Karen Attiah, editorialista del Washington Post, è stata licenziata dopo aver pubblicato post sui social in seguito all’uccisione dell’attivista di destra Charlie Kirk, avvenuta la scorsa settimana negli Stati Uniti. L’annuncio è arrivato direttamente dalla giornalista, che in un lungo testo su Substack ha raccontato le motivazioni alla base della decisione presa dal quotidiano.
Attiah ha spiegato che i suoi messaggi erano stati giudicati “inaccettabili” dalla direzione del Post. Nei post aveva condannato la violenza politica, espresso dolore per le vittime delle armi da fuoco e criticato quella che ha definito una scarsa volontà dell’“America bianca” di affrontare la questione della diffusione delle armi. Secondo il documento di licenziamento, diffuso dalla stessa giornalista, i suoi contenuti avrebbero violato la policy interna che impone agli impiegati di mantenere rispetto e neutralità sui social, evitando commenti offensivi su base razziale o di genere.
L’editorialista ha sottolineato di non aver mai celebrato la morte di Kirk. “Il mio unico riferimento diretto a Kirk è stato alle sue stesse parole registrate”, ha scritto, spiegando che non intendeva né giustificare né incitare alla violenza. Alcuni suoi messaggi, tuttavia, hanno riportato frasi attribuite a Kirk che secondo altre testate sarebbero state parzialmente scorrette o decontestualizzate.
Il Washington Post non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sul caso. Il licenziamento si inserisce in una fase di trasformazione della sezione Opinioni del giornale, dopo l’annuncio del proprietario Jeff Bezos di voler orientare la linea editoriale a sostegno di “libertà personali” e “liberi mercati”. Negli ultimi mesi numerosi giornalisti e opinionisti hanno lasciato la testata.
Attiah ha affermato di essere rimasta sorpresa dalla rapidità della decisione: “Hanno affrettato il mio licenziamento senza nemmeno un confronto”, ha scritto, aggiungendo di essere stata l’ultima editorialista afroamericana a tempo pieno nella sezione Opinioni. Il sindacato interno del Post ha diffuso un comunicato di sostegno, definendo il provvedimento “ingiusto” e contrario ai principi di libertà di espressione.
Anche altre redazioni statunitensi hanno interrotto rapporti di lavoro dopo commenti online legati all’uccisione di Kirk. L’emittente MSNBC ha licenziato l’analista Matthew Dowd, che in diretta televisiva aveva collegato l’omicidio ai discorsi d’odio diffusi dall’attivista. Parallelamente, influencer conservatori hanno avviato campagne per identificare e segnalare alle aziende chiunque avesse pubblicato contenuti percepiti come celebrativi della morte di Kirk.
Karen Attiah, che ha lavorato per undici anni al Washington Post, ha ringraziato i lettori e i colleghi: “Oltre a premi e riconoscimenti, il dono più grande è stato connettermi con chi mi ha letto e seguito in tutto il mondo”.
(Credits foto copertina: Primaonline)