Riforma dell’Ordine: elezioni, quorum e autocandidature

Il dibattito intorno alla riforma dell’Ordine dei Giornalisti si fa sempre più acceso, spinto dalla necessità di garantire un’informazione qualificata, accessibile e in linea con le trasformazioni digitali. Il presidente dell’Ordine, Carlo Bartoli, respinge le critiche definendo questa non una “battaglia corporativa,” ma una questione cruciale per tutelare l’interesse pubblico: “Un giornalismo sano e qualificato giova soprattutto al diritto dei cittadini a essere correttamente informati”. Con l’evoluzione delle tecnologie digitali e delle piattaforme social, l’attività giornalistica si è estesa a canali non convenzionali, sfidando il tradizionale approccio all’informazione. La Cassazione stessa, già quattro anni fa, ha riconosciuto che l’attività giornalistica può essere svolta con ogni mezzo atto a diffondere informazioni, sottolineando come la professione si stia adattando a nuovi linguaggi e tecnologie. Tuttavia, l’ampliamento dei canali d’informazione ha messo in luce problemi di privacy e il rischio di un accesso troppo “facile” alla professione, specie per i pubblicisti. Il regime particolare di cui godono i giornalisti in merito alla riservatezza e la possibilità di accedere ad archivi richiedono oggi un controllo più rigoroso sugli ingressi nell’albo, per garantire che chi accede alla professione rispetti standard etici e deontologici. L’Ordine ha già approvato varie proposte di riforma, che includono modifiche al regolamento elettorale. In Parlamento, sono state presentate tre proposte di legge sull’argomento, supportate dai deputati Valentina Grippo, Giorgio Mulè e Ubaldo Pagano. Lo scorso ottobre, Bartoli aveva ottenuto un impegno per accelerare il processo, ma a oggi le riforme restano bloccate, e si prospetta l’obbligo di convocare le elezioni entro i termini, già prorogati, senza modifiche. Le riforme mirano a semplificare il processo elettorale eliminando i quorum che richiedono attualmente un’elevata partecipazione, limitando il voto a un solo turno e consentendo autocandidature tramite PEC. Tra le novità proposte, la PdL Grippo prevede anche l’opzione di votazione telematica, agevolando la partecipazione. Tra le modifiche ipotizzate dall’Ordine, si propone di istituire una laurea magistrale in giornalismo come requisito di accesso alla professione. I pubblicisti, invece, dovranno possedere una laurea di primo livello e seguire un percorso di formazione specifico durante il biennio propedeutico. Il presidente Bartoli insiste sulla necessità di regolamentare l’accesso, richiedendo anche una posizione previdenziale attiva per l’iscrizione. “La vicenda di Carmine Gallo, implicato nello scandalo Equalize, certifica ancora una volta di più che c’è un’emergenza che non si vuol affrontare”, ha dichiarato Bartoli. Un giornalismo qualificato non è solo un interesse professionale, ma una garanzia per la democrazia e per i cittadini.
L’Ordine dei Giornalisti alla ricerca del nuovo Direttore Generale
L’Ordine dei Giornalisti d’Italia ha annunciato la ricerca del suo prossimo Direttore Generale, aprendo le porte a candidature qualificate per guidare l’istituzione nei prossimi cinque anni. L’avviso pubblico, diffuso attraverso il sito ufficiale dell’Ordine, indica che le candidature saranno accettate a partire dal 5 aprile fino alla mezzanotte del 17 aprile 2024. Il contratto proposto avrà una durata di cinque anni e il candidato selezionato sarà collocato come Dirigente di prima fascia. L’Ordine dei Giornalisti cerca individui con una comprovata esperienza professionale, sia nel settore pubblico che privato, preferibilmente con almeno cinque anni di esperienza in posizioni dirigenziali. Si darà particolare attenzione a coloro che possono vantare una specializzazione professionale, culturale e scientifica derivante da percorsi accademici, pubblicazioni scientifiche o esperienze di lavoro significative. Tra i requisiti fondamentali figura l’elevata conoscenza di almeno una lingua straniera, con preferenza per l’inglese, essenziale in un contesto internazionale come quello dell’Unione Europea. Il ruolo del Direttore Generale dell’Ordine dei Giornalisti è ampio e coinvolge una serie di responsabilità cruciali. Queste includono aspetti economici, relazionali e la partecipazione attiva alle sedute del Comitato esecutivo e del Consiglio Nazionale. Il Direttore Generale sarà chiamato a formulare proposte e ad esprimere pareri agli organi decisionali, supportando la definizione delle politiche e delle strategie dell’Ordine. Avrà inoltre la responsabilità della gestione diretta e del coordinamento complessivo degli uffici, delle risorse umane, finanziarie e strumentali assegnate, oltre alla supervisione della formazione e all’individuazione delle priorità degli obiettivi degli uffici.
Attacco alla libertà di stampa: giornalista aggredito durante il lavoro
Ancora una volta, la libertà di stampa è stata minacciata da atti di violenza brutali. Il 6 marzo 2024, un cameraman di TeleReggio, Simone Incerti, è stato aggredito fisicamente mentre stava svolgendo il suo lavoro sul campo. Il suo aggressore, il figlio di un artigiano deceduto in un incidente sul lavoro, lo ha colpito ripetutamente, causandogli lesioni e danneggiando il suo equipaggiamento. Ordine dei giornalisti e Associazione della Stampa Emilia-Romagna hanno emesso un comunicato congiunto in cui esprimono profonda condanna per questo atto violento. Pur riconoscendo la tragedia della morte dell’artigiano, hanno sottolineato che nulla può giustificare l’aggressione nei confronti di un operatore dell’informazione che stava semplicemente svolgendo il suo compito nel pubblico interesse. Il comunicato evidenzia il clima di ostilità crescente verso i giornalisti e gli operatori dell’informazione. Questi professionisti sono fondamentali per la democrazia e per il diritto dei cittadini di essere informati, come sancito dall’articolo 21 della Costituzione italiana. Ordine dei giornalisti e Associazione della Stampa Emilia-Romagna hanno ribadito il loro sostegno totale a Simone Incerti e si sono impegnati a proteggerlo in tutte le sedi necessarie. Questo tragico episodio mette in luce la necessità di difendere la libertà di stampa e di contrastare qualsiasi forma di violenza contro coloro che lavorano per garantire il flusso di informazioni nella società.