Media al Pentagono: Trump introduce la rotazione annuale. Rimosse quattro testate

L’amministrazione del Presidente Donald Trump ha introdotto un nuovo sistema di rotazione annuale per i media accreditati presso il Pentagono, rimuovendo quattro testate giornalistiche di rilievo per fare spazio ad altre. Questa decisione, annunciata attraverso un promemoria ufficiale, riguarda il New York Times, NBC News, National Public Radio (NPR) e Politico, che dovranno lasciare i loro uffici entro il 14 febbraio. Al loro posto, verranno assegnati spazi a New York Post, One America News Network, Breitbart News Network e HuffPost News. Il cambiamento è motivato dall’intento di garantire l’accesso a nuove realtà editoriali, permettendo una maggiore diversificazione nella copertura giornalistica delle attività del Dipartimento della Difesa. Secondo il regolamento stabilito, ogni anno una testata di carta stampata, una televisiva, una radiofonica e una online verrà sostituita da un’altra appartenente alla stessa categoria. Tuttavia, i media esclusi non perderanno l’accreditamento, ma solo il diritto a mantenere un ufficio fisico all’interno del Pentagono. La mossa ha suscitato forti reazioni critiche, in particolare dall’Associazione Stampa del Pentagono, che ha espresso preoccupazione per l’esclusione di testate di grande rilevanza. Il portavoce del Dipartimento della Difesa, John Ullyot, ha chiarito che le testate rimosse resteranno membri effettivi del Corpo Stampa, potendo comunque continuare a coprire le attività militari. Questa iniziativa si inserisce in una più ampia strategia dell’amministrazione Trump di ridefinire il rapporto con i media, privilegiando realtà ritenute più favorevoli alle proprie politiche. La scelta si allinea a precedenti decisioni, come l’apertura dei briefing della Casa Bianca anche a blogger e creator digitali, ampliando la platea di coloro che possono raccontare le dinamiche del potere.
Cento giornalisti spiati su WhatsApp, anche il direttore di Fanpage

Quasi 100 giornalisti e altri membri della società civile sono stati presi di mira da uno spyware sviluppato da Paragon Solutions, un’azienda israeliana specializzata in software di hacking. L’attacco ha coinvolto utenti di WhatsApp, con l’obiettivo di accedere ai loro dati personali e professionali. Secondo quanto riferito dalla popolare applicazione di messaggistica, vi è un’”elevata certezza” che almeno 90 utenti siano stati compromessi, con i loro dispositivi infettati senza che se ne rendessero conto. Tra le vittime vi è anche Francesco Cancellato, direttore del quotidiano Fanpage.it, il quale ha ricevuto una notifica da WhatsApp Support che lo informava della possibile violazione del suo dispositivo. Secondo quanto riportato dalla testata, il messaggio affermava che l’attacco era stato interrotto da WhatsApp, ma che era probabile che il dispositivo fosse stato compromesso. Di conseguenza, sono state avviate indagini per comprendere l’entità del danno subito e verificare quali informazioni siano state effettivamente sottratte. WhatsApp ha scoperto e bloccato l’attacco a dicembre, ma solo di recente ha avvisato le vittime. Il messaggio inviato a giornalisti e attivisti spiegava che lo spyware poteva accedere ai loro dati, come messaggi e file. WhatsApp ha avviato azioni legali contro Paragon Solutions per fermare l’uso del software dannoso e proteggere gli utenti. Non si sa chi abbia ordinato l’attacco, ma il fatto che il software sia venduto a governi fa pensare a motivi politici o di sorveglianza. Meta, la società madre di WhatsApp, ha dichiarato che continuerà a lavorare per identificare e contrastare le minacce informatiche rivolte ai suoi utenti, collaborando con esperti di sicurezza e autorità competenti per garantire una maggiore protezione dei dati.
SFChronicle lancia California Weather Wonks, un canale meteo interattivo e gratuito

Dal 2022, SFChronicle ha rivoluzionato il modo in cui affronta il meteo con un team di Weather Science dedicato a raccontare fenomeni estremi come tornado, tempeste di fuoco e piogge torrenziali. Questa squadra di esperti non solo fornisce aggiornamenti tempestivi, ma aiuta anche i cittadini a comprendere meglio le dinamiche atmosferiche attraverso analisi dettagliate e previsioni mirate. Ora, per rendere l’informazione ancora più accessibile, il Chronicle lancia un canale di testo chiamato California Weather Wonks, disponibile dal 24 gennaio. Il servizio, completamente gratuito, permetterà agli utenti di ricevere due volte a settimana approfondimenti, previsioni e curiosità direttamente da Anthony Edwards e Hannah Hagemann, meteorologi della redazione. L’iniziativa nasce dal desiderio di instaurare un contatto più diretto con il pubblico. I lettori potranno non solo ricevere aggiornamenti, ma anche interagire, inviando domande, foto e video relativi al meteo. La piattaforma offre la possibilità di chiedere chiarimenti su fenomeni atmosferici inaspettati, condividere immagini di formazioni nuvolose particolari o discutere dei microclimi della Bay Area. Secondo Jess Shaw, direttore del pubblico del Chronicle, questa iniziativa consentirà di vivere il meteo in modo più coinvolgente, offrendo agli utenti l’opportunità di ascoltare direttamente le analisi degli esperti e comprendere meglio i modelli atmosferici in evoluzione. Il canale consentirà di rispondere ai messaggi in modo personalizzato, promuovendo un dialogo continuo e dinamico.
Il Piccolo e Messaggero Veneto in sciopero per 48 ore

Le assemblee dei giornalisti de Il Piccolo e del Messaggero Veneto hanno annunciato due giorni di sciopero (in data da definirsi), in segno di protesta contro le scelte di riorganizzazione del gruppo editoriale Nem, accusato di penalizzare le testate friulane. La decisione è stata comunicata lunedì 27 gennaio 2025 e rilanciata dall’Assostampa Friuli Venezia Giulia, che ha espresso solidarietà ai giornalisti delle due storiche redazioni. Il motivo dello sciopero risiede nella scelta dell’editore di destinare le ultime quattro assunzioni esclusivamente alle testate venete, lasciando vacanti due posti a Il Piccolo e al Messaggero Veneto, senza prevedere alcuna sostituzione. Questa decisione, pur formalmente legittima, ha sollevato critiche per il mancato equilibrio territoriale, andando a ridurre ulteriormente gli organici nelle redazioni friulane, già provate da un anno di pesanti sacrifici. Le assemblee denunciano inoltre un insieme di problematiche che aggravano la situazione: dal prezzo per copia più alto rispetto a quello delle testate venete, che penalizza le vendite nel Friuli Venezia Giulia, a infrastrutture tecnologiche obsolete che ostacolano il lavoro quotidiano. I giornalisti segnalano guasti frequenti al software, interruzioni di rete, un archivio malfunzionante e difficoltà operative che vanno dalla mancanza di personale poligrafico fino a telefoni muti e orari di apertura ridotti per assenza di front office. Nonostante l’azienda abbia comunicato di aver raggiunto l’equilibrio economico già nel primo anno, il gruppo Nem non ha ancora definito un piano per il reclutamento di nuovi collaboratori né per l’assunzione di giovani praticanti, preferendo puntare su costose figure esterne di vertice. Questa scelta, secondo i giornalisti, demotiva il personale interno, che da tempo regge il carico di lavoro con impegno straordinario. Le assemblee sottolineano che Il Piccolo e il Messaggero Veneto rappresentano un presidio essenziale per il territorio e chiedono all’editore e alla direzione di aprire immediatamente un confronto con i Comitati di redazione. L’obiettivo è salvaguardare l’autonomia e l’autorevolezza delle testate, garantendo livelli occupazionali adeguati e un supporto concreto al lavoro giornalistico. (Credits foto copertina: FNSI)
Abbonamenti HuffPost: tre livelli per ogni esigenza

HuffPost, una delle organizzazioni di notizie online più apprezzate al mondo, ha recentemente introdotto un innovativo programma di abbonamento a livelli pensato per migliorare l’esperienza dei suoi 60 milioni di lettori globali mensili. Questo programma – articolato in Silver, Gold e Platinum – offre un accesso esclusivo a contenuti premium e numerosi vantaggi riservati agli iscritti, evolvendosi dall’iniziativa di contributi volontari lanciata nel 2023. Tra i benefici proposti figurano esperienze senza pubblicità, accesso anticipato a nuove funzionalità e l’opportunità di partecipare a focus group esclusivi. Il piano Silver HuffPoster, disponibile a 5 dollari al mese, offre contenuti dedicati via e-mail e riduce le richieste di supporto finanziario. L’abbonamento Gold HuffPoster, a 10 dollari mensili, include tutti i vantaggi del livello Silver e rimuove completamente la pubblicità dal sito web e dall’app HuffPost. Per chi cerca un’esperienza ancora più esclusiva, il livello Platinum HuffPoster, al costo di 20 dollari al mese, include non solo i vantaggi dei livelli precedenti ma anche l’accesso anticipato alle nuove funzionalità, l’appartenenza al Platinum Club e una tote bag HuffPost gratuita per gli abbonamenti annuali. Secondo Kate Palmer, Executive Editor di HuffPost, il programma mira a fornire ai lettori un modo concreto per sostenere il giornalismo libero e pluripremiato in un contesto in cui la stampa indipendente affronta sfide crescenti. Allo stesso tempo, gli iscritti possono beneficiare di un’esperienza di lettura migliorata e di vantaggi personalizzati. HuffPost, rinomato per il suo giornalismo originale che spazia dalla politica allo stile di vita, continua a guidare il settore con una media di 60 milioni di lettori globali al mese e una lunga lista di riconoscimenti, tra cui il Premio Pulitzer e il National Magazine Award. Per unirsi alla comunità di sostenitori e scoprire tutti i vantaggi offerti, basta visitare il sito huffpost.com/membership.
Report a rischio: la squadra di Ranucci perde la sua libertà

La trasmissione d’inchiesta Report rischia di perdere la propria autonomia, a causa di una recente circolare che stabilisce nuovi criteri di controllo editoriale per i programmi Rai. La decisione è stata presa dall’amministratore delegato Gianpaolo Rossi, espressione dell’attuale governo, che ha richiesto una verifica sulla cosiddetta “segregazione dei poteri” per garantire che ogni programma sia supervisionato da una figura esterna alla produzione. Tale misura è stata giustificata con l’esigenza di rispettare i principi del servizio pubblico, ma l’intervento colpisce direttamente il conduttore Sigfrido Ranucci, che ricopre anche il ruolo di vicedirettore degli Approfondimenti, creando un apparente conflitto d’interessi secondo l’Internal Audit. La circolare prevede che ogni programma venga gestito da una struttura editoriale distinta, eliminando la possibilità che un conduttore ne detenga la gestione editoriale. La misura è stata interpretata da molti come un attacco diretto a Report, uno dei pochi spazi di giornalismo investigativo rimasti in Rai, e ha sollevato forti critiche. L’Usigrai, sindacato interno della Rai, ha denunciato l’iniziativa come un tentativo di mettere sotto controllo l’informazione pubblica, minando la libertà giornalistica. Anche esponenti politici come Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli hanno espresso preoccupazione, sottolineando come Report abbia recentemente portato alla luce importanti questioni di interesse pubblico, come l’inchiesta sulla società Visibilia legata alla ministra Santanchè. Per loro, questa riorganizzazione appare come un chiaro attacco all’autonomia della trasmissione e alla libertà d’informazione, chiedendo chiarimenti in Commissione di Vigilanza. (In foto, il giornalista Sigfrido Ranucci nello studio della trasmissione di Rai3 Report)
APNews.com chiude il 2024 con 2,6 miliardi di visite

L’agenzia di stampa Associated Press (AP) ha registrato un successo senza precedenti nel 2024, raggiungendo un pubblico record grazie a una strategia di rilancio digitale avviata l’anno precedente. Il sito web APNews.com ha totalizzato 2,6 miliardi di visualizzazioni di pagina nel 2024, con un aumento del 39% rispetto al 2023, e ha contribuito a una crescita dei ricavi pubblicitari diretti ai consumatori di oltre il 20%. Questo risultato rappresenta una svolta per l’AP, che ha da tempo avviato un’iniziativa di diversificazione dei ricavi, riducendo la dipendenza dal tradizionale modello di concessione di licenze, che rappresentava l’82% dei ricavi nel 2023. Nel giugno 2023, l’AP ha rilanciato il sito APNews.com, migliorando la presenza del marchio e l’attrattiva pubblicitaria. La vicepresidente esecutiva Julie Pace ha sottolineato come il pubblico risponda positivamente al giornalismo imparziale e basato sui fatti, con contenuti multiformato che includono testo, foto, video, grafica, live streaming e contenuti interattivi. Questa trasformazione digitale non solo ha aumentato il coinvolgimento del pubblico, ma ha anche sperimentato contenuti utili per i clienti B2B. I video sono stati un punto focale del successo, con le visualizzazioni su YouTube che hanno raggiunto i 590 milioni (+94% rispetto all’anno precedente) e un tempo di visualizzazione aumentato del 255%, con oltre 22 milioni di ore guardate. Le visualizzazioni in live streaming, in particolare, sono cresciute del 430%. Tra i contenuti più seguiti si contano le elezioni statunitensi, le Olimpiadi di Parigi e i grandi eventi di cronaca internazionale. Il mese di novembre ha segnato un picco record per APNews.com, con 382 milioni di visualizzazioni di pagina, grazie a eventi come le elezioni USA. Il blog live delle elezioni è stato il contenuto più seguito, contribuendo al successo di giornate record, come il 5 e 6 novembre, con rispettivamente 87 e 92 milioni di visualizzazioni di pagina. L’AP ha investito anche nel marketing e nella SEO, rendendo “AP” e “elezioni AP” parole chiave di tendenza durante le elezioni. Parallelamente, l’agenzia ha intensificato gli sforzi per evidenziare la propria natura apartitica e indipendente, attirando donazioni dei lettori che hanno superato gli obiettivi di fine anno. Messaggi come “Le amministrazioni cambiano, la nostra missione resta” hanno rafforzato la percezione dell’AP come fonte affidabile e imparziale. Con 179 anni di storia, l’AP continua a essere un punto di riferimento per il giornalismo globale. Julie Pace ha ribadito che la missione dell’agenzia è informare in modo accurato e basato sui fatti, evitando posizioni di parte. Questo approccio ha permesso all’AP di guadagnare la fiducia di un pubblico sempre più vasto e diversificato, garantendo una presenza solida nel panorama giornalistico digitale. (In foto, Julie Pace, vicepresidente senior e direttore esecutivo dell’AP)
Internazionale abbandona X dal 23 gennaio 2025: le ragioni della decisione nell’editoriale di De Mauro

Nell’era dei social network e delle rivoluzioni tecnologiche, la disinformazione è diventata una potente arma di controllo sociale. La scrittrice e attivista Djarah Kan denuncia apertamente questa deriva, puntando il dito contro figure come Elon Musk, il miliardario sudafricano che, secondo Kan, incarna un delirio di onnipotenza capace di minacciare i progressi sociali e civili ottenuti con secoli di lotte. Musk, con le sue promesse di colonizzazione di Marte, macchine volanti e tecnologie invasive come l’internet nel cervello, è visto come il simbolo di un’élite tecnologica pronta a sacrificare i diritti fondamentali sull’altare del profitto e del controllo. Questa riflessione non arriva solo da Kan, ma è stata ripresa dal direttore Giovanni De Mauro nell’editoriale del numero 1598 di Internazionale, a pagina 3. De Mauro sottolinea come i social media, gestiti da pochi miliardari, siano diventati strumenti che minano la democrazia e alimentano una pericolosa deriva autoritaria. La disinformazione non è più un problema isolato o relegato agli analfabeti funzionali, ma una strategia deliberata utilizzata da governi autoritari e partiti di destra per manipolare l’opinione pubblica, destabilizzare governi democratici e influenzare le scelte elettorali delle masse. Un caso emblematico di questa situazione è rappresentato dalla piattaforma X (ex Twitter), di proprietà di Musk. Un tempo luogo di confronto e circolazione di informazioni, oggi X è diventata uno spazio ostile, dominato dalla polarizzazione e dalla manipolazione di massa. Di fronte a questa situazione, molte testate giornalistiche europee hanno deciso di abbandonare la piattaforma. Tra queste, Le Monde, The Guardian, La Vanguardia, e, più recentemente, anche Internazionale. La scelta di chiudere gli account su X (dal 23 gennaio 2025) è un gesto simbolico ma significativo, che evidenzia come queste piattaforme siano sempre più incompatibili con i principi di trasparenza e democrazia. De Mauro, riprendendo le parole di Kan, sottolinea l’urgenza di affrontare questa deriva. Continuare a ignorare il problema equivale a consegnare il potere decisionale a una ristretta élite, che usa la disinformazione per consolidare il proprio controllo. La democrazia, fragile e complessa, non può sopravvivere in un sistema che tollera la diffusione incontrollata di fake news e manipolazioni. La disinformazione, oggi, rappresenta il fondamento di una nuova dittatura tecnologica, mascherata da progresso e innovazione. (In copertina, Elon Musk nella Capitol One Arena a Washington, il 20 gennaio 2025)
Murdoch paga 1 miliardo e si scusa con il principe Harry

Il 22 gennaio 2025, il principe Harry ha ottenuto una “vittoria monumentale” contro News Group Newspapers (NGN) di Rupert Murdoch, che include l’editore di The Sun. La causa, che riguarda le pratiche illecite dei tabloid britannici, è stata risolta con delle scuse pubbliche e un risarcimento sostanziale per l’intrusione nella sua vita privata, tra il 1996 e il 2011. News Group Newspapers (NGN) ha offerto scuse complete e inequivocabili al principe Harry per gravi intrusioni nella sua vita privata, tra cui intercettazioni telefoniche, sorveglianza e uso improprio di informazioni personali da parte dei giornalisti di The Sun e News of the World tra il 1996 e il 2011. NGN ha ammesso il danno arrecato anche alla sua famiglia, inclusa la defunta madre Diana, accettando di risarcire Harry con un’importante somma. Si è scusata anche con Lord Tom Watson per intrusioni simili durante il suo mandato al governo tra il 2009 e il 2011, riconoscendo l’impatto negativo sulle sue relazioni familiari e risarcendolo con danni significativi. News Group Newspapers ha risolto oltre 1.300 reclami, spendendo più di 1 miliardo di sterline in risarcimenti e spese legali, dichiarando che l’accordo con il principe Harry “traccia una linea sul passato” e pone fine a un decennio di contenziosi. Tuttavia, l’avvocato di Harry, David Sherborne, ha accusato la società di “spergiuri e insabbiamenti”, sostenendo che ha cancellato milioni di e-mail per ostacolare la giustizia. News Group ha negato queste accuse, ma ha ammesso gli illeciti commessi da investigatori privati assunti da The Sun, non riconoscendo tuttavia l’hacking da parte dei propri giornalisti. Il caso contro The Daily Mail, previsto per l’anno prossimo, solleva interrogativi su come evolverà la battaglia legale di Harry contro i media.
CNHI impone congedi non retribuiti a 46 dipendenti

Il rientro dalle vacanze si è trasformato in un’amara sorpresa per decine di dipendenti della CNHI, azienda editoriale statunitense che gestisce 77 giornali locali. A 46 dipendenti, pari al 3% della forza lavoro, è stato imposto un congedo obbligatorio non retribuito di quattro settimane. La misura, secondo quanto dichiarato dall’azienda, è stata presa per affrontare un contesto economico difficile e un quarto trimestre deludente, solitamente trainato dalle entrate pubblicitarie natalizie. La CNHI, con sede a Montgomery, Alabama, è un’azienda specializzata in testate di piccole dimensioni, con una tiratura media di 10.000 copie. Appartiene al piano pensionistico Retirement Systems of Alabama e negli ultimi anni ha cercato di adattarsi alle sfide di un settore in crisi. Tuttavia, le difficoltà economiche del mercato e l’eventuale aumento dei costi della carta da giornale, derivante da una possibile guerra tariffaria con il Canada, minacciano ulteriormente i già fragili equilibri finanziari. L’assenza di comunicazioni trasparenti da parte della dirigenza ha generato ansia tra i dipendenti, molti dei quali temono che i congedi temporanei possano preludere a licenziamenti permanenti. Alcuni lavoratori hanno espresso delusione per la mancanza di preavviso e il silenzio dell’azienda sulle prospettive future. Sebbene CNHI abbia mantenuto un basso profilo, le sue operazioni sono state caratterizzate da continui cambiamenti. Nel 2024 ha venduto dieci giornali, segnale di una strategia volta a snellire le attività e ridurre i costi. Nonostante queste difficoltà, l’azienda rimane un punto di riferimento per l’informazione locale in molte comunità degli Stati Uniti. Dean Ridings, CEO di America’s Newspapers, ritiene che regolamentazioni più flessibili aiuterebbero il settore, ma prevede un 2025 difficile, aggravato da possibili tariffe sulla carta canadese.