Corriere della Sera apre un nuovo portale sugli animali

Corriere animali

Il Corriere della Sera inaugura un nuovo canale dedicato agli animali, un progetto che nasce per offrire un punto di riferimento su informazione, attualità e approfondimenti legati al mondo animale. Il nuovo spazio online, disponibile su corriere.it/animali, propone notizie, consigli di esperti, guide pratiche e una sezione speciale dedicata alle adozioni, con l’obiettivo di favorire l’incontro tra gli animali in cerca di casa e le famiglie disposte ad accoglierli. Nel nostro Paese, la presenza degli animali domestici è sempre più rilevante. Secondo il rapporto Assalco-Zoomark, in Italia vivono circa 65 milioni di animali, tra cui 10,2 milioni di gatti e 8,8 milioni di cani. Un numero che testimonia il ruolo centrale degli animali da compagnia nelle famiglie italiane, dove non sono più considerati semplici presenze, ma veri e propri membri affettivi. Il nuovo canale del Corriere risponde a questa crescente attenzione con sezioni dedicate alla salute, all’alimentazione e al comportamento degli animali, avvalendosi del contributo di veterinari, educatori cinofili ed esperti del settore. Non mancheranno approfondimenti sulla fauna selvatica, sulla biodiversità e sugli effetti della crisi ambientale sul mondo animale. Un’area speciale sarà riservata alle adozioni, con annunci forniti da rifugi e associazioni, per aiutare a svuotare le gabbie di canili e gattili. L’iniziativa si inserisce in un contesto in cui sempre più persone scelgono di accogliere un animale bisognoso: il Rapporto Italia 2024 di Eurispes rivela che il 37,3% delle famiglie italiane ospita almeno un animale d’affezione. L’attenzione del Corriere della Sera per gli animali non si limiterà al nuovo portale: saranno presenti video esclusivi curati da Corriere Tv, rubriche tematiche e inchieste sulle politiche di tutela animale.

La Zanzara premiata da Spotify per 50 milioni di ascolti

Radio24 La Zanzara

La Zanzara, storico programma di Radio 24 condotto da Giuseppe Cruciani e David Parenzo, ha ottenuto il prestigioso Spotify Milestone Creator Award, diventando il primo podcast italiano a superare i 50 milioni di ascolti su Spotify. Il riconoscimento, parte di un’iniziativa globale della piattaforma, premia i creator che raggiungono traguardi significativi in termini di engagement e fidelizzazione del pubblico. La consegna del premio è avvenuta durante la diretta del 26 febbraio, con la partecipazione del pubblico e dei vertici di Spotify Italia, che hanno confermato il primato assoluto di La Zanzara tra i podcast italiani. L’evento ha sottolineato l’eccezionale capacità del programma di attrarre ascoltatori, consolidando il suo status di riferimento nel panorama dell’intrattenimento radiofonico e digitale. Il successo del format è dovuto a una strategia digitale e multipiattaforma efficace, che ha permesso al programma di conquistare sia la storica fanbase sia le nuove generazioni di utenti digitali. Con oltre 1,35 milioni di follower sui principali social network, La Zanzara continua a crescere, sfruttando al meglio le dinamiche della comunicazione contemporanea. Fabio Tamburini, Direttore di Radio 24, ha commentato il riconoscimento con parole di apprezzamento: “La Zanzara per il direttore di Radio 24 – commenta Fabio Tamburini, Direttore dell’emittente del Gruppo 24 ORE – è croce e delizia. In questo caso, come in tanti altri, più delizia che croce. Complimenti a Cruciani e Parenzo”. Anche Federico Silvestri, Direttore Generale Media & Business de Il Sole 24 ORE, ha sottolineato l’importanza del premio, evidenziando come il format sia da anni ai vertici delle classifiche di ascolto e abbia saputo rinnovarsi mantenendo un seguito solido e appassionato. (In copertina il logo del programma. Sotto, Cruciani e Parenzo)  

Il Venerdì di Repubblica si rinnova dal 7 marzo

La Repubblica redazione

Il Venerdì di Repubblica si rinnova, portando freschezza e nuove proposte ai suoi lettori a partire dal numero del 7 marzo. Il direttore Livio Quagliata lo annuncia con un tono ironico e appassionato, sottolineando come, nonostante le continue previsioni di declino della carta stampata, il settimanale non solo resiste ma rilancia con entusiasmo. Nessun ribaltamento radicale, piuttosto un’evoluzione nel rispetto dell’identità storica della testata: l’obiettivo resta quello di essere seri senza prendersi troppo sul serio, mantenendo quello stile unico che lo ha sempre caratterizzato. Tra le novità più evidenti spicca il nuovo carattere tipografico, più grande per favorire una lettura confortevole e piacevole. Ma il cambiamento più significativo riguarda i contenuti, con l’aggiunta di nuove rubriche, spazi dedicati al teatro, alle tendenze, ai libri, con recensioni sia positive che critiche, e una sezione di enigmistica personalizzata. Anche la spiritualità trova posto con i santi raccontati da esperti, mentre i consigli su cucina e viaggi arricchiranno ulteriormente il magazine. In aumento anche le pagine dedicate a lettere, inchieste e reportage, con particolare attenzione al mondo del piccolo schermo e all’oceano di contenuti offerti dalle serie tv. Il rinnovamento passa anche attraverso le firme: oltre ai nomi storici come Altan, Corrado Augias e Natalia Aspesi, si aggiungono nuove voci, tra cui Annalisa Cuzzocrea. Un altro passaggio significativo riguarda Massimo Giannini, che prenderà il testimone della rubrica curata per 17 anni da Michele Serra.

Reuters, AP e Bloomberg contestano la rotazione dei media dalla Casa Bianca

Statement Reuters, AP, Bloomberg

La decisione della Casa Bianca di implementare una nuova policy sulla selezione dei giornalisti e delle testate che seguiranno il presidente Donald Trump ha sollevato una notevole preoccupazione nel panorama mediatico. La novità riguarda l’introduzione di una rotazione tra i giornalisti accreditati, in modo che solo alcuni siano presenti in eventi cruciali, come le conferenze stampa o i viaggi ufficiali del presidente. Questo approccio non solo limita l’accesso ad alcuni organi di informazione, ma pone anche in discussione il ruolo della White House Correspondents’ Association (WHCA), che da sempre gestiva autonomamente la distribuzione dei press pool. In passato, solo alcune agenzie di stampa, come Reuters, Associated Press (AP) e Bloomberg, avevano diritto di presenza permanente, ma la decisione della Casa Bianca sta cambiando questo equilibrio. I direttori delle principali agenzie di stampa statunitensi, tra cui Reuters, AP e Bloomberg News, hanno immediatamente reagito con un comunicato congiunto in cui esprimono preoccupazione per l’orientamento di questa nuova politica. Sottolineano che il loro lavoro mira a garantire che informazioni accurate, eque e tempestive vengano diffuse a un pubblico ampio e diversificato, coprendo tutti gli orientamenti politici, sia negli Stati Uniti che a livello globale. Le loro agenzie rappresentano una fonte primaria di notizie per milioni di lettori, e il loro accesso al presidente è vitale per mantenere la libertà di stampa. Limitare l’accesso a questi media, avvertono, non solo minerebbe la democrazia, ma compromettere anche la diffusione di informazioni affidabili a comunità, imprese e mercati finanziari in tutto il mondo, che dipendono fortemente dai report delle agenzie. Un altro punto di controversia riguarda l’inclusione di nuovi media nell’accesso agli eventi ufficiali. L’amministrazione Trump ha deciso di aprire la porta a piattaforme digitali, servizi di streaming, bloggers e podcast, cercando di diversificare le voci e le fonti di informazione. Questo spostamento favorisce l’accesso a media emergenti, ma solleva dubbi sulla qualità e sull’affidabilità delle informazioni che questi nuovi attori potrebbero veicolare. La Casa Bianca ha già apportato modifiche alla disposizione della sala stampa, riservando posti a queste nuove entità, un passo che potrebbe compromettere l’integrità e la neutralità delle informazioni diffuse.

Jeff Bezos impone il libero mercato agli editoriali del Washington Post

Jeff Bezos

Jeff Bezos, fondatore di Amazon e proprietario del Washington Post, ha annunciato un cambio di rotta nella linea editoriale del quotidiano, scatenando polemiche all’interno della redazione. Con una mail inviata allo staff, il miliardario ha dichiarato che la pagina degli editoriali sosterrà quotidianamente i principi delle libertà individuali e del libero mercato. Questa decisione ha portato alle dimissioni di David Shipley, responsabile della sezione, che ha preferito lasciare l’incarico piuttosto che adeguarsi al nuovo indirizzo imposto dall’editore. Bezos ha sottolineato che la nuova linea editoriale non impedirà di trattare altri argomenti, ma ha chiarito che punti di vista contrari a questi pilastri verranno lasciati ad altri organi di stampa. Ha inoltre ribadito la sua convinzione che la libertà economica sia una delle principali forze trainanti della prosperità americana, elogiandone gli effetti etici e pratici. La presa di posizione ha subito scatenato reazioni, tra cui il plauso di Elon Musk, che su X ha scritto: “Bravo Jeff Bezos!”. La decisione di Bezos arriva in un contesto di tensioni già esistenti tra la dirigenza del Washington Post e la redazione. Già in passato, la scelta di Will Lewis come CEO aveva generato malcontento, così come la decisione dell’editore di bloccare l’endorsement per Kamala Harris prima delle elezioni presidenziali. Questi eventi hanno causato l’uscita di diversi giornalisti e un calo negli abbonamenti, alimentando il dibattito su un’eccessiva interferenza nella gestione editoriale. Oltre 400 dipendenti hanno firmato una lettera di protesta, denunciando come le scelte aziendali stiano minando la credibilità dell’istituzione. Il passo indietro di David Shipley rappresenta l’ultimo capitolo di questa crisi interna, segnalando una frattura sempre più profonda tra l’editore e la redazione. Bezos, però, ha ribadito di rispettare la sua decisione, sostenendo di avergli chiesto di sposare al 100% il cambiamento o di lasciare l’incarico. (In foto, Jeff Bezos)

Elezioni OdG Lombardia: chi può votare e come farlo

OdG Lombardia

Gli iscritti all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia sono chiamati a partecipare alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale, del Collegio dei revisori dei conti e dei consiglieri nazionali. Le operazioni di voto si svolgeranno secondo le disposizioni della legge 3 febbraio 1963 n. 69 e del Dpr 4 febbraio 1965 n. 115. Sono convocati i professionisti e i pubblicisti iscritti all’Albo per esprimere le proprie preferenze. Le votazioni si terranno in due modalità: telematica e in presenza. La prima convocazione è fissata per mercoledì 12 marzo e giovedì 13 marzo 2025 (voto telematico, ore 10:00-20:00) e domenica 16 marzo 2025 (voto in presenza, ore 10:00-18:00) presso la sede dell’Ordine in via Antonio da Recanate 1, Milano. Se non si raggiunge il quorum, la seconda convocazione avrà luogo il 19 e 20 marzo 2025 per il voto telematico e il 23 marzo 2025 per il voto in presenza presso The Westin Palace Hotel in Piazza della Repubblica 20, Milano. Gli iscritti dovranno eleggere 6 professionisti e 3 pubblicisti per il Consiglio regionale, 2 professionisti e 1 pubblicista per il Collegio dei revisori dei conti e 8 professionisti e 1 pubblicista per il Consiglio nazionale. Il voto in presenza avverrà su schede cartacee ritirabili al seggio, mentre per il voto telematico sarà necessario seguire le istruzioni fornite. I professionisti possono votare solo per i professionisti e i pubblicisti solo per i pubblicisti. Se nessun candidato ottiene la maggioranza assoluta, si procederà con un ballottaggio nelle giornate di 2 e 3 aprile 2025 (telematico) e 6 aprile 2025 (in presenza) presso The Westin Palace Hotel. Le operazioni di scrutinio saranno pubbliche. Per essere eleggibili, i candidati devono essere iscritti all’Albo da almeno 5 anni. Gli elettori devono essere in regola con il pagamento delle quote annuali e possedere una PEC registrata presso l’Ordine. Chi non è in regola potrà sanare la propria posizione prima del voto. L’identità degli elettori sarà verificata mediante tessera professionale, documento di identità o riconoscimento da parte di un componente del seggio. Per il voto telematico, accessibile tramite SPID o CIE, l’elettore dovrà confermare la propria identità e seguire la procedura guidata. Il sistema consentirà di digitare le prime lettere del nominativo desiderato, selezionare i candidati e scaricare la ricevuta di voto. Chi vota online non potrà esprimere il proprio voto in presenza. Aggiornamenti e istruzioni dettagliate saranno disponibili nella sezione “Speciale elezioni 2025” del sito ufficiale www.odg.it.

Corriere Milano: ora su WhatsApp, Instagram e newsletter

La homepage di Corriere Milano

Il Corriere Milano rinnova la sua presenza nel mondo digitale con tre nuovi strumenti pensati per coinvolgere sempre di più i lettori. Da oggi, una newsletter mattutina, un numero WhatsApp dedicato alle segnalazioni e una pagina Instagram aggiornata saranno i canali attraverso cui informare e farsi informare in tempo reale. WhatsApp è ormai il mezzo di comunicazione più usato, superando le telefonate e i messaggi tradizionali. Per questo motivo, il Corriere Milano ha attivato un numero dedicato: (+39) 335/7314467. Qui si potranno inviare foto, video e testi brevi per segnalare notizie urgenti direttamente alla redazione. Questo canale, però, non sarà uno spazio di conversazione: nessun gruppo, nessuna risposta diretta, ma un modo rapido per dare voce ai cittadini e trasformarli in vere e proprie sentinelle del territorio. La redazione, a sua volta, potrà richiedere materiali ai lettori per approfondire le notizie più rilevanti. Un altro grande cambiamento riguarda la newsletter, che cambia nome e orario di spedizione. Prima conosciuta come “Le Cinque Giornate di Milano”, ora si chiamerà Incoeu (“oggi” in dialetto milanese) e arriverà nella casella di posta alle 7:30 del mattino. Questo cambiamento ha un obiettivo preciso: offrire un punto di riferimento quotidiano per iniziare la giornata informati. Ogni edizione conterrà il fatto del giorno, le notizie principali, il meteo, e, grazie alla collaborazione con ViviMilano, un consiglio gastronomico del critico Valerio M. Visintin. Il sabato e la domenica la newsletter assumerà un taglio diverso, con contenuti più approfonditi per chi ha più tempo da dedicare alla lettura. L’iscrizione è gratuita e si può effettuare su www.corriere.it/newsletter o tramite QR code. Infine, il Corriere Milano sbarca su Instagram con l’account @corrieremilano.

La Casa Bianca sceglie i giornalisti che seguiranno Trump

Karoline Leavitt

La Casa Bianca ha annunciato un cambiamento significativo nella gestione dell’accesso dei giornalisti agli eventi presidenziali, rompendo con una tradizione consolidata. La portavoce Karoline Leavitt ha dichiarato che l’amministrazione Trump selezionerà manualmente quali organi di informazione potranno far parte del pool giornaliero, un piccolo gruppo di reporter che segue il presidente. Questa decisione segna una svolta rispetto al passato, quando la selezione era gestita in autonomia dalla White House Correspondents’ Association (WHCA), l’organizzazione che rappresenta i media accreditati presso la Casa Bianca. Tradizionalmente, il sistema del pool giornalistico garantisce che le dichiarazioni e le attività del presidente siano documentate in modo imparziale e distribuite a un pubblico più ampio, comprendente numerosi organi di stampa. Il pool è spesso composto da giornalisti di organizzazioni come CNN, Reuters, The Associated Press, ABC News, Fox News e The New York Times. La nuova politica annunciata dalla Casa Bianca mira invece a includere i nuovi media, come piattaforme digitali, servizi di streaming e podcast, ampliando il bacino di chi può accedere alle conferenze e agli eventi ufficiali. La decisione ha scatenato reazioni immediate da parte della WHCA, che ha condannato l’iniziativa con una dichiarazione ferma. Il presidente dell’associazione, Eugene Daniels, ha sottolineato che questa scelta compromette l’indipendenza della stampa e potrebbe permettere al governo di selezionare arbitrariamente i giornalisti che seguono il presidente. Secondo Daniels, in una democrazia i leader non dovrebbero avere il potere di decidere chi può documentare le loro attività. L’WHCA ha inoltre affermato di non essere stata informata preventivamente di questa modifica e ha ribadito il proprio impegno nel garantire trasparenza e accesso equo a tutti i media. Nonostante le critiche, l’amministrazione Trump ha già introdotto alcuni cambiamenti nella disposizione della sala stampa, includendo posti riservati a testate emergenti e figure vicine alla presidenza. Resta da vedere come verrà applicato concretamente il nuovo sistema e quali saranno i criteri di selezione adottati dalla Casa Bianca. La Leavitt ha affermato che il nuovo approccio restituirà “il potere al popolo americano”, suggerendo che l’intenzione dell’amministrazione sia quella di ampliare le voci rappresentate nelle conferenze presidenziali. Tuttavia, la questione solleva interrogativi sull’imparzialità dell’accesso e sulle possibili ripercussioni per la libertà di stampa negli Stati Uniti. (In foto, Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca, parla ai giornalisti nella sala stampa)

Citynews espande Dossier in sette nuove città. Dal 18 marzo contenuti per abbonati

Firenzetoday, Dossier Citynews

La sezione premium Dossier di Citynews amplia la sua presenza, raggiungendo nuove città oltre a Bologna, Forlì, Ravenna, Rimini e Monza. Da oggi, anche i lettori di Genova, Udine, Trieste, Firenze, Bari, Foggia e Pescara potranno accedere a questa innovativa area dedicata all’inchiesta giornalistica. Come per le prime edizioni, l’accesso sarà inizialmente gratuito previa registrazione, ma dal 18 marzo i contenuti saranno riservati agli abbonati. Citynews si distingue da anni per un’informazione accurata e tempestiva a livello nazionale, e con Dossier rafforza ulteriormente il suo impegno nella produzione di contenuti approfonditi e di qualità. Secondo Luca Lani, CEO di Citynews, il flusso costante di informazioni odierno rende cruciale il ruolo dell’approfondimento giornalistico, consolidando il rapporto di fiducia tra lettori e redazioni. Per sostenere l’evoluzione di Dossier, Citynews ha potenziato le proprie redazioni con team specializzati nell’inchiesta e nell’analisi dei fatti. La sezione offrirà reportage esclusivi e approfondimenti inediti, garantendo agli abbonati un’esperienza di lettura senza pubblicità su tutto il network.

NewsGuard: 302 fake news in tre anni di guerra in Ucraina

Fake news

A tre anni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, la disinformazione ha assunto proporzioni sempre maggiori, con la diffusione di 302 fake news su oltre 500 piattaforme. Questo fenomeno è stato accompagnato da un crescente utilizzo dell’intelligenza artificiale, che ha reso le notizie manipolate ancora più convincenti. Secondo il monitoraggio di NewsGuard, il database Misinformation Fingerprints ha registrato un’evoluzione nelle tattiche di propaganda. Nei primi mesi di guerra, la narrazione della propaganda russa si concentrava sull’accusa di una presunta diffusione del nazismo in Ucraina. Col passare del tempo, però, la strategia si è spostata su altri temi, come la corruzione del governo ucraino, il presunto calo del sostegno politico a Zelensky e l’inefficacia dell’aiuto economico occidentale destinato al Paese. Dal febbraio 2022, le modalità di diffusione della disinformazione si sono trasformate, evidenziando una crescita nell’impiego dell’intelligenza artificiale. Nel primo anno di conflitto, NewsGuard ha smentito 112 fake news, di cui solo una generata da AI. Nel secondo anno, il numero è sceso a 71, con cinque casi di manipolazione artificiale, mentre nel terzo anno sono state individuate 119 notizie false, con 16 episodi di contenuti creati attraverso AI. Uno dei primi deepfake scoperti nel marzo 2022 mostrava un discorso falsificato di Zelensky, nel quale il presidente esortava gli ucraini alla resa. Inoltre, l’intelligenza artificiale è stata impiegata da fonti filo-Cremlino per creare articoli fasulli attribuiti a testate internazionali come BBC, CNN e Bloomberg News, con l’obiettivo di diffondere notizie ingannevoli. Dal 2022 a oggi, NewsGuard ha identificato 44 narrazioni false diffuse da siti che imitavano fonti autorevoli, 24 delle quali emerse nell’ultimo anno. La crescente sofisticazione dell’intelligenza artificiale nella disinformazione rende sempre più difficile distinguere tra verità e manipolazione, condizionando la percezione del conflitto in Ucraina.