RaiNews24, i giornalisti lanciano referendum per l’autonomia

Recenti polemiche sono sorte riguardo alla copertura dei risultati elettorali in Francia da parte di RaiNews24. La reazione dei giornalisti non si è fatta attendere. In poche ore, è partita una raccolta firme per un referendum sull’autonomia della redazione, un modo per esprimere solidarietà al Cdr e ribadire il diritto alla critica interna. A metà giornata, più di 140 giornalisti su un totale di 220 hanno aderito al referendum, escludendo deliberatamente i vicedirettori e i membri del sindacato di destra Unirai per evitare possibili imbarazzi. Paolo Petrecca, direttore del canale all news, ha presentato una segnalazione all’Ordine dei giornalisti del Lazio. Questa iniziativa è stata confermata dal Consiglio dell’Odg della regione, che ha espresso solidarietà al Comitato di redazione di RaiNews24. Il caso sarà esaminato dal Collegio di Disciplina. In una nota ufficiale, l’Odg del Lazio ha sottolineato che il Cdr di RaiNews24, come tutte le altre rappresentanze sindacali aziendali, ha il diritto e il dovere di criticare la direzione nell’ambito di una normale dialettica interna. Il Consiglio ha anche espresso preoccupazione per le tensioni tra colleghi e ha auspicato una soluzione interna all’azienda, riconoscendo che le divergenze di vedute sono naturali e fisiologiche. Vittorio di Trapani della FNSI critica il tentativo di limitare il dissenso sindacale con esposti, definendolo inquietante. Ha anche criticato la gestione delle sanzioni nella Rai, notando che queste penalizzano principalmente chi non si allinea. Il caso sarà discusso dalla Commissione di Vigilanza Rai, presieduta da Barbara Floridia, che ha annunciato una riunione per affrontare questo e altri problemi riguardanti la Rai. Floridia ha sottolineato che le dimissioni della vicedirettrice Ida Baldi sollevano questioni su responsabilità più alte, criticando la scarsa copertura data dalla Rai agli eventi globali come le elezioni francesi rispetto alle emittenti private. Paolo Petrecca è noto per il suo impegno prioritario verso la causa politica, gli amici e i parenti. Durante una riunione di redazione recente, ha segnalato di aver ricevuto una chiamata da Sangiuliano, lamentandosi del tono delle domande dei cronisti della Tgr e esortando la redazione a “modificare il registro”. Questo gesto è stato interpretato come un ulteriore segno di sottomissione agli interessi politici predominanti, dove le notizie possono essere influenzate o censurate a seconda delle preferenze. Giornalisti come Enrica Agostini hanno testimoniato di pressioni costanti per adattare i loro reportage su RaiNews24, un ambito in cui Petrecca sembra favorire il governo. Le decisioni editoriali di Petrecca hanno suscitato polemiche: ha ritardato la divulgazione della notizia del Frecciarossa fermo per decisione del ministro Lollobrigida, contrariamente ad altre testate che hanno agito immediatamente dopo la protesta del Comitato di Redazione. Ha gestito in modo controverso i fuorionda di Andrea Giambruno e la copertura dell’accusa di stupro contro il figlio di Ignazio La Russa. Recentemente, ha interrotto la diretta del comizio di Meloni ad Atreju per privilegiare un evento del Pd, ripetendo un comportamento simile durante un discorso di Meloni a Pescara per le Europee. Inoltre, ha regolarmente dato spazio ai contributi della sorella Arianna sul canale. Questi episodi hanno contribuito a rendere il soprannome “Patapetrecca” sinonimo di decisioni editoriali controverse e favoritismi politici.
RaiNews24: ignorate le elezioni francesi per un festival

La serata delle elezioni legislative in Francia ha visto una vittoria a sorpresa del NFP, ma non è stata la notizia d’apertura dell’edizione delle 22 di RaiNews24. La redazione ha espresso la propria indignazione con una nota ufficiale: “Mentre altri canali di informazione sono in diretta no-stop, il canale all news del servizio pubblico decide di aprire alle 22 sul festival Città Identitarie“. La rappresentanza sindacale dei giornalisti ha criticato apertamente le scelte del direttore Paolo Petrecca: “RaiNews24 non aveva mai toccato il fondo in questo modo, mai aveva abdicato così alla sua missione informativa in occasione di un appuntamento elettorale così importante”. “Un tempo – prosegue la nota – la nostra testata metteva in campo tutte le risorse per garantire un servizio impeccabile all’utenza, in occasioni simili. Chiediamo al direttore come sia possibile prevedere un approfondimento diverso quando tutte le tv del Continente hanno gli occhi puntati sulle elezioni d’Oltralpe. Verrebbe da pensare che alla debacle della destra il direttore preferisca non dedicare troppo spazio. Petrecca ritiene opportuno, in una serata come questa, dare spazio a un evento non scevro da interessi e legami personali. Una scelta che qualifica la deriva che ha preso da tempo la testata e perla quale ci sentiamo indignati” L’UsigRai, sindacato dei giornalisti Rai, ha ulteriormente sottolineato il problema, affermando: “Siamo di fronte, da tempo, a una significativa riduzione degli spazi di informazione, tradizionalmente gestiti dalle testate giornalistiche del Servizio Pubblico; anche da questa scelta sta passando un cambio di narrazione che danneggia la Rai e i cittadini”. Questa non è la prima volta che i giornalisti di RaiNews24 esprimono indignazione per la gestione della testata. Recentemente, in occasione della pubblicazione delle inchieste di Fanpage.it, avevano protestato per la mancata copertura dell’inchiesta sulla Gioventù Meloniana realizzata dal team Backstair: “Il cdr ritiene grave e deprecabile che dopo oltre quattro giorni la direzione di RaiNews24 non abbia dato copertura all’inchiesta di Fanpage sul movimento giovanile di Fratelli d’Italia”. Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di palazzo Madama, componente della commissione di Vigilanza Rai e capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra, ha dichiarato: “TeleMeloni ha toccato il fondo. Ieri sera mentre tutti i Tg nazionali, europei e mondiali titolavano e aprivano i loro telegiornali con i risultati delle elezioni francesi con dirette, approfondimenti e interviste, il direttore di Rainews24, Paolo Petrecca, decide di aprire il Tg delle 22 non con la notizia del giorno, ma con un Festival dal titolo che è già un programma “Città Identitarie” ideato da Edoardo Sylos Labini. […] Petrecca mette da parte la notizia del giorno per mandare in onda un evento targato destra meloniana. Un bell’esempio di servizio pubblico che fa il paio con la censura sull’inchiesta di Fanpage sulla gioventù di Fratelli d’Italia di pochi giorni fa. Noi ormai lo diciamo da troppo tempo, Petrecca non può fare il direttore del canale all news della Rai. Per il direttore di Rainews24 non si deve disturbare il manovratore e ha trasformato il canale no-stop nell’organo di Palazzo Chigi e di Fratelli d’Italia. La commissione parlamentare di vigilanza lo convochi dopo questo ennesimo caso di giornalismo di parte“. (in foto, la newsroom di RaiNews24)
Enrico Mentana confermato alla direzione del TG La7 fino al 2026

Enrico Mentana continuerà a dirigere il TG La7 almeno fino al 2026. La notizia del rinnovo di due anni è stata annunciata giovedì mattina dal presidente di La7, Urbano Cairo, durante la presentazione del palinsesto dell’emittente per la stagione 2024-25. “Una cosa di cui sono veramente molto contento, perché se ne è parlato molto,” ha dichiarato Urbano Cairo, presidente di Rcs Mediagroup. “Abbiamo definito con Enrico Mentana la sua permanenza a La7 fino a tutto il 2026. Enrico rimane con noi due anni e poi chissà… Intanto cominciamo con questi due, insomma, che per noi è una bellissima notizia”. Cairo ha elogiato il lavoro di Mentana, sottolineando il ruolo cruciale del direttore dal 2010. “È stato un vero pilastro per noi dal 2010,” ha aggiunto Cairo, “portando un telegiornale di grande qualità. E poi con le sue Maratone ha inventato un genere apprezzatissimo. Anche recentemente la Maratona sulle elezioni europee ha ottenuto dei risultati notevolissimi. Poi fra noi c’è un rapporto personale veramente molto amicale. Quindi sono contento per motivi professionali, ma molto anche per motivi personali.” Mentana, attraverso i social, ha espresso il suo punto di vista sul rinnovo. “Dopo un confronto come sempre franco con l’editore Urbano Cairo ho accettato l’offerta di restare alla guida del TG La7 fino a tutto il 2026,” ha scritto. “In questa fase convulsa e difficile sulla scena italiana e internazionale penso sia giusto continuare il lavoro svolto in piena libertà da ormai 14 anni“. Il direttore ha poi sottolineato la sua visione del giornalismo. “La sfida sarà ancor di più quella di un giornalismo libero, intransigente sui grandi principi, ma senza steccati, e contro tutte le censure, faziosità, prevaricazioni, allarmismi strumentali e partiti presi che intossicano il nostro sistema politico e mediatico. Grazie a chi scegliendo il nostro tg ci ha resi forti e anche per questo più liberi. Magari potremo sbagliare, ma mai tradiremo l’impegno di non nascondere o alterare le notizie che meritano di essere date”.
Addio a Maria Rita Viaggi, storica “Signorina Buonasera” della Rai

Si è spenta a 69 anni Maria Rita Viaggi, una delle indimenticabili “Signorine Buonasera” della Rai, le annunciatrici che ogni sera presentavano agli italiani il palinsesto della televisione pubblica. Viaggi è stata colta da un malore improvviso mercoledì 3 luglio nella sua casa di Grosseto, la città natale dove era tornata a vivere dopo aver lasciato la Rai. Al momento del malore, era in casa con il marito Vincenzo Gerghi, ma i tentativi dei sanitari del 118 di rianimarla sono stati vani. Nata a Grosseto il 12 novembre 1954, Maria Rita Viaggi ha intrapreso la sua carriera nel mondo dello spettacolo a Roma, dove fu annunciatrice televisiva presso emittenti locali. Negli anni ’80 debuttò come annunciatrice della Rai e fino al 2003 ha condotto il meteo del Tg1. La sua carriera in Rai iniziò come supplente negli anni ’80, sostituendo le colleghe assenti per malattia o maternità, fino alla sua definitiva assunzione nel 1988. Viaggi era un’autodidatta con molteplici talenti: studiò giurisprudenza, danza classica, recitazione e dizione. Imparò a suonare la chitarra e il pianoforte da sola. Oltre alla sua attività di annunciatrice, era esperta di teologia e di storia delle religioni e una musicista appassionata. Negli anni ha scritto e inciso canzoni religiose per le Edizioni Paoline, guadagnandosi così il soprannome di “annunciatrice di Dio”. Tra i suoi album si ricordano “Viaggi per pregare” (1994), “Padre Pio. Una voce per il terzo millennio” (1998) e “Propheta” (2002). Un momento particolarmente significativo della sua carriera avvenne l’8 dicembre 2002, quando Maria Rita Viaggi aprì con la sua canzone “La pupilla di Dio” la diretta del tradizionale omaggio di Giovanni Paolo II alla statua della Madonna Immacolata di Piazza di Spagna a Roma. Il 21 e 22 dicembre dello stesso anno, condusse a Villa Borghese due serate di gala dal titolo “Natale di Stelle 2002” e “Kristianamente musica”. Fu ospite per l’intera giornata del 22 dicembre del Canale Alice nel programma condotto dall’ex collega Rosanna Vaudetti, dove presentò “Il decalogo sublimato del cibo cristiano” e la canzone “Non uccidere l’Agnello di Dio”. Maria Rita Viaggi è stata anche una figura di rilievo nelle previsioni meteo regionali dei telegiornali RAI regionali e ha partecipato al Gran Galà per i 50 anni della Tv italiana, condotto da Pippo Baudo il 3 gennaio 2004. La notizia della sua scomparsa ha suscitato profonda commozione. Ilaria Moscato, un’altra ex “Signorina Buonasera”, l’ha ricordata con un semplice ma sentito saluto: “Ciao, Maria Rita”. La sua figura rimarrà impressa nella memoria di tanti italiani che, per anni, hanno ascoltato la sua voce annunciare le trasmissioni televisive della Rai.
La Rai sospende Serena Bortone per 6 giorni dopo il caso Scurati

La Rai ha sospeso Serena Bortone per sei giorni, in seguito a un procedimento disciplinare avviato per il caso che ha coinvolto lo scrittore Antonio Scurati a fine aprile. Serena Bortone è stata oggetto di un procedimento disciplinare per aver criticato sui social la mancata trasmissione del monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile, previsto nel programma “Chesarà…”. Questo episodio ha suscitato proteste sia dall’opposizione politica sia dai sindacati. Durante la Festa del Foglio, l’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, aveva dichiarato che Bortone avrebbe meritato il licenziamento, sostenendo che nessun dipendente può criticare pubblicamente la propria azienda. Sergio ha poi negato qualsiasi censura, affermando di aver invitato Bortone a trasmettere il monologo tramite un messaggio WhatsApp, ma che lo scrittore aveva rifiutato perché non pagato. In vista della presentazione ufficiale della nuova stagione televisiva, prevista a Napoli il 19 luglio, sono circolate varie voci sul futuro di Bortone in Rai, con ipotesi di un suo ridimensionamento o addirittura di un allontanamento da Viale Mazzini. Queste speculazioni non sono state attenuate dal saluto di Bortone al pubblico durante l’ultima puntata di Che sarà. Secondo le anticipazioni, nella prossima stagione autunnale, Bortone dovrebbe condurre un programma culturale su Rai3, il sabato alle 20.15.
La Rai presenta “Newsroom” di Monica Maggioni

Dal 26 giugno, Raiplay ospiterà un nuovo programma ideato e condotto da Monica Maggioni: “Newsroom”. La docuserie, composta da quattro episodi di mezz’ora per ogni tema trattato, verrà trasmessa in prima serata su Rai 3 a partire dal 17 luglio. Un progetto che punta a indagare la complessità della realtà contemporanea attraverso l’analisi approfondita e il reportage. “Newsroom” rappresenta un percorso di approfondimento giornalistico che prende vita all’interno di una redazione. Qui, un team di giornalisti si pone domande, avvia inchieste e analizza le attualità per rispondere ai quesiti di una società multiforme, spesso raccontata in modo superficiale. Secondo una nota della Rai, il programma includerà reportage, analisi dei dati, testimonianze dei protagonisti e interventi di esperti, combinando grandi interviste con i racconti degli inviati presenti in numerosi paesi del mondo. Una delle peculiarità di “Newsroom” è l’obiettivo di creare un legame tra l’audience generalista e quella digitale, partendo dalla pubblicazione sulla piattaforma di streaming video della Rai. Realizzato in collaborazione con la Direzione Approfondimento e la Direzione Contenuti Digitali e Transmediali, il programma mira a innovare il modo di fare informazione, rendendola accessibile a un pubblico più ampio e diversificato. Le prime tre serie di “Newsroom”, disponibili su Raiplay il 26 giugno, il 3 e il 10 luglio, esploreranno il mondo del fast fashion, analizzandone gli impatti sociali, ambientali ed economici. Successivamente, le telecamere del programma si sposteranno sull’isola di Haiti, un tempo paradiso turistico ora devastato da crisi e violenze, e nell’Artico, una regione incontaminata che è diventata una zona di confronto armato tra Russia e NATO. Il fenomeno del fast fashion sarà il primo argomento trattato da “Newsroom”. Ogni anno nel mondo si producono 150 miliardi di nuovi capi di abbigliamento, venduti a prezzi stracciati e di qualità sempre più scadente. Questi indumenti vengono indossati poche volte prima di essere abbandonati e smaltiti. Ma dove finiscono questi vestiti? “Newsroom” seguirà le rotte di questi capi fino al Ghana, dove inquinano le spiagge e l’oceano, e al deserto di Atacama in Cile, trasformati in immense discariche a cielo aperto. Dietro ogni maglietta venduta a pochi euro non si cela solo l’inquinamento, ma anche lo sfruttamento di manodopera a basso costo e un enorme volume di affari controllato dalla criminalità organizzata.
Stop a “Chesarà…”: la Rai taglia il programma di Serena Bortone

Il programma d’informazione “Chesarà…”, condotto da Serena Bortone e in onda il sabato e la domenica sera su Rai3, è stato cancellato e non verrà riproposto nella prossima stagione. La decisione arriva dopo le polemiche sollevate dalla conduttrice sulla censura ai danni dello scrittore Antonio Scurati, autore del romanzo “M”. La prospettiva di una punizione per Bortone era emersa nelle scorse settimane, quando l’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, aveva dichiarato: “Bortone andrebbe licenziata”. La cancellazione del programma è stata confermata, mettendo fine alle speculazioni su un possibile ridimensionamento a una sola serata settimanale. La decisione è stata presa dalla dirigenza Rai, fedele al governo di Giorgia Meloni. Le serate del sabato e della domenica saranno ora occupate da due nuovi format. Paolo Corsini, direttore dell’Approfondimento e frequentatore della festa meloniana Atreju, ha avuto un ruolo chiave nella decisione: egli aveva inizialmente negato la censura a Scurati, attribuendo l’assenza dello scrittore a un mancato accordo sul compenso, versione smentita dallo stesso scrittore. Al posto di Bortone, il sabato sera potrebbe arrivare Maria Latella, giornalista nota per un’intervista alla presidente del Consiglio Meloni al Festival dell’Economia 2024 a Trento. La domenica sera continuerà ad essere occupata da “Report“, anche se l’inizio del programma sarà posticipato a fine ottobre e il numero di puntate sarà ridotto. Questo ridimensionamento è percepito come una punizione per le inchieste scomode condotte dal team di Sigfrido Ranucci su esponenti della maggioranza. La cancellazione di “Chesarà…” ha suscitato numerose reazioni politiche. L’opposizione ha chiesto l’immediata convocazione della Vigilanza Rai. Angelo Bonelli, leader dei Verdi, ha dichiarato: “Siamo all’epurazione, Bortone fuori dalla Rai. E dire che la premier e tutti i suoi fan continuano a sostenere che non esista TeleMeloni”. Anche il senatore del Pd Antonio Nicita ha espresso preoccupazione: “Per aver difeso la libertà editoriale e posto un tema di censura allo scrittore Scurati, ‘Chesarà…’ sarà fuori dai palinsesti Rai. Una decisione allarmante, si è passato il limite”. L’europarlamentare dem Alessandra Moretti ha definito la cancellazione del programma come una rappresaglia contro i giornalisti liberi e indipendenti. Pina Picierno ha rincarato la dose, evidenziando che la decisione arriva nei giorni in cui il Comitato di redazione di Rainews24 ha denunciato di non aver potuto raccontare l’inchiesta di Fanpage sulla Gioventù nazionale del partito di Meloni.
Etica e lavoro precario: la contraddizione di TV2000

In questi giorni TV2000, la rete televisiva di proprietà della Conferenza episcopale italiana, è al centro di un acceso dibattito riguardante il trattamento riservato a circa 40 lavoratori precari, tra cui giornalisti professionisti, autori e consulenti vari. Il Coordinamento dei precari della rete TV2000 ha diffuso martedì 18 giugno 2024 una nota in cui denuncia una situazione che definisce come “transazione capestro“. Secondo il comunicato, i lavoratori, alcuni dei quali con contratti continuativi in essere da oltre 10 anni, sono stati costretti a firmare un accordo presso una Commissione di Conciliazione istituita all’Università Luiss. Questo documento, secondo i lavoratori, li obbligherebbe a dichiarazioni non veritiere riguardanti inesistenti “generiche rivendicazioni” sui compensi pattuiti. Inoltre, dietro il versamento di soli 500 euro, i firmatari sarebbero costretti a rinunciare a qualsiasi diritto acquisito nel precedente rapporto di lavoro con l’azienda. ACCORDO CONTROVERSO “Dunque – prosegue il comunicato – una transazione capestro su una controversia che non esiste. Naturalmente chi non firma questa “transazione” non potrà firmare nemmeno il rinnovo del contratto”. La nota sottolinea inoltre che la parola “transazione” implica un accordo consensuale tra le parti, mentre qui ci si trova di fronte a un’imposizione unilaterale da parte dell’amministratore delegato Massimo Porfiri e del direttore del personale Luciano Flussi. Il tutto avviene nel silenzio del direttore di rete Vincenzo Morgante e dell’editore. QUESTIONE ETICA E MORALE Ciò che rende la vicenda ancora più scabrosa è il fatto che TV2000 e Radio in Blu sono finanziate con i fondi affidati ai vescovi italiani, denaro che si suppone debba essere utilizzato in modo etico. Tuttavia, l’azienda sembra operare con criteri che violano i diritti dei lavoratori. “O forse ricattare i lavoratori più deboli, quelli a partita IVA, rientra tra i suggerimenti della dottrina sociale della Chiesa?” si domanda il Coordinamento dei precari. Questo comportamento appare in netto contrasto con i principi espressi da Papa Francesco, che durante la sua visita allo Stabilimento Ilva di Genova il 27 maggio 2017 aveva criticato duramente “l’economia che perde i volti” e passa sopra “le persone da tagliare e licenziare”, senza dimenticare i suoi numerosi interventi contro “l’abuso del lavoro precario”. SILENZI ASSORDANTI Il comunicato si chiude con un appello ai vescovi italiani, chiedendo il loro parere su quanto sta accadendo all’interno della loro rete televisiva. Tuttavia, finora, i silenzi attorno a questa vicenda sono stati numerosi e assordanti, lasciando 40 famiglie in una situazione di estrema incertezza e con il “coltello alla gola“. La questione sollevata dal Coordinamento dei precari di TV2000 non solo mette in luce le problematiche legate al lavoro precario e alla mancanza di diritti per i lavoratori, ma solleva anche importanti interrogativi sull’etica e la responsabilità sociale delle istituzioni che gestiscono tali reti televisive. Resta da vedere se i vescovi italiani e gli altri responsabili della rete risponderanno a queste preoccupazioni e prenderanno provvedimenti per risolvere la situazione in modo giusto ed equo. (In foto, Vincenzo Morgante, direttore di TG2000)
Gioventù Meloniana: l’inchiesta di Fanpage ignorata da RaiNews24

Il Comitato di redazione di Rai News24 ha sollevato una forte critica nei confronti della direzione del canale per la mancata copertura dell’inchiesta di Fanpage riguardante il movimento giovanile di Fratelli d’Italia, Gioventù Nazionale. L’inchiesta, pubblicata venerdì scorso, ha svelato dettagli controversi sul gruppo giovanile del partito di Giorgia Meloni, tra cui inni nazisti, saluti romani e apologia del terrorismo nero dei Nar. SIMPATIE ESTREMISTE Il movimento giovanile di Fratelli d’Italia, Gioventù Nazionale, è al centro di una video inchiesta condotta da Backstair, l’unità investigativa di Fanpage.it. Una giornalista sotto copertura si è infiltrata nel gruppo, documentando comportamenti e discorsi estremisti tra i militanti. Gioventù Nazionale è descritta come la futura classe dirigente del partito di Giorgia Meloni, ma l’inchiesta rivela come i giovani partecipino a cori fascisti, idolatrino il Duce e inneggino al terrorismo nero. Nonostante le direttive del partito di mantenere un profilo moderato in eventi ufficiali, molti membri mostrano apertamente simpatie estremiste. La giornalista ha assistito a vari eventi e raduni, inclusi campi comunitari, dove i giovani militanti esprimono senza freni le loro idee estremiste. MANCATA COPERTURA Il reportage, che ha documentato attività tra saluti romani e cori di “Sieg heil”, è stato pubblicato venerdì scorso, ma non ha ancora trovato spazio né sul canale RaiNews24 né sul suo sito web. Questa scelta editoriale ha sollevato critiche da parte del Comitato di redazione (Cdr) della testata del servizio pubblico, che oggi ha diffuso un comunicato per contestare la decisione del direttore Paolo Petrecca, in carica dal novembre 2021. “Il Cdr ritiene grave e deprecabile che dopo oltre quattro giorni la direzione di RaiNews24 non abbia dato copertura all’inchiesta di Fanpage sul movimento giovanile di Fratelli d’Italia“, si legge nel comunicato. Il Comitato di redazione ha evidenziato come queste siano “questioni di evidente rilevanza nel dibattito pubblico”, che sono state però trascurate dalla direzione di RaiNews24. “Purtroppo – ha concluso il Cdr – i telespettatori di RaiNews24 e gli utenti di Rainews.it e Televideo non troveranno nulla a riguardo. L’ennesimo smacco al nostro ruolo di giornalisti del servizio pubblico”. LE REAZIONI POLITICHE Il reportage di Fanpage ha provocato reazioni politiche significative, anche a livello internazionale. In Italia, il Partito Democratico ha presentato un’interrogazione parlamentare in Senato, chiedendo spiegazioni al governo, in particolare alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, su quanto emerso dall’inchiesta. Numerosi esponenti dell’opposizione hanno inoltre sollecitato la maggioranza a prendere una posizione chiara sui fatti rivelati. Sul fronte internazionale, la questione è stata portata all’attenzione della Commissione Europea, che ha condannato “la simbologia del fascismo” emersa dal reportage. Inoltre, un’indiscrezione di Politico ha rivelato che la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen avrebbe ritardato la pubblicazione di un documento critico nei confronti dell’Italia per il peggioramento delle condizioni in cui operano i media dall’avvento del governo Meloni. (in foto, lo studio di RaiNews24)
Giovanna Botteri, volto iconico della Rai, va in pensione

Giovanna Botteri, dopo una carriera straordinaria che l’ha portata a raccontare il mondo da New York a Pechino, passando per Parigi e zone di guerra, va in pensione. L’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, le dedica un commosso saluto, definendola “un’icona del mestiere e un esempio per le generazioni future”. Tuttavia, Botteri lascia intendere che continuerà a fare giornalismo e televisione, affermando: “Un mestiere così non è che si abbandona: noi questo sappiamo fare e continuiamo a fare, come Il suonatore Jones di De André, ‘suonare ti tocca / per tutta la vita’. È una strada che forse si fa anche in un modo diverso” dice all’Ansa da Parigi, dove sta raccontando le manifestazioni anti Rassemblement national. Botteri, figlia dell’ex direttore della sede Rai Friuli Venezia Giulia, Guido Botteri, ha iniziato la sua carriera nella sede Rai della sua città natale, Trieste. Laureata in Filosofia a Trieste e con un dottorato in Storia del cinema alla Sorbona, ha mosso i primi passi nel giornalismo nella carta stampata prima di approdare alla Rai. Ha poi lavorato nella redazione esteri del Tg3, raccontando i principali avvenimenti internazionali: dalla rivoluzione in Romania alle guerre in Bosnia e Kosovo, dal G8 di Genova all’occupazione statunitense in Iraq, vincendo il Premio Ilaria Alpi e il Premio Saint Vincent per i suoi servizi da Baghdad. L’Usigrai loda Botteri come una giornalista che è diventata un’icona del mestiere, sottolineando la sua signorilità, pacatezza, lucidità ed equilibrio. Ha raggiunto una grande popolarità semplicemente svolgendo con dedizione il suo mestiere di inviata. La carriera di Botteri è stata segnata da numerosi incarichi prestigiosi e coperture di eventi di grande rilevanza storica. Ha accompagnato il pubblico dei tg e degli Speciali nella comprensione di avvenimenti cruciali come il crollo dell’Unione Sovietica, la guerra in Croazia, l’assedio di Sarajevo, la strage di Markale e quella di Srebrenica. In Albania ha seguito la rivolta di Valona nel 1997 e, durante la guerra in Kosovo del 1999, è entrata a Pec insieme ai militari italiani. Botteri ha inoltre coperto eventi significativi in Algeria, Iran e Sudafrica prima di tornare in Italia per collaborare con Michele Santoro a Circus e Sciuscià. Nel 2001 è tornata sul campo per seguire gli scontri del G8 di Genova e successivamente ha documentato il crollo del regime dei Talebani in Afghanistan e la seconda guerra del Golfo in Iraq. Conduttrice del Tg3 delle 19 dal 2004 al 2007, è stata corrispondente della Rai dagli Stati Uniti dal 2007 al 2019 e poi dalla Cina, dove ha seguito l’esplodere della pandemia di Covid. Botteri ricorda la sua prima volta nei Balcani, in una casa bombardata dove tutti erano rimasti uccisi: “La guerra è qualcosa di reale, che ti tocca”, dice, sottolineando l’importanza di far sentire a chi è a casa che ciò che accade non è così lontano. Ringrazia chi in questi anni in Rai l’ha aiutata e le ha insegnato tante cose, evidenziando l’avventura umana e le storie raccolte. Fare l’inviata di guerra e poi la corrispondente significa incrociare la propria vita con quella degli altri, ogni pezzo di strada è un ricordo delle persone incontrate. Botteri ha imparato che la paura può salvare la vita e che nei momenti difficili emerge la verità nelle persone. Rivendica l’importanza del suo sguardo femminile, capace di raccontare storie diverse, portando sensibilità e attenzione ai profughi, ai civili e alle famiglie, aspetti oggi fondamentali nel giornalismo.