La Stampa si ferma dopo l’annuncio di vendita

Dopo l’annuncio della vendita delle attività editoriali da parte di Exor-Gedi, la redazione de La Stampa ha deciso mercoledì 10 dicembre di fermare l’uscita del quotidiano e bloccare gli aggiornamenti online fino alle 7 di giovedì 11 dicembre, spiegando di non aver ricevuto garanzie sul futuro del giornale, sui posti di lavoro e sulla solidità dei possibili acquirenti. La decisione arriva mentre proseguono le trattative con il gruppo greco Antenna e con altri potenziali compratori, in un quadro che i giornalisti definiscono difficile per una testata con 150 anni di storia. Nel comunicato diffuso dalla redazione si legge: “È una decisione sofferta, presa a termine di una lunga assemblea che conclude una giornata drammatica per la storia della nostra testata”. Secondo quanto riportato dai giornalisti, il comitato di redazione ha incontrato nel pomeriggio di mercoledì 10 dicembre i vertici del gruppo Gedi, tra cui il presidente Paolo Ceretti, l’amministratore delegato Gabriele Comuzzo, l’amministratore delegato di Gnn Corrado Corradi e il responsabile del personale Alessandro Bianco. Durante il confronto, spiegano, è stato confermato che tutte le attività editoriali controllate da Exor tramite Gedi sono in vendita. Nel comunicato si legge: “Con nostro grande sconcerto nel corso dell’incontro è stato confermato che tutte le attività editoriali che fanno capo a Exor tramite Gedi sono in vendita”. I giornalisti riferiscono che la trattativa con il gruppo greco AntennaUno è in corso da tempo e che, in parallelo, l’azienda sta cercando un acquirente specifico per La Stampa, poiché gli investitori greci non avrebbero manifestato interesse per la testata. L’obiettivo indicato sarebbe chiudere entrambe le operazioni nel giro di due mesi. La redazione sostiene di non aver ricevuto risposte su elementi ritenuti essenziali: “Rispetto alle nostre richieste non è stata data alcuna garanzia sul futuro della testata, sui livelli occupazionali, sulla solidità del potenziale compratore, sui destini delle attività messe in comune a livello di gruppo”. Nel comunicato viene sottolineato come siano coinvolti non solo il giornale ma anche le infrastrutture digitali, la produzione video e altre attività condivise a livello di gruppo, considerate fondamentali per il lavoro quotidiano. I giornalisti affermano che “in gioco c’è una testata che ha scritto la storia del giornalismo con un forte radicamento territoriale e una proiezione internazionale”. La redazione annuncia inoltre che reagirà alla situazione: “La redazione metterà in campo tutte le sue forze per difendersi con ogni mezzo da quello che considera un attacco senza precedenti alla sua dignità e a 150 anni di storia”. Nel comunicato viene citata anche una recente dichiarazione di John Elkann: “A tutti coloro che conoscono e apprezzano il modo in cui La Stampa fa giornalismo, e anche a tutti coloro che hanno provato a colpire questo giornale, si può rispondere con chiarezza: La Stampa continuerà a informare i suoi lettori come ha sempre fatto con rigore, serietà e indipendenza”. I giornalisti aggiungono: “Al contrario dell’editore, noi crediamo ancora in queste parole”. (In foto, la redazione della Stampa)
Repubblica e Gedi: 5 giorni di sciopero per la vendita del gruppo

A Roma, oggi, i giornalisti di Repubblica e del gruppo Gedi hanno deciso di entrare in stato di agitazione dopo aver votato una mozione che risponde all’annuncio della possibile cessione del gruppo a un’azienda straniera, considerata dai lavoratori priva di esperienza nel difficile mondo dei giornali italiani. Alla votazione hanno partecipato 271 aventi diritto su 316: 254 voti favorevoli, 9 contrari e 8 astenuti. La mozione è stata quindi approvata a larga maggioranza e dà il via a un pacchetto di iniziative sindacali che include fino a cinque giorni di sciopero. Il testo diffuso dai CDR spiega ai colleghi che l’assemblea “prende atto con profondo sconcerto dell’annuncio della proprietà della svendita di quel che resta del nostro gruppo editoriale, che in questi anni è stato smantellato pezzo dopo pezzo dall’attuale editore, John Elkann”. La mozione stabilisce che i giornalisti sospendono da subito la partecipazione alle iniziative editoriali speciali e autorizza scioperi per difendere ciò che viene definito “il perimetro delle lavoratrici e dei lavoratori e l’identità del nostro giornale”. Nella comunicazione si sottolinea che il presunto nuovo acquirente non ha presentato un progetto industriale e che, secondo l’assemblea, questo rende necessario chiedere immediatamente alla proprietà garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali e sulla tutela della linea politico-culturale del quotidiano, nato 50 anni fa e considerato parte della storia nazionale. Il testo prosegue affermando che “l’assemblea ritiene intanto indispensabile che i vertici di Gedi mettano immediatamente sul tavolo delle trattative con l’acquirente garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali e sulla salvaguardia dell’identità politico-culturale”. I giornalisti spiegano che per loro non si tratta solo di un marchio, ma di una voce che permette al pubblico di farsi domande e capire meglio ciò che succede. Nella nota si legge anche: “Ci impegniamo fin da oggi a combattere con ogni strumento a nostra disposizione per la difesa di queste garanzie democratiche fondamentali per l’intero Paese. In ballo non c’è un semplice marchio, ma la sopravvivenza stessa di un pensiero critico”. Per farlo, i lavoratori annunciano che chiederanno sostegno alle forze politiche, ai sindacati, alle istituzioni e ai lettori. (In foto, uno scatto della redazione)
Il Sole 24Ore presenta 24GPT per semplificare finanza e mercati con AI generativa

Il Sole 24Ore ha presentato 24GPT, un assistente digitale basato su intelligenza artificiale generativa che permette agli utenti di capire in modo semplice che cosa succede nell’economia, nella finanza e nei mercati, offrendo spiegazioni immediate ovunque e in qualsiasi momento. Il progetto risponde all’esigenza di rendere più chiari temi che spesso possono sembrare complicati, mantenendo un linguaggio professionale ma accessibile, pensato per essere comprensibile anche ai più giovani. La piattaforma nasce dall’incontro tra l’autorevolezza del Gruppo e tecnologie di ultima generazione, con l’obiettivo di offrire informazioni personalizzate e contestualizzate, utili per orientarsi tra cambiamenti che influenzano la vita quotidiana. Con 24GPT gli utenti possono dialogare in tempo reale e ottenere risposte puntuali, costruite per chiarire concetti come tassi, spread, inflazione e investimenti, temi che il Sole 24Ore affronta ogni giorno nelle proprie analisi. Il nuovo strumento utilizza infatti il patrimonio editoriale del quotidiano, integrando articoli, approfondimenti e contenuti multimediali in un unico ambiente digitale. All’interno è presente anche un videodizionario che raccoglie i principali termini economici e finanziari, pensato per accompagnare anche chi non ha familiarità con queste parole, trasformandole in idee semplici da comprendere. Un’attenzione particolare è rivolta alle nuove generazioni con 24GPT YOUNG, la versione pensata per i ragazzi. In questa sezione vengono offerte spiegazioni ancora più dirette, esempi concreti e contenuti interattivi, così da stimolare curiosità e consapevolezza nei confronti dei fenomeni economici che li riguardano ogni giorno, dalla paghetta alla gestione dei piccoli risparmi. Il servizio è attualmente disponibile in versione beta e continua ad evolversi grazie al contributo degli utenti: suggerimenti e feedback raccolti durante l’utilizzo vengono utilizzati per aggiornare funzioni, arricchire le fonti informative e rendere l’esperienza sempre più completa. Le migliaia di persone che hanno già iniziato a usare la piattaforma indicano un crescente interesse verso nuovi modi di informarsi e interagire con i contenuti del Sole 24Ore. Il servizio è accessibile sul sito ufficiale all’indirizzo www.ilsole24ore.com/24gpt.
Time sceglie l’AI come Persona dell’Anno 2025 e premia i leader che la guidano

Time ha annunciato oggi negli Stati Uniti che la Persona dell’Anno 2025 è l’Intelligenza Artificiale, scelta dal magazine perché, secondo la redazione, sta influenzando in modo rilevante cosa accade nel mondo, come vivono le persone e quali decisioni vengono prese dai governi. L’annuncio è arrivato a New York, dove Time ha spiegato chi sono gli esperti e i dirigenti protagonisti delle tecnologie che negli ultimi mesi hanno modellato la notizia scelta per il 2025. Il magazine ha presentato due copertine dedicate agli “architetti dell’AI”, cioè gli imprenditori e ricercatori che hanno contribuito allo sviluppo delle piattaforme oggi più diffuse. Nella prima immagine si vedono Mark Zuckerberg, Lisa Su, Elon Musk, Jensen Huang, Sam Altman, Demis Hassabis, Dario Amodei e Fei-Fei Li seduti su una trave d’acciaio sospesa, come nella celebre fotografia del 1932 Lunch atop a Skyscraper. Nella seconda gli stessi dirigenti compaiono all’interno di una grande struttura che forma le lettere A e I, come un cantiere in costruzione. Time ha scritto che queste figure “hanno preso in mano il volante della storia”, sviluppando strumenti che stanno cambiando il modo in cui circolano le informazioni, come si organizza il lavoro e quali risorse entrano nelle case delle persone. Il magazine aggiunge che tali tecnologie hanno contribuito a modificare alcune politiche pubbliche e la competizione tra Paesi, spiegando che l’intelligenza artificiale viene considerata “probabilmente lo strumento più determinante nella competizione tra grandi potenze dall’avvento delle armi nucleari”. La scelta ha attirato l’attenzione anche perché, secondo varie ricostruzioni, alcuni osservatori ritenevano probabile la nomina di Donald Trump per la sua rilevanza politica negli Stati Uniti. Il magazine aveva però diffuso, nei giorni precedenti, copertine dedicate a figure che hanno segnato altri settori del 2025: Leonardo DiCaprio per lo spettacolo, il gruppo K-Pop Demon Hunters come rivelazione dell’anno, la cestista A’Ja Wilson come atleta dell’anno e Neal Mohan di YouTube come ceo dell’anno. La tradizione della Persona dell’Anno risale al 1927. Da allora Time ha scelto in diverse occasioni gruppi di persone: nel 2018 con “I Guardiani”, i giornalisti esposti al rischio a causa del loro lavoro, e nel 2017 con le “Silence Breakers”, le donne che denunciarono molestie legate al movimento #MeToo. Tre volte il riconoscimento è stato assegnato a oggetti o concetti: nel 1982 al personal computer, nel 1988 alla Terra e nel 2006 agli utenti del web, rappresentati dalla parola “Tu” sulla copertina.
L’UE sostiene piano per cinque AI Gigafactories dedicate a ricerca, startup e imprese

Il Consiglio dell’Unione Europea ha deciso il 9 dicembre di sostenere la creazione fino a cinque AI Gigafactories in Europa e di portare dentro EuroHPC anche le attività di quantum computing. La decisione riguarda chi costruirà queste strutture, dove potranno nascere e con quali soldi, perché serviranno a dare più forza all’Europa nel mondo della tecnologia. Le AI Gigafactories vengono descritte come luoghi molto grandi, con supercalcolatori, data center che consumano poca energia e macchine con intelligenza artificiale. In questi luoghi, ricercatori, startup, scaleup e imprese potranno usare tanta potenza di calcolo per fare progetti, studiare e creare nuovi prodotti. L’idea è che tutti possano avere gli strumenti per lavorare con l’intelligenza artificiale senza dover dipendere da chi è fuori dall’Europa. La riforma introduce un unico modo per gestire finanziamenti, regole, acquisti e partecipazione. È previsto un partenariato tra Stati membri e industrie. Sono indicate regole speciali per aiutare startup e scaleup, perché in questo momento hanno difficoltà a trovare abbastanza potenza di calcolo per competere con grandi aziende internazionali. Durante la discussione, la ministra danese dell’Istruzione superiore e della Scienza, Christina Egelund, ha detto: “AI è una tecnologia critica per la resilienza, la competitività e la sicurezza dell’Europa”. Nel testo ci sono anche proposte per usare fondi europei che non sono stati ancora spesi. Questi fondi potranno servire per costruire le Gigafactories. Le strutture potranno essere in un solo Paese oppure divise in più Paesi, per unire capacità e conoscenze diverse. Ci sono nuove regole anche per chi arriva da fuori Europa, con protezioni speciali sulla gestione e sulla sicurezza. EuroHPC avrà un ruolo più grande e dovrà coordinare le attività. Un punto importante è il passaggio della ricerca e innovazione nel quantum computing dal programma Horizon Europe a EuroHPC. In questo modo, supercalcolo, AI e quantum saranno vicini e potranno crescere insieme. La scelta viene mostrata come un modo per avere più autonomia strategica e per non dipendere dalla tecnologia di altri continenti. Dal 2021 EuroHPC costruisce e gestisce la rete europea di supercalcolo, sviluppa tecnologie proprie e forma persone con nuove competenze. Nel 2024 erano state create le AI Factories, centri dedicati ai modelli e alle applicazioni di AI. Ora il piano punta a strutture ancora più grandi, chiamate Gigafactories, per lavorare meglio e competere con i sistemi dei grandi operatori globali. Il regolamento non usa la procedura legislativa normale. Il Parlamento europeo deve dare un parere il 17 dicembre. Dopo un controllo sul testo, il Consiglio prenderà la decisione finale. Nei documenti viene spiegato che le AI Gigafactories sono importanti anche dal punto di vista geopolitico, perché chi controlla i sistemi di calcolo controlla anche buona parte dell’innovazione.