Pratica bloccata all’Inail: Rai supporta Di Mare

Roberto Sergio, attuale ad della Rai, e Giampaolo Rossi, direttore generale, hanno dichiarato di essere venuti a conoscenza della malattia di Franco Di Mare solo ieri sera (il 28 aprile 2024, ndr) e si sono impegnati a fornirgli tutto il supporto possibile. La ricostruzione della vicenda indica che Salini potrebbe essere stato a conoscenza della situazione prima di lasciare l’incarico, mentre Fuortes sembra aver gestito la questione tramite gli uffici competenti. Roberto Sergio e Giampaolo Rossi sono ora responsabili della ricostruzione degli eventi relativi alla controversia di Di Mare. Sebbene siano al lavoro per risolvere la questione e si siano dichiarati pienamente disponibili, l’inchiesta preliminare indica che la pratica di Di Mare è ora bloccata all’Inail, l’ente che deve certificare il legame tra le sue trasferte e la malattia. La richiesta di transazione avviata dai suoi legali è stata temporaneamente sospesa dall’azienda in attesa di questa certificazione, essenziale per evitare possibili rischi di danno erariale.

Franco Di Mare: battaglia contro tumore e silenzio Rai

“Mi sono preso il mesotelioma, un tumore molto cattivo”. E’ quanto dice a “Che tempo che fa” il giornalista Franco Di Mare, spiegando che la malattia è “legata alla presenza di amianto nell’aria e si prende tramite la respirazione di parcelle di amianto, senza rendersene conto”. “Questo tubicino che mi corre sul viso è un tubicino legato a un respiratore automatico e mi permette di respirare in modo forzato, ma mi permette di essere qui a raccontare, a parlare con te” spiega, condividendo il suo dramma con gli spettatori di Fabio Fazio. Tuttavia, l’intervista con Fazio si chiude con un una polemica fortissima, che farà discutere nei prossimi giorni. Di Mare afferma che dopo la diagnosi della malattia, dalla Rai “si sono dileguati”. “Tutta la Rai, dirigenti passati e presenti” afferma il giornalista, “ci saranno motivi sindacali o legali. Volevo lo stato di servizio, per sapere i posti in cui sono stato” e capire dove possa essere stato esposto all’amianto. “Sono spariti tutti”, afferma Di Mare che lamenta “l’assenza sul piano umano… Dirigenti a cui davo del tu si sono fatti negare al telefono. È ripugnante“.  

Sciopero al Giornale Radio Rai: giornalisti in protesta

Oggi, 27 aprile 2024, i giornalisti del Giornale Radio Rai hanno dichiarato sciopero per protestare contro “contro il progetto aziendale di scorporare due componenti fondamentali della redazione, la redazione sportiva e quella di Gr Parlamento, per integrarle rispettivamente a RaiSport e Rai Parlamento, senza tenere conto dell’unicità di Radio Uno e della sua storia. Proprio mentre si celebra il centenario della Radio, si progetta di impoverirla, togliendole componenti fondamentali del palinsesto”, ricorda l’Usigrai, che ha denunciato il tentativo di impoverire Radio Uno e ridurla a un mero strumento del governo. Questa è la seconda mobilitazione nel giro di un mese, poiché i giornalisti chiedono un piano industriale che preservi l’identità e l’autonomia dell’informazione pubblica.

Diversity Media Report 2024: analisi dei media italiani nel 2024

Il 2023 ha visto un significativo aumento dell’attenzione mediatica sulle questioni legate alla diversità in Italia, ma l’analisi del ‘Diversity Media Report 2024’ svela che, nonostante questo incremento, la rappresentazione rimane spesso confinata a contesti emergenziali, criminali o problematici. Il rapporto annuale, condotto dalla Fondazione Diversity e presentato a Palazzo Marino, traccia un quadro della presenza delle diversità nei media italiani di informazione e intrattenimento. Secondo i dati raccolti in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia, c’è ancora una carenza significativa di spazio dedicato alle persone di categorie sottorappresentate nei servizi riguardanti questioni sociali, diritti e nelle “soft news” che trattano di costume e società. In particolare, disabilità, comunità LGBT+ e aspetto fisico sono le grandi assenti nei telegiornali, mentre nei programmi di intrattenimento la narrazione spesso si risolve in toni paternalistici o sensazionalistici. Tuttavia, la ricerca indica segnali di cambiamento positivi in alcune forme di media, come cinema, serie per giovani, podcast, programmi radiofonici e contenuti digitali. Le serie televisive straniere sono state elogiate come esempi di rappresentazione inclusiva. Come consuetudine, i programmi e i prodotti mediatici rilevanti evidenziati dalla ricerca entreranno in nomination per i Diversity Media Awards 2024. Questo evento benefico, condotto da Francesca Michielin e Ema Stokholma, si svolgerà il 28 maggio presso il Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano e sarà trasmesso su Rai1 il 28 giugno in seconda serata. Tra i film italiani nominati come migliori ci sono ‘C’è ancora domani’ di Paola Cortellesi, ‘Io Capitano’, ‘L’ultima volta che siamo stati bambini’ di Claudio Bisio, ‘Mi fanno male i capelli’ di Roberta Torre, ‘Nata per te’ di Fabio Mollo e ‘Stranizza d’amuri’ di Giuseppe Fiorello. Mentre tra le serie tv italiane in nomination troviamo Gigolò per caso, La legge di Lidia Poët, Love Club e Questo mondo non mi renderà cattivo. Tra i candidati al titolo di “personaggio dell’anno” spiccano nomi come Amalia Ercoli Finzi, pioniera italiana nell’ingegneria aeronautica, Chiara Bordi, giovane attrice nota per le sue interpretazioni in serie come Prisma e I fantastici cinque, il rapper italo-tunisino Ghali, Jakub Jankto, uno dei pochi calciatori ad aver fatto coming out rispetto al proprio orientamento sessuale, e infine Luciana Littizzetto e Paola Cortellesi, iconici volti della cultura e dell’intrattenimento italiani.  

Rai e Unirai-Figec-Cisal: nuova voce sindacale

La Rai ha siglato un accordo storico con Unirai-Figec-Cisal, il nuovo sindacato dei giornalisti nato il 16 dicembre. Il protocollo di relazioni industriali e sindacali conferisce alla nuova sigla una rappresentatività significativa tra i giornalisti Rai, portando a due il numero di sindacati riconosciuti dall’Azienda. Unirai, nato solo quattro mesi fa, ottiene il riconoscimento formale come sindacato rappresentativo dei giornalisti Rai. Il protocollo è stato firmato tra l’azienda, rappresentata dall’amministratore delegato Roberto Sergio e dal direttore generale Giampaolo Rossi, e il nuovo sindacato, dipartimento autonomo della Figec Cisal. “Per noi – afferma Francesco Palese, segretario di Unirai – si tratta di un fondamentale passaggio che rappresenta un nuovo punto di partenza. Abbiamo chiesto l’impegno da parte dell’azienda ad aprire, nell’immediato, la trattativa per il rinnovo del contratto integrativo, scaduto da molti anni. La presenza di un nuovo interlocutore riconosciuto – continua Palese – rappresenta una buona notizia per il sindacato. Il pluralismo di voci può solo far bene a tutti.”. “Il protocollo Rai-Unirai Figec Cisal rappresenta un ulteriore traguardo storico per il pluralismo sindacale nella categoria dei giornalisti”, evidenziano il segretario generale Carlo Parisi, il presidente Lorenzo Del Boca e il delegato agli affari giuridici e legislativi della Figec Cisal Pierluigi Roesler Franz. “Il dipartimento Unirai – aggiungono – è stato istituito nello spirito con cui, il 28 luglio 2022, è stato fondato un sindacato “per” e non “contro” con il semplice obiettivo di offrire una casa a quanti non si riconoscono nel pensiero unico”.

Giornalisti Rai: servizio pubblico o megafono del Governo?

Al termine dei telegiornali della Rai – Tg1, Tg2 e Tg3 – i giornalisti hanno letto in diretta il comunicato di Usigrai (il sindacato dei giornalisti della tv di Stato) contro il via libera della Commissione di Vigilanza alla norma che consente ai rappresentanti del governo di parlare nei talk-show senza vincoli di tempo e senza contraddittorio. Ecco cosa recita il comunicato Usigrai: “La maggioranza di governo ha deciso di trasformare la Rai nel proprio megafono. Lo ha fatto attraverso la Commissione di Vigilanza che ha approvato una norma che consente ai rappresentanti del governo di parlare nei talk senza vincoli di tempo e senza contraddittorio. Non solo, Rainews24 potrà trasmettere integralmente i comizi politici, senza alcuna mediazione giornalistica, preceduti solamente da una sigla. Questa non è la nostra idea di servizio pubblico, dove al centro c’è il lavoro delle giornaliste e dei giornalisti che fanno domande (anche scomode) verificano quanto viene detto, fanno notare incongruenze. Per questo gentili telespettatori vi informiamo che siamo pronti a mobilitarci per garantire a voi un’informazione indipendente, equilibrata e plurale”.

Agenzia Dire: secondo sciopero per diritti e giustizia salariale

Le giornaliste e i giornalisti dell’agenzia di stampa Dire confermano la seconda giornata di sciopero per la giornata odierna, giovedì 11 aprile, che segue quella dello scorso 3 aprile, “alla luce della reiterata posizione di chiusura, da parte dell’azienda, rispetto alla richiesta di sanare in maniera definitiva la questione dei 17 giornalisti sospesi la notte di Capodanno. Si realizza così il secondo giorno di sciopero di un pacchetto di 5 affidati dall’Assemblea al Cdr”. È quanto si legge in una nota rilanciata anche sul sito web dell’Associazione Stampa Romana. “Con questa mobilitazione – proseguono i giornalisti – si torna a chiedere con urgenza che la Com.e, l’azienda editoriale proprietaria dell’agenzia Dire, paghi per intero gli stipendi del mese di gennaio anche ai colleghi che sono stati sospesi dal servizio dall’1 al 26 gennaio scorso, oltre a ribadire la domanda di reintegro di tutti i colleghi licenziati con il piano di esuberi di fine dicembre”.

Rai: possibili cambiamenti per sciopero sindacale

La Rai, ai sensi dell’art. 2, comma 6, della legge n. 146/1990, come modificata dalla legge n. 83/2000, comunica che alcune sigle sindacali hanno aderito allo sciopero generale proclamato per l’11 aprile. Di conseguenza, la normale programmazione potrebbe subire alcune modifiche. È quanto riporta Adnkronos.

Massimo Razzi direttore del Quotidiano del Sud

Massimo Razzi è stato eletto come direttore responsabile del Quotidiano del Sud. La notizia, riportata dall’Ansa, è stata accolta con entusiasmo nella redazione del giornale, con una presentazione ufficiale avvenuta nella sede centrale di Castrolibero, alla presenza dei vertici della società editrice “Edizioni Proposta Sud”, del corpo redazionale e dei collaboratori. Accanto a Razzi, è stato presentato Giuseppe Smorto, che assumerà il ruolo di consulente editoriale per le edizioni locali. Entrambi vantano una solida esperienza professionale, soprattutto nell’ambito di “Repubblica”. La riorganizzazione interna vede anche il passaggio di testimone da Rocco Valenti, già direttore responsabile, a condirettore dell’edizione calabrese del giornale. Per l’edizione lucana, il ruolo di codirettore rimarrà affidato a Roberto Marino. Durante la presentazione, alla quale hanno presenziato l’amministratore delegato delle “Edizioni Proposta Sud”, Stefano D’Ignazio, e il componente del Cdr Michele Albanese, Razzi ha delineato il nuovo piano editoriale. Quest’ultimo si concentra su un potenziamento dell’edizione web del quotidiano e su una migliore ottimizzazione delle risorse per garantire una qualità superiore del prodotto destinato ai lettori, consapevole dei mutamenti sociali in atto. Il piano editoriale proposto da Razzi ha ricevuto un’amplia approvazione, con solo due astensioni, a conferma della fiducia riposta nella sua visione strategica e nell’impegno per un giornalismo di qualità. Con Razzi alla guida, il Quotidiano del Sud si prospetta un futuro ricco di nuovi sviluppi e una maggiore rilevanza nel panorama mediatico nazionale.

L’Ordine dei Giornalisti alla ricerca del nuovo Direttore Generale

L’Ordine dei Giornalisti d’Italia ha annunciato la ricerca del suo prossimo Direttore Generale, aprendo le porte a candidature qualificate per guidare l’istituzione nei prossimi cinque anni. L’avviso pubblico, diffuso attraverso il sito ufficiale dell’Ordine, indica che le candidature saranno accettate a partire dal 5 aprile fino alla mezzanotte del 17 aprile 2024. Il contratto proposto avrà una durata di cinque anni e il candidato selezionato sarà collocato come Dirigente di prima fascia. L’Ordine dei Giornalisti cerca individui con una comprovata esperienza professionale, sia nel settore pubblico che privato, preferibilmente con almeno cinque anni di esperienza in posizioni dirigenziali. Si darà particolare attenzione a coloro che possono vantare una specializzazione professionale, culturale e scientifica derivante da percorsi accademici, pubblicazioni scientifiche o esperienze di lavoro significative. Tra i requisiti fondamentali figura l’elevata conoscenza di almeno una lingua straniera, con preferenza per l’inglese, essenziale in un contesto internazionale come quello dell’Unione Europea. Il ruolo del Direttore Generale dell’Ordine dei Giornalisti è ampio e coinvolge una serie di responsabilità cruciali. Queste includono aspetti economici, relazionali e la partecipazione attiva alle sedute del Comitato esecutivo e del Consiglio Nazionale. Il Direttore Generale sarà chiamato a formulare proposte e ad esprimere pareri agli organi decisionali, supportando la definizione delle politiche e delle strategie dell’Ordine. Avrà inoltre la responsabilità della gestione diretta e del coordinamento complessivo degli uffici, delle risorse umane, finanziarie e strumentali assegnate, oltre alla supervisione della formazione e all’individuazione delle priorità degli obiettivi degli uffici.