Citynews espande Dossier in sette nuove città. Dal 18 marzo contenuti per abbonati

La sezione premium Dossier di Citynews amplia la sua presenza, raggiungendo nuove città oltre a Bologna, Forlì, Ravenna, Rimini e Monza. Da oggi, anche i lettori di Genova, Udine, Trieste, Firenze, Bari, Foggia e Pescara potranno accedere a questa innovativa area dedicata all’inchiesta giornalistica. Come per le prime edizioni, l’accesso sarà inizialmente gratuito previa registrazione, ma dal 18 marzo i contenuti saranno riservati agli abbonati. Citynews si distingue da anni per un’informazione accurata e tempestiva a livello nazionale, e con Dossier rafforza ulteriormente il suo impegno nella produzione di contenuti approfonditi e di qualità. Secondo Luca Lani, CEO di Citynews, il flusso costante di informazioni odierno rende cruciale il ruolo dell’approfondimento giornalistico, consolidando il rapporto di fiducia tra lettori e redazioni. Per sostenere l’evoluzione di Dossier, Citynews ha potenziato le proprie redazioni con team specializzati nell’inchiesta e nell’analisi dei fatti. La sezione offrirà reportage esclusivi e approfondimenti inediti, garantendo agli abbonati un’esperienza di lettura senza pubblicità su tutto il network.
NewsGuard: 302 fake news in tre anni di guerra in Ucraina

A tre anni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, la disinformazione ha assunto proporzioni sempre maggiori, con la diffusione di 302 fake news su oltre 500 piattaforme. Questo fenomeno è stato accompagnato da un crescente utilizzo dell’intelligenza artificiale, che ha reso le notizie manipolate ancora più convincenti. Secondo il monitoraggio di NewsGuard, il database Misinformation Fingerprints ha registrato un’evoluzione nelle tattiche di propaganda. Nei primi mesi di guerra, la narrazione della propaganda russa si concentrava sull’accusa di una presunta diffusione del nazismo in Ucraina. Col passare del tempo, però, la strategia si è spostata su altri temi, come la corruzione del governo ucraino, il presunto calo del sostegno politico a Zelensky e l’inefficacia dell’aiuto economico occidentale destinato al Paese. Dal febbraio 2022, le modalità di diffusione della disinformazione si sono trasformate, evidenziando una crescita nell’impiego dell’intelligenza artificiale. Nel primo anno di conflitto, NewsGuard ha smentito 112 fake news, di cui solo una generata da AI. Nel secondo anno, il numero è sceso a 71, con cinque casi di manipolazione artificiale, mentre nel terzo anno sono state individuate 119 notizie false, con 16 episodi di contenuti creati attraverso AI. Uno dei primi deepfake scoperti nel marzo 2022 mostrava un discorso falsificato di Zelensky, nel quale il presidente esortava gli ucraini alla resa. Inoltre, l’intelligenza artificiale è stata impiegata da fonti filo-Cremlino per creare articoli fasulli attribuiti a testate internazionali come BBC, CNN e Bloomberg News, con l’obiettivo di diffondere notizie ingannevoli. Dal 2022 a oggi, NewsGuard ha identificato 44 narrazioni false diffuse da siti che imitavano fonti autorevoli, 24 delle quali emerse nell’ultimo anno. La crescente sofisticazione dell’intelligenza artificiale nella disinformazione rende sempre più difficile distinguere tra verità e manipolazione, condizionando la percezione del conflitto in Ucraina.
Spionaggio sui giornalisti: Fnsi e Odg denunciano il caso Paragon

La Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Ordine nazionale dei giornalisti hanno presentato una denuncia contro ignoti alla Procura di Roma per fare luce sullo spionaggio ai danni di giornalisti tramite lo spyware Graphite di Paragon. L’iniziativa, annunciata in conferenza stampa il 19 febbraio 2025, vuole ottenere risposte su chi abbia autorizzato l’uso di questa tecnologia e con quale finalità. La segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante, ha sottolineato come questa vicenda rappresenti una violazione del codice penale e della Costituzione, che sancisce la libertà di stampa. Al suo fianco erano presenti il presidente della Fnsi Vittorio di Trapani, il presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli, la segretaria del Cnog Paola Spadari e l’avvocato Giulio Vasaturo, che fornisce supporto legale. Bartoli ha denunciato l’assenza di chiarezza da parte del governo, che dopo venti giorni di silenzi e versioni contrastanti non ha ancora fornito risposte adeguate. Ha ricordato che Graphite non è un software accessibile a chiunque, ma viene utilizzato solo da soggetti specifici. Mancano ancora due elementi fondamentali per ricostruire il caso: chi ha effettuato lo spionaggio e perché. Di Trapani ha ribadito l’urgenza di ottenere risposte e ha escluso la possibilità di invocare il segreto di Stato per vicende che riguardano la libertà di informazione. Ha inoltre evidenziato che l’Unione Europea, con il Media Freedom Act, vieta la sorveglianza sui giornalisti, tutelando il diritto all’informazione dei cittadini. L’inchiesta ha coinvolto anche Luca Casarini, capomissione di Mediterranea Saving Humans, il cui telefono è stato attaccato da Graphite già nel febbraio 2024. La Ong ha rivelato che l’operazione era parte di una strategia di sorveglianza più ampia, condotta con tecniche di social engineering per colpire anche persone vicine alla vittima. Citizen Lab, che ha collaborato alle indagini, ha sottolineato la gravità della situazione, avvertendo che un attacco di questa portata implica il coinvolgimento di soggetti governativi. Nel frattempo, il governo italiano ha evitato di rispondere alle interrogazioni parlamentari sul caso, suscitando l’indignazione delle opposizioni. Il sottosegretario Alfredo Mantovano ha dichiarato che sono già state fornite le uniche informazioni divulgabili, ma l’interruzione del contratto tra Paragon e l’Italia solleva dubbi sulla gestione della vicenda. Fnsi e Odg chiedono ora a tutti i giornalisti che hanno ricevuto messaggi sospetti di segnalarli per integrare la denuncia e ampliare l’indagine, con l’obiettivo di garantire trasparenza e difendere i principi democratici. (In foto, un momento della conferenza stampa)
Il Washington Post rifiuta un annuncio anti-Musk

Il Washington Post si trova nuovamente al centro dell’attenzione per una scelta editoriale controversa: il rifiuto di pubblicare un’inserzione pubblicitaria dell’associazione apartitica Common Cause, che esortava il presidente Donald Trump a licenziare Elon Musk. L’inserzione, dal costo di 115.000 dollari, avrebbe dovuto occupare due pagine di alcune edizioni del quotidiano, incluse quelle destinate alla Casa Bianca, al Pentagono e al Congresso. Con la provocatoria domanda “Chi governa il paese: Donald Trump o Elon Musk?“, l’annuncio era accompagnato da un’immagine del miliardario sorridente e una foto della Casa Bianca inclinata, sostenendo che Musk avesse creato caos e confusione e invitando i cittadini a fare pressione sulla politica per chiederne il licenziamento. La decisione del quotidiano, di proprietà di Jeff Bezos, di respingere l’inserzione ha sollevato una serie di interrogativi e polemiche. Common Cause ha denunciato pubblicamente l’accaduto, sottolineando come il Washington Post, il cui slogan recita “La democrazia muore nell’oscurità“, non abbia fornito alcuna spiegazione sul motivo della cancellazione. L’associazione ha lasciato intendere che la decisione potrebbe essere stata influenzata da pressioni politiche o economiche, insinuando che Bezos fosse più preoccupato di evitare una reazione negativa della Casa Bianca piuttosto che rispettare il dovere giornalistico del quotidiano. Il rifiuto dell’annuncio ha suscitato polemiche, soprattutto considerando che il Washington Post ha in passato accettato inserzioni pro-Trump. La vicenda ha riacceso il dibattito sulla libertà di stampa e sull’influenza economica sulle decisioni editoriali. Common Cause ha denunciato il declino delle istituzioni mediatiche, accusandole di privilegiare profitto e convenienza politica a scapito della responsabilità verso i cittadini. L’associazione ha inoltre dichiarato di voler contrastare il crescente potere di Musk, opponendosi all’influenza di miliardari come lui e Bezos sul dibattito pubblico e sulle decisioni politiche. (In copertina, Elon Musk insieme al figlio X nello Studio Ovale della Casa Bianca)
Controversie nell’uso dei termini su identità di genere e immigrazione: l’AP sotto accusa dall’amministrazione Trump

Negli ultimi anni, il linguaggio utilizzato dai media è diventato un vero e proprio campo di battaglia politico negli Stati Uniti. L’Associated Press (AP), una delle principali agenzie di stampa mondiali, è stata ripetutamente accusata dall’amministrazione Trump di favorire una visione progressista attraverso il suo influente Stylebook, il manuale di stile utilizzato da giornalisti e redazioni in tutto il mondo. Secondo la Casa Bianca, alcune delle linee guida dell’AP riflettono una precisa ideologia politica su temi come l’immigrazione, il genere e le questioni razziali. Tra le disposizioni più contestate dai conservatori ci sono: Copertura delle notizie transgender: l’AP consiglia di evitare il “falso equilibrio”, sconsigliando di includere opinioni di fonti non qualificate per “bilanciare” una storia su questioni transgender. Uso del termine “cure che affermano il genere”: l’agenzia incoraggia l’utilizzo di questa espressione per descrivere trattamenti medici destinati alle persone transgender, includendo consulenza, terapia ormonale e interventi chirurgici. Maiuscola per “Black” ma non per “White”: l’AP scrive “Black” con la maiuscola per sottolineare l’identità culturale, mentre “white” rimane in minuscolo per evitare associazioni con il suprematismo bianco. Descrizione degli immigrati: il manuale sconsiglia l’uso di termini come “immigrato illegale”, preferendo espressioni come “persone prive di status legale permanente”. Per i sostenitori di Trump, queste scelte sono una forma di manipolazione del linguaggio finalizzata a imporre una narrazione progressista. Taylor Budowich, vice capo dello staff dell’ex presidente, ha accusato l’AP di usare il proprio manuale come strumento per diffondere un’agenda politica ostile ai valori conservatori. IL CASO DEL “GOLFO D’AMERICA” Uno degli episodi più emblematici di questa tensione è stata la disputa sulla denominazione del Golfo del Messico. Durante l’amministrazione Trump, un ordine esecutivo chiedeva ai media di adottare il termine “Golfo d’America” per riferirsi alla storica insenatura che bagna gli Stati Uniti, il Messico e Cuba. L’AP ha rifiutato di adeguarsi, sostenendo che il nome “Golfo del Messico” è in uso da oltre 400 anni ed è universalmente riconosciuto. Questa decisione ha scatenato la reazione della Casa Bianca, che ha negato l’accesso ai giornalisti dell’AP a diversi eventi ufficiali, tra cui allo Studio Ovale e di viaggiare a bordo dell’Air Force One durante una visita in Florida. REAZIONI E IMPLICAZIONI POLITICHE Il dibattito sulle scelte linguistiche dell’AP ha trovato ampio sostegno nei circoli conservatori e tra gli opinionisti vicini a Trump. Figure come Mike Cernovich hanno iniziato a segnalare sul web voci dello Stylebook ritenute problematiche, contribuendo a rafforzare l’idea che i media mainstream siano parte di una narrazione progressista imposta dall’alto. Dall’altra parte, l’AP ha difeso il proprio lavoro, ribadendo che le sue scelte editoriali si basano su criteri giornalistici indipendenti e non su una specifica agenda politica. “Se il nostro giornalismo non fosse imparziale, non avremmo clienti su tutto lo spettro politico”, ha dichiarato Lauren Easton, vicepresidente della comunicazione aziendale dell’AP.
“Fratelli di chat” sotto accusa per privacy violata

Il Garante della Privacy ha inviato un avvertimento ufficiale alla Società Editoriale Il Fatto SPA, editrice del Fatto Quotidiano, in merito alla pubblicazione del libro “Fratelli di chat“. Questo volume contiene trascrizioni di conversazioni private tra esponenti di Fratelli d’Italia, tra cui parlamentari e ministri. Secondo il Garante, la pubblicazione di queste chat potrebbe violare la normativa sulla privacy e i principi fondamentali del giornalismo, mettendo a rischio la riservatezza delle persone coinvolte. L’Autorità ha sottolineato che la Costituzione italiana protegge la corrispondenza privata attraverso gli articoli 15 e 68. Ciò significa che le conversazioni tra politici, anche se di interesse pubblico, non possono essere diffuse liberamente senza rispettare determinate regole. Inoltre, il Garante ha evidenziato che nel libro potrebbero esserci riferimenti a terzi e addirittura a minorenni, la cui privacy deve essere tutelata in modo particolare. L’avvertimento arriva dopo le proteste di diversi esponenti di Fratelli d’Italia, che hanno criticato la pubblicazione delle loro chat. Alcuni di loro hanno ipotizzato azioni legali, accusando gli autori del libro di aver selezionato solo alcune parti delle conversazioni e di averle riportate in modo parziale o distorto. Inoltre, il partito ha annunciato che i suoi avvocati stanno valutando il caso anche dal punto di vista penale e civile, ipotizzando richieste di risarcimento danni. Fino a che punto la libertà di stampa può spingersi nel pubblicare informazioni riservate? Da un lato, i giornalisti hanno il dovere di informare il pubblico su questioni di interesse generale, specialmente quando coinvolgono rappresentanti politici. Dall’altro, esistono leggi sulla privacy che proteggono le comunicazioni private, anche quando riguardano persone con ruoli pubblici.
Inpgi, previdenza per 47.000 giornalisti autonomi

L’Inpgi, l’Istituto nazionale di previdenza della professione giornalistica, tutela attualmente oltre 47.000 lavoratori, di cui 27.143 uomini e 20.273 donne. Dal luglio 2022, l’ente assicura esclusivamente la categoria dei giornalisti autonomi. Durante un’audizione alla Commissione parlamentare per il controllo sulle gestioni previdenziali, il presidente Roberto Ginex e il direttore generale Mimma Iorio hanno delineato il quadro della situazione attuale. Per quanto riguarda i dati relativi al 2023, il numero di contribuenti correnti si attesta intorno a 26.000. Le entrate medie dichiarate dai giornalisti autonomi alla Cassa pensionistica privata risultano pari a 11.464 euro per chi opera con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, mentre per i liberi professionisti salgono a 16.454 euro. Il gettito contributivo annuo dell’Inpgi ammonta a circa 70 milioni di euro, di cui 47 milioni derivano dalla contribuzione destinata alle prestazioni di Invalidità, Vecchiaia e Superstiti (IVS). L’Inpgi punta a garantire la sostenibilità della propria gestione previdenziale, utilizzando strumenti specifici come la destinazione di quote del contributo integrativo sui montanti degli iscritti, con l’obiettivo di migliorare l’adeguatezza delle pensioni per i giornalisti autonomi. L’ente dispone di un patrimonio superiore al miliardo di euro, gestito secondo principi socialmente responsabili. La politica di investimento si basa su criteri di sostenibilità e solvibilità a lungo termine, evitando liquidazioni improvvise del portafoglio. Gli obiettivi per il triennio 2024-2026 restano il rafforzamento della stabilità finanziaria e il mantenimento di prestazioni pensionistiche adeguate agli iscritti.
Trump e Musk allo Studio Ovale, ma AP esclusa per il Golfo d’America

Donald Trump e Elon Musk si sono ritrovati nello Studio Ovale per la firma di un ordine esecutivo destinato a ridurre la burocrazia governativa, ma la decisione della Casa Bianca di escludere un giornalista dell’Associated Press ha scatenato una tempesta politica e mediatica. L’AP ha denunciato di essere stata punita per non aver adottato la nuova denominazione imposta da Trump al Golfo del Messico, ribattezzato Golfo d’America. L’agenzia ha dichiarato che le è stato impedito l’accesso perché non ha modificato i suoi standard editoriali in conformità con l’ordine esecutivo presidenziale. Martedì Trump ha firmato un altro ordine esecutivo per ridurre il numero dei dipendenti delle agenzie federali e concedere maggiori poteri al DOGE, il dipartimento per l’efficienza governativa guidato da Musk. Durante un’insolita sessione con i giornalisti nello Studio Ovale, Musk ha difeso l’operato del DOGE e sostenuto che i tagli siano “necessari” per evitare il “fallimento del paese“. Con lui c’era il figlio di quattro anni, X Æ A-12, che ha giocato con le penne sulla scrivania presidenziale. In sole tre settimane, il DOGE ha eliminato programmi in 19 agenzie federali, smantellato USAID e ottenuto accesso ai dati sensibili del ministero dell’Economia, fino a quando un giudice federale non ha bloccato questa possibilità. Il nuovo ordine esecutivo, chiamato “Iniziativa di ottimizzazione della forza lavoro”, limita le nuove assunzioni a una ogni quattro licenziamenti, con eccezioni solo per la sicurezza e l’immigrazione. Musk ha dichiarato di voler dimezzare il deficit del governo eliminando “sprechi e inefficienze”. Le chiusure e i licenziamenti hanno già avuto effetti tangibili, nonostante alcuni blocchi giudiziari. Il leader democratico Chuck Schumer ha accusato Trump di instaurare un “governo ombra non eletto”. Il DOGE è inoltre al centro di un dibattito costituzionale: il controllo delle agenzie federali spetta al Congresso, e il dipartimento di Musk opera senza approvazione legislativa, prendendo decisioni di grande impatto. L’esclusione del giornalista AP ha scatenato proteste: la direttrice dell’AP, Julie Pace, ha denunciato la decisione come una violazione del Primo Emendamento e una minaccia al giornalismo indipendente. La White House Correspondents’ Association, tramite il suo presidente Eugene Daniels, ha definito la mossa “inaccettabile”, ribadendo che il governo non può penalizzare i giornalisti per il loro lavoro e chiedendo alla Casa Bianca di revocare la decisione.
Nasce 24Ore Salute, con focus su ricerca e sanità

Il Gruppo 24 ORE amplia la propria offerta editoriale con il lancio di 24Ore Salute, una piattaforma multimediale e crossmediale dedicata ai temi della salute, della medicina, della ricerca e dell’innovazione. Questo progetto nasce per offrire un punto di riferimento autorevole, aggregando in un unico hub i contenuti prodotti da Il Sole 24 Ore, Radiocor, Radio 24, 24Ore Podcast, Lab24 e 24 ORE Eventi. Il cuore dell’iniziativa è il nuovo sito 24oresalute.com, pensato per raccogliere e valorizzare le informazioni più rilevanti del settore. La piattaforma si distingue per una copertura informativa ampia e per la capacità di dialogare con diverse community di riferimento. Grazie a un’interfaccia modulare, il sito offre contenuti sempre aggiornati su sanità, medicina, innovazione, territori, imprese e startup. Il progetto si basa su tre pilastri fondamentali: multimedialità, profondità e completezza informativa. Il Gruppo 24 ORE conferma così il proprio impegno nel fornire notizie accurate e approfondite, spaziando dalle novità scientifiche ai temi normativi e alle attività delle imprese del settore. Tra i contenuti principali troviamo le pagine settimanali Salute24 su Il Sole 24 Ore, gli approfondimenti di Sanità24 a cura di Radiocor, i programmi di Radio 24 come Obiettivo Salute e una serie di podcast tematici. A queste produzioni si aggiungono eventi di rilievo come l’Healthcare Summit. Uno degli elementi distintivi di 24Ore Salute è la capacità di integrare contenuti audio e video, con la creazione di nuove videorubriche settimanali come Salute24. La piattaforma offrirà anche un’area dedicata all’analisi dei dati, sviluppata da Lab24, con l’obiettivo di realizzare un Osservatorio Salute, utile per monitorare trend e statistiche del settore sanitario. L’iniziativa è in continua evoluzione e prevede già lo sviluppo di nuovi servizi, tra cui la declinazione scientifica del marchio “L’Esperto Risponde”, un progetto che coinvolgerà professionisti del settore per supportare il pubblico con pillole audio-video e video chat live. Inoltre, verranno organizzati eventi di approfondimento e pubblicati nuovi libri a tema. Un ulteriore passo sarà la costituzione di un comitato scientifico multidisciplinare, incaricato di definire un manifesto programmatico per la salute informata, promuovendo un uso responsabile delle informazioni medico-scientifiche. Il target di 24Ore Salute è ampio: da un lato i cittadini, che potranno accedere a contenuti affidabili per diventare pazienti informati, dall’altro gli stakeholder e la business community, che troveranno un contesto autorevole per approfondire l’evoluzione del sistema sanitario e della ricerca scientifica. Tra i principali destinatari figurano aziende, istituzioni, associazioni, fondazioni del terzo settore, professionisti e enti ospedalieri. Il lancio ufficiale della piattaforma è avvenuto l’11 febbraio, in occasione della Giornata Internazionale del Malato, con un’intervista esclusiva al Ministro della Salute Orazio Schillaci, il quale ha sottolineato l’importanza di un’informazione seria e accessibile per il cittadino, soprattutto in materia di prevenzione. Fabio Tamburini, Direttore de Il Sole 24 Ore, ha evidenziato come 24Ore Salute rappresenti un presidio unico nel panorama informativo, contrastando la disinformazione nel settore medico. Federico Silvestri, Direttore Generale Media & Business del Gruppo 24 ORE, ha aggiunto che la piattaforma nasce con una visione di lungo termine e con l’ambizione di diventare un punto di riferimento per il settore.
Trump schernisce “Time” dopo la cover con Elon Musk: “Esiste ancora?”

La nuova copertina del Time ha provocato un acceso dibattito sulla politica americana e il ruolo sempre più influente di Elon Musk. Lo sfondo rosso, le aquile, le stelle e strisce, e soprattutto la sua figura seduta alla Resolute Desk nella Casa Bianca, evocano immagini di potere e controllo. Il titolo è eloquente: “Dentro la guerra di Elon Musk contro Washington”. Un’affermazione che rispecchia perfettamente il clima politico attuale, in cui il miliardario ha assunto un ruolo di primo piano. Da tempo Elon Musk non è più soltanto un imprenditore visionario: la sua alleanza con Donald Trump durante la campagna elettorale lo ha catapultato al centro del dibattito politico. Ha finanziato il Tycoon, si è mostrato pubblicamente al suo fianco, ha indossato il cappellino MAGA, e ha festeggiato con lui a Mar-a-Lago. Questo sostegno ha portato a una ricompensa senza precedenti: la creazione di un nuovo dipartimento governativo, il Doge (Dipartimento per l’Efficienza Governativa), con Musk alla guida. Mai prima d’ora un cittadino privato, per di più miliardario con aziende supervisionate dalle autorità federali, aveva avuto un simile potere all’interno del governo. Il Doge ha una missione apparentemente impossibile: ridurre la spesa pubblica di 2 milioni di miliardi di dollari, abbattere la burocrazia, eliminare regolamenti considerati superflui e ristrutturare le agenzie federali. Tuttavia, l’ambizioso piano sta incontrando ostacoli significativi. Donald Trump potrebbe aver sottovalutato la determinazione di Elon Musk, che non sembra disposto a farsi fermare da niente e nessuno. Il 1° febbraio il team Doge Musk ha preteso l’accesso totale alla sede centrale dell’USAID, l’agenzia governativa che si occupa di aiuti umanitari e sviluppo internazionale. Lo staff dell’agenzia si è opposto, provocando la reazione furiosa del miliardario. Su X ha scritto parole pesantissime: “L’USAID è un’organizzazione criminale”. E poi, in un secondo post, ancora più duro: “È ora che muoia”. Le conseguenze sono state immediate. In meno di una settimana, quasi tutto il personale dell’USAID è stato messo in congedo, gli uffici in tutto il mondo sono stati chiusi, interrompendo operazioni vitali per milioni di persone. Un chiaro segnale a tutte le altre agenzie federali: la volontà di Musk non va contrastata. L’episodio, come sottolinea il Time, mette in luce uno scontro epocale tra il potere istituzionale consolidato e l’approccio radicale del team di Musk, definito “squadra di demolitori politici”. Ma la domanda più inquietante rimane: “Chi c’è davvero dietro al Resolute Desk?”. La provocatoria copertina arriva in un momento in cui Elon Musk gode di un’influenza senza precedenti. Non è un caso che il Time lo abbia già nominato Persona dell’Anno per la seconda volta. Un riconoscimento che stride con la reazione sarcastica di Donald Trump, il quale, durante una conferenza con il primo ministro giapponese, ha commentato: “No, non ho visto la copertina. Time esiste ancora?”. Salvo poi correggere il tiro e lodare il lavoro del suo alleato: “Sta facendo un ottimo lavoro”.