Orfeo lascia il Tg3, inizia l’incertezza

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L’uscita di Mario Orfeo dalla direzione del Tg3 ha aperto una fase di incertezza per la terza rete Rai, che ora reclama una scelta basata sulla professionalità piuttosto che su logiche di spartizione politica. La preoccupazione è espressa dal Cdr del Tg3, che in una nota ringrazia Orfeo, passato alla direzione di Repubblica, sottolineando però il rischio per il futuro della testata. “Chiediamo ai vertici dell’azienda di definire al più presto quale sarà il destino del Tg3”, dichiarano i rappresentanti dei giornalisti, e “pretendiamo che la scelta della nuova direzione sia guidata dal criterio della massima professionalità e autorevolezza, caratteristiche necessarie per guidare un telegiornale che ha una solida e riconosciuta tradizione nel Paese”. Il Cdr avverte che il Tg3 non deve diventare merce di scambio in uno schema di lottizzazione che stravolgerebbe l’identità della testata. Anche l’UsigRai, il sindacato interno all’azienda, ha lanciato l’allarme. La recente perdita di Orfeo, professionista di lunga carriera in Rai, è stata definita un segnale preoccupante. “La Rai meloniana 2.0, con i vertici appena insediati, perde anche Mario Orfeo”, ha affermato Daniele Macheda, segretario del sindacato, ribadendo la necessità di una riforma strutturale e di una riflessione sul ruolo del servizio pubblico. Senza queste misure, l’azienda rischia di rimanere intrappolata in un sistema in cui prevalgono le logiche di partito, con ulteriori uscite di figure chiave. Secondo le fonti, quattro nomi sono in corsa per sostituire Orfeo. Tra i più accreditati ci sono Senio Bonini e Giuseppe Carboni, entrambi vicini al Movimento 5 Stelle e possibili candidati se dovesse prevalere uno schema di nomina che tenga conto del voto in Commissione di Vigilanza. Bonini, attualmente vicedirettore del Tg1, e Carboni, ex direttore del Tg1 e ora a Rai Parlamento, rappresentano i profili più vicini all’area pentastellata. Simona Sala e Angela Mariella completano il quadro delle candidate, entrambe con una carriera legata al mondo della radio. Sala ha già diretto il Tg3 brevemente nel 2021, mentre Mariella, ex direttrice di Isoradio, potrebbe rappresentare una novità alla guida del telegiornale. In attesa della nomina, Pierluca Terzulli, vicedirettore del Tg3 con delega all’informazione politico-parlamentare, ha assunto la direzione ad interim.

Sindacati Rai, difensori dell’indipendenza giornalistica

RAI sede Milano

Dopo gli episodi degli ultimi giorni, i rappresentanti sindacali della Rai si sono espressi con fermezza a difesa dell’indipendenza e dell’autonomia del servizio pubblico radiotelevisivo italiano. Citando la Costituzione che garantisce il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, essi hanno ribadito il loro impegno a tutelare tali principi a ogni costo. In un comunicato diffuso il venerdì 16 febbraio 2024, il Cdr Approfondimento Rai e il Cdr di RaiNews 24 hanno delineato la visione della Rai che essi auspicherebbero. Questa Rai ideale avrebbe come unici padroni i cittadini italiani e coloro che vi lavorano, inclusi professionisti, tecnici, giornalisti e autori. Si tratterebbe di un servizio pubblico radiotelevisivo indipendente dai diktat governativi, italiani o stranieri, e non influenzato da dirigenti, ministri o partiti politici. Tale Rai non temerebbe di raccontare e rappresentare conflitti e scontri, ma promuoverebbe il dialogo tra idee diverse, offrendo voce a chi è emarginato e favorendo la trasparenza e la partecipazione democratica. Nella dichiarazione, i rappresentanti sindacali sottolineano che la Rai auspicata è fatta dai suoi giornalisti, professionisti liberi e indipendenti, che rispondono unicamente ai telespettatori. Essi escludono qualsiasi influenza politica o governativa nella redazione dei contenuti, ribadendo che gli editori non possono decidere sui contenuti editoriali. Questa Rai si impegna per il diritto alla verità, rifiutando di nascondere ciò che il potere vorrebbe celare, e fornendo strumenti per la comprensione della realtà e il dibattito pubblico. Il comunicato si conclude con una forte critica al clima attuale e una richiesta ai decisori politici di rispettare la libertà di espressione garantita dalla Costituzione. Essi esortano coloro che cercano di limitare la libertà di parola all’interno della Rai a rinunciare alle proprie pretese, ribadendo la loro determinazione a difendere l’autonomia e l’indipendenza del servizio pubblico radiotelevisivo italiano in ogni circostanza.