Kari Lake, consulente di Trump, propone lo stop ai contratti con Ap, Reuters e Afp

La consulente speciale di Trump nella US Agency for Global Media (Usagm), Kari Lake, ha annunciato la proposta di cancellare i contratti con agenzie di stampa come Associated Press, Reuters e Afp. Secondo Lake, con un budget di quasi un miliardo di dollari, la Usagm dovrebbe produrre autonomamente le proprie notizie, senza dipendere da fornitori esterni. L’annuncio, pubblicato sulla piattaforma X, ha immediatamente acceso il dibattito sul controllo governativo dell’informazione e sul rischio di una narrativa filtrata dal potere. La Usagm è l’organismo governativo responsabile della diffusione internazionale di notizie, supervisionando testate come Voice of America, Radio Free Europe e Radio Free Asia. Da sempre, il suo obiettivo è quello di fornire informazione in modo imparziale, ma la nuova strategia di Trump solleva interrogativi su un possibile allineamento politico delle notizie diffuse. Parallelamente, la Casa Bianca ha deciso di rivedere le regole del press pool, il gruppo ristretto di giornalisti che segue il presidente anche negli spazi più riservati, come lo Studio Ovale e l’Air Force One. Per decenni, questo sistema è stato gestito dalla White House Correspondents’ Association (Whca), garantendo una copertura indipendente degli eventi presidenziali. Ma l’amministrazione Trump ha annunciato l’intenzione di assumerne il controllo diretto. La Whca ha reagito con fermezza, dichiarando: “In un Paese libero non sono le autorità a scegliersi i giornalisti”. Il press pool è composto da 13 giornalisti selezionati a rotazione, includendo rappresentanti delle principali testate e agenzie di stampa. La nuova regolamentazione potrebbe ridurre la diversità delle fonti e limitare l’accesso a informazioni cruciali. Le agenzie Ap, Reuters e Bloomberg, membri permanenti del press pool, hanno diffuso un comunicato congiunto firmato dai rispettivi editori, sottolineando il ruolo essenziale di una stampa indipendente e libera. Hanno avvertito che limitare l’accesso alle informazioni presidenziali minaccia la trasparenza e ostacola la diffusione di notizie affidabili, con ripercussioni non solo negli Stati Uniti ma anche a livello globale.
Reuters, AP e Bloomberg contestano la rotazione dei media dalla Casa Bianca

La decisione della Casa Bianca di implementare una nuova policy sulla selezione dei giornalisti e delle testate che seguiranno il presidente Donald Trump ha sollevato una notevole preoccupazione nel panorama mediatico. La novità riguarda l’introduzione di una rotazione tra i giornalisti accreditati, in modo che solo alcuni siano presenti in eventi cruciali, come le conferenze stampa o i viaggi ufficiali del presidente. Questo approccio non solo limita l’accesso ad alcuni organi di informazione, ma pone anche in discussione il ruolo della White House Correspondents’ Association (WHCA), che da sempre gestiva autonomamente la distribuzione dei press pool. In passato, solo alcune agenzie di stampa, come Reuters, Associated Press (AP) e Bloomberg, avevano diritto di presenza permanente, ma la decisione della Casa Bianca sta cambiando questo equilibrio. I direttori delle principali agenzie di stampa statunitensi, tra cui Reuters, AP e Bloomberg News, hanno immediatamente reagito con un comunicato congiunto in cui esprimono preoccupazione per l’orientamento di questa nuova politica. Sottolineano che il loro lavoro mira a garantire che informazioni accurate, eque e tempestive vengano diffuse a un pubblico ampio e diversificato, coprendo tutti gli orientamenti politici, sia negli Stati Uniti che a livello globale. Le loro agenzie rappresentano una fonte primaria di notizie per milioni di lettori, e il loro accesso al presidente è vitale per mantenere la libertà di stampa. Limitare l’accesso a questi media, avvertono, non solo minerebbe la democrazia, ma compromettere anche la diffusione di informazioni affidabili a comunità, imprese e mercati finanziari in tutto il mondo, che dipendono fortemente dai report delle agenzie. Un altro punto di controversia riguarda l’inclusione di nuovi media nell’accesso agli eventi ufficiali. L’amministrazione Trump ha deciso di aprire la porta a piattaforme digitali, servizi di streaming, bloggers e podcast, cercando di diversificare le voci e le fonti di informazione. Questo spostamento favorisce l’accesso a media emergenti, ma solleva dubbi sulla qualità e sull’affidabilità delle informazioni che questi nuovi attori potrebbero veicolare. La Casa Bianca ha già apportato modifiche alla disposizione della sala stampa, riservando posti a queste nuove entità, un passo che potrebbe compromettere l’integrità e la neutralità delle informazioni diffuse.
Controversie nell’uso dei termini su identità di genere e immigrazione: l’AP sotto accusa dall’amministrazione Trump

Negli ultimi anni, il linguaggio utilizzato dai media è diventato un vero e proprio campo di battaglia politico negli Stati Uniti. L’Associated Press (AP), una delle principali agenzie di stampa mondiali, è stata ripetutamente accusata dall’amministrazione Trump di favorire una visione progressista attraverso il suo influente Stylebook, il manuale di stile utilizzato da giornalisti e redazioni in tutto il mondo. Secondo la Casa Bianca, alcune delle linee guida dell’AP riflettono una precisa ideologia politica su temi come l’immigrazione, il genere e le questioni razziali. Tra le disposizioni più contestate dai conservatori ci sono: Copertura delle notizie transgender: l’AP consiglia di evitare il “falso equilibrio”, sconsigliando di includere opinioni di fonti non qualificate per “bilanciare” una storia su questioni transgender. Uso del termine “cure che affermano il genere”: l’agenzia incoraggia l’utilizzo di questa espressione per descrivere trattamenti medici destinati alle persone transgender, includendo consulenza, terapia ormonale e interventi chirurgici. Maiuscola per “Black” ma non per “White”: l’AP scrive “Black” con la maiuscola per sottolineare l’identità culturale, mentre “white” rimane in minuscolo per evitare associazioni con il suprematismo bianco. Descrizione degli immigrati: il manuale sconsiglia l’uso di termini come “immigrato illegale”, preferendo espressioni come “persone prive di status legale permanente”. Per i sostenitori di Trump, queste scelte sono una forma di manipolazione del linguaggio finalizzata a imporre una narrazione progressista. Taylor Budowich, vice capo dello staff dell’ex presidente, ha accusato l’AP di usare il proprio manuale come strumento per diffondere un’agenda politica ostile ai valori conservatori. IL CASO DEL “GOLFO D’AMERICA” Uno degli episodi più emblematici di questa tensione è stata la disputa sulla denominazione del Golfo del Messico. Durante l’amministrazione Trump, un ordine esecutivo chiedeva ai media di adottare il termine “Golfo d’America” per riferirsi alla storica insenatura che bagna gli Stati Uniti, il Messico e Cuba. L’AP ha rifiutato di adeguarsi, sostenendo che il nome “Golfo del Messico” è in uso da oltre 400 anni ed è universalmente riconosciuto. Questa decisione ha scatenato la reazione della Casa Bianca, che ha negato l’accesso ai giornalisti dell’AP a diversi eventi ufficiali, tra cui allo Studio Ovale e di viaggiare a bordo dell’Air Force One durante una visita in Florida. REAZIONI E IMPLICAZIONI POLITICHE Il dibattito sulle scelte linguistiche dell’AP ha trovato ampio sostegno nei circoli conservatori e tra gli opinionisti vicini a Trump. Figure come Mike Cernovich hanno iniziato a segnalare sul web voci dello Stylebook ritenute problematiche, contribuendo a rafforzare l’idea che i media mainstream siano parte di una narrazione progressista imposta dall’alto. Dall’altra parte, l’AP ha difeso il proprio lavoro, ribadendo che le sue scelte editoriali si basano su criteri giornalistici indipendenti e non su una specifica agenda politica. “Se il nostro giornalismo non fosse imparziale, non avremmo clienti su tutto lo spettro politico”, ha dichiarato Lauren Easton, vicepresidente della comunicazione aziendale dell’AP.
Associated Press cacciata anche da Air Force One per scelta geografica
L’Associated Press ha rifiutato di adottare la denominazione Golfo d’America al posto di Golfo del Messico, nonostante la decisione dell’amministrazione Trump. In risposta, la Casa Bianca ha deciso di escludere i giornalisti dell’agenzia, non solo dallo Studio Ovale ma anche dall’Air Force One. La decisione è stata annunciata su X dal vice capo dello staff Taylor Budowich, che ha accusato l’AP di ignorare un “legittimo cambio di nome geografico” e di promuovere la disinformazione.
Trump e Musk allo Studio Ovale, ma AP esclusa per il Golfo d’America

Donald Trump e Elon Musk si sono ritrovati nello Studio Ovale per la firma di un ordine esecutivo destinato a ridurre la burocrazia governativa, ma la decisione della Casa Bianca di escludere un giornalista dell’Associated Press ha scatenato una tempesta politica e mediatica. L’AP ha denunciato di essere stata punita per non aver adottato la nuova denominazione imposta da Trump al Golfo del Messico, ribattezzato Golfo d’America. L’agenzia ha dichiarato che le è stato impedito l’accesso perché non ha modificato i suoi standard editoriali in conformità con l’ordine esecutivo presidenziale. Martedì Trump ha firmato un altro ordine esecutivo per ridurre il numero dei dipendenti delle agenzie federali e concedere maggiori poteri al DOGE, il dipartimento per l’efficienza governativa guidato da Musk. Durante un’insolita sessione con i giornalisti nello Studio Ovale, Musk ha difeso l’operato del DOGE e sostenuto che i tagli siano “necessari” per evitare il “fallimento del paese“. Con lui c’era il figlio di quattro anni, X Æ A-12, che ha giocato con le penne sulla scrivania presidenziale. In sole tre settimane, il DOGE ha eliminato programmi in 19 agenzie federali, smantellato USAID e ottenuto accesso ai dati sensibili del ministero dell’Economia, fino a quando un giudice federale non ha bloccato questa possibilità. Il nuovo ordine esecutivo, chiamato “Iniziativa di ottimizzazione della forza lavoro”, limita le nuove assunzioni a una ogni quattro licenziamenti, con eccezioni solo per la sicurezza e l’immigrazione. Musk ha dichiarato di voler dimezzare il deficit del governo eliminando “sprechi e inefficienze”. Le chiusure e i licenziamenti hanno già avuto effetti tangibili, nonostante alcuni blocchi giudiziari. Il leader democratico Chuck Schumer ha accusato Trump di instaurare un “governo ombra non eletto”. Il DOGE è inoltre al centro di un dibattito costituzionale: il controllo delle agenzie federali spetta al Congresso, e il dipartimento di Musk opera senza approvazione legislativa, prendendo decisioni di grande impatto. L’esclusione del giornalista AP ha scatenato proteste: la direttrice dell’AP, Julie Pace, ha denunciato la decisione come una violazione del Primo Emendamento e una minaccia al giornalismo indipendente. La White House Correspondents’ Association, tramite il suo presidente Eugene Daniels, ha definito la mossa “inaccettabile”, ribadendo che il governo non può penalizzare i giornalisti per il loro lavoro e chiedendo alla Casa Bianca di revocare la decisione.
APNews.com chiude il 2024 con 2,6 miliardi di visite

L’agenzia di stampa Associated Press (AP) ha registrato un successo senza precedenti nel 2024, raggiungendo un pubblico record grazie a una strategia di rilancio digitale avviata l’anno precedente. Il sito web APNews.com ha totalizzato 2,6 miliardi di visualizzazioni di pagina nel 2024, con un aumento del 39% rispetto al 2023, e ha contribuito a una crescita dei ricavi pubblicitari diretti ai consumatori di oltre il 20%. Questo risultato rappresenta una svolta per l’AP, che ha da tempo avviato un’iniziativa di diversificazione dei ricavi, riducendo la dipendenza dal tradizionale modello di concessione di licenze, che rappresentava l’82% dei ricavi nel 2023. Nel giugno 2023, l’AP ha rilanciato il sito APNews.com, migliorando la presenza del marchio e l’attrattiva pubblicitaria. La vicepresidente esecutiva Julie Pace ha sottolineato come il pubblico risponda positivamente al giornalismo imparziale e basato sui fatti, con contenuti multiformato che includono testo, foto, video, grafica, live streaming e contenuti interattivi. Questa trasformazione digitale non solo ha aumentato il coinvolgimento del pubblico, ma ha anche sperimentato contenuti utili per i clienti B2B. I video sono stati un punto focale del successo, con le visualizzazioni su YouTube che hanno raggiunto i 590 milioni (+94% rispetto all’anno precedente) e un tempo di visualizzazione aumentato del 255%, con oltre 22 milioni di ore guardate. Le visualizzazioni in live streaming, in particolare, sono cresciute del 430%. Tra i contenuti più seguiti si contano le elezioni statunitensi, le Olimpiadi di Parigi e i grandi eventi di cronaca internazionale. Il mese di novembre ha segnato un picco record per APNews.com, con 382 milioni di visualizzazioni di pagina, grazie a eventi come le elezioni USA. Il blog live delle elezioni è stato il contenuto più seguito, contribuendo al successo di giornate record, come il 5 e 6 novembre, con rispettivamente 87 e 92 milioni di visualizzazioni di pagina. L’AP ha investito anche nel marketing e nella SEO, rendendo “AP” e “elezioni AP” parole chiave di tendenza durante le elezioni. Parallelamente, l’agenzia ha intensificato gli sforzi per evidenziare la propria natura apartitica e indipendente, attirando donazioni dei lettori che hanno superato gli obiettivi di fine anno. Messaggi come “Le amministrazioni cambiano, la nostra missione resta” hanno rafforzato la percezione dell’AP come fonte affidabile e imparziale. Con 179 anni di storia, l’AP continua a essere un punto di riferimento per il giornalismo globale. Julie Pace ha ribadito che la missione dell’agenzia è informare in modo accurato e basato sui fatti, evitando posizioni di parte. Questo approccio ha permesso all’AP di guadagnare la fiducia di un pubblico sempre più vasto e diversificato, garantendo una presenza solida nel panorama giornalistico digitale. (In foto, Julie Pace, vicepresidente senior e direttore esecutivo dell’AP)