Il Gruppo Angelucci lancia un nuovo dorso di Economia

Il Gruppo Angelucci si prepara al lancio di un innovativo dorso di Economia. Il progetto coinvolgerà le testate di punta del gruppo: Il Giornale, diretto da Alessandro Sallusti, Libero, guidato da Mario Sechi, e Il Tempo, sotto la direzione di Tommaso Cerno. Alla guida del nuovo supplemento economico ci sarà Osvaldo De Paolini, condirettore del Giornale e uno dei più esperti giornalisti di settore. Il dorso si articolerà su 40 pagine, offrendo ai lettori approfondimenti, analisi, interviste esclusive e retroscena sul mondo economico, con un posizionamento competitivo rispetto al dorso di Economia del Corriere della Sera. Secondo quanto appreso da Adnkronos, De Paolini ha già completato la squadra editoriale e il progetto dovrebbe vedere la luce entro aprile. C’è persino la possibilità che il gruppo anticipi i tempi, confermando le ambizioni di questa nuova iniziativa.  

Il Tempo festeggia 80 anni con un’edizione speciale

Il Tempo compie 80 anni

Il quotidiano romano “Il Tempo” celebra oggi il suo ottantesimo anniversario, segnando una tappa significativa nella storia del giornalismo italiano. Fondato dal senatore Renato Angiolillo, il giornale uscì per la prima volta il 6 giugno 1944, in un momento cruciale della storia italiana, quando le truppe angloamericane entrarono a Roma liberandola dall’occupazione nazista. Per commemorare questa importante ricorrenza, “Il Tempo” presenta un’edizione speciale con un inserto di trentadue pagine dedicato alla sua evoluzione e al suo impatto sulla società italiana e mondiale. L’inserto, in edicola il 5 giugno, ripercorre la storia del giornale dall’era di Angiolillo fino alla gestione attuale della famiglia Angelucci, attraversando ottant’anni di cronache, inchieste e reportage. Tra le pagine, i lettori troveranno riproduzioni di copertine storiche e contributi di firme illustri che hanno arricchito il quotidiano dal 1944 ad oggi. L’introduzione è firmata dal direttore Tommaso Cerno e l’inserto includerà i contributi di personalità di spicco come Gianni Letta e giornalisti storici quali Francobaldo Chiocci, Gian Franco Svidercoschi, Ulderico Piernoli, Franco Cardini, Ruggero Marino e Maurizio Piccirilli. Non mancherà una sezione dedicata allo sport, con un ricordo speciale del presidente del CONI, Giovanni Malagò. MANIFESTO DI LIBERTÀ E INDIPENDENZA La notte tra il 4 e il 5 giugno 1944, Roma viene liberata dagli Alleati, che entrano in città attraverso la Casilina, guidati dal generale Mark Clark. La capitale italiana, sotto occupazione tedesca dal settembre 1943, si sveglia libera il 5 giugno, con “Il Tempo” che stampa il suo primo numero per raccontare l’evento. Pio XII, il Papa, aveva negoziato una ritirata senza spargimenti di sangue con i tedeschi. Il 2 giugno 1946, gli italiani votano per scegliere tra monarchia e repubblica, optando per quest’ultima. Dieci giorni dopo, Umberto II parte in esilio, e l’Italia diventa ufficialmente una repubblica. Nel 1948, le prime elezioni parlamentari vedono la Democrazia Cristiana ottenere la maggioranza assoluta. “Il Tempo” pubblica importanti testimonianze storiche, come i Diari di Galeazzo Ciano e le interviste ai partigiani che catturarono Mussolini. Questi documenti svelano i retroscena della resa italiana e della fucilazione di Mussolini. Mentre l’Italia si confronta con il suo passato, il futuro viene delineato dai governi di Alcide De Gasperi, che ottiene fondi per la ricostruzione attraverso il Piano Marshall e avvia l’Italia verso nuove alleanze internazionali. Il 4 aprile 1949, l’Italia aderisce alla NATO, e Giulio Andreotti emerge come figura chiave della politica italiana nella Prima Repubblica. DALLA LIBERAZIONE DI ROMA ALLA MODERNITÁ Durante l’occupazione nazista di Roma, Renato Angiolillo acquistò le testate “L’Italia” e “Il Tempo”. Il 6 maggio 1944 iniziò a distribuire clandestinamente “L’Italia” e il 5 giugno, con la liberazione di Roma, il giornale uscì alla luce del sole sotto la testata “Il Tempo”. Il quotidiano, stampato in una vecchia tipografia, venne temporaneamente sospeso dagli Alleati per violazione degli accordi sulla stampa, ma riprese le pubblicazioni dopo due giorni con la nuova sottotestata “Quotidiano indipendente”. Inizialmente compilato da Angiolillo, Leonida Rèpaci e quattro colleghi, il giornale riuscì a farsi conoscere grazie alla sospensione degli altri quotidiani per collusione con il regime fascista. “Il Tempo” pubblicò in esclusiva i “Diari” di Galeazzo Ciano, aumentando rapidamente la tiratura e divenendo il quotidiano più letto a Roma. Angiolillo cambiò la linea politica del giornale da socialdemocratica a conservatrice, portando alla rottura con Rèpaci. Nel dopoguerra, “Il Tempo” mantenne la sua popolarità e divenne il principale quotidiano della capitale. Il giornale favorì il dialogo tra intellettuali fascisti e antifascisti, contribuendo alla riconciliazione nazionale. Con la morte di Angiolillo nel 1973, la direzione passò a Gianni Letta, che mantenne alte le vendite. Negli anni successivi, il giornale attraversò periodi di crisi e ripresa, cambiando diverse volte proprietà. Nel 2007, “Il Tempo” adottò il formato berlinese e potenziò il sito web. Dal 2016, il quotidiano è di proprietà della famiglia Angelucci. COSTRUIRE IL FUTURO Nel corso degli anni, “Il Tempo” ha raccontato la storia d’Italia con passione e impegno. Ha investigato, criticato e rivelato fatti e complotti della Repubblica, accompagnando gli italiani nella costruzione del loro futuro. Da quel lontano 6 giugno 1944, il quotidiano è stato un osservatore attento e un critico spesso pungente, capace di dare voce ai sentimenti e alle aspirazioni del paese. Celebrando questo importante traguardo, “Il Tempo” si proietta verso il futuro con la consapevolezza del proprio ruolo nel panorama dell’informazione. In un mondo sempre più influenzato dalla tecnologia, dalla velocità e dalla globalizzazione, il giornale si impegna a mantenere viva la sua tradizione di indipendenza e rigore. Il direttore Cerno, nella sua introduzione, sottolinea l’importanza di evitare la banalità e il conformismo, continuando a offrire un giornalismo schietto, capace di cambiare idea e mettersi in discussione. EREDITÀ DA COSTRUIRE Il compito di “Il Tempo” nei prossimi ottant’anni sarà quello di proseguire su questo solco, adattandosi alle nuove sfide dell’informazione digitale e dei social media, ma sempre mantenendo la libertà e l’indipendenza che lo hanno caratterizzato fin dalle origini. Come afferma Cerno, l’obiettivo è formare una comunità più informata e consapevole, attraverso un lavoro giornalistico rigoroso e aperto al dibattito. ROMA, CITTÀ ETERNA L’edizione speciale di “Il Tempo” si conclude con una riflessione su Roma, la “Città eterna”, simbolo del coraggio e dell’originalità del giornale. Come Roma, “Il Tempo” ha vissuto momenti di grandezza e difficoltà, mantenendo sempre uno spirito indomito e pronto a rinnovarsi. L’Economist ha dedicato la copertina a donne che stanno plasmando il futuro dell’Europa: Giorgia Meloni, Ursula von der Leyen e Marine Le Pen, simboli di un nuovo potere femminile. Roberta Metsola e Christine Lagarde, rispettivamente presidente del Parlamento europeo e guida della BCE, sono altre figure chiave. Meloni, in particolare, ha sfidato gli stereotipi, introducendo riforme innovative in Italia e guadagnando credibilità internazionale. Ha promosso una nuova visione di cooperazione con l’Africa e rafforzato il ruolo strategico dell’Italia nel Mediterraneo e nell’Alleanza atlantica. Inoltre, ha guidato l’adozione di un protocollo d’intesa con l’Albania, seguito da molti altri Paesi europei. La leadership di Meloni si distingue per la stabilità e determinazione, influenzando positivamente l’equilibrio politico europeo. Marine Le Pen si prepara per le elezioni francesi

Il Tempo cambia direttore: arriva Tommaso Cerno

La prima pagina de Il Tempo.

Davide Vecchi lascia la direzione de ‘Il Tempo’, alla guida arriva Tommaso Cerno. Nell’editoriale di addio del direttore Davide Vecchi, pubblicato oggi sul giornale, si legge: Questo è l’ultimo numero de Il Tempo che firmo come direttore responsabile. Dopo due anni esatti lascio Piazza Colonna. Ventiquattro mesi in cui molto è stato fatto. Questo giornale è una comunità, con valori e principi saldi nella tradizione e nella storia del nostro Paese, della nostra Patria. Siamo semplicemente fedeli a determinati principi per noi insindacabili. Per dire, la vicenda manganelli. È sbagliato alzarli contro studenti minorenni ma è ben più grave che studenti minorenni si permettano di sfidare le forze dell’ordine e i confini stabiliti dalle regole del vivere civile rappresentati da quelle forze dell’ordine. Siamo sempre a Valle Giulia vista da Pasolini. In questi due anni mi hanno bollato in ogni modo. Senza sapere fossero tutti complimenti. Perché ho condiviso le politiche del governo Meloni e ho sempre usato il buon senso. Quando ho difeso Andrea Giambruno, convinto (e lo sono ancora) che nulla abbia fatto di male da meritarsi tanta acredine e accanimento mediatico: c’è ben altro di cui occuparsi. Quando ho preso le parti del ministro Francesco Lollobrigida, scendere da un treno per rispettare gli impegni istituzionali con una comunità (quella di Caivano) per decenni dimenticata e abbandonata dallo Stato è un dovere, non un demerito. O quando ho condiviso le scelte di Matteo Salvini, per ultima quella di fare visita a Denis Verdini: comportamenti da uomo che rispetta le persone. Ma capisco che molti siano abituati ormai a politici banderuola, che agiscono e scelgono di apparire solo come/quando/dove fa comodo per avere applausi. Io invece credo fortemente nella coerenza e nel rispetto delle proprie idee. A prescindere dal consenso che queste portano. E solo chi è mosso da principi concreti riesce a essere tenace nel perseguirli contro tutto e tutti. Chi arriverà dopo di me troverà un gruppo di giornalisti affiatato, capace di lavorare in squadra. Un gruppo di giornalisti che rappresenta oggi la storia e l’anima de Il Tempo. E che sono certo saprà aiutare e sostenere il nuovo corso del nuovo direttore, Tommaso Cerno, un collega con lunga esperienza anche politica e che saprà sicuramente trovare gli strumenti per proseguire a proiettare nel futuro questo giornale rispettandone principi e valori fondanti. A voi lettori de Il Tempo grazie.   In foto, Palazzo Wedekind, sede del quotidiano a Roma.