Trump contro New York Times, Washington Post e Fox News per sondaggi truccati

Donald Trump

In un post pubblicato lunedì mattina su Truth Social, il presidente Donald Trump ha chiesto che i principali istituti e testate che producono sondaggi politici siano indagati per frode elettorale, accusandoli di manipolare i dati per influenzare l’opinione pubblica. Secondo quanto riportato da Axios, il messaggio è arrivato a meno di due settimane dal traguardo dei 100 giorni del suo secondo mandato. Trump ha definito “sondaggi falsi delle organizzazioni di fake news” quelli pubblicati da testate come il Washington Post, il New York Times e Fox News, sostenendo che gli autori stiano “cercando un risultato negativo” contro la sua amministrazione. Ha inoltre citato il sondaggista John McLaughlin, storicamente legato alle sue campagne, accusando i media di essere “criminali negativi” e “nemici del popolo”. Le dichiarazioni sono giunte in risposta a una serie di rilevazioni demoscopiche che indicano un calo del gradimento del presidente. Secondo un sondaggio Washington Post-ABC News-Ipsos, condotto su 2.464 adulti, il tasso di approvazione complessivo di Trump è al 39%, mentre il 55% disapprova l’operato presidenziale. A febbraio, le stesse rilevazioni mostravano un 45% di approvazione e 53% di disapprovazione. Un altro sondaggio, condotto dal New York Times/Siena College su un campione nazionale di 913 elettori, ha rilevato un consenso al 42%, con un 54% di contrari. Il Times ha definito questi numeri “storicamente bassi” per un presidente in carica a questo punto del mandato. Il calo è confermato anche da una ricerca Fox News, secondo cui l’indice di gradimento è sceso al 44%, con una perdita di cinque punti percentuali rispetto al mese precedente. Secondo lo stesso sondaggio di Fox News, l’unico ambito in cui Trump conserva un margine positivo è la sicurezza dei confini, uno dei temi centrali della sua campagna. Per il resto, i dati indicano un aumento delle preoccupazioni tra gli elettori riguardo ai suoi metodi e al ritmo dei cambiamenti introdotti. Dalla sua rielezione, Trump ha avviato un’agenda politica che ha comportato ampie riforme istituzionali, alcune delle quali sono attualmente oggetto di verifiche giudiziarie. Diversi tribunali hanno bloccato alcune delle iniziative più controverse, mentre si moltiplicano i ricorsi legali contro decisioni del governo federale. In un ulteriore sondaggio del Times/Siena, il 54% degli elettori registrati ha affermato che Trump ha “esagerato” con i cambiamenti apportati al sistema politico ed economico, contro il 27% che li ha giudicati adeguati. Secondo un’analisi del Washington Post, l’attuale indice di gradimento del presidente è il più basso rispetto a quello di qualsiasi predecessore al medesimo punto del mandato, a partire dal terzo incarico di Franklin D. Roosevelt.

Trump Media: il debutto a Wall Street del social “Truth”

Donald Trump

Il magnate Donald Trump si appresta a un nuovo capitolo nel mondo della tecnologia e dei media con l’esordio della sua società, Trump Media & Technology Group, sul mercato azionario di Wall Street martedì prossimo. L’annuncio della quotazione arriva dopo l’approvazione da parte degli investitori di Digital World Acquisition Corp. della fusione con il social media di Trump, noto come ‘Truth’. “Come società quotata perseguiremo la nostra visione per costruire un movimento e riprenderci internet dai censori di Big Tech”, ha affermato l’amministratore delegato di Trump & Technology Group Devin Nunes. La nuova entità sarà quotata al Nasdaq con il simbolo DJT, che sono le iniziali dell’ex presidente. L’operazione, secondo le segnalazioni dell’Ansa, varrà circa 5 miliardi di dollari, di cui 3,5 miliardi finiranno direttamente nelle mani di Trump, con una quota del 60%. Questa cifra è sorprendente per un social media che in poco più di due anni ha accumulato un numero relativamente basso di utenti e poche entrate, oltre ad essere coinvolto in un’indagine per insider trading e aver ricevuto una multa dalla Sec, l’autorità di regolamentazione dei mercati statunitensi. Tuttavia, l’accordo presenta alcuni vincoli per Trump. Il magnate non potrà vendere le sue azioni prima di sei mesi, a meno che gli azionisti non gli concedano l’autorizzazione. Mentre potrebbero essere inclini a farlo, dato il loro supporto a Trump, potrebbero anche preoccuparsi che la vendita massiccia delle azioni dell’ex presidente possa causare una svalutazione del titolo.