Meloni su Agi: è normale che Eni possieda un’agenzia di stampa?

Giorgia Meloni

La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, respinge le accuse riguardanti la vendita dell’agenzia Agi al deputato della Lega, Antonio Angelucci, sottolineando che non ne è a conoscenza e che non è coinvolta in alcun modo. Al contrario, solleva interrogativi sulla presenza dell’Eni, una partecipata statale, come proprietaria di un’agenzia di stampa. Meloni ha chiarito di non essere mai intervenuta in questa materia e di non avere interesse nella questione. Ha denunciato la diffusione di falsità sul suo conto, sottolineando che l’Italia rischia di diventare la patria delle fake news. La Presidente del Consiglio ha ribadito che le partecipate statali devono operare per il loro interesse e per la tutela dell’interesse nazionale, ma ha dichiarato che non ritiene sia compito suo interferire in tali questioni. Infine, Giorgia Meloni ha sollevato dubbi sulla normalità che una partecipata statale possieda un’agenzia, suggerendo che ciò potrebbe rappresentare una limitazione alla libertà di stampa. Tuttavia, ha enfatizzato il suo impegno per la libertà di stampa e ha sottolineato che non si occupa dell’Agi, indipendentemente dal suo proprietario.

AGI in vendita: Giorgetti si tira indietro, opposizione preoccupata

AGI

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, solleva preoccupazioni sulla possibile vendita dell’Agenzia AGI, suscitando dubbi sul futuro dell’informazione nel Paese. La trattativa, che coinvolge Eni (proprietaria dell’AGI) e l’imprenditore Antonio Angelucci, editore di varie testate giornalistiche, ha destato l’attenzione dei partiti di opposizione e della redazione dell’AGI stessa. Tuttavia, Giorgetti si distacca dall’argomento, affermando che il Ministero dell’Economia non ha il potere di decidere sulla cessione di asset non strategici nel settore. Le critiche non si fanno attendere, con il Partito Democratico che definisce l’atteggiamento del ministro “pilatesco”. L’opposizione teme che un eventuale cambio di proprietà possa compromettere l’indipendenza dell’agenzia e minare il pluralismo dell’informazione, portando a un possibile conflitto d’interesse e alla perdita di posti di lavoro. Giorgetti solleva ulteriori dubbi sulla compatibilità tra la proprietà dell’AGI da parte di Eni, una società partecipata dallo Stato, e l’effettiva libertà di informazione. Tuttavia, assicura che la vendita non sarà pro-maggioranza e che non vi sarà alcuna interferenza durante il suo mandato. Mentre la vicenda continua a tenere banco, le istituzioni competenti valuteranno il possibile conflitto d’interessi, mentre la redazione dell’AGI prosegue nello sciopero in segno di protesta.