Giornale di Brescia celebra 80 anni tra i vagoni della città

È stato inaugurato questa mattina a Brescia il progetto celebrativo per gli 80 anni del Giornale di Brescia, che trasforma la metropolitana cittadina e alcuni autobus in una galleria di prima pagine storiche. L’iniziativa, frutto della collaborazione tra Giornale di Brescia e Brescia Mobilità, consente ai viaggiatori di leggere, durante gli spostamenti, i titoli che hanno segnato momenti significativi della storia locale e internazionale. L’esposizione ripercorre episodi che hanno lasciato un’impronta profonda nella memoria collettiva, come l’inaugurazione della scuola di Gualdo, costruita grazie alla solidarietà dei bresciani, o l’attacco terroristico dell’11 settembre negli Stati Uniti. Le pareti del metrò, personalizzate con le prime pagine d’archivio del quotidiano, offrono un viaggio visivo tra cronaca, cultura e memoria. L’obiettivo è quello di creare un legame tra il presente e le pagine di giornale che hanno raccontato il passato. “Una volta si saliva sul treno con il giornale, oggi si sale con il telefonino. Avere la possibilità di vedere cosa racconta quel giornale può essere un’esperienza felice”, ha dichiarato Pierpaolo Camadini, presidente dell’Editoriale Bresciana, nel corso dell’inaugurazione. A sottolineare il valore simbolico dell’iniziativa è stato anche Alessandro Marini, presidente di Brescia Mobilità, che ha definito le due realtà promotrici come “istituzioni della città”. L’iniziativa si inserisce nel calendario delle commemorazioni per l’ottantesimo compleanno del giornale, nato nel 1945, con l’intento di avvicinare la memoria storica alla vita quotidiana dei cittadini. (Foto: @Giornale di Brescia)
Il Giornale di Brescia compie 80 anni: porte aperte il 27 aprile

Compie 80 anni il Giornale di Brescia, fondato il 27 aprile 1945, all’indomani della Liberazione della città. Il primo numero del quotidiano bresciano riportava in apertura la notizia «Brescia è libera», affermandosi fin da subito come voce del Comitato di Liberazione. Da quel giorno sono seguite quasi 30.000 edizioni, in un racconto continuo e sempre più multimediale della cronaca e della vita cittadina. LA STORIA DEL GdB Il Giornale di Brescia nasce il 27 aprile 1945, mentre la guerra non era ancora terminata del tutto. In quella notte, cronisti e tipografi realizzarono il primo numero, titolato «Brescia è libera», su impulso del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), nei locali che avevano ospitato in precedenza giornali del regime fascista. Il primo direttore fu Leonzio Foresti, nominato il 22 maggio 1945. La gestione del quotidiano rimase al CLN fino al 1946, e la proprietà venne poi regolata con la creazione dell’Editoriale Bresciana nel 1947.Dal Broletto, la sede si trasferì nel 1960 in via Saffi, angolo via Solferino, dove ancora oggi si trova, pur con diverse ristrutturazioni nel tempo (1984-85 e 2019). Parallelamente, il Giornale ha seguito l’evoluzione tecnologica e culturale: nel 1985 passò alla fotocomposizione, nel 2000 nacque la sua edizione online e a Erbusco fu inaugurata una nuova tipografia. La prima edizione interamente a colori uscì nel 2008, mentre il formato cambiò nel 2010. Negli ultimi 15 anni, il GdB ha accelerato la sua trasformazione digitale, culminando con un’app che integra quotidiano, televisione e radio. Direttori principali dal 1945 a oggi: Leonzio Foresti, Mino Pezzi, Alberto Vigna, Vincenzo Cecchini, Ugo Martegani, Gian Battista Lanzani, Giacomo Scanzi e Nunzia Vallini. I FESTEGGIAMENTI PER L’ANNIVERSARIO Per celebrare l’anniversario, il GdB ha organizzato un calendario di eventi lungo tutto il 2025, con un’apertura simbolica proprio il 27 aprile, quando la sede di via Solferino aprirà le porte al pubblico. A partire dalle ore 11, la corte antistante ospiterà una puntata speciale, in diretta televisiva, di «In Piazza con Noi» su Teletutto, seguita da visite guidate alla redazione, alla tipografia e agli studi radio-televisivi del gruppo, tra cui Radio Bresciasette. I lettori potranno incontrare giornalisti e conduttori, assistere a trasmissioni in diretta e scoprire il “dietro le quinte” della produzione giornalistica. Il programma prevede laboratori di lettura per i più piccoli, in due fasce orarie: dalle 11.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 15.30. La diretta radiofonica proseguirà nel pomeriggio dalle 14 alle 16. Alle 15.30, nella Sala Libretti, inizierà la presentazione del libro «Chiamami adulto» di Matteo Lancini, psicologo e docente universitario. Alle 17 sarà la volta dello scrittore Giuseppe Lupo, che illustrerà il romanzo «Storia d’amore e macchine da scrivere», dedicato all’iconica Olivetti Lettera 22. Alle 18.30, sempre in Sala Libretti, si terrà «Il mio GdB», momento di testimonianze in cui i lettori racconteranno episodi significativi legati al quotidiano, accanto a giornalisti che ne hanno fatto parte in diverse epoche. Durante l’intera giornata sarà possibile ottenere una ristampa omaggio della prima pagina del GdB del proprio giorno di nascita e l’annullo filatelico speciale sulla cartolina commemorativa dell’anniversario, grazie alla presenza di Poste Italiane. (In copertina, il logo per gli 80 anni)
80 anni di GdB, edizione speciale in omaggio ai lettori

Il Giornale di Brescia celebra oggi l’ottantesimo anniversario della sua fondazione distribuendo gratuitamente l’edizione del giorno in edicola e in formato digitale. I lettori potranno ritirare la copia cartacea senza bisogno di buoni, mentre chi preferisce la versione online potrà scaricarla in pdf dal sito o dall’app previa registrazione gratuita alla piattaforma GdB+. Il 26 aprile 1945 Brescia fu liberata dal nazifascismo, mentre in provincia si combatteva ancora. Al Broletto, sede della prima redazione, ripartirono subito le rotative per tornare a informare i cittadini. Il 27 aprile uscì il primo numero del Giornale di Brescia, nato come organo del Comitato di Liberazione Nazionale. Il quotidiano annunciava in prima pagina la liberazione della città con il titolo “Brescia è libera”. Il giornale rappresentò il ritorno a un’informazione libera, dopo vent’anni di dittatura e Repubblica Sociale Italiana. Dal 30 dicembre 1948 il nome cambiò, eliminando l’articolo “Il”. Per l’occasione, oltre agli aggiornamenti quotidiani di cronaca, sport, economia, cultura e politica, l’edizione conterrà pagine speciali dedicate agli ottant’anni di storia del giornale. La copia digitale sarà disponibile per tutti gli iscritti a GdB+, mentre i nuovi utenti potranno registrarsi direttamente tramite il portale o utilizzando il QR code pubblicato sul quotidiano. (In foto, la sede del giornale in via Solferino 22 a Brescia)
Anche Biesse, rivista di storia bresciana, celebra gli 80 anni del Giornale di Brescia

Il Giornale di Brescia compie ottant’anni e il nuovo numero di Biesse, rivista trimestrale edita da Fondazione Negri, ne ripercorre la storia. Il fascicolo sarà in edicola da giovedì 24 aprile, in abbinamento al quotidiano, al prezzo di 8 euro oltre il costo del giornale. La redazione del Giornale di Brescia aprì il 25 aprile 1945, giorno della Liberazione, e il primo numero uscì il 27 aprile. Nato come “Organo del Comitato Nazionale di Liberazione”, il giornale titolò in apertura: “Brescia è libera”. Alla direzione venne chiamato Leonzio Foresti, affiancato da redattori in rappresentanza delle varie forze politiche. Nel numero di Biesse, l’editore Mauro Negri e il direttore Marcello Zane scrivono: “Biesse racchiude pure in questo numero la storia del giornale che da ottant’anni accompagna le letture del mattino, degli affari e del tempo libero”. L’edizione dedica ampio spazio anche alle fotografie storiche dell’Archivio Negri, con approfondimenti sul Teatro Grande, sulla Mille Miglia del 1940 corsa in circuito, sul ristorante Principe in piazza Vittoria, sull’ospedale militare di San Gaetano e sul monumento a Garibaldi a Monte Suello. Il percorso editoriale del Giornale di Brescia si evolve a partire dal 1947, quando il CdA rinnova l’impegno a “favorire il progresso civile, culturale ed economico, ispirandosi ai valori cristiani della comunità”. Negli anni successivi il quotidiano viene rilevato da Editoriale Bresciana, con il sostegno di Banca San Paolo e Credito Agrario; dal 1949 il controllo passa alle fondazioni Tovini e Folonari. Alla guida del giornale si succedono Mino Pezzi, Alberto Vigna, Vincenzo Cecchini, Ugo Martegani, Giambattista Lanzani, Giacomo Scanzi e l’attuale direttrice Nunzia Vallini. Entrano a far parte del gruppo anche le emittenti Teletutto, Radio Bresciasette e Radio Classica Bresciana, oltre alla divisione commerciale Numerica e al centro stampa di Erbusco. Tra gli eventi salienti ricordati, la Strage di Piazza Loggia del 28 maggio 1974, occasione in cui furono pubblicate tre edizioni straordinarie. L’evoluzione tecnologica ha poi portato il giornale ad affiancare l’edizione cartacea con un sito web e pagine social. Zane scrive: “Una disposizione dialogica, nonché un’attitudine a misurarsi con un’opinione pubblica dagli umori spesso contraddittori che il quotidiano tende a incanalare in un alveo valoriale di riferimento democratico”. (In copertina: le linotype e i banconi con i caratteri mobili nella prima sede in Broletto. Credits: © www.giornaledibrescia.it)
Il Tempo festeggia 80 anni con un’edizione speciale

Il quotidiano romano “Il Tempo” celebra oggi il suo ottantesimo anniversario, segnando una tappa significativa nella storia del giornalismo italiano. Fondato dal senatore Renato Angiolillo, il giornale uscì per la prima volta il 6 giugno 1944, in un momento cruciale della storia italiana, quando le truppe angloamericane entrarono a Roma liberandola dall’occupazione nazista. Per commemorare questa importante ricorrenza, “Il Tempo” presenta un’edizione speciale con un inserto di trentadue pagine dedicato alla sua evoluzione e al suo impatto sulla società italiana e mondiale. L’inserto, in edicola il 5 giugno, ripercorre la storia del giornale dall’era di Angiolillo fino alla gestione attuale della famiglia Angelucci, attraversando ottant’anni di cronache, inchieste e reportage. Tra le pagine, i lettori troveranno riproduzioni di copertine storiche e contributi di firme illustri che hanno arricchito il quotidiano dal 1944 ad oggi. L’introduzione è firmata dal direttore Tommaso Cerno e l’inserto includerà i contributi di personalità di spicco come Gianni Letta e giornalisti storici quali Francobaldo Chiocci, Gian Franco Svidercoschi, Ulderico Piernoli, Franco Cardini, Ruggero Marino e Maurizio Piccirilli. Non mancherà una sezione dedicata allo sport, con un ricordo speciale del presidente del CONI, Giovanni Malagò. MANIFESTO DI LIBERTÀ E INDIPENDENZA La notte tra il 4 e il 5 giugno 1944, Roma viene liberata dagli Alleati, che entrano in città attraverso la Casilina, guidati dal generale Mark Clark. La capitale italiana, sotto occupazione tedesca dal settembre 1943, si sveglia libera il 5 giugno, con “Il Tempo” che stampa il suo primo numero per raccontare l’evento. Pio XII, il Papa, aveva negoziato una ritirata senza spargimenti di sangue con i tedeschi. Il 2 giugno 1946, gli italiani votano per scegliere tra monarchia e repubblica, optando per quest’ultima. Dieci giorni dopo, Umberto II parte in esilio, e l’Italia diventa ufficialmente una repubblica. Nel 1948, le prime elezioni parlamentari vedono la Democrazia Cristiana ottenere la maggioranza assoluta. “Il Tempo” pubblica importanti testimonianze storiche, come i Diari di Galeazzo Ciano e le interviste ai partigiani che catturarono Mussolini. Questi documenti svelano i retroscena della resa italiana e della fucilazione di Mussolini. Mentre l’Italia si confronta con il suo passato, il futuro viene delineato dai governi di Alcide De Gasperi, che ottiene fondi per la ricostruzione attraverso il Piano Marshall e avvia l’Italia verso nuove alleanze internazionali. Il 4 aprile 1949, l’Italia aderisce alla NATO, e Giulio Andreotti emerge come figura chiave della politica italiana nella Prima Repubblica. DALLA LIBERAZIONE DI ROMA ALLA MODERNITÁ Durante l’occupazione nazista di Roma, Renato Angiolillo acquistò le testate “L’Italia” e “Il Tempo”. Il 6 maggio 1944 iniziò a distribuire clandestinamente “L’Italia” e il 5 giugno, con la liberazione di Roma, il giornale uscì alla luce del sole sotto la testata “Il Tempo”. Il quotidiano, stampato in una vecchia tipografia, venne temporaneamente sospeso dagli Alleati per violazione degli accordi sulla stampa, ma riprese le pubblicazioni dopo due giorni con la nuova sottotestata “Quotidiano indipendente”. Inizialmente compilato da Angiolillo, Leonida Rèpaci e quattro colleghi, il giornale riuscì a farsi conoscere grazie alla sospensione degli altri quotidiani per collusione con il regime fascista. “Il Tempo” pubblicò in esclusiva i “Diari” di Galeazzo Ciano, aumentando rapidamente la tiratura e divenendo il quotidiano più letto a Roma. Angiolillo cambiò la linea politica del giornale da socialdemocratica a conservatrice, portando alla rottura con Rèpaci. Nel dopoguerra, “Il Tempo” mantenne la sua popolarità e divenne il principale quotidiano della capitale. Il giornale favorì il dialogo tra intellettuali fascisti e antifascisti, contribuendo alla riconciliazione nazionale. Con la morte di Angiolillo nel 1973, la direzione passò a Gianni Letta, che mantenne alte le vendite. Negli anni successivi, il giornale attraversò periodi di crisi e ripresa, cambiando diverse volte proprietà. Nel 2007, “Il Tempo” adottò il formato berlinese e potenziò il sito web. Dal 2016, il quotidiano è di proprietà della famiglia Angelucci. COSTRUIRE IL FUTURO Nel corso degli anni, “Il Tempo” ha raccontato la storia d’Italia con passione e impegno. Ha investigato, criticato e rivelato fatti e complotti della Repubblica, accompagnando gli italiani nella costruzione del loro futuro. Da quel lontano 6 giugno 1944, il quotidiano è stato un osservatore attento e un critico spesso pungente, capace di dare voce ai sentimenti e alle aspirazioni del paese. Celebrando questo importante traguardo, “Il Tempo” si proietta verso il futuro con la consapevolezza del proprio ruolo nel panorama dell’informazione. In un mondo sempre più influenzato dalla tecnologia, dalla velocità e dalla globalizzazione, il giornale si impegna a mantenere viva la sua tradizione di indipendenza e rigore. Il direttore Cerno, nella sua introduzione, sottolinea l’importanza di evitare la banalità e il conformismo, continuando a offrire un giornalismo schietto, capace di cambiare idea e mettersi in discussione. EREDITÀ DA COSTRUIRE Il compito di “Il Tempo” nei prossimi ottant’anni sarà quello di proseguire su questo solco, adattandosi alle nuove sfide dell’informazione digitale e dei social media, ma sempre mantenendo la libertà e l’indipendenza che lo hanno caratterizzato fin dalle origini. Come afferma Cerno, l’obiettivo è formare una comunità più informata e consapevole, attraverso un lavoro giornalistico rigoroso e aperto al dibattito. ROMA, CITTÀ ETERNA L’edizione speciale di “Il Tempo” si conclude con una riflessione su Roma, la “Città eterna”, simbolo del coraggio e dell’originalità del giornale. Come Roma, “Il Tempo” ha vissuto momenti di grandezza e difficoltà, mantenendo sempre uno spirito indomito e pronto a rinnovarsi. L’Economist ha dedicato la copertina a donne che stanno plasmando il futuro dell’Europa: Giorgia Meloni, Ursula von der Leyen e Marine Le Pen, simboli di un nuovo potere femminile. Roberta Metsola e Christine Lagarde, rispettivamente presidente del Parlamento europeo e guida della BCE, sono altre figure chiave. Meloni, in particolare, ha sfidato gli stereotipi, introducendo riforme innovative in Italia e guadagnando credibilità internazionale. Ha promosso una nuova visione di cooperazione con l’Africa e rafforzato il ruolo strategico dell’Italia nel Mediterraneo e nell’Alleanza atlantica. Inoltre, ha guidato l’adozione di un protocollo d’intesa con l’Albania, seguito da molti altri Paesi europei. La leadership di Meloni si distingue per la stabilità e determinazione, influenzando positivamente l’equilibrio politico europeo. Marine Le Pen si prepara per le elezioni francesi