Nomine Rai posticipate, focus su Festival di Sanremo
Il prossimo Cda Rai, in programma il 29 gennaio, non prevede alcuna nomina, come riportato dall’Adnkronos. Sulle scrivanie dei consiglieri non sono giunti curriculum, nemmeno per le direzioni ad interim di Tgr, Tg3 e Rai Sport, attualmente affidate rispettivamente a Roberto Pacchetti, Pierluca Terzulli e Massimiliano Mascolo. La riunione segnerà la ripresa delle attività del board dopo la pausa natalizia e sarà l’ultima a Viale Mazzini prima del trasferimento necessario per i lavori di bonifica dall’amianto. L’attenzione del vertice aziendale si concentra attualmente sullo svuotamento della sede storica e sull’organizzazione dell’evento principale dell’anno, il festival di Sanremo. Solo dopo Sanremo, secondo indiscrezioni, si parlerà di nuove nomine, ma modalità e tempistiche restano ancora indefinite.
Report a rischio: la squadra di Ranucci perde la sua libertà

La trasmissione d’inchiesta Report rischia di perdere la propria autonomia, a causa di una recente circolare che stabilisce nuovi criteri di controllo editoriale per i programmi Rai. La decisione è stata presa dall’amministratore delegato Gianpaolo Rossi, espressione dell’attuale governo, che ha richiesto una verifica sulla cosiddetta “segregazione dei poteri” per garantire che ogni programma sia supervisionato da una figura esterna alla produzione. Tale misura è stata giustificata con l’esigenza di rispettare i principi del servizio pubblico, ma l’intervento colpisce direttamente il conduttore Sigfrido Ranucci, che ricopre anche il ruolo di vicedirettore degli Approfondimenti, creando un apparente conflitto d’interessi secondo l’Internal Audit. La circolare prevede che ogni programma venga gestito da una struttura editoriale distinta, eliminando la possibilità che un conduttore ne detenga la gestione editoriale. La misura è stata interpretata da molti come un attacco diretto a Report, uno dei pochi spazi di giornalismo investigativo rimasti in Rai, e ha sollevato forti critiche. L’Usigrai, sindacato interno della Rai, ha denunciato l’iniziativa come un tentativo di mettere sotto controllo l’informazione pubblica, minando la libertà giornalistica. Anche esponenti politici come Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli hanno espresso preoccupazione, sottolineando come Report abbia recentemente portato alla luce importanti questioni di interesse pubblico, come l’inchiesta sulla società Visibilia legata alla ministra Santanchè. Per loro, questa riorganizzazione appare come un chiaro attacco all’autonomia della trasmissione e alla libertà d’informazione, chiedendo chiarimenti in Commissione di Vigilanza. (In foto, il giornalista Sigfrido Ranucci nello studio della trasmissione di Rai3 Report)
Crollano gli ascolti dei Tg: calano tutti, tranne TgLa7

Un tempo indiscusso punto di riferimento per l’informazione, i telegiornali italiani stanno vivendo una stagione nera. Il pubblico fugge, gli ascolti crollano e la centralità che i notiziari occupavano nell’agenda mediatica sembra svanire. Secondo i dati Auditel analizzati dallo Studio Frasi, nel 2024 quasi tutte le principali testate registrano perdite significative. È una crisi trasversale, che colpisce sia la Rai sia Mediaset, con un’unica eccezione: il Tg La7 di Enrico Mentana, che continua a crescere. In casa Rai, il Tg1 conserva la leadership con uno share medio del 23,56%, ma perde 163.414 spettatori rispetto al 2023 (-3,79%). La gestione editoriale, voluta ai piani alti, non sembra pagare: la narrazione monocorde e una scaletta incentrata su cronaca nera e spettacolo allontanano il pubblico. Peggio fa il Tg2, diretto da Antonio Preziosi, che subisce un tracollo del 8,88% (-96.782 spettatori), consolidando la propria crisi. Il Tg3, pur risentendo del calo complessivo della terza rete, si difende con una perdita minima dello 0,44%, pari a soli 7.522 spettatori. A differenza delle altre testate, la Testata Regionale registra un segno positivo, crescendo dello 0,78%. Nemmeno Mediaset può dirsi immune. Il Tg5, al secondo posto con uno share del 19,54%, perde 86.099 spettatori (-2,42%), mentre il Tg4 lascia sul campo il 4,44% (-24.756 spettatori) e Studio Aperto il 3,52% (-18.014 spettatori). In questo scenario di crisi, spicca il successo del Tg La7, che con l’edizione serale diretta da Mentana cresce del 18,64%, guadagnando 191.810 spettatori. “Una crescita che tuttavia va inserita nell’ottima performance della rete: se La7 aumenta il pubblico, ne beneficia anche il suo telegiornale”, spiega Massimo Scaglioni, docente di Economia dei Media all’Università Cattolica di Milano. La crescita, tuttavia, non basta a nascondere un problema più ampio: l’erosione dell’audience televisiva, causata dallo spostamento delle nuove generazioni verso piattaforme digitali. Smartphone, tablet e pc sono ormai i dispositivi preferiti per informarsi, a discapito della TV tradizionale. Dal 30 dicembre, per adattarsi a questo cambiamento, Auditel introdurrà un nuovo sistema di rilevazione chiamato “total audience”. Questa metodologia misurerà non solo i programmi trasmessi in TV, ma anche quelli disponibili sui dispositivi connessi a Internet, offrendo un quadro più completo delle abitudini del pubblico. Francesco Siliato, analista dello Studio Frasi, individua nelle scelte editoriali uno dei fattori chiave del calo dei Tg Rai. Ritiene che il racconto monotematico delle guerre, poco pluralista e carente di approfondimenti, unito alla presenza eccessiva di cronaca nera, allontani gli spettatori. Questo trend negativo non risparmia nemmeno i canali all news. Rainews24 si ferma allo 0,52% di share (-17,9%), mentre Tgcom24 e SkyTg24 si attestano rispettivamente allo 0,5% e allo 0,33%.
Firmato accordo preliminare per unione Rai Way-EI Towers

La Rai, insieme a F2i e MFE – MediaForEurope, ha sottoscritto un Memorandum of Understanding (MoU) non vincolante per esplorare una possibile aggregazione tra Rai Way ed EI Towers. L’accordo, che coinvolge anche le rispettive società controllate, stabilisce un periodo di esclusiva fino al 30 settembre 2025, per approfondire i dettagli industriali e normativi della Potenziale Operazione, come indicato in una nota congiunta. Tra i capisaldi dell’accordo vi è il mantenimento della quotazione in borsa della combined entity e l’adozione di modalità che garantiscano l’esenzione dall’obbligo di offerta pubblica di acquisto secondo la normativa vigente. La road map prevede la definizione dei termini della Potenziale Operazione entro la scadenza del periodo di esclusiva. La Potenziale Operazione rimane condizionata a una serie di passaggi fondamentali, tra cui le attività di due diligence, la negoziazione e sottoscrizione di accordi vincolanti, l’approvazione da parte degli organi deliberativi delle parti e il conseguimento delle necessarie autorizzazioni regolamentari. Il MoU si sviluppa in conformità al Dpcm del 22 maggio 2024, che modifica il precedente decreto del 17 febbraio 2022, evidenziando la volontà delle parti di promuovere sinergie strategiche nel settore delle infrastrutture di trasmissione.
Rai: Pacchetti alla TgR, Mascolo a Rai Sport e Terzulli al Tg3

Il Consiglio di Amministrazione della Rai ha preso decisioni rilevanti in materia di nomine ad interim e di gestione del personale. La seduta ha riguardato la ratifica di nuovi incarichi temporanei nelle principali testate giornalistiche e l’approvazione di un piano di uscite incentivate su base volontaria, suscitando forti reazioni da parte del sindacato Usigrai. Dopo le dimissioni del direttore della Testata Giornalistica Regionale (TgR), Alessandro Casarin, avvenute lo scorso 11 dicembre, il Cda ha affidato l’incarico ad interim al condirettore Roberto Pacchetti. Pacchetti assume temporaneamente la guida della testata, che rappresenta una delle realtà più rilevanti dell’informazione locale italiana, sia televisiva che radiofonica. Per quanto riguarda Rai Sport, il vicedirettore Massimiliano Mascolo subentra temporaneamente alla guida della testata, in vista della conclusione del mandato di Jacopo Volpi, prevista per il 31 dicembre. Questo passaggio assicura continuità in un momento cruciale per il comparto sportivo Rai, alla vigilia di un 2024 denso di appuntamenti, tra cui le Olimpiadi. Sul fronte del Tg3, il consiglio ha confermato il vicedirettore Pierluca Terzulli come responsabile ad interim. La continuità nella gestione del Tg3 punta a garantire stabilità editoriale in un contesto caratterizzato da trasformazioni organizzative all’interno del servizio pubblico. Parallelamente alle nomine, il Cda Rai ha deliberato un piano di incentivazione all’esodo volontario per il personale aziendale. La misura rientra nell’attuazione del piano industriale e mira a ottimizzare i costi di gestione attraverso la riduzione del personale su base volontaria. Tuttavia, la decisione ha immediatamente provocato un forte dissenso da parte di Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai. In una nota ufficiale, il segretario Daniele Macheda ha espresso preoccupazione per l’approvazione del piano senza un adeguato confronto con le rappresentanze sindacali. “Prevedere uscite di personale dall’azienda senza un accordo sulle modalità di reintegro della forza lavoro espone Testate e Generi a un aumento dei carichi di lavoro che avranno come ricaduta un impoverimento complessivo dell’offerta giornalistica della Rai”, ha dichiarato Macheda. Usigrai ha quindi chiesto un incontro urgente con l’amministratore delegato Giampaolo Rossi, sottolineando che la mancanza di dialogo non è più accettabile. Il timore principale è che la riduzione della forza lavoro si traduca in una perdita di qualità dei contenuti editoriali e un aggravio delle condizioni lavorative dei dipendenti rimasti.
La Scala apre la stagione con Verdi, diretta su Rai 1
Milano si prepara al tradizionale appuntamento del 7 dicembre, con l’inaugurazione della Stagione della Scala. Ad aprire l’attesa stagione sarà “La forza del destino” di Giuseppe Verdi, un’opera grandiosa diretta dal maestro Riccardo Chailly e con la regia di Leo Muscato. Come ormai avviene dal 2020, l’evento sarà trasmesso da Rai Cultura in diretta, a partire dalle 17.45, su Rai1, Rai 4K, RaiPlay e Radio3. La conduzione sarà affidata a Milly Carlucci e Bruno Vespa, che accompagneranno gli spettatori tra interviste e approfondimenti. A supporto, ci saranno anche i collegamenti di Serena Scorzoni direttamente dal foyer della Scala. In quattro atti, con un libretto di Francesco Maria Piave, l’opera di Verdi fu rappresentata per la prima volta nel 1862 a San Pietroburgo. La versione definitiva approdò alla Scala nel 1869. Ispirata al dramma spagnolo di Ángel de Saavedra, racconta una storia d’amore e di vendetta travolta da un destino inesorabile. La trama segue Leonora e Don Alvaro, un giovane dalle nobili origini ma misteriose. Quando Don Alvaro, tentando di fuggire con Leonora, uccide accidentalmente il padre di lei, il Marchese di Calatrava, si scatena una spirale di eventi tragici. Il fratello di Leonora, Don Carlo, giura vendetta e perseguita Don Alvaro per lavare l’onore della famiglia. I due si incontrano e si scontrano più volte nel corso dell’opera, in un crescendo di tensione drammatica. Alla fine, durante un duello, Don Carlo viene ferito mortalmente e Leonora, anche lei colpita, muore tra le braccia di Don Alvaro. In preda alla disperazione, Alvaro invoca la pace eterna.
Tgr Rai, i Cdr: “Buongiorno Regione va sostenuto”

Tgr Rai, i Comitati di Redazione difendono “Buongiorno Regione” dalle voci infondate sulla sua presunta chiusura. In un comunicato ufficiale, i rappresentanti sindacali sottolineano come il programma del mattino continui a registrare ascolti eccellenti e a confermarsi un punto di riferimento per l’informazione locale. Solo nella giornata del 4 dicembre, il programma ha toccato il 13,8% di share, posizionandosi, per alcuni minuti, come il più seguito tra tutte le reti televisive nazionali. La media costante di 11% di share dimostra un gradimento che smentisce qualsiasi fake news. “Il successo di ‘Buongiorno Regione’ – affermano i Cdr – si conferma il punto di riferimento per l’informazione del mattino dai territori, esclusivamente grazie al lavoro e all’impegno delle colleghe e dei colleghi della Tgr, nonostante i tentativi di concorrenza e i mezzi economici sempre più limitati”. I comitati denunciano, infatti, che il programma viene realizzato con mezzi sempre più limitati: il budget si riduce ogni anno, i telecineoperatori non vengono sostituiti e non esistono risorse aggiuntive per le troupe esterne. Nella nota, i Cdr criticano l’Azienda per aver richiesto alle redazioni di ridurre i costi delle riprese e aumentare la produzione giornalistica senza un adeguato supporto economico. In molte sedi, inoltre, mancano sia risorse umane che strumenti per garantire un lavoro sostenibile. I Cdr chiedono alla Rai di: investire in “Buongiorno Regione”; riportare la produzione delle immagini all’interno; rafforzare social e web con personale tecnico dedicato; avviare selezioni pubbliche per colmare i vuoti di organico; garantire la mobilità interna del personale nel rispetto degli accordi sindacali.
La Rai valuta un’iniziativa per regolarizzare i collaboratori
La Rai sta analizzando la possibilità di avviare una selezione interna per regolarizzare i giornalisti autonomi abilitati alla professione. L’iniziativa, ancora in fase preliminare, si concentra su profili di sostenibilità e compatibilità con le esigenze aziendali. La questione è stata sollevata durante un’interrogazione in Commissione Vigilanza da Stefano Candiani e altri commissari della Lega, a seguito del presidio organizzato il 16 ottobre dal sindacato Unirai, che rappresenta i liberi giornalisti Rai. “Prendiamo atto della risposta della Rai. Anche se incompleta, apre uno spiraglio sulla regolarizzazione dei giornalisti atipici”, ha dichiarato Francesco Palese, segretario dell’Unirai. Il sindacato sottolinea come i collaboratori autonomi siano una risorsa fondamentale per programmi di punta come Report, Porta a Porta, Presa Diretta, Unomattina, Agorà, La vita in diretta e Chi l’ha visto?. Nonostante il ruolo centrale che svolgono nella produzione dei palinsesti Rai, questi professionisti operano senza alcuna tutela contrattuale, una situazione che il sindacato giudica insostenibile. “Si riapra immediatamente il tavolo per trattare la loro regolarizzazione”, ha ribadito Palese. La Rai, nel suo intervento, ha specificato che ogni decisione sarà presa valutando con attenzione i criteri economici e organizzativi. Resta ora da capire se si aprirà un dialogo concreto tra l’azienda e i rappresentanti sindacali per offrire tutele stabili ai tanti giornalisti precari che contribuiscono al servizio pubblico.
Rai e immagini: sindacati denunciano condizioni critiche

Il Comitato di redazione della Tgr Sicilia e il coordinamento Cdr della Tgr denunciano le criticità delle politiche Rai sulla produzione di immagini, portando all’attenzione il caso di Francesco Caudullo, operatore aggredito a Piazza Armerina insieme all’inviata Lucia Basso. Caudullo ha dovuto coprire personalmente i danni subiti dalla sua telecamera, accendendo i riflettori sulle problematiche legate alla gestione dei fornitori esterni. Negli ultimi anni, la Rai ha ridotto drasticamente la produzione interna di immagini, affidandosi quasi esclusivamente a fornitori esterni. Questa scelta, secondo i rappresentanti sindacali, ha generato una serie di conseguenze negative, tra cui: Qualità ridotta del prodotto giornalistico. Difficoltà nella verifica delle informazioni e nell’assicurare l’indipendenza editoriale. Limitazioni nel realizzare servizi a causa della scarsa disponibilità di video di qualità accettabile. Durante il recente stato di agitazione del personale della produzione, i disservizi si sono moltiplicati, dimostrando quanto queste scelte possano compromettere il lavoro delle redazioni regionali. Gli operatori esterni sono spesso sottoposti a condizioni di lavoro precarie, senza garanzie in caso di aggressioni o danni. Inoltre, i contratti come fornitori non tutelano né la qualità del prodotto né la dignità lavorativa. Il ritardo nei pagamenti, in alcuni casi fino a sei mesi, aggrava ulteriormente la situazione, minando la fiducia tra Rai e i suoi collaboratori. I rappresentanti sindacali chiedono alla Rai di tornare a investire su risorse interne, adeguatamente retribuite e formate, per garantire qualità, indipendenza e tutela dei lavoratori. In gioco non c’è solo la sostenibilità del lavoro giornalistico, ma anche il diritto all’informazione dei cittadini, pilastro del servizio pubblico.
Cda Rai: Chiocci resta al Tg1 e celebra il primato social
Gian Marco Chiocci è stato nuovamente nominato direttore del Tg1, una decisione presa questa mattina dal Cda Rai. La votazione ha registrato un ampio consenso, con l’eccezione del consigliere Roberto Natale (quota Avs), che ha espresso parere contrario, e di Davide Di Pietro, eletto dai dipendenti Rai, che si è astenuto. Il mandato di Chiocci, strettamente collegato a quello dell’amministratore delegato Giampaolo Rossi, terminerà 60 giorni dopo la fine dell’incarico di quest’ultimo. Nel frattempo, il Tg1 celebra un importante traguardo digitale: il primato social, che ne conferma il successo anche sulle piattaforme online. La classifica, elaborata da Sensemakers in collaborazione con Primaonline.it dimostra che il Tg1 torna a primeggiare nelle classifiche social di ottobre, superando il Tg La7 di Enrico Mentana. Con 780 mila interazioni (il doppio rispetto a settembre) e 26,8 milioni di video views, il Tg1 conquista la vetta sia per interazioni che per visualizzazioni, staccando la concorrenza. La strategia del Tg1 punta su TikTok, dove la media di interazioni per contenuto è passata da circa 6.000 a oltre 10.000. Questo ha consentito al notiziario di pubblicare il post più seguito in assoluto su TikTok, consolidando la propria leadership.