Corriere della Sera, pensionati in attività oltre i limiti contrattuali

Corriere della Sera redazione via Solferino

Le giornaliste e i giornalisti del Corriere della Sera hanno diffuso una nota interna in cui segnalano un utilizzo improprio di colleghi pensionati all’interno della redazione. Secondo quanto riportato, i giornalisti in quiescenza verrebbero impiegati in attività che vanno oltre i limiti contrattuali previsti per le collaborazioni, assumendo incarichi che comprendono coperture giornalistiche, ruoli organizzativi e presenze in riunioni operative, sia in Italia che all’estero. La denuncia, che arriva dalla redazione del quotidiano milanese, si fonda sull’osservazione di diversi casi verificatisi nell’ultimo anno, nei quali pensionati avrebbero partecipato a conferenze stampa, mantenuto accessi attivi ai sistemi editoriali e in alcuni casi sarebbero stati identificati come inviati ufficiali del giornale. Tali pratiche, secondo quanto scritto nella nota, contraddicono le norme in vigore e rappresentano un ostacolo al rinnovamento interno, sottraendo spazio a giovani professionisti e limitando le possibilità di sviluppo delle competenze già presenti in redazione. Pur riconoscendo il valore dell’esperienza maturata dai colleghi in pensione, i firmatari del documento ritengono che la loro collaborazione debba restare entro i confini del ruolo previsto dal contratto, senza sovrapporsi a compiti che spettano ai giornalisti in servizio. A questo si aggiunge una critica esplicita all’uso delle partite IVA, ritenute un’alternativa impropria ai contratti a termine, che finisce per generare figure prive di tutele e prospettive di carriera interna. La redazione ribadisce quindi la richiesta di: limitare l’uso dei pensionati alle collaborazioni con compiti di scrittura al di fuori delle coperture istituzionali e dei servizi quotidiani che possono essere garantiti da giornalisti dipendenti, escludendo gli incarichi di inviato e i ruoli di coordinamento e di coinvolgimento nella ideazione e fattura del giornale e dei suoi contenuti speciali. Investire sui giovani con contratti equi e rispettosi dei compiti, assicurando loro possibilità di crescita e formazione sul campo. Garantire più attenzione ai percorsi di carriera interna e alle legittime aspettative dei giornalisti dipendenti che hanno dimostrato impegno, passione e competenza. Nella parte conclusiva del documento, i giornalisti si dichiarano consapevoli delle difficoltà economiche generali del settore, ma sottolineano l’importanza di un ricambio generazionale per garantire la continuità e la qualità della testata nel tempo. A seguito della nota, il direttore del Corriere della Sera, in accordo con l’editore, ha replicato che il ricorso ai collaboratori avviene nel rispetto del contratto nazionale e in un’ottica di valorizzazione delle competenze professionali. Ha inoltre ricordato che dal 2016 a oggi sono stati assunti 66 redattori, definendo questo numero un investimento senza precedenti nel panorama editoriale italiano.

Casagit, nuove strategie contro lo stress in redazione: il 79% dei giornalisti ne soffre

salute mentale

Il lavoro dei giornalisti italiani è sempre più caratterizzato da stress psicosociale, carichi cognitivi elevati e incertezza occupazionale. L’indagine “Breaking News”, promossa dall’Osservatorio salute e sicurezza sul lavoro di Casagit Salute, ha coinvolto 1.910 professionisti dei settori stampa, televisione, web e radio, analizzando i rischi del mestiere. Il report sarà discusso al Congresso europeo di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni a Praga dal 21 al 24 maggio 2025. Lo studio, realizzato con il Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi (Cnop) e l’Università di Bologna, evidenzia come il 79% dei giornalisti percepisca un forte aumento dello stress lavorativo. Le principali cause sono il sovraccarico informativo, l’uso incessante delle tecnologie e la riduzione del personale nelle redazioni. Il tecnostress, ovvero la difficoltà nel gestire notifiche continue e l’accelerazione dei tempi di produzione, sta incidendo negativamente sul benessere mentale e fisico dei professionisti dell’informazione. Un altro dato allarmante riguarda la crescente preoccupazione per la sicurezza occupazionale: il 65% degli intervistati teme che l’intelligenza artificiale possa ridurre ulteriormente le opportunità di impiego, mentre l’82% ritiene indispensabile un aggiornamento continuo delle competenze per restare competitivi. La costante pressione nel garantire contenuti rapidi e aggiornati porta inoltre a un calo della qualità dell’informazione, con ripercussioni sia sui giornalisti che sul pubblico. Il report è stato già consegnato alla Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) come contributo al tavolo di discussione per il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro giornalistico. Secondo il presidente di Casagit Salute, Gianfranco Giuliani, questi dati devono spingere a implementare strategie di prevenzione e supporto per migliorare la salute psicofisica dei giornalisti e rendere il settore più sostenibile. Tra le soluzioni proposte, emergono l’adozione di modelli organizzativi più equilibrati, la promozione di percorsi di formazione continua e un maggiore riconoscimento del valore del lavoro giornalistico.