Joe Kahn (New York Times): “Su Trump un articolo ogni 30 minuti”

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Il direttore esecutivo del New York Times, Joe Kahn, ha dichiarato che la testata ha pubblicato in media un articolo su Donald Trump ogni mezz’ora negli ultimi mesi. L’affermazione è arrivata nel corso del terzo Sir Harry Evans Investigative Journalism Summit, durante un confronto sul ruolo dei media nell’epoca della presidenza Trump. Rispondendo alla domanda se l’ex presidente stesse deliberatamente sovrastando l’agenda mediatica, Kahn ha precisato che i giornalisti devono confrontarsi con la realtà: “Il presidente degli Stati Uniti sarà sempre una notizia, qualunque cosa faccia”.

Durante il dibattito, moderato da Jon Sopel del podcast The News Agents, è stato evidenziato come Trump continui a generare una quantità massiccia di contenuti, tra dichiarazioni pubbliche e proposte, come la riapertura di Alcatraz, la promessa di 1.000 dollari per il rimpatrio degli immigrati clandestini, e l’ipotesi di trasferire il draft della NFL a Washington DC. Sopel ha chiesto se tutto ciò contribuisca a creare un “disturbo da deficit di attenzione” nell’agenda dell’informazione.

Alessandra Galloni, direttrice editoriale di Reuters, ha ribadito che la copertura mediatica su Trump non è eccessiva, ma necessaria: “Sta ristrutturando l’ordine economico e geopolitico mondiale. E quindi dobbiamo occuparcene”. Kahn ha concordato, sottolineando che storie come l’ipotetica deportazione in Libia restano una priorità per la stampa. Ha aggiunto che il ritmo della copertura giornalistica su Trump rimane alto, con un articolo ogni 30 minuti in media, giorno e notte.

Un ulteriore tema del panel ha riguardato l’accesso della stampa alla Casa Bianca. Sopel ha chiesto a Galloni della decisione di estendere il pool stampa da poche agenzie selezionate a circa 30 organizzazioni, rendendo più difficile la presenza regolare a bordo dell’Air Force One. Galloni ha spiegato che molte redazioni, a causa dei costi, si affidano sempre più alle agenzie come Reuters per la copertura delle notizie ufficiali.

Brian Stelter, analista della CNN, ha sostenuto che l’informazione riesce ancora a raggiungere il pubblico, anche in un contesto molto rumoroso. Ha osservato che, nonostante la mole di notizie, gli indici di gradimento di Trump sono comunque variati, segno che la copertura ha ancora un impatto. Kahn ha ribadito la necessità di rafforzare il giornalismo locale e investigativo, e di puntare su notizie verificate e rilevanti.

Durante il summit, Kahn ha citato un caso concreto in cui un articolo del New York Times ha portato Trump a bloccare un briefing del Pentagono per Elon Musk su una possibile guerra con la Cina. L’episodio dimostrerebbe che un’inchiesta giornalistica può ancora incidere, anche in tempo reale, sulle decisioni dell’amministrazione.

Kahn ha anche discusso della neutralità politica del quotidiano, affermando che il New York Times ha numerosi abbonati in stati e contee a maggioranza repubblicana. Il quotidiano punta sempre più su contenuti fruibili in formato video, newsletter e social media, avvicinando i lettori con un linguaggio più colloquiale e diretto.

Infine, Kahn ha parlato dell’indipendenza economica e istituzionale del New York Times, definendola un punto di forza unico. La testata non riceve finanziamenti statali, né entrate pubblicitarie governative, e non è controllata da gruppi industriali o miliardari con interessi terzi. La proprietà familiare garantisce, secondo Kahn, una linea editoriale autonoma e focalizzata esclusivamente sulla missione giornalistica.

(In foto, Joe Kahn, direttore esecutivo del New York Times)