Perquisizione al Corriere Fiorentino: Picierno interroga l’UE

Lo scorso 31 luglio, l’abitazione del giornalista Simone Innocenti e la sede del Corriere Fiorentino sono state oggetto di una perquisizione da parte delle forze dell’ordine italiane. L’irruzione, disposta dalla procura locale, è avvenuta nell’ambito di un’inchiesta che coinvolge un presunto concorso tra pubblici ufficiali in rivelazione e utilizzo di segreto d’ufficio. L’indagine è collegata a un articolo pubblicato il 17 maggio scorso, relativo al caso della 25enne allieva della Scuola Marescialli e Brigadieri di Firenze, che si è suicidata il 22 aprile. In risposta a questa azione controversa, la vicepresidente del Parlamento Europeo, Pina Picierno, ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea. Il testo dell’interrogazione sottolinea che la perquisizione contrasta non solo con le sentenze della Corte Europea dei Diritti Umani e della Corte Costituzionale Italiana, che tutelano le fonti dei giornalisti, ma anche con le disposizioni del Media Freedom Act dell’UE, in particolare con l’articolo 4.3.b, che stabilisce norme stringenti per la protezione della libertà di stampa. Picierno, supportata dagli eurodeputati del Partito Democratico Sandro Ruotolo, Marco Tarquinio, Brando Benifei, Cecilia Strada, Lello Topo, Stefano Bonaccini e Giorgio Gori, ha chiesto alla Commissione Europea di chiarire se fosse a conoscenza dell’accaduto e quali misure intenda adottare per affrontare questa violazione dei principi fondamentali di libertà di stampa e di informazione garantiti dall’Unione Europea. Questa interrogazione giunge in un momento critico, dato che la Commissione Europea ha recentemente comunicato lo stato della libertà di stampa in Italia, sollevando preoccupazioni su possibili violazioni dei diritti dei giornalisti e sulla protezione delle loro fonti. La risposta della Commissione sarà attesa con grande attenzione, poiché potrebbe avere ripercussioni significative sulla protezione della libertà di stampa in tutta l’Unione Europea.  

Unione Europea contro Meta: inchiesta su possibili violazioni digitali

Bandiera Unione Europea

La Commissione Europea ha avviato un procedimento formale per valutare se Meta, il fornitore di Facebook e Instagram, abbia violato la legge europea sui servizi digitali (DSA) in merito alla protezione dell’integrità delle elezioni europee. Tre sono gli aspetti sui quali la Commissione ha richiesto urgentemente una risposta da parte di Meta: Innanzitutto, la Commissione sospetta che Meta non rispetti gli obblighi del DSA riguardanti la diffusione di pubblicità ingannevole, campagne di disinformazione e comportamenti non autentici coordinati nell’Unione Europea. Questa proliferazione di contenuti può rappresentare un rischio per il discorso civico, i processi elettorali, i diritti fondamentali e la protezione dei consumatori. In secondo luogo, la Commissione contesta la strategia di Meta riguardante l’approccio ai contenuti politici, che sembra declassare tali contenuti nei sistemi di raccomandazione di Instagram e Facebook, inclusi i loro feed. L’indagine si concentrerà sulla conformità di questa politica agli obblighi di trasparenza e di ricorso degli utenti, nonché sui requisiti di valutazione e mitigazione dei rischi per il discorso civico e i processi elettorali. Infine, la terza area di interesse riguarda l’indisponibilità di un efficace strumento terzo di monitoraggio in tempo reale del discorso civico e delle elezioni, in vista delle prossime elezioni del Parlamento europeo e di altre consultazioni in vari Stati membri. Meta sta infatti valutando il deprezzamento di “CrowdTangle”, uno strumento di analisi pubblica che consente il monitoraggio delle elezioni in tempo reale da parte di ricercatori, giornalisti e società civile. La Commissione sospetta che il meccanismo di segnalazione dei contenuti illegali di Meta non sia conforme agli obblighi del DSA. La risposta da parte di Meta è attesa entro cinque giorni lavorativi. L’avvio di questo procedimento formale consente alla Commissione di adottare ulteriori misure, come misure provvisorie e decisioni di non conformità. Inoltre, la Commissione ha la facoltà di accettare gli impegni assunti da Meta per affrontare le questioni sollevate nel procedimento. L’anticipazione di questo procedimento è stata riportata dal Financial Times, evidenziando le preoccupazioni di Bruxelles riguardo alla gestione degli sforzi della Russia per minare le elezioni europee. In caso di violazione del DSA, Meta potrebbe essere multata fino al 6% del suo fatturato annuo globale. Meta ha dichiarato di avere un processo consolidato per identificare e mitigare i rischi sulle proprie piattaforme e si è detta ansiosa di continuare la collaborazione con la Commissione europea per fornire ulteriori dettagli su questo lavoro.