Inpgi, contributi minimi da versare entro il 31 luglio

Scade il 31 luglio 2025 il termine per il pagamento dei contributi minimi dovuti dai giornalisti iscritti all’Inpgi che abbiano svolto o stiano svolgendo nel corso dell’anno attività giornalistica in forma autonoma. La scadenza riguarda tutti i soggetti tenuti all’obbligo contributivo per il corrente anno e si riferisce sia al contributo soggettivo minimo sia al contributo integrativo minimo previsti dalla normativa vigente. Come previsto dal regolamento dell’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani, anche per il 2025 sono confermate alcune riduzioni contributive. In particolare, hanno diritto a una riduzione del 50% dell’importo del contributo minimo i giornalisti iscritti all’Ordine da meno di cinque anni, ossia coloro che risultano iscritti dopo il 31 luglio 2020. È prevista inoltre la riduzione del 50% del contributo soggettivo per tutti i giornalisti che, alla data della scadenza, risultino già pensionati. Il Consiglio di amministrazione dell’Inpgi, presieduto da Roberto Ginex, ha introdotto quest’anno una possibilità di rateizzazione senza oneri aggiuntivi, già comunicata nel mese di maggio. Il contributo minimo poteva infatti essere versato in tre rate anticipate con le seguenti scadenze: la prima entro il 31 maggio, la seconda entro il 30 giugno, e la terza entro il 31 luglio. Tale facoltà è stata introdotta a seguito delle richieste ricevute da numerosi iscritti, al fine di agevolare la gestione del pagamento contributivo. Per coloro che non abbiano scelto la rateizzazione, resta l’obbligo di versamento dell’intero importo entro il 31 luglio 2025, secondo quanto indicato nella sezione dedicata del sito dell’ente. L’Inpgi invita tutti gli interessati a rispettare le scadenze previste, al fine di evitare l’applicazione di sanzioni per ritardato pagamento. (Foto creata con ChatGPT)
OpenAI lancia browser AI per sfidare Google Chrome

OpenAI si prepara a lanciare nelle prossime settimane un browser web basato sull’intelligenza artificiale, progettato per competere con Google Chrome, attualmente il software dominante con oltre tre miliardi di utenti a livello globale. A riferirlo sono tre fonti vicine alla vicenda, che hanno chiesto di rimanere anonime in quanto non autorizzate a parlare pubblicamente del progetto. Il nuovo browser, ancora senza un nome ufficiale, sarà integrato con tecnologie proprietarie di OpenAI, con l’obiettivo di trasformare radicalmente l’esperienza di navigazione web attraverso un’interfaccia nativa in stile ChatGPT. Il progetto rappresenta una mossa strategica per entrare in un mercato cruciale per l’ecosistema digitale: il browser di Google è un elemento chiave nel modello di pubblicità online di Alphabet, contribuendo a raccogliere dati sugli utenti per ottimizzare l’inserzione degli annunci. Secondo le fonti, OpenAI punta a ottenere un accesso diretto a questo tipo di dati, oggi uno dei principali vantaggi competitivi di Google. Il nuovo browser sarebbe in grado di mantenere parte delle interazioni degli utenti all’interno dell’interfaccia AI, riducendo la necessità di cliccare su link o visitare direttamente siti esterni. Basato su Chromium, il codice open source alla base di Chrome, il software di OpenAI potrebbe integrarsi con strumenti AI come Operator, agenti capaci di svolgere compiti complessi per conto dell’utente, come prenotazioni online o compilazione di moduli. Secondo una fonte, lo sviluppo di un browser proprietario — invece che un’estensione su browser esistenti — risponde all’esigenza di un controllo più diretto sui dati e sull’interfaccia utente. L’azienda non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma ha confermato a maggio l’intenzione di espandersi anche nel settore hardware, dopo l’acquisizione da 6,5 miliardi di dollari della startup io, fondata dall’ex designer di Apple Jony Ive. Attualmente, il mercato dei browser è dominato da Google con una quota superiore ai due terzi, seguito da Safari di Apple con circa il 16%, secondo i dati di StatCounter. OpenAI, dal canto suo, dichiara 500 milioni di utenti settimanali attivi su ChatGPT e 3 milioni di utenti business paganti, numeri che, se convertiti anche solo in parte al nuovo browser, potrebbero incidere significativamente sugli equilibri del settore. Il nuovo browser si inserisce in un contesto di forte concorrenza: nei giorni scorsi Perplexity ha lanciato il suo browser Comet, capace di navigare ed eseguire azioni automatizzate, mentre altre startup come The Browser Company e Brave stanno rilasciando soluzioni simili con funzioni di sintesi e interazione AI. Intanto, Google ha annunciato l’intenzione di ricorrere in appello contro la decisione di un tribunale statunitense che ha giudicato la sua posizione nel settore della ricerca online come monopolistica, su istanza del Dipartimento di Giustizia. Due dei vicepresidenti oggi in OpenAI provengono da Google, dove avevano lavorato allo sviluppo originario di Chrome. Secondo quanto riportato da The Information, OpenAI avrebbe anche valutato in passato la possibilità di acquistare Chrome, qualora fosse stato imposto un disinvestimento da parte di Alphabet.
Angelo Grimaldi nominato in Snam alle relazioni esterne

Angelo Grimaldi è il nuovo direttore delle relazioni esterne di Snam, incarico formalizzato nel mese di luglio 2025 e che segna l’avvio di una nuova fase nella struttura organizzativa dell’azienda. Grimaldi prende il posto di Cecilia Gatti e assume la responsabilità esclusiva del perimetro degli Affari Istituzionali. La nomina rientra nel piano di riorganizzazione interna avviato dall’amministratore delegato Agostino Scornajenchi, con l’obiettivo di ridefinire le aree strategiche della società. Contestualmente all’ingresso di Grimaldi, Snam ha annunciato un altro cambiamento ai vertici: Monica Cassano è stata nominata nuova responsabile communication e media relations. Anche Cassano arriva da CDP Venture Capital, dove ha ricoperto il ruolo di direttrice della comunicazione. Il profilo professionale di Angelo Grimaldi include una consolidata esperienza nel settore energetico e nei rapporti istituzionali. Prima dell’ingresso in Snam ha ricoperto il ruolo di corporate affairs director in CDP Venture Capital, con responsabilità nella gestione e sviluppo delle relazioni istituzionali. In precedenza ha svolto incarichi con crescente responsabilità nel gruppo CDP e ha lavorato anche in Eni, maturando competenze nel campo degli affari pubblici e dell’energia.
Corriere lancia “Corriere Giochi” con quiz e cruciverba

È online dal 15 luglio 2025 Corriere Giochi, la nuova sezione digitale lanciata dal Corriere della Sera dedicata esclusivamente al mondo dei giochi online. L’iniziativa si rivolge ai lettori digitali con una proposta editoriale pensata per allenare mente, memoria e logica, confermando la strategia del gruppo editoriale di diversificare l’offerta attraverso prodotti tematici, come già avvenuto con “Le lezioni del Corriere” e “Le serie del Corriere”. Corriere Giochi comprende diverse tipologie di contenuti interattivi. Tra questi, Il Quiz del Corriere, curato da Paolo Virtuani, propone domande legate a attualità e cultura generale, con approfondimenti quotidiani. A questo si affianca In altre parole, ideato da Massimo Gramellini, un gioco che sfida l’utente a indovinare la “parola del giorno” in sei tentativi, ispirandosi a fatti recenti. Completano l’offerta Il Cruciverba del Corriere, firmato da enigmisti professionisti con griglie di diversa difficoltà, e Il Crucipuzzle, a tema e corredato da contenuti di approfondimento. La sezione include inoltre L’Apegramma, esercizio linguistico in cui il lettore deve individuare il maggior numero possibile di parole a partire da un insieme prestabilito di lettere, e il Sudoku del Corriere, disponibile in due livelli di difficoltà, per stimolare la logica. Corriere Giochi è accessibile da sito web e tramite app dedicata, ed è disponibile in abbonamento. Il prezzo promozionale per il primo anno è di 5 euro per l’accesso ai soli giochi o 12 euro per la versione combinata con l’abbonamento a corriere.it. Gli utenti già abbonati a Corriere Tutto avranno l’accesso incluso automaticamente, mentre gli altri abbonati digitali potranno usufruire gratuitamente della nuova sezione per il primo anno. Il lancio è accompagnato da una campagna pubblicitaria multicanale pianificata sui mezzi del gruppo RCS e su emittenti televisive nazionali come RAI, La7, Sky e Discovery. Gli spot sono stati realizzati da due agenzie: Fosbury per le creatività su stampa e digitale, e Conic per la parte televisiva. Il piano promozionale coinvolge anche emittenti radiofoniche come RDS, Radio Monte Carlo e Virgin Radio.
Gay Times perde l’80% degli inserzionisti e raccoglie 152.322 sterline da 363 investitori

Il marchio editoriale Gay Times, con sede nel Regno Unito, ha avviato un’operazione per contrastare la perdita dell’80% degli inserzionisti, coinvolgendo i lettori come investitori diretti e raddoppiando gli sforzi sul fronte degli abbonamenti digitali. La scorsa settimana si è conclusa una campagna di investimento comunitario lanciata a maggio, durante la quale Gay Times ha raccolto 152.322 sterline da 363 persone. Questi investitori hanno acquistato azioni, diventando comproprietari del marchio, fondato nel 1984 e oggi attivo online attraverso il sito gratuito gaytimes.com e la piattaforma in abbonamento Gay Times Magazine. Secondo il CEO Tag Warner, la scelta è nata da un drastico calo delle entrate pubblicitarie negli ultimi dodici mesi, causato da un clima sfavorevole per i marchi LGBTQ+ e per i brand legati alla diversità. Warner ha riferito a Press Gazette che il declino è cominciato negli Stati Uniti mesi prima dell’elezione di Donald Trump e si è esteso anche al Regno Unito. Ha parlato dell’”accelerazione di un movimento molto ben finanziato… finanziato principalmente dai Super PAC negli Stati Uniti per fare pressione sulle organizzazioni affinché disinvestano dalla diversità in generale”. Otto inserzionisti su dieci si sono ritirati, inclusi alcuni che avevano già pianificato e pagato le campagne. “In realtà non c’è un business case dietro a tutto ciò”, ha dichiarato Warner. “Le agenzie ci hanno sempre detto che le nostre campagne avevano ottenuto un ottimo ROI (ritorno sull’investimento)… ed erano sovraindicizzate rispetto ai principali attori”. Ha anche citato la paura di alcuni brand di essere “trascinati” pubblicamente per aver collaborato con testate inclusive. Per fronteggiare la situazione, Gay Times ha ridotto il team commerciale e ha dato priorità agli eventi in presenza, meno esposti a critiche pubbliche rispetto alle campagne digitali. A luglio ha organizzato una festa del Pride a Londra in collaborazione con Garnier. Il denaro raccolto con l’investimento collettivo andrà a finanziare direttamente il lavoro giornalistico. Warner ha annunciato nuove assunzioni nella redazione e un impegno su “un giornalismo più rigoroso e basato sull’integrità”, in un momento in cui il settore dei media continua a ridurre il personale. L’obiettivo è dare voce a storie politiche e sociali, in particolare dagli Stati Uniti, e rafforzare i contenuti dedicati all’accesso all’assistenza sanitaria. Il pacchetto in abbonamento Gay Times+, lanciato durante la pandemia, ha già fornito indicazioni positive, e Warner ha affermato che ora è il momento di “raddoppiare gli sforzi su un giornalismo molto più serio”. Il sito in abbonamento magazine.gaytimes.com, che continua a pubblicare numeri digitali mensili, ospiterà questi nuovi contenuti con una frequenza che passerà da mensile a quotidiana. Il sito gratuito gaytimes.com continuerà a offrire contenuti culturali e di intrattenimento e fungerà da spazio per le partnership commerciali. Warner ha sottolineato che l’abbonamento digitale rappresenta anche una strategia per ridurre la dipendenza dai traffico referral delle piattaforme come Google, che con l’introduzione delle AI Overviews ha già influito negativamente sui clic. Nella campagna di investimento, con un prezzo per azione fissato a 16,66 sterline e una valutazione iniziale del gruppo pari a 25 milioni, agli investitori sono stati offerti vantaggi come abbonamenti gratuiti, accesso a eventi, stampe e oggetti da collezione. Warner ha dichiarato che l’obiettivo iniziale era coinvolgere circa 200 persone: ne sono arrivate 363. Il CEO ha definito questo risultato come “l’inizio di un viaggio a lungo termine”, affermando che “le persone desiderano sostenere i media che parlano a loro e con i quali hanno un rapporto molto personale ed emotivo”. Warner ha aggiunto che il cambiamento ha permesso di “diventare un’organizzazione che mette il pubblico molto più al centro”, anche oltre la strategia editoriale. “Ci ha aiutato a cambiare culturalmente”, ha detto, osservando che prima l’interazione con i lettori era concentrata sui contenuti, ma ora si estende all’intero modello aziendale. A sostenere il gruppo c’è anche l’agenzia di rappresentanza Wax Talent, fondata nel maggio 2024, che lavora con personaggi come lo stilista Daniel Fletcher, la drag queen Courtney Act e il calciatore Josh Cavallo. Secondo Warner, Wax ha resistito meglio alla crisi pubblicitaria e oggi rappresenta una via alternativa per gestire le campagne creative. “Penso che questo ci farà molto bene, perché credo che permetterà a Gay Times, da un punto di vista editoriale e giornalistico, di raggiungere un livello leggermente più crudo”, ha spiegato, aggiungendo che Wax sarà “più accessibile per i marchi”, lasciando a Gay Times maggiore libertà editoriale.
L’autorità della stampa inglese ammonisce il Daily Mail per notizia falsa sui migranti a Londra

Il Daily Mail è stato ammonito dall’IPSO, l’autorità indipendente che controlla la stampa nel Regno Unito, per aver pubblicato un articolo contenente un dato falso sulla presenza di migranti illegali a Londra. Il giornale aveva scritto che “uno su 12 residenti a Londra è un migrante illegale”, ma secondo l’IPSO si è trattato di un’affermazione significativamente inesatta. L’organismo di controllo ha ritenuto che l’errore riguardasse una “questione importante di interesse sia sociale che politico”, e ha stabilito che vi è stata una violazione del Codice dei redattori. Il Daily Mail ha spiegato che il proprio articolo si basava su una notizia pubblicata dal Telegraph il 23 gennaio 2024, sia online che su carta. Il titolo di quel pezzo era: “Uno su 12 a Londra è un migrante illegale”. Il Telegraph aveva riportato uno studio commissionato dalla compagnia idrica Thames Water, secondo cui Londra ospiterebbe tra 390.355 e 585.533 migranti irregolari, con una mediana di 487.944. Basandosi su una popolazione stimata di 7.044.667 abitanti, il giornale aveva scritto che fino a “uno su 12 della popolazione della capitale è un migrante irregolare”. Tuttavia, i dati si riferivano alla London Water Resource Zone, cioè la zona servita da Thames Water, non all’intera area geografica di Londra, che ha circa 9 milioni di abitanti. Dopo la pubblicazione, il Telegraph ha corretto l’articolo, chiarendo che la cifra di 7.044.667 era la popolazione stimata della Thames Water London Water Resource Zone, esclusi i migranti irregolari, non la Londra geografica. Ha inoltre scritto che “il dato fornito avrebbe dovuto essere ‘fino a 1 su 13′”, specificando che la stima comprendeva anche “i bambini nati nel Regno Unito con status irregolare” e “quelli con permesso di soggiorno a tempo indeterminato”. Il giornale ha aggiunto: “Siamo lieti di correggere il dato”. Il Daily Mail ha pubblicato il proprio articolo poche ore dopo, sempre il 23 gennaio, e ha ricevuto un reclamo nei giorni successivi. Il 31 gennaio, dopo aver esaminato la segnalazione, il Mail ha rimosso l’articolo dal proprio sito e ha pubblicato una correzione, sia nella versione online sia su carta. Il giornale ha dichiarato all’IPSO che “data l’importanza dell’articolo originale, era ragionevole supporre che la premessa centrale fosse accurata”, e ha sostenuto di aver attribuito correttamente la fonte e riportato i dati dello studio. Secondo l’IPSO, però, il Mail aveva ricevuto più di un reclamo e, non avendo accesso diretto allo studio originale usato dal Telegraph, “non si è ritenuto nella posizione di difendere il proprio articolo”. Nella decisione ufficiale, l’autorità ha affermato che “il Mail aveva il diritto di riferire sulla copertura pubblicata da un altro quotidiano”, ma che “era comunque tenuto a prestare attenzione all’accuratezza del proprio articolo e a correggere qualsiasi informazione significativamente inesatta pubblicata”. Il comitato per i reclami ha osservato che “l’articolo replicava affermazioni riportate altrove, che, al momento della pubblicazione, non erano ancora state corrette”. Tuttavia, ha aggiunto che “nell’ambito del proprio processo editoriale, il giornale non aveva riconosciuto che i dati riportati nel suo articolo non corrispondevano a un immigrato clandestino su 12 a Londra”, e che ciò rappresentava una mancanza di diligenza. L’IPSO ha quindi stabilito che il Daily Mail ha violato il Codice dei redattori per non aver verificato con attenzione l’accuratezza di un’informazione rilevante e sensibile. (In foto, la prima pagina del Telegraph del 23 gennaio 2025 con titolo a effetto: “Uno su 12 a Londra è un migrante illegale”.)
Meta dovrà pagare 10 milioni di euro a Gedi per l’uso degli articoli su Facebook nel 2022

Meta dovrà versare circa 10 milioni di euro al gruppo editoriale Gedi per l’utilizzo su Facebook, nel corso del 2022, di articoli pubblicati da testate come la Repubblica, La Stampa e il Secolo XIX. Lo ha stabilito il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni nella seduta di giovedì 10 luglio 2025, secondo quanto riferito da ItaliaOggi. Si tratta della seconda decisione presa dall’Agcom in applicazione dell’articolo 43-bis della legge sul diritto d’autore, che disciplina l’equo compenso per l’uso online di contenuti giornalistici da parte delle piattaforme digitali. La prima deliberazione risale al luglio 2024 e aveva coinvolto Microsoft, condannata a pagare 730 mila euro per l’impiego dei contenuti di Gedi sul motore di ricerca Bing nel biennio 2021-2022. L’ammontare stabilito per Meta risulta molto più elevato a causa del traffico significativamente maggiore generato dal social network e dalla conseguente diffusione di articoli delle testate editoriali. Il regolamento n. 3/23/CONS dell’Agcom prevede che l’equo compenso venga calcolato sulla base della differenza tra i ricavi pubblicitari ottenuti dalla piattaforma grazie alla circolazione delle pubblicazioni giornalistiche e i ricavi di ritorno che l’editore realizza tramite il traffico indirizzato verso i propri siti. Nella determinazione dell’importo si considera anche il numero di utenti che hanno visualizzato i contenuti sulle piattaforme, il peso editoriale in termini di audience online, il numero di giornalisti impiegati, nonché i costi tecnologici e infrastrutturali sostenuti sia dall’editore sia dalla piattaforma, oltre alla storicità delle pubblicazioni. Meta ha la possibilità di presentare ricorso al Tar. La decisione dell’Agcom è arrivata in concomitanza con la pubblicazione del parere dell’avvocato generale della Corte di giustizia dell’Unione europea, relativo proprio al contenzioso tra Meta e l’Autorità italiana. Secondo il documento, sebbene non vincolante, la normativa italiana sull’equo compenso non risulta in contrasto con la Direttiva europea sul diritto d’autore, posizione che, se confermata dalla Corte, rafforzerebbe l’impianto regolatorio nazionale.
Bufala virale in Texas: The Kerr County Lead ammette l’errore sul salvataggio di due ragazze

Due ragazze non sono mai state salvate da un albero a Comfort, nel Texas centrale, come invece riportato inizialmente domenica 6 luglio dal The Kerr County Lead. La notizia, diventata virale sui social media e condivisa da migliaia di utenti, è stata successivamente smentita dallo sceriffo della contea di Kerr, che l’ha definita “inaccurata al 100%”. Il direttore del Lead, Louis Amestoy, ha pubblicato una rettifica nel corso della stessa giornata, ammettendo l’errore e spiegando come la redazione fosse stata indotta in errore da presunti testimoni oculari e da una testimonianza video rilanciata online. “Come tutti, volevamo che questa storia fosse vera, ma è la classica storia di disinformazione che ci tormenta tutti durante un disastro naturale. Purtroppo, la storia non è vera e la ritrattiamo”, si legge nella nota di Amestoy allegata in cima all’articolo. L’episodio si è verificato nel fine settimana, mentre il Texas era colpito da violente inondazioni che hanno provocato un centinaio di vittime, secondo le autorità locali. In quelle ore concitate, un video pubblicato su Facebook e X dal volontario Cord Shiflet raccontava il presunto salvataggio: due ragazze trovate vive su un albero a circa 8 metri d’altezza, rimaste lì oltre 24 ore. La notizia è stata rilanciata da pagine e account verificati, fino a raggiungere la stampa locale e nazionale. Shiflet ha poi ritrattato, dichiarando: “Se ho sbagliato o se sbaglio, voglio scusarmi profondamente. Non voglio mai sensazionalizzare alcun tipo di storia, voglio solo condividere i fatti”. Il volontario ha riferito che la notizia gli era stata trasmessa da presunti membri del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Texas, di cui non conosceva l’identità. Ha aggiunto di aver ricevuto le stesse informazioni anche da un rappresentante della contea. Il giornale The Kerr County Lead ha ricostruito come la propria inviata, la giornalista Jennifer Dean, abbia parlato con circa 20-30 persone sul luogo del presunto salvataggio, tutte concordi nel riferire dettagli simili. Alcuni cittadini l’avrebbero persino accompagnata nella zona indicata. Amestoy, fidandosi delle testimonianze e della copertura sul campo, ha pubblicato un articolo breve, citando fonti anonime, con l’intenzione di aggiornarlo successivamente. Tuttavia, nessuna verifica con le autorità era stata effettuata prima della pubblicazione. “Sapevo che non avrei ricevuto una conferma dai funzionari”, ha detto Amestoy. “Quindi, anche se avessi contattato qualcuno, sapevo già quale sarebbe stata la risposta”. La notizia è stata condivisa anche dal Kerrville Daily Times e da altri media, che hanno a loro volta pubblicato rettifiche. L’editore John Wells ha dichiarato che “diverse persone l’hanno ribadita, sostenendo di avere informazioni di prima mano e fonti affidabili”. Tra coloro che hanno diffuso inizialmente la storia figurano anche il meteorologo Collin Myers e il conduttore Doug Warner, entrambi intervenuti in seguito per correggere i propri post. La vicepresidente del Craig Newmark Center for Ethics and Leadership, Kelly McBride, ha sottolineato la necessità che i giornalisti responsabilizzino le fonti al momento della raccolta delle dichiarazioni. “Informa le persone che saranno effettivamente ritenute responsabili delle informazioni che forniscono”, ha spiegato, evidenziando come ciò possa prevenire l’amplificazione di disinformazione durante emergenze. Ha inoltre ribadito l’importanza di un’analisi interna nelle redazioni dopo gravi errori come quello verificatosi a Comfort. Amestoy ha descritto la propria redazione come un’operazione ridotta, in gran parte affidata a sé stesso e a volontari. Ha ammesso di essere stato colpito dalla quantità di persone che ancora credono alla storia, nonostante la smentita ufficiale. Alcuni dei post originari, come uno con oltre 4.700 condivisioni, risultavano ancora online a 48 ore dalla ritrattazione. (In foto, i Vigili del fuoco di Ciudad Acuña, Messico, impegnati nelle ricerche sul fiume Guadalupe – AP Photo/Eli Hartman)
Giorgia Meloni in visita all’ANSA per gli 80 anni: “Nata il mio stesso giorno”

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha visitato la sede dell’ANSA, in occasione degli 80 anni dell’Agenzia di stampa, fondata il 15 gennaio 1945. La visita si è svolta presso gli uffici romani della redazione, dove la premier ha incontrato il presidente Giulio Anselmi e il direttore Luigi Contu, oltre a numerosi giornalisti presenti nella newsroom. “Sono venuta a testimoniare il rispetto verso un pezzo di storia molto autorevole del giornalismo italiano ma anche il rispetto che nutro, anche da giornalista, nei confronti del vostro modo di fare giornalismo, anche in un mondo che cambia, in cui è sempre più difficile essere veloci mantenendo la serietà, cercando di verificare le notizie. Perché so quanto possa essere difficile”, ha dichiarato Meloni, rivolgendo il suo intervento ai professionisti dell’informazione riuniti nella redazione. Nel corso della visita, la presidente del Consiglio ha rivelato anche una curiosità personale: “Ho scoperto – ha sorriso poi Meloni – che l’ANSA è nata lo stesso giorno (il 15 gennaio) in cui sono nata io, qualche anno più tardi“. L’incontro ha rappresentato un riconoscimento istituzionale del ruolo svolto dall’Agenzia nell’informazione italiana. “L’informazione è un servizio importante per la politica e la democrazia“, ha affermato Meloni, ribadendo l’importanza della verifica delle fonti e della serietà professionale nel lavoro giornalistico. Durante uno scambio di battute informale con la dirigenza dell’Agenzia, Meloni ha sottolineato il valore dell’autorevolezza nella produzione giornalistica: “In questo tempo, con il giornalismo si possono guadagnare lettori con la sensazione o con l’autorevolezza, e mi pare che l’ANSA cerchi di farlo con l’autorevolezza“.
Google, con le AI Overviews crollano i clic ai siti di notizie

Google ha intensificato la diffusione delle sue AI Overviews a partire da maggio 2024 negli Stati Uniti, e nuovi dati rivelano l’impatto diretto sulle abitudini di ricerca degli utenti e sul traffico verso i principali editori digitali. Secondo l’analisi di Similarweb, pubblicata da Press Gazette, i riepiloghi generati dall’intelligenza artificiale di Google stanno alimentando un significativo aumento delle ricerche zero-click, cioè quelle in cui gli utenti non cliccano su alcun risultato esterno, penalizzando così il traffico organico verso i siti di notizie. Nel mese di maggio 2025, Mail Online ha registrato AI Overviews attivati per 32 delle sue 100 parole chiave principali. In questi casi, nel 68,8% delle ricerche gli utenti non hanno effettuato alcun clic, una percentuale superiore alla media complessiva del sito che si attesta al 54,9%. Il trend è stato simile nei mesi precedenti: ad aprile 2025 la percentuale di ricerche zero-click con AI Overview era al 69,2%, a marzo al 71,3%. Quando la funzione è stata introdotta, nel maggio 2024, il tasso era del 48%. Anche altri brand come People.com (40 keyword con AI Overview) e Buzzfeed (36 keyword) hanno sperimentato percentuali simili: People ha registrato un 71,2% di ricerche zero-click con AI Overviews e un 65,6% complessivo. Buzzfeed è passato dal 52,8% al 60,7% complessivo, con un picco del 69,2% nei casi in cui erano presenti riepiloghi IA. Tra i casi più rilevanti figura Ouest France, con un incremento di 14,7 punti percentuali nelle ricerche zero-click in un anno (dal 39,8% al 54,5%). Dati comparabili emergono per MSN.com, cresciuto dal 42,4% al 56,1%. I tassi più elevati di zero-click con AI Overview sono stati osservati sul sito giapponese Livedoor (79,5%), sul russo Komsomolskaya Pravda (79%) e su CBS News (75,1%). Tuttavia, non tutti i 100 principali brand hanno mostrato aumenti: circa un quarto ha visto diminuire le ricerche senza clic e 35 hanno registrato meno zero-click in presenza delle panoramiche AI rispetto alla media. Secondo Similarweb, la media globale delle ricerche di notizie senza clic su Google è salita dal 56% al 69% in un anno. Questo dato indica un cambiamento significativo nel comportamento degli utenti, che tendono sempre più a ottenere le risposte direttamente nella pagina dei risultati. Contestualmente, il traffico organico verso i siti editoriali è sceso da oltre 2,3 miliardi di visite al picco a meno di 1,7 miliardi. Una denuncia è stata presentata alla Competition and Markets Authority del Regno Unito, in cui si accusa Google di utilizzare contenuti degli editori per alimentare le AI Overviews senza offrire un’opzione concreta per rinunciare. Secondo la denuncia, rifiutare lo scraping equivale a sparire dai risultati di ricerca, salvo accettare il formato “no snippet”, considerato meno efficace. Un portavoce di Google ha dichiarato la scorsa settimana: “Più di qualsiasi altra azienda, Google dà priorità all’invio di traffico verso il web e ogni giorno inviamo miliardi di clic sui siti web. Le nuove esperienze di intelligenza artificiale nella Ricerca consentono alle persone di porre ancora più domande, creando nuove opportunità di scoperta di contenuti e aziende. Gli editori hanno il controllo su quali contenuti appaiono nella Ricerca, incluse le Panoramiche basate sull’intelligenza artificiale”. Negli Stati Uniti, i dati mostrano che il tasso di ricerche zero-click per i principali siti di notizie è aumentato dal 52,8% al 55,2%. Tra i brand con più AI Overviews a maggio: Us Weekly (40), Mail Online (39), Buzzfeed (36), People (32), Men’s Journal (31) e Mirror US (30). Le testate con i tassi più alti di zero-click in presenza di panoramiche AI includono The Gateway Pundit (88,3%), Yahoo News (78%) e Politico (77,1%). Alcune, come Yahoo News, hanno mostrato una marcata differenza tra le ricerche zero-click con AI Overview (78%) e quelle complessive (51%). Il marchio con la maggiore variazione nell’ultimo anno è il Farmingdale Observer, che ha visto aumentare il tasso di zero-click dal 40,9% al 71,7%. Tra le testate con redazioni statunitensi, l’Independent è passato dal 52,4% al 63,6%. In controtendenza, il New York Times ha registrato un tasso inferiore di zero-click quando erano presenti AI Overview (25,2%) rispetto alla media complessiva (40,1%), sebbene i casi rilevati fossero limitati a sei parole chiave. Google ha affermato di non attivare le AI Overviews per le query di notizie concrete, il che spiegherebbe perché i contenuti lifestyle o evergreen sono più esposti. Nove siti tra i top 100 negli Stati Uniti, tra cui Yahoo Finance e Breitbart, non hanno attivato alcuna panoramica AI su keyword principali. Parallelamente, Similarweb ha registrato una crescita significativa nell’utilizzo di ChatGPT per le notizie, con un aumento del 212% tra gennaio 2024 e maggio 2025 nelle query informative, mentre le ricerche su Google sono calate del 5%. A maggio 2025, ChatGPT ha raggiunto 60,2 milioni di utenti unici sul web e 46,6 milioni tramite app. Tra i siti che ricevono più traffico da ChatGPT figurano Reuters, Business Insider, Wall Street Journal e Forbes, trainati dall’interesse per aggiornamenti finanziari e di mercato in tempo reale.