Arianna Ravelli prima vicedirettrice della Gazzetta, con delega al Digitale

Da oggi, 1° novembre 2025, per la prima volta nella sua storia lunga 130 anni, La Gazzetta dello Sport avrà una vicedirettrice donna: Arianna Ravelli. L’annuncio è stato comunicato dalla redazione del quotidiano sportivo di Urbano Cairo, confermando un passaggio importante nella struttura di direzione del giornale fondato nel 1896. Ravelli affiancherà i vicedirettori Gianni Valenti – vicario del direttore – e Stefano Agresti, sotto la guida del direttore Stefano Barigelli, che è alla guida della Gazzetta dello Sport dal giugno 2020. All’interno della nuova organizzazione, Ravelli riceve la delega al Digitale, un’area sempre più centrale per lo sviluppo del quotidiano e per il futuro dell’informazione sportiva italiana. Nata professionalmente nel gruppo RCS, Arianna Ravelli ha alle spalle una lunga esperienza giornalistica. Laureata in Filosofia all’Università di Pavia, è entrata al Corriere della Sera nel 2000, iniziando nella cronaca lombarda. Dal 2005 è passata alle pagine sportive, dove ha seguito alcuni dei più importanti eventi internazionali, tra cui cinque edizioni dei Giochi Olimpici. Tra il 2023 e il 2025 ha fatto parte del Comitato di redazione del Corriere, mentre nell’aprile 2025 ha assunto il ruolo di caporedattrice alla Gazzetta, pochi mesi prima della nuova nomina.
Il Garante della Privacy sanziona Report per l’audio tra Sangiuliano e la moglie Federica Corsini

Il Garante per la protezione dei dati personali ha notificato alla Rai una sanzione di 150mila euro per la violazione del Codice della Privacy, del GDPR e delle Regole deontologiche sull’uso dei dati personali in ambito giornalistico. Il procedimento, avviato nel dicembre 2024, riguarda la diffusione di un audio privato trasmesso durante una puntata di Report l’8 dicembre 2024, in cui veniva riprodotta una conversazione telefonica tra Gennaro Sangiuliano, allora ministro della Cultura, e la moglie Federica Corsini, giornalista Rai. Durante la stessa riunione, il Garante ha giudicato infondato il reclamo presentato da Sangiuliano contro alcune testate giornalistiche, ritenendo che i loro articoli non violassero la sfera privata dell’ex ministro. A poche ore dalla decisione, il conduttore di Report Sigfrido Ranucci, oggetto di un attentato intimidatorio il 17 ottobre, ha espresso la propria posizione in una conferenza stampa al Parlamento europeo di Strasburgo. “In questi giorni raccolgo solidarietà bipartisan, ma si sta rivelando ipocrita: da una parte solidarietà, dall’altra qualcuno sta armando il Garante della privacy per punire Report e dare un segnale esemplare ad altre trasmissioni”, ha dichiarato Ranucci. “Chiedo che il Garante europeo verifichi come sta operando il Garante della privacy italiano, perché sembra agire come un’emanazione del governo”. Il giornalista ha poi aggiunto: “Proprio oggi, dopo giornate di solidarietà, è apparso su un giornale di Angelucci un articolo contro di noi: l’ennesima prova della campagna diffamatoria contro chi lavora per la libertà di stampa in questo Paese”. Ranucci ha ringraziato l’Unione europea per l’approvazione dell’European Media Freedom Act, che, secondo lui, “dovrebbe presto liberare la Rai e ogni altro mezzo di informazione dai legami con la politica”. La risposta del Garante Privacy non si è fatta attendere. In una nota ufficiale, l’Autorità ha dichiarato: “In relazione alle gravissime affermazioni rese dal dottor Sigfrido Ranucci nel corso della conferenza stampa al Parlamento europeo di Strasburgo, il Garante ribadisce l’assoluta indipendenza e trasparenza del proprio operato a difesa della legalità”. L’Autorità ha inoltre precisato di riservarsi ogni iniziativa a propria tutela, sottolineando che la decisione di sanzionare la Rai è stata presa collegialmente e senza alcuna influenza esterna. La vicenda ha avuto anche un risvolto politico. I componenti del Partito Democratico nella Commissione di Vigilanza Rai hanno diffuso una nota chiedendo spiegazioni sull’accaduto. “Non solo il governo e i partiti di maggioranza non hanno ritirato le querele temerarie contro Ranucci, ma da quanto apprendiamo il Garante della Privacy si sarebbe mosso su input politico per sanzionare in modo esemplare le puntate di Report che riguardavano l’origine del caso Boccia e le sue dimissioni”, si legge nel comunicato.
Netflix, Dude e Corriere della Sera insieme per “Il Mostro”

Mercoledì 22 ottobre, i lettori del Corriere della Sera hanno trovato una sorpresa inaspettata. Sfogliando il giornale dopo la prima pagina, al posto delle consuete pagine 2 e 3, sono comparse due facciate che sembravano uscite da un quotidiano degli anni Ottanta. Impaginazione, titoli e caratteri ricordavano infatti l’ultima parte dello scorso millennio. Tutti gli articoli riportavano un unico tema: i delitti del Mostro di Firenze, una serie di otto duplici omicidi avvenuti tra il 1968 e il 1985. Tra i titoli visibili c’erano frasi come “Spunta una Beretta 22: forse è l’arma del mostro di Firenze” e “Bimbo sopravvissuto al Mostro. Il Dna rilancia la pista sarda”. In un primo momento, i lettori hanno provato disorientamento, ma un piccolo avviso in fondo alle pagine chiariva tutto: “È stato scritto tanto. Ma per capire la storia bisogna partire dalle origini. Il Mostro di Stefano Sollima. Netflix”. In alto a destra, un’altra nota spiegava: “Sovracopertina speciale del Corriere della Sera per Netflix”, con il nome della piattaforma evidenziato in rosso. Anche l’ultima pagina del giornale presentava articoli d’epoca e la stessa dicitura: “Iniziativa speciale del Corriere della Sera per Netflix”. L’operazione ha segnato il debutto della serie “Il Mostro”, diretta da Stefano Sollima e composta da quattro episodi. La produzione, disponibile da oggi su Netflix, ripercorre le origini del caso e le indagini che hanno coinvolto per decenni investigatori, giornalisti e cittadini, ricostruendo una delle inchieste più lunghe e complesse della storia giudiziaria italiana. La serie attraversa documenti, ipotesi e testimonianze, soffermandosi su quella che è conosciuta come la “pista sarda”, ancora oggi oggetto di discussione. A firmare la campagna di comunicazione è l’agenzia Dude, che ha scelto di raccontare la serie attraverso un ritorno alle fonti giornalistiche originali. In collaborazione con CairoRcs Media, anche la metropolitana Duomo di Milano si è trasformata in un archivio vivente: le pareti e le bacheche hanno esposto veri articoli d’epoca, permettendo ai passanti di leggere e rivivere il clima dell’inchiesta. L’esperienza è stata pensata come un percorso immersivo, dove la storia prende forma attraverso le pagine stampate. Anche Firenze, città simbolo del caso, è stata coinvolta nella campagna con una domination all’interno di The Gallery, uno spazio digitale lungo 25 metri in cui scorrevano articoli, immagini e il trailer della serie.
Sospesa la mobilitazione al Sole 24Ore, più spazio ai giornalisti interni

È stata sospesa la mobilitazione dei giornalisti del Sole 24 Ore, proclamata il 18 ottobre dopo il caso dell’intervista alla premier Giorgia Meloni, affidata alla collaboratrice esterna Maria Latella e non a un giornalista interno. La decisione è arrivata a seguito dell’incontro tra il direttore Fabio Tamburini e il Comitato di redazione (Cdr), avvenuto nella giornata di ieri, e dell’assemblea che ne è seguita. Durante il confronto, le parti hanno ribadito la necessità di garantire la completezza e correttezza dell’informazione, il rispetto della professionalità giornalistica e l’uso prioritario delle risorse interne. Secondo quanto riportato, il direttore Tamburini avrebbe espresso la volontà di valorizzare maggiormente le competenze già presenti nella redazione rispetto al ricorso a collaboratori esterni, soprattutto nella realizzazione delle interviste di rilievo. Il direttore si sarebbe inoltre impegnato a coprire la carica di segretario di redazione, a rafforzare la caporedazione centrale e a rivedere la governance della redazione online, per migliorare la gestione complessiva del quotidiano. Tra le misure annunciate anche la destinazione delle prossime tre assunzioni previste dal piano di prepensionamenti alle redazioni più in difficoltà, con una nuova risorsa destinata in particolare alla redazione romana. Alla luce di questi impegni, il Comitato di redazione ha comunicato la sospensione dello stato di agitazione, in attesa che le promesse della direzione vengano concretizzate nei prossimi giorni. La pubblicazione del quotidiano, durante il periodo di mobilitazione, non era mai stata interrotta ma aveva assunto un formato ridotto, segno della volontà di mantenere la continuità dell’informazione anche durante la protesta. Le parti hanno così trovato un punto di equilibrio temporaneo, fondato sull’ascolto reciproco e sulla volontà di rafforzare la qualità giornalistica del quotidiano economico, riconoscendo il valore delle proprie risorse interne come elemento centrale per il futuro del giornale.
Dal 1945 al 2025, il Giornale di Brescia festeggia 80 anni con una mostra nel centro storico

Il Giornale di Brescia compie ottant’anni e celebra il suo anniversario con una mostra che ripercorre la storia della città e della sua comunità. Fondato il 27 aprile 1945, all’indomani della fine della guerra, il quotidiano ha accompagnato la ricostruzione di Brescia dalle macerie del conflitto fino alla crescita economica e sociale di oggi. I festeggiamenti si sono aperti con la visita dei lettori alla sede del giornale in via Solferino e proseguono ora con l’esposizione “Il Giornale di Brescia nella storia. 1945-2025. Sguardi su Brescia e sull’Italia”, inaugurata a Palazzo Negroboni in piazza Paolo VI e visitabile gratuitamente fino al 16 novembre. Il percorso, curato dallo storico Roberto Chiarini e dalla professoressa Elena Pala, non vuole essere una celebrazione autoreferenziale, ma un racconto corale che unisce il giornale e i suoi lettori. “Abbiamo voluto raccontare il Giornale di Brescia, che è fatto dei suoi giornalisti, dei suoi tipografi e degli amministratori”, ha spiegato Pala. “E al tempo stesso abbiamo voluto raccontare la comunità dei lettori. Queste due anime diventano un’unica voce”. Il presidente di Editoriale Bresciana, Pierpaolo Camadini, ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa: “Con questa esposizione apriamo le porte di casa su ottant’anni di memoria, quella memoria che è di tutti noi: del Giornale di Brescia e dei suoi lettori”. Il progetto si articola in tre parole chiave: Leggere, Scrivere e Aiutare. Durante la serata inaugurale, numerosi interventi hanno evidenziato il valore del giornale come punto di riferimento in un’epoca di fake news e comunicazione frammentata. “Questa mostra è l’antitesi di ciò che sta accadendo nel mondo: siamo travolti da un’informazione invasiva, il ruolo di testate autorevoli come il GdB diventa dunque fondamentale”, ha dichiarato Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A. Le immagini esposte provengono dall’archivio storico del quotidiano, un patrimonio di copie cartacee e fotografie che documentano la trasformazione della provincia bresciana. Gabriele Colleoni, già vicedirettore del GdB, ha selezionato gli scatti che meglio raccontano l’evoluzione di una terra passata da agricola a industriale e oggi inserita in un contesto cosmopolita. “In ottant’anni siamo cresciuti più che negli otto secoli precedenti”, ha osservato lo storico Roberto Chiarini, sottolineando il salto demografico, urbanistico e sociale vissuto dal territorio. La rassegna resterà aperta dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 18, con apertura straordinaria fino alle 23 in occasione della Notte della Cultura di sabato 4 ottobre. (Credits foto: www.giornaledibrescia.it)
The Observer nomina Mike Duffy primo direttore commerciale

The Observer ha nominato il suo primo direttore commerciale sei mesi dopo la vendita dal Guardian a Tortoise Media. La scelta è caduta su Mike Duffy, manager con una lunga esperienza internazionale, che arriva dalla rivista Time, dove era vicepresidente e responsabile delle attività per Europa, Medio Oriente e Africa. Duffy avrà il compito di guidare la nuova strategia pubblicitaria e le partnership commerciali del giornale, rafforzando i rapporti con agenzie e marchi. L’operazione segna un passo importante perché l’Observer, che dal mese di aprile era in una fase di transizione, si prepara a diventare completamente indipendente dal team pubblicitario del Guardian. L’accordo di co-vendita della pubblicità tra i due giornali, attivo dalla cessione ad aprile, terminerà infatti il 10 ottobre. Duffy ha già ricoperto ruoli di primo piano in altre realtà editoriali: è stato direttore vendite per l’area EMEA di Forbes e direttore clienti globale al Financial Times. Presentando i suoi obiettivi, ha dichiarato: “Si tratta di un’opportunità unica per ricostruire The Observer come partner significativo per i marchi che desiderano pubblicizzare, riunirsi e raccontare la propria storia. La mia ambizione, insieme al team commerciale, è quella di costruire un’azienda grande quanto il marchio, che onori la straordinaria tradizione di The Observer e che al contempo dia forma a un nuovo, audace futuro”. Il nuovo direttore commerciale riporterà ai due co-amministratori delegati dell’Observer, Emma Sullivan e Richard Furness. A rafforzare il settore pubblicitario entrerà anche Nick Territt, ex direttore dei giornali del Times e del Sunday Times, chiamato a ricoprire il ruolo di direttore della pubblicità. In parallelo, l’Observer ha annunciato la nascita di uno studio creativo interno, chiamato Studio 1791, che lavorerà con i brand per sviluppare contenuti capaci di proporre “narrazioni potenti e affidabili che creino un legame profondo con il pubblico”.
A Milano la nuova Scuola di Giornalismo SEmi, con borsa di studio finale per giovani

Il 18 ottobre 2025 a Milano prenderà il via la Scuola di Giornalismo Internazionale SEmi, un progetto gratuito rivolto a studenti e giovani professionisti già in possesso delle basi del mestiere, che desiderano rafforzare le proprie competenze e sviluppare una prospettiva globale sul giornalismo. L’iniziativa nasce dall’Associazione della Stampa Estera di Milano, con l’obiettivo di rispondere a una crescente necessità di formare giornalisti capaci di raccontare il mondo in un contesto sempre più interconnesso. Il percorso si terrà nella sede dell’Associazione, in Via della Palla 1 a Milano, e si articolerà in otto moduli interdisciplinari distribuiti su otto settimane, ogni sabato dalle 10 alle 17. Le lezioni saranno tenute da giornalisti indipendenti e corrispondenti di testate internazionali, che condivideranno la loro esperienza diretta offrendo strumenti concreti di lavoro e un confronto con le dinamiche attuali dell’informazione globale. Grazie alla collaborazione con Fondazione Cariplo, al termine del corso verrà pubblicato un bando per una borsa di studio. Il premio sarà destinato alla migliore proposta di pitch editoriale tra quelle sviluppate dai partecipanti, con l’obiettivo di sostenere la crescita professionale dei giovani nel settore. La Scuola SEmi rappresenta così un’opportunità di formazione e di networking per chi intende intraprendere un percorso nel giornalismo internazionale, con l’accesso a un contesto unico di confronto, scambio di idee e crescita professionale. Le modalità di iscrizione e tutte le informazioni utili sono disponibili sul sito ufficiale: stampaestera.it/scuolagiornalismo.
Giudice respinge la causa di Trump da 85 pagine contro il New York Times

Un giudice federale della Florida ha respinto la causa per diffamazione presentata da Donald Trump contro il New York Times, definendola “impropria e inammissibile”. La decisione è arrivata dal giudice Steven Merryday, nominato nel 1991 dall’ex presidente George H.W. Bush, che ha criticato la denuncia per la sua eccessiva lunghezza e mancanza di chiarezza. Trump sosteneva che il quotidiano avesse danneggiato la sua reputazione come uomo d’affari e chiedeva un risarcimento di 15 miliardi di dollari. Secondo Merryday, il documento di 85 pagine preparato dai legali dell’ex presidente era “inutile e divagante”, con un’accusa formale introdotta solo alla pagina 80 e preceduta da decine di pagine che elogiavano Trump. Il giudice ha stabilito che i legali hanno violato “in modo inequivocabile e imperdonabile” le regole del tribunale, riempiendo la denuncia di contenuti “ripetitivi e superflui”. Ha inoltre sottolineato che un tribunale non deve essere usato come “megafono per le pubbliche relazioni o podio per comizi politici”. Merryday ha però concesso agli avvocati 28 giorni per presentare una nuova denuncia, purché non superi le 40 pagine. Al momento, la Casa Bianca non ha rilasciato commenti sulla vicenda, riportata anche dall’agenzia Bloomberg.
Verso ItalyPost: atteso nuovo giornale economico-finanziario

Il 14 gennaio 2026 è prevista l’uscita in edicola e online di ItalyPost, un nuovo quotidiano economico-finanziario che punta a diventare un punto di riferimento per imprese, imprenditori e piccole e medie aziende. Il giornale si concentrerà in particolare sul nuovo epicentro industriale italiano, che comprende Lombardia, Emilia-Romagna e le Tre Venezie, con un’attenzione speciale al tessuto produttivo del Nord e del Nord-Est. Il progetto è promosso dal gruppo Italy Post, fondato da Filiberto Zovico, già attivo nell’editoria, nella ricerca sulle imprese e nell’organizzazione di eventi attraverso Post Eventi, partecipata al 51% dall’editore Nem. L’iniziativa si inserisce in un percorso di crescita che ha visto Italy Post sviluppare ricerche annuali come quella sulle “aziende Champions” realizzata in collaborazione con l’Economia del Corriere della Sera e gestire tre siti d’informazione regionale – VeneziePost, LombardiaPost ed EmiliaPost – che saranno integrati nel nuovo quotidiano. La direzione editoriale sarà affidata allo stesso Zovico, affiancato da Maria Gaia Fusilli e Damiano Manfrin. Collaboreranno anche professionisti come Luca Pagni, ex giornalista di Repubblica, e Dario Di Vico, ex Corriere della Sera, insieme a una redazione di circa 30 giornalisti, tra cui firme già note come Stefano Feltri, Jacopo Giliberto, Alessandro Aresu, Marco Bentivogli e Stefano Agnoli. La sede principale sarà a Padova, scelta per sottolineare il legame con il cuore produttivo del NordEst. Sono previste inoltre una redazione a Milano e uffici di corrispondenza a Roma, Torino e Bruxelles. Il quotidiano offrirà approfondimenti su economia, finanza, transizione energetica, politica con un approccio “anglosassone, pragmatico e non ideologico”, oltre a contenuti culturali legati al mondo delle imprese. Non saranno presenti pagine di cronaca, mentre lo sport sarà trattato esclusivamente come fenomeno economico. Un elemento innovativo del progetto è l’inserimento de “L’Indice dei Libri del Mese”, mensile recentemente acquisito, che darà vita a un settimanale culturale allegato come inserto domenicale. Il business plan prevede un obiettivo di 4.000 copie di diffusione, un milione di euro di fatturato pubblicitario annuale e una crescita sostenibile entro due anni. Il formato sarà di 32 pagine, disponibili sia in versione cartacea sia come edizione digitale sfogliabile. Il modello economico punta su circa 2.000 abbonamenti da 300 euro ciascuno, riservati a imprese e imprenditori. La versione digitale sarà accessibile già dalla sera precedente rispetto all’uscita in edicola, che interesserà principalmente le grandi città del centro-nord Italia. Per garantire l’indipendenza editoriale, la raccolta pubblicitaria avrà un tetto massimo di 30.000 euro per singolo investitore. L’ufficialità dell’operazione è attesa il 25 settembre 2025, quando saranno diffusi ulteriori dettagli sul progetto.
Italpress e media cinesi uniscono le forze per speciali olimpici 2026 e nuovi progetti multimediali

Si è svolto nei giorni scorsi a Pechino, presso l’headquarters di CGTN (China Global Television Network), un incontro tra i vertici di CCTV+, CGTN e Italpress per definire l’ampliamento della collaborazione avviata con l’accordo siglato lo scorso maggio. Alla riunione hanno partecipato il fondatore e direttore di Italpress Gaspare Borsellino, il presidente di CGTN Corp. Gao Wei, la general manager di CCTV Video News Agency Li Xia, la responsabile vendite e marketing Hi Chuqiao, il vice responsabile vendite He Liyun, il responsabile sviluppo Europa e Medio Oriente Wang Yu e il business development specialist Europa Mingrui Zhang. Durante l’incontro, le parti hanno confermato la realizzazione di co-produzioni televisive e speciali multimediali che verranno diffusi sia in Italia sia in Cina. Tra i progetti principali rientrano i contenuti dedicati ai Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina 2026, in programma a febbraio 2026, che saranno parte integrante della strategia di rafforzamento della cooperazione tra le due agenzie. Li Xia, direttrice di CCTV+, ha espresso soddisfazione per la partnership con Italpress, ricordando che l’agenzia fornisce notizie video autorevoli a livello globale e collabora con 163 Paesi, 842 organizzazioni di media e oltre 5.335 stazioni televisive. Ha sottolineato inoltre che il 55° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Cina e Italia e le Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026 rappresentano un’opportunità d’oro per rafforzare la cooperazione tra i media dei due Paesi. Molto soddisfatto anche il direttore Gaspare Borsellino, definendo l’accordo con China Media Group un passo importante nel processo di internazionalizzazione di Italpress, che punta a una crescita globale e multimediale. Grazie all’intesa, l’agenzia potrà accedere a nuovi mercati, in particolare quello cinese, per la diffusione dei propri contenuti. Annuncia inoltre co-produzioni video da distribuire sulle piattaforme di entrambe le agenzie e una serie di Focus Speciali dedicati ai Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina 2026. Precisa infine che questo rappresenta solo l’inizio di un percorso di espansione in Asia e in altri mercati internazionali.