Washington Post porta le sue notizie su ChatGPT

Il Washington Post ha annunciato una partnership strategica con OpenAI per rendere le proprie notizie di alta qualità più accessibili attraverso ChatGPT. L’accordo, reso pubblico il 22 aprile 2025, prevede che ChatGPT mostri riassunti, citazioni e link agli articoli originali del Post in risposta a domande pertinenti degli utenti. La collaborazione nasce con l’obiettivo di facilitare l’accesso a informazioni affidabili e concrete, soprattutto in ambiti complessi o in rapida evoluzione, come politica, affari globali, economia e tecnologia. Attraverso questa integrazione, ChatGPT fornirà una attribuzione chiara e link diretti agli articoli, offrendo agli utenti la possibilità di approfondire e contestualizzare le notizie. Peter Elkins-Williams, responsabile delle partnership globali del Washington Post, ha spiegato che il progetto nasce dalla volontà di raggiungere il pubblico “ovunque si trovi”, garantendo l’accesso ai contenuti “dove, come e quando il pubblico lo desidera”. Varun Shetty, responsabile delle partnership media di OpenAI, ha sottolineato che oltre 500 milioni di persone usano ChatGPT ogni settimana e che la collaborazione con testate come il Post punta a offrire informazioni tempestive e affidabili. La partnership si inserisce in un piano più ampio di OpenAI, che ha stretto accordi simili con oltre 20 editori e reso disponibili contenuti di oltre 160 testate in più di 20 lingue. Il Washington Post aveva già intrapreso iniziative nell’ambito dell’intelligenza artificiale, come gli strumenti Ask The Post AI, Climate Answers e Haystacker, sviluppati per migliorare l’accessibilità e l’efficacia della copertura giornalistica. L’azienda mantiene la propria indipendenza dagli LLM esterni, adottando e sviluppando soluzioni interne di IA sia per l’attività redazionale sia per l’esperienza utente.
OpenAI potrebbe lanciare un social per sfidare Meta e X

OpenAI sta valutando la creazione di un social network in grado di competere con X e Instagram, sfidando direttamente Elon Musk. La notizia è stata diffusa da The Verge e rilanciata da Ansa: il progetto, ancora in fase iniziale, si basa sulla popolarità della nuova funzione di generazione di immagini all’interno di ChatGPT, denominata ChatGPT immagini. Non è ancora chiaro se OpenAI lancerà il social come app separata o se opterà per un’integrazione diretta in ChatGPT, che lo scorso mese è diventata l’app più scaricata a livello globale. La possibile entrata di OpenAI nel mercato dei social media potrebbe intensificare la rivalità tra Sam Altman ed Elon Musk, in corso da tempo e caratterizzata anche da scontri pubblici. I rapporti tra i due si sono deteriorati a partire dalla fuoriuscita di Musk da OpenAI, società che aveva co-fondato, per divergenze sulla sua trasformazione in un’entità a scopo di lucro. Attualmente, Musk ha fondato xAI, concorrente diretta di OpenAI, e ha recentemente proposto senza successo l’acquisto di OpenAI per 97,4 miliardi di dollari. Altman, nel frattempo, ha risposto provocatoriamente offrendo di acquistare Twitter per 9,74 miliardi. Le tensioni si sono estese anche a progetti infrastrutturali come Stargate, un’iniziativa da miliardi di dollari per l’intelligenza artificiale promossa da Altman e supportata da Softbank e Oracle, criticata pubblicamente da Musk. La nuova iniziativa di OpenAI si inserisce in un contesto competitivo che coinvolge anche Meta, la quale sta lavorando a un’app AI autonoma con feed social integrato. L’eventuale lancio di un social network consentirebbe a OpenAI di ottenere dati proprietari in tempo reale, preziosi per l’addestramento dei propri modelli di intelligenza artificiale, analogamente a quanto fanno Meta e X. Secondo fonti vicine al progetto, il prototipo interno di OpenAI prevede un feed sociale incentrato sulla generazione di immagini con l’obiettivo di migliorare la qualità dei contenuti condivisi attraverso l’assistenza dell’intelligenza artificiale. Al momento, un portavoce di OpenAI non ha commentato ufficialmente la notizia e non è chiaro se il progetto verrà effettivamente lanciato. (Credits foto copertina: Primaonline)
ChatGPT crea immagini Ghibli: arte o violazione del diritto?

Negli ultimi giorni, una massiccia diffusione online di immagini in stile Studio Ghibli, generate con il nuovo sistema GPT-4o di ChatGPT, ha sollevato interrogativi legati al diritto d’autore. Il fenomeno, divenuto rapidamente virale, ha portato l’amministratore delegato di OpenAI, Sam Altman, a commentare ironicamente su X: “Le nostre GPU stanno fondendo”, alludendo all’elevato traffico verso i server dell’azienda. L’afflusso ha infatti causato temporanee limitazioni di utilizzo e messaggi di “over capacity”, in particolare sulla piattaforma video Sora. Le immagini, che richiamano i tratti visivi dell’animazione creata da Hayao Miyazaki, hanno generato un’ondata globale di ritratti e meme condivisi sui social. Tuttavia, né Miyazaki né Studio Ghibli si sono finora espressi pubblicamente sul fenomeno. La questione centrale riguarda la liceità dell’uso di stili artistici riconoscibili da parte dell’intelligenza artificiale. Secondo l’avvocato Evan Brown, esperto di proprietà intellettuale, lo stile visivo in sé non è protetto da copyright secondo la legislazione statunitense, rendendo legittima la generazione di contenuti “in stile Ghibli”, a meno che durante la fase di addestramento dell’IA non siano stati utilizzati materiali coperti da diritto d’autore. Il punto legale cruciale resta quindi la provenienza dei dati usati per il training dei modelli generativi. Se questi includono contenuti originali senza autorizzazione, si entra in una zona grigia giuridica, soggetta a interpretazioni e a procedimenti legali in corso, come quello intentato dal New York Times contro OpenAI. La stessa azienda ha dichiarato che ChatGPT evita di replicare “lo stile di artisti viventi”, pur consentendo la replica di stili attribuiti a studi di produzione. Nel caso dello Studio Ghibli, però, questa distinzione si complica: lo stile dello studio è fortemente identificabile con Miyazaki, tuttora vivente e attivo. La controversia riporta alla memoria le dichiarazioni dello stesso Miyazaki, risalenti al 2016, quando definì “un insulto alla vita” l’uso dell’intelligenza artificiale in animazione, dopo aver visionato una demo di movimento generato al computer. L’animatore giapponese ha da sempre difeso l’artigianalità e i valori umani del disegno a mano, fondando nel 1985 lo Studio Ghibli proprio per sfuggire alla produzione seriale e ai vincoli tecnici. Le immagini AI oggi in circolazione sono spesso usate fuori contesto, in forme grottesche o satiriche, comprese rielaborazioni da parte di soggetti politici come Fratelli d’Italia o Casa Bianca, fatto che alcuni utenti hanno giudicato irrispettoso del significato culturale originario dell’opera di Miyazaki. La controversia si intreccia così con riflessioni più ampie sull’automazione creativa e il concetto stesso di arte, alimentando un dibattito che riguarda sia l’estetica che la sostenibilità economica dei contenuti digitali in un’epoca di IA generativa.
New York Times prosegue la causa per violazione del copyright: OpenAI potrebbe pagare fino a 150mila dollari per articolo

La giudice federale Sidney Stein ha dato il via libera alla causa per violazione del copyright promossa dal New York Times contro OpenAI, creatrice di ChatGPT, e contro Microsoft. La decisione consente al quotidiano statunitense e ad altri gruppi editoriali, tra cui MediaNews Group e Tribune Publishing, di proseguire l’azione legale avviata nel dicembre 2023, che contesta l’uso non autorizzato di contenuti giornalistici per l’addestramento di sistemi di intelligenza artificiale. OpenAI e Microsoft avevano chiesto l’archiviazione del procedimento, sostenendo che l’utilizzo rientrasse nell’ambito del cosiddetto “fair use”, ma il tribunale ha rigettato la richiesta. Al centro della causa vi è l’accusa di aver impiegato articoli senza consenso né compenso, permettendo a chatbot come ChatGPT di generare testi che riprendono o riassumono informazioni pubblicate, potenzialmente sostituendo le fonti originali nelle ricerche online. Secondo i querelanti, ciò mette a rischio la sostenibilità economica del settore editoriale, già in difficoltà in un mercato digitale dominato da piattaforme tecnologiche. La giudice Stein ha annunciato che emetterà una sentenza definitiva in tempi rapidi, mentre la causa si inserisce in una cornice più ampia che vede numerose testate agire contro OpenAI per difendere i propri diritti d’autore. Intanto, OpenAI ha modificato ChatGPT per evitare la riproduzione testuale diretta degli articoli, e ha avviato accordi di licenza con alcuni editori. Tra questi ci sono News Corp (editrice del Wall Street Journal), Condé Nast (proprietaria del New Yorker) e Dotdash Meredith, che ha dichiarato ricavi annui pari a 16 milioni di dollari derivanti dall’intesa. Il New York Times, invece, ha scelto la via legale e ha già sostenuto 10,8 milioni di dollari in spese processuali nel solo 2024. Secondo la normativa vigente, ogni violazione riconosciuta del copyright potrebbe costare fino a 150 mila dollari per articolo.
Hearst e OpenAI: accordo per contenuti di qualità su ChatGpt

Hearst, uno dei più grandi gruppi editoriali americani, ha ufficialmente stretto un accordo con OpenAI, la società madre di ChatGpt, unendosi alla lista di editori internazionali che collaborano con la startup di intelligenza artificiale. Tra questi vi è anche il gruppo Gedi, che ha recentemente sottoscritto una partnership con OpenAI per condividere i propri contenuti con la popolare piattaforma. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, l’accordo tra Hearst e OpenAI permetterà a ChatGpt di accedere alle notizie di oltre 60 pubblicazioni del gruppo, tra cui famosi magazine come Cosmopolitan, Esquire, Elle e il quotidiano San Francisco Chronicle. Questo consentirà a ChatGpt di fornire risposte basate su informazioni accurate e verificate, garantendo agli utenti trasparenza e chiara attribuzione delle fonti originali. La partnership nasce dalla crescente attenzione verso l’intelligenza artificiale generativa e dal suo potenziale nel settore dell’informazione. “Man mano che l’intelligenza artificiale generativa matura, è fondamentale che il giornalismo creato da professionisti sia al centro di tutti i prodotti di AI”, ha commentato Jeff Johnson, presidente di Hearst Newspapers. Il suo commento sottolinea la preoccupazione di molti nel settore editoriale per garantire che i contenuti utilizzati dall’IA siano di alta qualità e rispettino gli standard giornalistici. Anche OpenAI ha espresso soddisfazione per l’accordo. Brad Lightcap, uno dei manager della società, ha spiegato che l’integrazione dei contenuti affidabili di Hearst nei prodotti di OpenAI, come ChatGpt, contribuirà a migliorare la qualità delle informazioni offerte agli utenti. “Inserendo i contenuti affidabili di Hearst nei nostri prodotti, aumenteremo la capacità di fornire informazioni coinvolgenti e affidabili”, ha spiegato Lightcap. Questa collaborazione si inserisce in una strategia più ampia di OpenAI, che sta ampliando la rete di editori con cui collabora per migliorare la qualità delle informazioni fornite dai suoi strumenti. A luglio, OpenAI ha presentato SearchGpt, un motore di ricerca basato sull’IA, simile a Google, che mira a trasformare il modo in cui le persone cercano contenuti online.
Rcs e OpenAI: la rivoluzione dell’AI al Corriere della Sera

Da tempo, Alessandro Bombieri, direttore generale News Italy di Rcs, cercava un’opportunità di collaborazione con OpenAI, l’azienda innovatrice dietro ChatGPT. Ora, questa ambizione si concretizza in un accordo che potrebbe segnare una svolta significativa nel panorama mediatico italiano. L’AI AL SERVIZIO DEL CORRIERE DELLA SERA Il fulcro della nuova alleanza è l’integrazione della tecnologia AI di OpenAI nel sistema del Corriere della Sera. Questa integrazione si manifesta principalmente attraverso l’implementazione di un assistente virtuale all’interno dell’app de L’Economia, il primo prodotto a trarre vantaggio da questa collaborazione. L’assistente virtuale sarà progettato per facilitare la ricerca di articoli, accedere agli archivi e fornire suggerimenti personalizzati, migliorando così l’esperienza utente. “Il funzionamento può essere simile a quello di un chatbot, come per ChatGPT”, ha spiegato Bombieri. “Però si lavora esclusivamente su contenuti garantiti, prodotti dalla redazione del Corriere della Sera. Al contrario di quello che accade proprio con ChatGpt che restituisce risposte attinte dal web di cui non si sa quale sia la fonte”. LE IMPLICAZIONI PER IL GIORNALISMO L’introduzione dell’AI al Corriere della Sera è un passo importante. Rcs ha investito nello sviluppo di una tecnologia proprietaria per integrare l’AI nella ricerca di informazioni, creando un prodotto innovativo che potrebbe non avere pari in Italia. Questo investimento rappresenta una mossa strategica per rafforzare la propria posizione nel settore editoriale. In futuro, la collaborazione con OpenAI mira a sviluppare ulteriori contenuti tematici verticali. Tuttavia, il successo di questo progetto dipenderà in gran parte dall’entità dell’investimento di OpenAI sulla lingua italiana, un aspetto cruciale vista la minor diffusione dell’italiano rispetto ad altre lingue come l’inglese o il francese. LA PREOCCUPAZIONE DEI GIORNALISTI Nonostante l’entusiasmo per l’innovazione, l’accordo ha sollevato alcune critiche. I rappresentanti dei giornalisti del Corriere della Sera non sono stati informati preventivamente e non è stata avviata una trattativa formale con il Comitato di redazione, come previsto dall’articolo 42 del Contratto di lavoro. Questo ha suscitato preoccupazioni riguardo al rispetto delle procedure sindacali e all’impatto sul lavoro giornalistico e sulla qualità dei contenuti. Alessandra Costante, Segretaria della Fnsi, aveva già evidenziato la necessità di rispettare le procedure sindacali e di garantire che le innovazioni tecnologiche non compromettano il pluralismo e la qualità dell’informazione. L’assenza di un dialogo formale tra Rcs e i rappresentanti dei giornalisti solleva interrogativi su come queste tecnologie influenzeranno il lavoro della redazione e se ci saranno modifiche nei processi produttivi. LA RISPOSTA DI OPENAI OpenAI, da parte sua, ha confermato l’intenzione di collaborare con case editrici a livello globale, con l’obiettivo di permettere alle organizzazioni dell’informazione di sfruttare la tecnologia AI per raggiungere un pubblico sempre più vasto. Brad Lightcap, COO di OpenAI, ha sottolineato che la partnership con Rcs rappresenta un’opportunità per portare il giornalismo di alta qualità a nuovi livelli, utilizzando l’AI per migliorare l’interazione con il pubblico e personalizzare l’esperienza informativa.
Time e OpenAI: verso un futuro di informazione affidabile

OpenAI mette a segno un nuovo accordo per allenare i suoi contenuti, questa volta con il Time, grazie a un accordo innovativo volto a integrare il prestigioso giornalismo del magazine statunitense nei prodotti tecnologici di OpenAI, tra cui il celebre ChatGPT. In virtù di questa collaborazione strategica, OpenAI avrà accesso esclusivo ai contenuti attuali e storici di Time, risalenti agli ultimi 101 anni, utilizzando tali risorse per arricchire le risposte fornite dai suoi strumenti AI agli utenti. Ogni citazione di contenuti provenienti da Time verrà accompagnata da un link diretto alla fonte originale su Time.com, promuovendo così la trasparenza e l’affidabilità delle informazioni. Mark Howard, Direttore Operativo di Time, ha sottolineato l’importanza di questa partnership nell’evoluzione continua del giornalismo di Time attraverso l’innovazione tecnologica. “Nel corso dei nostri 101 anni di storia, Time ha abbracciato l’innovazione per garantire che la fornitura del nostro giornalismo di fiducia si evolvesse insieme alla tecnologia“, ha dichiarato Howard. “Questa partnership con OpenAI fa avanzare la nostra missione di espandere l’accesso a informazioni affidabili a livello globale mentre continuiamo ad abbracciare nuovi modi innovativi per portare il giornalismo di Time al pubblico di tutto il mondo.” Brad Lightcap, Chief Operating Officer di OpenAI, ha aggiunto: “Stiamo collaborando con Time per rendere più semplice per le persone l’accesso ai contenuti delle notizie attraverso i nostri strumenti di intelligenza artificiale e per supportare il giornalismo rispettabile fornendo un’adeguata attribuzione alle fonti originali”. Oltre a beneficiare dei contenuti di Time, questa partnership consentirà anche a Time di utilizzare la tecnologia avanzata di OpenAI per sviluppare nuovi prodotti e migliorare l’esperienza informativa dei propri lettori. Sarà un’opportunità per entrambe le parti di esplorare nuovi modelli di distribuzione delle informazioni e di plasmare il futuro del giornalismo digitale.
Apple e OpenAI: ChatGPT sui dispositivi. Musk disapprova

Alla conferenza degli sviluppatori a Cupertino, l’attenzione era rivolta a come Apple avrebbe affrontato il crescente mercato dell’intelligenza artificiale. A quasi due anni dall’esplosione del fenomeno, la società ha presentato Apple Intelligence, annunciando una partnership con OpenAI per portare ChatGPT sui suoi sistemi operativi. L’ANNUNCIO DI TIM COOK “Ecco il nostro prossimo grande passo”, ha detto Tim Cook svelando l’iniziativa, il cui acronimo per una mossa di marketing è proprio AI. “L’Intelligenza artificiale deve riflettere i nostri principi: essere potente, intuitiva, integrata ai nostri prodotti, calata nel contesto personale e costruita per mantenere la privacy”. CHAT GPT INTEGRATO Come previsto dai rumors, Apple ha scelto ChatGPT come alleato. Il popolare chatbot sarà integrato nelle prossime versioni dei sistemi operativi per iPhone, iPad e Mac. Sam Altman, CEO di OpenAI, ha precisato in un tweet che l’integrazione avverrà entro la fine dell’anno. REFRESH DI SIRI Secondo quanto riportato da ANSA, il rinnovamento di Siri avrà un ruolo di particolare rilievo. L’assistente digitale diventerà un chatbot capace di fare conversazione, comprendere il contesto e interagire con altre app di Apple come Mail e Mappe. “È solo un primo sguardo a ciò che potremo fare con l’IA”, ha affermato Apple, puntando a rinnovare app già conosciute come Messaggi, Email, Foto ed Emoji. LA REAZIONE DI ELON MUSK L’annuncio della partnership con OpenAI non è stato accolto positivamente da tutti. Elon Musk ha espresso il suo disappunto, dichiarando: “Se Apple integra OpenAI a livello di OS, i dispositivi Apple saranno vietati nelle mie aziende“. Musk, da tempo in contrasto con OpenAI, accusa la startup di aver abbandonato il suo obiettivo iniziale per inseguire il profitto. “Questa è un’inaccettabile violazione di sicurezza”, ha continuato. “E’ assurdo che Apple non sia abbastanza intelligente da creare la sua intelligenza artificiale, ma sia in qualche modo in grado di garantire che OpenAI protegga la vostra sicurezza e privacy”. “Apple non ha idea di cosa accadrà una volta che i dati sono nelle mani di OpenAI”, ha chiosato.
OpenAI svela GPT-4o

OpenAI ha sconvolto il panorama dell’intelligenza artificiale con il lancio di GPT-4o durante l’evento “Spring Update” a San Francisco. Questo nuovo modello, una versione avanzata di GPT-4, integra una notevole novità: la capacità vocale, trasformandosi così in un assistente virtuale completo. Mira Murati, Chief Technology Officer di OpenAI, ha annunciato con entusiasmo che GPT-4o sarà accessibile gratuitamente per tutti gli utenti, sebbene gli utenti premium godranno di un vantaggio significativo. Dimostrazioni impressionanti hanno mostrato la capacità di GPT-4o di leggere storie con voci emotive e risolvere equazioni matematiche utilizzando capacità visive. Oltre al lancio di GPT-4o, OpenAI ha presentato una versione desktop di ChatGpt e un’interfaccia utente aggiornata per migliorare l’esperienza di interazione. Nonostante il rapido aumento della base utenti, l’azienda deve affrontare la sfida di gestire la crescente domanda. La notizia arriva in un momento di crescente attenzione sulle mosse dei concorrenti, con Google che prepara la sua conferenza sugli sviluppatori e voci su un potenziale accordo con Apple per lo sviluppo di iOS 18. In questo contesto competitivo, l’impegno di OpenAI per democratizzare l’IA e creare esperienze utente intuitive apre la strada a un futuro di opportunità e innovazione nell’ambito dell’intelligenza artificiale.