New York Times, 210.000 nuovi abbonati digitali nel trimestre

The New York Times Company ha annunciato un significativo aumento degli abbonati digitali nel trimestre precedente, con un incremento di 210.000 nuovi iscritti, principalmente utenti che hanno aderito a un pacchetto di servizi che includeva notizie, giochi e copertura sportiva tramite The Athletic. Secondo i dati resi noti mercoledì, il profitto operativo rettificato per il trimestre è stato di $76,1 milioni, segnando un notevole aumento del 40,9 percento rispetto all’anno precedente. Questo incremento è stato attribuito sia all’aumento degli abbonati che a un maggiore ricavo medio per utente. Meredith Kopit Levien, amministratore delegato della Times Company, ha commentato i risultati dichiarando: “Il 2024 è partito alla grande: i nostri risultati riflettono la forza della nostra strategia di essere l’abbonamento essenziale per ogni persona curiosa che cerca di capire e di impegnarsi nel mondo”. Negli ultimi anni, il New York Times ha adottato una strategia volta a incentivare più abbonati a pagare per un pacchetto di servizi che include Wirecutter, una guida alla scelta dei prodotti, e Cooking, un’app che offre agli utenti una vasta libreria di ricette. Aumentando il numero di tali abbonati, il Times mira a espandere il proprio ricavo per utente, un parametro attentamente seguito dagli investitori di Wall Street. L’azienda ha inoltre comunicato di avere circa 10,5 milioni di abbonati complessivi per i suoi prodotti cartacei e digitali alla fine del primo trimestre, registrando un aumento del percentuale rispetto all’anno precedente. Tuttavia, si è osservato un calo del 10 percento degli abbonati alla versione cartacea, che si è attestata a circa 640.000. L’obiettivo dichiarato dell’azienda è di raggiungere 15 milioni di abbonati totali entro la fine del 2027. Nonostante la crescita costante degli abbonati digitali, il Times ha dovuto affrontare una diminuzione del business pubblicitario. Il ricavo complessivo dalla pubblicità è diminuito del 2,4 percento, a $103,7 milioni, rispetto all’anno precedente, con una diminuzione particolarmente marcata della pubblicità cartacea e una riduzione della spesa da parte di aziende dei settori media, intrattenimento e tecnologia. La pubblicità digitale, tuttavia, è aumentata del 2,9 percento, a $63 milioni, grazie anche al maggior ricavo pubblicitario presso The Athletic. L’azienda ha infine rivelato di aver speso $1 milione nel primo trimestre per una causa legale contro Microsoft e OpenAI, citate in giudizio per violazione del copyright. Entrambe le aziende hanno cercato di respingere elementi chiave della causa legale. The Athletic, acquisita dal New York Times nel 2022 per $550 milioni, ha visto un aumento degli abbonati nel primo trimestre del 2024, raggiungendo quota 4,99 milioni di iscritti, con un incremento di circa 1,72 milioni rispetto all’anno precedente. La società ha dichiarato che ciò è stato in parte dovuto a un accordo per concedere in licenza articoli ad Apple per il suo prodotto di notizie.
Guerra a Gaza: NYTimes e Washington Post vincono il Pulitzer

La guerra nella Striscia di Gaza ha fatto irruzione nei prestigiosi Premi Pulitzer, con giornalisti e fotografi degni di lode per la loro copertura avvincente degli eventi che hanno scosso la regione. L’annuncio dei vincitori della 108ª edizione dei Premi Pulitzer, amministrati dalla rinomata Columbia University, è avvenuto in un momento di tensione, con il campus di Morningside Heights ancora chiuso a causa delle proteste studentesche. Il board dei premi si è riunito nella sede dell’Associated Press per celebrare i trionfi del giornalismo e dell’arte. Il New York Times è stato onorato con il premio per il miglior giornalismo internazionale, riconoscendo il coraggio e la dedizione dei suoi reporter che hanno documentato l’attacco di Hamas contro Israele, mettendo in luce il fallimento dell’intelligence israeliana e la vasta risposta militare che ne è seguita. I fotografi della Reuters sono stati altrettanto riconosciuti nella categoria delle “immagini Breaking news“, immortalando con le loro lenti momenti cruciali di questa tragica vicenda. La giuria dei Pulitzer ha deciso di conferire una citazione speciale ai “coraggiosi reporter e operatori dei media” che hanno operato nella Striscia di Gaza, in condizioni estremamente pericolose. La loro determinazione nel raccontare le storie dei palestinesi e degli altri abitanti di Gaza, nonostante il rischio per la propria vita, è stata elogiata come un esempio di giornalismo eroico. Il Washington Post si è distinto con tre prestigiosi premi. Uno per l’inchiesta sull’impatto politico e culturale del fucile d’assalto AR-15, un altro per una serie di editoriali che hanno esaminato l’ascesa degli autocrati nel mondo contemporaneo, e infine un riconoscimento speciale al columnist Vladimir Kara-Murza, imprigionato in Russia per accuse di alto tradimento. Durante l’annuncio dei premi, il board del Pulitzer ha anche ribadito il suo appello per la liberazione del giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, trattenuto nelle carceri russe da oltre un anno. Oltre alle vicende internazionali, i premi hanno messo in evidenza temi cruciali come l’immigrazione e la giustizia. Il sito ProPublica è stato premiato per aver svelato le connessioni tra miliardari influenti e il sistema giudiziario, mentre la Reuters ha ricevuto riconoscimenti per il suo lavoro investigativo sulle società di Elon Musk, stimolando inchieste ufficiali sulle pratiche aziendali del magnate sia in Europa che negli Stati Uniti. Un ulteriore riconoscimento è stato attribuito alla scrittrice messicana Cristina Rivera Garza, insignita del Premio Pulitzer al memoir e all’autobiografia per il suo potente racconto “L’invincibile estate di Liliana”, che denuncia il femminicidio della sua sorella avvenuto nel 1990.
Israele “spegne” Al Jazeera

Una mossa che ha destato preoccupazione a livello internazionale. Il gabinetto di guerra del primo ministro Benjamin Netanyahu ha votato all’unanimità per il blocco di tutte le attività di Al Jazeera in Israele. Questo provvedimento, che mira a spegnere una delle poche voci giornalistiche rimaste a Gaza, è stato giustificato dal governo israeliano come una risposta all’”incitamento all’odio” durante il recente conflitto con Hamas. Gli uffici di Al Jazeera in Israele e nei territori occupati saranno chiusi, e tutto il materiale tecnico sarà sequestrato, ad eccezione dei dispositivi utilizzati dai giornalisti per il loro lavoro. Tuttavia, questa decisione è stata fortemente criticata come un attacco alla libertà di stampa e come un tentativo di sopprimere la voce critica dei media indipendenti. Hani Mahmoud, un giornalista di Al Jazeera che lavora a Rafah, ha condannato la mossa definendola “l’ultimo episodio di quella che sembra essere la soppressione di qualsiasi critica a ciò che sta accadendo sul terreno in tutta la Striscia”. Mahmoud ha sottolineato il ruolo di Al Jazeera nel documentare le atrocità e le violazioni dei diritti umani commesse durante il conflitto, e ha descritto il divieto come un tentativo disperato di impedire una copertura equa della situazione sul campo. Al Jazeera ha pagato un prezzo terribile per il suo lavoro giornalistico in Medio Oriente. Il suo quartier generale a Gaza è stato distrutto da un bombardamento israeliano, che ha causato la morte e il ferimento di molti giornalisti. Walid Omary, capo della redazione di Gerusalemme, ha ricordato che gli attacchi contro Al Jazeera non sono una novità, con numerosi episodi di intimidazioni e violenze nei confronti dei suoi reporter. LA CONDANNA DI AL JAZEERA Il governo israeliano ha votato all’unanimità per chiudere le operazioni di Al Jazeera in Israele, una mossa che ha scatenato una forte condanna da parte della rete mediatica. Al Jazeera Media Network ha definito la decisione un “atto criminale” e ha accusato Israele di violare il diritto internazionale e umanitario. La rete ha emesso una dura dichiarazione, condannando fermamente la chiusura delle sue operazioni e sottolineando il suo impegno nel fornire notizie e informazioni al pubblico globale. Questa decisione del governo israeliano è stata presa poco dopo che il parlamento del paese ha approvato una legge che consente la chiusura temporanea delle emittenti straniere considerate una minaccia alla sicurezza nazionale durante il conflitto durato mesi a Gaza. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato la decisione tramite un post su X, affermando che il canale di Al Jazeera è stato chiuso per essere stato considerato “un canale di incitamento“. Il ministro israeliano delle Comunicazioni, Shlomo Karhi, ha dichiarato di aver firmato gli ordini contro Al Jazeera, ordinando il sequestro delle attrezzature di trasmissione utilizzate dalla rete. La chiusura degli uffici di Al Jazeera in Israele ha suscitato reazioni immediate da parte della comunità internazionale e dei difensori della libertà di stampa. Gruppi per la libertà di stampa hanno condannato la mossa definendola “atroce” e “retrograda“, sottolineando che chiudere i media è tipico dei regimi autoritari e non delle democrazie. Al Jazeera ha avuto un ruolo significativo nell’ambito del giornalismo internazionale, specialmente durante il conflitto Israele-Palestina. La rete ha documentato le atrocità e le violazioni dei diritti umani, trasmettendo immagini sconvolgenti degli attacchi aerei e delle sofferenze della popolazione civile.
Interni, nuovo look per i 70 anni

Interni, l’acclamato magazine di interior e contemporary design edito da Mondadori, festeggia il suo settantesimo anniversario con una sorprendente trasformazione. A partire dal numero di maggio, il magazine si presenta con una nuova veste grafica e una ricca aggiunta di contenuti, frutto di un progetto di restyling curato dallo studio Tomo Tomo, guidato dai fondatori Davide Di Gennaro e Luca Pitoni, i nuovi art director della rivista. Le novità sono evidenti: fotografie più ampie, testi più leggibili e una struttura delle sezioni più chiara e lineare. Secondo Di Gennaro e Pitoni, il nuovo design si ispira al concetto di ‘supernormal’ di Jasper Morrison, che ricerca la forma più pura e semplice senza distrazioni dalla funzione. L’obiettivo è quello di creare una cornice visiva che guidi i lettori verso i contenuti, senza sovrastarli ma valorizzandoli al meglio. Ma non è tutto. Interni amplia il proprio spazio con rubriche che si estendono anche verso ambiti scientifici e umanistici, arricchite dai contributi di professionisti provenienti da tutto il mondo che agiranno come reporter su eventi, realizzazioni e figure chiave nel panorama contemporaneo del design. Per accompagnare il lancio del nuovo numero, è prevista una massiccia campagna di comunicazione su scala nazionale, che coinvolgerà i principali quotidiani, le testate specializzate e i punti vendita. Ma le novità non si fermano qui. Interni avrà anche una versione in lingua inglese, che sarà presentata ufficialmente a New York in occasione della NYCxDesign. Questa edizione sarà focalizzata sulla scena creativa americana, evidenziando le relazioni tra l’Italia e gli Stati Uniti e le fruttuose collaborazioni tra designer italiani e aziende statunitensi. La presentazione del nuovo numero sarà il fulcro di una sontuosa serata di gala presso il Consolato Generale d’Italia a New York, con un talk dal titolo ‘Big Italy in New York – Manufacturing value. Inclusiveness, Innovation and Sustainability’. Accanto alla direttrice Bojardi, parteciperanno illustri personalità del mondo del design, dell’architettura e dell’industria. Una distribuzione speciale verrà garantita nei più prestigiosi showroom e flagship store di New York, durante l’ICFF, presso i principali studi di progettazione, le scuole di design e architettura e in selezionati negozi di libri e riviste.
Bresciaoggi: 50 anni di storia e impegno per la comunità bresciana

Il 28 aprile del 1974 segnò un momento epocale per la città e la provincia di Brescia. In quella domenica di primavera, mentre il mondo si muoveva al ritmo dei suoi avvenimenti, un nuovo protagonista fece il suo ingresso nelle edicole locali: Bresciaoggi. Con un’edizione zero già uscita il 11 aprile e un altro numero “01” pubblicato il sabato precedente, il quotidiano iniziò il suo viaggio, diventando presto un punto di riferimento per la comunità bresciana. Da allora, Bresciaoggi è cresciuto e si è evoluto, diventando un vero e proprio patrimonio collettivo. I suoi redattori e collaboratori hanno saputo interpretare i sentimenti e gli stati d’animo dei bresciani, trasformando il giornale in una voce autentica e rappresentativa della città e della sua provincia. Uno dei valori fondanti di Bresciaoggi è sempre stato il suo impegno nel raccontare la verità, senza cedere alla tentazione del sensazionalismo o dei dettagli macabri. Il giornale ha accompagnato la comunità nei momenti più tragici e nelle sfide più difficili, dalla strage di piazza della Loggia all’omicidio di Aldo Moro, dedicando edizioni straordinarie e dando voce al dolore e alla solidarietà dei bresciani. Ma Bresciaoggi non è stato solo testimone dei momenti bui: ha anche celebrato le vittorie e le gioie della comunità, come la liberazione di Roberta Ghidini e Giuseppe Soffiantini, sequestrati per lunghi mesi, o la promozione e la valorizzazione del patrimonio sportivo e culturale della città. L’impegno sociale e civico di Bresciaoggi si è manifestato in molteplici modi nel corso degli anni. Emblematica è stata la prima pagina bianca con il volto di Roberta Ghidini, un gesto di protesta contro la criminalità che ha suscitato un’ampia reazione nell’opinione pubblica e ha contribuito alla mobilitazione per la sua liberazione. Ma l’evoluzione di Bresciaoggi non si è limitata al suo impegno giornalistico: il giornale è stato anche all’avanguardia nel proporre nuove rubriche e sezioni, anticipando i tempi e rispecchiando le esigenze e gli interessi della comunità. Dalla pagina culturale, con firme autorevoli come quella del filosofo Emanuele Severino, alla sezione sull’economia locale, Bresciaoggi ha saputo adattarsi ai cambiamenti e rimanere sempre al passo con i tempi. Cinquant’anni di storia non sono stati privi di sfide e difficoltà, ma Bresciaoggi ha dimostrato di saper affrontare gli ostacoli con coraggio e determinazione. L’autogestione e la cooperativa hanno permesso al giornale di superare i momenti più critici, mentre il sacrificio e l’impegno di redattori, collaboratori e poligrafici hanno contribuito a preservare e rafforzare il legame con la comunità. Nel celebrare il suo cinquantesimo compleanno, Bresciaoggi ringrazia i suoi lettori e la città che lo ha visto nascere e crescere. Ogni giorno, per 18.000 giorni, l’intera redazione ha lavorato con dedizione e passione per portare avanti la missione del giornale: raccontare la storia di Brescia e dei suoi abitanti, dando voce alle loro speranze, alle loro lotte e ai loro successi. La festa di compleanno di Bresciaoggi è quindi anche la festa dei bresciani, un momento per celebrare insieme il passato, il presente e il futuro di un giornale che continua a essere una voce autentica e rappresentativa della città e della sua provincia.
RaiNews24 festeggia 25 anni

Venerdì 26 aprile segna un momento storico per l’informazione italiana: RaiNews24, la rete all news della Rai nata nel 1999, celebra un quarto di secolo di impegno costante nel fornire notizie accurate e approfondimenti giornalistici. Per commemorare questo traguardo significativo, RaiNews24 ha preparato uno speciale in diretta, condotto da Giancarlo Usai, che si terrà a partire dalle 10.30: un’occasione per ripercorrere la storia della rete, condividendo aneddoti e momenti indimenticabili insieme al direttore attuale, Paolo Petrecca, e tutti gli ex direttori del canale. Sarà un’opportunità per ricordare la figura di Roberto Morrione, il primo direttore di RaiNews24, e per ascoltare le testimonianze di illustri giornalisti come Corradino Mineo, Monica Maggioni, Antonio Di Bella e Andrea Vianello. In studio e in collegamento, interverranno esperti di mass media e informazione come Barbara Alberti, Massimo Bernardini e Umberto Broccoli, che contribuiranno a arricchire il dibattito con il loro punto di vista autorevole e competente. La trasmissione non mancherà di offrire un quadro completo della situazione attuale e delle prospettive future della rete, grazie alla partecipazione della presidente della Rai, Marinella Soldi, dell’amministratore delegato, Roberto Sergio, e del direttore generale, Giampaolo Rossi. Sarà un viaggio avvincente attraverso la storia dell’informazione 24 ore su 24 della Rai, esplorando le sfide affrontate e quelle che ancora attendono di essere superate. “Celebrare un quarto di secolo di informazione della all news della Rai, la prima per età e ascolti del Paese, è per tutti noi un onore e un piacere”. Inizia così la dichiarazione con cui il direttore, Paolo Petrecca, celebra i 25 anni di RaiNews. “Da direttore – dice – ringrazio chi mi ha preceduto, e un pensiero particolare va a Roberto Morrione, che accese per primo l’idea di Rainews24 e guidò una redazione di pionieri della notizia. Da oltre 16 anni vivo nel cuore dell’informazione 24 ore su 24 del servizio pubblico e ne sono fiero. Negli ultimi due anni abbiamo fatto grandissimi progressi, in particolare nell’informazione istituzionale e nella gestione delle emergenze. Puntando sull’integrazione aziendale e sulla sinergia col web e con televideo. Ringrazio l’azienda, dove lavoro da 23 anni, per avermi voluto dare una grande occasione e grazie a tutta la squadra, dai vicedirettori al comparto tecnico. Senza di loro non avremmo mai potuto raccontare il mondo che ci circonda”. “L’obiettivo resta ora, nell’immediato – conclude – quello di riuscire a gestire con equilibrio e pluralismo i grandi appuntamenti che ci attendono: elezioni europee, campionati europei di calcio e olimpiadi. Grandi eventi che seguiremo senza perdere di vista però notizie e fatti di tutti i giorni.”
Celebrazione e riflessione: Rai per il 25 aprile

Il 25 aprile, l’Italia commemora la sua Liberazione dal nazifascismo, una data simbolo che riveste un significato profondo nella storia del paese. Quest’anno, la Rai ha preparato un palinsesto speciale per onorare questa ricorrenza, con una serie di iniziative editoriali che coinvolgono televisione, radio e web. Le celebrazioni inizieranno con la diretta dei principali eventi istituzionali su Rai 1, curati dal Tg1 in collaborazione con Rai Vaticano e Rai Quirinale. La giornata inizierà con la cerimonia di deposizione della corona d’alloro all’Altare della Patria a Roma, seguita dall’incontro tra Papa Francesco e l’Azione Cattolica in piazza San Pietro. Successivamente, verrà commemorato l’Eccidio nazifascista del 29 giugno 1944 a Civitella Val di Chiana (Ar), con la partecipazione del presidente Mattarella. La programmazione televisiva si arricchirà di contenuti commemorativi. Su Rai 2, “I fatti vostri” e su Rai 3, “Agorà” e “Passato e Presente” approfondiranno i temi legati alla Liberazione. Rai Storia proporrà una maratona di documentari e speciali, tra cui “La lunga Liberazione”, che ripercorre le tappe storiche che hanno portato alla liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Rai Cultura dedicherà il palinsesto di Rai Storia alla Festa della Liberazione, culminando con uno speciale su Civitella Val di Chiana e altri programmi che approfondiscono la resistenza italiana. Su RaiPlay, una sezione dedicata all’Anniversario della Liberazione offrirà una vasta selezione di film, fiction, e documentari che raccontano storie di coraggio e resistenza. Anche RaiPlay Sound darà spazio a podcast e serie audio dedicati al tema della Resistenza, offrendo agli ascoltatori un’esperienza coinvolgente e informativa. Le trasmissioni radiofoniche di Radio Rai non saranno da meno. Su Radio 1, uno Speciale Gr1 sarà trasmesso al mattino, mentre su Radio 2 Caterpillar celebrerà la Festa della Liberazione con un programma speciale e in serata verrà trasmesso un concerto di Diodato. Su Radio 3, saranno raccontate le storie delle “Volontarie per la libertà”, evidenziando il coraggio delle donne che combatterono il nazifascismo.
Cda Rai: chi sono i candidati in corsa per i posti chiave?

Il processo di formazione del nuovo Consiglio di Amministrazione della Rai ha raggiunto un altro traguardo significativo con la scadenza del termine per l’invio delle candidature per la selezione dei quattro componenti di competenza di Camera e Senato, avvenuta Sabato 20 aprile. Secondo quanto stabilito dall’articolo 63, comma 16, del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 208, sono stati pubblicati sui rispettivi siti 70 nomi per Montecitorio e 51 per Palazzo Madama. Tra i nomi presenti negli elenchi spiccano sia personalità già affermate nel mondo della Rai che nuove figure emergenti. Tra queste, figurano due attuali consiglieri Rai, Simona Agnes e Alessandro Di Majo, insieme ad altri volti noti o ex del servizio pubblico, come Alessandro Casarin, attuale direttore della TgR, Antonio Di Bella, Giovanni Minoli, Antonio Marano e Antonino Rizzo Nervo. Candidature alla Camera dei Deputati L’elenco delle candidature pervenute alla Camera dei Deputati include una vasta gamma di nomi, ognuno con un curriculum di esperienza unica nel campo mediatico. Tra i candidati figurano Michela Addis, Paolo Agnese, Cesario Vincenzo Angelino, e molti altri, ognuno portatore di competenze e prospettive diverse. Candidature al Senato della Repubblica Anche le candidature giunte al Senato della Repubblica riflettono una diversificata gamma di esperienze e competenze. Simona Agnes, Paolo Agnese, Cesario Vincenzo Angelino sono solo alcuni dei nomi presenti nella lista, ognuno con un bagaglio professionale unico da offrire.
Serena Bortone: ascolti record, ma rischio provvedimenti Rai

La giornata di sabato è stata un vortice di eventi per Serena Bortone, che si è trovata al centro di un turbinio mediatico dopo l’inaspettata censura dell’intervento di Antonio Scurati nel suo programma “Che sarà…”. Ciò che sembrava essere un’operazione televisiva intelligente si è trasformato in un caso nazionale, catalizzando l’attenzione non solo degli spettatori, ma anche dei principali esponenti politici del Paese. La lettura del testo censurato da parte della conduttrice ha dato il via a una serie di reazioni a catena, portando a un significativo aumento degli ascolti del programma su Rai3. Da 582.000 spettatori e uno share del 3.4% del 13 aprile, “Che sarà…” ha registrato un balzo agli 899.000 spettatori con il 4.9% di share. Tuttavia, la situazione è andata ben oltre il mero ambito televisivo, trasformandosi in un caso politico che ha scosso la maggioranza e generato agitazione a Viale Mazzini. “CHI HA SBAGLIATO PAGHI” Le recenti vicende che hanno coinvolto la Rai, in particolare la cancellazione del monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile, hanno scatenato una tempesta di polemiche e critiche. In questo contesto, le parole dell’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, assumono un ruolo centrale. Sergio ha dichiarato con fermezza che la Rai è vittima di una “guerra politica quotidiana con l’obiettivo di distruggerla“. Questa affermazione evidenzia una situazione di grande tensione all’interno dell’azienda pubblica, che si trova al centro di una contesa politica dai contorni ancora poco chiari. L’ad ha espresso la propria indignazione per non essere stato informato tempestivamente sugli eventi legati alla cancellazione del monologo di Scurati. Ha annunciato che richiederà una relazione dettagliata sulla vicenda e ha promesso “provvedimenti drastici”. Sergio ha sottolineato la necessità di individuare chi ha commesso errori e ha ribadito che “chi ha sbagliato paghi“. Le parole di Sergio gettano luce su una serie di dubbi e perplessità riguardo alla gestione interna della Rai e alle possibili interferenze esterne. La questione economica legata alla richiesta di 1800 euro per un minuto di trasmissione è stata al centro del dibattito, ma Sergio ha chiarito che non avrebbe censurato il monologo di Scurati per motivi economici. L’ad ha anche sottolineato di non aver ricevuto pressioni politiche dirette dal governo per influenzare le decisioni riguardanti i programmi o i conduttori. Tuttavia, resta il dubbio su chi possa essere interessato a danneggiare la Rai e quali siano le motivazioni dietro a questa presunta guerra politica. I PROVVEDIMENTI Le tensioni sono aumentate ulteriormente con la polemica tra Sergio e UsigRai, culminata con la richiesta da parte del sindacato di difendere l’azienda dalle presunte minacce di distruzione. Tuttavia, la questione principale rimane la possibile azione disciplinare nei confronti di Serena Bortone. Secondo fonti riportate da Repubblica, potrebbe essere imminente un provvedimento disciplinare e la chiusura della trasmissione “Che sarà…” entro giugno. Questa prospettiva, tuttavia, sembra non intimorire Bortone, anzi potrebbe rappresentare un’opportunità per consolidare ulteriormente la sua posizione mediatica. La sua lettura del testo censurato ha suscitato ampio sostegno da parte del pubblico e potrebbe trasformarsi in un simbolo di resistenza contro la presunta interferenza politica nei media.
24Ore Podcast: l’innovazione sonora del Gruppo 24 Ore

Il Gruppo 24 Ore ha preso una nuova direzione nel panorama dell’audio digitale con il lancio del suo nuovo family brand, “24Ore Podcast“. Questa iniziativa segna un passo significativo nell’evoluzione delle piattaforme digitali del Gruppo, poiché unisce tutte le offerte audio sotto un’unica entità, rendendo i contenuti accessibili attraverso i siti e le app de Il Sole 24 Ore e Radio 24, oltre alle principali piattaforme di streaming. Un nuovo logo visivo e sonoro è stato sviluppato per garantire una riconoscibilità immediata a tutte le produzioni del Gruppo, con l’intento di enfatizzare l’unità e la coerenza della gamma di podcast. Questo rinnovamento è supportato da una campagna di lancio multipla che coinvolge tutti i mezzi di comunicazione del Gruppo, promettendo di portare l’esperienza dell’ascolto audio digitale a nuovi livelli. Parallelamente al lancio del brand, il Gruppo presenta una serie di nuove produzioni editoriali che arricchiscono ulteriormente l’offerta di contenuti. Tra queste, spiccano “HistoryTelling” di Paolo Colombo, che offre una serie di podcast monografici dedicati alla Storia contemporanea, e “That’s America – Dietro le quinte degli Stati Uniti“, un talk settimanale condotto da Alessandro Milan e Andrew Spannaus, che offre uno sguardo approfondito sulla politica e la società americane. Inoltre, nuovi appuntamenti daily e weekly offrono aggiornamenti tempestivi sull’attualità, inclusa una nuova versione di “Le Voci del Sole” e l’arrivo di “24Reportage“, che porta inchieste multimediali direttamente sul campo attraverso un podcast originale realizzato dai giornalisti del Sole 24 Ore e Radio 24. Il Gruppo 24 Ore non trascura neanche il settore dell’approfondimento, con la seconda serie di “2024 Speciale IA” e la prossima stagione di “Materie“, che esplora il mondo delle materie prime. Inoltre, si prepara a offrire contenuti esclusivi per gli abbonati del quotidiano, basati su libri pubblicati da Il Sole 24 Ore, ampliando ulteriormente la gamma di offerte disponibili. Guardando al futuro, il Gruppo si prepara a espandere ulteriormente le sue produzioni, coinvolgendo altre aree aziendali come l’agenzia di stampa Radiocor, 24 Ore Cultura e 24 Ore Eventi. Tra le novità più attese, figura il ritorno de “Le grandi voci del Festival“, che accompagnerà la nuova edizione del Festival dell’Economia di Trento. Inoltre, il Gruppo 24 Ore si impegna ad arricchire l’offerta di podcast branded di 24 Ore System con un nuovo prodotto: “24Ore Podcast powered by BranD Connect”. Questo nuovo format offre ai brand una nuova dimensione di storytelling aziendale su misura, distribuito su piattaforme di streaming audio di alto profilo e promosso attraverso una campagna di comunicazione integrata su diverse piattaforme del Gruppo. Con queste iniziative, il Gruppo 24 Ore si conferma un punto di riferimento nel mondo dell’audio digitale, anticipando le tendenze e offrendo contenuti di qualità per un pubblico sempre più vasto e diversificato.