Trump accusa la BBC: “Manipolato il mio discorso”, chiesto 1 miliardo

Donald Trump

Trump ha inviato alla Bbc una richiesta di risarcimento da un miliardo di dollari, accusando l’emittente di aver “manipolato” il suo discorso del 6 gennaio 2021 in un documentario. Nella lettera formale, l’ex presidente sostiene che il montaggio abbia unito frasi diverse e omesso il passaggio in cui invitava i sostenitori a protestare “in modo pacifico e patriottico”. Se la rete non pubblicherà una rettifica entro il 14 novembre alle 22 (ora britannica), Trump avvierà un’azione legale chiedendo la somma record. L’emittente ha confermato di aver ricevuto la lettera e ha dichiarato che “risponderà”. Le accuse si sono intrecciate con le dimissioni del direttore generale Tim Davie e della responsabile delle Bbc News Deborah Turness, arrivate dopo giorni di critiche internazionali per il servizio contestato. Davie ha dichiarato: “Ho deciso di lasciare la Bbc dopo 20 anni. Questa è una decisione interamente mia”. Ha riconosciuto che “sono stati commessi alcuni errori” e ha aggiunto: “In qualità di direttore generale, devo assumermi la responsabilità ultima”. Ha spiegato inoltre che la Bbc “deve essere sempre aperta, trasparente e responsabile”. Turness ha affermato che “l’attuale controversia sul presidente Trump ha raggiunto uno stadio tale da danneggiare la Bbc” e ha aggiunto: “La responsabilità ricade su di me”. Ha però precisato che “sebbene siano stati commessi degli errori, le recenti accuse secondo cui Bbc News sarebbe istituzionalmente faziosa sono sbagliate”. L’episodio ruota attorno a un servizio in cui la frase di Trump “combattere come matti” era stata messa in evidenza, mentre mancava il riferimento alla protesta “pacifica e patriottica”. La polemica ha alimentato un dibattito sulla correttezza del montaggio e sulla fiducia nelle immagini trasmesse, mentre Trump ha definito i giornalisti coinvolti “corrotti” e ha sostenuto che il video avrebbe potuto alterare la percezione degli eventi del 6 gennaio. La rete ha ammesso l’errore tecnico e si prepara a chiarire la propria posizione nelle sedi formali.

OpenAI ha siglato accordo da 38 miliardi con Amazon

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OpenAI ha annunciato un accordo da 38 miliardi di dollari con Amazon Web Services, valido per sette anni, con il quale la società ha ottenuto anche l’accesso a migliaia di chip Nvidia, necessari per sviluppare sistemi di intelligenza artificiale più avanzati. L’intesa ha ampliato le risorse di calcolo dell’azienda e ha segnato un nuovo passo nella costruzione dell’infrastruttura che sostiene i suoi modelli. Il Ceo Sam Altman ha spiegato che “sviluppare l’intelligenza artificiale più avanzata richiede una potenza di calcolo enorme e affidabile” e che la partnership con AWS “ha rafforzato l’ecosistema che supporterà questa prossima fase e renderà l’intelligenza artificiale avanzata accessibile a tutti”. L’accordo ha rappresentato anche un passo nel percorso di riduzione della dipendenza da Microsoft, che fino all’inizio dell’anno è stata il provider cloud esclusivo della società. OpenAI ha infatti ampliato la propria capacità tecnologica tramite collaborazioni con provider globali e con l’acquisizione di hardware dedicato. La disponibilità dei chip Nvidia ha consentito di sostenere la crescita della potenza di calcolo, elemento centrale per l’addestramento dei modelli e per la risposta alla crescente domanda internazionale di servizi basati sull’AI. Nei giorni precedenti, OpenAI ha completato la sua trasformazione in una public benefit company, struttura che permette di integrare obiettivi di sviluppo industriale con finalità di beneficio pubblico. La riorganizzazione ha aperto la strada a una possibile futura quotazione, che secondo Reuters potrebbe raggiungere una valutazione fino a 1 trilione di dollari. Nel nuovo assetto, Microsoft ha mantenuto il 27% delle quote, confermando un ruolo strategico come investitore e partner tecnologico.

Il Sole 24Ore festeggia 160 anni al Mudec di Milano

Il Sole 24Ore festeggia 160 anni al Mudec di Milano

Ieri a Milano, al Mudec, si è svolta una giornata aperta al pubblico per celebrare i 160 anni de Il Sole 24Ore, nata nella stessa città nel 1865 come primo quotidiano italiano dedicato all’economia. L’evento ha riunito rappresentanti del mondo politico, economico e culturale, che hanno partecipato a incontri e tavole rotonde pensate per raccontare come il giornale avesse attraversato un secolo e mezzo di trasformazioni del Paese. Durante la mattinata è stato presentato anche il nuovo francobollo dedicato all’anniversario, emesso dal MIMIT con l’annullo filatelico di Poste Italiane, parte della serie “Le Eccellenze del sistema produttivo e del Made in Italy”. Il francobollo riproduce la testata del quotidiano su uno sfondo che richiamava il colore della sua carta e mostra una filigrana neoclassica ispirata ai motivi ornamentali dell’Ottocento. Nel corso del programma, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, intervenuto a margine dell’evento, ha spiegato che “l’Unione Europea sul fronte energetico consente di acquistare gas naturale liquefatto dalla Russia. L’Italia non lo fa, ma ci sono Paesi come la Germania che hanno assoluta necessità di rifornirsi”. Ha aggiunto che “passare dal 100% di dipendenza, com’era tre anni fa, a zero richiede passaggi intermedi” e che le sanzioni europee “sono misure pesanti, ma non possiamo imporre sanzioni arrivando all’autolesionismo, cioè autosanzionandoci”. Rispondendo a una domanda sul ruolo dell’Ungheria, Pichetto Fratin aveva ricordato che “l’Italia dispone di gas naturale liquefatto e di 28 miliardi di metri cubi di capacità di rigassificazione”, mentre l’Ungheria “non ha accesso al mare per costruire rigassificatori ed era totalmente dipendente dal gas russo”. Il ministro aveva poi osservato che “il quadro geopolitico attuale, segnato da guerre e nuove contrapposizioni tra Paesi, rischia di rallentare i processi e gli accordi presi nelle precedenti Conferenze sul clima”. Durante una tavola rotonda dedicata al tema dell’energia e delle competenze, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha diffuso un videomessaggio nel quale sottolineava che “più di due aziende su tre hanno difficoltà a trovare le risorse umane necessarie, e tutto questo comporta un mancato valore aggiunto pari a circa 44 miliardi di euro”. Ha anche indicato nella formazione la via per colmare il divario, spiegando che “l’attitudine al risparmio energetico sarà una competenza che richiederà indicativamente 2.400.000 persone di nuovi assunti” e che si tratta “di circa due terzi del fabbisogno complessivo del prossimo quinquennio”. Valditara ha inoltre affermato che “serve un’alleanza tra scuola e impresa per preparare i giovani alle sfide della transizione verde”. Alla discussione hanno partecipato anche i vertici di Terna, Enel e Acea. Nel pomeriggio, una tavola rotonda dedicata all’intelligenza artificiale ha visto l’intervento del prorettore del Politecnico di Milano Giuliano Noci, che aveva spiegato che “come Europa non tocchiamo palla, siamo regolatori e fornitori seriali di principi astratti che cozzano con la felicità umana”. Ha fatto riferimento al tema della privacy dicendo che “impediamo di costruire modelli di addestramento sulla sanità, perché vogliamo rispettare la privacy”, e aveva osservato che l’AI “va governata ma non frenata”. Noci ha poi ricordato che “per l’AI Act ci sono voluti 4 anni per disciplinarlo” e ha posto la domanda: “Come può l’Europa dare le regole del gioco se non ha le carte in mano?”.

Il Sole 24Ore celebra 160 anni con un francobollo

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Ieri mattina, al Mudec di Milano, durante l’evento “160 ANNI insieme: informare, partecipare, crescere”, era stato presentato il francobollo dedicato ai 160 anni de Il Sole 24 Ore, emesso dal MIMIT e corredato dall’annullo filatelico di Poste Italiane. Il francobollo, valido per la posta ordinaria nazionale, riproduceva la testata del quotidiano su uno sfondo che richiamava il colore della sua carta e mostrava una filigrana neoclassica ispirata ai motivi dell’Ottocento, scelta per rappresentare il percorso storico del giornale. Secondo Flavia Scarpellini, consigliere d’amministrazione dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, l’emissione nasceva dalla capacità del quotidiano di raccontare l’evoluzione delle imprese e del lavoro in oltre un secolo di informazione. Scarpellini aveva spiegato che “dalle prime edizioni il punto di vista del giornale è sempre stato universalistico” e che il quotidiano aveva consolidato negli anni un rapporto stabile con i lettori, seguendo “piccole e grandi rivoluzioni” economiche e sociali. Aveva inoltre ricordato il passaggio a una realtà multimediale in grado di integrare carta, radio ed eventi. Il bollettino illustrativo dell’emissione era stato firmato dal direttore del quotidiano, Fabio Tamburini, che lo aveva dedicato “ai lettori del passato, del presente e del futuro”. Come aveva spiegato Annamaria Gallo, responsabile Commerciale Filatelia Macro Area Nord Ovest di Poste Italiane, il francobollo sarebbe stato messo in vendita da oggi negli uffici postali, “raccontando la storia di chi ha fatto la storia”. L’emissione prevedeva 225.000 esemplari con la testata del giornale. Durante la cerimonia, la presidente del Gruppo 24 ORE, Maria Carmela Colaiacovo, aveva ricordato che l’anniversario rappresentava “un simbolo di una storia fatta di impegno e passione” e aveva descritto Il Sole 24 Ore come “simbolo di affidabilità, passione e credibilità”, rivolto alle imprese, ai professionisti e ai lettori interessati all’informazione economica. Tamburini aveva aggiunto che “giornate come questa servono a ricordare che occorre ragionare con la testa e per questo occorre informarsi per fare scelte consapevoli”, sottolineando che il quotidiano “serve a recuperare il valore, la dialettica e il confronto”.

Scandalo sul caso Trump, si dimettono i vertici della BBC

BBC logo

A Londra, nella serata di ieri, il direttore generale della BBC, Tim Davie, e la responsabile dei servizi giornalistici, Deborah Turness, si sono dimessi dopo una settimana di polemiche scoppiate nel Regno Unito, negli Stati Uniti e all’interno del dibattito politico britannico. La vicenda nasce da accuse rivolte all’emittente pubblica secondo cui un suo documentario avrebbe modificato alcune parti del discorso tenuto da Donald Trump il 6 gennaio 2021, inducendo gli spettatori a credere che l’allora presidente avesse incitato in modo diretto l’assalto al Campidoglio. L’episodio è emerso quando il Telegraph ha pubblicato un documento di 19 pagine preparato da un ex consulente sugli standard editoriali della BBC, che segnalava presunte manipolazioni nella copertura della presidenza Trump, del conflitto a Gaza e delle questioni trans. Nel documento si indicava che, nel programma dedicato al 6 gennaio, alcune frasi del discorso di Trump sarebbero state montate in modo tale da far apparire l’intervento più diretto e aggressivo rispetto alla versione originale. Nella clip integrale, Trump aveva invitato i sostenitori a camminare con lui “per sostenere i nostri coraggiosi senatori e deputati”, mentre nel documentario risultava al centro un passaggio che sembrava collegarlo più esplicitamente alla folla diretta al Campidoglio. Alla pubblicazione delle accuse è seguita una reazione immediata da parte della Casa Bianca. La portavoce Karoline Leavitt ha definito la BBC “una fonte di notizie false al 100%” e una “macchina di propaganda”, aggiungendo che la clip del documentario era “selettivamente modificata” e che avrebbe “tratto in inganno completamente” gli spettatori. La polemica è cresciuta quando l’ex primo ministro Boris Johnson ha invitato i cittadini a boicottare il canone televisivo finché Davie non avesse lasciato l’incarico. Parallelamente, alcuni commentatori sostenevano che le critiche contro la BBC fossero alimentate anche da rivalità politiche interne al Regno Unito. La posizione di Davie si è ulteriormente indebolita quando, durante un’intervista trasmessa proprio dalla BBC, la ministra britannica della Cultura, Lisa Nandy, ha affermato che “le decisioni sugli standard editoriali, le linee guida e il linguaggio utilizzato sono del tutto incoerenti”, spiegando che la copertura giornalistica non sempre rispetta “gli standard migliori”. Le sue parole hanno contribuito a rendere inevitabile il passo indietro dei vertici dell’emittente. Turness, presentando le proprie dimissioni, ha dichiarato che la controversia sul documentario “ha raggiunto uno livello tale da danneggiare la BBC, un’istituzione che amo”. Ha aggiunto: “La responsabilità ricade su di me. Sebbene siano stati commessi degli errori, voglio essere assolutamente chiara: le recenti accuse secondo cui BBC News sarebbe istituzionalmente faziosa sono sbagliate”. Davie, da parte sua, ha riconosciuto: “Ci sono stati degli errori e in quanto direttore generale devo assumerne la responsabilità ultima”. Ha ricordato inoltre il ruolo della BBC in un Paese “gentile, tollerante e curioso”, affermando che l’emittente deve essere “aperta, trasparente e responsabile”.

Il Sole 24Ore celebra 160 anni di storia, con edizione speciale in edicola, francobollo ed evento a Milano

Il Sole 24Ore 160 anni

Il Sole 24Ore festeggia i suoi 160 anni di storia con un’edizione speciale in edicola il 5 novembre 2025, accompagnata da una sovraccoperta da collezione firmata da Adriano Attus, Direttore Creativo del quotidiano. L’iniziativa anticipa la giornata-evento del 9 novembre al Mudec – Museo delle Culture di Milano, dedicata a economia, cultura, innovazione e sostenibilità, con incontri e tavole rotonde aperte al pubblico. La sovraccoperta celebrativa è un’opera visiva che traduce un secolo e mezzo di storia del giornale in una mappa colorata del tempo. L’artista Adriano Attus ha ideato una composizione geometrica formata da 70 quadratini neri, che simboleggiano gli anni segnati da grandi eventi, 8 rettangoli blu per i momenti di cambiamento e 5 quadrati rossi per le decadi fondative. Un linguaggio visivo che racconta l’evoluzione del quotidiano dalle origini tipografiche alla trasformazione digitale, fino all’attuale realtà multimediale, che unisce stampa, radio, digitale, podcast, eventi e formazione. All’interno dell’edizione speciale sarà pubblicato anche il programma completo della giornata “160 anni insieme: formare, partecipare, crescere”, che si terrà il 9 novembre dalle 10:00 alle 19:30 tra Mudec e Talent House by The Adecco Group in via Tortona, Milano. L’apertura dell’evento sarà affidata alla Presidente del Gruppo 24ORE Maria Carmela Colaiacovo e al Direttore Fabio Tamburini, che presenteranno il Francobollo celebrativo dei 160 anni, emesso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. La giornata si concluderà con l’intervento dell’Amministratore Delegato Federico Silvestri. Il programma prevede 18 incontri tra talk, interviste e tavole rotonde con giornalisti del Sole 24Ore, rappresentanti delle istituzioni, imprenditori e accademici. I temi centrali riguarderanno la geopolitica, le relazioni internazionali, l’intelligenza artificiale e la sostenibilità. Tra gli appuntamenti principali, Roberto Bongiorni e Ugo Tramballi discuteranno di geopolitica, mentre Giulio Tremonti e Donato Masciandaro affronteranno il tema delle relazioni tra Europa e Stati Uniti. Ampio spazio sarà dedicato all’intelligenza artificiale con Paolo Benanti, Guido Guidesi, Giuliano Noci e Uljan Sharka, che dialogheranno sugli effetti dell’AI generativa sul mondo del lavoro, insieme a Luca Tremolada. Sul fronte ambientale ed energetico, la tavola rotonda “Diamo nuova energia all’energia” ospiterà il ministro Gilberto Pichetto Fratin, il ministro Giuseppe Valditara, l’assessora Simona Tironi e gli amministratori delegati Giuseppina Di Foggia (Terna) e Fabrizio Palermo (Acea). Non mancheranno i momenti culturali: la “lezione domenicale” con Giuseppe Lupo e Angela Vettese esplorerà il legame tra arte ed economia, mentre il podcast di Paolo Colombo “Edizione straordinaria!” racconterà la nascita del giornale. La giornata si chiuderà con lo spettacolo di TeatroMusica dedicato alle truffe finanziarie, con i giornalisti di Plus24, Paola Soccorso (Consob) e la band Ciapter Eleven del Sole 24Ore. La partecipazione agli incontri è gratuita, previa registrazione sul sito ilsole24ore.com/evento160, dove è disponibile il programma dettagliato. L’edizione speciale del 5 novembre sarà distribuita in tutta Italia e riproposta durante l’evento al Mudec. La sovraccoperta d’autore diventa così un oggetto da collezione e un simbolo del legame tra passato e futuro del giornale. L’iniziativa sarà sostenuta da una campagna pubblicitaria multicanale su tutti i mezzi del Gruppo 24ORE. (Credits foto: Adriano Attus)

Comunicati stampa scritti dall’intelligenza artificiale: ecco come riconoscerli

comunicato stampa AI

I giornalisti di tutto il mondo stanno ricevendo ogni giorno migliaia di comunicati stampa generati dall’intelligenza artificiale, molti dei quali creati da sistemi automatizzati che producono e inviano testi senza intervento umano. A segnalarlo è la testata britannica PressGazette, che ha raccolto testimonianze e suggerimenti su come riconoscere i comunicati falsi prodotti da software di intelligenza artificiale. Tra gli strumenti segnalati figura “Olivia Brown”, un programma in grado di automatizzare l’intero processo di pubbliche relazioni, dalla scelta dell’argomento alla scrittura del comunicato fino all’invio di e-mail ai giornalisti. L’azienda che lo ha sviluppato, Digital PR, affiliata alla società Search Intelligence, ha dichiarato: “Il nostro software consente al team di operare su larga scala come nessun’altra agenzia al mondo”. Secondo la stessa società, il sistema invierebbe decine di milioni di e-mail ogni mese a redazioni e cronisti di tutto il mondo. Press Gazette ha verificato che molti di questi messaggi finiscono nelle caselle dei giornalisti come comunicati fittizi, talvolta pubblicati per errore anche su testate nazionali, con link a aziende di dubbia affidabilità. I redattori vengono spesso sommersi da testi che imitano il linguaggio giornalistico, ma che in realtà sono scritti da algoritmi. Il giornalista Matt Rudd, collaboratore del Times, ha spiegato di aver bloccato numerosi indirizzi e-mail riconducibili a comunicati generati dall’IA, ma i mittenti continuano a riapparire con nuovi nomi. Secondo Rudd, i segnali più evidenti sono l’assenza di numeri di telefono, indirizzi e-mail inattivi e nomi di agenzie composti da “nomi femminili eleganti” mai visti prima. Ha aggiunto che spesso i comunicati contengono titoli sensazionalistici, come “Il semplice errore idraulico che può costarti 1 milione di sterline” o “questo gadget da 10 sterline che ti rende 100 sterline più sexy ecc. ecc.”. Anche la giornalista Rosie Taylor, autrice della newsletter Get Featured, ha indicato alcuni elementi distintivi dei testi scritti da un’intelligenza artificiale: “Ogni lettera del titolo è in maiuscolo… E poi ci sono alcuni punti elenco accattivanti ma vuoti, seguiti da un comunicato stampa con un sacco di bei titoli in grassetto e altri punti elenco. Frasi stranamente corte. Frasi che elencano tre cose. Virgole al posto sbagliato intorno a ‘e’, ​​’o’ e ‘ma’. Troppi verbi diretti (‘Scambia la tua X con Y’)”. Un caporedattore di un quotidiano nazionale ha confermato che anche la formattazione tipica dei modelli linguistici, come l’uso frequente del grassetto o caratteri simili a quelli di ChatGPT, può aiutare a riconoscere i testi non autentici. L’analisi di Press Gazette collega molti di questi comunicati a agenzie di PR digitali come Relay the Update e Signal the News, che sarebbero state responsabili di casi di studio fittizi, come vincitori della lotteria irreperibili online o portavoce inesistenti. Secondo l’esperto di comunicazione Dominic Dawes, già direttore della rivista What Hi-Fi?, l’abuso dell’IA e dei social media sta alterando il linguaggio giornalistico. “Il tono prevalente è paranoico e divisivo – ha detto – e ruota intorno all’idea di rivelare ciò che ‘loro non vogliono che tu sappia’”. Dawes ha aggiunto che il problema non è la tecnologia in sé, ma la quantità di contenuti mediocri che viene accettata e condivisa senza controllo. Sull’argomento è intervenuto anche un portavoce dell’Independent Press Standards Organisation (IPSO), che ha sottolineato: “Il fenomeno dei comunicati generati dall’intelligenza artificiale è un utile promemoria per i giornalisti sui rischi legati ai grandi modelli linguistici. Le testate regolamentate devono garantire che le fonti siano accurate e che i contenuti rispettino gli standard professionali.” Press Gazette ha quindi pubblicato una lista dei dieci segnali principali per riconoscere un comunicato stampa scritto dall’intelligenza artificiale: Titoli in maiuscolo Frasi brevi ‘Formattazione GPT’ con molte frasi in grassetto Punti elenco accattivanti ma vuoti Nessun numero di contatto Indirizzi email che rimbalzano Frasi che elencano tre cose Titoli paranoici e spaventosi: “L’errore idraulico che potrebbe costarti 1 milione di sterline” Frasi estremamente brevi Tabelle e punti elenco all’interno del comunicato. (Foto creata con AI)

La Casa Bianca chiude l’Upper Press ai giornalisti senza appuntamento

Karoline Leavitt

L’amministrazione Trump ha introdotto una nuova restrizione per i giornalisti della Casa Bianca, limitando l’accesso all’area conosciuta come Upper Press, una zona dell’Ala Ovest dove lavorano i principali portavoce del governo. La decisione, comunicata attraverso un memorandum ufficiale, impedisce ai cronisti di entrare liberamente negli uffici senza un appuntamento, interrompendo una prassi seguita da decenni da giornalisti di entrambe le parti politiche. Il documento diffuso dalla Casa Bianca spiega che la misura nasce da preoccupazioni di sicurezza riguardanti la presenza di materiale sensibile legato al Consiglio di Sicurezza Nazionale, ora gestito direttamente dal personale dell’ufficio stampa. Nel testo si legge: “Questa politica garantirà il rispetto delle migliori pratiche relative all’accesso a materiale sensibile”. La nota precisa che l’area è “adiacente allo Studio Ovale”, anche se in realtà si trova a qualche stanza di distanza. La nuova regola limita così la possibilità dei reporter di porre domande dirette ai funzionari o di ottenere informazioni in tempo reale. Ai giornalisti resta accessibile soltanto il cosiddetto Lower Press, uno spazio più piccolo dove lavorano assistenti stampa di livello inferiore. La White House Correspondents’ Association (WHCA), l’associazione che riunisce i giornalisti accreditati alla Casa Bianca, ha espresso una ferma opposizione alla misura. In un comunicato ufficiale, la presidente Weijia Jiang della CBS News ha dichiarato che “le nuove restrizioni ostacolano la capacità della stampa di interrogare i funzionari, garantire la trasparenza e chiedere conto al governo, a scapito del pubblico americano”. In risposta, il direttore delle comunicazioni del presidente, Steven Cheung, ha spiegato sui social che “alcuni giornalisti sono stati sorpresi a registrare segretamente video, audio e foto di informazioni sensibili, senza autorizzazione”. La Casa Bianca, dunque, sostiene che la misura sia un provvedimento di sicurezza, non una limitazione alla libertà di stampa. La decisione si inserisce in un contesto più ampio di tensioni tra l’amministrazione Trump e i media, già acuitosi negli ultimi mesi. Il presidente ha spesso accusato la stampa tradizionale di parzialità, arrivando a minacciare la revoca di licenze di trasmissione e a citare in giudizio alcune organizzazioni giornalistiche. Già in passato, altre istituzioni governative avevano introdotto restrizioni simili. A ottobre, decine di cronisti che seguono il Pentagono avevano rinunciato ai loro pass stampa per protesta contro nuove regole che limitavano la possibilità di richiedere informazioni ai funzionari del Dipartimento della Difesa. Anche all’interno della Casa Bianca, i giornalisti hanno notato cambiamenti progressivi. Da inizio anno, i collaboratori di Trump hanno iniziato a selezionare con maggiore attenzione quali testate possono partecipare al pool stampa giornaliero, e hanno eliminato uno spazio riservato ad agenzie storiche come l’Associated Press. Il nuovo provvedimento segna quindi la fine di una tradizione durata decenni. Il corridoio dell’Upper Press, spesso affollato di cronisti provenienti da redazioni più piccole, era considerato un simbolo di accessibilità e trasparenza. Ora, quell’accesso è possibile solo su appuntamento, riportando alla mente un episodio simile del 1993, quando l’amministrazione Clinton introdusse una regola analoga poi revocata dopo le proteste. Nel 2017, al suo primo mandato, Donald Trump aveva già ridotto le conferenze stampa quotidiane e revocato temporaneamente le credenziali al giornalista della CNN Jim Acosta. Allora, come oggi, la Casa Bianca aveva giustificato la scelta con motivi organizzativi. Secondo alcuni assistenti presidenziali, la nuova politica punta a offrire maggiore spazio ai media emergenti, come podcast, piattaforme digitali e servizi di streaming, ampliando la rappresentanza mediatica oltre le testate tradizionali. Allo stesso tempo, gli stessi collaboratori difendono il presidente, definendolo “il più trasparente e accessibile nella storia americana”, grazie alle sue frequenti sessioni improvvisate di domande e risposte con i cronisti. (In foto, la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt)

Garante della Privacy diffida Report e ne chiede lo stop, ma la puntata va in onda

Rai3 Report

Il 2 novembre 2025, Agostino Ghiglia, membro del Garante per la Privacy, ha inviato una diffida alla redazione di Report, la trasmissione di Rai3 condotta da Sigfrido Ranucci, chiedendo di non mandare in onda il servizio previsto per la serata. Il servizio, secondo quanto annunciato, avrebbe riguardato il coinvolgimento di Ghiglia nella procedura che ha portato a una multa da 150mila euro nei confronti di Report per la pubblicazione dell’audio privato tra l’ex ministro Gennaro Sangiuliano e la moglie, la giornalista Federica Corsini. Nella diffida, Ghiglia contesta una presunta acquisizione illecita di dati personali, che a suo dire costituirebbe una violazione della corrispondenza privata. Ha chiesto inoltre la rimozione del materiale dai social e la non diffusione televisiva. Dal canto suo, Sigfrido Ranucci ha anticipato che la puntata analizzerà il funzionamento del Garante per la Privacy, domandandosi “Quanto è indipendente e trasparente?”. Nonostante la richiesta di Ghiglia, fonti Rai hanno confermato che la trasmissione andrà regolarmente in onda, spiegando che gli uffici legali non hanno riscontrato motivi per bloccarla e che un eventuale stop potrebbe causare accuse di censura e danni economici per l’azienda. Il caso nasce dopo che Report aveva mostrato un video in cui Ghiglia, ex parlamentare di Alleanza Nazionale, veniva ripreso mentre entrava nella sede di Fratelli d’Italia, in via della Scrofa a Roma, il 23 ottobre, poche ore prima della sanzione a Report per la diffusione dell’audio privato. In quella conversazione, Sangiuliano raccontava della propria relazione con Maria Rosaria Boccia, fatto che aveva portato alle sue dimissioni da ministro. Corsini aveva definito la pubblicazione “illegittima, servita solo ad umiliarmi”. Sulla vicenda è intervenuta anche Arianna Meloni, sorella della premier e responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia, affermando: “C’è un clima da caccia alle streghe, non userei una telefonata tra coniugi nemmeno contro il peggior nemico”. Secondo quanto emerso, Sangiuliano e Corsini avevano presentato due reclami al Garante, scrivendo a Ghiglia: “Buona domenica, caro Agostino. Non chiediamo alcun trattamento di favore, ma solo i diritti di ogni cittadino”. Report sostiene che Ghiglia avrebbe chiesto alla dirigente Cristina Luciani, sua assistente, di trattare i reclami con urgenza. Ghiglia, però, ha dichiarato che la sua presenza in via della Scrofa era dovuta a un incontro con Italo Bocchino, direttore de Il Secolo d’Italia, per la presentazione di un libro, e non per motivi politici. Ha aggiunto: “Ho incontrato Arianna Meloni solo per un saluto. “Vado da Arianna” significava che andavo al Secolo d’Italia, che ha sede nello stesso palazzo di Fratelli d’Italia”. In risposta alla diffida, Ranucci ha affermato: “Non c’è stato nessun materiale trafugato o intrusioni informatiche. Ciò che tenta di fare Ghiglia è mettere un bavaglio, si tratta di interruzione di servizio pubblico”. Ghiglia, a sua volta, ha replicato parlando di una presunta violazione della sua corrispondenza e di una intrusione nella sua vita privata, dichiarando: “Sono stato pedinato, e le mie chat sembrano nella disponibilità di Report da tempo. Stiamo parlando di mail del Garante, un’Autorità pubblica”. La vicenda ha suscitato reazioni politiche. Il deputato Walter Verini del Partito Democratico ha definito “grave” la condotta di Ghiglia, chiedendone le dimissioni. Anche i parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno diffuso una nota in cui sostengono che Ghiglia “non esercita il suo ruolo con disciplina e onore”.

Arianna Ravelli prima vicedirettrice della Gazzetta, con delega al Digitale

Arianna Ravelli

Da oggi, 1° novembre 2025, per la prima volta nella sua storia lunga 130 anni, La Gazzetta dello Sport avrà una vicedirettrice donna: Arianna Ravelli. L’annuncio è stato comunicato dalla redazione del quotidiano sportivo di Urbano Cairo, confermando un passaggio importante nella struttura di direzione del giornale fondato nel 1896. Ravelli affiancherà i vicedirettori Gianni Valenti – vicario del direttore – e Stefano Agresti, sotto la guida del direttore Stefano Barigelli, che è alla guida della Gazzetta dello Sport dal giugno 2020. All’interno della nuova organizzazione, Ravelli riceve la delega al Digitale, un’area sempre più centrale per lo sviluppo del quotidiano e per il futuro dell’informazione sportiva italiana. Nata professionalmente nel gruppo RCS, Arianna Ravelli ha alle spalle una lunga esperienza giornalistica. Laureata in Filosofia all’Università di Pavia, è entrata al Corriere della Sera nel 2000, iniziando nella cronaca lombarda. Dal 2005 è passata alle pagine sportive, dove ha seguito alcuni dei più importanti eventi internazionali, tra cui cinque edizioni dei Giochi Olimpici. Tra il 2023 e il 2025 ha fatto parte del Comitato di redazione del Corriere, mentre nell’aprile 2025 ha assunto il ruolo di caporedattrice alla Gazzetta, pochi mesi prima della nuova nomina.