Trump attacca la conduttrice della CNN durante confronto su deportazione contestata

Trump scontro con Collins CNN

Il Presidente Donald Trump ha attaccato ripetutamente la giornalista della CNN Kaitlan Collins lunedì 14 aprile, nello Studio Ovale, durante una conferenza con il presidente di El Salvador Nayib Bukele. Il motivo dello scontro è stato il caso di Kilmar Abrego Garcia, cittadino salvadoregno residente nel Maryland, espulso dagli Stati Uniti e trasferito nella prigione di massima sicurezza CECOT, nonostante una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti che ne ha ordinato il rientro. Collins ha rivolto diverse domande al presidente riguardo all’espulsione del salvadoregno, definita dalla Corte “ingiustificata” e legata a un errore amministrativo, come riportato da un documento del Dipartimento di Giustizia. Trump ha reagito attaccando direttamente la giornalista, definendola una “conduttrice di basso profilo” e accusando la CNN di essere “totalmente di parte” e “non credibile”. L’uomo deportato, Abrego Garcia, era stato indicato dall’amministrazione come presunto membro della gang MS-13, ma la sua famiglia ha negato ogni affiliazione. Secondo i legali, era in attesa dell’esito di una richiesta di asilo e rischiava persecuzioni in patria. Un giudice dell’immigrazione aveva già bloccato la sua espulsione nel 2019. Alla domanda sul mancato rispetto della sentenza della Corte Suprema, Trump ha evitato una risposta diretta e ha coinvolto il suo consigliere per la sicurezza interna, Stephen Miller, che ha sostenuto la legittimità della deportazione. Miller ha inoltre negato che si sia trattato di un errore, attribuendo la nota del Dipartimento di Giustizia a una “svista” di un avvocato poi rimosso. Trump ha insistito nel delegittimare Collins e il suo datore di lavoro, affermando: “Ecco perché nessuno li guarda più”. Quando la giornalista ha fatto notare che il presidente aveva dichiarato il giorno prima che avrebbe rispettato le decisioni della Corte Suprema, Trump ha interrotto: “Quanto tempo abbiamo per rispondere a questa domanda? Perché non dite semplicemente: ‘Non è meraviglioso che teniamo i criminali fuori dal nostro Paese’? Perché non potete semplicemente dirlo? Perché continuate a ripeterlo, ed è per questo che nessuno vi controlla più? Non avete più credibilità”. In un documento depositato domenica, l’amministrazione Trump ha sostenuto che gli Stati Uniti non sono obbligati a fare pressioni su El Salvador per il rilascio di Abrego Garcia, nonostante la decisione della Corte Suprema, che ha rinviato il caso a un tribunale federale di grado inferiore senza indicare una data per il rientro dell’uomo. (In foto, Il presidente Trump incontra il presidente di El Salvador Nayib Bukele nello Studio Ovale, il 14 aprile 2025)

La Casa Bianca rivede il pool stampa dopo il reintegro dell’Associated Press

trump_studio_ovale

L’amministrazione Trump ha revocato ai giornalisti l’accesso quotidiano garantito al presidente, segnando una svolta nelle relazioni tra Casa Bianca e media. La decisione è arrivata dopo che un giudice federale ha ordinato il reintegro dell’Associated Press nel pool stampa, da cui era stata esclusa per aver rifiutato di adottare il termine “Golfo d’America”, la nuova denominazione ufficiale dell’ex Golfo del Messico imposta da Trump a gennaio. Il giudice distrettuale Trevor McFadden ha stabilito che l’AP non poteva essere trattata in modo differente rispetto ad altre agenzie, una clausola che la Casa Bianca ha usato come base per ristrutturare completamente il sistema di accesso alla stampa presidenziale. Da ora, il pool sarà suddiviso in due gruppi distinti: uno per le testate cartacee e uno per quelle via cavo, entrambi ammessi a rotazione agli incontri con il presidente. La modifica interrompe una pratica consolidata da decenni, in cui agenzie come AP, Reuters e Bloomberg avevano accesso regolare a spazi ristretti come lo Studio Ovale. Il nuovo sistema prevede l’ampliamento della rotazione per la stampa cartacea da 31 a 34 posti, con l’aggiunta di un secondo rappresentante per questa categoria. Il risultato potrebbe essere un aumento degli eventi accessibili ai quotidiani, ma una diminuzione significativa per le agenzie, nel caso in cui la Casa Bianca limiti la rotazione ai membri già presenti. Le modifiche seguono settimane di tensione tra l’AP e l’amministrazione. Il 25 febbraio, la portavoce Karoline Leavitt aveva annunciato che la Casa Bianca avrebbe assunto il controllo diretto della composizione del pool, ponendo fine al ruolo della White House Correspondents’ Association (WHCA) in questa funzione. La WHCA mantiene ancora il controllo su 49 posti nella sala stampa, ma ha denunciato la nuova politica come una forma di ritorsione contro la stampa critica. “Il governo non dovrebbe controllare i media che lo coprono”, ha dichiarato il presidente della WHCA Eugene Daniels, sottolineando che la discrezionalità quotidiana nella selezione del pool rischia di trasformarsi in una discriminazione sistematica. Le preoccupazioni si concentrano sulla mancanza di trasparenza e sulla possibilità di escludere testate sgradite, nonostante le garanzie richieste dal tribunale. Dalla fine di febbraio, la Casa Bianca ha ammesso un solo giornalista al giorno agli eventi presidenziali, e agenzie come Reuters e Bloomberg hanno sospeso le trasmissioni. Il nuovo assetto include anche un posto fisso per i “nuovi media” – una categoria che comprende siti digitali, opinionisti conservatori e influencer – e una seconda rotazione televisiva, che integra i tradizionali canali dell’informazione con reti emergenti di orientamento conservatore. Nel pool giornaliero sono stati confermati anche un reporter radiofonico e quattro fotografi, mentre Leavitt ha annunciato il ripristino di circa 400 permessi stampa precedentemente revocati durante l’amministrazione Biden. Non tutti, però, hanno riottenuto l’accesso. Tra gli esclusi, Simon Ateba di Today News Africa, già noto per le sue interruzioni durante i briefing, non ha più ricevuto l’accredito per “motivi di sicurezza”, secondo i Servizi Segreti. La questione dell’accesso stampa alla Casa Bianca è oggetto di scontro da anni, sia sotto amministrazioni democratiche che repubblicane. Nel 2013, la Casa Bianca di Obama era finita nel mirino dei fotografi dopo aver limitato l’accesso a eventi chiave. Più recentemente, l’amministrazione Biden ha introdotto criteri restrittivi per l’ammissione dei giornalisti, escludendo in alcuni casi testate storiche.

Casagit e freelance: seminario Fnsi a Napoli il 15 aprile

Seminario tutela della salute e nuovo Welfare

Martedì 15 aprile 2025, dalle ore 10 alle 13, si terrà a Napoli il corso di formazione intitolato “La Casagit mutua sanitaria dei giornalisti: tutela della salute e nuovo Welfare anche per i freelance”, promosso dalla Commissione lavoro autonomo nazionale della Fnsi in collaborazione con Sugc, Casagit e Inpgi. L’evento avrà luogo nella sala arcobaleno del Sindacato unitario giornalisti della Campania, in vico Monteleone 12. ù Il seminario è rivolto ai giornalisti iscritti alla piattaforma www.formazionegiornalisti.it e attribuirà cinque crediti deontologici a chi parteciperà. L’incontro intende fornire informazioni dettagliate sulle prestazioni offerte dalla cassa sanitaria Casagit, con un focus specifico sui bisogni e diritti dei giornalisti freelance nell’ambito del nuovo Welfare. Interverranno, tra gli altri, Alessandra Costante, segretaria generale Fnsi, Roberto Ginex, presidente Inpgi, Gianfranco Giuliani, presidente Casagit, Gianfranco Summo, vicepresidente Casagit e Claudio Silvestri, presidente della Commissione nazionale lavoro autonomo e segretario aggiunto Fnsi. I lavori saranno coordinati da Geppina Landolfo, segretaria del Sindacato unitario giornalisti della Campania. (Foto di copertina creata con Chat GPT)

Tg2 Post cambia volto: arriva Monica Giandotti (dal Tg3)

Monica Giandotti a Tg2 Post

Monica Giandotti sarà da lunedì 14 aprile il nuovo volto di Tg2 Post, il programma di approfondimento in onda su Rai2 alle 21. Prende il posto di Manuela Moreno, che è passata alla direzione Approfondimenti, dove conduce una rubrica nel nuovo programma di Peter Gomez nell’access prime time di Rai3, “Un alieno in patria”. Come anticipato da LaPresse, infatti, Monica Giandotti è stata assegnata alla redazione Esteri del Tg2 e condurrà tutti gli appuntamenti del Tg2 Post dal lunedì al venerdì alle 21 al termine dell’edizione delle 20:30 del TG2 della sera.  La giornalista, già alla guida di Linea Notte su Rai3, si prepara quindi a debuttare in una delle fasce più competitive dell’informazione televisiva, con l’obiettivo di rilanciare il programma che, negli ultimi mesi, ha registrato uno share intorno al 2%. “Sono molto contenta, affronto questa sfida con grande spirito di servizio nei confronti della Rai che mi ha proposto questo incarico”, ha dichiarato all’Adnkronos. Il format resterà invariato: “È quello dato da Manuela Moreno e dalla redazione del Tg2, non cambia e resterà quello che gli spettatori conoscono. Io porterò me stessa, non sarò diversa da quello che sono”. La trasmissione manterrà i suoi contenuti principali, spaziando tra politica, economia, cronaca, attualità e questioni sociali, con l’obiettivo di garantire “grande rigore per le notizie” e “attenzione alla qualità delle opinioni e dei protagonisti della vita pubblica”. Tra i primi ospiti della nuova edizione ci saranno Antonio Polito ed Emma Marcegaglia, mentre tra le novità è atteso il ritorno di Alessandro Poggi, che curerà le copertine. Giandotti ha espresso anche il desiderio di ospitare personalità internazionali, in particolare legate a temi di politica estera e affari europei. Sul piano personale, la conduttrice ha escluso la possibilità di invitare in trasmissione il marito, Stefano Cappellini, vicedirettore di Repubblica, per evitare conflitti d’interesse. A proposito di alcuni presunti malumori per la sua nomina, Giandotti ha sottolineato: “La Rai mi ha offerto questa possibilità, è un’azienda che valorizza i suoi interni e io sono felice di poterlo riconoscere”. Dopo una lunga esperienza tra Unomattina, Agorà e il Tg3, Giandotti ha voluto ringraziare le redazioni che l’hanno accompagnata nel suo percorso, in particolare quella di Linea Notte. Infine, ha rivolto un ringraziamento anche alla redazione del Tg2, che “mi ha accolta con grande affetto e con generosità”.

“Il Foglio AI”, da esperimento a progetto editoriale stabile: in edicola ogni martedì

Il Foglio AI diventa settimanale

A un mese dall’inizio dell’esperimento, la redazione del Foglio annuncia che il Foglio AI, il progetto che ha dato vita al primo quotidiano scritto interamente con l’ausilio di un’intelligenza artificiale, proseguirà con una nuova formula. L’AI utilizzata, allenata nel corso del tempo con prompt personalizzati e una linea editoriale coerente, è stata parte attiva del lavoro quotidiano del giornale per trenta giorni consecutivi. L’esperimento è stato ideato e diretto da Claudio Cerasa, che ha affiancato l’intelligenza artificiale nella produzione di articoli, editoriali, rubriche, lettere al direttore e contenuti di attualità, con una metodologia redazionale strutturata e condivisa. Ogni giorno, alle ore 12, la redazione si riuniva per discutere idee, notizie, interviste, intuizioni e provocazioni. Da questo confronto nascevano le istruzioni, i cosiddetti prompt, destinati a generare gli articoli firmati Foglio AI. I prompt contenevano indicazioni su tono, stile, taglio, lunghezza e obiettivo dei pezzi. L’interazione tra redazione e intelligenza artificiale si è evoluta: inizialmente i comandi erano lunghi e dettagliati, poi sempre più sintetici, grazie a una crescente comprensione del linguaggio editoriale interno da parte dell’AI. Nel corso del mese, la macchina ha prodotto contenuti che hanno suscitato reazioni sia interne che esterne. L’AI ha mostrato capacità di sintesi, rielaborazione, imitazione di stili e generazione di contenuti su misura. Ha anche commesso errori, riconosciuti e documentati: date inesatte, confusione tra nomi simili, riferimenti errati a eventi passati, fino all’ostinata difficoltà nel collocare Donald Trump come presidente eletto nel 2024. Alcuni articoli sono stati corretti, altri lasciati volutamente imperfetti per dimostrare i limiti della tecnologia. La sperimentazione ha incluso test specifici: analisi di discorsi politici, lettura di documenti, traduzione di immagini in articoli, commenti su classifiche letterarie, simulazioni di lettere immaginarie tra figure pubbliche, editoriali polemici, stroncature ironiche, articoli scritti e riscritti con tono politico, adolescenziale, giornalistico o narrativo. L’AI è stata anche coinvolta nella scrittura di lettere d’amore, oroscopi e dialoghi immaginari tra intellettuali e personaggi storici. Il progetto ha generato migliaia di righe di testo, tutte verificate, selezionate e integrate dalla redazione. Secondo Cerasa, il valore dell’AI non è nella sostituzione dell’intelligenza naturale, ma nella sua integrazione all’interno del processo creativo redazionale. I giornalisti hanno utilizzato l’intelligenza artificiale per comprendere meglio dove migliorare, cosa delegare, cosa mantenere esclusivamente umano. L’AI non può fornire fonti, non può costruire inchieste originali, non può creare idee dal nulla, ma può aiutare a elaborarle, a raffinarle, a verificarle, a metterle in ordine. Il Foglio AI, che nel primo mese è stato pubblicato ogni giorno come edizione speciale del quotidiano, proseguirà ora in forma settimanale, ogni martedì, con una testata autonoma e quattro pagine dedicate. Tratterà temi di attualità, innovazione, intelligenza artificiale e approfondimenti sulla trasformazione dei linguaggi editoriali. Il progetto continuerà anche in forma ibrida: articoli firmati Foglio AI compariranno saltuariamente nel quotidiano, con una chiara indicazione della loro origine. Il Foglio utilizzerà l’esperienza accumulata per sviluppare nuove iniziative: una scuola di giornalismo AI-based, borse di studio, eventi, workshop, newsletter tematiche, progetti multimediali e un osservatorio dedicato all’uso dell’intelligenza artificiale nei media. L’obiettivo è offrire strumenti, formazione e riflessione sul rapporto tra scrittura, tecnologia e creatività. L’interazione tra il direttore e l’intelligenza artificiale è stata raccontata anche sotto forma di intervista reciproca. Una parte significativa dell’esperimento si è svolta proprio in questa forma: botta e risposta in cui l’AI faceva domande al direttore, ribaltando i ruoli e mostrando la possibilità di un giornalismo dialogico tra umano e macchina. L’AI è stata istruita per parlare di sé, riflettere sui propri limiti, rispondere a provocazioni, proporre soluzioni editoriali e simulare riflessioni personali. L’intero progetto ha ricevuto attenzione internazionale, è stato citato da numerosi media stranieri e ha rappresentato un caso di studio unico per l’editoria. Non si è trattato di una semplice dimostrazione tecnologica, ma di un esperimento quotidiano redazionale, completo di errori, revisioni, scelte editoriali e scommesse sulla sostenibilità di un modello innovativo. Il Foglio ha confermato che continuerà a esplorare le potenzialità dell’AI, non per sostituire il lavoro umano ma per affiancarlo, rafforzarlo, e spingere l’intero sistema giornalistico a confrontarsi con il cambiamento. Il progetto si evolverà anche come strumento di educazione: non solo a usare l’AI, ma a capire quando e come usarla, e soprattutto quando è necessario spegnerla per tornare a osservare, telefonare, incontrare, litigare, vivere il mestiere. L’esperimento ha mostrato come, anche nel rapporto con una macchina, sia possibile costruire una relazione editoriale fondata su regole, linguaggi condivisi, obiettivi chiari e verificabili. E ha ribadito che il giornalismo, anche nell’era dell’automazione, resta un mestiere che si costruisce nella comunità umana, nel confronto, nel dubbio e nella passione per la scrittura. Il Foglio AI continuerà. Con un nuovo formato, ma con lo stesso obiettivo: esplorare il possibile, senza rinunciare al reale. (Foto: @Il Foglio)

USA Today pubblica la sua guida di stile, promuovendo chiarezza e coerenza linguistica

Usa Today

USA Today Network ha annunciato il lancio della sua nuova Guida di Stile, disponibile da oggi online, con l’obiettivo di fornire uno strumento gratuito e aggiornato per garantire chiarezza, accuratezza, coerenza e trasparenza nel lavoro giornalistico. Il documento, rivolto non solo ai professionisti dell’informazione ma anche a studenti, insegnanti, blogger e autori indipendenti, è stato sviluppato per affrontare con precisione e sensibilità i temi linguistici e terminologici più attuali. Il nuovo strumento editoriale, pensato per adattarsi alla varietà degli stili redazionali e delle situazioni comunicative, punta a sostenere un linguaggio inclusivo e una narrazione responsabile. Pur mantenendo standard rigorosi di integrità, la guida consente un certo grado di flessibilità, permettendo agli utenti di adattare il proprio stile in base al contesto e all’audience. L’accesso gratuito, tramite il sito ufficiale usatoday.com/styleguide, intende estendere i benefici del documento a una platea più ampia della sola redazione, promuovendo la diffusione di pratiche linguistiche efficaci e condivise. La pubblicazione, presentata dal caporedattore Caren Bohan, riflette la volontà del gruppo editoriale di consolidare il rapporto con le comunità servite, offrendo una base comune per una comunicazione pubblica più comprensibile e affidabile. La guida sarà aggiornata regolarmente per rispecchiare l’evoluzione del linguaggio e delle esigenze editoriali, restando un punto di riferimento per chiunque intenda scrivere con responsabilità e precisione.

Fnsi-Fieg: Cdr sollecitano equo compenso e tutele per precari, pronti cinque giorni di sciopero

Conferenza dei Comitati e Fiduciari di redazione

La Conferenza nazionale dei Comitati e dei Fiduciari di redazione, riunita mercoledì 9 aprile 2025 a Roma, ha approvato un documento in cui si chiede che il rinnovo del contratto collettivo nazionale Fnsi-Fieg garantisca retribuzioni adeguate, tenendo conto della perdita del potere d’acquisto registrata durante i dieci anni di vacanza contrattuale. L’assemblea ha sottolineato che lo sviluppo dell’informazione in Italia dipende anche dalla possibilità, per giovani giornalisti altamente qualificati, di entrare nel settore con condizioni economiche e professionali dignitose, e ha ribadito che i giornalisti già in attività non devono rinunciare ai diritti acquisiti, che hanno contribuito a contenere gli effetti della crisi. Il documento approvato richiama l’esigenza che il nuovo contratto tenga conto dei profondi mutamenti in corso nel settore editoriale, a partire dall’emergere di nuove figure professionali e dall’impatto dell’intelligenza artificiale nel lavoro giornalistico. I rappresentanti sindacali chiedono che venga previsto un equo compenso per la cessione dei contenuti sul web, oltre a misure di tutela economica e contrattuale per i lavoratori autonomi e precari, in particolare per quelli inquadrati con gli articoli 2 e 12 del contratto. La Conferenza ha inoltre evidenziato come, in questi anni, il costo del lavoro per le aziende editoriali si sia ridotto, anche a causa del ricorso a stati di crisi e della diffusione di accordi individuali o di secondo livello ritenuti penalizzanti. Le redazioni ridotte hanno spesso sopperito alla carenza di organico con l’impiego di giornalisti pensionati, una pratica che, secondo i Cdr, deve ora essere limitata. Il testo approvato sottolinea che la struttura contrattuale è stata progressivamente indebolita dalle deroghe adottate unilateralmente dalle imprese editoriali, inclusi forfait al ribasso che hanno inciso negativamente sulle tutele retributive. Per queste ragioni, la Conferenza dei Cdr ha espresso il proprio sostegno all’azione sindacale della Fnsi, affidando alla Giunta esecutiva del sindacato la facoltà di intraprendere tutte le iniziative ritenute necessarie per il conseguimento di un rinnovo contrattuale soddisfacente. Tra le azioni ipotizzate, è stato approvato un pacchetto iniziale di cinque giorni di sciopero, da attuare nelle redazioni come strumento di pressione nella vertenza con la Federazione degli editori (Fieg). (In foto, i lavori della Conferenza dei Comitati e Fiduciari di redazione)

Riforma Ordine dei Giornalisti: più pubblicisti nei Consigli. Costante (Fnsi): “è un gioco di potere”

Alessandra Costante Fnsi

La Commissione Cultura della Camera dei deputati ha adottato mercoledì 9 aprile 2025 come testo base per la riforma dell’Ordine dei giornalisti una proposta di legge presentata da Fratelli d’Italia, con Andrea Mascaretti come primo firmatario. La proposta, selezionata tra diversi disegni di legge che miravano alla semplificazione del sistema elettorale, introduce modifiche anche alla composizione del Consiglio nazionale dell’Ordine e dei Consigli regionali. Attualmente il Consiglio nazionale è composto da 40 giornalisti professionisti e 20 pubblicisti; la nuova composizione prevista dal testo base porterebbe i professionisti a 36 e i pubblicisti a 26. Cambia anche la composizione dei Consigli regionali: oggi formati da sei professionisti e tre pubblicisti, passerebbero a cinque professionisti e quattro pubblicisti. Il testo stabilisce inoltre che la durata del mandato per i consiglieri regionali e nazionali, così come per i revisori dei conti, venga estesa da tre a quattro anni. Viene introdotto un limite al numero di mandati consecutivi per i membri dei Consigli e un massimo di due mandati non consecutivi per i revisori. Per quanto riguarda le elezioni, la proposta prevede un sistema riformato con una sola tornata elettorale e l’introduzione della doppia preferenza di genere, sostituendo l’attuale sistema articolato in tre turni. La proposta di Fdi, che ora passerà alla fase di esame degli emendamenti, è l’unica tra quelle finora discusse in Commissione ad affrontare sia la riforma del sistema elettorale sia la rappresentanza dei pubblicisti negli organi dell’Ordine. A margine dell’adozione del testo base, è intervenuta la segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante, attraverso una nota ufficiale. Costante ha ricordato come, secondo la legge n. 69 del 1963, i giornalisti pubblicisti sono tali pur esercitando un’altra professione prevalente e ha osservato che l’Ordine non è composto esclusivamente da giornalisti professionisti, ma anche da soggetti con altri impieghi, quali insegnanti, avvocati, ferrovieri, ingegneri e altre categorie. Nella nota si evidenzia che i principali problemi dell’informazione in Italia non risiederebbero nella proporzione tra pubblicisti e professionisti, ma in fattori quali l’elevato numero di iscritti all’Albo, con oltre 100mila membri, di cui meno del 40% attivi come giornalisti con posizione previdenziale aperta. La segretaria della Fnsi ha inoltre fatto riferimento alla mancanza di norme sull’intelligenza artificiale, al sottofinanziamento del settore, alla sottoccupazione e al ruolo dominante delle grandi piattaforme digitali. Costante ha infine definito la proposta un tentativo di redistribuzione interna del potere all’interno dell’Ordine. (in foto, Alessandra Costante, segretaria generale Fnsi)

Teatro alla Scala cerca responsabile comunicazione

Teatro alla Scala

La Fondazione Teatro alla Scala ha annunciato l’apertura, nella giornata di ieri, di una selezione pubblica per il reclutamento di un nuovo o una nuova Responsabile organizzativo/a dell’Ufficio stampa e web, figura destinata a coordinare le attività di comunicazione del teatro. L’avviso è stato pubblicato sul sito ufficiale dell’ente con scadenza fissata al 3 maggio, termine entro il quale sarà possibile candidarsi tramite la pagina dedicata, accessibile dalla sezione “Lavora con noi” del portale teatroallascala.org. La procedura è stata attivata con l’obiettivo dichiarato di garantire massima trasparenza nel processo di selezione e di attrarre professionisti qualificati in grado di ricoprire un incarico che unisce competenze in ambito istituzionale e digitale. La Fondazione ha precisato che la scelta della procedura aperta risponde all’intenzione di individuare il miglior profilo possibile attraverso criteri di merito e accessibilità. Il ruolo, considerato di rilievo strategico, prevede la responsabilità nella pianificazione e gestione delle attività di ufficio stampa, oltre alla supervisione della comunicazione web e dei contenuti digitali ufficiali del teatro. Il nuovo responsabile sarà inserito all’interno della struttura comunicativa della Scala e lavorerà in stretta sinergia con gli altri settori operativi dell’istituzione. La candidatura richiede il rispetto dei requisiti dettagliati nell’avviso, disponibile integralmente online.

La Casa Bianca deve riaprire l’accesso all’Associated Press, lo ordina il giudice federale

Donald Trump nello Studio Ovale. Doug Mills/Il New York Times

Un giudice federale ha ordinato alla Casa Bianca di ripristinare il pieno accesso dell’Associated Press agli eventi con il presidente Donald Trump, dopo che l’emittente era stata esclusa per non aver adottato il termine “Golfo d’America” al posto di “Golfo del Messico”, come richiesto dall’amministrazione. La sentenza, emessa martedì dal giudice Trevor N. McFadden del tribunale distrettuale federale del Distretto di Columbia, stabilisce che tale esclusione rappresenta una violazione del Primo Emendamento, che tutela la libertà di stampa. Secondo il tribunale, la Casa Bianca ha agito discriminando l’AP sulla base del suo punto di vista editoriale, impedendole di partecipare a eventi presidenziali riservati a un numero limitato di giornalisti, come le sessioni nello Studio Ovale o i viaggi a bordo dell’Air Force One. L’Associated Press aveva intentato una causa a febbraio, sostenendo che l’esclusione comprometteva la capacità dell’agenzia di svolgere il proprio lavoro e di fornire copertura in tempo reale su attività rilevanti del presidente. La Casa Bianca, da parte sua, ha motivato la decisione affermando di voler ridurre il numero di giornalisti presenti in alcuni eventi per fare spazio a testate digitali o più specializzate. Tuttavia, nelle motivazioni della sentenza, il giudice ha sottolineato che l’amministrazione ha ammesso pubblicamente che la scelta di escludere l’AP è stata influenzata dalla posizione dell’agenzia sul linguaggio utilizzato. Il giudice McFadden, nominato da Trump, ha affermato che il governo non può consentire l’accesso ad alcuni giornalisti e negarlo ad altri solo per divergenze di opinione. Ha respinto l’argomentazione secondo cui l’AP chiedeva un trattamento privilegiato, chiarendo che l’agenzia chiedeva soltanto parità di condizioni con le altre testate. La sentenza stabilisce che le regole di accesso devono essere applicate in modo equo e non possono essere usate come strumento per sanzionare il dissenso. Dopo aver emesso l’ordine, il giudice ha concesso all’amministrazione cinque giorni per presentare un ricorso d’urgenza, sospendendo temporaneamente l’efficacia della decisione fino a domenica. L’ingiunzione rimarrà in vigore fino alla conclusione del procedimento o a un’eventuale decisione di un tribunale superiore. Durante il contenzioso, i legali dell’Associated Press hanno denunciato che la gestione dei turni del press pool – il gruppo di giornalisti che segue il presidente – è stata sottratta alla White House Correspondents’ Association e centralizzata dalla Casa Bianca, con l’effetto di favorire voci conservatrici. Intanto, l’AP continua ad avere accesso alle conferenze stampa generali nella sala stampa della West Wing, ma resta esclusa dagli eventi più ristretti. La portavoce dell’agenzia, Lauren Easton, ha dichiarato che la sentenza riafferma il diritto della stampa e del pubblico a ricevere informazioni senza ritorsioni governative. La Casa Bianca non ha commentato direttamente la sentenza, ma ha ribadito l’intenzione di diversificare l’accesso alle fonti giornalistiche, senza però specificare se presenterà ricorso. (In foto, Donald Trump nello Studio Ovale. Doug Mills/Il New York Times)