SFChronicle lancia California Weather Wonks, un canale meteo interattivo e gratuito

SFChronicle California Weather Wonks

Dal 2022, SFChronicle ha rivoluzionato il modo in cui affronta il meteo con un team di Weather Science dedicato a raccontare fenomeni estremi come tornado, tempeste di fuoco e piogge torrenziali. Questa squadra di esperti non solo fornisce aggiornamenti tempestivi, ma aiuta anche i cittadini a comprendere meglio le dinamiche atmosferiche attraverso analisi dettagliate e previsioni mirate. Ora, per rendere l’informazione ancora più accessibile, il Chronicle lancia un canale di testo chiamato California Weather Wonks, disponibile dal 24 gennaio. Il servizio, completamente gratuito, permetterà agli utenti di ricevere due volte a settimana approfondimenti, previsioni e curiosità direttamente da Anthony Edwards e Hannah Hagemann, meteorologi della redazione. L’iniziativa nasce dal desiderio di instaurare un contatto più diretto con il pubblico. I lettori potranno non solo ricevere aggiornamenti, ma anche interagire, inviando domande, foto e video relativi al meteo. La piattaforma offre la possibilità di chiedere chiarimenti su fenomeni atmosferici inaspettati, condividere immagini di formazioni nuvolose particolari o discutere dei microclimi della Bay Area. Secondo Jess Shaw, direttore del pubblico del Chronicle, questa iniziativa consentirà di vivere il meteo in modo più coinvolgente, offrendo agli utenti l’opportunità di ascoltare direttamente le analisi degli esperti e comprendere meglio i modelli atmosferici in evoluzione. Il canale consentirà di rispondere ai messaggi in modo personalizzato, promuovendo un dialogo continuo e dinamico.

Abbonamenti HuffPost: tre livelli per ogni esigenza

HuffPost app

HuffPost, una delle organizzazioni di notizie online più apprezzate al mondo, ha recentemente introdotto un innovativo programma di abbonamento a livelli pensato per migliorare l’esperienza dei suoi 60 milioni di lettori globali mensili. Questo programma – articolato in Silver, Gold e Platinum – offre un accesso esclusivo a contenuti premium e numerosi vantaggi riservati agli iscritti, evolvendosi dall’iniziativa di contributi volontari lanciata nel 2023. Tra i benefici proposti figurano esperienze senza pubblicità, accesso anticipato a nuove funzionalità e l’opportunità di partecipare a focus group esclusivi. Il piano Silver HuffPoster, disponibile a 5 dollari al mese, offre contenuti dedicati via e-mail e riduce le richieste di supporto finanziario. L’abbonamento Gold HuffPoster, a 10 dollari mensili, include tutti i vantaggi del livello Silver e rimuove completamente la pubblicità dal sito web e dall’app HuffPost. Per chi cerca un’esperienza ancora più esclusiva, il livello Platinum HuffPoster, al costo di 20 dollari al mese, include non solo i vantaggi dei livelli precedenti ma anche l’accesso anticipato alle nuove funzionalità, l’appartenenza al Platinum Club e una tote bag HuffPost gratuita per gli abbonamenti annuali. Secondo Kate Palmer, Executive Editor di HuffPost, il programma mira a fornire ai lettori un modo concreto per sostenere il giornalismo libero e pluripremiato in un contesto in cui la stampa indipendente affronta sfide crescenti. Allo stesso tempo, gli iscritti possono beneficiare di un’esperienza di lettura migliorata e di vantaggi personalizzati. HuffPost, rinomato per il suo giornalismo originale che spazia dalla politica allo stile di vita, continua a guidare il settore con una media di 60 milioni di lettori globali al mese e una lunga lista di riconoscimenti, tra cui il Premio Pulitzer e il National Magazine Award. Per unirsi alla comunità di sostenitori e scoprire tutti i vantaggi offerti, basta visitare il sito huffpost.com/membership.

Report a rischio: la squadra di Ranucci perde la sua libertà

Sigfrido Ranucci (Report)

La trasmissione d’inchiesta Report rischia di perdere la propria autonomia, a causa di una recente circolare che stabilisce nuovi criteri di controllo editoriale per i programmi Rai. La decisione è stata presa dall’amministratore delegato Gianpaolo Rossi, espressione dell’attuale governo, che ha richiesto una verifica sulla cosiddetta “segregazione dei poteri” per garantire che ogni programma sia supervisionato da una figura esterna alla produzione. Tale misura è stata giustificata con l’esigenza di rispettare i principi del servizio pubblico, ma l’intervento colpisce direttamente il conduttore Sigfrido Ranucci, che ricopre anche il ruolo di vicedirettore degli Approfondimenti, creando un apparente conflitto d’interessi secondo l’Internal Audit. La circolare prevede che ogni programma venga gestito da una struttura editoriale distinta, eliminando la possibilità che un conduttore ne detenga la gestione editoriale. La misura è stata interpretata da molti come un attacco diretto a Report, uno dei pochi spazi di giornalismo investigativo rimasti in Rai, e ha sollevato forti critiche. L’Usigrai, sindacato interno della Rai, ha denunciato l’iniziativa come un tentativo di mettere sotto controllo l’informazione pubblica, minando la libertà giornalistica. Anche esponenti politici come Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli hanno espresso preoccupazione, sottolineando come Report abbia recentemente portato alla luce importanti questioni di interesse pubblico, come l’inchiesta sulla società Visibilia legata alla ministra Santanchè. Per loro, questa riorganizzazione appare come un chiaro attacco all’autonomia della trasmissione e alla libertà d’informazione, chiedendo chiarimenti in Commissione di Vigilanza. (In foto, il giornalista Sigfrido Ranucci nello studio della trasmissione di Rai3 Report)

Internazionale abbandona X dal 23 gennaio 2025: le ragioni della decisione nell’editoriale di De Mauro

Elon Musk

Nell’era dei social network e delle rivoluzioni tecnologiche, la disinformazione è diventata una potente arma di controllo sociale. La scrittrice e attivista Djarah Kan denuncia apertamente questa deriva, puntando il dito contro figure come Elon Musk, il miliardario sudafricano che, secondo Kan, incarna un delirio di onnipotenza capace di minacciare i progressi sociali e civili ottenuti con secoli di lotte. Musk, con le sue promesse di colonizzazione di Marte, macchine volanti e tecnologie invasive come l’internet nel cervello, è visto come il simbolo di un’élite tecnologica pronta a sacrificare i diritti fondamentali sull’altare del profitto e del controllo. Questa riflessione non arriva solo da Kan, ma è stata ripresa dal direttore Giovanni De Mauro nell’editoriale del numero 1598 di Internazionale, a pagina 3. De Mauro sottolinea come i social media, gestiti da pochi miliardari, siano diventati strumenti che minano la democrazia e alimentano una pericolosa deriva autoritaria. La disinformazione non è più un problema isolato o relegato agli analfabeti funzionali, ma una strategia deliberata utilizzata da governi autoritari e partiti di destra per manipolare l’opinione pubblica, destabilizzare governi democratici e influenzare le scelte elettorali delle masse. Un caso emblematico di questa situazione è rappresentato dalla piattaforma X (ex Twitter), di proprietà di Musk. Un tempo luogo di confronto e circolazione di informazioni, oggi X è diventata uno spazio ostile, dominato dalla polarizzazione e dalla manipolazione di massa. Di fronte a questa situazione, molte testate giornalistiche europee hanno deciso di abbandonare la piattaforma. Tra queste, Le Monde, The Guardian, La Vanguardia, e, più recentemente, anche Internazionale. La scelta di chiudere gli account su X (dal 23 gennaio 2025) è un gesto simbolico ma significativo, che evidenzia come queste piattaforme siano sempre più incompatibili con i principi di trasparenza e democrazia. De Mauro, riprendendo le parole di Kan, sottolinea l’urgenza di affrontare questa deriva. Continuare a ignorare il problema equivale a consegnare il potere decisionale a una ristretta élite, che usa la disinformazione per consolidare il proprio controllo. La democrazia, fragile e complessa, non può sopravvivere in un sistema che tollera la diffusione incontrollata di fake news e manipolazioni. La disinformazione, oggi, rappresenta il fondamento di una nuova dittatura tecnologica, mascherata da progresso e innovazione. (In copertina, Elon Musk nella Capitol One Arena a Washington, il 20 gennaio 2025)

CNHI impone congedi non retribuiti a 46 dipendenti

CNHI LLC

Il rientro dalle vacanze si è trasformato in un’amara sorpresa per decine di dipendenti della CNHI, azienda editoriale statunitense che gestisce 77 giornali locali. A 46 dipendenti, pari al 3% della forza lavoro, è stato imposto un congedo obbligatorio non retribuito di quattro settimane. La misura, secondo quanto dichiarato dall’azienda, è stata presa per affrontare un contesto economico difficile e un quarto trimestre deludente, solitamente trainato dalle entrate pubblicitarie natalizie. La CNHI, con sede a Montgomery, Alabama, è un’azienda specializzata in testate di piccole dimensioni, con una tiratura media di 10.000 copie. Appartiene al piano pensionistico Retirement Systems of Alabama e negli ultimi anni ha cercato di adattarsi alle sfide di un settore in crisi. Tuttavia, le difficoltà economiche del mercato e l’eventuale aumento dei costi della carta da giornale, derivante da una possibile guerra tariffaria con il Canada, minacciano ulteriormente i già fragili equilibri finanziari. L’assenza di comunicazioni trasparenti da parte della dirigenza ha generato ansia tra i dipendenti, molti dei quali temono che i congedi temporanei possano preludere a licenziamenti permanenti. Alcuni lavoratori hanno espresso delusione per la mancanza di preavviso e il silenzio dell’azienda sulle prospettive future. Sebbene CNHI abbia mantenuto un basso profilo, le sue operazioni sono state caratterizzate da continui cambiamenti. Nel 2024 ha venduto dieci giornali, segnale di una strategia volta a snellire le attività e ridurre i costi. Nonostante queste difficoltà, l’azienda rimane un punto di riferimento per l’informazione locale in molte comunità degli Stati Uniti. Dean Ridings, CEO di America’s Newspapers, ritiene che regolamentazioni più flessibili aiuterebbero il settore, ma prevede un 2025 difficile, aggravato da possibili tariffe sulla carta canadese.

Jim Yardley promosso a vicedirettore editoriale del Times

Jim Yardley NYTimes

Jim Yardley è stato promosso a vicedirettore editoriale del Times, assumendo la supervisione delle attività aziendali e delle inchieste giornalistiche. La sua carriera brillante lo ha visto emergere come una figura di riferimento nel mondo del giornalismo, contribuendo in modo determinante al successo di numerosi progetti editoriali e collaborando con diversi team per promuovere l’eccellenza. Nel corso degli anni, Yardley ha dimostrato una dedizione straordinaria nel raccontare storie di grande impatto, come la crisi in Medio Oriente, i traumi cerebrali nei veterani, l’emergenza delle falde acquifere americane, l’aumento dei tassi di omicidio durante il Covid e il tentato assassinio di Donald Trump. Questi servizi rappresentano solo una parte del contributo significativo che ha offerto alla redazione. Entrato al Times nel 1997, Yardley ha lavorato come reporter per le redazioni Metro e National, prima di diventare corrispondente internazionale. Ha trascorso 13 anni in paesi come Italia, India e Cina, vincendo un Premio Pulitzer per un’inchiesta sugli abusi nel sistema legale cinese. Nel 2016, come redattore per l’Europa, ha giocato un ruolo chiave nella copertura di eventi globali come la Brexit, la pandemia di Covid-19 e l’inizio della guerra in Ucraina. Ha anche contribuito all’espansione della redazione di Londra, rendendola la seconda più grande operazione giornalistica del Times. Nel suo nuovo ruolo, Yardley recluterà un team di redattori di alto livello e continuerà a garantire che il reporting aziendale del Times mantenga gli standard più elevati, arricchendo i contenuti in diversi formati e rafforzando le iniziative di leadership.

Il New York Times lancia rubriche sulla salute mentale

NYTimes

La sezione Well del New York Times ha introdotto due nuove rubriche che mirano a fornire ai lettori strumenti utili per comprendere e migliorare la salute mentale e il benessere emotivo. Lo riporta Editor&Publisher. L’attenzione è dedicata all’importanza delle relazioni e su come queste possano influenzare la salute psicologica. Il 16 gennaio, la terapeuta Lori Gottlieb, autrice del bestseller “Forse dovresti parlare con qualcuno“, inizierà a scrivere una nuova rubrica di consigli terapeutici dal titolo “Chiedi al terapeuta”. Con cadenza bi-settimanale, Lori offrirà una guida empatica e pratica, rispondendo alle domande dei lettori su esperienze di vita difficili e fornendo loro una prospettiva terapeutica per affrontarle. Oltre alla sua pratica clinica, Lori è anche la co-conduttrice del noto podcast “Dear Therapists” e ha scritto per The Atlantic. È un’esperta ricercata, apparsa in numerosi programmi televisivi come “Today”, “The Daily Show” e “Good Morning America”. Il suo famoso TED Talk del 2019 è stato uno dei più visti dell’anno. Inoltre, il 9 gennaio, Well ha lanciato anche la rubrica “Psych 101”, scritta dalla premiata reporter di salute mentale Christina Caron. Questa rubrica mensile si concentra sul fornire spiegazioni chiare dei termini più utilizzati in ambito psicologico e delle diagnosi psicologiche. Inoltre, offre preziose informazioni fornite da esperti fidati del settore, per aiutare i lettori a comprendere meglio i complessi temi legati alla salute mentale. I lettori interessati possono inviare le loro domande a Lori all’indirizzo askthetherapist@nytimes.com o suggerire temi a Christina a psych101@nytimes.com.

Il Post, Costa direttore. Morning passa a Nicola Ghittoni

Francesco Costa

Dal prossimo 19 aprile 2024, il Post segnerà una nuova fase della sua storia. Dopo quindici anni come direttore responsabile, Luca Sofri assumerà il ruolo di direttore editoriale, concentrandosi sui progetti strategici e sulla crescita del giornale. La guida quotidiana della redazione passerà invece a Francesco Costa, che diventerà il nuovo direttore responsabile. Il cambiamento al Post non rappresenta una rottura, ma una naturale evoluzione. Sofri, a 60 anni, assume il ruolo di direttore editoriale per meglio definire i compiti e rispondere alle esigenze del giornale. Continuerà a collaborare con Francesco Costa, Elena Zacchetti e tutta la redazione, condividendo idee, progetti e decisioni strategiche. Francesco Costa esprime gratitudine verso Luca Sofri per i 15 anni di collaborazione al Post, evidenziando il valore del percorso condiviso e la continuità del loro rapporto lavorativo. Sottolinea l’importanza del momento, ritenendolo ideale per assumere il ruolo di direttore, grazie al lavoro della redazione e al sostegno crescente della comunità di abbonati. Costa promette maggiore ambizione nel raccontare il mondo e rendere il Post più utile e interessante, coinvolgendo tutti nel progetto. Uno degli aspetti più significativi di questo cambiamento sarà la transizione del celebre podcast Morning. Dopo quasi quattro anni e 899 episodi, Costa lascerà la conduzione a Nicola Ghittoni, giornalista noto per il suo lavoro alla rassegna stampa mattutina di SkyTG24. Ghittoni inizierà a occuparsi di Morning dal 10 febbraio 2024, portando la sua esperienza e la sua sensibilità al progetto. Costa, invece, sta già lavorando a un nuovo podcast settimanale di approfondimento che sarà disponibile in primavera per gli abbonati al Post. Per i lettori e gli abbonati, il passaggio di consegne non comporterà stravolgimenti. Il Post continuerà a operare nel segno della sua identità: chiarezza, precisione e utilità. La sintonia tra Sofri, Costa, Zacchetti e il resto della redazione, che ha caratterizzato i primi quindici anni del giornale, garantirà una continuità nel lavoro e nello stile. Questo cambiamento arriva in un momento significativo per il Post, che si appresta a celebrare il suo quindicesimo anniversario. Fondato nel 2010 con l’obiettivo di offrire un’informazione accurata e innovativa, il Post è diventato un punto di riferimento per la qualità e la profondità delle sue analisi. Con Sofri che assume un ruolo più strategico, Costa come guida operativa e Zacchetti come vicedirettrice responsabile, il Post guarda al futuro con ambizione. I prossimi passi includono il consolidamento del giornale come punto di riferimento per i lettori italiani, l’espansione dell’offerta di contenuti e un focus sempre maggiore sull’impatto del proprio lavoro. (In foto, Francesco Costa)

Paolo Condò arriva al Corriere della Sera come firma sportiva

Paolo Condò

“Un numero 10, firma sportiva, entra a far parte della squadra del Corriere della Sera. Giocherà ovviamente a tutto campo, intervenendo sul sito del Corriere e naturalmente in pagina sull’edizione cartacea e digitale”. Con queste parole, Daniele Dallera, responsabile Sport del Corriere della Sera, annuncia l’arrivo di Paolo Condò, una delle penne più prestigiose del giornalismo sportivo italiano, alla redazione del quotidiano milanese. Condò, noto per la sua competenza, eleganza e capacità di raccontare il mondo dello sport con profondità e originalità, dal 2020 era una firma di punta di Repubblica. Prima ancora, ha trascorso anni come collaboratore della Gazzetta dello Sport, e attualmente è anche un apprezzato opinionista televisivo per Sky Sport. “Un’attrazione quasi fatale tra Paolo e il Corriere della Sera, primo giornale in Italia su ogni fronte e campo di gara”, scrive Dallera nel suo editoriale di presentazione. Dal lunedì al venerdì, Paolo firmerà ogni giorno un intervento: video commenti, editoriali, opinioni o spunti ispirati dalla sua vasta esperienza e dalla sua innata creatività. Uno degli elementi centrali del suo nuovo percorso sarà una videorubrica quotidiana intitolata “Un centimetro alla volta”, che prende ispirazione dal celebre monologo di Al Pacino in “Ogni maledetta domenica”. In quel discorso, l’attore, nei panni di un coach di football americano, tratteggia la strada verso la vittoria con un appassionato richiamo alla determinazione, al lavoro di squadra e alla capacità di cogliere ogni piccola opportunità. Condò trasformerà questa metafora in un appuntamento imperdibile per lettori e spettatori del Corriere. L’arrivo di Paolo Condò al Corriere della Sera segna un gol decisivo nel panorama giornalistico italiano. “Inizia l’anno con un pezzo elegante, come quelli che solo i numeri 10 sanno fare”, conclude Dallera. Un elogio che ricorda lo stile di Gianluca Vialli, grande amico di Condò e simbolo di quella classe che ora il giornalista porterà sulle pagine e sugli schermi del Corriere.

Crollano gli ascolti dei Tg: calano tutti, tranne TgLa7

TgLa7

Un tempo indiscusso punto di riferimento per l’informazione, i telegiornali italiani stanno vivendo una stagione nera. Il pubblico fugge, gli ascolti crollano e la centralità che i notiziari occupavano nell’agenda mediatica sembra svanire. Secondo i dati Auditel analizzati dallo Studio Frasi, nel 2024 quasi tutte le principali testate registrano perdite significative. È una crisi trasversale, che colpisce sia la Rai sia Mediaset, con un’unica eccezione: il Tg La7 di Enrico Mentana, che continua a crescere. In casa Rai, il Tg1 conserva la leadership con uno share medio del 23,56%, ma perde 163.414 spettatori rispetto al 2023 (-3,79%). La gestione editoriale, voluta ai piani alti, non sembra pagare: la narrazione monocorde e una scaletta incentrata su cronaca nera e spettacolo allontanano il pubblico. Peggio fa il Tg2, diretto da Antonio Preziosi, che subisce un tracollo del 8,88% (-96.782 spettatori), consolidando la propria crisi. Il Tg3, pur risentendo del calo complessivo della terza rete, si difende con una perdita minima dello 0,44%, pari a soli 7.522 spettatori. A differenza delle altre testate, la Testata Regionale registra un segno positivo, crescendo dello 0,78%. Nemmeno Mediaset può dirsi immune. Il Tg5, al secondo posto con uno share del 19,54%, perde 86.099 spettatori (-2,42%), mentre il Tg4 lascia sul campo il 4,44% (-24.756 spettatori) e Studio Aperto il 3,52% (-18.014 spettatori). In questo scenario di crisi, spicca il successo del Tg La7, che con l’edizione serale diretta da Mentana cresce del 18,64%, guadagnando 191.810 spettatori. “Una crescita che tuttavia va inserita nell’ottima performance della rete: se La7 aumenta il pubblico, ne beneficia anche il suo telegiornale”, spiega Massimo Scaglioni, docente di Economia dei Media all’Università Cattolica di Milano. La crescita, tuttavia, non basta a nascondere un problema più ampio: l’erosione dell’audience televisiva, causata dallo spostamento delle nuove generazioni verso piattaforme digitali. Smartphone, tablet e pc sono ormai i dispositivi preferiti per informarsi, a discapito della TV tradizionale. Dal 30 dicembre, per adattarsi a questo cambiamento, Auditel introdurrà un nuovo sistema di rilevazione chiamato “total audience”. Questa metodologia misurerà non solo i programmi trasmessi in TV, ma anche quelli disponibili sui dispositivi connessi a Internet, offrendo un quadro più completo delle abitudini del pubblico. Francesco Siliato, analista dello Studio Frasi, individua nelle scelte editoriali uno dei fattori chiave del calo dei Tg Rai. Ritiene che il racconto monotematico delle guerre, poco pluralista e carente di approfondimenti, unito alla presenza eccessiva di cronaca nera, allontani gli spettatori. Questo trend negativo non risparmia nemmeno i canali all news. Rainews24 si ferma allo 0,52% di share (-17,9%), mentre Tgcom24 e SkyTg24 si attestano rispettivamente allo 0,5% e allo 0,33%.