New York Times come “piattaforma di abitudini”: i giochi superano le notizie

NYTimes interno redazione

Nel 2024, come riportato da Linkiesta, gli abbonati del New York Times hanno trascorso più tempo sui suoi giochi digitali che a leggere le notizie. Lo rivelano i dati diffusi da ValueAct Capital, uno dei principali investitori del gruppo editoriale, durante una presentazione agli azionisti. Titoli come Wordle, Connections e Spelling Bee sono diventati attività quotidiane per milioni di utenti, trasformando il giornale in una vera piattaforma di abitudini dove l’informazione convive con contenuti di intrattenimento. Secondo i dati interni, nel 2024 i giochi sono stati utilizzati oltre undici miliardi di volte. Wordle da solo ha superato i cinque miliardi di sessioni e l’app dedicata ai giochi ha raggiunto 2,6 milioni di utenti attivi giornalieri a ottobre, con una crescita del 195% in un anno. Il gioco Connections, lanciato ufficialmente nell’estate 2023, ha contribuito in modo decisivo a questa crescita. Gli utenti che interagiscono sia con i giochi sia con le notizie tendono a rimanere abbonati più a lungo, secondo quanto indicato dall’azienda. La trasformazione del New York Times da giornale a piattaforma multi-servizio ha avuto un momento chiave nel gennaio 2022, con l’acquisizione di Wordle dal suo creatore, l’ingegnere britannico Josh Wardle. L’operazione, stimata in milioni di dollari, ha portato all’espansione della redazione giochi, oggi composta da circa cento persone tra editor, sviluppatori, designer e specialisti di marketing. Alcuni titoli, come Spelling Bee, sono nati sulla carta; altri, come Letter Boxed o Tiles, sono stati ideati direttamente per l’app mobile. Tra i progetti più recenti figura Crossplay, variante del classico Scrabble, testata in Nuova Zelanda nel 2025 come app separata, pensata per un pubblico meno legato alla lettura quotidiana ma interessato alla competizione. Il responsabile della divisione giochi, Jonathan Knight, ha spiegato che l’obiettivo è offrire un’esperienza senza le dinamiche più invasive del mobile gaming, come monetizzazioni aggressive o meccaniche simili a “mini-casinò”. Il modello punta sulla fidelizzazione attraverso micro-esperienze quotidiane, in grado di generare abitudine e condivisione sui social. Ogni partita, breve e gratificante, spinge l’utente a tornare, creando un legame costante con il marchio. All’interno dello stesso abbonamento, a partire da 25 dollari al mese negli Stati Uniti, sono inclusi anche notizie, podcast, cucina e sport. Non mancano però osservazioni critiche. L’ex editorialista Andrew Rosenthal ha ricordato, in un’intervista, che l’espansione in aree non editoriali è avvenuta mentre venivano ridotte risorse in settori tradizionali, come con la chiusura della storica redazione sportiva nel 2023. L’azienda sostiene che i ricavi di giochi e altri servizi contribuiscono direttamente al sostegno dell’informazione. (In copertina, l’interno della redazione del NYTimes)

News Corp lancia il California Post: a Los Angeles dal 2026

Rupert Murdoch

La News Corp ha annunciato che a inizio 2026 debutterà in California una nuova testata giornalistica chiamata California Post, diretta emanazione del New York Post, uno dei tabloid più letti e riconosciuti negli Stati Uniti. Il giornale avrà sede a Los Angeles e verrà gestito da un team di giornalisti, fotografi ed editori locali, che produrranno contenuti per la carta stampata e per una piattaforma digitale dedicata. Il progetto è guidato da Nick Papps, giornalista con una lunga carriera in News Corp e attualmente editor del Herald Sun australiano. Papps sarà il caporedattore del nuovo quotidiano e risponderà direttamente a Keith Poole, caporedattore del New York Post. Secondo quanto comunicato dalla società editrice, il California Post seguirà lo stesso formato e lo stesso stile grafico del suo omologo di New York, ma offrirà una prospettiva centrata sulla West Coast. Le aree di interesse principali saranno cronaca, sport, intrattenimento, politica, economia e cultura, con un taglio editoriale che punta su notizie dirette e un linguaggio accessibile. “La California è lo stato più popoloso del Paese ed è l’epicentro dell’intrattenimento, della rivoluzione dell’intelligenza artificiale e della produzione avanzata, per non parlare del suo ruolo di potenza sportiva”, ha dichiarato Keith Poole. “Eppure molte storie non vengono raccontate e molti punti di vista non vengono rappresentati”. La tempistica del lancio coincide con eventi di grande rilevanza: il voto per il nuovo governatore della California nel 2026, alcune partite della Coppa del Mondo FIFA ospitate nello Stato e, due anni più tardi, le Olimpiadi estive di Los Angeles 2028. La decisione arriva in un momento complesso per il settore dell’informazione in California. Il Los Angeles Times, storico quotidiano locale, ha subito una forte riduzione del personale, con un taglio del 20% della redazione nel gennaio 2025 e ulteriori licenziamenti legati al calo della pubblicità. A questo si aggiungono perdite finanziarie significative e una riduzione degli abbonamenti, in parte legata a controversie editoriali. Il New York Post ha già una base consolidata di lettori in California. News Corp riferisce che circa il 90% del pubblico digitale del giornale si trova fuori da New York, con l’area di Los Angeles seconda solo alla Grande Mela per numero di lettori online. Secondo il CEO di News Corp, Robert Thomson, “Los Angeles e la California hanno sicuramente bisogno di una dose quotidiana del Post come antidoto al giornalismo cinico e stanco che purtroppo è proliferato”. Thomson ha sottolineato come il nuovo giornale punti a “coinvolgere e illuminare i lettori, affamati di informazione seria e di arguzia maliziosa”. Il California Post sarà sostenuto dall’intero ecosistema del New York Post Media Group, che include anche Page Six e Decider, offrendo contenuti attraverso diversi canali tra cui video, podcast e social media. (In foto, Rupert Murdoch)

“Il NYT mente” sui muri della sede di Manhattan dopo correzione su bambino di Gaza con malattia preesistente

Vandali imbrattano con vernice spray l'edificio del New York Times

Il 31 luglio 2025, a New York City, l’edificio del New York Times è stato imbrattato con scritte e vernice spray da persone non identificate. Come mostrato in immagini pubblicate dal Jerusalem Post, sulla facciata è apparsa la frase: “Il NYT mente, GAZA muore”. Anche porte e finestre sono state parzialmente ricoperte di vernice rossa. L’atto vandalico è avvenuto poche ore dopo che il quotidiano statunitense aveva modificato un articolo sulla carestia a Gaza. L’articolo, pubblicato martedì, raccontava la storia di Mohammed Zakaria al-Mutawaq, un bambino di Gaza presentato in prima pagina come gravemente malnutrito. In una nota diffusa su X/Twitter, il New York Times ha dichiarato: “Da allora abbiamo appreso nuove informazioni, tra cui quelle relative all’ospedale che lo ha curato e alla sua cartella clinica, e abbiamo aggiornato la nostra storia per aggiungere contesto ai suoi problemi di salute preesistenti”. Secondo quanto riportato dai media israeliani, la correzione è stata sollecitata dal Consolato Generale israeliano a New York dopo che la foto del bambino insieme al fratello si era diffusa sui social. Il Console Generale Ofir Akunis ha commentato: “È un peccato che i media internazionali cadano ripetutamente nella trappola della propaganda di Hamas. Prima pubblicano, poi verificano, se mai lo fanno”. Anche l’ex primo ministro Naftali Bennett ha espresso critiche, scrivendo su X: “È semplicemente incredibile. Dopo aver generato uno tsunami di odio verso Israele con quella foto terrificante, il NYT ora ammette silenziosamente che il ragazzo soffre di patologie pregresse”. Bennett ha aggiunto: “NYT, sapevate che Hamas usa bambini con malattie preesistenti. Lo diciamo da mesi ormai. Sapevate esattamente cosa avrebbe causato questa foto. Questa è una calunnia del sangue nel 2025. Non avete vergogna?”. L’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, Danny Danon, ha accusato il giornale di aver diffuso una “bugia” e una “diffamazione del sangue” utilizzando l’immagine in copertina. In un’intervista con Piers Morgan, diffusa su X, Danon ha affermato: “La foto era una bugia, che il giornale ha ritrattato. Ma il modo in cui l’hanno ritrattata è stato altrettanto vergognoso”. Il giornalista indipendente David Collier ha scritto su X: “Non c’è niente di bello in tutto questo. Con @bbcnews costretta a rimuovere un documentario perché la star era il figlio di un ministro di Hamas. E ora, la maggior parte dei media tradizionali deve ammettere di aver utilizzato foto ingannevoli. Non possiamo fidarci di un media che continua a mentirci”. Durante la stessa intervista, Piers Morgan ha espresso una posizione diversa, affermando: “Il ragazzo era chiaramente emaciato! È evidente che non mangia!”. (credito fotografico : SCREENSHOT/VIA SEZIONE 27A DEL COPYRIGHT ACT)

Fnsi-Fieg, salta la trattativa sul contratto dei giornalisti: offerta economica irricevibile

Alessandra Costante Fnsi

Dopo oltre quindici mesi di trattative, si è interrotta la negoziazione tra Fnsi e Fieg per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei giornalisti. Le parti, abbandonata l’ipotesi di un rinnovo organico, stavano lavorando a un accordo ponte triennale di carattere esclusivamente economico. Tuttavia, l’offerta avanzata dagli editori, pari a 150 euro mensili sotto forma di EDR (elemento distinto della retribuzione), ha determinato uno stop improvviso al confronto. L’incremento proposto, non incidendo sui minimi retributivi né su altri istituti contrattuali, avrebbe lasciato fermi i parametri salariali al 2012. A questa offerta, gli editori hanno affiancato la richiesta di modifica della normativa relativa al salario di ingresso, meccanismo che prevede un trattamento economico ridotto per i neoassunti. La Federazione nazionale della stampa italiana ha giudicato la proposta irricevibile per due motivi principali. Il primo riguarda la necessità di un aumento contrattuale pieno, in grado di compensare l’effetto dell’inflazione, stimata dall’Istat al 19,3% nel periodo compreso tra aprile 2016 e gennaio 2025. Il blocco degli stipendi avrebbe prodotto, secondo la Fnsi, un forte impoverimento della categoria, con particolare impatto sui corrispondenti locali (articolo 12) e sui collaboratori fissi (articolo 2), spesso al di sotto della soglia di sussistenza. Il secondo motivo riguarda l’opposizione al salario di ingresso, ritenuto un sistema che non garantisce assunzioni né stabilizzazioni, e che sarebbe utilizzato dagli editori solo per ridurre i costi legati agli obblighi contrattuali derivanti dai prepensionamenti. Dopo il passaggio delle funzioni previdenziali all’Inps, gli stati di crisi non comportano infatti più oneri diretti per le aziende editoriali. “Fnsi ritiene – dichiara la segretaria generale Alessandra Costante – che il settore abbia necessità di un contratto che possa traghettare l’informazione nel futuro tenendo conto delle nuove sfide portate dalle Intelligenze Artificiali e affrontando i nodi, ancora non sciolti a distanza di decenni, che riguardano la tutela del diritto d’autore e del lavoro dei giornalisti quotidianamente saccheggiato dai giganti del web e non adeguatamente retribuito per gli autori nella totale inadempienza della legge sull’equo compenso. E non si può certo dimenticare la progressiva destrutturazione del contratto, indebolito dalle aziende attraverso accordi unilaterali con i lavoratori più deboli, e lo sfruttamento sempre più grave dei lavoratori autonomi e dei collaboratori coordinati e continuativi per i quali Fnsi torna a chiedere l’immediata convocazione del tavolo in sede governativa sull’equo compenso istituito dalla legge 233/2012“. (In foto, Alessandra Costante)

Il Los Angeles Times sarà quotato in Borsa entro il 2025

patrick soon shiong los angeles times

Il Los Angeles Times si prepara a entrare in Borsa entro il 2025. A comunicarlo è il proprietario ed editore Patrick Soon-Shiong, imprenditore miliardario ed ex chirurgo di origine sudafricana. In una recente intervista, ha dichiarato: “Renderemo letteralmente pubblico il LA Times e permetteremo che venga democratizzato e che il pubblico abbia la proprietà di questo giornale”. Secondo quanto spiegato da Soon-Shiong, l’iniziativa mira a estendere la titolarità del quotidiano anche ai lettori, senza distinzioni di orientamento politico: “Che tu sia di destra o di sinistra, democratico o repubblicano, sei un americano. Ecco perché per noi è importante offrire un giornale che sia davvero la voce del popolo”. L’ingresso di Soon-Shiong nel mondo editoriale risale al 2018, quando ha acquisito per 500 milioni di dollari il Los Angeles Times e il San Diego Union-Tribune. Quest’ultimo è stato successivamente ceduto al gruppo MediaNews, mentre il controllo del Los Angeles Times è rimasto all’editore. La sua direzione, tuttavia, è stata oggetto di critiche e controversie, soprattutto in relazione alle decisioni assunte sulla linea editoriale. A partire dal 2020, Soon-Shiong ha bloccato alcuni endorsement politici espressi dal comitato editoriale. In quell’anno, ha impedito il sostegno pubblico a Elizabeth Warren nelle primarie democratiche, pur consentendo l’appoggio a Joe Biden per le elezioni generali. Nel 2024, ha fermato un analogo endorsement per Kamala Harris, scelta che ha suscitato forti reazioni nella redazione e tra i lettori. Le conseguenze si sono tradotte in una crescente disaffezione: numerosi abbonamenti sono stati cancellati e diverse firme autorevoli hanno lasciato il giornale. Contestualmente, Soon-Shiong ha favorito l’inserimento di voci conservatrici, riequilibrando l’impostazione politica della testata. Il giornale sta inoltre affrontando difficoltà economiche rilevanti. Nel 2024 ha registrato perdite superiori ai 50 milioni di dollari, a fronte di un significativo ridimensionamento del personale, che ha coinvolto oltre il 20% della redazione. La decisione di procedere verso la quotazione in Borsa giunge in questo contesto, e rappresenta una mossa che punta a rilanciare finanziariamente la testata, aprendo la proprietà anche al pubblico. (In foto, Patrick Soon-Shiong)

Fabio Vitale nuovo direttore di Sky TG24, al posto di Giuseppe De Bellis che guida i contenuti

Fabio-Vitale

A partire dal 15 settembre 2025, Fabio Vitale sarà il nuovo direttore di Sky TG24. La nomina arriva in un momento di importanti cambiamenti organizzativi per Sky Italia, pochi giorni dopo l’annuncio della nuova Direzione Sport, News and Entertainment, affidata a Giuseppe De Bellis, che assumerà il ruolo di Executive Vice President con responsabilità su tutta l’offerta di contenuti pay e free della piattaforma. De Bellis, già direttore di Sky TG24, guiderà la nuova entità strategica che unisce sotto un’unica regia news, sport, produzioni originali, cinema, serie e documentari. Il riassetto arriva anche a seguito dell’uscita da Sky di Marzio Perrelli, EVP dello sport, e Antonella d’Errico, EVP dei contenuti. Dal mese di luglio, secondo quanto comunicato dalla società, le attività di Sky Sport, Sky TG24 e tutti i contenuti – comprese le produzioni originali di intrattenimento, il cinema, le serie TV, i documentari e i canali in chiaro – saranno coordinate da questa nuova struttura, che punta a una “logica di collaborazione e contaminazione tra contenuti, talenti e piattaforme”. Fabio Vitale, 39 anni, nato a Catania, è attualmente capo dell’Ufficio Centrale della testata. Giornalista con oltre vent’anni di esperienza, ha iniziato giovanissimo collaborando con testate sportive locali per poi passare al Giornale di Sicilia, dove si è occupato di cronaca nera e giudiziaria. Nel 2007 entra in Sky TG24 come inviato dalla Sicilia, distinguendosi per la sua versatilità e competenza. Nel 2010 diventa uno dei volti delle edizioni mattutine del telegiornale e, negli anni, assume diversi incarichi redazionali, tra cui la coordinazione delle edizioni giornalistiche. È noto al pubblico soprattutto per la conduzione dei “Confronti” tra i leader politici, un format simbolo di Sky TG24. Nel corso della sua carriera ha firmato programmi come “Tribù” e, più recentemente, il talk “Materia Grigia”, trasmesso nell’autunno 2024, dedicato a un confronto approfondito su temi complessi con approccio rigoroso, fact-checking, tempi contingentati e repliche bilanciate. Durante la pandemia da Covid-19, Vitale si è distinto conducendo da remoto l’edizione del telegiornale, assicurando continuità informativa in uno dei momenti più delicati per il Paese.

Il New York Times difende il WSJ escluso dalla Casa Bianca

NYTimes sede

Il New York Times difende il Wall Street Journal dopo l’esclusione dal pool stampa della Casa Bianca da parte dell’amministrazione Trump. La misura è stata presa in seguito alla pubblicazione di un’inchiesta che collega l’ex presidente Donald Trump a Jeffrey Epstein. Il fatto è avvenuto martedì 22 luglio 2025 a Washington, quando il WSJ è stato escluso dal viaggio presidenziale in Scozia. Il New York Times, con una dichiarazione pubblica, ha definito la decisione “una semplice ritorsione da parte di un presidente nei confronti di un’organizzazione giornalistica per aver fatto un’informazione che non gli piace”. La polemica è scoppiata dopo la pubblicazione da parte del WSJ di un articolo secondo cui Trump avrebbe inviato nel 2003 una lettera di compleanno “oscena” a Epstein, all’interno di un libro rilegato in pelle con contenuti sessualmente allusivi. In risposta, Trump ha negato i fatti e ha avviato una causa per diffamazione da 10 miliardi di dollari contro la testata, che ha però confermato la fondatezza del proprio lavoro investigativo. Secondo il portavoce del Times, il comportamento della Casa Bianca “priva gli americani di informazioni su come opera il loro governo” e costituisce “un attacco ai principi costituzionali fondamentali che sostengono la libertà di parola e la libertà di stampa“. Il Times ha inoltre sottolineato che “gli americani, a prescindere dal partito, meritano di conoscere e comprendere le azioni del presidente”. Anche Weijia Jiang, presidente della White House Correspondents’ Association, ha espresso forte preoccupazione per la decisione, definendola “ritorsione governativa” e segnalando che la misura mina le tutele previste dal Primo Emendamento.

Trump posta video AI con arresto fittizio di Obama

Trump video AI arresto Obama

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha pubblicato sul proprio social network Truth Social un video generato con intelligenza artificiale che raffigura l’ex presidente Barack Obama mentre viene arrestato da agenti dell’FBI all’interno della Casa Bianca. Nella ricostruzione, i due sono seduti fianco a fianco nello Studio Ovale quando sopraggiungono tre agenti che ammanettano Obama. La scena prosegue con Trump che osserva sorridendo. Il video si conclude con l’ex presidente chiuso in una cella e vestito con una tuta arancione simile a quelle dei detenuti di Guantanamo. Il filmato è accompagnato dalla scritta: “Nessuno è al di sopra della legge“. Poco dopo la pubblicazione, Trump ha rilanciato anche una clip TikTok in cui appaiono diversi esponenti del Partito Democratico, tra cui Obama, Nancy Pelosi e altri leader. Il contenuto, condiviso senza contesto esplicito, ha suscitato reazioni immediate e diffuse, alimentando interrogativi sulle sue implicazioni politiche e simboliche. Il gesto del presidente arriva pochi giorni dopo le dichiarazioni rilasciate da Tulsi Gabbard, attuale direttrice dell’intelligence nazionale, che ha accusato Barack Obama e alcuni alti funzionari dell’intelligence di aver “orchestrato una narrazione ingannevole” riguardo alla presunta collusione tra Trump e la Russia durante le elezioni presidenziali del 2016. Secondo Gabbard, “Obama e il suo team dirigente non volevano accettare la volontà del popolo americano e hanno ordito una cospirazione traditrice per lanciare un colpo di Stato durato anni”. Trump ha successivamente ripubblicato le dichiarazioni di Gabbard, accompagnandole con un commento riferito a un segmento andato in onda su Fox News: “Ottimo lavoro del giovane e talentuoso Harrison Fields. Il panel è stato fantastico nel perseguire Obama e i ‘criminali’ che sono appena stati inequivocabilmente smascherati per frode elettorale di altissimo livello. Congratulazioni a Tulsi Gabbard. Continua così!“ Il video ha rapidamente fatto il giro del mondo e generato forti reazioni, sia negli ambienti istituzionali sia sui social media. Alcuni osservatori hanno evidenziato il carattere provocatorio del contenuto, altri hanno espresso preoccupazione per l’uso politico delle tecnologie di sintesi visiva, in un contesto già segnato da tensioni istituzionali e indagini federali in corso. Tra i commenti italiani, si segnala quello di Enrico Mentana, direttore del TgLa7, che ha dichiarato: “L’aspetto grave e clamoroso è che a postarlo sul proprio profilo nel social di sua proprietà sia stato lo stesso presidente degli Stati Uniti, mai caduti così in basso”. Il contenuto appare anche in un momento in cui cresce l’attenzione sulle connessioni tra le alte sfere della politica e la figura di Jeffrey Epstein, con pressioni crescenti su varie agenzie per rendere pubblici i documenti ancora secretati. Nonostante le recenti tensioni interne, il movimento MAGA continua a sostenere Trump, seppur attraversato da segnali di inquietudine e richieste di trasparenza. Il video diffuso dal presidente è solo l’ultima di una serie di azioni che mettono al centro dell’arena politica statunitense la disinformazione digitale, l’uso dell’intelligenza artificiale generativa e le tensioni tra poteri costituzionali.

Il WSJ escluso dal viaggio in Scozia di Trump, dopo articolo su Epstein

Karoline Leavitt parla con la stampa

La Casa Bianca ha rimosso il Wall Street Journal dal gruppo di giornalisti accreditati per il viaggio del presidente Donald Trump in Scozia, previsto dal 25 al 29 luglio. Lo ha confermato a Politico la portavoce Karoline Leavitt. La testata era originariamente inclusa nel pool stampa che avrebbe seguito il presidente nei resort di Turnberry e Aberdeen. La decisione arriva a seguito di un articolo pubblicato dal Wall Street Journal, in cui si sostiene che nel 2003 Donald Trump avrebbe inviato a Jeffrey Epstein una lettera contenente un messaggio sessualmente allusivo. Il presidente ha negato l’esistenza della lettera e la testata Politico ha dichiarato di non aver verificato in modo indipendente il contenuto. Il quotidiano è anche oggetto di una causa per diffamazione intentata da Trump, che ha chiesto almeno 10 miliardi di dollari di risarcimento. Il Wall Street Journal ha confermato l’accuratezza del proprio servizio. La giornalista Tarini Parti, corrispondente dalla Casa Bianca per il Journal, era stata inserita nella rotazione per coprire gli ultimi due giorni del viaggio. Tuttavia, è stata rimossa dal programma, come comunicato da Leavitt, in un momento in cui la Casa Bianca ha assunto il controllo diretto delle rotazioni del pool stampa, in precedenza gestite dalla White House Correspondents’ Association (WHCA). Parti non è tra gli autori del pezzo su Epstein. In una nota ufficiale, Leavitt ha dichiarato: “Come confermato dalla corte d’appello, al Wall Street Journal o a qualsiasi altra testata giornalistica non è garantito l’accesso privilegiato per coprire il Presidente Trump nello Studio Ovale, a bordo dell’Air Force One e nei suoi spazi di lavoro privati“, ha dichiarato Leavitt in una nota. “A causa della condotta falsa e diffamatoria del Wall Street Journal, non sarà tra i tredici organi di stampa a bordo. Ogni testata giornalistica al mondo desidera coprire il Presidente Trump e la Casa Bianca ha adottato misure significative per includere quante più voci possibile“. Un portavoce del Wall Street Journal ha rifiutato di commentare. Non è chiaro se la testata sarà reintegrata nel pool stampa in futuro, sia nella residenza presidenziale che in occasione di viaggi ufficiali. Diversi giornalisti della redazione di Washington del quotidiano hanno rifiutato a loro volta di rilasciare dichiarazioni. La White House Correspondents’ Association ha espresso preoccupazione per l’accaduto. In una nota, la presidente Weijia Jiang (CBS News) ha dichiarato: “Questo tentativo della Casa Bianca di punire un organo di stampa la cui copertura non le piace è profondamente preoccupante e viola il Primo Emendamento. Le ritorsioni del governo contro le testate giornalistiche basate sul contenuto dei loro reportage dovrebbero preoccupare tutti coloro che hanno a cuore la libertà di parola e l’indipendenza dei media. Esortiamo vivamente la Casa Bianca a ripristinare la precedente posizione del Wall Street Journal, sia in piscina che a bordo dell’Air Force One, in vista del prossimo viaggio del Presidente in Scozia. La WHCA è pronta a collaborare con l’amministrazione per trovare una rapida soluzione”. L’esclusione del Journal rappresenta una misura più contenuta rispetto a precedenti azioni dell’amministrazione Trump nei confronti dei media. All’inizio dell’anno, la Casa Bianca aveva escluso completamente l’Associated Press da ogni rotazione, a seguito di una disputa terminologica sul Golfo del Messico, dopo che l’agenzia aveva deciso di non adottare la denominazione di “Golfo d’America”. (In copertina, la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, parla con la stampa fuori dall’ala ovest della Casa Bianca a Washington, il 21 luglio 2025. | Bonnie Cash/UPI)

Corriere lancia “Corriere Giochi” con quiz e cruciverba

Corriere Giochi

È online dal 15 luglio 2025 Corriere Giochi, la nuova sezione digitale lanciata dal Corriere della Sera dedicata esclusivamente al mondo dei giochi online. L’iniziativa si rivolge ai lettori digitali con una proposta editoriale pensata per allenare mente, memoria e logica, confermando la strategia del gruppo editoriale di diversificare l’offerta attraverso prodotti tematici, come già avvenuto con “Le lezioni del Corriere” e “Le serie del Corriere”. Corriere Giochi comprende diverse tipologie di contenuti interattivi. Tra questi, Il Quiz del Corriere, curato da Paolo Virtuani, propone domande legate a attualità e cultura generale, con approfondimenti quotidiani. A questo si affianca In altre parole, ideato da Massimo Gramellini, un gioco che sfida l’utente a indovinare la “parola del giorno” in sei tentativi, ispirandosi a fatti recenti. Completano l’offerta Il Cruciverba del Corriere, firmato da enigmisti professionisti con griglie di diversa difficoltà, e Il Crucipuzzle, a tema e corredato da contenuti di approfondimento. La sezione include inoltre L’Apegramma, esercizio linguistico in cui il lettore deve individuare il maggior numero possibile di parole a partire da un insieme prestabilito di lettere, e il Sudoku del Corriere, disponibile in due livelli di difficoltà, per stimolare la logica. Corriere Giochi è accessibile da sito web e tramite app dedicata, ed è disponibile in abbonamento. Il prezzo promozionale per il primo anno è di 5 euro per l’accesso ai soli giochi o 12 euro per la versione combinata con l’abbonamento a corriere.it. Gli utenti già abbonati a Corriere Tutto avranno l’accesso incluso automaticamente, mentre gli altri abbonati digitali potranno usufruire gratuitamente della nuova sezione per il primo anno. Il lancio è accompagnato da una campagna pubblicitaria multicanale pianificata sui mezzi del gruppo RCS e su emittenti televisive nazionali come RAI, La7, Sky e Discovery. Gli spot sono stati realizzati da due agenzie: Fosbury per le creatività su stampa e digitale, e Conic per la parte televisiva. Il piano promozionale coinvolge anche emittenti radiofoniche come RDS, Radio Monte Carlo e Virgin Radio.