La TV in streaming: una rivoluzione inarrestabile

Televisione

La televisione in streaming si è affermata come la modalità preferita di fruizione dei contenuti per la stragrande maggioranza degli italiani, con quasi 8 su 10 che la guardano quotidianamente, dedicandovi fino a due ore al giorno. Questo boom è alimentato dalla vasta disponibilità di contenuti di alta qualità offerti dalle piattaforme streaming, unite alla libertà e flessibilità offerte dalla visione on demand su qualsiasi dispositivo. Lo conferma uno studio condotto da The Trade Desk e YouGov sulle abitudini degli italiani riguardo allo streaming e le sue implicazioni nel mondo del marketing e della pubblicità. Secondo l’indagine, il 78% degli italiani dedica fino a due ore al giorno alla visione di contenuti in streaming, suddivisi principalmente tra CTV (51%) e YouTube (27%). Al contrario, la TV tradizionale e i contenuti in differita sono guardati da meno della metà degli intervistati. L’interesse per lo streaming attraversa tutte le fasce d’età: dalla Gen Z ai Baby Boomer. I Millennials emergono come i maggiori fruitori della TV in streaming (80%), seguiti dalla TV tradizionale e da YouTube. Anche la Gen X e i Baby Boomer mostrano una crescente preferenza per lo streaming rispetto alla TV tradizionale. Questo trend è destinato a continuare, con il mercato dello streaming in Italia che si prevede raggiungerà un fatturato di 1,45 miliardi di dollari nel 2024, con un tasso di crescita del 9,24%. Le piattaforme streaming continuano a investire in contenuti di qualità, rispondendo alla domanda del pubblico italiano che apprezza la vasta scelta e la flessibilità offerte dall’on demand.  

Prime Video introduce gli spot pubblicitari: le novità

Pubblicità streaming

Milioni di italiani stanno ricevendo in queste ore una comunicazione da parte di Prime Video, che annuncia l’introduzione di spot pubblicitari a partire dal 9 aprile su film e serie TV. Coloro che desiderano evitare interruzioni durante la visione dovranno aggiungere un supplemento di 1,99 euro al mese oltre al costo dell’abbonamento. Questa modalità sembra trovare consenso, con il 60% degli italiani che la approva, secondo una recente indagine condotta da The Trade Desk. “Con le pressioni economiche e l’aumento della concorrenza per far crescere gli abbonati ai servizi in streaming, quasi tutte le piattaforme di contenuti video premium hanno modificato i prezzi e abbracciato l’introduzione della pubblicità – commenta Angela Bersini, General Manager Italia di The Trade Desk – Affidarsi esclusivamente alle sottoscrizioni con prezzi più alti non fornirà un aumento degli abbonati necessario per sostenere la crescita. La nostra recente ricerca indica che il 59% degli italiani è aperto alla pubblicità in cambio di contenuti in streaming gratuiti. Il futuro dello streaming, quindi, si baserà su un approccio ibrido, in cui le piattaforme offrano opzioni sia in abbonamento che finanziate dalla pubblicità.” Secondo un’altra ricerca condotta da YouGov per conto di The Trade Desk, quasi due terzi (65%) dei consumatori intervistati dichiara di essere disposto a spendere al massimo 30 euro al mese per accedere a più servizi di streaming. Ciò aumenta il potenziale per le piattaforme gratuite o a basso costo grazie all’inserimento della pubblicità. Infatti, il 59% dei telespettatori italiani intervistati preferirebbe un servizio gratuito finanziato dalla pubblicità o un servizio meno costoso con spot pubblicitari rilevanti e limitati. “Questo modello però – prosegue Angela Bersini di The Trade Desk – è sostenibile solo se il carico pubblicitario è significativamente inferiore a quello della televisione lineare tradizionale. Per tenere il passo con le nuove regole di coinvolgimento dei consumatori è necessario disporre di dati, pubblicità rilevante, approcci innovativi all’identità e, naturalmente, la giusta infrastruttura tecnologica per effettuare transazioni e misurazioni. Chi utilizzerà le innovazioni digitali raccoglierà i maggiori frutti di questa nuova età dell’oro della TV”. La ricerca di The Trade Desk rivela inoltre che il 72% di tutti i telespettatori italiani ha guardato contenuti in streaming nell’ultimo anno, con una percentuale che sale all’85% nella fascia d’età 18-34 anni. Sebbene la maggior parte degli italiani (il 93%) preferisca guardare in streaming sulla propria TV, più del 50% dei giovani tra i 18 e i 34 anni sceglie dispositivi mobili e notebook per la visione. La TV tradizionale rimane la scelta preferita per i telespettatori di età pari o superiore a 55 anni, con l’86% di loro che ha guardato contenuti tradizionali nell’ultimo anno.