La Rai e il Papa: “frociaggine” coperta tardi?

Papa Francesco

La notizia delle parole pronunciate dal Papa ai cardinali italiani, sull’eccesso di “frociaggine” nei seminari, è arrivata ai telespettatori Rai con notevole ritardo. Secondo quanto riportato da Domani, questo episodio sembra rappresentare una nuova sfaccettatura del servizio pubblico sotto il governo Meloni. Nel migliore dei casi, il ritardo nella diffusione della notizia è stato di dodici ore. Lunedì 27 maggio, durante le edizioni serali dei telegiornali Rai, non c’è stato alcun accenno alle parole del Papa. La linea ufficiale di Viale Mazzini parla di “autonomia dei Direttori”, mentre altre fonti suggeriscono difficoltà nella verifica della veridicità della notizia. Anche nella notte, con l’eccezione di Rai Tre che ha dedicato un titolo alla notizia già a Linea Notte, i telespettatori Rai non sono stati informati della vicenda. Lo scoop era di Dagospia, poco prima delle 20 del 27 maggio, ripreso subito da alcune testate. Il giorno seguente non è andato meglio. Il Tg1 ha accennato alla notizia nell’edizione delle 8 del mattino, con una certa circospezione. “Secondo quanto trapela, il Papa, ricorrendo anche a espressioni forti, avrebbe confermato l’orientamento già espresso,” ha detto il giornalista in conduzione Giuseppe Rizzo. Nessun servizio approfondito, nessun intervento del vaticanista di testata, solo una notizia letta dal conduttore con immagini di supporto. Mancava soprattutto il virgolettato al centro della controversia: l’insulto usato dal Papa, che ha costretto Francesco a scusarsi pubblicamente. Nelle edizioni del Tg1 e del Tg2 dell’ora di pranzo, la copertura è stata simile. Il Tg2 delle 13 ha utilizzato il condizionale per spiegare come Francesco avrebbe usato “parole gergali difficili da maneggiare per chi non è di madrelingua italiana” e ha fatto riferimento a non meglio specificate “espressioni colorite”. Il Direttore del Tg2, Antonio Preziosi è in ottimi rapporti con il Vaticano, grazie al legame con il Prefetto per la Comunicazione Paolo Ruffini e la sua lunga esperienza da vaticanista. Anche il direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, ha una vasta esperienza in questo campo, avendo ottenuto le carte del processo al cardinale Becciu prima di tutti gli altri e avendo intervistato Francesco. A mediare con la segreteria del Papa è stato il Promotore di Giustizia dello Stato Vaticano Alessandro Diddi, con cui Chiocci ha un rapporto privilegiato. Nell’edizione delle 13.30 del Tg1, effettivamente il servizio sull’insulto usato dal Papa c’è stato, ma di nuovo si sono utilizzate perifrasi: “Espressioni particolarmente forti”. A corredo, l’intervista a monsignor Mauro Cozzoli ha tentato di contestualizzare la dichiarazione riferendola a “preti omosessuali che tengono comportamenti scorretti”. Da Viale Mazzini si sottolinea come non ci sia stato coordinamento nel non dare la notizia, ma anche come nessuno dei vertici sia rimasto perplesso nel non vedere la notizia in onda lunedì sera. Qualcuno suggerisce che “magari semplicemente le edizioni non sono state guardate”. Altrove, invece, si sono usate meno premure: Enrico Mentana su La7 ha scelto di leggere il virgolettato integralmente, mentre il Tg3 ha evitato di pronunciarlo, descrivendolo come “offensivo” e mostrando titoli di giornale in cui l’espressione era riportata in chiaro.

New York Times, annunci basati sull’attenzione visiva

NYTimes redazione

Il New York Times sta rivoluzionando il mondo della pubblicità digitale con una nuova strategia basata sull’attenzione dei lettori. Il sistema, annunciato il mese scorso in collaborazione con l’azienda di misurazione Adelaide, utilizzerà il tracciamento degli occhi per ricavare metriche dettagliate sull’interesse degli utenti verso i contenuti visualizzati. Adelaide sfrutta segnali come il tracciamento oculare e i dati di esposizione per determinare l’efficacia degli annunci pubblicitari, basandosi sull’attenzione che i lettori dedicano loro. PUBBLICITÀ MIRATA ED EFFICACE Il New York Times mira a correlare l’attenzione dei lettori con l’efficacia degli annunci, aprendo così la strada a una nuova era di pubblicità digitale più mirata ed efficace. Questa strategia innovativa promette di ridefinire il futuro della comunicazione digitale, non solo in termini di numero di visualizzazioni, ma anche della qualità dell’attenzione che i lettori dedicano agli annunci. METRICHE AVANZATE La partnership con Adelaide offre al Times l’accesso a una serie di strumenti avanzati per valutare l’attenzione, inclusi l’analisi della qualità dell’inventario e informazioni automatizzate sulle campagne pubblicitarie. Gabriel Dorosz, direttore esecutivo della strategia e degli insight sul pubblico del New York Times, ha sottolineato l’importanza di utilizzare queste nuove metriche in combinazione con quelle esistenti. “Si tratta di guardare le cose in modo combinato,” ha dichiarato Dorosz. “Questo approccio consente al Times di consigliare adeguatamente gli esperti di marketing su come attirare l’attenzione dei lettori in modo più sfumato e utilizzare misure diverse oltre al numero di click.” INVENTARIO PUBBLICITARIO Finora, il New York Times ha utilizzato la “metrica AU” di Adelaide per valutare il proprio inventario pubblicitario, cercando di determinare se i suoi spazi pubblicitari sono sopravvalutati o sottovalutati. “Siamo già una scelta premium, quindi la domanda a cui dobbiamo sempre essere in grado di rispondere è: ‘siamo costosi o siamo sottovalutati?‘”, ha spiegato Dorosz. MISURAZIONE DELL’ATTENZIONE Testate internazionali di rilievo stanno abbracciando una nuova era nel valutare l’attenzione dei lettori, superando il tradizionale conteggio di click e visualizzazioni. Il New York Times, pioniere nell’innovazione digitale, sta rompendo gli schemi collaborando con società specializzate nel tracciamento oculare per catturare l’attenzione degli utenti in modo più profondo. Tuttavia, non è l’unico. “TOTAL REACH” The 19th sta ridefinendo il modo di misurare l’audience del suo giornalismo, introducendo una nuova metrica chiamata “total journalism reach”, che tiene conto di tutte le forme di consumo dei contenuti giornalistici, incluse le piattaforme social e le newsletter. Anche il Financial Times aveva esplorato concetti simili nove anni fa, ma solo recentemente l’industria ha visto una crescente domanda per una misurazione accurata dell’attenzione. Questo cambiamento è spinto dalla necessità di valutare l’attenzione dei lettori in maniera più precisa e dettagliata, rispondendo alle esigenze di un mercato pubblicitario sempre più esigente e sofisticato.

Tgcom24.it si rinnova: più contenuti e una navigazione ottimizzata

TgCom24 nuovo sito

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