L’agenzia SWNS si espande negli Stati Uniti

Redazione

South West News Service (SWNS), una delle principali agenzie di stampa del Regno Unito, conosciuta per rifornire giornali come The Sun e Mail Online con contenuti originali, annuncia la sua espansione negli Stati Uniti. Questa mossa strategica mira a offrire ai media statunitensi un feed di notizie digitali di alta qualità, unendo contenuti verificati, immagini e video pronti per la pubblicazione. Fondata 50 anni fa a Bristol, nel sud-ovest dell’Inghilterra, SWNS è cresciuta da un format locale di copertura regionale a una vera e propria operazione globale di raccolta di notizie. Con un team di 50 reporter, fotografi, videografi e redattori, l’agenzia è diventata un punto di riferimento per il giornalismo britannico. La sua reputazione è stata recentemente celebrata in occasione dell’anniversario a Londra, dove Tony Gallagher, direttore del Times, ha definito SWNS “un pilastro dei quotidiani nazionali”. SWNS non si limita a fornire contenuti standard. La sua forza risiede nella capacità di scoprire e creare storie uniche che risuonano con il pubblico. Le sue offerte coprono una vasta gamma di argomenti: interesse umano, crimine, scienza, animali, viaggi, salute e reali, tra gli altri. Inoltre, l’agenzia ha integrato i contenuti generati dagli utenti e i video virali nel suo modello operativo, garantendo sempre che tutto sia verificato e autorizzato. “I nostri clienti attribuiscono un valore enorme al fatto che tutto ciò che distribuiamo è creato da zero da un giornalista, controllato, verificato e completamente autorizzato”, ha dichiarato Laura Elvin, responsabile delle notizie di SWNS e figura chiave dell’espansione negli USA. “Non ci limitiamo a concedere in licenza video o a copiare materiale dai social: produciamo storie completamente elaborate, pronte per la pubblicazione e verificate, parlando direttamente alle persone al centro della narrazione”. L’espansione negli Stati Uniti porta con sé nuove opportunità per gli editori americani, spesso alla ricerca di contenuti accattivanti e immediatamente utilizzabili in un contesto digitale competitivo. SWNS punta a riempire il vuoto creato dalle crescenti pressioni economiche sulle redazioni. Il servizio offre: Accesso 24/7 a una piattaforma di notizie in tempo reale. Storie originali create da giornalisti esperti. Avvisi sulle ultime notizie e liste di aggiornamenti mattutini e pomeridiani. Storie esclusive e personalizzate, disponibili anche tramite il servizio di commissione. Archivio vasto di contenuti pronti all’uso. SWNS adotta modelli di partnership versatili, dalla vendita diretta alla condivisione dei ricavi, per adattarsi alle esigenze dei clienti. Inoltre, l’agenzia offre un hub digitale che consente agli editori di scaricare facilmente storie e risorse, con la possibilità di integrazioni tecniche avanzate. Il direttore commerciale di SWNS, Anderson Morgan, ha sottolineato che l’agenzia, forte del successo nel Regno Unito, punta a replicare questa crescita negli Stati Uniti, rispondendo alla crescente domanda di contenuti sicuri e coinvolgenti. Ha evidenziato il forte interesse del pubblico americano per le storie avvincenti di SWNS, definendo questo mercato un’opportunità con un grande potenziale ancora da esplorare.

AGI in vendita: Giorgetti si tira indietro, opposizione preoccupata

AGI

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, solleva preoccupazioni sulla possibile vendita dell’Agenzia AGI, suscitando dubbi sul futuro dell’informazione nel Paese. La trattativa, che coinvolge Eni (proprietaria dell’AGI) e l’imprenditore Antonio Angelucci, editore di varie testate giornalistiche, ha destato l’attenzione dei partiti di opposizione e della redazione dell’AGI stessa. Tuttavia, Giorgetti si distacca dall’argomento, affermando che il Ministero dell’Economia non ha il potere di decidere sulla cessione di asset non strategici nel settore. Le critiche non si fanno attendere, con il Partito Democratico che definisce l’atteggiamento del ministro “pilatesco”. L’opposizione teme che un eventuale cambio di proprietà possa compromettere l’indipendenza dell’agenzia e minare il pluralismo dell’informazione, portando a un possibile conflitto d’interesse e alla perdita di posti di lavoro. Giorgetti solleva ulteriori dubbi sulla compatibilità tra la proprietà dell’AGI da parte di Eni, una società partecipata dallo Stato, e l’effettiva libertà di informazione. Tuttavia, assicura che la vendita non sarà pro-maggioranza e che non vi sarà alcuna interferenza durante il suo mandato. Mentre la vicenda continua a tenere banco, le istituzioni competenti valuteranno il possibile conflitto d’interessi, mentre la redazione dell’AGI prosegue nello sciopero in segno di protesta.

Sciopero all’Agi: il futuro dell’agenzia di stampa italiana in bilico

AGI

Il Comitato di redazione dell’Agenzia Giornalistica Italia (Agi) ha dichiarato due giorni di sciopero – proclama due giorni di sciopero a partire dalla mezzanotte del 20 marzo fino alle 23.59 del 22 marzo – in seguito alla mancata risposta dell’azienda sul futuro assetto proprietario dell’agenzia. Questa decisione è stata presa dopo che l’azienda ha evitato di confrontarsi con l’organismo sindacale interno, nonostante le richieste formali di chiarimento avanzate dal Comitato di redazione. Le voci riguardanti una possibile vendita dell’agenzia sono emerse poco dopo la firma di un accordo avvenuta il 2 febbraio, che prevedeva una riduzione dell’organico entro l’anno attraverso la procedura di isopensione. Tuttavia, il Comitato di redazione aveva approvato tale accordo con fiducia, basandosi sulle rassicurazioni verbali fornite dai vertici aziendali, che avevano assicurato l’assenza di trattative in corso per una vendita. Inoltre, la presenza di un piano strategico 2024-2027 volto a implementare la trasformazione dell’agenzia in una “news company” aveva ulteriormente rafforzato la fiducia dei redattori. L’Agi, un punto di riferimento nell’informazione italiana da oltre 70 anni, ha sempre garantito un notiziario di qualità e pluralista. Tuttavia, l’eventuale vendita all’interno del Gruppo editoriale Angelucci metterebbe a rischio non solo la stabilità occupazionale, ma anche l’indipendenza e l’autonomia dei giornalisti. Questo scenario potrebbe minare il pluralismo dell’informazione nel Paese, considerando che un’agenzia di stampa è per sua natura imparziale e pluralista. La Federazione nazionale della Stampa italiana (Fnsi) ha espresso solidarietà alla redazione dell’Agi, sottolineando l’importanza della chiarezza e della trasparenza nell’ambito dell’informazione. Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, ha evidenziato che l’informazione deve rimanere indipendente e libera da conflitti di interesse per mantenersi forte. Pertanto, la richiesta di chiarezza avanzata dai colleghi dell’Agi è considerata una condizione necessaria per qualsiasi confronto sindacale futuro.  

Agi sotto pressione: redattori minacciano sciopero

L’Assemblea dei redattori dell’Agenzia Giornalistica Italia (Agi) ha espresso forte inquietudine riguardo alle recenti indiscrezioni sulla possibile vendita dell’agenzia, non ufficialmente smentite. Il Comitato di Redazione (Cdr), in una nota datata lunedì 18 marzo 2024, ha sottolineato che queste indiscrezioni emergono in un momento critico, mentre rimane senza risposta parlamentare un’interrogazione sul futuro dell’Agi, a poche settimane dalla firma di un accordo tra Cdr e Azienda per una procedura di isopensione destinata a ridurre l’organico entro l’anno. Fondata da oltre 70 anni, l’Agi rappresenta un pilastro dell’informazione italiana, garantendo un notiziario di qualità e pluralista. I giornalisti hanno espresso preoccupazione riguardo alla possibilità di una vendita all’Eni, evidenziando che l’azienda ha dimostrato capacità nel salvaguardare i livelli occupazionali e nell’assicurare l’indipendenza e l’autonomia dei giornalisti, aspetti che potrebbero essere messi a rischio in un contesto di vendita. L’Assemblea, all’unanimità, ha incaricato il Cdr di chiedere all’Azienda una chiara definizione sul futuro dell’Agenzia. In mancanza di una risposta tempestiva, è stata minacciata la possibilità di uno sciopero di cinque giorni, da convocare secondo le modalità ritenute più opportune. L’Assemblea resta formalmente aperta per affrontare ulteriori questioni all’ordine del giorno.