Giappone e India dominano la classifica mondiale dei giornali

La diffusione dei quotidiani nel mondo continua a registrare numeri elevati in alcuni Paesi, nonostante il calo generale della stampa cartacea. Secondo gli ultimi dati di Press Gazette, Giappone e India dominano la classifica globale, confermando l’importanza culturale e sociale della lettura dei giornali in questi Paesi. Lo Yomiuri Shimbun è oggi il quotidiano più diffuso al mondo, con una tiratura media di 6,2 milioni di copie per l’edizione mattutina e 1,5 milioni per quella serale, come certificato dall’ABC per il 2023. Pubblicato in Giappone, il giornale guida la classifica globale dei quotidiani cartacei con la maggiore diffusione. Il Giappone, con 123 milioni di abitanti, è il dodicesimo Paese più popoloso al mondo, ma resta leader nella circolazione dei quotidiani. Al secondo posto si colloca l’Asahi Shimbun, anch’esso giapponese, con 3.568.000 copie giornaliere nell’edizione mattutina e 1,1 milioni in quella serale. A seguire, il quotidiano indiano Dainik Bhaskar registra 3.567.000 copie al giorno, posizionandosi di pochissimo dietro Asahi. L’unico altro giornale che supera le 3 milioni di copie è il People’s Daily, organo ufficiale del Partito Comunista Cinese, che dichiara una tiratura internazionale complessiva di circa tre milioni di copie, dato confermato anche da altre fonti, tra cui State Media Monitor. La classifica mondiale evidenzia un dominio di Giappone e India, con la maggioranza dei titoli presenti nella top ten. In India, con una popolazione di 1,5 miliardi di persone, la diffusione dei giornali resta elevata, mentre in Giappone incide fortemente la cultura della lettura e la consegna a domicilio delle edizioni mattutine e serali. Secondo il Guinness World Records, nel 2010 lo Yomiuri Shimbun raggiunse un record storico di 10 milioni di copie per l’edizione mattutina e 3,5 milioni per quella serale. Fuori dalla top ten, i principali quotidiani europei e americani restano distanti. Nel Regno Unito, il Daily Mail è il più venduto con 627.000 copie, mentre negli Stati Uniti guida il Wall Street Journal con 473.000 copie giornaliere. USA Today ne vende poco più di 100.000 al giorno. Anche il Bild in Germania è sceso sotto il milione di copie, mentre The Sun si aggira intorno alle 600.000 copie quotidiane. In Indonesia, Kompas distribuisce circa 300.000 copie, mentre in Pakistan il Daily Jang registra 700.000 copie nei giorni feriali e 875.000 la domenica. Parallelamente, il consumo di notizie online continua a crescere. Secondo una classifica di Press Gazette basata su dati Similarweb, Yahoo News Giappone è il sito di informazione più visitato al mondo, con 920 milioni di accessi mensili. Lo segue il portale brasiliano Globo, che a maggio ha registrato 795,7 milioni di visite. (In copertina, lo Yomiuri Shimbun)
Con Hanooman, l’India si prepara a un ruolo di primo piano nell’AI

L’India, fino ad ora impegnata in modo modesto nel mondo dell’Intelligenza Artificiale, sembra destinata a giocare un ruolo sempre più significativo a partire dal prossimo mese con il lancio di Hanooman, un large language model (LLM) simile a ChatGPT, capace di interagire in 11 delle 22 lingue ufficiali del Paese. Tra i promotori di questo progetto, oltre a un dipartimento governativo e otto delle più prestigiose università indiane, figura una succursale di Reliance Industries, il principale gruppo industriale del Paese per capitalizzazione, guidato da Mukesh Ambani, l’uomo più ricco dell’Asia. Appena due mesi fa, nel suo messaggio di fine anno ai dipendenti, Ambani aveva annunciato il 2024 come l’anno in cui la conglomerata di famiglia, che spazia dalla raffinazione al retail e alle telecomunicazioni, abbraccerà la rivoluzione portata dall’Intelligenza Artificiale. La società del gruppo coinvolta direttamente nel progetto è Reliance Jio Infocomm, uno dei principali operatori di telefonia mobile in India, guidato dal figlio maggiore di Mukesh e Tina Ambani, il 32enne Akash. Secondo i piani dei suoi promotori, Hanooman avrà applicazioni in quattro grandi settori: salute, istruzione, servizi finanziari e governance. Il modello è stato sviluppato in collaborazione con Bhashini, un’agenzia governativa, e con l’Indian Institute of Technology (IIT) Bombay, capofila di un gruppo di istituti universitari situati in diversi Stati indiani. La scelta di diversificare geograficamente la composizione del consorzio è strategica, considerando che l’obiettivo dichiarato dell’iniziativa è rendere l’Intelligenza Artificiale accessibile anche a quei vasti strati della popolazione indiana che non parlano inglese. Tra le 11 lingue supportate dal modello ci sono alcune delle lingue indo-ariane, come l’Hindi, parlato a Delhi e in alcuni Stati del nord dell’India, il Bengali a Kolkata e il Marathi, la lingua più diffusa a Mumbai, oltre a una serie di lingue dravidiane parlate nel sud, come il Tamil, il Telugu e il Malayalam. Durante una conferenza a Mumbai, è stato proiettato un video di presentazione di Hanooman in cui un meccanico poneva una domanda a un Bot in Tamil, un banchiere chiedeva delucidazioni in Hindi e uno sviluppatore di Hyderabad, dove si parla Telegu, ricorreva all’Intelligenza Artificiale per il coding. Ganesh Ramakrishnan, uno dei promotori del progetto e responsabile del dipartimento di Ingegneria e Scienze Informatiche dell’IIT Bombay, ha spiegato che Hanooman offrirà la possibilità di convertire la voce in testo, per soddisfare i milioni di indiani che non sanno né leggere né scrivere, e in futuro sarà esteso alle lingue non incluse nella release iniziale. Tuttavia, colpisce l’assenza dell’Urdu tra le prime undici lingue supportate dal modello, nonostante sia la settima lingua più parlata in India e la più diffusa tra la popolazione musulmana. Questo fatto, insieme alla scelta del nome del modello (Hanooman, che richiama il nome di una popolare divinità induista) e del consorzio che lo sta sviluppando (Bharat GPT, con “Bharat” che è un termine molto caro ai nazionalisti indù del Bharatiya Janata Party di Narendra Modi), potrebbe sollevare domande sulle vere intenzioni di inclusione del progetto, specialmente considerando che la comunità musulmana è una delle più svantaggiate dal punto di vista sociale ed economico e potrebbe trarre maggior beneficio dall’accesso a informazioni educative e sanitarie tramite l’Intelligenza Artificiale. Questo progetto offre un’opportunità per colmare le distanze linguistiche e culturali in un Paese con quasi 1,5 miliardi di abitanti. Si prevede che entro il 2027 l’Intelligenza Artificiale genererà un giro d’affari di 17 miliardi di dollari in India, nonostante le sfide legate alla capacità computazionale e agli investimenti necessari.