AGI in vendita: Giorgetti si tira indietro, opposizione preoccupata

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Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, solleva preoccupazioni sulla possibile vendita dell’Agenzia AGI, suscitando dubbi sul futuro dell’informazione nel Paese. La trattativa, che coinvolge Eni (proprietaria dell’AGI) e l’imprenditore Antonio Angelucci, editore di varie testate giornalistiche, ha destato l’attenzione dei partiti di opposizione e della redazione dell’AGI stessa. Tuttavia, Giorgetti si distacca dall’argomento, affermando che il Ministero dell’Economia non ha il potere di decidere sulla cessione di asset non strategici nel settore. Le critiche non si fanno attendere, con il Partito Democratico che definisce l’atteggiamento del ministro “pilatesco”. L’opposizione teme che un eventuale cambio di proprietà possa compromettere l’indipendenza dell’agenzia e minare il pluralismo dell’informazione, portando a un possibile conflitto d’interesse e alla perdita di posti di lavoro. Giorgetti solleva ulteriori dubbi sulla compatibilità tra la proprietà dell’AGI da parte di Eni, una società partecipata dallo Stato, e l’effettiva libertà di informazione. Tuttavia, assicura che la vendita non sarà pro-maggioranza e che non vi sarà alcuna interferenza durante il suo mandato. Mentre la vicenda continua a tenere banco, le istituzioni competenti valuteranno il possibile conflitto d’interessi, mentre la redazione dell’AGI prosegue nello sciopero in segno di protesta.

Sciopero all’Agi: il futuro dell’agenzia di stampa italiana in bilico

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Il Comitato di redazione dell’Agenzia Giornalistica Italia (Agi) ha dichiarato due giorni di sciopero – proclama due giorni di sciopero a partire dalla mezzanotte del 20 marzo fino alle 23.59 del 22 marzo – in seguito alla mancata risposta dell’azienda sul futuro assetto proprietario dell’agenzia. Questa decisione è stata presa dopo che l’azienda ha evitato di confrontarsi con l’organismo sindacale interno, nonostante le richieste formali di chiarimento avanzate dal Comitato di redazione. Le voci riguardanti una possibile vendita dell’agenzia sono emerse poco dopo la firma di un accordo avvenuta il 2 febbraio, che prevedeva una riduzione dell’organico entro l’anno attraverso la procedura di isopensione. Tuttavia, il Comitato di redazione aveva approvato tale accordo con fiducia, basandosi sulle rassicurazioni verbali fornite dai vertici aziendali, che avevano assicurato l’assenza di trattative in corso per una vendita. Inoltre, la presenza di un piano strategico 2024-2027 volto a implementare la trasformazione dell’agenzia in una “news company” aveva ulteriormente rafforzato la fiducia dei redattori. L’Agi, un punto di riferimento nell’informazione italiana da oltre 70 anni, ha sempre garantito un notiziario di qualità e pluralista. Tuttavia, l’eventuale vendita all’interno del Gruppo editoriale Angelucci metterebbe a rischio non solo la stabilità occupazionale, ma anche l’indipendenza e l’autonomia dei giornalisti. Questo scenario potrebbe minare il pluralismo dell’informazione nel Paese, considerando che un’agenzia di stampa è per sua natura imparziale e pluralista. La Federazione nazionale della Stampa italiana (Fnsi) ha espresso solidarietà alla redazione dell’Agi, sottolineando l’importanza della chiarezza e della trasparenza nell’ambito dell’informazione. Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, ha evidenziato che l’informazione deve rimanere indipendente e libera da conflitti di interesse per mantenersi forte. Pertanto, la richiesta di chiarezza avanzata dai colleghi dell’Agi è considerata una condizione necessaria per qualsiasi confronto sindacale futuro.  

Agi sotto pressione: redattori minacciano sciopero

L’Assemblea dei redattori dell’Agenzia Giornalistica Italia (Agi) ha espresso forte inquietudine riguardo alle recenti indiscrezioni sulla possibile vendita dell’agenzia, non ufficialmente smentite. Il Comitato di Redazione (Cdr), in una nota datata lunedì 18 marzo 2024, ha sottolineato che queste indiscrezioni emergono in un momento critico, mentre rimane senza risposta parlamentare un’interrogazione sul futuro dell’Agi, a poche settimane dalla firma di un accordo tra Cdr e Azienda per una procedura di isopensione destinata a ridurre l’organico entro l’anno. Fondata da oltre 70 anni, l’Agi rappresenta un pilastro dell’informazione italiana, garantendo un notiziario di qualità e pluralista. I giornalisti hanno espresso preoccupazione riguardo alla possibilità di una vendita all’Eni, evidenziando che l’azienda ha dimostrato capacità nel salvaguardare i livelli occupazionali e nell’assicurare l’indipendenza e l’autonomia dei giornalisti, aspetti che potrebbero essere messi a rischio in un contesto di vendita. L’Assemblea, all’unanimità, ha incaricato il Cdr di chiedere all’Azienda una chiara definizione sul futuro dell’Agenzia. In mancanza di una risposta tempestiva, è stata minacciata la possibilità di uno sciopero di cinque giorni, da convocare secondo le modalità ritenute più opportune. L’Assemblea resta formalmente aperta per affrontare ulteriori questioni all’ordine del giorno.