Il New York Times ha stipulato un accordo pluriennale con Amazon per la concessione in licenza dei propri contenuti editoriali, che verranno utilizzati per l’addestramento dei sistemi di intelligenza artificiale generativa del colosso tecnologico. L’annuncio è stato diffuso giovedì dalla New York Times Company, che ha precisato che la collaborazione consentirà l’integrazione di articoli, ricette di NYT Cooking e contenuti sportivi di The Athletic in diverse esperienze offerte agli utenti Amazon, incluse quelle gestite tramite Alexa.
Secondo quanto comunicato, si tratta del primo accordo di questo tipo per il prestigioso quotidiano statunitense. Non sono stati resi noti i termini finanziari, ma è presumibile che l’intesa preveda una remunerazione per l’utilizzo dei materiali protetti da copyright. Meredith Kopit Levien, amministratore delegato della New York Times Company, ha dichiarato allo staff: “L’accordo è coerente con il nostro principio consolidato secondo cui il giornalismo di alta qualità merita di essere pagato”.
Il materiale concesso in licenza sarà impiegato da Amazon per alimentare i propri modelli linguistici e potrebbe comparire, con attribuzione e link, in risposte vocali o testuali fornite agli utenti. L’iniziativa si inserisce nel contesto di una rapida evoluzione dell’IA, che ha portato numerosi editori a scegliere tra azioni legali e accordi commerciali in risposta allo sfruttamento delle loro pubblicazioni da parte di sistemi di AI generativa.
Nel 2023, lo stesso New York Times aveva intentato causa a OpenAI e Microsoft per presunta violazione del copyright, accusando le aziende di aver utilizzato milioni di articoli senza autorizzazione né compenso. OpenAI e Microsoft avevano respinto le accuse. A differenza di allora, in questo caso si è scelto un percorso negoziale. Negli ultimi mesi, anche altri grandi gruppi editoriali, tra cui Axel Springer, Condé Nast e News Corp, hanno siglato accordi di licenza per garantire un ritorno economico sull’uso dei propri contenuti da parte di sistemi di intelligenza artificiale. Il Washington Post, di proprietà del fondatore di Amazon Jeff Bezos, ha siglato un accordo con OpenAI il mese scorso.
Amazon, da parte sua, ha accelerato i propri investimenti nel settore dell’AI dopo il rilascio di ChatGPT da parte di OpenAI alla fine del 2022. Tra le operazioni più significative si segnala l’accordo da almeno 330 milioni di dollari con la startup Adept, seguito da una collaborazione simile con Covariant, cofondata dal professor Pieter Abbeel dell’Università della California, Berkeley. Entrambi i ricercatori ora dirigono un laboratorio interno di Amazon focalizzato sullo sviluppo della cosiddetta intelligenza artificiale generale (AGI).
Parallelamente, Amazon ha investito 4 miliardi di dollari in Anthropic, start-up concorrente di OpenAI, ottenendo accesso ai suoi modelli e rendendoli disponibili ai clienti del servizio di cloud computing AWS. Il nuovo accordo con il New York Times potrebbe quindi rafforzare le basi informative utilizzate nei progetti di ricerca avanzata di Amazon, orientati alla costruzione di sistemi capaci di replicare capacità cognitive umane.
L’uso di contenuti giornalistici da parte di software di AI ha suscitato preoccupazione tra gli editori per il rischio di “allucinazioni” algoritmiche, ossia risposte contenenti informazioni errate attribuite erroneamente a fonti affidabili.