Nuovo look per Repubblica: più pagine e approfondimenti, ma il prezzo sale a 1,90€

La Repubblica cambia volto: un restyling che non è solo estetico, ma un rinnovamento profondo della sua identità. La nuova veste grafica, curata dall’art director Angelo Rinaldi con Francesco Franchi, ridefinisce l’equilibrio tra testo e immagini, valorizzando la lettura e rendendo l’informazione più chiara e accessibile. La grafica non è apparenza, ma sostanza: un linguaggio visivo che si evolve con i tempi e rafforza il legame con i lettori. Il giornale amplia la sua offerta informativa con più pagine, più notizie, più approfondimenti e una maggiore attenzione ai temi economici e finanziari, con un approccio divulgativo. La serializzazione, marchio di fabbrica di Repubblica, si arricchisce ulteriormente per offrire analisi sempre più approfondite e contestualizzate. Il sito web, leader nel panorama digitale, diventa ancora più coerente con la versione cartacea, garantendo una navigazione fluida tra le due dimensioni dell’informazione. Da oggi, il prezzo del quotidiano passa da 1,70 a 1,90 euro, un adeguamento necessario per sostenere un giornalismo di qualità, indipendente e rigoroso. Cresce anche l’attenzione per l’informazione locale, con edizioni dedicate alle principali città italiane, e si rafforza il legame con i settimanali, i mensili e i supplementi che arricchiscono l’offerta editoriale. In un contesto globale segnato da sfide epocali, Repubblica conferma la sua posizione chiara e indipendente. La battaglia contro populismi e sovranismi è prima di tutto culturale, in un momento di crisi della rappresentanza politica. La guerra in Ucraina, le tensioni in Medio Oriente e le trasformazioni negli Stati Uniti pongono interrogativi cruciali sul futuro dell’Europa. Per questo, la proposta di Michele Serra di una manifestazione con sole bandiere europee, in programma il 15 marzo a Roma, ha già raccolto migliaia di adesioni. L’apertura al pluralismo rimane un valore fondante del giornale: voci e opinioni diverse trovano spazio, ma sempre nel segno di una linea editoriale netta e riconoscibile. Essere indipendenti non significa essere neutrali: Repubblica continuerà a prendere posizione sui temi cruciali, offrendo un’informazione autorevole, approfondita e capace di interpretare la realtà. Il restyling non è solo un cambio di grafica, ma il segno tangibile di un impegno costante nell’evoluzione del giornalismo. Come spiegato nell’editoriale di Mario Orfeo, pubblicato oggi in prima pagina, il giornale cambia perché è parte integrante della società, non solo un suo specchio. L’aumento del prezzo è una scelta sofferta ma necessaria per garantire un’informazione di qualità, così come il potenziamento delle pagine di approfondimento e il rafforzamento del dibattito pubblico su temi cruciali. Repubblica conferma il suo impegno nel raccontare i cambiamenti del mondo con indipendenza, chiarezza e profondità.
La Repubblica Parma: il Cdr si oppone alla chiusura

La redazione di Parma di Repubblica è a rischio chiusura. La decisione dell’azienda e del direttore Mario Orfeo è stata comunicata al Comitato di redazione durante un incontro e comporta anche il mancato rinnovo del contratto a Francesco Nani, storico giornalista presente dal 2008. Il Cdr ha respinto con forza questa ipotesi, sottolineando la necessità di un rilancio di Repubblica e di maggiori investimenti per il giornalismo di qualità, anziché tagli che rischiano di compromettere l’identità stessa del giornale. Secondo il Cdr, la chiusura sarebbe motivata dalla sfiducia nei confronti delle pagine locali, nonostante esempi di successo come i network di notizie locali e la strategia opposta del Corriere della Sera, che continua ad aprire nuove pagine territoriali. I dati di raccolta pubblicitaria su Parma, rileva il Cdr, ripagano abbondantemente i costi, che includono un fotografo freelance e due collaboratrici retribuite con compensi minimi. “La logica del puro contenimento dei costi – afferma il Cdr – potrebbe colpire oggi Parma e domani altre realtà, impoverendo un’informazione di qualità radicata sul territorio”. Le redazioni locali, secondo il piano di riorganizzazione aziendale, sono parte integrante dell’identità di Repubblica. Tuttavia, la gestione attuale sembra andare in senso contrario, nonostante i sacrifici chiesti ai giornalisti, tra cui un nuovo piano di prepensionamenti. Anche l’Associazione della Stampa Emilia-Romagna (Aser) si è schierata al fianco della redazione di Parma, condannando la decisione e chiedendo alle istituzioni locali di intervenire per scongiurare la chiusura. La nota dell’associazione ricorda che Parma fu una delle prime edizioni esclusivamente online di Repubblica, un progetto che mirava a rafforzare il legame con il territorio. Aser conclude con un appello alla politica, spesso disattenta alla crisi del settore editoriale.
La Repubblica riorganizza il vertice: Orfeo sceglie i suoi vicedirettori

La Repubblica riorganizza la propria struttura di vertice con un team di vicedirettori scelto dal direttore Mario Orfeo per guidare il rilancio del quotidiano. L’ordine di servizio ufficiale, emesso il 25 ottobre, annuncia due nomine di spicco: Stefania Aloia, con delega alle cronache locali dopo l’esperienza come direttrice del Secolo XIX, e Stefano Cappellini, noto commentatore politico e autore televisivo, che assume la guida di Spettacoli e Cultura. Nel nuovo assetto, Orfeo conferma anche quattro vicedirettori: Carlo Bonini, responsabile delle iniziative digitali e dei rapporti sindacali; Walter Galbiati, che da Milano gestirà Economia e Affari e Finanza; Angelo Rinaldi, a capo della sezione Grafica e del settimanale Venerdì; ed Emanuele Farneti, con delega ai Supplementi. Tra i cambi di ruolo figurano i due vicedirettori uscenti: Francesco Bei, caporedattore con compiti di scrittura nella redazione Interni, e Concita Sannino, caporedattrice per la politica giudiziaria.
La Repubblica, fiducia a Orfeo: 227 favorevoli, solo 5 contrari
La redazione de La Repubblica ha espresso il proprio gradimento verso il nuovo direttore Mario Orfeo, subentrato alla guida del quotidiano Gedi in sostituzione di Maurizio Molinari, con un voto che ha visto 227 favorevoli, 19 astenuti e 5 contrari. Inoltre, il Comitato di redazione, insieme alle fiduciarie e ai fiduciari, è stato prorogato fino alla fine dell’anno con 189 voti favorevoli, 34 contrari e 11 astenuti.
Orfeo lascia il Tg3, inizia l’incertezza

L’uscita di Mario Orfeo dalla direzione del Tg3 ha aperto una fase di incertezza per la terza rete Rai, che ora reclama una scelta basata sulla professionalità piuttosto che su logiche di spartizione politica. La preoccupazione è espressa dal Cdr del Tg3, che in una nota ringrazia Orfeo, passato alla direzione di Repubblica, sottolineando però il rischio per il futuro della testata. “Chiediamo ai vertici dell’azienda di definire al più presto quale sarà il destino del Tg3”, dichiarano i rappresentanti dei giornalisti, e “pretendiamo che la scelta della nuova direzione sia guidata dal criterio della massima professionalità e autorevolezza, caratteristiche necessarie per guidare un telegiornale che ha una solida e riconosciuta tradizione nel Paese”. Il Cdr avverte che il Tg3 non deve diventare merce di scambio in uno schema di lottizzazione che stravolgerebbe l’identità della testata. Anche l’UsigRai, il sindacato interno all’azienda, ha lanciato l’allarme. La recente perdita di Orfeo, professionista di lunga carriera in Rai, è stata definita un segnale preoccupante. “La Rai meloniana 2.0, con i vertici appena insediati, perde anche Mario Orfeo”, ha affermato Daniele Macheda, segretario del sindacato, ribadendo la necessità di una riforma strutturale e di una riflessione sul ruolo del servizio pubblico. Senza queste misure, l’azienda rischia di rimanere intrappolata in un sistema in cui prevalgono le logiche di partito, con ulteriori uscite di figure chiave. Secondo le fonti, quattro nomi sono in corsa per sostituire Orfeo. Tra i più accreditati ci sono Senio Bonini e Giuseppe Carboni, entrambi vicini al Movimento 5 Stelle e possibili candidati se dovesse prevalere uno schema di nomina che tenga conto del voto in Commissione di Vigilanza. Bonini, attualmente vicedirettore del Tg1, e Carboni, ex direttore del Tg1 e ora a Rai Parlamento, rappresentano i profili più vicini all’area pentastellata. Simona Sala e Angela Mariella completano il quadro delle candidate, entrambe con una carriera legata al mondo della radio. Sala ha già diretto il Tg3 brevemente nel 2021, mentre Mariella, ex direttrice di Isoradio, potrebbe rappresentare una novità alla guida del telegiornale. In attesa della nomina, Pierluca Terzulli, vicedirettore del Tg3 con delega all’informazione politico-parlamentare, ha assunto la direzione ad interim.
Mario Orfeo nuovo direttore di Repubblica: cambio ai vertici di Gedi

Cambio ai vertici di Repubblica: da lunedì, Mario Orfeo sarà il nuovo direttore del quotidiano, subentrando a Maurizio Molinari. Oltre alla direzione, ci sarà un rinnovamento anche ai vertici di Gedi, con John Elkann che lascia la presidenza. Il suo posto verrà preso da Maurizio Scanavino, attuale amministratore delegato, mentre Gabriele Comuzzi, suo vice, sarà il nuovo amministratore delegato. La notizia, anticipata da Dagospia, ha spinto il comitato di redazione a riunirsi d’urgenza. In un messaggio inviato ai giornalisti si legge: “Cari, siamo in riunione con il Cdr – si legge nel testo del messaggio, inviato in chat a tutti i colleghi – Visto che Dagospia ha già dato la notizia: Elkann lascia la presidenza di Gedi che viene assunta da Scanavino, amministratore delegato diventa Gabriele Comuzzi (ex vice di Scanavino), da lunedì Molinari lascia la direzione di Repubblica e la direzione editoriale del gruppo Gedi e al suo posto come direttore di Repubblica arriva Mario Orfeo. Molinari diventa editorialista e collaboratore di Repubblica“. Orfeo, napoletano di 58 anni, torna così a Repubblica, dove ha lavorato tra il 1990 e il 2002 come capo redattore centrale. Ha diretto quotidiani come Il Mattino e Il Messaggero, oltre al Tg1, ed è stato anche direttore generale della Rai. Il suo ritorno alla guida del quotidiano porta con sé la necessità di trovare un successore al Tg3, da lui diretto dal 2020. L’addio di Elkann potrebbe aprire scenari di un possibile disimpegno di Exor da Gedi, anche se per ora si tratta di mere supposizioni. Tuttavia, è certo che da lunedì, nella sede di Largo Fochetti, ci sarà un nuovo direttore, il sesto nella storia del giornale, il quarto negli ultimi otto anni. Questo cambiamento arriva in un momento delicato per Repubblica, segnato dai due giorni di sciopero dei giornalisti che hanno denunciato “gravi ingerenze” da parte dell’editore durante l’Italian Tech Week di Torino, un evento gestito direttamente da Exor. Lo stesso Molinari, che resterà come editorialista, ha dovuto fronteggiare altre difficoltà, come la sfiducia ricevuta dalla redazione dopo la decisione di eliminare 100.000 copie dell’inserto economico Affari&Finanza, probabilmente per via di pressioni di Stellantis, una delle principali aziende del gruppo. In una dichiarazione, il nuovo presidente Scanavino ha espresso gratitudine all’azionista per la fiducia e ha augurato buon lavoro a Orfeo, affermando: “Assumo il nuovo incarico con l’obiettivo di lavorare insieme all’Amministratore Delegato Gabriele Comuzzo per accelerare l’evoluzione in atto e conseguire ambiziosi obiettivi di redditività per il futuro”.
Mario Orfeo confermato alla direzione del TG3

Come spesso accade in vista di un nuovo Consiglio di amministrazione della Rai, i media sono stati invasi da indiscrezioni e speculazioni riguardanti possibili cambiamenti ai vertici delle varie direzioni di testata e di generi. Tra le più chiacchierate, ancora una volta, la direzione del TG3, spesso al centro di voci di cambiamento. Tuttavia, contrariamente alle aspettative di alcuni, Mario Orfeo è stato riconfermato come direttore del TG3. I giornalisti del TG3 denunciano una situazione critica, caratterizzata da innesti esterni graditi solo alla politica, un’identità snaturata, e una scarsità di troupe, mezzi e redattori a causa del blocco del turn over. Le scelte aziendali hanno privato la rete di volti storici e audience, mentre i nuovi programmi non hanno saputo attrarre spettatori, aggravando la crisi. Il calo di ascolti su Rai3 ha ripercussioni negative anche sul TG3. I giornalisti chiedono un cambio di passo urgente, inclusa una riforma della governance aziendale, per salvare Rai3 e riconquistare il pubblico. Le indiscrezioni circolate nelle scorse settimane suggerivano che il Movimento Cinque Stelle, sotto la guida di Giuseppe Conte, stesse premendo per ottenere ruoli più influenti all’interno della Rai. L’obiettivo era quello di assicurarsi che la televisione pubblica funzionasse al meglio, grazie anche al loro contributo. Questo avrebbe potuto significare cambiamenti significativi, inclusa la direzione del TG3. La conferma di Mario Orfeo rappresenta una vittoria del merito e della professionalità. Orfeo è una figura di rilievo all’interno della Rai, avendo diretto con successo tutte e tre le principali testate giornalistiche dell’emittente: il TG2, il TG1 e attualmente il TG3. La sua carriera è stata segnata da una serie di successi, inclusa la sua nomina a Direttore Generale e la direzione della Struttura Approfondimenti. La decisione di mantenere Mario Orfeo alla guida del TG3 riflette l’intenzione di garantire stabilità e continuità nella gestione delle testate giornalistiche della Rai. In un periodo caratterizzato da turbolenze e incertezze, la presenza di una figura esperta e competente come Orfeo rappresenta un elemento di solidità per il TG3. Questo assicura che il telegiornale della terza rete continui a fornire un’informazione di qualità e affidabile al pubblico italiano. In linea con la conferma di Orfeo, non sono previsti cambiamenti significativi nemmeno nelle altre direzioni giornalistiche della Rai. Gianmarco Chiocci continuerà a dirigere il TG1, mentre Antonio Preziosi rimarrà alla guida del TG2.