“Il Foglio AI”, da esperimento a progetto editoriale stabile: in edicola ogni martedì

A un mese dall’inizio dell’esperimento, la redazione del Foglio annuncia che il Foglio AI, il progetto che ha dato vita al primo quotidiano scritto interamente con l’ausilio di un’intelligenza artificiale, proseguirà con una nuova formula. L’AI utilizzata, allenata nel corso del tempo con prompt personalizzati e una linea editoriale coerente, è stata parte attiva del lavoro quotidiano del giornale per trenta giorni consecutivi. L’esperimento è stato ideato e diretto da Claudio Cerasa, che ha affiancato l’intelligenza artificiale nella produzione di articoli, editoriali, rubriche, lettere al direttore e contenuti di attualità, con una metodologia redazionale strutturata e condivisa. Ogni giorno, alle ore 12, la redazione si riuniva per discutere idee, notizie, interviste, intuizioni e provocazioni. Da questo confronto nascevano le istruzioni, i cosiddetti prompt, destinati a generare gli articoli firmati Foglio AI. I prompt contenevano indicazioni su tono, stile, taglio, lunghezza e obiettivo dei pezzi. L’interazione tra redazione e intelligenza artificiale si è evoluta: inizialmente i comandi erano lunghi e dettagliati, poi sempre più sintetici, grazie a una crescente comprensione del linguaggio editoriale interno da parte dell’AI. Nel corso del mese, la macchina ha prodotto contenuti che hanno suscitato reazioni sia interne che esterne. L’AI ha mostrato capacità di sintesi, rielaborazione, imitazione di stili e generazione di contenuti su misura. Ha anche commesso errori, riconosciuti e documentati: date inesatte, confusione tra nomi simili, riferimenti errati a eventi passati, fino all’ostinata difficoltà nel collocare Donald Trump come presidente eletto nel 2024. Alcuni articoli sono stati corretti, altri lasciati volutamente imperfetti per dimostrare i limiti della tecnologia. La sperimentazione ha incluso test specifici: analisi di discorsi politici, lettura di documenti, traduzione di immagini in articoli, commenti su classifiche letterarie, simulazioni di lettere immaginarie tra figure pubbliche, editoriali polemici, stroncature ironiche, articoli scritti e riscritti con tono politico, adolescenziale, giornalistico o narrativo. L’AI è stata anche coinvolta nella scrittura di lettere d’amore, oroscopi e dialoghi immaginari tra intellettuali e personaggi storici. Il progetto ha generato migliaia di righe di testo, tutte verificate, selezionate e integrate dalla redazione. Secondo Cerasa, il valore dell’AI non è nella sostituzione dell’intelligenza naturale, ma nella sua integrazione all’interno del processo creativo redazionale. I giornalisti hanno utilizzato l’intelligenza artificiale per comprendere meglio dove migliorare, cosa delegare, cosa mantenere esclusivamente umano. L’AI non può fornire fonti, non può costruire inchieste originali, non può creare idee dal nulla, ma può aiutare a elaborarle, a raffinarle, a verificarle, a metterle in ordine. Il Foglio AI, che nel primo mese è stato pubblicato ogni giorno come edizione speciale del quotidiano, proseguirà ora in forma settimanale, ogni martedì, con una testata autonoma e quattro pagine dedicate. Tratterà temi di attualità, innovazione, intelligenza artificiale e approfondimenti sulla trasformazione dei linguaggi editoriali. Il progetto continuerà anche in forma ibrida: articoli firmati Foglio AI compariranno saltuariamente nel quotidiano, con una chiara indicazione della loro origine. Il Foglio utilizzerà l’esperienza accumulata per sviluppare nuove iniziative: una scuola di giornalismo AI-based, borse di studio, eventi, workshop, newsletter tematiche, progetti multimediali e un osservatorio dedicato all’uso dell’intelligenza artificiale nei media. L’obiettivo è offrire strumenti, formazione e riflessione sul rapporto tra scrittura, tecnologia e creatività. L’interazione tra il direttore e l’intelligenza artificiale è stata raccontata anche sotto forma di intervista reciproca. Una parte significativa dell’esperimento si è svolta proprio in questa forma: botta e risposta in cui l’AI faceva domande al direttore, ribaltando i ruoli e mostrando la possibilità di un giornalismo dialogico tra umano e macchina. L’AI è stata istruita per parlare di sé, riflettere sui propri limiti, rispondere a provocazioni, proporre soluzioni editoriali e simulare riflessioni personali. L’intero progetto ha ricevuto attenzione internazionale, è stato citato da numerosi media stranieri e ha rappresentato un caso di studio unico per l’editoria. Non si è trattato di una semplice dimostrazione tecnologica, ma di un esperimento quotidiano redazionale, completo di errori, revisioni, scelte editoriali e scommesse sulla sostenibilità di un modello innovativo. Il Foglio ha confermato che continuerà a esplorare le potenzialità dell’AI, non per sostituire il lavoro umano ma per affiancarlo, rafforzarlo, e spingere l’intero sistema giornalistico a confrontarsi con il cambiamento. Il progetto si evolverà anche come strumento di educazione: non solo a usare l’AI, ma a capire quando e come usarla, e soprattutto quando è necessario spegnerla per tornare a osservare, telefonare, incontrare, litigare, vivere il mestiere. L’esperimento ha mostrato come, anche nel rapporto con una macchina, sia possibile costruire una relazione editoriale fondata su regole, linguaggi condivisi, obiettivi chiari e verificabili. E ha ribadito che il giornalismo, anche nell’era dell’automazione, resta un mestiere che si costruisce nella comunità umana, nel confronto, nel dubbio e nella passione per la scrittura. Il Foglio AI continuerà. Con un nuovo formato, ma con lo stesso obiettivo: esplorare il possibile, senza rinunciare al reale. (Foto: @Il Foglio)
“Il Foglio AI”, visita della stampa estera in redazione

Il mondo si è accorto subito. Quando Il Foglio ha deciso di affidare interamente a un’intelligenza artificiale la realizzazione di un supplemento cartaceo, la notizia ha attraversato confini, lingue e redazioni. A partire da metà marzo, la pubblicazione del primo giornale stampato realizzato senza penne umane ha suscitato attenzione in tutta la stampa internazionale. A sorprendere non è stata solo la tecnologia impiegata, ma la scelta editoriale: un quotidiano generalista, noto per l’uso della parola come esercizio di giudizio, ha scelto di sperimentare cosa succede quando il linguaggio viene generato da un software. Il progetto, pensato per durare un mese, ha acceso il dibattito su cosa significhi oggi fare giornalismo, su cosa resti della scrittura umana quando anche lo stile diventa replicabile e su quanto spazio possa trovare l’intelligenza artificiale all’interno di una redazione. Non si è trattato di un’imitazione in incognito: ogni pagina è stata esplicitamente firmata da un algoritmo, guidato da input redazionali. Proprio questa trasparenza ha alimentato l’interesse: il tentativo dichiarato di esplorare i limiti e le potenzialità della tecnologia generativa applicata al giornalismo. Il 26 marzo una quarantina di giornalisti della stampa estera in Italia hanno fatto visita alla redazione per incontrare il direttore Claudio Cerasa e scoprire la rivoluzione del Foglio AI. Le prime reazioni sono arrivate dal Regno Unito, con The Guardian, BBC e Reuters che hanno raccontato l’esperimento in chiave tecnica e culturale. Da lì la notizia si è diffusa rapidamente, alimentata anche dalle agenzie internazionali. Negli Stati Uniti se ne sono occupati New York Times, Washington Post, CNN, Politico, GizMondo, TweakTown, il sito Open Tools e il centro studi Poynter, ciascuno con un’angolatura diversa: dalla trasparenza del processo al ruolo dell’editing, fino alle implicazioni etiche e professionali. In Francia, Germania, Spagna e in decine di altri Paesi, l’esperimento è diventato un caso. Testate storiche, siti specializzati, radio e televisioni si sono chiesti cosa accade al mestiere giornalistico quando a scrivere è un’intelligenza senza corpo. Molti hanno colto l’aspetto simbolico: una redazione reale, con lettori veri, ha messo alla prova un contenuto completamente artificiale. Un gesto che, per alcuni osservatori, segna una soglia superata nel rapporto tra informazione e automazione. RASSEGNA PER PAESI Regno Unito: The Guardian ha parlato di paradosso editoriale. La BBC ha analizzato strumenti e contesto. Reuters ha riportato i fatti con taglio sobrio e informativo. Stati Uniti: New York Times ha evidenziato il valore simbolico. Washington Post ha parlato di “laboratorio italiano”. CNN, Politico, GizMondo, TweakTown, Poynter e Open Tools hanno esaminato effetti editoriali, trasparenza e impatto culturale. Francia: Le Figaro, Le Monde, HuffPost France, Bfmtv, Le Point, Radio France, AFP, RTBF e 21 News hanno trattato il tema tra riflessione editoriale e stupore per il primato italiano. Germania: Frankfurter Allgemeine Zeitung, Süddeutsche Zeitung, Der Spiegel, Heise Online hanno discusso di tecnica, cultura, responsabilità editoriale e trasformazione della redazione. Spagna: El País ha proposto un’analisi letteraria e filosofica della lettura di un contenuto senza autore umano. Brasile: Folha de S.Paulo, Notícias Favoritas, Espressa Noticias hanno commentato innovazione, impatto e criticità nel contesto latinoamericano. India: Indian Express, The Hindu e l’emittente Wion hanno dato spazio al caso, sollevando interrogativi sul futuro dei giornalisti. Colombia: Enter.co ha discusso il valore potenziale dell’AI per la sopravvivenza della carta stampata. Lussemburgo: L’Essentiel ha definito il caso una svolta per l’etica editoriale e l’innovazione. Russia: Pravda e BZNS Media hanno analizzato la capacità dell’AI di produrre contenuti analitici. Corea del Sud: l’agenzia Yonhap ha discusso processi e implicazioni per il giornalismo. Taiwan: Central News Agency ha pubblicato un articolo e un video con visita alla redazione e intervista al direttore Cerasa. Svizzera: NZZ e RSI hanno trattato il tema dell’AI nel giornalismo a partire dal caso italiano. Paesi Bassi: NOS ha raccontato la sperimentazione e sollevato interrogativi su controllo e credibilità. Danimarca: POV International e Journalisten.dk hanno discusso del rapporto tra innovazione e verifica umana. Egitto: Enterprise News ha analizzato l’impatto dell’AI nel giornalismo del Medio Oriente e Nord Africa. Slovenia: Mmc RTV Slovenija ha evidenziato le opportunità e i rischi del progetto. Turchia: Bizsiziz e Yeniçağ Gazetesi hanno spiegato l’iniziativa e riportato opinioni di esperti internazionali. Messico: Tv Azteca Yucatán ha descritto l’originalità e gli obiettivi dichiarati dell’esperimento. (nelle foto, il Direttore Claudio Cerasa con i colleghi della stampa estera, il 26 marzo. Credits: Il Foglio)
Nasce “Il Foglio AI”, il primo quotidiano scritto dall’AI

Il quotidiano “Il Foglio” lancia una sfida innovativa: dal 18 marzo, per un mese, in edicola arriverà un’edizione interamente realizzata con intelligenza artificiale. Come riportato da Primaonline, l’iniziativa, annunciata dal direttore Claudio Cerasa, segna un primato globale: nessun altro giornale ha mai sperimentato un’AI in grado di scrivere articoli, titoli, catenacci e persino ironizzare sui fatti del giorno. Un progetto ambizioso che metterà alla prova il ruolo della tecnologia nel giornalismo e la capacità dell’AI di trasformare la teoria in pratica concreta. “Un altro Foglio, un nuovo Foglio, fatto con un’intelligenza diversa”, spiega Cerasa, sottolineando come il giornale affronterà un mese di sperimentazione in cui i giornalisti porranno le domande e il Foglio AI fornirà le risposte. L’obiettivo è testare l’impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro redazionale e sulle dinamiche quotidiane della redazione. Il quotidiano, composto da quattro pagine, conterrà ventidue articoli e tre editoriali e, secondo il direttore, sarà ancora più ottimista dell’edizione tradizionale, capace anche di entrare in polemica con la linea del giornale stesso. L’esperimento non si limiterà a verificare la funzionalità della tecnologia, ma porrà anche domande più profonde sulla natura del giornalismo e sul futuro della scrittura. Cosa significa affidare l’informazione a un’intelligenza non umana? Può l’AI garantire lo stesso livello di analisi critica e profondità di pensiero dei giornalisti in carne e ossa? Alla fine del mese, il team del Foglio tirerà le somme e analizzerà l’impatto dell’AI sulla produzione giornalistica e sul rapporto con i lettori. Il Foglio AI uscirà ogni giorno dal martedì al venerdì, dando vita a un’inedita collaborazione tra uomo e macchina. Un esperimento che promette di sollevare riflessioni su un futuro in cui l’intelligenza artificiale non sarà più solo un’ipotesi teorica, ma una realtà tangibile nell’ecosistema mediatico. Se l’iniziativa suscita curiosità o perplessità, i lettori potranno esprimere opinioni e suggerimenti scrivendo a lettere@ilfoglio.it. (In copertina, Claudio Cerasa)