Giudice respinge la causa di Trump da 85 pagine contro il New York Times

Donald Trump

Un giudice federale della Florida ha respinto la causa per diffamazione presentata da Donald Trump contro il New York Times, definendola “impropria e inammissibile”. La decisione è arrivata dal giudice Steven Merryday, nominato nel 1991 dall’ex presidente George H.W. Bush, che ha criticato la denuncia per la sua eccessiva lunghezza e mancanza di chiarezza. Trump sosteneva che il quotidiano avesse danneggiato la sua reputazione come uomo d’affari e chiedeva un risarcimento di 15 miliardi di dollari. Secondo Merryday, il documento di 85 pagine preparato dai legali dell’ex presidente era “inutile e divagante”, con un’accusa formale introdotta solo alla pagina 80 e preceduta da decine di pagine che elogiavano Trump. Il giudice ha stabilito che i legali hanno violato “in modo inequivocabile e imperdonabile” le regole del tribunale, riempiendo la denuncia di contenuti “ripetitivi e superflui”. Ha inoltre sottolineato che un tribunale non deve essere usato come “megafono per le pubbliche relazioni o podio per comizi politici”. Merryday ha però concesso agli avvocati 28 giorni per presentare una nuova denuncia, purché non superi le 40 pagine. Al momento, la Casa Bianca non ha rilasciato commenti sulla vicenda, riportata anche dall’agenzia Bloomberg.

Senato, via libera a regole IA: l’Italia tutela giornalisti, il diritto d’autore e attua norme contro i deepfake

Senato

Il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge di delega al governo sull’intelligenza artificiale, che diventa così legge dello Stato. I voti favorevoli sono stati 77, quelli contrari 55 e 2 gli astenuti. La norma si compone di 28 articoli e stabilisce i “princìpi in materia di ricerca, sperimentazione, sviluppo, adozione e applicazione di sistemi e di modelli” legati all’IA. Il testo mira a promuovere un uso corretto, trasparente e responsabile delle nuove tecnologie, ponendo al centro la persona e vigilando sui possibili rischi economici, sociali e sull’impatto sui diritti fondamentali. Tra gli aspetti messi in rilievo, la tutela del diritto d’autore e la protezione del lavoro giornalistico. Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, ha dichiarato: “Certamente uno degli aspetti più interessanti della legge italiana sull’intelligenza artificiale è costituito dagli argini posti a tutela del diritto d’autore e dei giornalisti che producono contenuti originali e di qualità. Per la Fnsi, l’IA non può sostituire i giornalisti in carne ed ossa”. Costante ha aggiunto che ora servono regole anche nel settore dell’informazione, per garantire un uso etico dell’IA e per permettere ai professionisti di far valere i propri diritti nei confronti di grandi piattaforme. Soddisfazione è stata espressa dal sottosegretario all’Editoria, Alberto Barachini, che ha sottolineato la necessità di garantire sicurezza nello sviluppo tecnologico: “La straordinaria rivoluzione dell’intelligenza artificiale ha bisogno di argini per far correre il cambiamento in sicurezza e grazie al lavoro del governo adesso sono in vigore misure adeguate per proteggere i cittadini dai rischi connessi”. Barachini ha richiamato l’attenzione sul contrasto al reato di deepfake, definito “più che mai necessario” dopo recenti episodi di cronaca, e sul rafforzamento delle norme a tutela del copyright, in linea con le direttive europee. Il sottosegretario ha inoltre ringraziato il presidente della Commissione AI per l’Informazione, padre Paolo Benanti, e i commissari per il contributo fornito al percorso legislativo, evidenziando l’impegno del governo nel delineare “la via italiana all’intelligenza artificiale”.

Giornalista del Washington Post licenziata dopo post sulla morte di Charlie Kirk

Karen Attiah

Karen Attiah, editorialista del Washington Post, è stata licenziata dopo aver pubblicato post sui social in seguito all’uccisione dell’attivista di destra Charlie Kirk, avvenuta la scorsa settimana negli Stati Uniti. L’annuncio è arrivato direttamente dalla giornalista, che in un lungo testo su Substack ha raccontato le motivazioni alla base della decisione presa dal quotidiano. Attiah ha spiegato che i suoi messaggi erano stati giudicati “inaccettabili” dalla direzione del Post. Nei post aveva condannato la violenza politica, espresso dolore per le vittime delle armi da fuoco e criticato quella che ha definito una scarsa volontà dell’“America bianca” di affrontare la questione della diffusione delle armi. Secondo il documento di licenziamento, diffuso dalla stessa giornalista, i suoi contenuti avrebbero violato la policy interna che impone agli impiegati di mantenere rispetto e neutralità sui social, evitando commenti offensivi su base razziale o di genere. L’editorialista ha sottolineato di non aver mai celebrato la morte di Kirk. “Il mio unico riferimento diretto a Kirk è stato alle sue stesse parole registrate”, ha scritto, spiegando che non intendeva né giustificare né incitare alla violenza. Alcuni suoi messaggi, tuttavia, hanno riportato frasi attribuite a Kirk che secondo altre testate sarebbero state parzialmente scorrette o decontestualizzate. Il Washington Post non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sul caso. Il licenziamento si inserisce in una fase di trasformazione della sezione Opinioni del giornale, dopo l’annuncio del proprietario Jeff Bezos di voler orientare la linea editoriale a sostegno di “libertà personali” e “liberi mercati”. Negli ultimi mesi numerosi giornalisti e opinionisti hanno lasciato la testata. Attiah ha affermato di essere rimasta sorpresa dalla rapidità della decisione: “Hanno affrettato il mio licenziamento senza nemmeno un confronto”, ha scritto, aggiungendo di essere stata l’ultima editorialista afroamericana a tempo pieno nella sezione Opinioni. Il sindacato interno del Post ha diffuso un comunicato di sostegno, definendo il provvedimento “ingiusto” e contrario ai principi di libertà di espressione. Anche altre redazioni statunitensi hanno interrotto rapporti di lavoro dopo commenti online legati all’uccisione di Kirk. L’emittente MSNBC ha licenziato l’analista Matthew Dowd, che in diretta televisiva aveva collegato l’omicidio ai discorsi d’odio diffusi dall’attivista. Parallelamente, influencer conservatori hanno avviato campagne per identificare e segnalare alle aziende chiunque avesse pubblicato contenuti percepiti come celebrativi della morte di Kirk. Karen Attiah, che ha lavorato per undici anni al Washington Post, ha ringraziato i lettori e i colleghi: “Oltre a premi e riconoscimenti, il dono più grande è stato connettermi con chi mi ha letto e seguito in tutto il mondo”. (Credits foto copertina: Primaonline)

Trump porta in tribunale il New York Times per 15 miliardi

Donald-Trump-NYT

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha avviato una causa per diffamazione e calunnia contro il New York Times, quattro giornalisti della testata e la casa editrice Penguin Random House, chiedendo un risarcimento di 15 miliardi di dollari. L’azione legale è stata depositata in Florida e riguarda alcuni articoli pubblicati dal quotidiano americano e il libro Lucky Loser, scritto da due giornalisti del Times e pubblicato dall’editore internazionale. Trump ha reso pubblica la decisione con un post sul social Truth Social, in cui ha dichiarato: “Il loro sostegno a Kamala Harris è stato addirittura messo in primo piano sulla prima pagina del New York Times, cosa mai vista prima! Il Times ha mentito per decenni sul vostro presidente preferito (IO!), sulla mia famiglia, sui miei affari, sul movimento America First, sul MAGA e sulla nostra nazione nel suo complesso”. Ha aggiunto inoltre che la causa “è stata intentata nel grande Stato della Florida” e ha concluso il messaggio con lo slogan “Rendete di nuovo grande l’America!”. Secondo la denuncia, i contenuti oggetto della causa farebbero parte di una strategia editoriale volta a danneggiare intenzionalmente l’immagine dell’attuale presidente. Nel documento depositato in tribunale, il New York Times viene descritto come “un vero e proprio portavoce del Partito Democratico“. I giornalisti citati sono Susanne Craig e Russ Buettner, vincitori del premio Pulitzer nel 2019 per un’inchiesta sulle finanze di Trump, e autori del libro Lucky Loser, in cui raccontano presunti errori nella gestione della ricchezza ereditata dal padre. Nella causa compaiono anche Peter Baker, corrispondente dalla Casa Bianca, e Michael S. Schmidt, che si è occupato di numerose indagini giudiziarie sul presidente e vincitore di due Pulitzer nel 2018. Il New York Times non ha ancora commentato ufficialmente la vicenda. La casa editrice Penguin Random House, che ha pubblicato Lucky Loser, è anch’essa parte del procedimento. Non si tratta della prima azione legale intentata da Trump contro i media. Nel luglio scorso aveva denunciato per diffamazione anche il Wall Street Journal, due suoi giornalisti e le società editrici del quotidiano, tra cui la Dow Jones e la News Corp del magnate Rupert Murdoch. In quel caso, il presidente aveva chiesto almeno 10 miliardi di dollari di risarcimento per un articolo riguardante un messaggio che avrebbe scritto a Jeffrey Epstein nel 2003.

Verso ItalyPost: atteso nuovo giornale economico-finanziario

Filiberto Zovico e Italypost

Il 14 gennaio 2026 è prevista l’uscita in edicola e online di ItalyPost, un nuovo quotidiano economico-finanziario che punta a diventare un punto di riferimento per imprese, imprenditori e piccole e medie aziende. Il giornale si concentrerà in particolare sul nuovo epicentro industriale italiano, che comprende Lombardia, Emilia-Romagna e le Tre Venezie, con un’attenzione speciale al tessuto produttivo del Nord e del Nord-Est. Il progetto è promosso dal gruppo Italy Post, fondato da Filiberto Zovico, già attivo nell’editoria, nella ricerca sulle imprese e nell’organizzazione di eventi attraverso Post Eventi, partecipata al 51% dall’editore Nem. L’iniziativa si inserisce in un percorso di crescita che ha visto Italy Post sviluppare ricerche annuali come quella sulle “aziende Champions” realizzata in collaborazione con l’Economia del Corriere della Sera e gestire tre siti d’informazione regionale – VeneziePost, LombardiaPost ed EmiliaPost – che saranno integrati nel nuovo quotidiano. La direzione editoriale sarà affidata allo stesso Zovico, affiancato da Maria Gaia Fusilli e Damiano Manfrin. Collaboreranno anche professionisti come Luca Pagni, ex giornalista di Repubblica, e Dario Di Vico, ex Corriere della Sera, insieme a una redazione di circa 30 giornalisti, tra cui firme già note come Stefano Feltri, Jacopo Giliberto, Alessandro Aresu, Marco Bentivogli e Stefano Agnoli. La sede principale sarà a Padova, scelta per sottolineare il legame con il cuore produttivo del NordEst. Sono previste inoltre una redazione a Milano e uffici di corrispondenza a Roma, Torino e Bruxelles. Il quotidiano offrirà approfondimenti su economia, finanza, transizione energetica, politica con un approccio “anglosassone, pragmatico e non ideologico”, oltre a contenuti culturali legati al mondo delle imprese. Non saranno presenti pagine di cronaca, mentre lo sport sarà trattato esclusivamente come fenomeno economico. Un elemento innovativo del progetto è l’inserimento de “L’Indice dei Libri del Mese”, mensile recentemente acquisito, che darà vita a un settimanale culturale allegato come inserto domenicale. Il business plan prevede un obiettivo di 4.000 copie di diffusione, un milione di euro di fatturato pubblicitario annuale e una crescita sostenibile entro due anni. Il formato sarà di 32 pagine, disponibili sia in versione cartacea sia come edizione digitale sfogliabile. Il modello economico punta su circa 2.000 abbonamenti da 300 euro ciascuno, riservati a imprese e imprenditori. La versione digitale sarà accessibile già dalla sera precedente rispetto all’uscita in edicola, che interesserà principalmente le grandi città del centro-nord Italia. Per garantire l’indipendenza editoriale, la raccolta pubblicitaria avrà un tetto massimo di 30.000 euro per singolo investitore. L’ufficialità dell’operazione è attesa il 25 settembre 2025, quando saranno diffusi ulteriori dettagli sul progetto.

A Bolzano nasce il liceo linguistico in giornalismo e media

All’istituto Marcelline di Bolzano nasce un nuovo liceo linguistico con indirizzo in giornalismo e media. Il percorso partirà dal prossimo anno scolastico e punta a preparare gli studenti a lavorare nel mondo della comunicazione: dalle notizie ai social, dai video ai blog. Il progetto, ideato dal professore e giornalista Francesco Comina e condiviso dal corpo docente, è stato approvato anche dalla Sovrintendenza scolastica. Il liceo sarà quinquennale, per consentire più tempo di studio e l’introduzione di nuove materie accanto alle lingue straniere, che resteranno centrali: inglese, tedesco, francese, spagnolo e cinese. Tra le novità più importanti, il doppio diploma italiano e spagnolo, che permetterà agli studenti di accedere alle università della Spagna e dei Paesi latinoamericani senza ulteriori requisiti. “Bisogna dare a questi giovani gli strumenti deontologici, di diritto, di tecnica e di indirizzo, per muoversi nel campo dei media in modo critico e creativo evitando le derive e i pericoli manipolatori che si nascondo dietro un sistema che rischia di andare fuori controllo”, ha detto Comina. Nei prossimi tre mesi l’istituto si concentrerà sulla promozione e sulla raccolta delle iscrizioni.

“Una donna, un lavoro, un conto”: Corriere della Sera e imprese uniti per le lavoratrici

Corriere, una donna, un conto

Il Corriere della Sera, insieme a imprese, banche e sindacati, ha firmato un’alleanza per sostenere l’autonomia economica delle donne e favorire la loro indipendenza finanziaria. L’iniziativa, chiamata “UNA DONNA, UN LAVORO, UN CONTO”, nasce con il supporto di Abi, Federcasse, Assolombarda, Confcommercio Milano, Cgil, Cisl, Uil e del Comune di Milano. L’obiettivo è creare opportunità di lavoro concrete e promuovere l’apertura di conti correnti personali per rafforzare il diritto delle donne a gestire liberamente le proprie risorse economiche. Secondo Bankitalia, il 16% delle donne in Italia non possiede alcun conto corrente, né personale né cointestato. Inoltre, un’indagine condotta dal Museo del Risparmio con Episteme evidenzia che il 33% delle donne che hanno un conto non ha pieno accesso alla sua gestione, perché si tratta di conti cointestati gestiti da altre persone. L’alleanza punta a invertire questa situazione, creando strumenti e iniziative per garantire maggiore consapevolezza finanziaria. Durante l’incontro, i vertici delle organizzazioni coinvolte hanno firmato un manifesto che riconosce come una maggiore autonomia femminile sul lavoro e nella gestione del denaro possa produrre effetti positivi per l’intera società: maggiore ricchezza, aumento della natalità e riduzione del rischio di violenza economica e domestica. L’alleanza ha anche realizzato un decalogo informativo, con consigli pratici per le donne che vogliono gestire autonomamente i propri risparmi e pianificare le proprie finanze. Grazie alla collaborazione di Assolombarda, Confcommercio Milano, Cgil, Cisl e Uil, le aziende che aderiranno al progetto diffonderanno questo decalogo tramite bacheche fisiche e strumenti digitali interni. Parallelamente, Abi e Federcasse inviteranno le banche associate ad attivare procedure semplificate per favorire l’apertura di conti correnti personali. L’iniziativa sarà presentata anche al festival Il Tempo delle Donne, organizzato dal Corriere della Sera e in programma alla Triennale di Milano venerdì 12 settembre alle 12:30. Tra gli ospiti ci saranno l’economista Carlo Cottarelli e il conduttore e videomaker Gianluca Gazzoli, che discuteranno dei prossimi passi per estendere la rete di adesioni. Gli organizzatori hanno sottolineato che “UNA DONNA, UN LAVORO, UN CONTO” è un’alleanza aperta: imprese, associazioni e istituzioni interessate possono ancora partecipare. (In foto, i firmatari dell’alleanza in Sala Albertini – Credits: Corriere della Sera)

New York Times lancia un abbonamento familiare con profili separati

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Il New York Times ha lanciato da lunedì un nuovo abbonamento per famiglie, chiamato All Access Family, che permette fino a quattro utenti di condividere un unico piano a 30 dollari al mese. L’offerta include tutti i prodotti digitali del giornale, dai contenuti editoriali ai giochi come Wordle, e mira ad attrarre nuovi lettori, fidelizzare quelli esistenti e raggiungere un pubblico più giovane. È disponibile anche un abbonamento solo per i giochi a 10 dollari al mese, pensato per le famiglie interessate a mantenere le proprie serie di vittorie. La nuova formula costa circa 5 dollari in più rispetto a un piano individuale e consente a ogni membro della famiglia di creare un profilo personalizzato. Gli utenti potranno salvare ricette su Cooking, iscriversi alle newsletter, archiviare articoli e accedere a statistiche e classifiche separate per i giochi, evitando conflitti su chi ha già completato cruciverba o puzzle giornalieri. Ben Cotton, responsabile della crescita degli abbonamenti del Times, ha spiegato che l’obiettivo è “creare un’esperienza comunitaria anche nel mondo digitale”. Secondo Cotton, molte famiglie hanno raccontato di aver imparato ad apprezzare il giornale “condividendo diverse sezioni della copia cartacea a colazione”, e questa nuova offerta punta a ricreare quella dimensione, ma online. Il Times non imporrà restrizioni basate sulla posizione geografica, consentendo di includere familiari o amici che vivono in case diverse. Il giornale punta così a incrementare la propria base di lettori: attualmente conta 11,66 milioni di abbonati e prevede di raggiungere 15 milioni entro il 2027. (Credits foto copertina: @NiemanLab)

Italpress e media cinesi uniscono le forze per speciali olimpici 2026 e nuovi progetti multimediali

Italpress consolida e rafforza la presenza in Cina

Si è svolto nei giorni scorsi a Pechino, presso l’headquarters di CGTN (China Global Television Network), un incontro tra i vertici di CCTV+, CGTN e Italpress per definire l’ampliamento della collaborazione avviata con l’accordo siglato lo scorso maggio. Alla riunione hanno partecipato il fondatore e direttore di Italpress Gaspare Borsellino, il presidente di CGTN Corp. Gao Wei, la general manager di CCTV Video News Agency Li Xia, la responsabile vendite e marketing Hi Chuqiao, il vice responsabile vendite He Liyun, il responsabile sviluppo Europa e Medio Oriente Wang Yu e il business development specialist Europa Mingrui Zhang. Durante l’incontro, le parti hanno confermato la realizzazione di co-produzioni televisive e speciali multimediali che verranno diffusi sia in Italia sia in Cina. Tra i progetti principali rientrano i contenuti dedicati ai Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina 2026, in programma a febbraio 2026, che saranno parte integrante della strategia di rafforzamento della cooperazione tra le due agenzie. Li Xia, direttrice di CCTV+, ha espresso soddisfazione per la partnership con Italpress, ricordando che l’agenzia fornisce notizie video autorevoli a livello globale e collabora con 163 Paesi, 842 organizzazioni di media e oltre 5.335 stazioni televisive. Ha sottolineato inoltre che il 55° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Cina e Italia e le Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026 rappresentano un’opportunità d’oro per rafforzare la cooperazione tra i media dei due Paesi. Molto soddisfatto anche il direttore Gaspare Borsellino, definendo l’accordo con China Media Group un passo importante nel processo di internazionalizzazione di Italpress, che punta a una crescita globale e multimediale. Grazie all’intesa, l’agenzia potrà accedere a nuovi mercati, in particolare quello cinese, per la diffusione dei propri contenuti. Annuncia inoltre co-produzioni video da distribuire sulle piattaforme di entrambe le agenzie e una serie di Focus Speciali dedicati ai Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina 2026. Precisa infine che questo rappresenta solo l’inizio di un percorso di espansione in Asia e in altri mercati internazionali.

Cesara Buonamici definisce una bambina “handicappata” durante il Tg5. Poi le scuse

Cesara Buonamici Tg5

Durante la diretta delle ore 20 del Tg5 di martedì 2 settembre, la giornalista Cesara Buonamici si è scusata per avere utilizzato, nella puntata precedente, un’espressione oggi considerata offensiva e superata. L’episodio si riferisce al telegiornale andato in onda lunedì 1° settembre, quando, nel presentare un servizio, la conduttrice aveva detto: “Una storia che è finita bene. Questo triciclo, indispensabile per una bambina handicappata, è stato ritrovato. Sentite come”. La frase riguardava un triciclo ortopedico rubato a una bambina con difficoltà motorie, successivamente recuperato. Dopo aver compreso che l’espressione utilizzata non è più accettata nel linguaggio attuale, la giornalista ha precisato che non vi era alcuna intenzione denigratoria e ha presentato le proprie scuse al pubblico durante l’edizione successiva. L’uso del termine handicappato è oggi considerato discriminatorio perché tende a ridurre la persona alla sua condizione, trasformandola in un’etichetta e rischiando di alimentare stereotipi e pregiudizi. Negli ultimi anni, il dibattito sul linguaggio inclusivo ha portato istituzioni, associazioni e media a promuovere espressioni che pongano al centro la persona e non la sua difficoltà. Secondo le linee guida più recenti, e in accordo con la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, è preferibile utilizzare la formula “persona con disabilità”, che valorizza l’individuo e riconosce che la disabilità non è un limite assoluto, ma può derivare dall’interazione tra una condizione personale e le barriere fisiche o sociali che impediscono la piena partecipazione alla vita della collettività.