Giornalisti di Repubblica in sciopero, ma l’evento di Exor va online

È in corso lo sciopero dei giornalisti di Repubblica, che hanno deciso di incrociare le braccia fino alle 23:59 di domani. Nonostante ciò, sul sito del giornale continua la trasmissione in diretta dell’evento organizzato da Exor, holding di John Elkann, in occasione della Italian Tech Week a Torino. Questa situazione ha provocato una dura reazione da parte del comitato di redazione (cdr), che ha denunciato pubblicamente il comportamento dei vertici della testata, accusati di aggirare lo sciopero e di trasmettere contenuti nonostante la protesta. Il motivo dello sciopero risiede nella vendita di articoli e interviste a aziende partecipanti alla Italian Tech Week, senza una trasparente comunicazione né ai cronisti né ai lettori. Il cdr ha allertato le associazioni di categoria per valutare l’apertura di un procedimento antisindacale. Nel mirino dei lavoratori non c’è solo la proprietà, ma anche il direttore Maurizio Molinari, che ha alimentato il malcontento tra i giornalisti.
Repubblica si ferma: giornalisti in sciopero contro l’editore

L’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica ha indetto uno sciopero di due giorni – 25 e 26 settembre – per protestare contro le gravi ingerenze nell’attività giornalistica da parte dell’editore, delle aziende a lui riconducibili e di altri soggetti privati, avvenuti in occasione dell’evento Italian Tech Week. La redazione denuncia da tempo i tentativi di “piegare colleghe e colleghi a pratiche lontane da una corretta deontologia e dall’osservanza del contratto nazionale”. La direzione, secondo l’assemblea, ha il dovere di apportare “ogni correttivo e presidio possibile per rafforzare le strutture di protezione della confezione giornalistica di tutti i contenuti di Repubblica”, sottolineando che nei mesi scorsi è già stata votata una sfiducia all’attuale direttore. Il messaggio si rivolge anche all’editore John Elkann, invitato a “profondo rispetto della nostra dignità di professionisti e del valore del nostro giornale”. La testata, ricordano, ha una propria storia e identità che non può essere calpestata: “La democrazia che ogni giorno difendiamo sulle nostre pagine passa anche dal reciproco rispetto dei ruoli sul posto di lavoro”. Un appello è stato fatto anche alle lettrici e ai lettori, dichiarando: “Questa redazione non ha mai venduto l’anima. E non sarà mai disposta a farlo”. Parallelamente, l’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Gedi Visual, che si occupano di video, dirette, podcast e contenuti social del gruppo, ha espresso piena solidarietà ai colleghi di Repubblica, schierandosi contro le “gravi ingerenze nell’attività giornalistica da parte dell’editore” e chiedendo alla direzione di vigilare su “ogni tipo di ingerenza che metta a rischio l’indipendenza del lavoro giornalistico”. Nel frattempo, lo sciopero è in corso e sul sito di Repubblica campeggia la scritta che ne dà notizia, annunciando che fino alle 23:59 di domani non ci saranno aggiornamenti. Tuttavia, l’evento organizzato da Exor viene trasmesso regolarmente. Secondo quanto riportato da ilFattoQuotidiano.it, la ragione dello sciopero è che la holding di John Elkann avrebbe “venduto articoli e interviste alle aziende che partecipano alla Italian Tech Week di Torino,” senza informarne i giornalisti né i lettori. Questa mattina, nonostante lo sciopero, sul sito di Repubblica è apparsa a sorpresa la diretta dell’evento. “Il Comitato di redazione denuncia pubblicamente il tentativo dei vertici della testata di aggirare lo sciopero,” recita una nota diffusa dal cdr. “Abbiamo allertato le associazioni di categoria affinché valutino l’apertura di un procedimento antisindacale”. Oggi, oltre alla proprietà, è il direttore Maurizio Molinari a essere oggetto della rabbia dei giornalisti, in un contesto che mette in discussione la credibilità e l’indipendenza del giornale.