Serena Bortone: ascolti record, ma rischio provvedimenti Rai

La giornata di sabato è stata un vortice di eventi per Serena Bortone, che si è trovata al centro di un turbinio mediatico dopo l’inaspettata censura dell’intervento di Antonio Scurati nel suo programma “Che sarà…”. Ciò che sembrava essere un’operazione televisiva intelligente si è trasformato in un caso nazionale, catalizzando l’attenzione non solo degli spettatori, ma anche dei principali esponenti politici del Paese. La lettura del testo censurato da parte della conduttrice ha dato il via a una serie di reazioni a catena, portando a un significativo aumento degli ascolti del programma su Rai3. Da 582.000 spettatori e uno share del 3.4% del 13 aprile, “Che sarà…” ha registrato un balzo agli 899.000 spettatori con il 4.9% di share. Tuttavia, la situazione è andata ben oltre il mero ambito televisivo, trasformandosi in un caso politico che ha scosso la maggioranza e generato agitazione a Viale Mazzini. “CHI HA SBAGLIATO PAGHI” Le recenti vicende che hanno coinvolto la Rai, in particolare la cancellazione del monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile, hanno scatenato una tempesta di polemiche e critiche. In questo contesto, le parole dell’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, assumono un ruolo centrale. Sergio ha dichiarato con fermezza che la Rai è vittima di una “guerra politica quotidiana con l’obiettivo di distruggerla“. Questa affermazione evidenzia una situazione di grande tensione all’interno dell’azienda pubblica, che si trova al centro di una contesa politica dai contorni ancora poco chiari. L’ad ha espresso la propria indignazione per non essere stato informato tempestivamente sugli eventi legati alla cancellazione del monologo di Scurati. Ha annunciato che richiederà una relazione dettagliata sulla vicenda e ha promesso “provvedimenti drastici”. Sergio ha sottolineato la necessità di individuare chi ha commesso errori e ha ribadito che “chi ha sbagliato paghi“. Le parole di Sergio gettano luce su una serie di dubbi e perplessità riguardo alla gestione interna della Rai e alle possibili interferenze esterne. La questione economica legata alla richiesta di 1800 euro per un minuto di trasmissione è stata al centro del dibattito, ma Sergio ha chiarito che non avrebbe censurato il monologo di Scurati per motivi economici. L’ad ha anche sottolineato di non aver ricevuto pressioni politiche dirette dal governo per influenzare le decisioni riguardanti i programmi o i conduttori. Tuttavia, resta il dubbio su chi possa essere interessato a danneggiare la Rai e quali siano le motivazioni dietro a questa presunta guerra politica. I PROVVEDIMENTI Le tensioni sono aumentate ulteriormente con la polemica tra Sergio e UsigRai, culminata con la richiesta da parte del sindacato di difendere l’azienda dalle presunte minacce di distruzione. Tuttavia, la questione principale rimane la possibile azione disciplinare nei confronti di Serena Bortone. Secondo fonti riportate da Repubblica, potrebbe essere imminente un provvedimento disciplinare e la chiusura della trasmissione “Che sarà…” entro giugno. Questa prospettiva, tuttavia, sembra non intimorire Bortone, anzi potrebbe rappresentare un’opportunità per consolidare ulteriormente la sua posizione mediatica. La sua lettura del testo censurato ha suscitato ampio sostegno da parte del pubblico e potrebbe trasformarsi in un simbolo di resistenza contro la presunta interferenza politica nei media.
Rai 3, cancellato monologo di Scurati

La giornalista televisiva Serena Bortone ha sollevato un polverone di polemiche attraverso i suoi canali social, svelando un episodio che ha scosso il mondo dell’informazione e della cultura italiana. È stata la cancellazione “improvvisa e inspiegabile” del monologo dello stimato scrittore Antonio Scurati, in programma per la trasmissione Rai 3, “Che sarà“, prevista per sabato 20 aprile. Il tema centrale del monologo doveva essere la Liberazione dal nazifascismo, un argomento storico e culturale di estrema rilevanza per il tessuto sociale italiano. Tuttavia, sembra che non solo il tema, ma anche il tono critico di Scurati nei confronti del governo attuale abbia sollevato sospetti di censura. In particolare, il suo profilo critico nei confronti della presidente del Consiglio Giorgia Meloni sembra aver innescato una serie di reazioni che hanno portato alla decisione di annullare il suo intervento. La reazione di Meloni non si è fatta attendere, pubblicando l’intervento di Scurati sui suoi canali social, forse per dimostrare trasparenza o per distanziarsi da eventuali accuse di censura. La situazione è diventata ancor più intricata quando Bortone ha rivelato di non essere stata informata della cancellazione del contratto di Scurati fino all’ultimo momento e di non aver ricevuto spiegazioni soddisfacenti in merito. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, sembra che la dirigenza Rai abbia richiesto a Scurati di partecipare alla trasmissione gratuitamente, in seguito alla valutazione del contenuto del suo monologo come troppo schierato, soprattutto in un momento politicamente delicato. Tuttavia, l’autore avrebbe rifiutato questa richiesta, portando così alla cancellazione del suo intervento. Le reazioni interne alla Rai non si sono fatte attendere: il direttore degli Approfondimenti Rai, Paolo Corsini, ha respinto categoricamente qualsiasi accusa di censura, sottolineando la libertà editoriale della rete pubblica. Tuttavia, Francesca Bria, consigliera di amministrazione, ha dichiarato che il contratto di Scurati è stato annullato per motivi editoriali, citando un presunto scambio di comunicazioni interne che avvalorerebbe questa tesi. IL TESTO DEL MONOLOGO La Repubblica ha pubblicato in versione integrale l’intervento dello scrittore che avrebbe dovuto leggere durante la trasmissione. Il testo ricorda il tragico assassinio di Giacomo Matteotti nel 1924, segretario del Partito Socialista Unitario, da parte di sicari fascisti, e le stragi nazifasciste del 1944, come quelle delle Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema e Marzabotto, che hanno provocato la morte di migliaia di civili italiani. Si sottolinea come il fascismo sia stato costantemente caratterizzato dalla violenza politica omicida e stragista. Si esprime la preoccupazione che il gruppo dirigente post-fascista, nonostante le elezioni del 2022, abbia scelto di non ripudiare il passato neo-fascista, ma di tentare di riscrivere la storia. Si critica la Presidente del Consiglio per non aver mai pronunciato la parola “antifascismo” e per non aver riconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana. Si conclude sottolineando che finché la parola “antifascismo” non sarà pronunciata dai governanti, il fascismo continuerà a minacciare la democrazia italiana. LE REAZIONI La controversia legata alla presunta censura del monologo di Antonio Scurati ha scatenato una serie di reazioni sia dal mondo politico che da quello intellettuale. Nicola Lagioia (scrittore) esorta gli intellettuali a non tacere di fronte a presunte censure o intimidazioni, sottolineando l’importanza di alzare la voce in difesa della libertà di espressione. Francesco Verducci (membro della Commissione di Vigilanza Rai) condanna fermamente l’episodio definendolo una censura inaccettabile, chiedendo chiarimenti immediati sui motivi della cancellazione. Carlo Calenda (segretario di Azione) equipara l’accaduto a pratiche antidemocratiche proprie di regimi autoritari, sottolineando la gravità dell’episodio e chiedendo scuse e il ripristino immediato del monologo cancellato. Barbara Floridia (presidente della Vigilanza, Movimento 5 Stelle) esorta l’azienda pubblica a fornire spiegazioni dettagliate sulla decisione presa, evidenziando il rischio di compromettere la credibilità del servizio pubblico e la sua indipendenza. Giorgio Gori (sindaco di Bergamo) propone ai suoi colleghi sindaci di leggere il monologo di Scurati durante le celebrazioni del 25 aprile nelle rispettive città, come forma di protesta e di solidarietà nei confronti dello scrittore. Usigrai (sindacato dei lavoratori della Rai) denuncia l’assenza di chiarimenti sulla cancellazione del monologo dello scrittore in trasmissione, sottolineando che nemmeno la conduttrice del programma ha ottenuto spiegazioni. Questo episodio è visto come un ulteriore segnale di interferenze politiche nella Rai, dove sembra essere contrastata ogni espressione culturale sgradita al governo. Il sindacato ribadisce l’allarme sul controllo esercitato dai partiti sul servizio pubblico radiotelevisivo, sottolineando l’importanza di difenderlo come un bene di tutti i cittadini, indipendentemente da chi detiene il potere politico. Associazione Nazionale Partigiani Italiani (ANPI) denuncia l’accaduto come un gesto grave e preoccupante, evidenziando una deriva autoritaria e una presunta strumentalizzazione politica della Rai. Andrea Salerno (direttore di La7) propone di diffondere il monologo di Scurati come atto di resistenza e di diffusione della libertà di espressione, dimostrando solidarietà nei confronti dello scrittore.