Nino Rizzo Nervo, una nuova guida per la Gazzetta del Sud

Nino Rizzo Nervo

Dal 30 dicembre 2024, la Gazzetta del Sud accoglie il suo nuovo direttore: Nino Rizzo Nervo. Un passaggio significativo che vede Alessandro Notarstefano lasciare il timone del quotidiano dopo 12 anni e mezzo di intensa e proficua direzione. Non si tratta di un addio, ma di una transizione naturale in una carriera che lo ha visto protagonista per quasi quattro decenni nella Società Editrice Sud (SES Spa), editrice anche del Giornale di Sicilia. Il presidente e direttore editoriale della SES, Lino Morgante, ha dedicato un sentito editoriale in prima pagina per ringraziare Notarstefano del lavoro svolto e augurare buon lavoro al nuovo direttore. Notarstefano, assunto dalla SES il 5 novembre 1984, ha scalato le gerarchie redazionali fino a raggiungere la direzione, su indicazione del compianto Nino Calarco, storico direttore del giornale. Morgante ha ricordato con affetto i tanti anni condivisi, descrivendo una collaborazione caratterizzata da passione, confronto e determinazione. “Abbiamo sempre guardato all’interesse del ‘nostro’ giornale”, ha scritto Morgante, sottolineando anche il ruolo di Notarstefano nella creazione della nuova veste grafica del quotidiano. Dal 31 dicembre, il nome di Nino Rizzo Nervo apparirà in calce alla prima pagina, inaugurando una nuova fase per il giornale. Con questa nomina, la Gazzetta del Sud rinnova il suo impegno a essere una voce autorevole del giornalismo italiano, forte delle sue radici ma aperta a nuove prospettive sotto la guida di un professionista dal curriculum prestigioso. Nino Rizzo Nervo non è nuovo alla Gazzetta del Sud. Fu proprio questo giornale, simbolo del panorama informativo del Meridione, a dargli il primo contratto da praticante giornalista. Laureato in Scienze Politiche presso l’Università di Messina, Rizzo Nervo ha costruito una carriera prestigiosa che lo ha portato a ricoprire ruoli di rilievo nel giornalismo nazionale. È stato direttore di testate iconiche come il TG3, il TGR e il TgLa7 e ha guidato il quotidiano Europa. Non solo giornalismo, ma anche un forte impegno istituzionale: per sette anni è stato membro del Consiglio di amministrazione della Rai, diventando successivamente presidente della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia. Durante il governo Gentiloni (2017-2018), ha inoltre ricoperto il ruolo di Vice Segretario Generale della Presidenza del Consiglio, con delega sull’informazione e la comunicazione.

Stop critiche a Trump: polemica al Los Angeles Times

Patrick Soon-Shiong

Una nuova controversia coinvolge il Los Angeles Times e il suo proprietario, il miliardario del settore biotecnologico Patrick Soon-Shiong. Secondo quanto riportato dal Guardian, Soon-Shiong avrebbe chiesto al comitato editoriale del giornale di “prendersi una pausa” dallo scrivere su Donald Trump, introducendo al contempo una serie di restrizioni che hanno sollevato preoccupazioni interne riguardo all’indipendenza editoriale della testata. L’intervento di Soon-Shiong non è un caso isolato: già lo scorso autunno, durante la campagna presidenziale, aveva impedito al comitato editoriale del Los Angeles Times di pubblicare un endorsement a favore di Kamala Harris. La decisione aveva generato profonde spaccature, causando un’ondata di dimissioni nel comitato editoriale e la perdita di migliaia di abbonamenti da parte dei lettori. Spiegando la sua scelta, Soon-Shiong aveva affermato di temere che sostenere un candidato avrebbe soltanto alimentato ulteriormente le divisioni negli Stati Uniti. Nei mesi successivi, il miliardario ha espresso ulteriori preoccupazioni sul tono e l’indirizzo editoriale del giornale, lamentando il rischio che il Los Angeles Times si trasformasse in una “camera dell’eco”, troppo spostata verso sinistra. Soon-Shiong ha quindi dichiarato l’intenzione di rendere il giornale più “equo ed equilibrato” e di intervenire direttamente per ottenere un maggiore bilanciamento nelle opinioni pubblicate. Secondo quanto riportato, l’editore avrebbe chiesto di pubblicare eventuali editoriali critici su Donald Trump soltanto se accompagnati da un altro pezzo che presentasse un punto di vista opposto. Tale decisione, secondo un promemoria interno redatto dai membri della sezione Opinioni e reso pubblico dal giornalista Oliver Darcy nella newsletter Status, ha causato il blocco o il ritardo a tempo indefinito di diversi editoriali che erano già stati scritti ma non ancora pubblicati. Inoltre, Soon-Shiong avrebbe richiesto ai redattori di inviargli il testo completo di ogni editoriale e il nome dell’autore prima della pubblicazione. Questo controllo preventivo, secondo lo staff, ha generato preoccupazioni riguardo alla capacità del comitato editoriale di lavorare in autonomia, senza il timore di possibili ritorsioni. Nella nota interna, il personale del Los Angeles Times ha ribadito l’impegno a mantenere saldi i valori fondamentali del giornalismo, sottolineando il dovere di essere trasparenti con il pubblico e di agire sempre nel suo interesse. Gli autori del documento hanno inoltre richiamato la politica etica del giornale, secondo cui la priorità principale deve essere quella di proteggere “l’integrità del Times”. Parallelamente, Soon-Shiong ha annunciato l’intenzione di implementare un sistema basato sull’intelligenza artificiale per misurare l’imparzialità degli articoli pubblicati dal giornale. Questo cosiddetto “misuratore di parzialità” dovrebbe consentire al Los Angeles Times di affrontare meglio le critiche sulla propria linea editoriale e di garantire un approccio più bilanciato. In un’intervista, il miliardario ha dichiarato che la sopravvivenza della testata dipende dalla capacità di ampliare il proprio pubblico e attrarre lettori con orientamenti e sensibilità diverse. Patrick Soon-Shiong, che ha acquistato il Los Angeles Times nel 2018 per 500 milioni di dollari, ha affermato di aver investito quasi 1 miliardo di dollari nella testata per garantirne la sopravvivenza in un panorama mediatico in continua evoluzione. Nonostante gli sforzi economici, il giornale ha vissuto un anno particolarmente difficile: nei mesi scorsi, il direttore esecutivo Kevin Merida si è dimesso e circa il 20% del personale della redazione è stato licenziato, segnando un periodo di forte instabilità. In risposta alla lettera del personale che ha sollevato i dubbi sull’indipendenza editoriale, la dirigenza del Los Angeles Times ha dichiarato al Guardian di star attualmente esaminando le preoccupazioni espresse dallo staff. La crescente influenza di Patrick Soon-Shiong sulle decisioni editoriali, però, ha inevitabilmente aperto un dibattito più ampio sull’equilibrio tra proprietà privata di una testata giornalistica e il rispetto della sua autonomia e imparzialità. (In foto, Patrick Soon-Shiong)

Il Messaggero celebra il Giubileo con un videomapping

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Dal 18 dicembre 2024, in occasione delle festività natalizie, Il Messaggero darà il via al Giubileo 2025 con un evento speciale che unisce tradizione e innovazione: un suggestivo videomapping sulla facciata storica del palazzo di via del Tritone. L’installazione, realizzata in collaborazione con Enel, trasformerà l’edificio in un grande schermo luminoso per celebrare l’inizio dell’Anno Santo e accompagnare i cittadini nelle festività natalizie. L’inaugurazione ufficiale avverrà domani all’imbrunire, con l’Amministratore Delegato de Il Messaggero, Azzurra Caltagirone, che darà il via all’animazione progettata da Enel. Sulla facciata del palazzo, saranno proiettate le pagine storiche del quotidiano, che raccontano eventi e momenti chiave della storia italiana e mondiale dell’ultimo secolo e mezzo. Le immagini scelte includono fotografie storiche e articoli iconici, come quelli che documentano la visita di Papa Francesco a via del Tritone. L’evento vedrà anche la partecipazione di illustri ospiti, tra cui Monsignor Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e delegato del Papa per il Giubileo, Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero per la Comunicazione, e Andrea Tornielli, Direttore Editoriale de Il Messaggero. Le proiezioni luminose, che arricchiranno l’atmosfera natalizia, accompagneranno cittadini e turisti nelle loro passeggiate per lo shopping natalizio. Le luci e i colori dell’installazione daranno vita alla facciata del palazzo e abbelliranno il centro di Roma per tutta la durata delle festività, creando un ambiente magico. Un ulteriore elemento di innovazione è il QR code che verrà proiettato, permettendo ai visitatori di accedere in tempo reale alla home page de ilmessaggero.it. Grazie al supporto di Enel e alla collaborazione progettuale di Enel X, l’installazione potrà sfruttare una nuova illuminazione a radenza colorata. Questo sistema innovativo evidenzierà i dettagli architettonici del palazzo, come la tettoia monumentale e i balconi, creando un’atmosfera immersiva che catturerà l’attenzione di chiunque si trovi nelle vicinanze.

IFJ: 104 giornalisti uccisi e 520 incarcerati nel 2024

IFJ reporter uccisi e in carcere

In occasione della Giornata internazionale dei diritti umani, la Federazione internazionale dei giornalisti (IFJ) ha lanciato un allarme globale: la situazione dei giornalisti resta drammatica. Nonostante un lieve calo dei morti rispetto al 2023, oltre 100 operatori dei media hanno perso la vita nel 2024, mentre cresce vertiginosamente il numero di giornalisti incarcerati. Secondo i dati diffusi dall’IFJ, aggiornati al 10 dicembre, sono 104 i reporter uccisi dall’inizio dell’anno. Sebbene inferiore rispetto ai 129 decessi registrati nel 2023, il bilancio resta tragico. Il segretario generale dell’IFJ, Anthony Bellanger, ha descritto il 2024 come “un anno particolarmente mortale“, puntando il dito contro il conflitto in Palestina, dove hanno perso la vita 55 giornalisti palestinesi. “Dal 7 ottobre 2023, il numero di professionisti dei media palestinesi uccisi ha raggiunto quota 138, rendendo la regione una delle più pericolose nella storia del giornalismo moderno“, ha dichiarato Bellanger. Aree più pericolose per i giornalisti Oltre al Medio Oriente, altre regioni emergono come luoghi ad alto rischio per i giornalisti. L’area Asia-Pacifico si colloca al secondo posto con 20 morti, distribuiti tra Pakistan (6), Bangladesh (5), India (3) e Myanmar/Birmania (3). Indonesia e Kazakistan registrano un decesso ciascuno. In Europa, la guerra in Ucraina ha provocato 4 morti nel 2024, un numero stabile rispetto all’anno precedente ma drasticamente ridotto rispetto ai 13 decessi del 2022. L’Africa conta 8 giornalisti uccisi: il Sudan spicca con 5 morti, seguito da Somalia (2) e Ciad (1). Nonostante un lieve calo, la situazione resta critica. Anche in America Latina si registra una diminuzione. Da regione altamente pericolosa prima della guerra a Gaza, nel 2024 si segnalano 6 decessi, invariati rispetto al 2023 ma significativamente inferiori ai 30 del 2022. Tra le vittime si contano 5 giornalisti messicani e 1 colombiano. Il record negativo dei giornalisti incarcerati Accanto ai dati sulle morti, l’IFJ evidenzia un dato altrettanto allarmante: il numero di giornalisti incarcerati nel mondo ha raggiunto livelli record. Al 10 dicembre 2024, sono 520 i professionisti dei media detenuti, contro i 427 del 2023 e i 375 del 2022. La Cina, inclusa Hong Kong, si conferma “la più grande prigione al mondo per giornalisti”, con 135 detenuti. Questo dato sottolinea le sfide enormi che la libertà di stampa affronta in un contesto globale segnato dall’ascesa di regimi autoritari. Appello dell’IFJ per una maggiore protezione Durante la celebrazione della Giornata internazionale dei diritti umani, l’IFJ ha ribadito la necessità di misure concrete per proteggere i giornalisti. “Queste cifre dimostrano quanto sia fragile la libertà di stampa“, ha affermato Anthony Bellanger, sollecitando le Nazioni Unite ad adottare una convenzione vincolante sulla sicurezza dei giornalisti. La richiesta è chiara: garantire protezione e giustizia per chi rischia la vita per informare il pubblico.

Accordo salva-lavoro: niente licenziamenti alla Gazzetta

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Il Comitato di Redazione (Cdr) della Gazzetta del Mezzogiorno ha firmato, presso la sede Sepac della Regione Puglia, un accordo con Edime, società editrice del giornale. L’intesa permette il proseguimento della cassa integrazione in deroga per 11 giornalisti coinvolti nella procedura di licenziamento collettivo regolata dalla legge 223. Grazie a questo nuovo accordo, per il secondo anno consecutivo, è stato evitato il licenziamento di collaboratori e giornalisti appartenenti alle redazioni provinciali, chiuse dall’editore il 1° gennaio 2024. Questo risultato giunge al termine di una lunga vertenza iniziata nel 2023: il bilancio dei licenziamenti, originariamente fissato a 46 unità nel piano industriale, oggi è pari a zero. Il risultato è stato reso possibile dagli accordi raggiunti con Assostampa Puglia e Fnsi nel dicembre 2023, che hanno evitato una “macelleria sociale” nelle regioni Puglia e Basilicata. Nessun giornalista è rimasto senza lavoro, nonostante le difficoltà attraversate da un giornale che ha conosciuto il fallimento nel 2020 e la rinascita nel 2022. Oggi, nel 2024, grazie anche all’aumento delle vendite, la Gazzetta del Mezzogiorno è tornata ad essere un giornale competitivo e solido. Il nuovo accordo ha portato al ritiro definitivo della procedura di licenziamento, grazie all’impegno e alla responsabilità del Cdr, unico firmatario. La richiesta di applicare la cassa integrazione a rotazione su tutti i giornalisti della redazione centrale è stata più volte presentata dal Cdr, ma sempre respinta dall’azienda. Nonostante le difficoltà, i giornalisti rimasti in servizio presso la redazione di Bari hanno lavorato con dedizione, mantenendo alta la qualità dell’informazione e il prestigio della testata nelle due regioni. Il percorso della Gazzetta del Mezzogiorno negli ultimi anni rappresenta uno dei capitoli più difficili della sua storia: dal fallimento alla chiusura delle pubblicazioni, fino alla rinascita. Questi sacrifici, sia da parte di chi è rimasto che di chi ha dovuto lasciare, dimostrano che il giornale ha saputo attraversare un momento storico drammatico, mantenendo viva la sua missione editoriale. Oggi, la Gazzetta è un giornale vivo, autorevole e competitivo. Grazie al lavoro di tutti i suoi dipendenti, il quotidiano guarda con fiducia al futuro, mantenendo il suo ruolo di riferimento nel panorama informativo della Puglia e della Basilicata.

The Guardian vende The Observer a Tortoise Media

The Observer

La storica collaborazione tra il The Guardian e il The Observer giunge al termine con la cessione del celebre domenicale a Tortoise Media, una giovane realtà del giornalismo digitale. L’annuncio, avvenuto pochi giorni dopo uno sciopero di due giorni dei giornalisti del Guardian Media Group (GMG), ha sollevato accese polemiche sul futuro della testata e sulla direzione del gruppo editoriale. La vendita prevede che lo Scott Trust, proprietario del The Guardian, diventi uno dei principali azionisti di Tortoise Media grazie a un investimento di 25 milioni di sterline destinati a progetti per il rilancio del The Observer nei prossimi cinque anni. Come parte dell’accordo, lo Scott Trust avrà un posto nel consiglio di amministrazione di Tortoise, presieduto da Matthew Barzun, ex ambasciatore degli Stati Uniti nel Regno Unito. Fondato nel 1791, il The Observer è il più antico quotidiano domenicale del mondo. Questa è la prima volta che cambia proprietà dal 1993, quando venne acquistato dal GMG. La vendita segna una svolta storica per il panorama mediatico britannico e per lo stesso Observer, che dovrà affrontare un profondo processo di trasformazione sotto la guida di Tortoise Media. La decisione di vendere il The Observer è stata fortemente contestata dai giornalisti del GMG, che hanno indetto uno sciopero il 4 e 5 dicembre, la prima protesta di questo genere in oltre 50 anni. Il sindacato dei giornalisti britannici, National Union of Journalists (NUJ), ha definito la vendita un “tradimento” della missione dello Scott Trust di proteggere l’indipendenza editoriale del gruppo. Secondo il NUJ, la cessione del settimanale a un’azienda così giovane e digitale come Tortoise Media potrebbe mettere a rischio la sua tradizione giornalistica e il suo impegno verso il giornalismo progressista. Tuttavia, Tortoise ha dichiarato di voler onorare l’eredità del The Observer, garantendo il rispetto dei termini contrattuali esistenti per i dipendenti e offrendo la possibilità di licenziamenti volontari con incentivi migliorati. James Harding, co-fondatore di Tortoise Media ed ex direttore della BBC, si è detto “onorato ed entusiasta” della sfida di rinnovare il The Observer. La testata verrà rilanciata con l’obiettivo di amplificarne la voce progressista e di adattarla alle nuove esigenze del giornalismo digitale. Nonostante le rassicurazioni, molti osservatori si interrogano sulla sostenibilità del progetto e sul destino di una delle testate più iconiche del Regno Unito. Alcuni potenziali acquirenti rivali, tra cui l’imprenditore ecologista Dale Vince, avevano espresso interesse per il The Observer, ma l’accordo con Tortoise sembra ormai definitivo e verrà formalizzato nei prossimi giorni.

ItaliaOggi rinnova il sito con Baglio come vicedirettore al digitale

ItaliaOggi nuovo sito

ItaliaOggi, storico quotidiano economico-finanziario di Class Editori, ha lanciato una nuova versione del suo sito, puntando su un’offerta digitale completamente rinnovata. Tra le novità spiccano formati editoriali innovativi, contenuti multimediali – incluse infografiche, video tutorial, podcast – e una navigazione ottimizzata per il mobile. A guidare questa trasformazione è stato nominato Giorgio Baglio, nuovo vicedirettore con delega al digitale. Baglio porta con sé un’esperienza consolidata nell’informazione digitale, maturata presso l’AGI e upday, la piattaforma di notizie del gruppo Axel Springer. “Abbiamo una piattaforma tecnologica all’avanguardia che può rendere i contenuti ancora più fruibili, sia per i professionisti sia per il pubblico generalista. Profondità e chiarezza continueranno a essere il tratto distintivo della nostra informazione anche online”, commenta Pierluigi Magnaschi, direttore di ItaliaOggi. Il sito adotta un modello di business freemium con tre livelli. L’offerta premium, riservata agli abbonati, include l’edizione digitale, la nuova Banca dati normativa – sviluppata con XLiGO – e l’accesso a un vasto archivio storico. La versione base mira invece a coinvolgere i lettori più giovani con linguaggi diretti e contenuti dinamici. La nuova home page organizza le notizie per aree tematiche, spaziando da diritto e fisco a settori come marketing ed enti locali. Inoltre, il sito ospiterà approfondimenti e contenuti esclusivi, arricchendo l’offerta editoriale rispetto alla versione cartacea. Roberto Bernabò, Chief Digital Development Manager di Class Editori, ha commentato: “il lancio del nuovo sito di ItaliaOggi segna l’inizio di una stagione di grande innovazione. Nei prossimi mesi, il sito sarà arricchito di nuove verticalità che coniugheranno le competenze della redazione con le opportunità offerte da partner come XLiGO e soluzioni di Intelligenza Artificiale.” L’architettura tecnologica è stata curata da Evolution Group, già partner per altri progetti di Class Editori, mentre la pubblicità è gestita da Class Pubblicità. L’obiettivo è triplicare, o addirittura quadruplicare, il traffico del sito entro i prossimi due anni, ampliando i target e proponendo contenuti long form destinati anche alla televisione.

Il Papa risponde ai lettori sul nuovo mensile “Piazza San Pietro”

Mensile Piazza San Pietro

Nasce il nuovo mensile “Piazza San Pietro”, annunciato ufficialmente dal portavoce della Basilica, padre Enzo Fortunato, che ha illustrato anche il piano di comunicazione aggiornato per la Basilica di San Pietro. La rivista, pensata per avvicinare i fedeli alla vita del Vaticano, si propone come uno spazio di dialogo e riflessione. Una delle rubriche centrali del mensile sarà “Risponde Francesco”, dove il Papa risponderà alle lettere inviate dai lettori. Nel primo numero, disponibile a dicembre, il Pontefice si è rivolto a una nonna che si rammarica per la mancata scelta del Battesimo da parte dei genitori della nipotina. Papa Francesco ha risposto con un messaggio di speranza: “Il Battesimo non si può imporre a genitori che non lo vogliono per i loro figli. Voi nonni, tuttavia, con il vostro esempio, potete aprire tanti cuori che sembrano chiusi”. Accanto alla pubblicazione del mensile, il nuovo piano di comunicazione prevede l’installazione di webcam per consentire un raccoglimento spirituale virtuale. Una sarà collocata sulla tomba di San Pietro, permettendo ai fedeli di tutto il mondo di inviare le loro preghiere, mentre un’altra sarà posizionata sulla Porta Santa, per offrire a chi non potrà partecipare fisicamente al Giubileo la possibilità di attraversarla simbolicamente. Le webcam saranno inaugurate il 2 dicembre, in una cerimonia guidata da Papa Francesco. Il progetto include anche un utilizzo strategico dei social network, pensato per rafforzare il legame con i fedeli e condividere informazioni utili. La Basilica punta a creare connessioni profonde con i cristiani di tutto il mondo, utilizzando un linguaggio moderno e accessibile. Inoltre, sarà inaugurata una sala polifunzionale all’interno della Fabbrica di San Pietro, destinata agli incontri con giornalisti e operatori dell’informazione. Con queste iniziative, la Basilica di San Pietro si prepara ad accogliere i fedeli in modo innovativo, rafforzando la sua presenza globale e rendendo il prossimo Giubileo un evento davvero inclusivo.

Rai e immagini: sindacati denunciano condizioni critiche

Telecamera

Il Comitato di redazione della Tgr Sicilia e il coordinamento Cdr della Tgr denunciano le criticità delle politiche Rai sulla produzione di immagini, portando all’attenzione il caso di Francesco Caudullo, operatore aggredito a Piazza Armerina insieme all’inviata Lucia Basso. Caudullo ha dovuto coprire personalmente i danni subiti dalla sua telecamera, accendendo i riflettori sulle problematiche legate alla gestione dei fornitori esterni. Negli ultimi anni, la Rai ha ridotto drasticamente la produzione interna di immagini, affidandosi quasi esclusivamente a fornitori esterni. Questa scelta, secondo i rappresentanti sindacali, ha generato una serie di conseguenze negative, tra cui: Qualità ridotta del prodotto giornalistico. Difficoltà nella verifica delle informazioni e nell’assicurare l’indipendenza editoriale. Limitazioni nel realizzare servizi a causa della scarsa disponibilità di video di qualità accettabile. Durante il recente stato di agitazione del personale della produzione, i disservizi si sono moltiplicati, dimostrando quanto queste scelte possano compromettere il lavoro delle redazioni regionali. Gli operatori esterni sono spesso sottoposti a condizioni di lavoro precarie, senza garanzie in caso di aggressioni o danni. Inoltre, i contratti come fornitori non tutelano né la qualità del prodotto né la dignità lavorativa. Il ritardo nei pagamenti, in alcuni casi fino a sei mesi, aggrava ulteriormente la situazione, minando la fiducia tra Rai e i suoi collaboratori. I rappresentanti sindacali chiedono alla Rai di tornare a investire su risorse interne, adeguatamente retribuite e formate, per garantire qualità, indipendenza e tutela dei lavoratori. In gioco non c’è solo la sostenibilità del lavoro giornalistico, ma anche il diritto all’informazione dei cittadini, pilastro del servizio pubblico.

Repubblica rinnova il sito: una nuova homepage mobile-first

La Repubblica redazione

Da oggi, il sito di Repubblica presenta una veste completamente nuova, pensata per offrire un’esperienza migliore ai lettori che accedono tramite smartphone, oggi la modalità principale per informarsi. Il rinnovamento si basa su tre principi guida: chiarezza, facilità di lettura e gerarchia dei contenuti, per rendere la navigazione più intuitiva e immediata. Il design è stato concepito pensando al telefono come piattaforma centrale. Non si tratta più di un adattamento della versione desktop, ma di una struttura che mette al centro le specificità della lettura mobile. Video verticali, podcast, newsletter e formati interattivi sono stati integrati per rispondere alle esigenze di un pubblico sempre più digitale e dinamico. Una homepage più chiara e organizzata La nuova homepage è suddivisa in sezioni specifiche per distinguere con precisione i diversi tipi di contenuto: Primo Piano, per le notizie principali. Fatti del Giorno, aggiornamenti costanti in tempo reale. Idee, commenti e opinioni. Focus, approfondimenti su temi complessi. Life e Magazine, dedicati a lifestyle e storie fuori dall’attualità. Questa organizzazione riduce il rumore informativo, offrendo ai lettori un’esperienza più ordinata e intuitiva, in cui le informazioni sono facili da trovare e comprendere. Un equilibrio tra velocità e approfondimento Il nuovo sito risponde alle due principali esigenze dell’informazione digitale: aggiornamenti rapidi, con breaking news e dirette live per chi vuole essere sempre informato, e contenuti approfonditi, per chi desidera analisi dettagliate e storie che escono dalla cronaca immediata. Grazie a una griglia grafica rinnovata, ogni contenuto trova il suo spazio ideale, valorizzando sia le notizie brevi che gli approfondimenti complessi. Nuovi strumenti per un’informazione più ricca Il rinnovamento non riguarda solo il design, ma anche i formati proposti. I lettori troveranno una maggiore integrazione di: Video verticali, pensati per gli schermi mobili. Podcast, per approfondimenti da ascoltare in mobilità. Newsletter, per aggiornamenti mirati e personalizzati. Formati interattivi, che arricchiscono l’esperienza di lettura. Questi strumenti permettono a Repubblica di offrire un’informazione completa e adatta ai tempi moderni, rispondendo alle esigenze di milioni di lettori. Il nuovo sito rappresenta un passo avanti nell’offerta giornalistica, consolidando Repubblica come punto di riferimento per l’informazione digitale. Grazie a una navigazione mobile-first e a contenuti diversificati, il quotidiano punta a garantire chiarezza, qualità e innovazione, rispondendo alle sfide di un mondo sempre più connesso.