima bozza della storia. Ma in questo conflitto, il lavoro di cronaca è affidato esclusivamente a un piccolo numero di giornalisti palestinesi, che stanno pagando un prezzo terribile. Sono passati quasi due anni dal 7 ottobre, quando il mondo ha assistito alle atrocità di Hamas. Da allora, a Gaza infuria una guerra, ma ai giornalisti internazionali non è permesso entrare. Ora dobbiamo essere lasciati entrare a Gaza. Dobbiamo lavorare a fianco dei giornalisti locali, così possiamo tutti portare i fatti al mondo”. Il film è stato presentato in anteprima a New York il 24 settembre, durante un evento del Comitato per la protezione dei giornalisti, in contemporanea con l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Oggi l’accesso dei giornalisti internazionali indipendenti a Gaza resta vietato.
i Paper taglia 17 posti di lavoro e investe in benessere, video, opinione e finanza

L’i Paper sta tagliando 17 posti di lavoro mentre allo stesso tempo reinveste in nuovi settori considerati in crescita. La decisione riguarda il personale del giornale britannico, che fa parte del gruppo DMGT, e arriva in una fase in cui la testata vuole concentrare risorse in aree come Opinione, Benessere, Stile di vita, Finanza e contenuti video per i social media. Secondo quanto appreso, l’i Paper sta parallelamente assumendo circa una dozzina di nuove figure, tra nuovi ingressi e sostituzioni di dipendenti che hanno lasciato l’azienda. Il National Union of Journalists (NUJ) ha confermato che i tagli riguarderanno 17 ruoli, mentre verranno creati sette nuovi posti. Andy Smith, responsabile organizzativo del sindacato, ha dichiarato: “A quanto ci risulta, 17 posizioni sono a rischio, con l’azienda che ne sta creando sette nuove. Il NUJ sta supportando i membri nel processo di consultazione e sta cercando di capire perché l’azienda stia decantando il suo successo contemporaneamente alla proposta di tagli di posti di lavoro”. Prima di questi tagli, la redazione dell’i Paper contava 153 persone. Nei prossimi mesi sono previste ulteriori assunzioni, a conferma della volontà del giornale di continuare a crescere in alcune aree chiave. L’i Paper è stato recentemente premiato come sito web nazionale dell’anno ai Future of Media Awards 2025 di Press Gazette. I giudici hanno sottolineato “l’impressionante crescita del pubblico, alcune interessanti innovazioni e la mancanza di alleanze politiche per creare fiducia. È anche molto facile da navigare”. Il giornale è stato acquistato nel 2019 da DMGT per 49,6 milioni di sterline. Secondo gli ultimi dati finanziari disponibili, al termine dell’anno fiscale chiuso a settembre 2021 i ricavi erano di 32 milioni di sterline. A febbraio 2025 DMGT ha comunicato un utile operativo in aumento del 34% nella divisione media di consumo, che comprende i Paper, Mail, Metro e New Scientist, con ricavi complessivi pari a 613 milioni di sterline, in calo del 2% su base annua. Negli ultimi mesi, l’i Paper ha anche modificato la propria offerta commerciale: è stato uno dei pochi quotidiani britannici a aumentare il prezzo dell’abbonamento digitale annuale, passato da 69,99 sterline a 79,99 sterline tra gennaio 2024 e gennaio 2025. Sul fronte della diffusione cartacea, ad agosto 2025 la testata ha registrato una tiratura di 117.173 copie, con un aumento mensile dello 0,9% ma un calo del 7,2% rispetto all’anno precedente.
The Observer nomina Mike Duffy primo direttore commerciale

The Observer ha nominato il suo primo direttore commerciale sei mesi dopo la vendita dal Guardian a Tortoise Media. La scelta è caduta su Mike Duffy, manager con una lunga esperienza internazionale, che arriva dalla rivista Time, dove era vicepresidente e responsabile delle attività per Europa, Medio Oriente e Africa. Duffy avrà il compito di guidare la nuova strategia pubblicitaria e le partnership commerciali del giornale, rafforzando i rapporti con agenzie e marchi. L’operazione segna un passo importante perché l’Observer, che dal mese di aprile era in una fase di transizione, si prepara a diventare completamente indipendente dal team pubblicitario del Guardian. L’accordo di co-vendita della pubblicità tra i due giornali, attivo dalla cessione ad aprile, terminerà infatti il 10 ottobre. Duffy ha già ricoperto ruoli di primo piano in altre realtà editoriali: è stato direttore vendite per l’area EMEA di Forbes e direttore clienti globale al Financial Times. Presentando i suoi obiettivi, ha dichiarato: “Si tratta di un’opportunità unica per ricostruire The Observer come partner significativo per i marchi che desiderano pubblicizzare, riunirsi e raccontare la propria storia. La mia ambizione, insieme al team commerciale, è quella di costruire un’azienda grande quanto il marchio, che onori la straordinaria tradizione di The Observer e che al contempo dia forma a un nuovo, audace futuro”. Il nuovo direttore commerciale riporterà ai due co-amministratori delegati dell’Observer, Emma Sullivan e Richard Furness. A rafforzare il settore pubblicitario entrerà anche Nick Territt, ex direttore dei giornali del Times e del Sunday Times, chiamato a ricoprire il ruolo di direttore della pubblicità. In parallelo, l’Observer ha annunciato la nascita di uno studio creativo interno, chiamato Studio 1791, che lavorerà con i brand per sviluppare contenuti capaci di proporre “narrazioni potenti e affidabili che creino un legame profondo con il pubblico”.
A Milano la nuova Scuola di Giornalismo SEmi, con borsa di studio finale per giovani

Il 18 ottobre 2025 a Milano prenderà il via la Scuola di Giornalismo Internazionale SEmi, un progetto gratuito rivolto a studenti e giovani professionisti già in possesso delle basi del mestiere, che desiderano rafforzare le proprie competenze e sviluppare una prospettiva globale sul giornalismo. L’iniziativa nasce dall’Associazione della Stampa Estera di Milano, con l’obiettivo di rispondere a una crescente necessità di formare giornalisti capaci di raccontare il mondo in un contesto sempre più interconnesso. Il percorso si terrà nella sede dell’Associazione, in Via della Palla 1 a Milano, e si articolerà in otto moduli interdisciplinari distribuiti su otto settimane, ogni sabato dalle 10 alle 17. Le lezioni saranno tenute da giornalisti indipendenti e corrispondenti di testate internazionali, che condivideranno la loro esperienza diretta offrendo strumenti concreti di lavoro e un confronto con le dinamiche attuali dell’informazione globale. Grazie alla collaborazione con Fondazione Cariplo, al termine del corso verrà pubblicato un bando per una borsa di studio. Il premio sarà destinato alla migliore proposta di pitch editoriale tra quelle sviluppate dai partecipanti, con l’obiettivo di sostenere la crescita professionale dei giovani nel settore. La Scuola SEmi rappresenta così un’opportunità di formazione e di networking per chi intende intraprendere un percorso nel giornalismo internazionale, con l’accesso a un contesto unico di confronto, scambio di idee e crescita professionale. Le modalità di iscrizione e tutte le informazioni utili sono disponibili sul sito ufficiale: stampaestera.it/scuolagiornalismo.