Nek “Direttore per un Giorno” de il Resto del Carlino

Nek

Il cantautore Nek è il protagonista dell’appuntamento con “Direttore per un Giorno”, iniziativa organizzata da il Resto del Carlino nell’ambito delle celebrazioni per i 140 anni della testata. L’evento si svolge nella redazione centrale di via Mattei, dove l’artista emiliano affianca i giornalisti nel lavoro quotidiano, partecipando alle riunioni editoriali e alla definizione dei contenuti. L’iniziativa segna per Nek un ritorno a dieci anni dalla sua prima esperienza da direttore simbolico del quotidiano, avvenuta nel 2014 in occasione del 130° anniversario. La sua presenza rientra nel programma di incontri speciali pensati per coinvolgere personalità del mondo della cultura e dello spettacolo nel percorso celebrativo del giornale. Nell’arco della giornata del 28 maggio prossimo, Nek prende parte attiva alla selezione delle notizie, portando il proprio sguardo su temi di attualità e contribuendo al lavoro di redazione con riflessioni nate dal confronto diretto con i professionisti dell’informazione. A rendere ancora più partecipativo il format è il coinvolgimento del pubblico: attraverso la piattaforma online www.ilrestodelcarlino.it/chiediloanek, i lettori hanno avuto la possibilità di inviare domande rivolte direttamente all’artista. Alcune di queste sono state selezionate e vengono proposte oggi nel corso degli incontri in redazione. A chiusura dell’iniziativa, nella giornata di successiva – giovedì 29 maggio -, è prevista la pubblicazione di un editoriale firmato da Nek, in cui saranno raccolti pensieri, osservazioni e spunti maturati nel corso dell’esperienza. Il testo sarà pubblicato sull’edizione cartacea e digitale del quotidiano. All’interno della sede del giornale, fondata nel 1885 e storicamente legata al tessuto sociale e culturale emiliano-romagnolo, il progetto “Direttore per un Giorno” prosegue con l’obiettivo di avvicinare il pubblico al mondo dell’informazione, creando occasioni di scambio tra giornalismo, territorio e mondo artistico. La direttrice di QN Quotidiano Nazionale, Agnese Pini, ha evidenziato il valore simbolico dell’iniziativa nell’ambito del percorso di apertura della testata verso esperienze trasversali. Il vicedirettore del Carlino, Valerio Baroncini, ha sottolineato come la presenza di figure riconosciute dal pubblico contribuisca ad arricchire il lavoro della redazione con punti di vista differenti ma coerenti con i valori del giornale. L’appuntamento con Nek si inserisce in un programma più ampio di eventi, incontri e pubblicazioni pensati per celebrare l’anniversario del quotidiano, consolidando il legame con i lettori e con il territorio attraverso proposte editoriali che uniscono storia, innovazione e partecipazione.

Il settimanale “7” del Corriere della Sera si rinnova: nuova grafica, due firme inedite e contenuti digitali

7 - nuovo numero maggio 2025

Venerdì 23 maggio, il settimanale “7” del Corriere della Sera, diretto da Barbara Stefanelli, esce in edicola con una nuova veste grafica e una riorganizzazione dei contenuti editoriali e digitali. Il progetto punta a migliorare l’accessibilità alla lettura e a rafforzare l’identità del magazine attraverso una struttura più chiara e un ampliamento dell’offerta. Al centro del nuovo numero, una copertina dedicata a Lady Gaga con un’intervista esclusiva, affiancata da un portfolio di immagini realizzato dal fotografo Douglas Kirkland. Nel nuovo assetto, il settimanale si articola in due sezioni principali: una prima parte che raccoglie sette approfondimenti — uno per ogni giorno della settimana — su temi di attualità, politica, cronaca, esteri, scienza, società e personaggi, e una seconda parte orientata alla narrazione delle passioni quotidiane. In quest’ultima trovano spazio contenuti su viaggi, moda, benessere, tecnologia, cultura, gastronomia, design, sport, ambiente, animali, auto, moto e biciclette, in un formato pensato per offrire spunti concreti e fruibili. Tra le principali novità, l’inserimento di due rubriche inedite affidate a Padre Paolo Benanti, studioso di etica applicata e intelligenza artificiale, e a Liliana Segre, senatrice a vita e voce storica della memoria civile italiana. Le loro firme si aggiungono a quelle già presenti, tra cui Massimo Gramellini, Lilli Gruber, Antonio Polito, Fabrizio Roncone, Silvia Avallone, Teresa Ciabatti, Chiara Gamberale e Rosella Postorino. Secondo quanto dichiarato da Urbano Cairo, presidente e amministratore delegato di RCS MediaGroup, il rinnovamento grafico e redazionale è stato concepito per rispondere all’evoluzione del pubblico, mantenendo il settimanale come riferimento informativo per una platea intergenerazionale. Il progetto editoriale è supportato da una campagna di comunicazione multicanale che coinvolge mezzi cartacei e digitali, radio nazionali e piattaforme online, con una pianificazione curata da Hi! Comunicazione. L’edizione digitale di “7” sarà arricchita con contenuti esclusivi e un’integrazione pensata per i canali social, in linea con una strategia che punta ad ampliare la fruizione del magazine anche oltre la lettura tradizionale. La nuova impostazione si propone così di offrire un’esperienza editoriale che combini profondità e leggerezza, senza rinunciare al rigore giornalistico e al racconto della contemporaneità. (In copertina, la prima cover – 23 maggio 2025)

Corriere della Sera, approvata la nuova Carta dei giornalisti: decalogo per un giornalismo indipendente

Luciano Fontana

Nel maggio 2025, in occasione dei 150 anni dalla fondazione del Corriere della Sera, le giornaliste e i giornalisti della testata hanno approvato all’unanimità la Carta dei doveri dei giornalisti del Corriere della Sera, un documento che rinnova il patto di fiducia con i lettori e stabilisce linee guida per garantire un’informazione autorevole, trasparente e indipendente. La Carta, intitolata “Informazione, Pubblicità e Marketing”, si propone come bussola deontologica per distinguere chiaramente tra contenuti giornalistici e messaggi pubblicitari, adattandosi alle evoluzioni del panorama mediatico e alle nuove modalità di comunicazione digitale. I giornalisti del Corriere della Sera: Si riconoscono pienamente in quanto disposto dall’articolo 44 del Contratto nazionale di lavoro e vigileranno sul suo rispetto: “Allo scopo di tutelare il diritto del pubblico a ricevere una corretta informazione, distinta e distinguibile dal messaggio pubblicitario, e non lesiva degli interessi dei singoli, i messaggi pubblicitari devono essere chiaramente individuabili come tali quindi distinti, anche attraverso apposita indicazione dai testi giornalistici”. Prendono atto dell’affermarsi di forme di informazione sponsorizzata, veicolata tramite articoli, podcast, eventi, webinar. I giornalisti non saranno disponibili ad apporre la propria firma su questi progetti e faranno da garanti di fronte al lettore rispetto alla qualità e all’indipendenza dell’informazione. Non lasciano condizionare la propria attività dalle pressioni provenienti da esponenti del marketing aziendale e della pubblicità (che in alcun modo possono relazionarsi direttamente con i redattori): dalla richiesta di visionare gli articoli prima della pubblicazione alle interviste imposte. Si impegnano a rifuggire le collaborazioni dirette con sponsor o aziende investitrici, eliminando qualsiasi possibilità di conflitto di interesse. Nel rispetto della deontologia professionale si astengono dal postare sui social – anche sui profili personali – commenti o immagini riconducibili a prodotti o aziende collegate e collegabili a sponsorizzazioni. A tutela della professione e delle competenze interne rivendicano la gestione editoriale dei contenuti giornalistici pubblicati sul giornale così come la supervisione degli account social a cui è legata l’immagine della testata. Articoli, lanci web via social, podcast e video articoli non possono in alcuna misura essere ideati, realizzati e modificati da figure professionali diverse da quelle giornalistiche. Vigilano affinché non vengano inseriti all’interno degli articoli online link pubblicitari che rimandano a portali di acquisto di prodotti. In caso invece di branded content il link può sussistere ma la sponsorizzazione deve essere evidenziata in testa al contenuto, secondo la già citata logica della massima trasparenza. Si impegnano a non accettare regali esplicitamente o indirettamente legati alla pubblicazione di contenuti sui canali della testata. Valutano, come strumento ultimo di tutela della propria immagine professionale e correttezza deontologica, la possibilità di ritirare la firma su articoli per cui non siano rispettati i criteri qui elencati. Oltre a segnalare immediatamente al Comitato di redazione o ai fiduciari ogni tentativo di pressione da chicchessia che possa mettere in discussione i principi qui elencati. Si impegnano, attraverso gli organismi sindacali, a segnalare all’Ordine dei Giornalisti tutte le violazioni deontologiche eventualmente riscontrate sul giornale e sulle piattaforme riconducibili al Corriere della Sera. Con questa Carta si intende ribadire con forza un concetto semplice: l’informazione deve essere informazione, la pubblicità deve essere pubblicità. Il nostro ruolo in qualità di giornalisti del «Corriere della Sera» è e resta il racconto di ciò che accade nel mondo attraverso differenti punti di vista ma sempre con onestà intellettuale. Questo atteggiamento di assoluto rispetto delle regole deontologiche e di trasparenza nei confronti dei lettori dovrà riguardare l’offerta del «Corriere della Sera» in tutte le sue molteplici forme (carta, web, video, podcast, newsletter), compresa l’organizzazione di eventi. (In foto, Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera dal 2015)

Corriere della Sera, compensi a 10 euro e pagamenti in ritardo. Cairo: “mediamente superiori rispetto alla concorrenza”

Urbano Cairo

Il 20 maggio 2025, giorno in cui Rcs MediaGroup ha distribuito i dividendi agli azionisti, per un totale complessivo di 63 milioni di euro, il Comitato di redazione del Corriere della Sera ha reso nota l’esistenza di ritardi nei pagamenti dovuti ai collaboratori esterni del quotidiano. In particolare, diversi giornalisti freelance riferiscono di compensi ancora non erogati per articoli pubblicati nel mese di febbraio, con una scadenza contrattuale fissata al 30 aprile. Tra pochi giorni, inoltre, matureranno i termini anche per i testi usciti a marzo, senza che al momento sia stata fornita alcuna indicazione circa la tempistica di pagamento. I lavoratori interessati sono inquadrati attraverso contratti di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co) o con partita Iva. Si tratta di figure che contribuiscono alla produzione ordinaria del giornale con prestazioni retribuite a compenso variabile per pezzo, in molti casi pari o inferiori a 10 euro lordi ad articolo. Secondo la segnalazione del Cdr, questo tipo di ritardi si verifica da tempo e coincide con una maggiore centralizzazione delle procedure amministrative a partire dal 2016, anno in cui il presidente Urbano Cairo ha assunto la guida del gruppo editoriale. Il rallentamento dell’iter contabile, affermano i rappresentanti sindacali interni, compromette la regolarità delle liquidazioni e rende incerta la programmazione economica per i professionisti coinvolti. Nonostante le ripetute richieste di chiarimento, fino al 20 maggio non è giunta alcuna comunicazione ufficiale da parte dell’amministrazione del gruppo editoriale in merito alle cause dei ritardi né una proiezione temporale sull’effettivo pagamento delle prestazioni già fatturate o validate. Il Comitato di redazione ha quindi ribadito la necessità di garantire uniformità nelle date di pagamento, pianificazione chiara delle scadenze, puntualità nei versamenti e la condivisione trasparente delle eventuali criticità gestionali. Tali richieste si basano sul presupposto che, in un contesto in cui il compenso medio per articolo è già molto contenuto, anche un lieve ritardo nei pagamenti produce conseguenze rilevanti sul piano economico e professionale per chi lavora stabilmente, pur senza un contratto di redazione. Nel medesimo giorno in cui è emersa la denuncia del Cdr, il presidente Urbano Cairo ha ricevuto, in qualità di principale azionista del gruppo, una quota pari a circa 22,3 milioni di euro, corrispondente alla propria partecipazione in Rcs MediaGroup. Interpellato sui pagamenti ai collaboratori, fonti aziendali hanno spiegato che il sistema di verifica interna richiede tempi di lavorazione articolati a causa del numero elevato di prestazioni da controllare. L’azienda ha inoltre sostenuto che i compensi riconosciuti ai collaboratori sarebbero mediamente superiori a quelli previsti da altre realtà editoriali, facendo riferimento all’attuale fase di trasformazione del mercato dell’informazione e alla necessità di coniugare sostenibilità aziendale e continuità produttiva. (In foto, Urbano Cairo)

D di Repubblica lancia oggi il suo nuovo sito e diventa brand digitale autonomo

D La Repubblica nuovo sito

Debutta oggi d.repubblica.it, il nuovo sito web del settimanale D di Repubblica, pensato per offrire un’estensione digitale coerente con l’identità visiva e i contenuti del magazine cartaceo. Il lancio arriva dopo una fase di progettazione avviata nel 2024, che ha coinvolto la redazione e un nuovo team specializzato nella comunicazione online. Il sito si propone come uno spazio editoriale destinato a rafforzare la presenza digitale del brand femminile di Gedi, con un’offerta strutturata di contenuti giornalistici, video originali, format per i social media e un linguaggio visivo in linea con l’estetica del magazine. Il progetto ha preso forma con il contributo di Barbara Digiglio, entrata in redazione come consulente digitale dopo l’estate 2024. La giornalista, con una lunga esperienza maturata nel gruppo Hearst su brand come Elle.it, Gioia.it ed Esquire, ha guidato lo sviluppo del nuovo prodotto insieme ad Alessandro Arena e a una squadra composta da Vittoria Meloni, Manuel Sinopoli, John Archer Pacrem e Benedetta Baruffi, che assume il ruolo di fashion and market editor anche per la versione online. Il team affianca la redazione esistente di D, mantenendo continuità nei contenuti e aprendo al linguaggio del digitale e dei social network. Alla base del nuovo sito c’è la volontà di superare la precedente struttura a hub tematico, che raccoglieva articoli su moda, gioielli, tendenze e beauty, ma senza una riconoscibilità di marca sufficiente a distinguersi nel panorama digitale. Con d.repubblica.it, l’intenzione è invece quella di valorizzare il brand D in modo autonomo, offrendo un contenitore aggiornato e riconoscibile anche dal punto di vista commerciale. L’intervento rientra in una più ampia strategia di investimento editoriale digitale promossa da Gedi, per consolidare la posizione dei propri prodotti nel mercato online e intercettare nuovi segmenti di pubblico. La campagna di lancio del sito è stata costruita attorno al concept “Can you keep a secret?”, sviluppato attraverso una comunicazione multiforme che ha incluso video originali, manifesti urbani con QR code, e una festa-evento a Milano il 21 maggio. L’intera operazione è stata accompagnata dalla pubblicazione di un numero speciale del settimanale cartaceo e dalla messa online graduale di nove mini-video realizzati per il lancio, tutti legati al tema del segreto. Obiettivo dell’iniziativa è attrarre un pubblico giovane, sensibile al linguaggio digitale e meno legato alla fruizione su carta, attraverso una presenza rafforzata su Instagram, TikTok e altre piattaforme social. Secondo quanto riportato, il sito intende colmare il divario tra la raccolta pubblicitaria del prodotto cartaceo e quella digitale, ancora sotto le aspettative. I nuovi strumenti offerti dal digitale, in particolare i video e i progetti speciali per le aziende, vengono considerati essenziali per aprire nuove possibilità di sviluppo e monetizzazione, in un contesto in cui la flessibilità editoriale è un asset strategico per la crescita.

Corriere della Sera lancia “le lezioni d’autore” per prepararsi alla maturità

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È online dal 21 maggio il nuovo canale digitale del Corriere della Sera, una piattaforma di contenuti video pensata per chi vuole approfondire materie scolastiche, temi culturali e discipline scientifiche. Il progetto, che prende il nome di “Lezioni d’autore”, nasce con l’obiettivo di offrire uno strumento autorevole in vista dell’esame di maturità, ma si rivolge anche a insegnanti, universitari e lettori interessati a percorsi di formazione culturale fuori dai tradizionali contesti didattici. I contenuti video ospitati sul nuovo canale coprono una vasta gamma di ambiti: dalla filosofia alla fisica teorica, dalla storia contemporanea alla letteratura antica e moderna, fino a matematica e scienze naturali. Le lezioni sono tenute da docenti universitari, scrittori e giornalisti selezionati tra le firme del quotidiano. Ogni contributo è stato pensato per garantire autorevolezza, chiarezza espositiva e accessibilità a un pubblico ampio. Tra i video già disponibili figurano le lezioni di Maurizio Ferraris su pensatori fondamentali del pensiero moderno, gli approfondimenti storici di Paolo Mieli ed Ernesto Galli Della Loggia, e i moduli letterari realizzati da studiosi e autori come Silvia Avallone, Sandro Veronesi, Alessandro Piperno, Emanuele Trevi, Mauro Covacich e Alberto Casadei. La sezione classica è curata da Walter Lapini e Marco Bonazzi, con interventi di Luciano Canfora. Sul fronte scientifico, Francesca Vidotto introduce ai concetti base della fisica teorica, mentre Telmo Pievani illustra l’evoluzione biologica da Darwin alle crisi ecologiche. La matematica è spiegata da Edoardo Balistri, già premiato alle Olimpiadi internazionali. L’accesso al canale è incluso negli abbonamenti Naviga+ e Tutto+, e disponibile anche per chi aderisce all’offerta “Tutto”, acquistabile tramite la Carta del Docente o la Carta della Cultura e del Merito. Il lancio è accompagnato da una promozione promozionale: 12 euro per due anni, rispetto al prezzo intero annuale di 99,99 euro. Il nuovo spazio digitale si inserisce nel percorso già tracciato dal giornale con iniziative come “A scuola con Corriere” e CampBus, confermando l’attenzione verso il mondo scolastico e l’educazione permanente. La promozione è sostenuta da una campagna multicanale, firmata dall’agenzia Pic Nic e diffusa attraverso le testate e i media del gruppo RCS.

Il 23 maggio, a Roma, corso Fnsi su parole e informazione

Formazione giornalisti piattaforma

Si svolgerà venerdì 23 maggio 2025, dalle 9.30 alle 13.30, nella sala Walter Tobagi della Federazione nazionale della Stampa italiana (via delle Botteghe Oscure 54, Roma), il corso di formazione per giornalisti intitolato “Tra note e notizie: il potere delle parole nell’era dell’informazione”, organizzato dalla Fnsi in collaborazione con ForMedia. Il corso, inizialmente previsto per febbraio e poi rinviato a causa dell’indisponibilità di alcuni relatori, è valido per quattro crediti formativi. Le iscrizioni, da effettuarsi esclusivamente attraverso la piattaforma formazionegiornalisti.it, sono aperte fino al 19 maggio. Ad aprire i lavori sarà Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, mentre la moderazione dell’incontro sarà affidata a Tommaso Polidoro, consigliere nazionale della Federazione. Tra i relatori confermati figurano il cantautore Roberto Vecchioni, il compositore e paroliere Davide Simonetta, il vicedirettore dell’agenzia Ansa Stefano Polli, il past president di Afi e ceo di Just Entertainment Sergio Cerruti, la caporedattrice Cultura e Spettacolo dell’Ansa Elisabetta Stefanelli e il giornalista Patrizio Nissirio. Il corso nasce con l’obiettivo di analizzare il ruolo centrale della parola come mezzo di informazione, comunicazione, denuncia e, talvolta, anche di omissione. L’iniziativa punta ad offrire un’occasione di ascolto e confronto sul linguaggio come elemento in grado di influenzare opinioni ed emozioni, sottolineando come la parola rappresenti oggi, secondo gli organizzatori, “lo strumento più rivoluzionario a disposizione dell’umanità”.

Gruppo Sae acquista Paese Sera, debutto a ottobre

Alberto Leonardis

Il Gruppo Sae ha firmato oggi, martedì 20 maggio, il contratto per l’acquisizione della testata Paese Sera, con un’operazione conclusa nella sede romana del gruppo. A cedere il marchio storico della stampa italiana è stato Massimiliano Picardi, imprenditore che aveva mantenuto in vita la testata cartacea e il relativo sito web. L’accordo rappresenta un passo strategico nell’espansione dell’editore, già alla guida de Il Tirreno, La Nuova Sardegna, Gazzetta di Modena, Gazzetta di Reggio, La Nuova Ferrara e, in fase di chiusura di acquisizione, anche della Provincia Pavese. Secondo il piano editoriale illustrato internamente dal presidente Alberto Leonardis, Paese Sera diventerà, a partire dal mese di ottobre, la testata nazionale del gruppo e verrà utilizzata come dorso comune per tutti i quotidiani locali. Il nuovo giornale sarà presente anche in edicola, con una redazione propria operativa a Roma e Milano, composta prevalentemente da giornalisti under 35, in un modello editoriale ispirato a quello già adottato da testate digitali come Open. L’incarico di direttore, secondo indiscrezioni emerse in ambienti vicini al gruppo, sarà affidato a Luciano Tancredi, attualmente direttore editoriale di Sae. Tancredi sarà inoltre impegnato nella direzione ad interim della Provincia Pavese, testata in via di integrazione nel gruppo. Paese Sera adotterà un formato editoriale ibrido tra il Quotidiano Nazionale del gruppo Riffeser e L’Altravoce dell’Italia, dorso nazionale del Quotidiano del Sud, con una linea che coniugherà cronaca, approfondimenti e commenti firmati da nomi di rilievo. Il primo nome confermato tra i collaboratori è quello di Sergio Luciano, che seguirà l’area economica. Il rilancio della testata, fondata nel dopoguerra e rimasta a lungo simbolo della sinistra giornalistica italiana, segna un ritorno nel panorama informativo nazionale, con un progetto che intende valorizzare l’eredità storica del marchio e al contempo sperimentare nuove formule di integrazione tra carta e digitale. L’operazione avviene in un momento di trasformazione per il Gruppo Sae, impegnato nella razionalizzazione delle redazioni locali e nel rafforzamento della propria presenza editoriale a livello nazionale. (In foto, Alberto Leonardis, presidente gruppo Sae)

Corrado Binacchi nuovo direttore Gazzetta di Mantova

Massimo Mamoli e Corrado Binacchi

Dal 1° giugno 2025 Corrado Binacchi assume la carica di direttore della Gazzetta di Mantova, succedendo a Massimo Mamoli, che passa al ruolo di direttore editoriale del quotidiano mantovano e delle altre testate del Gruppo Athesis: L’Arena, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi. La nomina è stata ufficializzata dalla società editrice e avrà decorrenza immediata. Binacchi, nato nel 1972, collabora con la Gazzetta di Mantova dal 1991. Iscritto all’Ordine dei giornalisti dal 1998 come pubblicista, è giornalista professionista dal 2004. All’interno della redazione mantovana ha ricoperto numerosi incarichi, tra cui quelli di capocronista e di responsabile della sezione Provincia. Caporedattore da quasi un decennio, ha coordinato l’ufficio centrale del quotidiano. La scelta della nuova direzione, ha spiegato Andrea Pietro Faltracco, amministratore delegato di Gazzetta di Mantova S.r.l. e del Gruppo Athesis, risponde alla volontà di rafforzare il legame con il territorio e valorizzare le professionalità interne, in un’ottica di continuità editoriale. Contestualmente, Mamoli lascia la guida operativa della testata dopo averne gestito il passaggio dal Gruppo GEDI ad Athesis, diventandone il primo direttore sotto la nuova proprietà. Nella sua nuova posizione, Mamoli continuerà a seguire lo sviluppo strategico ed editoriale della Gazzetta di Mantova, coordinandosi con le altre testate del gruppo. Il presidente della Gazzetta di Mantova, Alberto Marenghi, ha espresso ringraziamento a Mamoli per il lavoro svolto negli anni recenti, augurandogli buon lavoro nel nuovo incarico, e ha rivolto i migliori auguri a Binacchi, scelto per guidare la testata con una direzione radicata nella redazione e nella comunità mantovana. (In foto, Massimo Mamoli e Corrado Binacchi)

L’IA penalizza i media e disinforma: il pubblico vuole giornalisti, non i chatbot

Liz Reid

Le testate giornalistiche si trovano ad affrontare un momento cruciale a causa del drastico calo del traffico di ricerca, storica fonte di accesso del pubblico alle notizie. Questa diminuzione, osservata da numerose redazioni attraverso strumenti di analisi come Chartbeat, coincide con l’adozione sempre più estesa da parte di Google di riassunti generati dall’intelligenza artificiale nelle pagine dei risultati. In passato, anche durante la rivoluzione dei social media, Google era rimasto un canale stabile di riferimento per la distribuzione delle notizie. Ora, secondo quanto riportato da Courtney Radsch durante il summit Hacks/Hackers AI x Journalism, “il traffico di ricerca non tornerà mai più”. Al summit, tenutosi recentemente con la partecipazione di redazioni di alto profilo come il Washington Post, il New York Times e l’Associated Press, l’atmosfera era carica di consapevolezza del cambiamento in corso. Secondo Alex Mahadevan, direttore di MediaWise, il tono generale è stato schietto ma anche aperto all’innovazione. La crisi attuale è percepita come un nuovo punto di svolta tecnologico, paragonabile all’arrivo di internet o dei social media. Le preoccupazioni maggiori derivano da due elementi principali. Da un lato, la perdita di traffico verso le testate ha conseguenze dirette sulle entrate pubblicitarie e sull’efficacia del giornalismo nel raggiungere il pubblico. Dall’altro, i riassunti IA implementati da Google spesso impediscono agli utenti di cliccare sui link alle fonti originali, anche quando esistono contenuti accurati e approfonditi. Questo comporta non solo una perdita di visibilità, ma anche una potenziale disinformazione, poiché i modelli generativi possono restituire risposte errate o “allucinate”. Tuttavia, i dati presentati da Mahadevan mostrano anche un quadro più articolato. Uno studio condotto da Nick Hagar della Northwestern University ha rilevato che meno del 2% delle query rivolte a chatbot come ChatGPT riguardano notizie. Inoltre, una ricerca con Ben Toff dell’Università del Minnesota ha evidenziato che meno della metà della popolazione utilizza regolarmente strumenti di intelligenza artificiale per informarsi. Una quota significativa degli intervistati ha espresso esplicitamente di non voler ricevere le notizie da un chatbot. Il vero impatto, secondo Mahadevan, arriva dall’integrazione dell’intelligenza artificiale nei motori di ricerca. Le AI overview di Google sintetizzano risposte a domande degli utenti (come quelle sul nuovo papa) precludendo spesso la consultazione di fonti giornalistiche legittime. Inoltre, anche se in pochi usano oggi i chatbot per informarsi, l’eventuale adozione futura rischia di sottrarre traffico di referral non tracciabile. Nel corso delle discussioni è emersa una riflessione sull’evoluzione necessaria del modello di business giornalistico. Mahadevan osserva che molte testate hanno ancora una forte dipendenza dalla pubblicità, alimentata proprio dal traffico. Se questo si riduce drasticamente, diventa urgente ripensare il rapporto col pubblico. L’esempio di Craigslist è ricorrente: ha sottratto entrate agli annunci tradizionali offrendo un servizio più accessibile. Analogamente, Google oggi offre comodità agli utenti, e le redazioni devono interrogarsi su come offrire valore aggiunto. Elite Truong, ex vicepresidente dell’American Press Institute, ha proposto un modello centrato sul pubblico più che sugli strumenti. La sua sessione, focalizzata sulla soddisfazione dei bisogni informativi secondo la piramide di Maslow, ha suggerito un approccio che vada oltre l’ottimizzazione SEO o l’automazione redazionale. In particolare, la sfida è capire se le redazioni stiano davvero servendo i bisogni informativi delle diverse fasce di pubblico. Mahadevan sottolinea che l’intelligenza artificiale rappresenta anche un’opportunità per migliorare la personalizzazione dei contenuti. A titolo esemplificativo, cita un caso locale: un articolo sul nuovo ristorante Melting Pot a Central Avenue può interessare in modo diverso un residente anziano e un giovane appena trasferito. La differenziazione delle modalità di fruizione — video per i più giovani, newsletter per altri — può aiutare a raggiungere pubblici differenti con lo stesso contenuto base. Infine, Mahadevan osserva che la domanda centrale da porsi non riguarda solo la sopravvivenza del giornalismo, ma il suo scopo e il valore per la società. L’IA sta stravolgendo non solo i flussi informativi ma anche il modo in cui il lavoro giornalistico viene percepito e distribuito. In questo scenario, i giornalisti possono riscoprire un ruolo centrale offrendo contenuti affidabili, contestualizzati e umanamente rilevanti, proprio mentre gran parte del pubblico mostra diffidenza verso l’automazione informativa. (in foto, Liz Reid, responsabile della ricerca di Google – AP Photo/Jeff Chiu)