Riforma Ordine dei Giornalisti: più pubblicisti nei Consigli. Costante (Fnsi): “è un gioco di potere”

La Commissione Cultura della Camera dei deputati ha adottato mercoledì 9 aprile 2025 come testo base per la riforma dell’Ordine dei giornalisti una proposta di legge presentata da Fratelli d’Italia, con Andrea Mascaretti come primo firmatario. La proposta, selezionata tra diversi disegni di legge che miravano alla semplificazione del sistema elettorale, introduce modifiche anche alla composizione del Consiglio nazionale dell’Ordine e dei Consigli regionali. Attualmente il Consiglio nazionale è composto da 40 giornalisti professionisti e 20 pubblicisti; la nuova composizione prevista dal testo base porterebbe i professionisti a 36 e i pubblicisti a 26. Cambia anche la composizione dei Consigli regionali: oggi formati da sei professionisti e tre pubblicisti, passerebbero a cinque professionisti e quattro pubblicisti. Il testo stabilisce inoltre che la durata del mandato per i consiglieri regionali e nazionali, così come per i revisori dei conti, venga estesa da tre a quattro anni. Viene introdotto un limite al numero di mandati consecutivi per i membri dei Consigli e un massimo di due mandati non consecutivi per i revisori. Per quanto riguarda le elezioni, la proposta prevede un sistema riformato con una sola tornata elettorale e l’introduzione della doppia preferenza di genere, sostituendo l’attuale sistema articolato in tre turni. La proposta di Fdi, che ora passerà alla fase di esame degli emendamenti, è l’unica tra quelle finora discusse in Commissione ad affrontare sia la riforma del sistema elettorale sia la rappresentanza dei pubblicisti negli organi dell’Ordine. A margine dell’adozione del testo base, è intervenuta la segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante, attraverso una nota ufficiale. Costante ha ricordato come, secondo la legge n. 69 del 1963, i giornalisti pubblicisti sono tali pur esercitando un’altra professione prevalente e ha osservato che l’Ordine non è composto esclusivamente da giornalisti professionisti, ma anche da soggetti con altri impieghi, quali insegnanti, avvocati, ferrovieri, ingegneri e altre categorie. Nella nota si evidenzia che i principali problemi dell’informazione in Italia non risiederebbero nella proporzione tra pubblicisti e professionisti, ma in fattori quali l’elevato numero di iscritti all’Albo, con oltre 100mila membri, di cui meno del 40% attivi come giornalisti con posizione previdenziale aperta. La segretaria della Fnsi ha inoltre fatto riferimento alla mancanza di norme sull’intelligenza artificiale, al sottofinanziamento del settore, alla sottoccupazione e al ruolo dominante delle grandi piattaforme digitali. Costante ha infine definito la proposta un tentativo di redistribuzione interna del potere all’interno dell’Ordine. (in foto, Alessandra Costante, segretaria generale Fnsi)
Una nuova Press Card per i giornalisti: ecco il progetto

Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha avviato una collaborazione con l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato per sviluppare un nuovo tesserino per giornalisti, trasformandolo in una moderna Press Card. Questa iniziativa rappresenta un’opportunità significativa per semplificare e rendere più sicura la gestione del documento di iscrizione all’Ordine professionale, garantendo al contempo elevati standard di sicurezza. Il formato preliminare della Card prevede l’integrazione di caratteristiche anticontraffazione, simili a quelle adottate nei documenti di riconoscimento ufficiali. Il progetto, già delineato in una prima bozza, potrebbe in futuro essere incluso nell’IT-Wallet, il portafoglio digitale promosso dall’Istituto Poligrafico in collaborazione con PagoPa e sotto il coordinamento del Dipartimento per la Trasformazione Digitale. Un aspetto rilevante della nuova Press Card è l’introduzione della scritta PRESS, che consentirà di identificare immediatamente i giornalisti italiani, garantendo maggiore sicurezza soprattutto in contesti sensibili e in scenari internazionali. Questo elemento contribuirà a migliorare la tutela dei professionisti dell’informazione, riconoscendone il ruolo in situazioni critiche. Per dare avvio al progetto, il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, e il vicepresidente, Angelo Baiguini, hanno incontrato l’amministratore delegato dell’Istituto Poligrafico, Francesco Soro. Durante l’incontro, le parti hanno concordato sull’importanza del progetto, ritenendolo un passo avanti nell’innovazione delle procedure dell’Ordine e un’esperienza utile anche per altre categorie professionali regolamentate. Nelle prossime settimane, l’Istituto Poligrafico presenterà una serie di proposte grafiche per la nuova Press Card, sviluppate in base alle indicazioni fornite dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. (In foto, i primi bozzetti-pilota per la Press Card)
Elezioni OdG Lombardia: chi può votare e come farlo

Gli iscritti all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia sono chiamati a partecipare alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale, del Collegio dei revisori dei conti e dei consiglieri nazionali. Le operazioni di voto si svolgeranno secondo le disposizioni della legge 3 febbraio 1963 n. 69 e del Dpr 4 febbraio 1965 n. 115. Sono convocati i professionisti e i pubblicisti iscritti all’Albo per esprimere le proprie preferenze. Le votazioni si terranno in due modalità: telematica e in presenza. La prima convocazione è fissata per mercoledì 12 marzo e giovedì 13 marzo 2025 (voto telematico, ore 10:00-20:00) e domenica 16 marzo 2025 (voto in presenza, ore 10:00-18:00) presso la sede dell’Ordine in via Antonio da Recanate 1, Milano. Se non si raggiunge il quorum, la seconda convocazione avrà luogo il 19 e 20 marzo 2025 per il voto telematico e il 23 marzo 2025 per il voto in presenza presso The Westin Palace Hotel in Piazza della Repubblica 20, Milano. Gli iscritti dovranno eleggere 6 professionisti e 3 pubblicisti per il Consiglio regionale, 2 professionisti e 1 pubblicista per il Collegio dei revisori dei conti e 8 professionisti e 1 pubblicista per il Consiglio nazionale. Il voto in presenza avverrà su schede cartacee ritirabili al seggio, mentre per il voto telematico sarà necessario seguire le istruzioni fornite. I professionisti possono votare solo per i professionisti e i pubblicisti solo per i pubblicisti. Se nessun candidato ottiene la maggioranza assoluta, si procederà con un ballottaggio nelle giornate di 2 e 3 aprile 2025 (telematico) e 6 aprile 2025 (in presenza) presso The Westin Palace Hotel. Le operazioni di scrutinio saranno pubbliche. Per essere eleggibili, i candidati devono essere iscritti all’Albo da almeno 5 anni. Gli elettori devono essere in regola con il pagamento delle quote annuali e possedere una PEC registrata presso l’Ordine. Chi non è in regola potrà sanare la propria posizione prima del voto. L’identità degli elettori sarà verificata mediante tessera professionale, documento di identità o riconoscimento da parte di un componente del seggio. Per il voto telematico, accessibile tramite SPID o CIE, l’elettore dovrà confermare la propria identità e seguire la procedura guidata. Il sistema consentirà di digitare le prime lettere del nominativo desiderato, selezionare i candidati e scaricare la ricevuta di voto. Chi vota online non potrà esprimere il proprio voto in presenza. Aggiornamenti e istruzioni dettagliate saranno disponibili nella sezione “Speciale elezioni 2025” del sito ufficiale www.odg.it.
Spionaggio sui giornalisti: Fnsi e Odg denunciano il caso Paragon

La Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Ordine nazionale dei giornalisti hanno presentato una denuncia contro ignoti alla Procura di Roma per fare luce sullo spionaggio ai danni di giornalisti tramite lo spyware Graphite di Paragon. L’iniziativa, annunciata in conferenza stampa il 19 febbraio 2025, vuole ottenere risposte su chi abbia autorizzato l’uso di questa tecnologia e con quale finalità. La segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante, ha sottolineato come questa vicenda rappresenti una violazione del codice penale e della Costituzione, che sancisce la libertà di stampa. Al suo fianco erano presenti il presidente della Fnsi Vittorio di Trapani, il presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli, la segretaria del Cnog Paola Spadari e l’avvocato Giulio Vasaturo, che fornisce supporto legale. Bartoli ha denunciato l’assenza di chiarezza da parte del governo, che dopo venti giorni di silenzi e versioni contrastanti non ha ancora fornito risposte adeguate. Ha ricordato che Graphite non è un software accessibile a chiunque, ma viene utilizzato solo da soggetti specifici. Mancano ancora due elementi fondamentali per ricostruire il caso: chi ha effettuato lo spionaggio e perché. Di Trapani ha ribadito l’urgenza di ottenere risposte e ha escluso la possibilità di invocare il segreto di Stato per vicende che riguardano la libertà di informazione. Ha inoltre evidenziato che l’Unione Europea, con il Media Freedom Act, vieta la sorveglianza sui giornalisti, tutelando il diritto all’informazione dei cittadini. L’inchiesta ha coinvolto anche Luca Casarini, capomissione di Mediterranea Saving Humans, il cui telefono è stato attaccato da Graphite già nel febbraio 2024. La Ong ha rivelato che l’operazione era parte di una strategia di sorveglianza più ampia, condotta con tecniche di social engineering per colpire anche persone vicine alla vittima. Citizen Lab, che ha collaborato alle indagini, ha sottolineato la gravità della situazione, avvertendo che un attacco di questa portata implica il coinvolgimento di soggetti governativi. Nel frattempo, il governo italiano ha evitato di rispondere alle interrogazioni parlamentari sul caso, suscitando l’indignazione delle opposizioni. Il sottosegretario Alfredo Mantovano ha dichiarato che sono già state fornite le uniche informazioni divulgabili, ma l’interruzione del contratto tra Paragon e l’Italia solleva dubbi sulla gestione della vicenda. Fnsi e Odg chiedono ora a tutti i giornalisti che hanno ricevuto messaggi sospetti di segnalarli per integrare la denuncia e ampliare l’indagine, con l’obiettivo di garantire trasparenza e difendere i principi democratici. (In foto, un momento della conferenza stampa)
Riforma dell’Ordine: elezioni, quorum e autocandidature

Il dibattito intorno alla riforma dell’Ordine dei Giornalisti si fa sempre più acceso, spinto dalla necessità di garantire un’informazione qualificata, accessibile e in linea con le trasformazioni digitali. Il presidente dell’Ordine, Carlo Bartoli, respinge le critiche definendo questa non una “battaglia corporativa,” ma una questione cruciale per tutelare l’interesse pubblico: “Un giornalismo sano e qualificato giova soprattutto al diritto dei cittadini a essere correttamente informati”. Con l’evoluzione delle tecnologie digitali e delle piattaforme social, l’attività giornalistica si è estesa a canali non convenzionali, sfidando il tradizionale approccio all’informazione. La Cassazione stessa, già quattro anni fa, ha riconosciuto che l’attività giornalistica può essere svolta con ogni mezzo atto a diffondere informazioni, sottolineando come la professione si stia adattando a nuovi linguaggi e tecnologie. Tuttavia, l’ampliamento dei canali d’informazione ha messo in luce problemi di privacy e il rischio di un accesso troppo “facile” alla professione, specie per i pubblicisti. Il regime particolare di cui godono i giornalisti in merito alla riservatezza e la possibilità di accedere ad archivi richiedono oggi un controllo più rigoroso sugli ingressi nell’albo, per garantire che chi accede alla professione rispetti standard etici e deontologici. L’Ordine ha già approvato varie proposte di riforma, che includono modifiche al regolamento elettorale. In Parlamento, sono state presentate tre proposte di legge sull’argomento, supportate dai deputati Valentina Grippo, Giorgio Mulè e Ubaldo Pagano. Lo scorso ottobre, Bartoli aveva ottenuto un impegno per accelerare il processo, ma a oggi le riforme restano bloccate, e si prospetta l’obbligo di convocare le elezioni entro i termini, già prorogati, senza modifiche. Le riforme mirano a semplificare il processo elettorale eliminando i quorum che richiedono attualmente un’elevata partecipazione, limitando il voto a un solo turno e consentendo autocandidature tramite PEC. Tra le novità proposte, la PdL Grippo prevede anche l’opzione di votazione telematica, agevolando la partecipazione. Tra le modifiche ipotizzate dall’Ordine, si propone di istituire una laurea magistrale in giornalismo come requisito di accesso alla professione. I pubblicisti, invece, dovranno possedere una laurea di primo livello e seguire un percorso di formazione specifico durante il biennio propedeutico. Il presidente Bartoli insiste sulla necessità di regolamentare l’accesso, richiedendo anche una posizione previdenziale attiva per l’iscrizione. “La vicenda di Carmine Gallo, implicato nello scandalo Equalize, certifica ancora una volta di più che c’è un’emergenza che non si vuol affrontare”, ha dichiarato Bartoli. Un giornalismo qualificato non è solo un interesse professionale, ma una garanzia per la democrazia e per i cittadini.
Costante, FNSI: cercare la verità senza coinvolgersi nei reati altrui

Nel mezzo di un’inchiesta condotta dalla procura di Perugia, tre giornalisti del quotidiano Domani si trovano sotto i riflettori della giustizia. L’accusa? Accesso abusivo e divulgazione di segreti. Tuttavia, la segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante, solleva un punto cruciale: i giornalisti non commettono reati nel pubblicare notizie, anche se queste sono frutto di attività criminali altrui. Il loro compito primario è quello di cercare e verificare i fatti, pubblicando solo notizie autentiche. Costante difende il principio del segreto professionale come fondamentale per la protezione delle fonti giornalistiche. L’inchiesta non dovrebbe compromettere la libertà di stampa né minare la fiducia pubblica nelle istituzioni. I tre giornalisti indagati – Giovanni Tizian, Nello Trocchia e Stefano Vergine – sono accusati di aver svolto il loro lavoro diligentemente, raccogliendo informazioni di interesse pubblico e divulgendole in modo trasparente. Il direttore del Domani, Emiliano Fittipaldi, denuncia un attacco alla libertà di stampa, evidenziando che le indagini sono state avviate dopo un esposto del ministro della Difesa, Guido Crosetto, in risposta a articoli critici sul suo operato. L’inchiesta verte sull’accesso abusivo a dati sensibili relativi alle segnalazioni di operazioni sospette. Mentre diversi individui sono sotto inchiesta, inclusi membri delle forze dell’ordine, i giornalisti sono ora al centro di un dibattito sull’importanza della libertà di stampa e della tutela delle fonti giornalistiche. L’Associazione Stampa Romana e l’Usigrai manifestano solidarietà ai colleghi del Domani, sottolineando che ciò che viene contestato non è la veridicità delle informazioni pubblicate, bensì il modo etico con cui sono state ottenute. L’episodio solleva interrogativi critici sulla situazione della libertà di stampa in Italia e sull’uso della giustizia per limitare il lavoro giornalistico d’inchiesta.
Master in Giornalismo di Bari: proroga iscrizioni al 29 febbraio

Il futuro del giornalismo si trova nel Sud Italia. Il Master in Giornalismo dell’Università di Bari, giunto alla sua 9a edizione, offre l’opportunità unica di accedere all’esame di Stato per diventare giornalisti professionisti. Il panorama del giornalismo sta vivendo una profonda trasformazione, con le sfide della globalizzazione e l’importanza cruciale dell’informazione veritiera. Il Master dell’Università di Bari Aldo Moro per l’annualità 2023-25 è la sola scuola di giornalismo nel Mezzogiorno e nelle Isole italiane che offre una formazione completa e l’accesso all’esame di Stato per diventare giornalisti professionisti. L’obiettivo di questo Master è preparare i futuri giornalisti a competere in un mercato sempre più competitivo e globale, puntando sulla padronanza della lingua inglese, sull’integrazione dei media digitali con i social network e sulla capacità di affrontare le sfide della contemporaneità euro-mediterranea, tra cui il fenomeno migratorio e la lotta contro la disinformazione e la misinformazione. Il Master si distingue per il suo impegno nella formazione di giornalisti multisciplinari, capaci di utilizzare strumenti moderni come l’intelligenza artificiale per svolgere il proprio lavoro in modo efficace. “Il Sud ci fu padre e nostra madre l’Europa” è il claim del Master, un impegno per contrastare la disinformazione in Italia, con particolare attenzione alla copertura mediatica di eventi come quelli a Gaza. L’accesso a questo Master offre una straordinaria opportunità di entrare nel mondo del giornalismo dalla porta principale, fornendo competenze pratiche che difficilmente si possono acquisire altrove. “La più grande opportunità che offre il Master – dice Lino Patruno, direttore delle testate pubblicate – è insegnare a utilizzare tutti gli strumenti del giornalismo moderno: carta stampata, tv, radio, Web. Non c’è altrove una opportunità del genere, un valore aggiunto par chiunque voglia fare questo mestiere”. In un’epoca in cui la disinformazione e le fake news rappresentano una minaccia per la democrazia, il ruolo del giornalista è fondamentale. Il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Puglia, Piero Ricci, sottolinea che il percorso di questo Master è una delle strade più sicure per preparare i professionisti del futuro. Il corpo docente del Master è composto da accademici e giornalisti professionisti con una vasta esperienza nel settore, tra cui Marilù Mastrogiovanni, insegnante di Giornalismo multimediale, Web-doc e Inchiesta web, unica italiana ad aver ricoperto la carica di Presidente del World Press Freedom Prize “Guillermo Cano” dell’UNESCO. Durante il Master, gli studenti hanno l’opportunità di lavorare in una vera press room, producendo un magazine quindicinale, due radio giornali e un telegiornale ogni settimana, oltre a gestire un sito web costantemente aggiornato e le attività sui social network. Un aspetto da non trascurare è il costo accessibile del Master, che offre numerose borse di studio totali e parziali. Con un costo di quattromila euro all’anno per due anni di attività full-time, rappresenta un investimento conveniente rispetto ad altre scuole di giornalismo in Italia. Le iscrizioni sono aperte fino al 29 febbraio 2024, e maggiori informazioni sono disponibili nel bando di ammissione sul sito dell’Università di Bari: https://www.uniba.it/it/didattica/master-universitari/master-i-livello/2023-2024/giornalismo