Affari Tuoi ispira la festa di Natale organizzata dal TG1
Il TG1 celebra il Natale con una festa originale, ispirata al celebre programma televisivo Affari Tuoi, condotto da Stefano De Martino. Durante l’evento, i giornalisti si sono riuniti negli Studi Rai di Saxa Rubra, a Roma, per respirare un’atmosfera natalizia diversa dal solito. Muniti dei tradizionali pacchi, i partecipanti hanno vestito i panni dei “pacchisti” e si sono divisi per redazioni, sostituendo le consuete Regioni protagoniste del gioco. Al timone della serata, il direttore del TG1, GianMarco Chiocci, che ha interpretato il ruolo del conduttore, richiamando l’ironia e lo stile di De Martino. A immortalare la serata sono stati vari giornalisti della testata, che hanno condiviso alcune immagini sui social. Nonostante il clima di festa e l’entusiasmo dei partecipanti, il contenuto dei pacchi è rimasto un mistero, lasciando spazio all’immaginazione. La festa è stata un’occasione per unire le diverse redazioni e celebrare lo spirito natalizio in un modo unico e divertente, dimostrando come Affari Tuoi abbia conquistato non solo il pubblico, ma anche chi lavora dietro le quinte dell’informazione italiana.
Cda Rai: Chiocci resta al Tg1 e celebra il primato social
Gian Marco Chiocci è stato nuovamente nominato direttore del Tg1, una decisione presa questa mattina dal Cda Rai. La votazione ha registrato un ampio consenso, con l’eccezione del consigliere Roberto Natale (quota Avs), che ha espresso parere contrario, e di Davide Di Pietro, eletto dai dipendenti Rai, che si è astenuto. Il mandato di Chiocci, strettamente collegato a quello dell’amministratore delegato Giampaolo Rossi, terminerà 60 giorni dopo la fine dell’incarico di quest’ultimo. Nel frattempo, il Tg1 celebra un importante traguardo digitale: il primato social, che ne conferma il successo anche sulle piattaforme online. La classifica, elaborata da Sensemakers in collaborazione con Primaonline.it dimostra che il Tg1 torna a primeggiare nelle classifiche social di ottobre, superando il Tg La7 di Enrico Mentana. Con 780 mila interazioni (il doppio rispetto a settembre) e 26,8 milioni di video views, il Tg1 conquista la vetta sia per interazioni che per visualizzazioni, staccando la concorrenza. La strategia del Tg1 punta su TikTok, dove la media di interazioni per contenuto è passata da circa 6.000 a oltre 10.000. Questo ha consentito al notiziario di pubblicare il post più seguito in assoluto su TikTok, consolidando la propria leadership.
Tg1, giornalista aggredito ad Amsterdam. Telefonino sequestrato

Marco Bariletti, giornalista del Tg1, è stato aggredito a Amsterdam da un gruppo di persone filopalestinesi. Il direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, ha denunciato l’episodio in audizione alla Commissione Segre al Senato martedì 12 novembre 2024. Durante l’aggressione, il cronista è stato circondato, spintonato, e gli è stato sequestrato il telefono. Mentre veniva filmato dai suoi aggressori, gli è stato chiesto di urlare “free Palestine”, un atto che ha scatenato in lui momenti di grande terrore. La Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha espresso la propria solidarietà al giornalista, condannando ogni tipo di violenza nei confronti dei colleghi.
Sangiuliano riappare al Tg1 per commentare le elezioni USA

L’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha fatto la sua prima apparizione televisiva dopo lo scandalo Boccia, che lo ha costretto a lasciare il ruolo di ministro. Questa mattina, ha partecipato come giornalista alla copertura del Tg1 sulla maratona elettorale americana, interagendo con gli ospiti in studio tramite collegamento Skype. Apparso in tenuta formale, con pizzetto curato, camicia bianca e cravatta nera, Sangiuliano ha commentato in diretta lo spoglio delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, offrendo la sua prospettiva sulla situazione politica internazionale. L’ex direttore del Tg2 è rientrato così nel ruolo di giornalista, lasciando alle spalle il recente scandalo che lo ha coinvolto.
Tg1, il Cdr contro i quattro minuti concessi a Salvini

Il Comitato di redazione del Tg1 ha espresso forte critica per la lunga intervista al ministro Salvini andata in onda il 19 ottobre durante l’edizione delle 20 del telegiornale. L’intervista, della durata di oltre quattro minuti, è stata realizzata per discutere del processo relativo al caso della nave Open Arms, in cui il ministro è imputato per il sequestro di persona di 147 migranti. Tale spazio rappresenta più del 13% della durata totale del Tg, suscitando una reazione negativa del Cdr. In un comunicato diffuso il 20 ottobre, il Cdr ha dichiarato: “Riteniamo che gli oltre quattro minuti di intervista al ministro Salvini, andata in onda nell’edizione delle 20 del telegiornale, abbiano leso uno dei principi alla base del nostro mestiere: l’equidistanza tra i soggetti di cui siamo chiamati ad occuparci. L’informazione del servizio pubblico dev’essere sempre super partes e mai percepita come schierata da una parte sola”. Il Cdr ha inoltre richiesto che, in vista della sentenza prevista per dicembre, venga concesso altrettanto spazio alle parti civili, al fine di garantire un’informazione più bilanciata. Anche l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, ha preso una posizione netta, ribadendo che la scelta editoriale del Tg1 lede i principi di imparzialità che il servizio pubblico deve mantenere. Il sindacato ha aggiunto che episodi come questo, già denunciati durante l’assemblea dei Cdr Rai del 17 aprile, dimostrano come il servizio pubblico rischi di diventare un megafono dei partiti, piuttosto che uno spazio di informazione equilibrata e neutrale. “L’intervento in diretta del ministro non è informazione ma propaganda“, ha affermato l’Usigrai. Il comunicato dell’Usigrai si è poi concluso con una dura critica all’attuale gestione della Rai, accusando il governo di voler mettere il “guinzaglio” all’azienda tramite un crescente spostamento del canone in fiscalità generale. Tale manovra, secondo il sindacato, limiterebbe l’indipendenza della Rai, trasformandola in una “tv di stato soggetta ai diktat dell’esecutivo”. Inoltre, l’Usigrai ha evidenziato come questa situazione sia in aperto contrasto con i principi sanciti dall’European Media Freedom Act, che sarà presto legge.
La passione di Vincenzo Mollica per l’arte di raccontare

Vincenzo Mollica, storico volto del Tg1, è un maestro del giornalismo italiano che ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo della cronaca culturale. Ospite dell’ultima edizione de Il Tempo delle Donne, organizzata dal Corriere della Sera alla Triennale di Milano, e intervistato da Elvira Serra, ha condiviso la sua visione del mestiere, rivelando preziose lezioni e aneddoti raccolti in una carriera lunga decenni. Mollica, che ha deciso di diventare giornalista ispirandosi a Clark Kent e Clark Gable, ha fatto del Tg1 la sua casa professionale, trasformando ogni intervista in una storia unica e irripetibile. CHI È VINCENZO MOLLICA Nato nel 1953 a Formigine, Mollica ha dedicato la sua vita al giornalismo, con una particolare passione per il cinema, la musica, e le arti visive. Ha lavorato al Tg1 per decenni, diventando una figura di riferimento nella narrazione culturale italiana, grazie alla sua capacità di creare un dialogo diretto e profondo con le personalità più significative dello spettacolo. Con più di 10.000 interviste all’attivo, ha raccontato al grande pubblico artisti come Federico Fellini, Alda Merini, Mina, e Bob Dylan, coltivando non solo rapporti professionali, ma spesso anche amicizie. IL TG1 COME CASA Il rapporto di Mollica con il Tg1 è stato molto più di un semplice legame lavorativo. Come ha detto durante l’intervista a Il Tempo delle Donne: “Ho avuto due case: quella della mia famiglia e quella del mio lavoro. Quando sono andato in pensione mi hanno fatto una festa. E io ho ringraziato quelli che mi avevano voluto bene e anche quelli che mi avevano voluto male. Questi ultimi sono stati preziosissimi con i consigli: bastava fare il contrario e trovavo la strada giusta”. Il Tg1 ha rappresentato per lui un luogo di crescita e di scoperta, in cui ha potuto esplorare il mondo dello spettacolo con umiltà e rispetto. Il suo approccio al giornalismo è stato sempre mosso da una grande passione, curiosità e, come afferma lui stesso, fatica: “È un mestiere bellissimo che ha bisogno di umiltà, curiosità, passione e fatica. Fatica fa rima con Mollica“. L’ARTE DELL’INTERVISTA Mollica ha saputo trasformare l’intervista in una vera e propria forma d’arte. Molte delle sue interviste sono diventate momenti indimenticabili nella storia del giornalismo italiano, spesso evolvendo in rapporti di amicizia. Tra i suoi legami più intensi, quello con Federico Fellini e Giulietta Masina. Mollica racconta come Fellini lasciasse lettere per la moglie Giulietta sul tavolo della sala da pranzo, invece di proporle ruoli verbalmente: “Federico non le proponeva mai un film a voce: scriveva una lettera, gliela lasciava la mattina sul tavolo della sala da pranzo, e lei la sera gli faceva trovare la risposta sul comodino”. Non meno importante è stato il suo legame con Alda Merini, che gli dettava le poesie al telefono e una volta regalò tutti i soldi che aveva con sé a una zingarella incontrata per strada: “Una volta diede a una zingarella che le aveva bussato al finestrino del taxi tutti i soldi che le avevano appena dato in Rai e che teneva nel reggiseno. Poi però non li aveva per pagare il tassista. Ma lui non li volle e le disse che avrebbe ricordato per la vita il suo gesto”. MAESTRO D’IRONIA Nonostante la profondità dei suoi incontri, Mollica ha sempre saputo dosare l’ironia, come nel caso dell’intervista più veloce della sua carriera, quella con Claudia Schiffer: “Mi concessero un minuto e 45 secondi. Dissi how are you? e arrivederci”. La sua ironia emerge anche nei ricordi di personaggi come Alberto Sordi, che salutò mille operai con un gesto esilarante, o nelle conversazioni con Andrea Camilleri, con cui condivideva il glaucoma che li aveva privati della vista. Camilleri scherzava persino sui colori che si immaginava nei quadri prima di addormentarsi. IL RITORNO ALLA MUSICA La musica ha sempre avuto un ruolo centrale nella carriera di Mollica. Parlando di Mina e Bob Dylan, ha sostenuto che Mina meriterebbe il Nobel per la “letteratura cantata”. IMPARARE DALLE CRITICHE Mollica ha voluto sottolineare, infine, l’importanza di imparare anche dalle critiche. Non ha mai ignorato chi lo ha criticato, anzi, ha trovato nelle critiche un punto di forza, seguendo spesso il principio di fare esattamente l’opposto di quanto consigliato dai detrattori.
La Russia cerca i giornalisti Rai Battistini e Traini

Il ministero dell’Interno della Federazione Russa ha inserito ha inserito Stefania Battistini e Simone Traini, giornalisti della Rai, nella lista dei ricercati, insieme ad altri reporter internazionali come Nicholas Simon Connolly della Deutsche Welle e le giornaliste ucraine Natalya Nagornaya, Diana Butsko e Olesya Borovik. La notizia è stata diffusa dall’agenzia Tass, che cita il database del ministero russo. L’accusa, mossa dal governo russo, riguarda un presunto “ingresso illegale” nel Paese, avvenuto lo scorso agosto, quando Battistini, accompagnata dall’operatore Simone Traini, seguì una squadra di militari ucraini nella regione russa di Kursk, documentando l’operazione per il Tg1. Mosca ha definito l’azione come una violazione “delle leggi russe e delle regole elementari dell’etica giornalistica”, accusando i giornalisti di essere “complici dell’aggressione”. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha reagito prontamente alla decisione di Mosca. “Ho fatto convocare alla Farnesina l’ambasciatore della Federazione russa in Italia per manifestare la nostra sorpresa a causa della singolare decisione di Mosca di inserire la giornalista Battistini nella lista dei ricercati diramata dal ministero dell’Interno russo”, scrive su X ministro. Nel frattempo, la Tass ha riportato che nel database del ministero dell’Interno russo la dicitura accanto al nome di Battistini recita: “Ricercata ai sensi di un articolo del codice penale della Federazione Russa”, senza specificare ulteriormente il capo d’accusa. L’inserimento di Battistini nella lista dei ricercati segue una precedente inchiesta aperta dai servizi di sicurezza dell’FSB russo a metà agosto, che accusava la giornalista e l’operatore Traini di aver attraversato illegalmente il confine russo-ucraino per effettuare riprese nella zona di Sudzha, nella regione di Kursk, teatro di una recente incursione delle forze ucraine. Oltre a Battistini, la lista dei ricercati include anche il corrispondente della CNN, Nick Walsh, segno di un’escalation delle tensioni tra Mosca e diversi paesi occidentali e le loro testate giornalistiche. (in foto, Stefania Battistini del Tg1)
Sangiuliano al Tg1: scuse in diretta per la relazione con Boccia

Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, è stato ospite di un’intervista esclusiva al Tg1 durante la quale ha risposto alle accuse riguardanti la sua relazione con Maria Rosaria Boccia, imprenditrice e influencer, e alla presunta divulgazione di documenti riservati del G7 Cultura. Con voce emozionata e visibilmente commosso, Sangiuliano ha cercato di chiarire la sua posizione, chiedendo pubblicamente scusa e dichiarando di essere pronto a dimettersi nel caso in cui la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, lo richiedesse. L’intervista del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano al Tg1, andata in onda mercoledì 4 settembre, non ha ottenuto i risultati sperati in termini di ascolti. Trasmetta in access prime time, l’intervista, condotta dal direttore Gianmarco Chiocci, è durata diciotto minuti, dalle 20:36 alle 20:54. Sebbene il ministro abbia affrontato temi delicati riguardanti la nomina della signora Maria Rosaria Boccia e la sua relazione personale con lei, il segmento ha visto un calo negli ascolti. Il Tg1 ha registrato circa 3,6 milioni di spettatori e un share del 22,5%, ma l’intervista è scesa a 3,2 milioni e 18,6%. IL CASO SANGIULIANO-BOCCIA Tutto è iniziato il 26 agosto, quando Boccia ha pubblicato su Instagram una foto con Sangiuliano, annunciando di essere stata nominata sua consigliera per i grandi eventi. Il ministero ha smentito subito, dichiarando che la nomina non esisteva e accusando Boccia di cercare visibilità. Nonostante le smentite, l’opposizione ha chiesto chiarimenti, mettendo in dubbio la gestione degli incarichi e la trasparenza del ministro. Nel frattempo, Boccia ha continuato a difendere pubblicamente la sua versione, affermando che la nomina era stata proposta, ma poi ritirata. La vicenda si è complicata quando sono emerse mail organizzative per il G7 della Cultura, in cui Boccia era in copia, sollevando ulteriori dubbi sul suo ruolo. Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha cercato di calmare le acque dichiarando che Boccia non aveva mai avuto accesso a documenti riservati e che nessun denaro pubblico era stato speso per lei. Tuttavia, Boccia ha continuato a controbattere, pubblicando ulteriori post sui social per sostenere le sue affermazioni. Ci sono nuove fotografie di Gennaro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia che sono considerate molto delicate. Alex Fiumara, il fotogiornalista che ha realizzato le foto pubblicate da Gente, ha rivelato che esistono immagini più compromettenti, ma chi le possiede ha deciso di non pubblicarle per ora. Queste foto includerebbero immagini dei due mentre escono da uno studio medico. Maria Rosaria Boccia ha utilizzato occhiali con telecamere invisibili, i Ray-Ban Stories, per registrare numerose conversazioni e messaggi audio con Sangiuliano e i suoi collaboratori, che potrebbero rivelare dettagli scottanti su nomine e affari interni del governo. Questi audio includerebbero anche commenti di Sangiuliano sui colleghi e sulla premier Giorgia Meloni. C’è anche un’attenzione particolare sui legami tra Boccia e la società Ales, che gestisce i beni culturali per il Ministero della Cultura. Alcuni chiedono chiarimenti su come sono state fatte le nomine in Ales e se Boccia possa avere informazioni riservate su tali decisioni. SCUSE, LACRIME E VERITÀ Durante l’intervista, il ministro ha affrontato il tema della sua relazione con Boccia, affermando: “Il rapporto affettivo con Maria Rosaria Boccia è iniziato un po’ di tempo dopo la nostra conoscenza, ci siamo conosciuti a inizio maggio, a fine luglio il rapporto era finito”. Alla domanda se potesse emergere qualcosa di compromettente, Sangiuliano ha risposto: “Sicuramente potrebbero uscire le chat relative alla nostra relazione affettiva, ma questo secondo me sarebbe un reato”. Il ministro ha quindi espresso profonda contrizione per l’imbarazzo creato: “La prima persona a cui devo chiedere scusa, perché è una persona eccezionale, è mia moglie. Chiedo scusa a Meloni per l’imbarazzo procurato a lei e al governo. Chiedo scusa ai miei collaboratori che si sono trovati coinvolti nella vicenda”. Le scuse sono state accompagnate da lacrime, rendendo evidente il coinvolgimento emotivo di Sangiuliano. DIMISSIONI RESPINTE Sangiuliano ha poi affrontato le voci riguardanti le sue dimissioni, spiegando che Giorgia Meloni le ha respinte e lo ha incoraggiato a “chiarire subito il punto di verità” e a “essere sempre sincero”. Sangiuliano ha ribadito che non è stato speso nessun euro di denaro pubblico per la sua relazione con Boccia e che nessun documento riservato del G7 è stato divulgato: “Sono pronto a dimettermi subito dopo che Meloni me lo chiede, ma l’ho rassicurata con prove documentali che si tratta di una vicenda di gossip”. Nel corso dell’intervista, Sangiuliano ha anche risposto alle domande riguardanti una conversazione in cui una voce femminile suggeriva di interrompere la nomina di Boccia. “La nomina non c’è stata e quanto alla voce a cui fa riferimento Maria Rosaria Boccia, io ricordo che in una discussione con mia moglie, lei mi diceva di interrompere ogni rapporto con questa persona, anche di tipo lavorativo. La voce potrebbe essere di mia moglie. Io non ho ascoltato questa conversazione”, ha precisato il ministro. Interrogato sulla possibile violazione di documenti riservati del G7, Sangiuliano ha negato categoricamente: “Assolutamente no! Del G7 sono stati diffusi aspetti marginali, ma nessun documento classificato o riservato”. Ha poi precisato che alcuni documenti diffusi riguardavano solo dettagli organizzativi già pubblicati da altri media. CONFLITTO D’INTERESSI Per quanto riguarda la controversa nomina di Boccia, Sangiuliano ha dichiarato: “Da rapporto di amicizia, la relazione è diventata affettiva e sentimentale e dopo aver portato avanti l’ipotesi di nomina, ho consultato amici legali e il capo di gabinetto che mi hanno detto che tutto ciò poteva configurare un conflitto di interessi”. Ha quindi confermato di aver interrotto la procedura di nomina per evitare possibili scontri. Il ministro ha poi raccontato di aver conosciuto Maria Rosaria Boccia all’inizio della campagna elettorale per le europee a una manifestazione di Fratelli d’Italia a Napoli, sottolineando che fu presentata da amici comuni. Boccia, che usa Instagram per fare pressione e rivelare dettagli, continua a pubblicare nuove informazioni, mettendo in difficoltà il governo e sollevando dubbi su come sono state gestite le nomine e le risorse pubbliche. Dopo che Gennaro Sangiuliano ha fatto una confessione in TV riguardo alla loro relazione, Boccia ha iniziato a pubblicare foto, video
Il Tg1 taglia le dichiarazioni di Pasini sul cambiamento climatico

Il Tg1 è di nuovo al centro delle polemiche per il suo presunto intervento di censura climatica. Antonello Pasini, fisico del clima e ospite del telegiornale delle 13.30 del 27 agosto, ha denunciato sui social che la sua dichiarazione è stata modificata strategicamente. Originariamente, Pasini aveva collegato gli anticicloni africani al cambiamento climatico nel Mediterraneo, affermando che questi eventi climatici avevano “caricato l’atmosfera di una grande quantità di energia”. Tuttavia, la sua dichiarazione è stata ridotta a una mera menzione degli anticicloni, senza fare riferimento al cambiamento climatico. Greenpeace Italia ha denunciato questo taglio come una forma di “censura climatica”, accusando il Tg1 di oscurare la connessione cruciale tra il maltempo e le conseguenze del riscaldamento globale. Non è il primo caso in cui Pasini vede le sue dichiarazioni sul cambiamento climatico edulcorate. Già il 19 agosto, aveva lamentato sui social che le spiegazioni riguardanti l’aumento degli anticicloni africani erano state tagliate. Reazioni politiche e istituzionali non sono mancate. Annalisa Corrado, eurodeputata del Pd, ha definito “assurda e gravissima” la scelta di escludere la crisi climatica dai servizi del Tg1. “È questo il servizio pubblico?”, ha chiesto Corrado, criticando la decisione di nascondere informazioni cruciali sui fenomeni climatici. “Ignorare la crisi climatica non la farà scomparire e mina la sicurezza pubblica”. Marco Grimaldi, vicepresidente di Avs alla Camera, ha espresso indignazione e preoccupazione, annunciando un’interrogazione del Gruppo Alleanza Verdi e Sinistra. Grimaldi ha sottolineato che la comunità scientifica attribuisce alle attività umane la responsabilità della crisi climatica, evidenziando come la presenza degli anticicloni africani sia un chiaro effetto del riscaldamento globale. “È vergognoso che i vertici Rai si preoccupino di tagliare Pasini anziché affrontare l’emergenza climatica”, ha detto Grimaldi. Il 3 agosto, Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, aveva già criticato il governo e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per un video che parlava di “eventi meteo catastrofici” senza menzionare il cambiamento climatico, un approccio considerato obsoleto e inadeguato per il 2023.
Il confine violato: procedimento penale per i giornalisti Rai in Russia

Il servizio di sicurezza russo Fsb ha avviato un procedimento penale contro i giornalisti Rai Stefania Battistini e Simone Traini, accusati di aver attraversato illegalmente il confine russo nella regione di Kursk e di aver effettuato riprese nell’insediamento di Sudzha. L’indagine si basa sull’articolo 322 del codice penale russo. Inoltre, il FSB sta valutando anche la presenza del corrispondente della Cnn, Nick Paton Walsh, in un posto di blocco russo nella stessa area, per decidere eventuali ulteriori azioni legali. GIORNALISTI COME BERSAGLIO Il reportage, trasmesso dal Tg1, ha documentato l’offensiva ucraina in corso nella regione di Kursk, una delle prime incursioni delle forze di Kiev in territorio russo. Battistini e Traini hanno mostrato immagini dei veicoli colpiti e hanno intervistato i residenti locali, descrivendo una situazione di tensione e conflitto. Stefania Battistini ha raccontato durante l’edizione serale del telegiornale di essere entrata in territorio russo in modo semplice, seguendo le norme internazionali per i reporter di guerra, con un’auto blindata contrassegnata come “press”. Ha sottolineato che, sebbene i giornalisti siano una figura protetta, ciò non sempre li salva, spesso trasformandoli in bersagli. Ha inoltre chiarito che non erano gli unici giornalisti presenti sul fronte: oltre a loro, c’erano già stati la tv ucraina, il New York Times, la Cnn e la France Press. Il servizio realizzato è stato fatto con l’intento di mostrare i fatti al pubblico, rispettando le leggi russe. “INFILTRATI ILLEGALMENTE” Il Ministero degli Esteri russo ha espresso una ferma protesta all’Italia per le azioni di giornalisti della Rai, accusati di essersi infiltrati illegalmente nella regione di Kursk per coprire un presunto attacco terroristico ucraino. Le autorità russe hanno affermato che i giornalisti italiani hanno violato le leggi locali e sostenuto propagandisticamente il regime di Kiev, atti considerati criminali secondo il codice penale russo. Nonostante le minacce, è stato ribadito il diritto e il dovere della stampa di documentare gli eventi in territori di conflitto. AUTONOMIA DELLE REDAZIONI L’ambasciatrice italiana a Mosca, Cecilia Piccioni, convocata per discutere della questione, ha difeso l’indipendenza della Rai, chiarendo che le redazioni pianificano autonomamente le loro attività. Sebbene il Ministero degli Esteri russo non abbia confermato le indiscrezioni su eventuali ulteriori azioni, ha sottolineato l’importanza per i corrispondenti stranieri di rispettare le leggi locali, un avvertimento implicito che evidenzia la delicatezza della situazione. IL RIENTRO IN ITALIA Stefania Battistini avrebbe voluto rimanere a Sumy dopo aver documentato lo sconfinamento ucraino in Russia nella cittadina di Sudzha, umiliando Putin. Tuttavia, la Rai ha deciso di farla rientrare in Italia, giudicando troppo rischiosa la permanenza dopo l’apertura di un procedimento penale da parte delle autorità russe per “attraversamento illegale del confine”. Nonostante le sue rimostranze, Battistini è stata richiamata senza ricevere una nota di solidarietà dall’azienda. La decisione ha suscitato reazioni contrastanti: il senatore Filippo Sensi e il deputato Stefano Graziano criticano il governo italiano per la mancanza di una risposta forte, mentre Maria Elena Boschi di Italia Viva contesta la scelta della Rai di richiamare i giornalisti, accusandola di penalizzare il loro lavoro. Dario Carotenuto del Movimento 5 Stelle esprime preoccupazione per la loro impossibilità di continuare le indagini in Russia, mentre Giulia giornaliste denuncia minacce di morte e insulti rivolti a Battistini, attribuiti a sostenitori della propaganda putiniana e filorussi italiani. La decisione della Rai di richiamare anticipatamente i due reporter ha generato caos sia all’interno dell’azienda che a livello diplomatico. Giampaolo Rossi e Roberto Sergio, rispettivamente direttore generale e amministratore delegato della Rai, hanno deciso di far tornare i due giornalisti dopo il loro reportage esclusivo dalla città russa di Sudzha, nonostante non ci fossero rischi immediati per la loro sicurezza. Questa decisione è stata vista come una risposta alle pressioni diplomatiche e alle preoccupazioni riguardanti le relazioni con la Russia. La Farnesina e i servizi di sicurezza avevano proposto alternative meno drastiche, come spostare i giornalisti da Sumy a Kiev. Tuttavia, i vertici Rai hanno optato per il rientro immediato, il che ha sollevato interrogativi su quanto questa mossa sia stata influenzata dalla volontà di evitare conflitti con Mosca. Imbarazzo anche tra gli alleati dell’Italia e ha infastidito Palazzo Chigi, che sta già affrontando difficoltà nel mantenere una posizione coerente sul conflitto ucraino. Il governo di Giorgia Meloni, alle prese con critiche e pressioni interne ed esterne, potrebbe dover rivedere la sua strategia per evitare ulteriori tensioni e mantenere il sostegno internazionale. “IL GIORNALISMO NON È UN CRIMINE” Il reportage, unico nel suo genere, ha mostrato immagini che nessun’altra emittente era riuscita a documentare, provocando la reazione di Mosca e diventando un caso internazionale. L’Usigrai e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi) hanno condannato l’ipotesi di un processo contro gli inviati, definendolo inaccettabile e ricordando che il giornalismo non è un crimine. Solidarietà è arrivata anche da forze politiche e sindacati giornalistici, sia italiani che esteri. Unirai, l’associazione dei giornalisti Rai, ha dichiarato: “Solidarietà ai colleghi Stefania Battistini e Simone Traini, inviati sul fronte di guerra russo-ucraino. Ferma condanna nei confronti di chi cerca di mettere a repentaglio la libertà d’informazione e l’incolumità dei giornalisti”. Usigrai e Fnsi denunciano come inaccettabile l’intenzione delle autorità russe di processare Stefania Battistini e Simone Traini del Tg1, entrati in territorio russo seguendo le truppe ucraine. Secondo le due organizzazioni, il giornalismo non dovrebbe essere soggetto ad autorizzazioni preventive, e minacciare azioni legali contro chi informa è una forma di condizionamento inaccettabile. I giornalisti di tutto il mondo chiedono garanzie di accesso alle zone di conflitto per poter raccontare ciò che accade. Usigrai e Fnsi esprimono piena solidarietà ai giornalisti che rischiano la vita per il dovere di informare.