Caso Innocenti: il Cdr contesta la procura e difende il cronista

Il comitato di redazione del Corriere della Sera interviene in difesa del collega del Corriere Fiorentino Simone Innocenti, sottolineando che il cronista ha agito con scrupolo e professionalità. Innocenti è indagato per concorso nella rivelazione di segreti d’ufficio dopo aver pubblicato un articolo sul suicidio di un’allieva marescialla della scuola dell’Arma a Firenze. In seguito all’indagine, è stata disposta una perquisizione e il sequestro dei suoi strumenti di lavoro, sollevando dubbi sul rispetto della libertà di stampa. Il comitato esprime stupore per il comunicato stampa diffuso dalla procura di Firenze, che ha confermato la legittimità della perquisizione. Il Cdr fa notare come l’articolo di Innocenti non sia mai stato contestato nel merito e annuncia che i legali del Corriere faranno ricorso in Cassazione per difendere il cronista e il diritto a una stampa libera. Anche l’Associazione Stampa Toscana (Ast) e l’Ordine dei Giornalisti della Toscana (Odg) sono intervenuti, ricordando che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha più volte condannato le perquisizioni nelle redazioni per proteggere le fonti giornalistiche. Le organizzazioni chiedono che la magistratura italiana rispetti tali sentenze e che si mantenga la stessa solerzia nella divulgazione di notizie di pubblico interesse. (In foto, il Palazzo di Giustizia a Firenze)
Perquisizione al Corriere Fiorentino: Picierno interroga l’UE
Lo scorso 31 luglio, l’abitazione del giornalista Simone Innocenti e la sede del Corriere Fiorentino sono state oggetto di una perquisizione da parte delle forze dell’ordine italiane. L’irruzione, disposta dalla procura locale, è avvenuta nell’ambito di un’inchiesta che coinvolge un presunto concorso tra pubblici ufficiali in rivelazione e utilizzo di segreto d’ufficio. L’indagine è collegata a un articolo pubblicato il 17 maggio scorso, relativo al caso della 25enne allieva della Scuola Marescialli e Brigadieri di Firenze, che si è suicidata il 22 aprile. In risposta a questa azione controversa, la vicepresidente del Parlamento Europeo, Pina Picierno, ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea. Il testo dell’interrogazione sottolinea che la perquisizione contrasta non solo con le sentenze della Corte Europea dei Diritti Umani e della Corte Costituzionale Italiana, che tutelano le fonti dei giornalisti, ma anche con le disposizioni del Media Freedom Act dell’UE, in particolare con l’articolo 4.3.b, che stabilisce norme stringenti per la protezione della libertà di stampa. Picierno, supportata dagli eurodeputati del Partito Democratico Sandro Ruotolo, Marco Tarquinio, Brando Benifei, Cecilia Strada, Lello Topo, Stefano Bonaccini e Giorgio Gori, ha chiesto alla Commissione Europea di chiarire se fosse a conoscenza dell’accaduto e quali misure intenda adottare per affrontare questa violazione dei principi fondamentali di libertà di stampa e di informazione garantiti dall’Unione Europea. Questa interrogazione giunge in un momento critico, dato che la Commissione Europea ha recentemente comunicato lo stato della libertà di stampa in Italia, sollevando preoccupazioni su possibili violazioni dei diritti dei giornalisti e sulla protezione delle loro fonti. La risposta della Commissione sarà attesa con grande attenzione, poiché potrebbe avere ripercussioni significative sulla protezione della libertà di stampa in tutta l’Unione Europea.