Google, stop a clickbait e notizie di bassa qualità

Google dichiara guerra ai siti web che sfruttano contenuti di bassa qualità, annunciando nuovi provvedimenti che penalizzeranno drasticamente tali pratiche. L’azienda ha reso noto che le modifiche, implementate grazie a miglioramenti agli algoritmi di classificazione, entreranno in vigore entro marzo e si concentreranno su tre principali tipi di abusi. Il primo obiettivo riguarda la lotta contro il clickbaiting, una pratica diffusa tra i siti che utilizzano sia intelligenza artificiale che contenuti generati da persone reali per creare notizie progettate esclusivamente per attirare clic, senza fornire alcun valore o informazione utile. Questo tipo di contenuto, spesso basato su titoli sensazionalistici, sarà pesantemente penalizzato, promuovendo una maggiore integrità nei risultati di ricerca di Google. Il secondo obiettivo prende di mira siti web con una reputazione positiva, ma che ospitano aree con notizie di bassa qualità provenienti da terze parti, senza supervisione dell’editore. Google intende scoraggiare questa pratica per mantenere la coerenza della qualità nei contenuti offerti agli utenti. Infine, il terzo aspetto affrontato è l’utilizzo di domini scaduti, acquistati e sfruttati per aumentare il posizionamento di ricerca di contenuti di bassa qualità o non originali. Questa tattica potrebbe ingannare gli utenti, facendoli credere che tali contenuti appartengano al sito originale. Google si impegna a contrastare attivamente questa manipolazione dei risultati di ricerca. “Riteniamo che questi aggiornamenti ridurranno la quantità di contenuti di bassa qualità nei risultati di ricerca e invieranno più traffico a siti utili e di alta qualità – si legge nel blog post. – Sulla base delle nostre valutazioni, prevediamo che la combinazione di questo aggiornamento e dei nostri sforzi precedenti ridurrà notevolmente i contenuti di bassa qualità e non originali nei risultati di ricerca del 40%”.
L’imparabile ascesa dell’IA e il ruolo cruciale delle aziende

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (IA) ha rapidamente guadagnato terreno come catalizzatore di trasformazioni nel mondo del lavoro. Una recente indagine condotta da LinkedIn rivela che i leader aziendali italiani stanno gradualmente riconoscendo l’importanza di preparare la propria forza lavoro alle sfide e alle opportunità proposte dall’IA. Secondo i dati di LinkedIn, il 39% dei leader aziendali italiani sta attivamente supportando i propri dipendenti nell’acquisizione di competenze legate all’IA. Questa tendenza è riscontrabile anche in altri paesi europei, con il 36% nei Paesi Bassi e il 38% in Francia che adottano misure simili per potenziare l’alfabetizzazione all’IA tra i loro dipendenti. Con l’avanzare rapido dell’intelligenza artificiale, la necessità di sviluppare nuove competenze è diventata cruciale per le aziende. Secondo i dati di LinkedIn, si prevede che le competenze richieste per i lavori a livello globale cambieranno del 51% entro il 2030, con un ulteriore impulso al cambiamento previsto grazie all’ascesa dell’IA generativa, che porterà a un aumento del 68%. In Italia, il 67% degli hiring manager prevede un crescente divario di competenze nei prossimi cinque anni, evidenziando l’urgenza per le aziende di concentrarsi sullo sviluppo delle competenze per sfruttare appieno le opportunità offerte dall’IA. La ricerca rivela anche che i professionisti italiani sono entusiasti di abbracciare l’IA nei loro ruoli lavorativi, con l’89% che si dice eccitato all’idea di utilizzare questa tecnologia e il 79% convinto che possa portare a un progresso significativo nella loro carriera. Non solo le competenze legate all’IA diventano sempre più cruciali per l’avanzamento professionale, ma sono anche fondamentali per la mobilità interna e la retention dei talenti. A livello europeo, il 39% degli hiring manager italiani prevede un aumento del turnover dei dipendenti nel 2024, sottolineando l’importanza della mobilità interna come strategia per trattenere i talenti. “A poco più di un anno dalla diffusione dell’IA generativa, le aziende stanno iniziando a investire nella formazione dei propri dipendenti per sfruttare al meglio questa tecnologia”, dice Marcello Albergoni, Country Manager Italia Linkedin: “Sono proprio queste imprese lungimiranti ad avere un vantaggio sulla concorrenza. Le aziende non possono permettersi di tardare nell’aggiornamento professionale se vogliono cogliere le opportunità offerte dall’IA e avere successo in un mondo del lavoro in continua evoluzione. L’aggiornamento dei dipendenti in materia di hard e soft skill non solo aiuterà le aziende a diventare più agili, ma migliorerà anche la fidelizzazione e renderà più facile passare a nuove carriere all’interno dell’organizzazione. Le imprese che riusciranno a raggiungere questo obiettivo beneficeranno del fatto di avere una forza lavoro con le competenze giuste, nei ruoli giusti e al momento giusto. Tuttavia, per avere successo, le aziende dovranno anche coltivare una cultura dell’apprendimento continuo – segnalando i ruoli interni, incoraggiando i dipendenti a considerare la loro prossima mossa e aiutandoli a individuare le competenze necessarie per accedere a nuovi ruoli”. Inoltre, la ricerca di LinkedIn identifica tre principali barriere alla mobilità interna: la mancanza di opportunità di apprendimento e sviluppo per trasformare le carriere, la mancanza di un processo efficace per la gestione della mobilità interna e il fenomeno dell’“accaparramento” dei talenti. Anandi Shankar, Global Head of Learning di Unilever, sottolinea l’importanza di adattarsi al futuro del lavoro, incoraggiando la curiosità e offrendo strumenti come LinkedIn Learning per sviluppare competenze cruciali. La chiave per il successo, secondo Shankar, risiede nell’implementazione di piani di sviluppo personalizzati per il futuro, collegando competenze e comportamenti di leadership necessari per il successo continuo delle organizzazioni.